[Prom '20] The Night of Nights

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    Phoebe Campbell
    «Keeping on tiptoe is not growing.»
    Phoebe era invadente e se ne rendeva conto ma non lo faceva apposta ad essere così inopportuna; voleva solo rendere partecipe tutti e vederli felici. A volte sapeva di entrare così nello spazio vitale delle persone e che non tutti erano così felici di averla intorno perché ci tenevano a proprio spazio ma era anche vero che trattare male una Phoebe non era carino, era come calpestare un fiore delicato. Forse poteva evitare di trascinare il ragazzo e poteva anche aspettarsi un tale atteggiamento ma questo non la fece rimanere meno male.
    «non...toccarmi senza chiederlo. Non puoi» era mortificata e dispiaciuta dato che non voleva farlo arrabbiare. Aveva davvero sperato di poterlo fare divertire ma evidentemente non erano davvero compatibili e non sarebbero mai stati amici.
    «scusa» abbassò lo sguardo mentre il ragazzo molto scocciato continuò «mi da la nausea» . Phoebe spesso non se la prendeva se qualcuno le rispondeva male anche perché si rendeva conto che era troppo rumorosa, esuberante e a tratti infantile; eppure quella volta ci rimase così male da voler piangere. Gli occhi si riempirono di lacrime ma si sforzò di non versare neanche una, non voleva sembrare una bambina però era difficile poter stare lì con qualcuno che piuttosto si sarebbe tolto la vita. «sei cattivo» altro sussurro mentre continuava a guardare il pavimento. Si sentiva in colpa perché ancora una volta aveva invaso la privacy di qualcuno e non se ne era resa conto fino al danno; doveva imparare a fermarsi prima.
    «tutto okay?» una voce si mise tra i due e quando vide Gideon sorrise debolmente. Un amico pensò. «Senti, non sono un principe, ma ti andrebbe di ballare con me?» Si lasciò andare ad un sincero sorriso e ricacciò dentro le lacrime. Non aspettò neanche che Joey potesse parlare, tanto sapeva che sarebbe stato più che contento di togliersela dai piedi, era chiaro a tutti in sala. Afferrò la mano di Gideon «grazie» disse per poi seguirlo in pista dove si calmò defintivamente, la presenza dell'amico era salutare.
    Scusalo, non ce l'ha con te, ma non gli piace proprio essere toccato. E' più forte di lui.
    «è stata colpa mia, a volte dimentico che non a tutti piace il contatto fisico e io sono troppo appiccicosa. Mi dispiace che mi odi, ho anche detto che è cattivo...so che non è così. Forse mi dovrei scusare.» era patatosa e in difficoltà, ma si tenne a Gideon per poi sorridergli ancora «Come sta procedendo invece a te il ballo? non ti ho rubato a nessuno vero?» così poi ne avrebbe avuti due che la odiavano.

    17 y.o
    Grifondoro
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    melvin diesel
    Boys try to tame me, I know They tell me I'm weird and won't let it go
    «sei...» Melvin sorrise raggiante, una fiera piroetta di fronte allo specchio ed un paio di liquidi occhi color giada a cercare lo sguardo di Jamie, sicura di trovarci almeno ammirazione, se non vere e proprie lacrime di orgoglio.
    «sono?» intimò entusiasta, invitandolo a completare la sentenza: mozzafiato? meravigliosa? la cosa più bella che mai avesse visto? «...normale.» «AW, JAM- aspetta» si interruppe, rendendosi conto a metà frase che la risposta del cronocineta, non fosse quella che si era aspettata. si squadrarono con la medesima espressione confusa e dubbiosa, Melvin e Jamie, e per una rara (unica.) volta, fu l'Hamilton a parlare per primo, la lingua a umettare le labbra e (poco) gentili occhi turchesi a squadrarla dalla punta dei sandali con il tacco, ai biondi capelli lasciati sciolti e ordinatamente acconciati in morbide onde. «è un complimento» la osservava come se non l'avesse mai vista prima, un sopracciglio sollevato e le labbra impercettibilmente curvate in un sorriso - od in quello che Vin scelse essere tale. «non sembra.» si lamentò, adocchiando il proprio riflesso e rivolgendo a se stessa un pronunciato broncio. e dire che pensava di aver fatto un buon lavoro, Melvin; magari non eccezionale, né particolarmente originale, e certo non quello che suo fratello, quand'ella ancora non aveva idea di cosa fosse un ballo di fine anno, aveva immaginato per lei, ma era qualcosa che le piaceva, ed anche se non l'aveva scelto con meticolosa cura e studi antropologici, trovava le calzasse a pennello. se proprio avesse voluto - e non voleva - avrebbe potuto trovarci una certa crudele ironia; avrebbe potuto riderne amara ticchettando l'unghia laccata di bianco contro la cornice dorata appesa al collo, perchè una Melvin Diesel non esisteva se non in relazione del proprio pubblico, ma raramente l'Altair si concedeva una tale profondità di pensieri, o una malizia così ruvida da scorticare la pelle. il disappunto della bionda, era tutto personale - ci si era impegnata, per quell'abito: ci si era divertita, ed era semplicemente abbastanza vanesia da trovare offensiva l'apatia di Jamie - e non aveva nulla a che fare con l'evento per il quale si era preparata: il prom. Idealmente, il ballo di fine anno era eccitante ed elettrizzante, ma nella pratica...? non era certa di cosa provasse in proposito. Aveva sempre voluto frequentare una scuola, Melvin; aveva desiderato le divise ed i drama, gli armadietti e le promozioni vinte sotto una scrivania - e dei compagni, e degli amici stabili, e quel cameratismo di chi non avrebbe fatto la spia sapendo che Roger del primo banco avesse copiato tutto il compito di matematica da Donald, ed i bigliettini lanciati durante le lezioni, ed i sonnellini contro i muri, e le pomiciate nelle aule deserte, ed una mensa in cui mangiare pizza e risotto in bianco - ma nei primi mesi di Hogwarts, promessa di realizzare tutti i suoi desideri, si era resa conto che quella vita non facesse per lei. era sempre stato un sogno utopico, come le bambine che sperassero di svegliarsi principesse: etichetta ed esecuzioni non erano affari da bimbi, tanto quanto compiti e compagni non erano roba da Melvin Diesel. cravatte e dormitori non erano che lo zoo delle fu Doc Martins del mondo. certo, amava le feste in qualunque forma esse fossero, ma non trovava il prom...come dire, esclusivo, e non provava lo stesso entusiasmo delle sue compagne, malgrado nelle (troppe) conversazioni in cui si era infiltrata, si fosse fatta contagiare dal loro trasporto. quando si trovava a scuola, le pareva un evento molto più importante di quanto non le paresse fra le mura dell'appartamento di Jamie Hamilton.
    ciò non significava che potesse incassare un normale quando l'abito bianco che indossava - scollatura a cuore, nastri argento a stringerlo sotto il seno ed incrociarsi sul ventre, aperto vertiginosamente sul davanti e lungo con strascico dietro, tessuto sottile e quasi impalpabile a renderla una visione eterea e delicata, aggettivi che raramente le si applicavano - le era costato tre sugar daddy. letteralmente. battè le ciglia scure, voltando il capo cosicché la luce delle lampade potesse rimbalzare sui piccoli glitter del trucco applicato sulle guance e sopra le palpebre, e le labbra argento si curvarono tristi verso il basso. «e poi perché sei venuta a prepararti qui? non hai degli amici?» se fosse stata qualcun altro, nel tono di Jamie avrebbe colto solo asciutto sarcasmo, e la punta di sadica brutalità che tingeva sempre i sorrisi del cronocineta, ma Melvin non era qualcun altro, e sentí esattamente ciò che Jamie voleva sentisse. Preoccupazione. e magari gliel'avrebbe anche detto che sì, Jamie, ho degli amici, ma mi hai cresciuta te, ricordi?, lasciando intendere che fosse, pur non intenzionalmente, come lui - amica di tutti, e di nessuno - e magari avrebbe anche aggiunto che pur amando i suoi compagni, volesse vivere quell'esperienza con lui, che era ciò che di più vicino avesse ad una famiglia, se non fosse stato per - «vin?»
    l'amore che melvin meritava, impersonificato in un ex biondo un po' tardo ma bellissimo. «WILLIE!!!!» gioia dei suoi occhi, faro delle sue notti, e favorito albero di eucalipto a cui si avvolse come un koala - braccia attorno al collo, gambe strette in vita, e cornice a conficcarsi nel collo di William Barrow II. «VIN! ma sei bElLiSsImA!!&&&» ecco, qualcuno che finalmente le dava qualche soddisfazione. «vedi perchè è il mio preferito.» mostrò la lingua al cronocineta, mimando sopra la testa del Barrow un non lo meriti a cui Jamie, senza preoccuparsi di non farsi notare, le rispose con un dito medio. «sei vestita da...» saltò a terra lasciandosi rimirare come uno dei quadri esposti al Louvre, una mano poggiata sulla cornice rettangolare appesa sulle sue spalle, ed un palmo a reggere drammatico il mento. «specchio magico» concluse per lui, abbastanza magnanima da toglierlo dalla difficoltà di indovinare (e sbagliare, con il rischio di offenderla). «specchio magico. ovviamente» in tutta risposta, prese il pennarello e scrisse sulla lavagnetta appesa sulla parte bassa dello specchio sei incantevole <3. «specchio magico. visto?» confermò orgogliosa; quello di Biancaneve, s'intendeva, ed era già pronta al positive thinking di cui Hogwarts aveva bisogno - no kritike solo complimenti, eccetera eccetera. ed avrebbero potuto congedarla, dopo averli sentiti ciarlare dei good ol days e dei loro prom, con un basic farai un figurone, ma dato che erano extra ed erano druga, l'ultima cosa che sentí dalle labbra di un Hamilton intento a sbatterla fuori di casa, fu «andrá una bomba».
    conoscendo i trascorsi, era abbastanza certa non fosse un complimento.

