lezione di sdm (vi) + cac (vi) + erbologia (v)

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    «come fai a fartela ancora con quella feccia, Cooper?»
    e Barry non aveva detto niente.
    «é colpa loro se ci stiamo ammalando, sono come dei cazzo di topi»
    e Barry sempre zitto, le mani infilate nelle tasche dei jeans.
    la sua posizione privilegiata di purosangue garantiva che quel genere di commenti non venisse rivolto a lui direttamente, ma purtroppo non lo salvava dalla tediosità di tipi come Susan e la sua sqwad di neonazi, convintissimi nel rivolgere parola al corvonero come fosse uno di loro. Barry gli avrebbe volentieri sputato in faccia, ma a che pro?
    così, quanto meno, era divertente.
    «non passo il mio tempo a slinguazzare Joseph e CJ, Colin» (unless...?) si lasciò sfuggire un sospiro annoiato dalle labbra, iridi grigio azzurre a cercare le lancette dell'orologio ornamentale appeso al muro; sperava bastasse quel gesto perché la coppia di coglioni capisse l'antifona, ma evidentemente li aveva sopravvalutati «lo sai che è colpa di quelli come loro se la tua ragazza sta messa male» ah shit, here we go again — e tanti saluti alla parte divertente della giornata. non sapevano un cazzo di Barry, i due stronzi che gli stavano di fronte, altrimenti il lieve cambiamento nella sua espressione lo avrebbero notato, percepito: quando il cuore gli skippava nel petto, i freaks se ne accorgevano sempre, anche se non c'era bisogno di dire nulla in proposito. ma Colin e susan non lo conoscevano, Barrow Skylinski era solo ciò che vedevano nella patetica ristrettezza delle loro vite.
    e a Barry andava bene così, rendevano tutto più facile.
    anche se trattenersi dal tirare fuori la bacchetta (mlml) e cruciarli sul posto, anche a costo di farsi espellere e mandare ad Azkaban, sticazzi che era facile — ma aveva imparato a godersi le proprie vendette, barrow. quella non faceva eccezione «chiudi la bocca, Colin, mi stai facendo perdere tempo che non ho» o, meglio, che avrebbe preferito non avere: da quando amalie si era ammalata, di ore a scorrere troppo lente barry ne aveva avute fin troppe — abbastanza per pensare a quanto era stata scema ams a prendersi quel cazzo di virus, tutto per vincere la competizione e lasciarci le penne dopo che l'aveva fatto lui.
    cazzo, quanto la amava.
    però adesso basta, hai vinto tu ams, smettila ok?
    tiró fuori una bustina trasparente da sotto la divisa, facendola sventolare a mezz'aria «regoliamo i conti, così posso tornare a farmi i cazzi miei e voi i vostri» gli occhi di susan - che aveva ancora i segni delle mani di cigei sul collo a strappare un involontario sorriso dalle labbra del freak - e Colin si spostarono immediatamente dal volto del corvonero alla busta piena per metà di quella che pareva proprio buona vecchia canapa essiccata — a volte i cannoaioli erano quelli più insospettabili. girava voce (l'aveva messa in giro Barry stesso), che fosse riuscito a far entrare un po di quella roba nonostante il lockdown, e quegli idioti avevano abboccato subito; solo un anno prima, aveva venduto ad entrambi del rosmarino e quelli se lo erano davvero fumato, storia vera.


    «oh, merdine, avete sentito chi è finito in infermeria?» serscia si eccitava con poco (dopo tutto stava insieme a cj), ma quella volta Barry accolse lo scintillio negli occhi della sorella con un breve sogghigno, senza nemmeno alzare lo sguardo dal libro di pozioni che stava leggendo. il mondo stava andando a puttane, i ragazzini si ammalavano e di (amalie) loro non davano più notizie, ma il corvonero era ancora convinto sarebbe finita presto; che tutto fosse pronto a tornare alla normalità.
    doveva tornare alla normalità, cazzo.
    non era bastato rimanere bloccati per due anni in un'altra epoca (e morire)?
    «susanna tutta panna e la sua cricca, intossicazione da alioto. si sentivano urlare fino al nostro dormitorio» quante scene, per un piccolo attacco di isteria acuta, oh «karma is a bitch, serscia. magari imparano a non fumarsi la prima erba secca che si ritrovano davanti» ma così eh, è solo un suggerimento. mise via il libro, staccandosi dal muro per infilare la mano destra in tasca e tirarne fuori il sacchettino tintinnante di galeoni che Colin gli aveva dato alla fine della loro contrattazione «con questi ci sfondiamo appena finisce sto casino di merda» perche finisce, giusto?


    michael andrews
    mad world
    All around me are familiar faces
    Worn out places, worn out faces Bright and early for the daily races
    Going nowhere, going nowhere Their tears are filling up their glasses
    No expression, no expression
    barrow s.gifs cr.playlistaesthetic


    questo è veramente casuale ma almeno li ho postati tutti :hero:
     