    «destino» aveva sussurrato alla busta sigillata da polgy girl, soppesandola nel palmo. non aveva invitato nessuno, né accettato alcun invito, perché Melvin era un uccello libero, e preferiva essere bene comune che proprietà privata (perlomeno nel suo tempo libero, altrimenti era del miglior offerente) ma non poteva mostrare disappunto di fronte ad una Scelta Del Fato. non credeva nelle coincidenze; credeva in disegni più grandi, Melvin, ben felice di essere una pedina su una strada già scavata d'altri. non conosceva persessinclairdellacasatadeiserpeverde (malgrado il nome le suggerisse una certa familiarità), ma se la pergamena diceva fosse il suo appuntamento per quella sera, la Diesel era certa che fosse perfetto, e che sarebbe stata una notte meravigliosa. e quando quella sera, in attesa davanti alla sala grande, udì «melvin?» in perfetto accento british, Seppe (con la S maiuscola) che non sarebbe rimasta delusa. persessinclairdellacasatadeiserpeverde era un nome altisonante da lord, roba che a solo sentirlo sorgeva spontaneo l'istinto di fare un inchino, e calzava a pennello all'austero profilo del biondo che si fece strada verso il suo braccio alzato. «PERSESSINCLAIRDELLACASATADEISERPEVERDE!» salutò entusiasta, squadrandolo dal basso verso l'alto con sincera ammirazione. aveva proprio!!! la faccia!!! da persessinclairdellacasatadeiserpeverde!! o da carlodellamerella, ma quella era un'altra storia. sembrava un iceberg, e vin fremeva dalla voglia di arrampicarcisi sopra per scioglierlo (doppio senso compreso? certo, era pur sempre una Hamilton diesel): adorava le sfide, e il serpeverde sembrava appartenere alla categoria. prese il pennarello per scrivere sulla lavagnetta "u look hot af!!!", liquidando il complimento con una risata cristallina ed un vago cenno della mano. «sei un reale? sei mai andato a Buckingham palace? prendi davvero il tè alle cinque? » domande lecite, mentre lo trascinava felice all'interno della sala. «mi sento una principessa» gigglò come Ron swanson, mentre con persessinclairdellacasatadeiserpeverde sottobraccio avanzava oltre la capanna dove vabbè, pure i gadget come ai concerti! secondo te è oro vero, pers? posso chiamarti pers?. era così persa ad osservare le decorazioni e salutare con la mano (chi? tutti. anche chi non conosce) che non si rese conto degli incantesimi di prof ed affini. «ke eroe» battè languida le ciglia verso il suo accompagnatore, approfittando della vicinanza per alzarsi sulle punte di soppiatto, e premere delicata le labbra sulla sua guancia ivi lasciandovi un'impronta argento. «come mai sei venuto da solo? il Titanic aveva impegni stasera?» sorrise gentile, perché non c'era mai cattiveria nelle battute di vin, stringendosi a lui per evitarsi un tuffo in acqua. era troppo presto per il bagno di mezzanotte. «non che non ne sia felice, eh. » anche perché aveva un nome bellissimo. sarebbe stata così emozionata solo per qualcuno di nome Kermit LaRana, ed era tutto (non) dire. «FOTO? SIAMO BELLISSIMI DAI» Modesta e Felice.
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    Chelsey Weasley
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    “Non si arricciano.”
    Un ringhio basso, piuttosto minaccioso, si levò dalle labbra della Grifondoro, le iridi nere puntate su quella ciocca di capelli che non ne voleva sapere di essere domata. Ma Chelsey è una Metamorphomagus, direte voi, ma una sporta di zuccotti vostri?!? risponderebbe lei. Questo perché, per una volta, voleva provare a fare le cose per bene, limitando il più possibile l’uso della magia, ma “NoN Si ArRiCcIaNo!1!!1” sbuffò lanciando il ferro di Theia in un angolo sperduto della stanza, relativamente vicino alla testa della Oakes intenta a prepararsi e a schivare il colpo–eh, gli allenamenti extra le erano serviti anche e soprattutto in situazioni come questa -. Ci stava provando, la Weasley, ce la stava mettendo davvero tutta per provare a… a… a essere femminile? Merlino, che eresia. Continuava a ripetersi che Kain voleva andare al ballo con lei perché erano amici e che era questo che due amici facevano, che lo aveva fatto perché voleva e non perché doveva portare qualcuno. Non erano tipi da cerimonie pompose, balli in maschera e simili, quanto più da partite, burrobirra e divano; da allenamenti, sfide e infermeria; da zuccotti, api frizzole e Red Velvet. Il prom era tutt’altro, qualcosa che alla Grifondoro non sarebbe mai appartenuto. Nonna Kellergan, la stessa che li aveva divisi anni prima, ci aveva provato a rendere Chelsey e Kain più socialmente accettabili e la Rossa era quasi arrivata a credere che anche Berenix si fosse ormai arresa all’evidenza: Chelsey era un maschiaccio, ma era l’unico motivo per cui suo nipote si presentava agli eventi di famiglia. Non si era mai sentita a suo agio nei vestiti che le faceva preparare la Black, benché meno in tutto quel contesto così… altolocato? Falso? Pieno di apparenze da mantenere e giochi di potere che non le interessavano??? Ma il ballo scolastico era diverso, doveva essere diverso, eppure non riusciva a scacciare l’idea fosse in qualche modo importante. Se non fosse stato così, se non ci fosse stato quella piccola sensazione che continuava a pizzicarle la coscienza, non ci avrebbe pensato due volte a vestirsi da Elwyn Huxley. Se dovevano interpretare personaggi della mitologia europea, allora anche il dio del Quidditch rientrava nel dress code.
    “Chelsey…” roteò gli occhi al cielo quando si sentì appellare dalla bionda, le dita ancora tra i capelli e l’espressione disperata di chi stava per dar fuoco all’intero dormitorio. “… l’arricciacapelli è spento.” “Cos…?” *inserire imprecazioni random*
    Si lasciò cadere sul letto, la faccia ben premuta sul cuscino per indurre una leggera asfissia. Perché aveva detto di sì? Perché aveva accettato l’invito di Kain? Non potevano fare altro? Tipo chiedere al professor Milkobitch di lasciarli giocare a Quidditch per tutta la durata del prom? Dai, avevano una reputazione da mantenere! Le loro menti erano già proiettate al campionato 2020/21 e quelli erano gli ultimi momenti che avrebbero potuto passare insieme prima di iniziare il ritiro con le loro squadre. Ebbene sì, plurale perché anche Kain stava per concludere la trattativa con i Tornados e lei non era stata più orgogliosa di lui in tutta la sua breve vita!!! Perché, andiamo, solo uno stupido non avrebbe voluto avere il canarino in squadra! E poi si sarebbero trasferiti insieme in Galles, quindi non sarebbero stati poi così lontani e avrebbero giocato contro il derby tra Tornados e Harpies e… e più ci pensava, più sentiva quel brividino di adrenalina che le faceva venir voglia di prendere la sua mazza e tirar di bolidi come se ne andasse la sua vita. Perché tra Costas e Hazel, il miglior battitore di Hogwarts, restava sempre la Furia Rossa. Change her mind, if you dare.
    Sentì la mano leggera della Sinclair sfiorarle la spalla e non poté fare a meno di abbassare quel minimo il cuscino per fulminare la Concasata sul posto, o almeno così credeva. Perché tutto quello che un osservatore esterno poteva cogliere nel suo sguardo equivaleva più a un disperato bisogno di aiuto. Da bestia rara e orgogliosa qual era la Weasley, però, meglio non farglielo notare. “Vuoi che ti trucchi io?” Assolutamente no “Sì.” per favore.
    E questa è la breve storia di come una Chelsey Weasley qualunque, che poteva tranquillamente usare un pennello per applicare il blush con degli ombretti, era finita tra le grinfie di una più che agguerrita Antheia Sinclair. Se una aveva un talento naturale per il Quidditch, l’altra era la regina indiscussa del make up. La Rossa era lì, semi distesa sul pouf davanti al boudoir super accessoriato della bionda, in attesa di morire che questa finisse di compiere la sua magia. Non era certo la cavia più tranquilla del circondario, ma sotto sotto era grata a quello che la compagna di stanza stava facendo per lei. I suoi ringhi erano solo di rispetto!!! E l’ansia era solo perché non aveva idea di quale fosse il risultato!!! Non di certo perché, again, stava andando al prom con Kain!!! Il suo migliore amico!!! Con cui ogni tanto si baciava!!! Assolutamente no!!!
    “Fa effetto la tua polverina? O sono solo glitter?” chiese ad Halley, mentre questa armeggiava con una bustina sospetta. “No, perché potrei averne bisogno!” “Di illuminante?” “ih ih ih ceeeerto, Theia! Ceeerto.”
    Si puntellò con i gomiti sulla seduta, provando inutilmente a sollevarsi per spiare quel work in progress che stava prendendo più tempo del previsto, lo sguardo che oscillava tra il soffitto e l’orologio appeso al muro.
    “Perché non dovrei?” spostò le iridi nuovamente azzure sulla figura della McPherson, confusa dalla sua ultima affermazione. “Come le guarderei le partite senza della burrobirra? Non so quale sia il piano alimentare delle Harpies ma… almeno una volta a settimana potrei bere la burrobirra, no? Che poi… devi essere fiera! Il tuo capitano giocherà in una squadra della Premier League! La gente si sposa ogni giorno, ma firmare un contratto con le Harpies??? Wow.”
    Perché diciamocelo chiaro, mica Chelsey aveva capito che Hazel fosse in pieno delirio da psycho!shipper e, in quel momento, avevano priorità decisamente diverse.
    Un’infinità di tempo borbottii e maledizioni dopo, la Sinclair si allontanò dalla Weasley con un’espressione decisamente soddisfatta sul volto, permettendole così di indossare l’abito che aveva scelto per la serata: così corto da impedirle di stravaccarsi sul primo divanetto a disposizione e così dorato da poter risultare un pugno nell’occhio. Era la rivisitazione in chiave moderna dell’armatura delle amazzoni, come glielo avevano spacciato, e Chelsey lo aveva accettato perché, almeno, copriva l’indispensabile. Passò le dita sulla fitta trama dell’intreccio superiore, quasi nell’intento di convincersi che quelle fossero le ali spezzate dei suoi nemici in battaglia, per poi domandarsi subito dopo se, oltre ad Eros, ci fossero altre divinità con le ali. Non era un’esperta di mitologia, la sua conoscenza era limitata agli sport magici, eppure sapeva che non avrebbe potuto interpretare nessun’altra divinità se non il dio della Guerra, quello degli aspetti più violenti di questa, degli scoppi d’ira e della sete di sangue e di potere. Perché la Weasley era così sia nel campo che nella vita. Fissò per qualche istante i sandali da allacciare fino al ginocchio e il resto degli accessori disposti in modo sparso sulla scrivania, cercando nel frattempo un incantesimo che potesse aiutarla in quel triste compito.
    Una volta terminati i preparativi, si sentiva a disagio come mai prima d’ora. Giocava con l’anello raffigurante la testa di leone per mettere a freno l’ansia, rischiando – tra le altre cose - di procurarsi dei profondi segni sulle dita degni di Graffio. Trattenne il respiro per qualche istante, prima di guardarsi allo specchio e restare, per un solo istante, senza fiato.
    Non si riconosceva.
    Se non fosse stato per la cascata di capelli mossi che ricadevano oltre la vita, se non fosse stato per gli occhi di cristallo e per le lentiggini sul viso, avrebbe fatto fatica a vedere se stessa nel riflesso rosso e dorato davanti a lei. Era un’altra persona, qualcuno che non le apparteneva e, in quel momento, aveva il terrore che anche Kain si pentisse delle sue poor life choices.
    “Era proprio necessario?” Domandò la Weasley puntando un dito sulle proprie sopracciglia, anch’esse ricoperte da uno strato di trucco dorato che andava quasi a modificarle i lineamenti del viso. “Mi serve l’elmetto. Dov’è la spada.” Perché la lancia era troppo ingombrante e aveva necessità di avere le mani libere per il cibo. Come al solito, questione di priorità.
    Stava per capitombolarsi giù dalle scale – era ormai oltre l’elegante ritardo – quando sentì bussare alla finestra della Sala Comune. Avrebbe ignorato il tutto, troppo presa dal raggiungere il suo accompagnatore ovunque egli fosse, se non fosse stata distratta da un insolito bagliore dorato.
    “Kain?” domandò più a se stessa che a chiunque fosse nelle vicinanze. “KaIn!1!” esclamò facendo un balzo (per quanto possibile) verso la vetrata per aprirla. “Io non…” Punto. Fine. Non c’era altro da dire perché solo il Tassorosso poteva pensare che passarla a prendere a bordo di un manico di scopa fosse la scelta più saggia. E più adorabile. E così da Kain da scioglierla un pochino, al punto da farle credere che forse non era stata poi una scelta folle andare al ballo con lui. “Siamo in ritardo. Sei ingombrante. Guido io.”
    Forse avrebbe dovuto aggiungere qualcosa in più, forse avrebbe dovuto dire qualcos’altro, ma era difficile pensare quando Kain era così bello. No, non per il fatto che fosse mezzo nudo e con un vistoso paio d’ali su un manico di scopa, quanto perché il dorato gli appartenesse più qualsiasi altra cosa. Anche un cieco avrebbe notato le spalle larghe e il pettorale messo in risalto da qualsiasi cosa si fosse spalmato sopra, i capelli biondi intrecciati a una corona di foglie anch’essa dorata sembravano ancor più setosi e… la linea dura del viso che andava a liquefarsi in quel sorriso tutto fossette che… che…
    Chelsey avrebbe voluto tirarsi un pugno. Così, per riprendersi un attimo e tornare in sé.
    Kain era Kain.
    Il suo migliore amico.
    Nessuna aspettativa per quella serata.

    “Wow.” Fu tutto quello che la Rossa riuscì a dire una volta entrati nella Sala Grande, lo sguardo che andava a perdersi in tutto quello. “Si sono davvero superati.” Constatò osservando il mare (?), i vascelli e tutta quella scenografia mozzafiato. Teneva Kain per mano e, in realtà, non aveva idea di come fossero finiti a camminare così, mentre andavano in direzione del capanno delle spille, sapeva solo che fosse la cosa più giusta, più naturale in quel momento.
    [color=#DD272D“Chissà perché ci hanno dato queste spille”[/color] commentò appuntando la sua in una zona imprecisata del vestito. “Tu la tua dove te la attacchi?”
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    nicky winston
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    qualche giorno prima

    Quando Chouko le aveva chiesto se fosse il loro amiciversario, Nicky aveva sinceramente pensato fosse il modo più carino che le fosse venuto in mente per friendzonarla. «ah ah» finger guns «sorpresa?» voleva sotterrarsi. Ringraziava il cielo che non avesse alla fine deciso di cantare davanti a tutta la scuola per ricevere un pubblico- «shgbhsjgdhfj? ncikcdyhdcnsnd. nivfck. NICKSEYDCEHNKNEWJDNEK.»
    eh?
    Chouko aveva iniziato a piangere .
    «OH MIO DIO SCUSA» CHE STAVA SUCCEDENDO MISSION ABORT SEND HELP !!! Nicky frugò rapidamente nella borsa, tirando fuori un fazzoletto pulito e praticamente mettendolo, impanicata, fra le mani dell'altra. «shdjjask» «SCUSA NON VOLEVO» ANCHE PERCHE ???
    La Winston riuscì a restare sul posto come chiesto a gesti dall'altra, nonostante il cricetino nella sua testa la stesse pregando di darsela a gambe e trasferirsi in Papua Nuova Guinea, e mentre ogni atomo del suo essere si stava chiedendo quale fosse la tecnica dell'autocombustione per darsi fuoco e morire lì e subito (dai era un alieno, almeno un potere piccolo piccolo poteva averno; no? niente???)... si ritrovò fra le mani un pacchettino. «oh» il suo compleanno era stato da poco ma non si aspettava un regalo. Non dalla sua crush piangente dopo che l'aveva invitata al ballo. «Gra-»
    Prom.
    Sul cupcake nella scatolina c'era scritto... c'era scritto prom.
    Nicky alzò di scatto la testa. Vorrei dirvi che capì tutte le frasi che seguirono ma è già tanto se capiva l'inglese, e anche se lei per prima parlava il Fangirl, i versi di Chouko superavano la sua comprensione. Aveva il cuore a batterle all'impazzata contro il petto. Le stava dicendo che stava piangendo perchè Nicky aveva rovinato la promposal che Chou aveva fatto per qualcun altra? Oppure che... che anche Chouko aveva pensato di invitarla?
    Deglutì, illudendosi della seconda opzione, e trovandola ancora più veritiera quando Chouko le saltò addosso.
    «ah ah ah ah!» play it cool play it cool play it c
    O
    H
    M
    I
    O
    D
    I
    O
    AVEVA CHOUKO MIZUMAKI FRA LE BRACCIA E AAAAHHHH cioè si erano già abbracciate, erano amiche, ma AAAAAAAAAAAAAHHH
    Non capiva più niente, il suo cervello si era elevato su un altro piano astrale CHOUKO LA VOLEVA !! INVITARE AL BALLO ???? LE PIACEVA ??????? Iniziò a ridacchiare da sola (come la psycho che era), scaricando in quel riso il nervosismo delle ultime ore (giorni mesi anni vite). Quando si staccarono leggermente (i visi erano !!! COSI !!! VICINI !!!!) si osò chiedere «È un... è un sì??» STAVA SUCCEDENDO OH GESU STAVA SUCCEDENDO !!! ERANO COSI VICINE, proprio a distanza di baci- ooooOOOH MIO DIO SI SAREBBERO BACIAT-

    «Pensa che l'abbia invitata come amica»
    La sera del prom.
    Nicky stava a gambe incrociate sul water chiuso, mentre intorno a lei nel bagno dei prefetti i Losers andavano avanti e indietro a cercare oggetti, truccarsi, vestirsi, agitarsi, fare cose. «come gal pal. Le ho "scritto" che è bellissima ma sai, l'ha preso come un "girls support girls"» gemette, buttando la testa all'indietro. «vii/iiiiii/iiktrr non riesco neanche a esserne davvero triste perchè è una cosa così carina e così da lei! Ogni cosa che fa la rende più bella!!» Il ragazzo dall'altra parte dello specchio gemello sorrise gentile. Le aveva già proposto di confessare i propri (confusi ma sinceri) sentimenti a Chouko quella sera al ballo, ma Nicky non aveva bisogno di consigli intelligenti: voleva solo lamentarsi per la milionesima volta. Non servono a quello gl(i fidanzati dei propri) amici?
    «Nicky, ma hai finito di importunare Viktor??» La tassorosso distolse lo sguardo dallo specchio gemello, sporgendosi per osservare il Losers che gli aveva parlato. «È il mio turno di farlo VIKTOR COME STO»
    Dopo aver roteato gli occhi al cielo, la tassa lanciò un bacio allo specchio gemello, lasciandolo poi alle mani del prossimo mentre lei andava a finire di prepararsi.
    Era stato ovvio chiamare Vik e raccontagli ogni minimo dettaglio della loro vita, e ancora Nicky non poteva fare a meno di essere dispiaciuta che lui e Hunter non avrebbero potuto avere il loro ballo da favola solo per la differenza di età. Era l'ultimo anno dei Losers, avevano tutti qualcuno di speciale (Beh e Ty ancora la confondevano un pochino ma nulla che un buon vecchia rapimento non potesse chiarire), ed era triste che Hunt non avrebbe avuto il ragazzo al proprio fianco.
    Si guardò ancora una volta allo specchio, le lentiggini bianche sul viso a richiamare il cielo stellato, e le lucine che magicamente le giravano piano intorno alla testa imitando lo sberluccichio sul vestito. Era vestita abbastanza semplicemente, ma sperava Chouko avrebbe apprezzato - e magari non solo come amica. Si era tagliata i capelli praticamente apposta per la festa, e ancora non si era fatta vedere dall'amica, aspettando la reazione prima della festa; le sarebbero piaciuti? E se non le fossero piaciuti? E se avesse detto che il suo completo da Nyx era banale e noioso? E se si era già pentita di aver accettato di andare al prom con lei e si sarebbe annoiata un sacco e non sarebbero state neanche più amic-
    Chiuse gli occhi prendendo un grosso respiro, cercando di calmarsi.
    Sarebbe andato tutto per il meglio. Doveva solo essere sè stessa.

    Magari non tutto tutto il tempo, visto che quando lo era, non era esattamente normale. «GJREKNHKE !!!»
    Non era fiera della propria reazione quando, tornata in dormitorio, aveva visto Chouko.
    Il cuore che batteva all'impazzata, il viso rosso, aveva allungato il mazzo di fiori e aveva gridato più forte di quanto avrebbe voluto: «SEI BELLISSIMA!» Non che si aspettasse niente di diverso, sia chiaro - ma non per questo la ragazza era meno fantastica. I giorni precedenti li aveva passati estraniata dal proprio corpo, felice, confusa, imbarazzata, cotta. Pur essendo amiche non aveva mai passato tanto tempo da sola con Chou come per decidere se e come abbinare i vestiti o fantasticare sul ballo, e oh boy, se c'erano stati momenti intensi. Lo sapete quanto sia bellissimo e disagiante parlare con la propria crush di vestirsi come famosissime coppie di personaggi della mitologia greca? È un'esperienza che Nicky non era certa di consigliare - ma in realtà sì. Ma in realtà no.
    Insomma.
    In qualche modo era sopravvissuta fino alla gran sera, al gran ballo, dove ora stavano entrando. Nicky si era chiesta se prenderla per mano sarebbe stato eccessivo - poi si era resa conto che aveva paura le sudassero le mani, e aveva offerto il braccio. Dopo essersi appuntata la spilla e fatti i vari convenevoli, si schiarì la voce. Ok.
    Era al prom. Con la ragazza che le piaceva. Vestite da dio (ah ah). Doveva- doveva fare la gran mossa. «Vuoi-» si umettò le labbra. «mangiare?» no. Non era quella la gran mossa, ma si sa che il cibo?? aiuta a sciogliersi (????) «vuoi che ti vada a prendere da bere? O andiamo insieme COME VUOI!» si guardò in giro. «o... facciamo un giro per salutare la gente» agitò la mano «ciao gente» Chissà se Stiles era in zona e poteva chiedergli un consiglio da Guru - lui sicuramente avrebbe saputo come sopravvivere alla serata senza passare ogni secondo a chiedersi quanto fossero morbide le labbra della Mizumaki!!!
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    06.06.2002
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    - premessa (promposal) con chouko
    - pre ballo è con i losers a prepararsi nel bagno dei prefetti ♥ grazie hunter. e chiamano viktor
    - al ballo entra con chouko dopo essere andata a prenderla eeee mettono le spille poi sono lì in stallo e non parlano (ancora) con nessuno
     
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    Un sussurro si espande dall'isoletta misteriosa alla sinistra dell'ingresso per tutta la Sala... Costantine... il richiamo della natura ti sta chiamando! Non puoi fare a meno di voltarti e seguire quel suono.
    Una voce delicata mormora il tuo nome, Berenice... e tu non puoi rifiutare perché ne sei attratta.
    Costantine e Berenice, siete stati scelti per entrare in Paradiso.
    L'isola vi accoglie e "si chiude" alle vostre spalle: per i prossimi sette minuti non potrete in alcun modo abbandonarla.

    Buon divertimento!

     
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    Non aveva la sindrome dell'eroe, Gideon, nè fremeva dalla voglia di mettersi a discutere con il Capitano (che importava che stesse lasciando la scuola? Rimaneva il suo Capitano, certe cose rimanevano indelebili nel cuore e nella pelle, come il fulmine che portava fieramente tatuato nell'avambraccio). Conosceva Joey il tanto sufficiente per capire che lui e Phoebe non fossero compatibili nemmeno per sogno: l'una troppo esuberante, aperta, esplosiva quasi, l'altro più o meno indisposto al genere umano ed assolutamente allergico al contatto fisico. Ma credeva che, nonostante gli screzi iniziali, ci fosse una speranza. Immaginava che Phoebe non potesse sapere ciò che Joey odiasse o meno, nè che tra queste cose rientrasse il contatto fisico, specie se con sconosciuti. Ma l'aveva imparato ed a sue spese.
    Arrivati in pista, la canzone fece da sottofondo alla loro conversazione, mentre il McPherson iniava?? a?? muoversi??
    - in difesa di Gideon, la player è andata in discoteca solo una volta e per tutto il tempo ha desiderato un malessere -
    leggermente fuori dal proprio habitat naturale (le serre)(le piante)(gli insetti)(il rumore soave di libri sfogliati in biblioteca). Tentò di muovere le gambe in uno step touch (wiki how lo chiama così cheneso) a destra e poi a sinistra, ondeggiando piano il corpo e seguendo il ritmo incalzante della musica. Ma poi gli sorse una domanda molto onesta: come diavolo si balla questa musica? perchè ihih okay che si era proposto, ma mica sapeva davvero cosa fare e come farlo, nel dubbio, però, avrebbe seguito Phoebe che, era certo, fosse più orientata di lui. Il volto rosso per l'essere totalmente fuori dalla sua comfort zone, mentre si guardava a destra e sinistra, sentendosi addosso gli occhi di tutta la sala che, in realtà, era molto probabile si stesse facendo i cazzi propri. Bè, era un po'... a disagio. Ma fu questione di pochi istanti, poi prese il via, in maniera del tutto sciolta. Non era esattamente il tipo di musica che lui ballava di solito - non che ballasse così tanto -, essendo principalmente portato per i balli latino americani, ma sapeva muoversi anche su quel tipo di musica più house, da discoteca. Il cuore batteva forte nel petto, più per una questione psicologica che fisica, temeva di non farcela, come sempre, ma stava tenendo bene. Intenerito dalla reazione di Phoebe, non potè che sorriderle, vedendola ora più tranquilla e sciolta. Ma no che non ti odia! Non ne avrebbe alcun motivo, e poi non potevi saperlo. Non poteva sapere che a Joey non piacesse essere toccato, intendeva. Ma adesso lo sai. E di conseguenza, non avrebbe più cercato di portarlo in pista, no? Prese le mani della ragazza, avvicinandola a sè ed allontanandola poi. Le braccia che si muovevano ritmiche, verso la ragazza poi verso il soffitto. (che cos gideon che fai) Non credeva che ci fosse...un metodo, per ballare, e forse era meglio così perchè stava totalmente improvvisando. Girando e scuotendo la testa a destra e sinistra, rise. Aveva del tutto messo da parte l'idea che altri studenti, magari, lo avrebbero guardato?? lo avrebbero giudicato?? avrebbero riso?? perchè altrimenti si sarebbe ritirato in un angolo molto nascosto della sala fino alla fine del ballo. No. Ci teneva che Phoebe si divertisse, ed al tempo stesso anche lui voleva divertirsi. Era molto bella, nel suo abito bianco con decorazioni dorate, tipiche greche. Certamente si era impegnata più di lui, nella scelta dell'abito. Sei molto bella. Le sorrise, dolce, continuando poi Per il momento sta andando molto bene. Sono qui con Sorta. Si avvicinò il tanto da farsi udire da lei, le tenne una mano sola, sollevandole il braccio verso l'alto e facendole fare un giro su se stessa. Non credo senta la mia mancanza, ma tra poco torno da lei. Rise. Perchè gli sembrava maleducato sparire così dal nulla per troppo tempo. Poi, una visione, PersesSinclairDellaCasataDeiSerpeverde aveva fatto il proprio ingresso accompagnato da una riflettente (?) Melvin Diesel. La mascella del McPherson, se avesse potuto, avrebbe sfiorato il pavimento. Riprese a ballare, lasciando lo sguardo sui due per seguire la vicenda. Scusa, disse a Phoebe, accorgendosi di essere distratto. Ma sto assistendo ad una scena bellissima. Vin Diesel che baciava la guancia del Sinclair, e Gideon non poteva certamente perdersi La (non) Reazione.
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    CITAZIONE (cincillar. @ 30/7/2020, 02:14) 
    anna wintour
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    Fantasea II: The Second Wave
    Now I feel in love, babe
    I really know that your love is enough
    And I'm so lucky you found me in the day I needed love
    Now I feel in love, babe, everywhere you are