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    «se continui con questo comportamento, non potrò far altro che...» non lo fece neppure finire, alzandosi dalla sedia e dirigendosi alla porta. Non era la prima volta, che willow beckham finiva nell'ufficio del coach milkobitch, e di certo non sarebbe stata l'ultima.
    Non era una stupida: lo sapeva bene cosa rischiava, ogni volta che tirava fuori un coltello e lo puntava alla gola di uno studente, e ancor di più quando il coltello finiva per affondarlo lì dove avrebbe casato una ferita dolorosa ma non mortale, nulla che un paio di garze non sarebbero riuscite a tamponare (avevano già abbastanza lavoro da fare in infermeria, lo scopo di willow non era certo quello di aggravare ancor di più il lavoro degli infermieri)(vedere? un po' di cuore lo aveva anche lei) «lo so» quante volte gliel'aveva detto? troppe. L'anno scolastico precedente aveva persino rischiato di non giocare la finale, semplicemente per colpa di un coltellino portato in campo che non aveva usato per niente, se non minacciare mort. Nella sua testa continuava a non aver senso, quella politica del coach, quando erano in una scuola con una stanza delle torture e in cui si rischiava di morire una lezione sì e l'altra pure: gli studenti di hogwarts venivano forgiati nella violenza.
    E poi andavano a piangere da jeremy per uno stupido taglio sulla guancia, rammoliti. Era stufa di trattenersi, era stufa di reprimere tutta quella rabbia, era stufa di far le cose nel modo corretto, era stufa di incrociare costas e mort per i corridoi e non poterli prendere a pugni fino a fargli perdere i sensi.
    Willow non parlava della giornata al tendone.
    Willow non pensava alla giornata al tendone.
    Willow non chiedeva a mac come stesse, e non se ne fregava di un arturo che sembrava sempre più depresso.
    L'unica cosa che era in grado di fare era covare la rabbia che provava, alimentandola giorno per giorno e sfogandola in piccole dosi, con gesti di violenza gratuita nei confronti di altri compagni di scuola. O meglio, neppur così gratuita: da quando il virus aveva iniziato a diffondersi, il numero di persone a sparar cazzate era aumentato esponenzialmente, e di pari passo la lista di persone che will faceva sanguinare. Purosangue elitari del cazzo.
    Quello di willow? era servizio pubblico «non me ne frega nulla» non avrebbe di certo risposto così, qualche mese prima. E no, il motivo non era che quell'anno avevano riserve (cioè, anche: sapeva che joey non si sarebbe arrabbiato, con ross a poter prender tranquillamente il posto della beckham) ma ben altro: non pensava a quello che aveva scoperto quel giorno nel tendone.
    Eppure, allo stesso tempo, non riusciva a non pensarci
    «fà quello che ti pare»

    E lui che aveva fatto? Si era preso il virus.
    Non era certo questo, che intendeva la beckham, ed infatti un po' lo odiava: era l'ennesima persona che finiva in quarantena con la quale will aveva avuto un contatto ravvicinato e che, infamissima, mica le aveva attaccato nulla. Cioè boh, non aveva davvero parole per esprimere quanto fosse pissed off: chiusa al castello, senza la possibilità di andare al cimitero, da sana??!! ma che aveva fatto di male nella vita per meritarsi tutto questo. Aveva provato ad infiltrarsi in infermeria ma nulla, non l'avevano lasciata passare, neppure quando si era piazzata lì davanti per due (2) giorni interi con pastina al suo fianco - e l'aveva lasciata cagare lì in corridoio, perchè era la cosa giusta da fare - per protesta. A nulla erano serviti i suoi «dovete farmi entrare, io e twat abbiamo l'affido congiunto ed è il suo turno di tenere la capra», nessuno l'aveva ascoltata, ed alla fine si era ritrovata più incazzata del solito, all'apice dell'esasperazione e del cucinare quella dannata capra alla brace: era una palla gestirla da sola. E poi le metteva il nervoso come, puntualmente, twat fosse così fortunato: MA PERCHÈ NON LE AVEVA PASSATO IL VIRUS? BESTIA! Se fosse crepato non gli avrebbe nemmeno organizzato il funerale, non se lo meritava mica.
    Giornate difficili, in cui avrebbe voluto solo o buttarsi dalla torre di astronomia o buttarsi dalla torre dell'orologio. Non credeva le cose potessero andar peggio, perchè erano già tremende così.

    E invece.
    «ma che cazzo» aveva aperto gli occhi e... profumava di rosa??? «impossibile, persessinclairdellacasatadeiserpeverde si è diplomato» qualcosa non andava.

    gracie abrams
    mess it up
    Opened two double doors
    Typical, pretty sure I could grow up
    Probably chemical
    I took up walking to turn it all off
    willow b.gifs cr.playlistaesthetic


    Edited by spooky-kink - 24/10/2021, 18:58
     
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    «Evita gli special» «E i nati babbani!» «Beh anche i mezzosangue non scherzano, hanno sangue babbano...» «Stai con chi sei sicuro essere purosangue» «O che minimo abbia entrambi i genitori maghi!» «E non sia stato in un lab!!!!»
    Ash annuiva a quei consigli come chi la sa lunga, ma in verità non capiva. Shokkante, lo so, capiva sempre tutto così bene! Ma questa volta era proprio confuso, e molto scettico (GOMBLOTTO!)
    Era stato cresciuto in un paese pieno di babbani, dove questi - e tutto sommato quelli che in UK chiamavano special - vivevano abbastanza in armonia con i maghi; odiare qualcuno o pensare facesse ribrezzo per la (assenza o differenza di) magia per lui un concetto strange forte. Non fraintendetemi: la sua famiglia, quando si parlava di questioni politiche del mondo, tendeva a essere Repubblicana, le idee della madre e del padre erano sempre state particolarmente schierate... ma la necessità fa virtù, e Bodie li aveva resi bigotti e intransigenti contro concetti ben diversi dalle differenze magiche. Gli avevano insegnato che le donne, a causa dei loro ormoni pazzerelli, erano più lunatiche e non potevano assumere ruoli di comando; che le ragazze che si concedevano prima del matrimonio erano delle poco di buono e sarebbero state pessime moglie - il più alto ruolo a cui potevano aspirare; che chi faceva lavori intellettuali era solo pigro; che chi non era cristiano e non seguiva letteralmente i comandamenti nella Bibbia sarebbe finito all'inferno; che lo straniero veniva per rubare il lavoro.
    Che il diverso era sbagliato.
    Ma in un posto come Bodie non erano mai stati quelli col sangue differente quelli da guardare male per Asher. Al massimo i purosangue di città - quando in visita a Bodie o i compagni di Salem - cercavano di convincerlo che i babbani fossero inferiori e aveva senso: non potevano accendere i lumini in chiesa con la magia! Però potevano pregare, e flexare, e lavorare la terra. Non erano le tre cose più importanti?
    «Certo. Uh uh.»
    «Dovresti dire ai tuoi fratelli di smetterla di girare con quella gentaglia, o vi ammalerete anche voi; ho sentito che che si sono ammalati anche dei purosangue... la situazione è grave!»
    «uh..... sì...... lo farò.........»
    Ma non avrebbe voluto farlo, e infatti l'aveva buttata lì un giorno scherzosamente, avvisandoli di fare attenzione, ma aggiungendo subito che secondo lui quella della malattia era una grossa cazzata.
    L'influenza spagnola non aveva decimato i maghi due- no, centodue anni prima. Non l'avrebbe fatto questo nuovo morbo.
    Le mascherine lo soffocavano quando voleva correre, e il gel puzzava. Gli incanti protettivi poi erano difficile da fare, oh!!
    «secondo me è tutto un complotto» annunciò mentre si stava preparando per andare a letto (mezzo nudo, ovviamente) quella sera. Si portò la mano sotto l'ascella, poi sotto il naso, e fece una smorfia. Dov'era finito il suo odore sexy di vero macho? Sostituito da merluzzo. Non era l'odore di pesce che gli piaceva.
    Cosa? cosa.
    «cè, frà, pensaci. Non ci fanno allenare, hanno rapito il coach milkobitch, ci fanno puzzare, ci fanno nascondere il nostro bel sorriso...» guardò il compagno grifondoro. «sai di chi è la colpa?» pausa per creare suspance.
    «delle lobby musulmane» annuì febbricitante, mettendosi a letto a petto nudo continuando a parlare. «insomma perffoza! Non vogliono che abbiamo i colpi scolpiti come jesus, o che ci riuniamo per pregare. Vogliono che diventiamo ciccioni come il loro dio, quello là dai, buddah» incrociò le braccia dietro la testa, guardando il soffitto. «dividi et impera. L'ha detto un tipo famoso, tipo Washington. Per questo ci fanno litigare con gli special e i mezzosangue» si alzò leggermente (FLESSIONI !!! doveva approfittare dell'esercizio fisico che gli era ancora concesso) «frà» verso chiuque, chissà chi c'è nel dormitorio grifo «brojob prima di andare a dormire?» che poi magari gli dicono di no ma lui ci prova. Basta sta cosa che solo i serperverde si divertono !!!!!
    Party Boomers (Ma.Gi.Da & FunkBlaster Bros)
    ti ringrazio mio signore (RMX)
    no, the old jesus can't come to the phone right now. why?
    oh, 'cause he's dead.

    try again in three days
    asher k.gif cr. 01 +02twitteraesthetic


    volevo usare di nuovo lo schema con solo ash ma rovinava l'aes di tutti gli altri .
    e poi guardate !!!! sono uguali con la stessa espressione, bimbi scemi


    post inutile con cose a caso.
    Parla prima di andare a dormire (?) il 30 a un grifo wink
     