    - Balla / Parla con Phoebe
    - Vede fare il proprio ingresso a PersesSinclairDellaCasataDeiSerpeverde accompagnato da Donna Melvin e aspetta la (non)Reazione del Sinclair al bacio

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    sunday de thirteenth
    I'm gonna swing tonight, have the time of my life
    «… bro» il suo fu un sospiro delicato, pieno di pathos e degno di quelli che Jennifer Love Hewitt rivolgeva agli spiriti prima di farli passare oltre, ma era più che sicuro che il Knowles, nascosto al suo fianco, l’avesse udito forte e chiaro. Fu per puro scrupolo che il De Thirteenth colpì il migliore amico sul braccio – delicato e dolce come solo lui e con lui sapeva essere (quindi: poco e niente) –, sia per richiamarne l’attenzione, per assicurarsi che stesse guardando davvero, sia per essere certo di non avere le traveggole o di non star sognando: aveva bisogno di colpire qualcosa di fisico, e di conseguenza di venir colpito, per appurare la realtà dei fatti. Di fatti la gomitata di CJ, accompagnata da un particolarmente sentito «brO!», come previsto non si fece attendere; citando un grande saggio dell’epoca moderna, era tutto vero. «io non posso crederci, è così…» «rumoroso.» «assurdo! credi che abbiamo esagerato con le pasticche di bar- aspetta.» corrugò le sopracciglia, le iridi celesti a farsi sottile scheggia di ghiaccio verso il compagno. «rumoroso?» era confuso; quello non era di certo l’aggettivo che avrebbe dato a- «tu sei rumoroso, rischi di farci scoprire» okay, rude. Sunday dischiuse le labbra una prima volta, annaspando alla ricerca della risposta giusta da dare, per poi rendersi conto non ce ne fosse alcuna: aveva ragione lui, non poteva contestare. Tuttavia non voleva dargliela vinta, per cui aprì nuovamente la bocca. «bro, lo sai che ti amo, ma chiudi quella fogna o ti stendo.» «bro» bastava davvero così poco per comprarsi il silenzio del moro – ovvero, dirgli quanto lo si amasse: era un narcisista patologico e bisognoso d’attenzioni, strano che in molti ancora non avessero capito come trattarlo. «okay, sto zitto.» fece scivolare pollice ed indice, premuti tra loro, sulle proprie labbra, mimando poi di gettare via la chiave che avrebbe potuto riaprirle alle proprie spalle, prima di rimettere mano al binocolo insieme al biondo.
    Pochi secondi dopo, dovette tornare a molestarlo; era necessario, indispensabile, e quella volta non fu una rottura di palle univoca. Lo stesso CJ, d’altronde, aveva preso a schiaffeggiarlo con insistenza. A vederli – e fortunatamente nessuno poteva farlo –, parevano essere impazziti: lo erano.
    Ci provò, ci provò davvero un sacco a mantenere la promessa e non proferire ulteriore parola, ma… «cigei, stai piangendo?» se avesse potuto vedere chiaramente, non avrebbe avuto alcun bisogno di domandarlo a voce alta; purtroppo, al momento non ne era capace. Non ebbe nemmeno bisogno di ricevere risposta, il silenzio ai sentimenti, per averne la conferma. Così come non poteva esimersi l’uno, non poteva farlo nemmeno l’altro: quel che stavano vedendo era troppo per i loro cuori, e l’emozione eccessivamente forte per essere arginata da una diga.
    Dopo tutto quel tempo, dopo tutti i loro sforzi, dopo tutte le notti insonni passate a studiare dei piani funzionali per arrivare ad uno scopo che si faceva desiderare, ma che sapevano bene esistesse, era finalmente successo. Dovette asciugarsi gli occhi e tirare su con il naso, prima di trovare nella voce dell’altro un compagno di coro: «ce l’ha fatta»; e loro, da bravi (stalker) amici quali erano, ne erano commossi.
    Perché non era da tutti i giorni, o da nessun giorno, vedere un Joseph Moonarie sul campo di quidditch non per giocare – e già quello era abbastanza assurdo da portarli a chiedersi, più volte, se avessero esagerato e quelle fossero allucinazioni da funghetti o chi per essi –, bensì per… fare una prompose. O semplicemente comunicare, parlare con un’altra persona in maniera civile, comportarsi da essere umano.
    E Sunday, piegato più del dovuto dietro un sedile delle tribune, avrebbe sinceramente voluto alzarsi in piedi ed applaudire l’eroico gesto del biondo, urlargli a squarciagola quanto fosse stato bravo – sì, insomma… c’erano da migliorare alcune cose, ma aveva fatto notevoli progressi che andavano stimolati ed incoraggiati – e che fosse (che fossero: anche CJ fremeva dalla voglia di farlo, lo sentiva) fiero di lui. Tuttavia, con suo immenso rammarico, gli voleva fin troppo bene per rovinargli quel momento di gloria: fosse stato qualsiasi altro suo amico all’infuori dei Freaks, non ci avrebbe nemmeno provato a trattenersi ed avrebbe esternato la propria contentezza nella maniera più molesta e rumorosa che il malcapitato avesse mai subito; Joey, invece, si meritava un ossequioso silenzio e rispetto per quel traguardo.
    Non sapeva nemmeno cosa avrebbe risposto Mac, ma non era quello il punto focale della questione; non importava. Oddio, magari al corvonero sì, ma – meh, nemmeno troppo. Forse.
    «bro,» sospirò, appoggiando le spalle contro le tribune per volgere tutta la propria attenzione al Knowles; a quel punto, ora che avevano visto tutto ciò che doveva essere visto, c’era altro a cui pensare. «quindi noi al prom ci andiamo insieme, giusto?»

    Spoiler: non ci sarebbero andati insieme.
    Cioè, almeno non ufficialmente: a quanto pareva ci sarebbe andato con sua sorella, ma ciò non lo esonerava dall’adempimento di alcuni obblighi morali – un ballo con il suo bro, per prima cosa; le molestie alla gente, in particolar modo quella terrorizzata dal prom; controllare che Barry non decidesse di morire, dato che all’ultimo ballo era risorto; cose varie da bros.
    E, a proposito di sua sorella: «SERSCIAAAAAAAA!!!» batté il pugno contro la porta dei Serpeverde più volte, facendo svolazzare il proprio vestito ad ogni colpo. «È TARDI» e no, non (… soltanto) perché l’idea era quella di andare tutti insieme al prom (ovvero: Sandy & CJ, e accompagnatori di seguito perché tanto si sapeva fossero loro i rimpiazzi, mentre i Beyoncè la Coppia Vera – era sempre stato così), quanto più perché non aveva ricevuto notizie dall’accompagnatore assegnatogli dal destino, sebbene avesse provato più volte e nei modi più disparati a mettersi in contatto con lui («alcuni dicono sia “scomparso”, dopo… lo sai, quel che è successo» «no, ho provato a contattarlo con la ouija e non rispondeva»), ed iniziava sia a preoccuparsi che a spazientirsi: non poteva andarci con Cigei, non aveva voluto chiederlo a Joey per… orgoglio? - ovviamente, non quello del De Thirteenth -, ma almeno non voleva fare tardi. «SER- CARLO!» «sandy» che magnifica visione, il Dumont – e chissà se ancora lo odiava dopo lo spiacevole incidente al Club dei Duellanti in cui il francese aveva perso il mignolo: Lele Sandy confidava di no. «che bell’uccello!» in tutti i sensi? In tutti i sensi: quel che succede negli spogliatoi di Quidditch, resta negli spogliatoi di Quidditch (cosa). Gli sorrise a trentadue denti, rimirando con sincero interesse l’outfit del Serpeverde. «era stata la mia prima scelta,» ma Charles glielo aveva per caso chiesto? «sai… Sunday, Ra è il dio del sole… capito?» evidentemente al tassorosso non fregava una beneamata minchia del fatto che l’altro non avesse nemmeno aperto bocca – tanto quanto potesse importargli delle sue elucubrazioni stilistiche. «ma ho optato per altri uccelli – si vede, no?» e, con la grazia di una danzatrice del ventre, fece ondeggiare il mantello bianco perla ricoperto di piume del medesimo, niveo colore. Per più tempo di quanto pensasse, con la stessa espressione entusiasta del principio ma sempre un po’ più confusa mano a mano che il Dumont non proferiva parola. «devo essere sincero, mon amie indicò la conchiglia di tritone lucido incollata sul copricapo («così non… non sembrerai un unicorno?» «no, fray. è aL cOnTrArIo» «aaaah!» «…» «…» «…» «… non ho capito» «fa niente, ti voglio bene comunque»), poi la maschera finemente lavorata ed impreziosita a forma di coniglio – che invece di essere sulla faccia, era lasciata cadere sul petto (nudo, coperto solo da pallidi glitter dello stesso candore del mantello e dei pantaloni) (così, se avesse incontrato il professor Quinn, avrebbero potuto splendere insieme sotto le luci delle palle stroboscopiche) (… sempre che ce ne fossero, di palle stroboscopiche). «non riesco nemmeno ad immaginare da cosa queue» perché era un signore, Carlo «tu sia vestito.» «tecciztecal!» avete presente il meme del tipo biondo che sbatte gli occhi, confuso e stupito? Ecco, Sandy lo aveva di fronte. «hai… hai un ictus?» «cosa? ma no, dai – tecciztecal, mitologia azteca, doveva essere il dio del sole ma gli hanno tirato in faccia un coniglio ed è diventato la luna» più o meno: aveva fatto le sue ricerche, ma aveva avuto una sola giornata e poco internet. «dovresti davvero studiare di più, charles.» «se lo dici tu – che ci fai qui?» annuì convinto alla prima parte, per poi ricordarsi che era lì per una missione – kind of. «ah già: arturo maria julio ricardo montoya de la rosa y ramírez hendrickson.» sorrise angelico, dondolandosi sul posto. «dovrei prelevarlo e portarlo al ballo con me, aspettavo sersha mi aprisse» «l’ultima volta che sono entrato, ancora puzzava. forse ti conviene aspettare.»
    E così fece, per… un po’ – il tempo è relativo, e non aveva un orologio. Quando finalmente la sorella lo fece entrare, sfrecciò nella camera del futuro capitano della squadra delle serpi, e nemmeno gli diede il tempo di infilarsi la camicia («la cAmIsAaAaAaAaA» «ma smettila, stai meglio senza – e poi, gli piacerà» «cosa?» «eh? MUOVITI») prima di trascinarlo via verso la Sala Grande.