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    “Ci te vvicini, te squagghiu.”
    Non c’era bisogno neanche di aprire un occhio, sentiva la presenza del Bolton troppo vicina per i suoi gusti. Aveva la testa ancora sotto al cuscino, avviluppato tra le mille coperte che stavano sul suo letto, fino a confondersi con queste.
    La mattina già faceva troppo freddo di suo, il dormitorio era gelido - roba che neanche lo scaldino che si era portato dietro riusciva a fare qualcosa – ed erano solo a ottobre, il caffè lì in Scozia faceva schifo (non che nel resto del Regno Unito riuscissero a servire qualcosa che non fosse sbobba) e Raggio-di-Sole-Bolton aveva il brutto, bruttissimo, vizio di svegliarsi sempre allegro e pieno di energie, pronto ad allenarsi a Quidditch.
    Ora, non è che Ciruzzo non ci andasse d’accordo, era pur sempre italiano, caciarone, eccessivamente vivace, estroverso e party animal ma, per l’anima te li muerti, la mattina non gli si doveva rompere il cazzo.
    Non voleva spegnere l’entusiasmo di Julian, avrebbe dovuto allenarsi anche lui durante la giornata e se avesse continuato a buttarlo già dal letto, prima o poi, gli avrebbe tirato lo zoccolo di nonna dritto sui coglioni – potevi anche essere alto 2 metri, ma senza conchiglia non sei nessuno -, eppure non ce la faceva proprio a non mandarlo a fanculo ad essere una persona funzionale prima del solito orario.
    Non seppe con certezza cosa fece desistere il Portiere Grifondoro ad avvicinarsi al suo baldacchino, richiamo degli anelli? Timore reverenziale? Improvvisa illuminazione arrivata dopo ben due mesi di lezioni?, ma dalle iastime provenienti dal letto accanto e dall’inconfondibile fruscio che aveva percepito era possibile che Lollo gli avesse tirato addosso direttamente tutto il baldacchino, guadagnandosi di diritto la medaglia come eroe del giorno.
    ***
    “So’ 4 settimane che vado sempre in cucina, ma cazzo…” poggiò la tazza sul piattino, il volto contratto in un’espressione di puro disgusto. “’sto cappuccino fa sempre schifo, come a te. Ti sembra ci sia della schiuma qui dentro?” Schivò qualsiasi cosa avesse intenzione di fargli il cugino in quel momento, prima di mostrargli indignato l'interno della sua tazza. “A parte il caffè che pare solubile e annacquato, e già così…, ma almeno monta il latte, cazzo, dagli nna parvenza te sapore, nna consistenza. Niente.”
    Allontanò la tazza, poggiando il mento sul palmo della mano, cercando di trovare qualcosa che potesse dare un senso alla sua colazione. “Ma Remo? Non lo vedo da un po'” “Ah Ciru’, so’ ddu settimane che c’ha’r covid." “Ah già… Comunque sono buone le crostatine.” Ogni tanto se ne dimenticava, ogni tanto faceva finta di pensarci, ma alla fine non era poi cambiato nulla nell’arco di quell’anno. Scarti frùsciu e pigghi primera, eh?”: Crez sempre sul pezzo con le scommesse sui prossimi ad ammalarsi e su chi sarebbe uscito per primo dall’isolamento in infermeria, Gigio che ciabatta per Hogwarts come se fossero su una spiaggia di Miami, Giacomino che prova a capire la vita e loro due a cercare di strappare la promozione. Non c’erano francesi in giro, e questa era una gran cosa, ma gli inglesi non erano poi tutto sto gran carnevale di Viareggio, il che li rendeva pericolosamente simili ai loro storici cugini.
    Che ddu palle ‘sta scola, suntu cchiu muerti de Bob Marley. Manca solo Gigi D’Alessio e l’abbiamo fatta completa.” Oh, non ce n’era uno, uno, che non sembrasse aver avuto un lutto in famiglia: solo musi lunghi, chiangimuerti e aria afflitta.
    “Dobbiamo fare qualcosa, alla Linguini.” Nna focaccia, nna pizzata, nna spaghettata tutti insieme…
    ***
    Non fecero niente.
    Ma che cazz…???
    Manco il tempo di svegliarsi la mattina dopo, da solo - per una fottuta volta - che già c’aveva il cazzo in bocca. E un paio di tette. E due gambe cortissime.
    “Perdindirindina!”
    Maneskin
    Mamma Mia
    I am not superstitious,
    but I am a little
    stitious
    Ciruzzogif cr. 01 +02twitteraesthetic
     
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    «sì, so anche questo» aveva nascosto un sorrisino sinceramente divertito, poi era stato in silenzio. Non c’era stato nessuno stuzzicarsi a vicenda, nessuna presa in giro, nessun tentativo di alleggerire la situazione, e nemmeno uno spam di canzoni natalizie – nonostante il periodo si avvicinasse. Il silenzio tra Julian e Joni era innaturale, gli unici momenti in cui stavano entrambi zitti erano quelli che la tassorosso passava a inseguirlo con una mazza per colpirlo, o quando effettivamente riusciva a colpirlo, e anche in quelle circostanze era spezzato dalle risate del maggiore; quella volta, però, fu naturale per il grifondoro chiudere la bocca e rimanere ad ascoltare quando l’altra aveva da parlare, senza sentire la pesantezza del silenzio. D’altra parte, c’era ben poco da dire.
    Julian soffriva quella situazione: era un ragazzo energico e solare, si nutriva della compagnia delle altre persone, degli eventi sociali, e della vita in comunità; non sopportava restare troppo tempo chiuso in un luogo, amava stare all’aria aperta anche quando in Scozia faceva decisamente troppo freddo per godersela; odiava non poter fare niente per aiutare le altre persone, non aveva i mezzi necessari per combattere quel virus, e cosa peggiore sembrava che nemmeno i più esperti avessero idea di come farlo. Ma cercava di rimanere positivo (scelta di parole sbagliata), il Bolton, e soprattutto di apparire sereno come al solito, per provare a tirare su il morale di quelli che invece erano più spaventati: i suoi compagni di casata, i suoi compagni di squadra, gli studenti erasmus, ty, mac, lau, ash, sua sorella, joni – anche se esternava il dolore a modo suo –, avrebbe voluto caricarsi tutto il loro dolore e le loro preoccupazioni sulle spalle (tanto erano abbastanza grandi, potevano reggere il peso) e permettergli di stare più tranquilli.
    Eppure, Julian stava provando dei sentimenti e delle sensazioni del tutto nuove: aveva paura; si svegliava ogni mattina alle 6:30 e prima di richiamare a gran voce e con il solito enorme sorriso tutto il dormitorio per la corsetta mattutina, si assicurava che ci fossero tutti e che non fosse stato prelevato nessuno durante la notte per essere portato in infermeria – e chissà quando riportato in dormitorio; per il momento nessuno ancora era ritornato –, e accettava anche di buon grado le lamentele degli altri quando li svegliava e li trascinava giù dal letto, se significa poterli tenere in forma e in salute.
    E provava per la prima volta rabbia vera, ad ogni lezione, a ogni cambio dell’ora, ogni volta che passava per i corridoi e c’era qualche gruppetto di bulli pronti a spintonare quelli che fino a quel momento erano stati i loro compagni – seppur accettati con una certa riluttanza –, evitargli l’accesso alle aule, ai bagni, al campo da quidditch per vedere gli allenamenti, gli alloggi di different lodge spesso vandalizzati. Qualche volta aveva trovato la sua stazza un po’ troppo eccessiva e difficile da gestire, ma in quel periodo ringraziava di essere così alto, gli permetteva di svettare su tutte le teste nei corridoi, scrutare il pericolo più vicino e provare ad allontanarlo, frapponendosi tra il (coglione) bullo e lo special malcapitato di turno. Non aveva mai alzato una dito su nessuno, Julian, ma stava diventando estremamente difficile ora trattenersi dal rispondere all’ignoranza e alla prepotenza con l’unica moneta che sembravano accettare in cambio: la violenza.
    Il suo sole stava vivendo un periodo veramente buio, vittima del potere del Darkling.