    «¡ay dios mío!» «quale? ce ne sono un sacco in giro» sorrise raggiante al suo (povero) nuovo compagno di avventure, dando un’occhiata non poi così veloce alla stanza; porca puttana, Wendy aveva fatto davvero un ottimo lavoro. Certo, immaginava la maggior parte degli sforzi fosse stata data dallo sfruttamento minorile cui aveva sottoposto i malcapitati del comitato, ma onore al merito: era molto fiero della sorella – prima o poi l’avrebbe anche raggiunta per dirglielo. Forse. Appena notò il minore scartare di lato, il movimento di Sandy fu istantaneo ed istintivo: in men che non si dicesse, aveva il braccio avvolto attorno alle spalle di Arturo, e con… meno forza del previsto, non sembrava il Serpeverde fosse in grado di opporre alcuna resistenza – che fosse già morto dentro? bitch, he might be –, lo ritirò a sé, stampandogli un bacio sulla testolina (bacata) color pece. «suvvia, turo, mica voglio ucciderti, puoi rilassarti e respirare tranquillamente» per dimostrargli quanto fosse facile, lo fece addirittura insieme a lui; che ottimo amico. «wendy mi ha ricordato mille volte di passare prima di tutto lì» indicò con un cenno del capo lo stand delle spille, dove lo (trascinò) accompagnò con estrema delicatezza.
    «chissà perché ci hanno dato queste spille… tu la tua dove te l’attacchi?» gli occhi del tassorosso s’illuminarono, e subito la memoria tornò al compito di educazione sessuale – al bagno dei prefetti, alla stessa voce che diceva cose simili a quella. Un’esperienza magnifica di cui ancora parlava felicemente con Mehan, altro fortunato spettatore involontario delle incomprensioni sessuali-quidditchose di Chelsey e Kain. «CAPITANO!» un bacio sulla fronte del Kellergan era d’obbligo. «sei uno splendore, davvero sexy – e anche tu, chels, mozzafiato!» si avvicinò alla rossa, ed invece di salutarla avvicinò le labbra al suo orecchio: «attaccagliela» ah!, quanto era forte la tentazione di dirle di attaccargliela sul capezzolo e vedere come andava a finire – ma voleva bene al capitano, e temeva la ragazza potesse seriamente riuscirci e fargli male. «sulle mutande.» fin troppo discreto. Si strinse nelle spalle, per poi tornare da Arturo per sistemare meglio la sua, di spilla.
    «senti. mi dispiace. ci deve essere stato un errore ma comunque adesso puoi /mollarmi/ qui e raggiungere i tuoi amici se vuoi hihihi» allorché, il De Thirteenth strinse le labbra tra loro, sollevando un sopracciglio scettico. «sono certo che ti stanno aspettando e io-» tecnicamente avrebbe anche avuto ragione, e non aveva alcun motivo per trattenersi lì con un Hendrickson triste e sconsolato: era il prom anche per Sandy, e svagarsi era la priorità. Eppure sospirò, scosse la testa; infine, posò entrambe le mani sulle spalle del ragazzo. «respira, innanzitutto.» e, dato che sembrava improvvisamente incapace d’intendere e di volere, lo trascinò fino alle bevande versandogli… qualcosa, sperava d’alcolico. «bevi» non voleva un Arturo ubriaco che si buttava in mare, ma insomma – qualcosa gli serviva. «i miei amici possono vivere tranquillamente senza di me» triste verità. «mentre tu sembri sull’orlo di una crisi di nervi, ed è mio compito d’accompagnatore casuale selezionato da qualche psicopatico qualsiasi assicurarmi tu non muoia… o non uccida nessuno, okay? vieni con me.» voleva farlo camminare? Voleva farlo riprendere? Che ne sapeva lui, lo avrebbe capito solo con il tempo: di certo, fino a che non avesse trovato qualcuno con cui si sentiva più a proprio agio, non lo avrebbe abbandonato a se stesso. «e pensa che, al mio fianco, farai ingelosire» Costas. No, una cosa per volta, già è confuso dalla propria esistenza in questo momento, non posso lanciare la bomba subito. «heather!» Nel mentre, aveva altro cui pensare.
    Perché suo fratello, andando a ballare con la sua patata (bestia, nemmeno un saluto), aveva abbandonato un cucciolo di Moonarie evidentemente confuso e turbato dalla vita in mezzo al… nulla? «ehi, joey» sempre con Turo al proprio seguito, si accostò al corvonero. «sei da solo? che succede? ah, lui è arturo – ma probabilmente già lo conosci» così, a naso.
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    fa un sacco di cose inutili
    - molesta arturo (costantemente)
    - molesta i chain
    - molesta joey
    - ??? forse qualcun altro mi sono già scordato

    vbb scusate è da una vita che non scrivo rip
     
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    joey & arci
    how to be a normal person & how to be a movie star by tj klune
    Arci giocherellava con l'anello infilato nella catenina, sguardo a vagare sugli studenti che si riversavano nella sala. Poco dopo il suo arrivo al prom si era spostato verso la domus, alle bevande e compagnia, appena la festa si era un po' riempita ma prima che gli invitati invadessero ogni centimetro di spazio, e versato qualcosa di forte in una delle ciotole (suvvia, sappiamo tutti che non era stato il primo nè sarebbe stato l'ultimo a correggere le bevande!!) si era poi dileguato nuovamente, mettendosi in un angolo, salutando con sorrisi e occhiolini i giovani abitanti del castello che rallentavano davanti a lui per guardarlo o che si fermavano a salutarlo. Aveva già beccato più di un paio di ragazzini ridacchiare guardandolo da lontano, e autostima a palla aprì leggermente la pelliccia (finta!!), mostrando un po' più di pelle. Posh non era l'unico che voleva far vedere il proprio petto, e senza paura di ripercussioni grazie al fatto che il suo capo fosse ben più svestito di lui, Arci non indossava maglietta o camicia: solo pantaloni scuri, pelliccia tigrata, corona di foglie improvvisata con un'edera trovata in serra («jeremy secondo te è velenosa?» «nnnno? non credo? boh» «se muoio ricorda che la psw sull'ouija per richiamarmi è send nudes»), la tipica collana con crocifisso a cui aveva aggiunto di recente un anello, e un sorriso sfacciato.
    Nessuno gli aveva detto di vestirsi a tema, ma lui era un ribelle e l'aveva fatto comunque - e visto che fare le tre dee del fato era difficile da solo e Ananke non aveva un outfit carino, aveva vinto Dioniso. Insomma, niente di eccezionale, ma comunque meglio del costume da cespuglio di Stiles.
    Era strano viversi la festa da quel lato. Sapere che gli eventi pensati non erano rivolti a lui, o che non ci fossero i suoi amici storici, che tecnicamente era lì per controllare che nessuno facesse cazzate, non aver potuto entrare con Aidan ufficialmente.
    Come una dodicenne, strinse nel pugno l'anello, sentendosi la gola secca al ricordo. Ancora non aveva deciso se e quanto credere alle parole del Gallagher, a quali credere, ma a modo suo aveva risposto alla promposal abusiva. Arci non possedeva cose come l'anello di Aidan, non aveva affetti passati di padre in figlio (mancando la materia prima di un padre), ma aveva qualcos'altro a cui teneva. Nascondendo il nervosismo dietro un sorriso, a lezione di Arti Oscure al grifondoro Arci non aveva consegnato solo un compito corretto, lasciando che il ragazzo, aprendo il foglio, trovasse anche la sesta carta degli arcani maggiori del suo mazzo preferito. Una carta che non significava solo amore, nonostante fosse la prima cosa che veniva sempre in mente vedendo Gli Amanti, ma che significava anche scelta.
    Anche Arci avrebbe scelto lui- sceglieva lui. Qualsiasi cosa fossero, qualsiasi cosa sarebbero stati.
    "Avrei accettato", recitava il foglietto messo insieme alla carta - carta che era inutile, da sola, come inutile era diventato il mazzo di Arci se Aidan avesse deciso di andarsene.
    mi fido che resterei nella mia vita.
    voglio che tu lo faccia.

    ...e proprio mentre ci stava pensando, eccoli lì di schiena, Costas e Aidan. Li stava tenendo d'occhio? Circa. Era geloso di Costas? Oddio, no. Come poteva esserlo? Era un sedicenne qualsiasi, sfacciato e volgare (wow, era un Arci con gli occhi azzurri e ricco, lo notava adesso), e non era che un bel viso per Aidan. Ma era geloso dell'idea che avesse potuto varcare quella porta insieme al Gallagher? Un po'.
    Come se non bastasse, girava voce Costas fosse cotto di un'altra persona. Come? Come poteva non cadere ai piedi del licantropo? Un mistero... e se ne stava pure andando lasciando !!! il grifondoro !!! da solo !!!
    Poteva Arci non approfittarne?
    Preparando un sorriso, si staccò dal muro, avanzando e avvicinandosi al Gallagher da dietro. Gli soffiò all'orecchio: «non è durato molto» schioccò la lingua sul palato, aspettando che Aidan si voltasse per guardarlo. «immagino che alla sua età non possa farne a meno» Sì, il bullismo a Costas iniziava dal fatto che fosse un gagno di cinque anni in meno (che eppure si atteggiava a figo della madonna), fategli causa.
    E niente, probabilmente tempo che riposterò costas sarà tornato.

    Cosa stava succedendo.
    «sei cattivo»
    «cosa Joey spalancò leggermente gli occhi, colto alla sprovvista. Era... cattivo? No. Ma poi perchè? No. I suoi compagni lo reputavano un buon capitano, Mac gli aveva detto che era una buon amico, i Freaks gli volevano bene.
    Sapeva quanto fosse difficile discernere il bene dal male, sapeva che una netta distinzione fra buono e cattivo neanche esisteva; che quando la gente - quando Phoebe - diceva sei cattivo, intendeva hai fatto qualcosa di cattivo... ma non capiva comunque. Non aveva fatto niente di sbagliato. Aveva persino detto di più di quanto avrebbe dovuto, dimostrando un'attenzione alla ragazza che forse solo un anno prima non avrebbe avuto; nessuno l'aveva obbligato a giustificare il proprio gesto e a dirle di non toccarlo più, ma l'aveva fatto, perchè pensava fosse la cosa giusta da fare, perchè voleva fare la cosa giusta.
    Non sapeva se sentirsi offeso per come Phoebe ritenesse le fosse dovuto un dato atteggiamento, quando finora era stato solo lui a muoversi cercando di andarle incontro - accettando di indossare abiti in cui non si sentiva comodo, provando a conversare di cose che non gli interessavano, non mandandola a fanculo - o solo... deluso. Dalla situazione, da se stesso. Era alla festa da cinque minuti, e già stava fallendo.
    E non capiva neanche come.
    «io-» «tutto okay?» alzò lo sguardo su gideon, e francamente non sapeva che rispondere al suo salvatore. Andava bene? Sì? No? Phoebe stava per piangere?? Si strinse nelle spalle, una muta richiesta d'aiuto. "Internet non ha una guida su questo tipo di situazioni?" Era stato lui a insegnargli la magia delle enciclopedia online, doveva avere una risposta pronta (anche perchè per quanto Gideon fosse un po' disadattato, capiva che i loro disagi fossero ben diversi).
    «Te la rubo solo per...un ballo!» perchè ammiccava «hai un tic all'occhio?»
    BEH follettini e follettine, qualsiasi cosa fosse accaduta, era finita! Gideon si rubò Phoebe, e Joey, rimasto solo vicino alla pista da ballo (quale? mi sono persa - e abbiamo una mappa figuriamoci senza) restò per qualche istante a guardarli, voltandosi poi verso Sorta, come lui scaricata. Forse Giden si aspettava che avrebbero comunicato ma AH! Visti gli scarsi risultati del tentativo con Phoebe (non aveva risposto nè alla sua frase positiva, nè al terreno comune), non era certo di voler tentare ancora la sorte e comunicarle, quindi annuì soltanto in segno di saluto e, a braccia conserte, tornò a guardare la gente che ballava (Barrow sapeva ballare?? Ah no ecco, non faceva affatto i movimenti di Maestro Gideon).
    «ehi, joey»
    Spostò lo sguardo più rapidamente di quanto avrebbe voluto, sentendosi già meglio vedendo un viso conosciuto. Non era neanche così strano vedere Sandy vestito a quel modo: l'aveva visto conciato in modi peggiori, e non a feste... il che rendeva la sua apparizione ancora migliore. Quasi pregò iniziasse a raccontare l'ultima puntata de Il segreto o si mettesse a parlare a vanvera di questo e di quello «sei da solo? che succede?-»
    !! TRIGGERED QUESTA LA SAPEVA «Dov'è Bugo??» sorrise soddisfatto, come a dire "sono stato bravo, no?". Ah, grazie internet che hai una risposta a tutto!
    «ah, lui è arturo – ma probabilmente già lo conosci»
    «sì» davvero sandy non credeva conoscesse l'hendricks?? o era per fare conversazione??? «gioca a quidditch» spiegò, come se fosse sufficiente ciò a spiegare perchè lo conoscesse (e lo era), e stava poi per cercare nella testa un esempio di conversazione ("Ti saresti mai aspettato tutta questa pioggia?" "Il mio gatto ha sputato una palle di pelo enorme!"), quando si ricordò che era Sunday; Tredici lo conosceva da due anni, e non aveva bisogno di essere chi non era con lui. Quasi sospirò di piacere, rilassandosi.
    «da che cazzo sei vestito?» ah, e non aveva neanche bisogno del filtro PG13. MAGICO!!! «siete usciti di corsa e avete scordato la camicia?» aspettò la risposta, ma aveva già pronta la prossima domanda - che non c'entrava niente -, con tanto di sopracciglia aggrottate. «sun, pensi che io sia cattivo?»