    «dobbiamo restare uniti» il russo si esibì in una perfetta imitazione del famoso giuseppi, mentre seduto sul letto guardava una Livy furiosa fare km andando avanti e indietro per la stanza. Più di tutti, Julian aveva cercato di stare proprio vicino alla gemella che quella situazione la stava soffrendo enormemente: dylan malata, hans malato, ty bullizzato malamente; se julian era un sole, livy era senza dubbio la luna e purtroppo anche lei in quel periodo brillava un po’ di meno. «andrà tutto bene» continuò con quelle frasi da cartellone da balcone italiano nel 2020, ma ci credeva poco anche lui. «stasera i Linguini» lui ci aveva anche provato a considerarli distintamente, ma i cugini in quel di grifondoro l’avevano subito messo in riga («a’ spilungone guarda che noi siamo na famiglia» «una gang» «una sola stirpe» «un clan») «fanno la pizza, hanno ordinato agli elfi di prendere 10 kg di farina, venite pure voi!!!» per fare gruppo!! Per passare la serata insieme!! Per alzare un po’ l’umore, fare qualche gioco di società, e poi c’era ash quindi potevano pregare per i malati???!

    A proposito di ash: «brojob??» alzò la testa dal cuscino «ma sì dai, tu mi tieni il bilanciere e poi io a te? Ci sto!!» è pur sempre un modo per divertirsi dai!!!!

    «ALLORA SIETE PRON-» ti? per l’ennesima mattinata tra corsette e allenamenti intorno al castello, ma…
    a) Non c’erano i suoi compagni
    b) Non aveva più i suoi 30 cm come avrebbe mantenuto l’equilibrio?
    c) Aveva le tette??? Belle!!!
    nothing but thieves
    i was just a kid
    Just when you thought
    You knew it all
    You'll find another
    And then it happens
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    NOME_PG_STORICO

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    SKILL (1)
    SKILL_UNO
    SKILL (2)
    SKILL_DUE
    SKILL (3)
    SKILL_TRE
    I think we have an emergency, I think we have an emergency. If you thought I'd leave, then you were wrong 'cause I won't stop holding on. So are you listening? So are you watching me? If you thought I'd leave, then you were wrong 'cause I won't stop holding on. This is an emergency. So are you listening? And I can't pretend that I don't see this, it's really not your fault when no one cares to talk about it. I think we have an emergency, I think we have an emergency. If you thought I'd leave, then you were wrong 'cause I won't stop holding on. So are you listening? So are you watching me? If you thought I'd leave, then you were wrong 'cause I won't stop holding on.



    sì, schema senza scroll così siete obbligati a scrivere poco. per il vostro bene :pannokkia:

    colore_accento1: blu
    colore_accento2: beige marroncino strano
    linkimg: gif
    creditigif: indovinate? i crediti delle gif
    scrivi_qui: il post in sé
    status: lo scoprirete presto. :flower:


    HTML
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    <td style="line-height: 12px; background: #0d0d0d; padding: 10px; height: 88px;"><div style="width: 205px; font-family: 'staatliches'; font-weight: initial; color: #COLORE_ACCENTO2; text-transform: uppercase; font-size: 25px">NOME_PG_STORICO</div>
    <div style="font-family: 'ubuntu'; font-weight: bold; letter-spacing: 1px; color: #444; text-transform: uppercase; font-size: 10px; transform: rotate(-180deg);">NOME_PG_STUDENTE</div></td>
    </tr>
    </tbody>
    </table>
    </td>
    </tr>

    </table> <div style="margin-top: 5px; width: 450px; background: #111; padding: 5px; text-align: justify; min-height: 135px;font-family:lato;font-size:10px;"><div style="float: right; margin-left: 10px;"><table width="150px;" bgcolor="#000" style="font-size: 9px; line-height: 11px; font-family: 'ubuntu'; padding: 5px">
    <tbody>
    <tr>
    <td><div style="font-size: 8px; font-weight: bold; font-family: 'ubuntu'; letter-spacing: 1px; line-height: 10px; text-align: right; color: #COLORE_ACCENTO1">SKILL (1)</div></td>
    </tr>
    <tr>
    <td style="border-bottom: 1px solid #111; padding: 5px">SKILL_UNO</td>
    </tr>
    <tr>
    <td><div style="font-size: 8px; font-weight: bold; font-family: 'ubuntu'; letter-spacing: 1px; line-height: 10px; text-align: right; color: #COLORE_ACCENTO2; margin-top: 5px">SKILL (2)</div></td>
    </tr>
    <tr>
    <td style="border-bottom: 1px solid #111; padding: 5px">SKILL_DUE</td>
    </tr>
    <tr>
    <td><div style="font-size: 8px; font-weight: bold; font-family: 'ubuntu'; letter-spacing: 1px; line-height: 10px; text-align: right; color: #COLORE_ACCENTO1; margin-top: 5px">SKILL (3)</div></td>
    </tr>
    <tr>
    <td style="border-bottom: 1px solid #111; padding: 5px">SKILL_TRE</td>
    </tr>
    </tbody>
    </table></div> SCRIVI_QUI </div></div></div>
     