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    madonna non so scrivere non dovrei farlo a questo'ra

    - arci parla a aidan

    - joey parla a sandy e arturo
     
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    PERSES SINCLAIR
    there are some things that money cannot buy, like intelligence & class
    Perses Sinclair aveva la morte nel cuore.
    Non in generale – cioè, anche –, bensì era una sensazione che si era notevolmente accentuata quando aveva incontrato lo sguardo fin troppo brillante e arzillo della sua compagna. Perses aveva il Fiuto per quelle strane creature cui piaceva parlare ininterrottamente, quelle che lo facevano dannare e rinnovare il proposito di fare l’eremita e andare a vivere dai monaci buddisti in Nepal: o forse avrebbe dovuto rasarsi i capelli?? Aveva appena cambiato idea. Avrebbe comprato una dannatissima intera isola #cos
    Precisiamo, il Sinclair non aveva nulla contro Vin! Gli era bastato uno sguardo per rendersi conto che sarebbe stata dEgNa della propria bionditudine, e uao, i vestiti non contrastavano neanche troppo, dettaglio che un esteta come lui non avrebbe altrimenti potuto non notare. Anche un cieco avrebbe visto che la ragazza era bellissima, elegante e… gentile??? Ma… parlava (ed era il problema principale che lo metteva in conflitto con il resto degli esseri umani dotati del linguaggio ihih, comunicare a gesti sarebbe stato così bello, un sogno.). E pure tanto, come ebbe modo di constatare fin dal primo, sofferto secondo di profonda e intensa realizzazione che la compagnia sarebbe stata più movimentata del previsto.
    Oltre a istigargli pensieri da dissennatore, però, Melvin l’aveva lasciato da subito PERPLESSO. Era contenta di essere capitata con lui?? non conosceva il suo carattere Sapeva che lui era magnifico, maestoso e principesco, ma calmiamoci!!1! Era abituato agli ignorantoniH che non capivano il suo valore, Perses. Ma forse, come comprese poche frasi dopo – perché era pur sempre un rampollo dell’aristocrazia e non era nuovo a certe avances falzzze –, il valore che aveva intuito la Diesel era quello del conto alla Gringott. Comunque, per Pers quella non era certo una motivazione sufficiente per prenderla in antipatia o snobbarla come solo Perses Sinclair sapeva snobbare: again, era un gentleman con fiocchi e controfiocchi, quindi le aveva fatto i complimenti per il suo aspetto – era evidente a chiunque che se li meritasse, comunque!! – e, leggendo ciò che la bionda aveva scritto sullo “specchio magico”… eh, abbozzato un sorriso sempre alla Perses, che implicava un bizzarro e non identificato stiramento degli angoli delle labbra a formare una smorfia che poteva somigliargli vagamente. A ognuno i propri talenti: nel duo Sinclair-McPherson, Gid era quello che sorrideva come se gli avessero messo delle mollette da bucato ai lati del viso e lui quello che guardava male, punto.
    La doveva assecondare? Abbassò lo sguardo chiaro e rassegnato (a cosa? Alla vita) sull’altra, e vide quanto era felice. Poteva rovinare la sua contentezza? La doveva assecondare. Aveva un cuore di ghiaccio, Perses, ma – ahimè – CE L’AVEVA. Il surriscaldamento globale stava rovinando anche lui, ecco perché era un ambientalista e prendeva gli shampoo non testati sugli animali cruelty free #wat. «sei un reale?» Mo’, non esageriamo. «Aristocratico,» rispose, stiramento di labbra sempre presente, mentre le porgeva il braccio e lei, senza tante remore, lo trascinava in sala. Chissà se con quella risposta aveva firmato la sua condanna a morte. «sei mai andato a Buckingham Palace?» Che domande, tsk. «Certo.» Ma perché, secondo lei la regina Elisabetta era ancora viva così a caso? Avrebbe campato quanto Nicolas Flamel, la vecchia volpe – simpatica eh, assolutamente –. «prendi davvero il tè alle cinque?» «Immancabile.»
    Era già esaurito. Ma dai, forse si sarebbe ricreduto ihih. «Belli i concerti,» disse deadpan. Li odiava. «Oro vero? Non penso.» «Sì, chiamami pure Pers.» meo deo. Approfittò di quei due (2) minuti di silenzio contemplativo per guardarsi attorno, pur seguendo il tornado biondo cui era attaccato. Intravide la McPherson peste che avrebbe accuratamente evitato per le seguenti ore e non solo, e altri come Amalie (una Trilli graziosissima!) e un’accuratissima Nyx (la Winston?? Sì). Non avrebbe mai dato la soddisfazione di ammetterlo al comitato, ma quell’anno si erano proprio superati – però la fregatura c’era sempre, e per poco la sua entusiasta compagna non era finita in acqua. Che poi non aveva la certezza avrebbe bagnato davvero, ma non era suo interesse rischiare. «ke eroe.» Un’altra morte interiore, incrociando l’occhiata stucchevole di Melvin.
    ….
    ……..
    …………….
    Gli aveva dato………. Un bacino sulla guancia. Rimase in silenzio, immobile, sperando che il momento passasse presto e se ne sarebbe dimenticato presto. Non era Vin Diesel, il problema: era il contatto fisico. Si aspettava una reazione? No, stavolta era più forte di lui. Ma ancora una volta, stay cool.«come mai sei venuto da solo? il Titanic aveva impegni stasera?» Mmmh, cosa doveva rispondere? Qualcosa che confondesse e cambiasse discorso. «Ci sono ii livello rimandiamo.» betta: Cosa? Cosa. La foto ci stava, suvvia. «D’accordo.» Anche perché erano effettivamente bellissimi, sarebbe stato un peccato non immortalare tutta quella beatitudine. Si misero a cercare l’allestimento per le foto, e nel frattempo il suo sguardo segretamente da ciatella vide Cose: il McPherson che ballava con la Campbell – e fin lì niente di strano –, e la sua ex ragazza entrare accompagnata da nientepopodimeno che Charles. Assottigliò lo sguardo, cercando di capire se quei due fossero un’accoppiata che li convincesse o meno(??). Trovato il vascello giusto, e siccome Perses aveva seriamente il terrore di dover subire un attacco di isteria nel caso di tuffi non voluti, tenne delicatamente Vin per il braccio, aiutandola a salire senza sbilanciarsi. Era psicologicamente pronto al photoshoot. (ci sono già jane e callie a fare le foto?? Sì no?? Nel dubbio:) «Salve.» Rigido e regale come poki.

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    "RAGAZZI, SONO VERAMENTE EUFORICO!!!"
    La ragazza si girò verso dustin, felice di vedere sul volto dell'amico la stessa espressione entusiasta che era certa fosse stampata anche sul proprio, di viso. «ANCHE NOI!!!» Quel tipo nello schermo le stava così simpatico!! Appariva almeno una pagina su due aperte, ribadendo ogni volta quanto fosse euforico ed iniziando ad elencarne i motivi: puntualmente lei e dude gli spiegavano di star cercando delle idee per gli abiti del prom, promettendogli che sarebbero tornati più tardi a dargli l'attenzione che meritava.
    Harper Hale, prima di quel giorno, non sapeva che il computer fosse così divertente: certo, in corso d'opera c'erano stati momenti.. complicati («MA COSA HAI SCHIACCIATO??» «NON LO SO????» «MA È...» «NUDAAA CHIUDI CHIUDI CHIUDIII» «PERCHÈ IO PERCHÈ IO PERCHÈ IO???? AAAAAAA» «AAAAAAAAAAAA») ma per il resto, la loro ricerca stava procedendo piuttosto bene. Quasi: nessuno dei due, prima di quel pomeriggio, era a conoscenza dell'esistenza di divinità più antiche, un tempo venerate e non considerate eresia, dato che nel far west ovviamente si parlava solo di nostro signore gesù e di arci dio. Invece quello delle divinità antiche era un mondo così bello!!! Molto complesso, certo - con tutti quei nomi e quegli intrecci: la hale era cresciuta in un'epoca senza beautiful e soap opera varie, quindi non era abituata a tali livelli di complessità - ma stava facendo del suo meglio per capirci qualcosa.
    «Potremmo fare.. questi, guarda: pan e dafni!!» La statua che li raffigurava era così ben fatta, e poi pan era per metà capra!!! Sarebbe stato il vestito perfetto per dustin, visto anche il modo in cui aveva fatto il promposal ad harper.
    «BELLi, MI PIACCIONO!!» solo a quel punto però, osservando con più attenzione la statua, si accorse che.. «ma sbaglio o quello è un.. coso» non ne aveva certo mai visto uno dal vivo, nè in foto (era un'anima pura ed innocente!!!!!) ma... lei di certo non ce l'aveva tra le gambe, quindi aveva fatto due più due «ma no!! ho letto che dafni è una femmina!!!» e poi effettivamente aveva un volto femminile, e due tette che harper si poteva solo sognare «ma sì, allora lo scultore si sarà sicuramente confuso!!» plot twist: dafni era davvero un maschio. Ma questo harper non lo sapeva, e comunque nello scegliere poi cosa indossare fece molta confusione tra lui e dafne, arrivando a metter insieme un costume che era un mix tra ninfa dei boschi e pastore (con tanto di bastone e bisaccia legata in vita). Di suo invece aveva aggiunto al mix un'arpa in miniatura (attaccata sulla sommità del bastone) dato che, anche se «dafni non suona il liuto?», lei aveva scelto di cambiare dato che «io mi chiamo harper, quindi è più carino avere l'harpa!»

    «e comunque hunter mi fa battute sul suo flauto, digli qualcosa vik» «AAAAAAAAAAAA» si pentì subito di essersi avvicinato allo specchio prima del tempo e non aver atteso il suo turno: mai nella vita avrebbe voluto sentire quelle parole uscire dalla bocca del fratello, così come gli veniva da piangere ogni volta che hunter faceva quelle battute. Quindi mani a tapparsi le orecchie, corsetta tattica all'indietro e «lalalaaaa non ho sentito nienteee pokèmon, gattini, penne colorate e gelato alla vanigliaaa» perchè sì, pensare a ciò che lo rendeva felice era un buon metodo per ritrovare la calma.
    Per quanto possibile: behan tryhard non raggiungeva livelli di stress così alti dall'ultima partita di quidditch, quando era arrivato a valutare concretamente la possibilità di prendere in prestito un po' di soldi da phobos e, insieme a suo fratello, scapparsene in messico e far ritorno solo molti anni dopo, quando entrambi sarebbero stati al sicuro dalla vendetta delle rispettive squadre (aka: mai. sarebbero rimasti a vender tacos e ballare a suon di maracas per sempre) Dopo esser sopravvissuto a quella partita credeva di aver ormai affrontato il peggio, e invece: il ballo lo stava mettendo ancora più in crisi, e di certo non aiutava il fatto che i MAGO fossero ormai arrivati e il suo destino in bilico sul filo di un rasoio. Piangere non era servito, studiare ancora meno: era condannato.
    Si era illuso che far parte del comitato l'avrebbe aiutato a gestire un po' meglio l'ansia, e che entrare in sala grande sapendo a cosa sarebbe andato incontro l'avrebbe aiutato, ma troppo tardi si era accorto in realtà di esser stato un ingenuo: sapere cosa il comitato del prom avesse in serbo non aveva fatto altro che peggiorare le cose. L'unica cosa che era riuscito ad ottenere, nel corso dei preparativi, era stata la concessione di un piccolo tavolino, vicino a quelli del buffet, pieno di fazzoletti d'emergenza: si augurava vivamente di no, ma sapeva che persone come lui, narah e mac, durante il corso della serata, forse ne avrebbero sentito il bisogno.
    Attese con pazienza la fine del turno di meh, e poi quello di nicky: sapeva quando la ragazza avesse bisogno di sfogarsi, e magari un parere esterno alla vicenda le avrebbe fatto bene!!! Per qualche oscuro motivo, la winston non sembrava esser stata convinta dalle rassicurazioni di beh sul fatto che «ma quale "sks ti vedo solo come un'amica", è palesemente C-O-T-T-A!!!! Ma tutte le ore passate a vedere rom-coms non ti hanno insegnato nulla???» quindi gli restava solo da sperare nel fatto che, se lo stesso messaggio le fosse arrivato da viktor, magari a lui avrebbe creduto. Ma il suo autocontrollo non durò molto, e dopo qualche minuto alla fine cedette a «nii/iicky, ma hai finito di importunare Viktor??» visto che «È il mio turno di farlo VIKTOR COME STO» si posizionò davanti allo specchio, alle spalle dell'amica, facendo una bella piroetta in tutta la sua (non) grazia così da dare al ragazzo una visione a 360º del suo outfit «SONO THOR!!!» anche se confidava nel fatto che i capelli biondo platino - eh sì, tutto merito di eddie, dell'acqua ossigenata e del lavandino nel retro del BDE - il mantello rosso e il martello - di plastica, obv: non ce l'aveva mica la forza per andare in giro con uno vero - fossero abbastanza esplicativi «e guarda un po'!!!» tirò indietro il mantello così da render visibile spalla e braccio destro: sembrava enorme, con bicipiti degni da far invidia a morley peetzah. Ovviamente non erano frutto delle ore passate ad esercitarsi sul palo di pole dance, nè di una ferrea dieta fatta solo di steroidi (?), ma «tutta imbottitura!!! ma non sembra, vero??» cioè era stata un'idea geniale!! e così, anche in caso di cadute o botte accidentali a spigoli (?), avrebbe evitato di farsi del male «fanno anche da salvagente, in caso scivolassi in acqua!!1!» aveva proprio pensato a ogni possibile tipo di inconveniente!! «in AcQuA?!?» e solo a quel punto, notando l'espressione confusa di nicky, si rese conto di aver fallito: settimane passate a soffrire e sforzarsi al meglio per non lasciarsi sfuggire nulla, così da non rovinare la sorpresa agli amici, ed eccolo lì che sbagliare, a meno di un'ora dall'inizio del prom «....spoiler?» e vabbè, era andata così.

    Guardava con interesse la spilla presa dal tavolo vicino all'ingresso, ora appuntata sull'abito, all'altezza del cuore «secondo te a cosa servono??» perchè illudersi che fosse solo un gadget ricordo del ballo era una bella fantasia, ma sentiva che c'era di più. Era terrorizzata? Certo che sì, per chi l'avete presa!! Ed il fatto che suo fratello non fosse ancora arrivato non faceva altro che aumentare la sua ansia: si era separata da lui poco prima - perchè ovviamente era andata a chiedergli aiuto per prepararsi!! non poteva mica farcela da sola - e sapeva fosse da qualche parte in attesa del suo cavaliere, o a far attender lui, e che di lì a breve sarebbe arrivato, ma ciò non toglieva il fatto che harper si sentisse tremendamente fuori luogo. Certo, l'ambientazione un po' aiutava a farla sentire a suo agio - la natura lo faceva sempre - e vedere così tanta acqua attorno a sè la rincuorava - in caso di incendio non voluto, quella sarebbe stata la sua ancora di salvezza (?) - ma era comunque una festa: troppe persone e tutte insieme, troppa musica, troppo tutto. «vogliamo...» almeno spostarsi dalla capanna delle spille, ma non sapeva dove sarebbe stato meglio: era pieno di persone ovunque. Alcune comunque le aveva persino salutate, era stata brava!!!! (Ciao reggie, ciao jane!!!) «..acqua?» e solo dopo averlo detto si accorse che no, non sarebbe stato socialmente accettabile farsi un bel bagno lì davanti a tutti solo per stare lontani dalle persone il più possibile «da bere, dico» sì, certo. Comunque chissà: forse buttar giù qualcosa di diverso dall'acqua sarebbe stato d'aiuto???

    «MA COME SIETE BELLI!!!! DUE PERFETTI EROI DELLA DC» Se solo quella voce non fosse stata così familiare, a Beh sarebbe venuto un colpo: nemmeno il tempo di entrare e già il conteggio degli infarti saliva ad uno? Fortuna però che il tryhard la conosceva, ed era piuttosto abituato a quando le parlava senza farsi vedere «della marvel, dai jess!!!! ma come fai ancora a non distinguerli???» cioè assurdo, e dire che di lezioni gliene aveva fatte tante: nemmeno beh era così fan dei supereroi, ma perlomeno le basi «comunque AWWW GRAZIE!!! Anche tu sei bellissima, ne sono certo!!!!» Non gli serviva mica vederla per saperlo! Ah, si rese conto troppo tardi che per ty non era una cosa normale vedere beh parlare al vuoto, nè esser approcciati da un fantasma nella sua forma trasparente «scusa ma NON VI HO PRESENTATI!! Jess, lui è ty» anche se sospettava che alla goodwin non servissero presentazioni: sicuro ne sapeva già vita morte e miracoli «ty, lei..» agitò le braccia davanti a sè, non certo di dove indicare (?) «è jess, la mia amica fantasma!! te ne ho parlato, ricordi?» o forse no, del resto nessuna persona sana di mente - ad eccezione di quei santi dei losers - lo ascoltava sul serio quando iniziava a blaterare e parlare a raffica. Poi si avvicinò all'orecchio del ragazzo ed, a bassissima voce, specificò che «non è sempre così: di solito si fa vedere. ma forse oggi non le andava perchè non è vestita» «BEH! GUARDA CHE TI SENTO!!!» MA AVEVA ANCHE L'UDITO SUPER???? «e comunque sono vestita, okay che sono uno spirito libero ma andare senza vestiti in una scuola piena di ragazzini sarebbe sbagliatissimo!!» .... ma cosa aveva capito. «INTENDEVO SENZA COSTUME A TEMA!!!!!! MICA SENZA VESTITI IN GENERALE!!!!!!!» Ma perchè, perchè doveva sempre andare così??? Aveva terrorizzato Ty ancora prima di entrare, perfetto: sicuramente si era pentito di aver detto sì al suo invito. «Aaaaah, ma vedi che non ti sai esprimere?? Ty, se dirà qualcosa che non capisci o di imbarazzante, sai cosa puoi fare? Batti a terra tre volte il piede e poi fischia» ??? «sarà il nostro segnale, ARRIVO IN TUO SOCCORSO!!!» «MA NON..-» «ORA DEVO ANDARE A CONTROLLARE COME SE LA CAVA LA MIA SORELLINA!!! Ma hai visto che sta con Carletto?? Mi fido di lui, ma per sicurezza ho fatto promettere a phobos che se le farà versare anche solo mezza lacrima allora lui lo mette in punizione per un mese e gli toglie la paghetta per un anno» ???? Loro padre ascoltava davvero i consigli di jess??? E riusciva a farsi convincere da lei???? Evidentemente era proprio un problema di famiglia #cos Quando sentì i passi della ragazza allontanarsi (perchè facesse così tanto rumore era ancora un mistero), si girò verso ty «e questa era jess» sapeva che, per chi non la conosceva, era.. tanto «è fatta così» A quel punto offrì il braccio al ragazzo - solo per fargli sentire i muscoli finti, mica per altro!!1! «entriamo?» se si sentisse pronto?? assolutamente no.
    Ma dentro c'erano i suoi amici quindi non sarebbe potuta poi andare così male!!!!
    18 y.o. | 17 y.o.
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    cose pre-ballo inutili (?)

    - Harper saluta Reggie e Jane da lontano
    - e propone a Dustin di andare al tavolo delle bevande

    - Beh ( e ty) parla con Jess e poi niente, entra nella sala ????
     
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    Hunter Oakes
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    “Perché non ti vesti così pure quando siamo a letto? Mlmlml.”
    Hunter, deadpan, fissò lo specchio comunicante per qualche secondo, resistendo alla tentazione spericolata di sollevare gli occhi al cielo e chiudere lì la chiamata (bastava abbassare lo specchio???). Viktor non si rendeva conto che c’erano dei bambini?!? Cosa avrebbe dovuto dire a Behan? Non aveva fatto in tempo neanche a coprire le orecchie di Nicky! Erano troppo pudici per certe immagini! Meh, poi, avrebbe potuto avere strane idee da mettere in pratica con Erin e quella non era serata!!! Avevano un compito, una MiSsIoNe!1!1!!!
    “Perché preferisco restare nudo.” Rispose abbassando la voce, in modo tale da non essere a portata di Losers ma sempre ben udibile al francese. Le labbra del Caposcuola si tesero appena in un sorriso quando vide gli occhi del Pirocineta allargarsi un pochino, la mano al petto e l’espressione fintamente shockata che, presto, si era tramutata in ghigno. Prima che potesse dire qualcosa, qualsiasi cosa che potesse compromettere il già precario equilibrio del Corvonero, questi cambiò sapientemente discorso, tornando ad affrontare questioni che richiedevano la massima priorità: “Come sta Vitya?” Il loro piccolino, la loro pallina pelosa, il suo primo e ultimo pensiero. Era passato quasi un anno da quando aveva salvato quel trovatello e, da quel momento in poi, era l’unica creatura nell’universo capace di farlo sciogliere un pochino, di allentare la tensione e lo stress accumulati dall’inizio del suo settimo anno. C’erano tante, troppe cose irrisolte nella sua vita, ma il musetto del loro gattino era capace di spazzar via tutto quanto. Hunter era consapevole di essere stato un padre terribile, tuttavia, sapeva anche che lasciarlo in affido a Viktor fosse la scelta migliore per entrambi.
    “Aaaawwww” fu tutto quello che di sensato riuscì a dire quando l’ex Grifondoro prese in braccio il felino, il mento poggiato sulla mano in adorazione. “Pensi che approva anche lui l’abito che ho scelto per il ballo?” Domandò allo Special facendo un passo in dietro, mostrandosi in tutta la sua altezza – quindi un po’ di passi indietro -, lasciando che V(iktor)ytia lo osservasse per qualche istante.
    Era un abbinamento semplice, dettato più dal fatto che non volesse essere lì e, al contempo, dalla coscienza che gli impediva di rovinare quell’ultimo prom ai Losers. La camicia bianca aperta sul petto gli ricadeva morbida sui fianchi, i pantaloni larghi davano un po’ di movimento e l’illusione non avesse due stuzzicadenti al posto delle gambe e gli anfibi in pelle di drago davano quel tocco di vissuto ma non troppo che andava a completare l’opera. Ci era voluto più del previsto, ma era riuscito a trasfigurare un bastone nella fedele riproduzione di excalibur (aveva divorato mezza biblioteca per avere davanti il design finale) e la corona di King Arthur tra le dita. “Avrei voluto vederti nei panni di Merlino.” Sospirò riprendendo lo specchio tra le mani, il sorriso che si andava leggermente a spegnere all’idea che fosse l’unico Losers senza la giusta metà. “Mehan ancora non lo sa, ma ho il boomerang dell’amicizia con me. Appena si avvicina ad Erin – o pensa di farlo – lo farò tornare sulla retta via. Ci pensi??? Halley e Willow al ballo insieme! Potrebbe accadere di tutto!!! Spero non ci siano gabbie con animali. Ho ancora i war flashback. Però, alla fine, è stata carina. Terribile tutto l’anno, avrei voluto incantarle la scopa per farla sbattere contro uno degli anelli e averla sotto i ferri in infermeria, ma non voglio che questo influenzi la sua amicizia con Halley. Male che vada la chiudiamo in una stanza rosa con unicorni e glitter, così, per farla impazzire. E poi Nicky!!! Che ha fatto la playlist con le cover dei 404!!! Credo possa svenire da un momento all’altro. Capisci perché mi serve Mehan??? Devo avere occhi ovunque. Anche su Beh.” soprattutto su Beh. Ormai la sua vera compagna era la sfiga e c’era poco che Hunter potesse fare in merito.
    Quando si sentì chiamare - e in maniera piuttosto insistente -, segno che ormai erano quasi tutti pronti, le sue iridi si incupirono leggermente. Non era pronto all’idea di chiudere quella conversazione. “Avrei dovuto invitare Charles.” No, non perché Mehan non gli piacesse come accompagnatore, tutt’altro! Aveva grandi piani di spionaggio per la serata, ma “Avremmo potuto stordirlo, rinchiuderlo in un baule fino alla fine del ballo, strappargli qualche ciocca di capelli e farti bere una polisucco.” Perché ormai erano dei criminali in erba. “… Almeno saresti stato qui.” Il pollice sfiorò con delicatezza la superficie riflettente lì dove c’era il volto del Pirocineta, un sorriso amaro a spezzargli le labbra e un mi manchi non detto che aleggiava nel silenzio che aveva seguito le sue parole. “Ci vediamo presto, ok? E non dare troppi croccantini a Vytia!”