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    «c’era un sogno che era roma»
    Lanciò un cuscino addosso allo special che aveva il bruttissimo vizio di anticipare le battute e gli fece cenno di stare zitto, con qualche lamentela «e fammi capire dai» si mise poi seduto più composto davanti alla tv e aspettò con ansia di scoprire la fine, con l’accompagnamento da brividi di Hans Zimmer. Abbracciò il cuscino al petto e tenne lo sguardo sullo schermo della tv fino a che non partirono i titoli di coda, momento in cui si voltò con fare confuso verso il Linguini. «e quindi alla fine è morto?» le labbra dischiuse e il sopracciglio inarcato ebbero in risposta un’espressione entusiasta ed emozionata «cioè mi hai tenuto tre ore a vedere un film – palloso – e poi MUORE PURE» allargò le braccia e per la prima volta ringraziò i lab per avergli donato la telecinesi così non ebbe bisogno di afferrare il cuscino con le mani per lanciarlo (anche quello) verso il minore e tentare di colpirlo proprio sul viso. «cioè Dwight ma che cazzo» cit ogni Linguini at some point. Si alzò di scatto dal letto e sbuffando recuperò una felpa dal cumulo di vestiti che aveva ammassato sulla poltrona e la infilò. «cioè mi hai fatto vedere questo in cui Massimo muore, l’altro che si chiama la vita è bella e pure muore, poi quello prima in cui il tipo è tutto pazzo e vuole sparare al presidente» taxi driver. Il perché Swag avesse deciso di approfondire la sua cultura cinematografica era un mistero per tutti, ma con Twat che era stato quarantenato, Hans anche lui fuori gioco, c’era carenza di persone con cui cazzeggiare e a cui dare fastidio (nel caso di Hans) durante la giornata, e la scuola era chiusa in entrata e in uscita, questo significava che doveva fare molta attenzione a razionare l’erba, quindi il telecineta aveva iniziato a “fare nuove amicizie, trovare nuovi passatempi” «però quando torna quell’emo di twat gliela faccio pagare» per essersi preso quel virus del cazzo («è perché non ha pregato abbastanza!»), per averlo lasciato da solo nel dormitorio, e per averlo quindi costretto a ridursi a vedere la collezione di film dell’italiano, che ora gli mostrava fiero il cofanetto blu-ray della trilogia de La Mummia. «basta film Dwight, parliamo un po’ delle cose» che cosa? le cose «tipo… tuo cugino è allergico a qualcosa?» «quale?» eh, aveva capito, il norvosvedese, che erano tanti, ma non aveva ancora capito quanti, quindi si cimentò in una descrizione un po’ rustica «quello che parla strano» sbiascica un po’, usa molte interiezioni, le vocali aperte, cose così, e sembrava evidente, a Swag, che stesse parlando di Gigio, che stava provando a tutti i costi a rubargli Livy, ma che ne poteva sapere lui che il realtà Dwight Giacomino era un mezzo francese polentone e per lui quello che parlava strano era Romolo? «ah! Allora ai laziali» ovviamente il telecineta non aveva la minima idea di cosa fossero, quindi si strinse nelle spalle «e si mangiano?» «se sei comunista sì!!» e continuava a non capire una parola, Swag, ma l’unica cosa che gli interessava era quel , quindi annuì e diede una pacca sulla spalla al compagno, poi gli mostrò una canna appena rollata e gli promise un gran bel trip «vuoi conoscere mio padre?» e approfittane Giacomino, fatti le ossa.

    Usciva poco da different lodge, il giusto indispensabile ormai, ma quella volta era una questione più grande di qualsiasi altra cosa. Si fermò sulla soglia delle cucine e attirò l’attenzione degli elfi, che non lo cagavano di striscio, facendo cadere una pila di pentole e piatti. «senti ma per caso avete i laziali» lo sguardo furioso e smarrito che ebbe in tutta risposta non presagì nulla di buono, ma continuò ugualmente, schiarendosi la voce. «si mangiano» aggiunse, ma vedeva comunque gli elfi domestici confusi e sempre più arrabbiati «piacciono ai… kommunisti?!» e niente, missione fallita, fu calciato a calci nel deretano dalla cucina e sbattuto nei corridoi del castello semivuoto. Metteva quasi i brividi, e infatti tentò di uscire di lì il prima possibile, ma fu preso per il cappuccio della felpa dall’ennesimo gruppetto di purosangue mitomani che incolpava gli special per il diffondersi della malattia – non era la prima volta, e ormai ci aveva anche fatto un po’ il callo. «ah shit here we go again»
    Quella volta gli era addirittura andata bene perché era solo un gruppo di mocciosetti, nessuna pretesa di picchiarlo o di ammazzarlo, lo chiusero semplicemente in un armadietto – non quelli da scuola americana ma proprio un… armadio?! Un mobile, insomma. «che cazzo» sbottò passando il palmo della mano sulla superficie di legno a pochi centimetri dal suo naso «questi inglesi non li sanno proprio fare i mobili, guarda qua, ti sembra il modo questo di trattare un pezzo di truciolato?» unreal, the disrespect «perdonali Padre, perché non sanno ciò che fanno» e attaccò a pregare.