    ***


    “Cos’è quella cosa sulla testa di Willow?” Avvicinò Meh a sé per permettergli di vedere meglio. “Ce l’hai il binocolo?” Continuò assottigliando gli occhi, mentre si appuntava la spilla al petto per poi armeggiare con quella del Grifondoro. Oh, uno non faceva in tempo ad arrivare al ballo che “Tieniti pronto ad attivare la modalità psycho.” sì, quella senza shipper. Per ora. Perché se c’era una cosa di cui era certo, era che nessuno quella sera avrebbe rovinato il ballo ai suoi amici, a sua sorella e alle ship del Tryhard. “Behan, eXpLaIn.” E no, non era una richiesta, quando più una velata minaccia. Perché, davvero, cosa stava succedendo? Perché si erano illuminati gli occhi di Willow? COSA C’ERA SCRITTO SU QUEL FOGLIO!? “è prevista una caccia al tesoro?” domandò al Tryhard Tassorosso, curioso di capire se i neuroni delle Hallow fossero già in corto circuito come al solito. “Dobbiamo tenerle d’occhio.”
    Ma il fato era un po’ burlone, o ubriaco, e l’arrivo di Eugene Jackson, così come la pacca sulla schiena, lo scombussolarono un pochino. Come ci si comporta quando sai chi è tuo padre ma quest’ultimo non sa di essere tuo padre? Che doveva fare? Oltre che morire, si intende. “Ah. Ah. Ah. Grazie.” Sorrise appena, sempre un po’ morto dentro, evitando di commentare l’assenza di indumenti sul corpo del professore di Arti Oscure.
    Doveva bere. “Dobbiamo bere.” E perlustrare l’ambiente per accertarsi non ci siano soggetti ostili. “Mehan, ti voglio carico.” Di cosa, non è dato saperlo.
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    Edited by Messier_43 - 31/7/2020, 14:10
     
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    I will defeat you with the power of friendship and this gun i found
    «Mia nonna è molto credente, sai?» Ciomp. «Cfede nel pafadiso dopo la mofte!!» Gnam gnam. Inghiottì il boccone del tacos e, giusto perché era il prom e non voleva sciokkare troppo Gay con la sua dirompente (grettezza) mascolinità, aveva avuto l’inconsueta accortezza di utilizzare un fazzoletto, mazza sottobraccio a sporgere dalla propria magra figuretta e rischiare di tramortire qualcuno ogni volta che si girava per guardare il Beckham e poi tornava a caccia di altre cose da mangiare. «Mamma mia che buono ODDIO ASSAGGIA QUESTO!!! Si chiama borek, è un cibo da street food turco ed è B U O N I S S I M O. Non te ne pentirai.» Era ignorante su un sacco di argomenti, Hazel, ma non sul cibo. Riprese a mangiare con gusto, alzando la manina per salutare da lontano Chelsey, stupendissima vestita da dea della guerra. Però, che gnocchetto pure Kain!!! Tornò a concentrarsi sul proprio accompagnatore. «Tu credi nel paradiso? Se fosse soggettivo, per me sarebbe esattamente questo buffet, ma lungo chilometri e chilometri.» Sospirò sognante, perché se ad altre ragazze venivano gli occhi a cuoricino per la propria crush, a lei veniva per tutte quelle cose ottime con cui riempirsi lo stomaco.
    Purtroppo, anche il suo aveva un limite, di stomaco, e dovette a malincuore staccarsi rivolgendo a Gaylord un brillante sorrisone. «Mi sento moooolto meglio, tu no? Ti è piaciuto il borek?» Ora che ci pensava, chissà se Gay era vegetariano. Be’, troppo tardi. Sarebbe stata la sua punizione per aver provato a ucciderla col blush. COMUNQUE. Lo trascinò dal braccio via col vento, ovunque li portasse il kuore, e il kuore li portarono a molestare la hallow. Gideon le aveva detto che si era improvvisato stilista per Will e, pur non dandogli corda – non è vero, l’aveva tartassato e stressato cercando di convincerlo a vuotare il sacco e dirle come si sarebbe vestita, perché la moda non le interessava ma i costumi erano divertenti –, era stata davvero davvero curiosa di vederla!! E poi dai, Willow e Halley, con la confessione della prima sul campo da Quidditch???? POESIAAAAA l’unica dichiarazione d’amore che Hazel avrebbe mai accettato, prima di capire che non era per la sua mazza ma per lei (cosa). Le shippava tantissimo ed erano «BELLISSIME, CIAO!!!! Come va MLML?» Wink wink, molesta come pochi. Sperava in tanti limoni alla fine della serata, e non quelli spremuti nelle caraffe al buffet. Troppo su di giri, non fece caso alla lettera che la mora aveva in mano e, sempre con Gaylord se l’altro non avesse voluto trattenersi con le due, proseguì a zampettare allegramente in quella che sembrava proprio l’Antica Grecia con elementi miste di altre mitologie e popolazioni che non si curò di inquadrare realmente. Sapeva solo che le navi erano bellissime, la sabbia pure – VOLEVA UN BALLO CON GID SULLA SABBIA!!! Uno dei pochi momenti in cui lasciava che il ragazzo la toccasse ihih –, il boschetto misterioso in cui stava entrando Costas e un’altra ragazza pure. C’era pure l’illusione del sole, ed era così suggestivo! Non era tagliata per quelle cose, la McPherson, ma pareva davvero una favola, anzi, un parco giochi a tema!! Col naso per aria a guardare la vela di uno dei velieri, sbatté contro un petto. Si girò. Rettifica: un petto nudo. Alzò lo sguardo, perché era nanetta fuori e dentro. Era Beh Posh. «Ops, scusa!!1!» Accanto a lui c’era Fitz, bianchissima da capo a piedi #wat «Non ho idea di chi siate ma siete fikissimi, ciau!!!!»
    Tra le tante interazioni che stavano avvenendo, Hazel aveva appena finito di assistere a quella che non avrebbe dovuto vedere. Grande, grandissimo sbaglio: Joseph Moonarie che spingeva Phoebe con una noncuranza totale e… cos’è, voleva tirare fuori il coltello/spada/qualsiasi cosa che aveva con sé? CoooooOOOOOSA. Aveva gli occhi fuori dalle orbite, la McPherson, che sì era manesca ma finiva nelle risse di comune accordo o perché l’altro se l’era mErItAtO. No no no no no. Phoebe era sua amica, e nessuno doveva trattarla così AL PROM, E SENZA CHE SE LO FOSSE MERITATO DAVVERO. (inoltre, Joey era capitano della squadra nemika: eh, cosa che per Hazel aveva decisamente importanza). La conclusione non poteva che essere una: «Io lo ammazzo.» La piccola schiaccianoci ci vedeva rosso, e purtroppo non pensò ad avvisare Gay, ma partì alla carica come un toro senza badare a niente e nessuno, ma solo aalla sua vittima Joey, e purtroppo fece in tempo a udire il suo «sun, pensi che io sia cattivo?».
    «Oh, di certo sei stato un colossale stronzo Per fortuna Gid aveva portato via la ragazza – AW, quelli erano i momenti in cui avrebbe ammesso ad alta voce che gli voleva un mondo di bene –, non voleva rovinarle la serata. A proposito, cos’è che le aveva detto Gideon, sul mantenere la calma? “CONTA FINO A DIECI GNEGNE”. Ma ovviamente, con grandissimo piacERE: un pugno, due calci, tre testate, quattro ossa rotte… uao, si sentiva una persona nuova. Era pazza una bestia, Hazel, non importava se ora aveva il maledetto mascara sulle ciglia #acaso. Si avvicinò minacciosamente (“ho un tacos nello stomaco e non ho paura ad usarlo” “??”). «Prima di tutto, sei un vero B I F O L C O.» (Narah sei tu?) (l’offesa pesante l’aveva già detta) «Quasi niente ti dà il diritto di spingere una ragazza – una mia amica – in quel modo, senza neanche assicurarti che non si faccia male, e pure minacciare di usare un’arma.» INSOMMA??? Ora, era noto che il capitano Corvonero avesse un caratterino particolare, MA «Phoebe non ha fatto nulla di così grave, tu SI!!! E CI RIMANI MALE PER IL “CATTIVO”?» No, Hazel non avrebbe mai creduto che Phoebe dicesse sul serio, se non per la tristezza del momento. Che voglia di prenderlo a testate, erano pure più o meno della stessa altezza ihih. Modalità rissa mode ON. Recuperò da sotto l’ascella (cos) la propria mazza, puntandola contro il ragazzo. «Sai Moonarie, nella vita contano più i gesti che le parole. Ad esempio, ti farebbe più male un “cattivo” o queSTA SECCA IN TESTA? MH?? EH?????» Lo punzecchiò con la mazza (mlml) nello stomaco, pericolosamente rossa in viso.
    Qualcuno la fermi, GAY DOVE SE(Y)I.

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    - parla con gay
    - saluta la hallow
    - saluta fitz e posh
    - vede la scena tra joey e phoebe e si irrita LEGGERMENTEH
     
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    @ Adalbert

    "hai occhi come lapislazzuli
    e mi chiedo che gusto hanno i tuoi capezzoli
    i tuoi capelli sono come come paglia
    non mi spiacerebbe con te infrattarmi nella boscaglia.
    vorrei smontarti tutto come un bambolotto
    se ti va, vieni con me nel bosco e vedi come ti f-

    la poesia non fa per me ma l'invito resta xoxo
    un ammiratore segreto"

     
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    Amalie Shapherd
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    «vuoi ballare?» interdetta per un attimo, la shapherd si mise a valutare le possibili spiegazioni, e cioè che a) barry aveva riposto poca fiducia in euge, phobos e nella loro capacità di correggere furtivamente il punch senza farsi beccare da anje e, con la paura di restare a secco durante la serata, ci aveva dato dentro con gli alcolici prima di andare a prenderla o b) aveva ricevuto minacce da parte del parentado vario della shapherd (+ erin) e, per paura delle ripercussioni - ce la vedeva una maeve a presagirgli un futuro tempestato di scadente ad incantesimi per tutto il resto della sua carriera scolastica - aveva preferito invitarla a ballare ancor prima di costringere lei ad implorarlo per un solo ballo, come invece la ragazza aveva dato per scontato sarebbe successo o infine c) i membri del comitato del ballo avevano trovato un modo per ricreare gli stessi fumi che inalava l'oracolo di delfi, e quella scena era solo frutto della droga sua fantasia. In ogni caso, lei quella musica così.. attiva non sapeva proprio ballarla! Aveva dato per scontato che avrebbe provato a portare barry in pista sulle note di una canzone romantica dove ballare abbracciati... ma come poteva dirgli di no??? Il semplice fatto che gliel'avesse chiesto era un miracolo, e sapendo quanto fosse così poco da lui non poteva certo farsi sfuggire una simile occasione, o farlo rimaner male dicendo di no!!! Si girò verso la pista da ballo, per vedere chi fosse già lì a muoversi a tempo di musica, e notò subito gideon e phoebe che ball.. «un attimo» aveva abbassato la guardia per circa cinque (5) secondi e si perdeva cose fondamentali???? «phoebe sta ballando» ma c'era un problema «dov'è bugo joEY???» ovviamente anche il radar di barry si era attivato - lei e gli sturphy erano stati degli insegnanti perfetti ♥︎ - e ancor prima che finisse di chiederlo, il ragazzo aveva già fatto dietrofront e la stava trascinando dove poco prima avevano salutato il moonarie. Questa volta però non era più impegnato in discorsi imbarazzanti sull'HIV, ma al suo fianco c'erano SANDY (!!! era proprio come suo fratello: ci metteva tempo a donar gioie ma, quando lo faceva, era bellissimo ♥︎) arturo e... «..hazel?» lanciò un'occhiata confusa barry: era strano vedere chiacchierare lì con loro la mcpherson, anche perchè non credeva di averli mai visti prima insieme?? capì subito che c'era qualcosa di strano - anche a giudicare dall'espressione di turo e sandy, e di gaylord a cui mancava solo una ciotola di popcorn in mano, ma che sembrava a tutti gli effetti un telespettatore di live non è la d'urso - da subito, ma non appena arrivarono più vicini si rese conto che la situazione era ancora più grave. «..farebbe più male un “cattivo” o queSTA SECCA IN TESTA? MH?? EH?????» oh boi
    Se solo fosse stata un minimo più egoista, la shapherd avrebbe lasciato i ragazzi in balia della furia della mcpherson: meglio ballare e rendersi ridicola davanti a tutti (perchè non sapeva farlo) piuttosto che dover affrontare quel *charle's voice" dramaaAAAAAH. Ma voleva troppo bene a joey per rischiare di vederlo tramortito a causa della mazza di hazel, nè voleva che turo rimanesse traumatizzato più di quanto già non fosse e, soprattutto, non voleva una rissa al ballo!!!! Doveva esser una serata perfetta e pacifica, NO ALLA VIOLENZA!!!! «HAZEL!!!» La affiancò, cingendole la vita con un braccio «Sai chi ti cercava urgentemente??? Callie!!! Ha detto qualcosa su un certo... gides? credo?? sì, ha detto proprio questo nome!! E di come abbia origliato una conversazione di perses, qualcosa sull'amare il proprio migliore amico ma non sapere come dirglielo... lei sicuro saprà spiegartelo meglio!! » conosceva callie, e sapeva che non l'avrebbe fatta scoprire: la jackson raccontava i propri sogni come fossero reali, e fin troppo spesso li raccontava e li confondeva con la realtà. Sperando di aver calmato la furia omicida di haz, si staccò da lei per rivolgersi a «.. turo???» gli sorrise come solo lei sapeva fare: era il classico "o lo fai o ti uccido", lo sguardo riservato a quando il ragazzo non voleva ripetere un capitolo di storia della magia o provare per l'ennesima volta un incantesimo che non gli riusciva «mi accompagni a prendere da bere??» Lo prese per un braccio, dandogli in realtà poca possibilità di scelta «voi volete qualcosa? no?? bene, allora torniamo subito CIAOOO» E, mentre si trascinava il fratello - che non sapeva di esser suo fratello, quindi probabilmente credeva solo amalie fosse matta??? #spoiler: lo era - verso i tavoli con le bibite, fece un occhiolino tattico a barry: la sua parte del piano l'aveva fatta, adesso stava a lui.

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    #amery
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165 replies since 26/7/2020, 23:01   6763 views
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