    Quando si svegliò il mattino successivo aveva le gambe e il collo doloranti per la notte passata nell’armadio, ma appena aprì gli occhi le sue priorità furono subito chiare: «almeno li avete trovati i laziali?» ma sì ecco insomma «ah» eh
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    Picchiettava piano, seguendo un ritmo cadenzato e regolare non così dissimile da quello del cuore contro la gabbia toracica, le dita affusolate sullo schienale di una poltrona della sala comune, gli occhi cerulei fissi sulle scale che portavano ai dormitori in quieta attesa che gli ultimi studenti raggiungessero il gruppo, svegliati in tarda mattinata dai propri caposcuola.
    Si erano divisi i compiti quella stessa notte, e in quell'esatto momento - carichi di stanchezza e confusione a gravare sulle borse sotto gli occhi, le tasche gonfie di molte domande e troppo poche risposte - sapeva che Richard si trovasse nella torre dei Grifondoro, che Guadalupe fosse scesa nei sotterranei dei Serpeverde e Phobos in quello dei Tassorosso, che Nathan avesse radunato gli abitanti di Different Lodge, e che Jaden con Erin si fossero divise tra la sala professori e l'infermeria.
    Dal canto suo, Mitchell Winston doveva delle spiegazioni ai Corvonero, al massimo delle proprie capacità.
    «buongiorno ragazzi,» mormorò, quando anche l'ultimo studente andò a riempire il proprio spazio; nonostante fossero tutti lì, la stanza sembrava fin troppo vuota.
    «ho chiesto ai vostri caposcuola e prefetti di farvi riunire tutti quanti qui, stamattina, per parlare di quanto successo nelle ultime dodici ore. immagino siate abbastanza confusi e che abbiate molte domande - lo capisco, e vi capisco: mentirei dicendovi di avere tutte le risposte necessarie -, e sono qui per aiutarvi a fare chiarezza quanto più possibile. innanzitutto, vorrei chiedervi: quanto ricordate della scorsa notte?» seguirono mugugni, sussurri intrecciati l'uno sopra all'altro. Alcuni, sentì, parlavano di allucinazione condivisa a causa della malattia; altri parlavano di uno strano sogno, che fino a quel momento pensavano di aver avuto in solitaria; altri ancora, di uno strappo nel tessuto spazio-tempo. La maggior parte avevano memorie più o meno vivide dell'accaduto, offuscati dall'assurdità con cui si erano svolti gli eventi; altri, mantenevano solo i ricordi di un pasto pesante la sera precedente.
    «per quanto ne sappiamo, tutte le vostre ipotesi potrebbero essere corrette, così come è normale che ricordiate bene o male qualcosa. è tutto successo realmente, ma su un piano della realtà diverso dal nostro. l'unica opzione da escludere, è l'allucinazione collettiva dovuta al virus: siamo sicuri al cento per cento che tutti coloro che hanno vissuto questa esperienza, siano sani. è possibile che sia proprio questa la discriminante che ci ha permesso di essere portati lì, in quell'epoca.
    il perché ciò sia successo, credo sia ben chiaro a tutti voi.»
    la cura: ve lo bisbigliate all'orecchio, qualcuno lo dice ad alta voce. Il vicepreside, semplicemente, si limita ad annuire.
    «come sia successo, è oggetto di dibattiti e speculazioni da tutta la notte, e temo che lo sarà per molto tempo ancora. sapete perfettamente quanto questo periodo dell'anno sia uno dei più soggetti alla magia, come i solstizi o le eclissi: i confini tra i piani della realtà diventano labili ed effimeri, aggirabili con la giusta stregoneria;» non di quel tipo che può essere insegnata ad Hogwarts, o da nessuna altra parte: doveva essere stata magia antica, oscura, ad aver reso possibile tutto quello. «abbiamo ragione di credere che questo sia stato uno dei fattori chiave, ma per il resto è ancora tutto da definire. per quanto ne sappiamo, niente o nessuno ha scelto chi dovesse o meno partecipare a quest'esperienza: si è trattato di casualità imprescindibili ed imprevedibili.
    passiamo a cosa sia successo.»
    e lì, veniva il bello. «è bene credere che siamo stati spettatori di eventi che non era in nostro potere modificare in alcun modo: tutto quello che avete vissuto» le ricerche, le scoperte, la malattia e la sua degenerazione; la tomba, il portale, gli oggetti, le piante, le spore, gli adepti «doveva necessariamente succedere, nel modo e nei tempi in cui è successo.» umettò le labbra, guardando le proprie dita ora strette sulla pelle dello schienale. «non è giusto dire che non aveste libero arbitrio, anzi: era il punto focale della nostra presenza lì. è grazie alle vostre scelte - ai vostri errori, ai vostri successi, alle vostre competenze - se siamo dove siamo ora. tuttavia, le variazioni rispetto a ciò che era già scritto dovevano essere ridotte al minimo; per intenderci, non era previsto che noi» e per noi, intendeva professori ed assistenti vari. «vi raggiungessimo. saremmo dovuti rimanere in quella grotta dove infine ci siamo ricongiunti.
    qui, entra in gioco la figura della donna che avete potuto conoscere poco prima che tutto finisse. ha sostenuto sin da subito di essere una ministeriale, capitata come noi lì per caso: se sia vero o meno è da scoprire, ma di questo se ne sta occupando chi di dovere. ciò che è certo, è che si tratta di qualcuno»
    con troppe informazioni e conoscenze arcane, potenzialmente pericoloso, decisamente da trovare «che ha svolto un ruolo chiave. oltre ad averci dato quei prismi capaci di evidenziare la realtà evidente dalla menzogna» pietre di natura alchemica, senza alcun dubbio, e con altrettanta sicurezza Mitchell era convinto fossero illegali, e nascondessero molto di più del potere che avevano mostrato loro. «e ad aver divulgato informazioni riguardo alle passaporte,» che alcuni nemmeno avevano trovato - eh, Nathan e Phobos. «ha reso possibile il nostro ritorno alla giusta epoca tramite un incantesimo, probabilmente contenuto in un tomo che alcuni di voi hanno trovato nel corso della notte. per ora, tutto ciò che ci serve sapere su di lei è che ci ha aiutato.»
    Batté una mano sulla poltrona. «arriviamo all'attimo in cui cessano i vostri ricordi. quando è stata pronunciata la formula»
    tre ipotesi:
    a bucchin e mammt
    mmmmocc a chitammuort
    mannagg tutt cos

    «siete stati, come vi preannunciavo, separati dai corpi degli abitanti di hogwarts del quindicesimo secolo. ora: alcuni di noi si sono svegliati subito» e lo sguardo del Winston si fermò su Joseph Moonarie e Kiel Kane, che tacitamente annuirono: oltre a loro e ad i professori, ricordava il Bolton ed il Nott, il Ketchum, l'Oh, i gemelli Motherfucka. «altri no, e sono stati portati da chi era in grado ai propri dormitori.» un lavoraccio. «ciò che è importante voi sappiate, è che non è stato un viaggio di ritorno privo di souvenir.» dalla tasca della giacca, estrasse qualche petalo di scintillans pulchritudo. «tutte le piante che siete riusciti a recuperare, sono tornate con noi. è tutta la notte che le professoresse García Ramos e Queen lavorano per riprodurle e studiano un modo per applicarle ad una cura efficace. hanno già prodotto una pozione, molto probabilmente la stanno già testando sui malati più gravi. prevedono non sarà un processo facile e immediato - sia quello di guarigione che quello di produzione di più sieri -, ma abbiamo qualcosa.» un tiepido, stanco sorriso sulle labbra.
    «questo è tutto ciò che posso dirvi, al momento. ma se avete domande, la mia porta e quella dei vostri docenti è sempre aperta.»



    E fa per andarsene, il vicepreside, per lasciarvi riposare con la consapevolezza che per i prossimi giorni le lezioni sarebbero state ridotte al minimo.
    «professore...» la voce di Willow Beckham lo fa fermare sull'uscio aperto, oltre il quale si perde lo sguardo della cacciatrice.
    «sì?»
    «è... è lei???» chiese, l'indice puntato fuori dalla porta.
    E se tutti, voltandosi e seguendo la traiettoria disegnata dalla ragazza, cercassero di vedere quel ch'ella ha visto, notereste solo una scia corvina sparire oltre il legno.
    Nient'altro, nemmeno oltre.
    Nessuno.
    «magari è solo un po' di stanchezza, comprensibile. buona giornata a tutti, ragazzi.»
    mitchell winston
    30 | deputy headmaster
    «no comment.»
    And when I hide behind a closed door I'm sorry that I just don't wanna know more


    la lezione è finita, e siamo tutti e tre molto felici abbiate partecipato skkfkekd speriamo vi siate divertiti ad odiare tutti e a tradire/essere traditi <3

    I tempi della cura che abbiamo accennato, potrebbero essere vari. In che senso? Nel senso che ci vorrà qualche giorno per portare a termine una pozione che funzioni, con le erbe trovate da voi e con altre kose da pozionisti, e qualche altro giorno perché abbia realmente effetto e i PG malati si riprendano - ma questo, dipende tutto dal PG. Ad esempio: Twat che con il proprio potere mette velocemente in circolo la cura, e guarisce subito; il potere di Hans brucia il siero e ci mette di più ad adattarsi, quindi per riprendersi ci mette di più; ai maghi magari ci vuole un tempo medio. Insomma, di base tra una settimana si inizia a tornare alla normalità.

    Come ho accennato nel post, non sono soltanto i PG che hanno partecipato a lezione: un po' tutti quelli che non erano contagiati, hanno potuto vivere questa fantastika esperienza allucinogena. Magari non tutti sono arrivati alla grotta: alcuni sono rimasti tra le mura del castello a vagare, altri giravano a caso, altri perlustravano altre zone - a vostra discrezione, insomma. Possono anche essere capitati nei corpi di studenti che dormivano, e non essersi accorti di nulla. Ovviamente l'incantesimo finale ha poi riportato tutti a casa.

    I PG del 1400 sono ovviamente ruolabili in Inception, sganciateci le perle .

    Se... Ci sono altre cose non chiare, fate un fischio! Saremo felici di confondervi ancora di più :)
     
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22 replies since 14/10/2021, 21:28   1102 views
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