[Prom '20] Seven Minutes in Heaven

Inizialmente aveva creduto che fosse colpa del corno dorato che stringeva nella mano: aveva sentito qualcuno fare il suo nome mentre percorreva una delle passerelle manco fosse quella di project runway insieme al suo Veles, immaginando che qualcuno la stesse chiamando per salutarla o per catturare la sua attenzione. Ma poi la voce aveva continuato a chiamarla a sé, melodiosa e ipnotica e... beh, la cara dolce Berenice aveva sgranato gli occhi e stretto così forte il braccio di Albie che, se non avesse avuto due strati di indumenti, probabilmente si sarebbe trovato delle poco simpatiche mezzelune scolpite nella pelle.
«aLbErT» la sua era una supplica, una richiesta di aiuto, perché sapeva esattamente ciò che stava per succedere dal momento che era stata presente durante tutta l'organizzazione della cosa; aaahhh come avrebbe voluto maledire chi aveva fatto il suo nome, l*i e tutta la sua dinastia (?). Ma, ancora di più, ce l'aveva con chi aveva deciso che tutti (ma proprio tutti tutti) avrebbero dovuto partecipare a quella ~roba. wHyYyYyYyYyYyYy
«Dimmi che lo senti anche tu. PLS. Non farmi andare da sola.» perché se proprio era costretta a prender parte a quei dannatissimi sette minuti in paradiso quanto meno avrebbe voluto farlo con qualcuno di divertente (hihihi non Albie, quindi) o qualcuno che conoscesse.
Chissà chi poteva capitarle altrimenti! Magari qualcuno di noioso o qualcuno che lei non sopportava o...
«hell no.»
Nononono. I programmi erano altri! No, non per lei, non aveva bisogno di aiuti da parte di nessuno lei, ci avrebbe pensato da sola a divertirsi ma...! Damn. L'opzione B stava per fallire... sperava almeno che la C andasse a buon fine.
Chissa di cosa parlava, ehhh? Non ve lo dico. Torniamo al canto da sirena che la chiamava in direzione del boschetto sacro alla sinistra del grande portone d'ingresso: Nice non poteva credere ai suoi occhi, perché ormai a pochi passi dalla pietra incisa con una runa, non c'erano più dubbi al riguardo.
«Costantine» lo saluto quasi digrignando i denti. «Non farti strane idee.»
E avrebbe voluto davvero tanto scambiare il suo posto con qualcun'altro ma non poteva (brutte cose sarebbero successe a chi cercava di ignorare il richiamo di quel posto, siete tutti avvisati #cos) quindi fece l'unica cosa che le rimaneva da fare e disse «Dopo di me» precedendo il battitore (seriale) all'interno del boschetto.
Era ovviamente molto fiera anche di quello, avevano fatto un ottimo lavoro anche lì, ma ora rimpiangeva di non aver pensato di mettere anche qualcosa di più forte rispetto al semplice idromele.
Camminò accanto a Costas fino a raggiungere la riva del piccolo laghetto e poi lo guardò, di nuovo, con la sua espressione più NiceTM che trovasse in repertorio: «non pensare nemmeno per un attimo che sia estasiata all'idea di passare i prossimi sei minuti e quaranta secondi qui con te.» (sì, stava tenendo il conto dei minuti che mancavano alla fine di quell'americanata) C'era stato un tempo in cui forse era vero, però Nice aveva avuto all'incirca undici anni e la cotta per Bangkok, più grande, bello e famoso era stata del tutto normale e comprensibile. Le era passata da un pezzo, comunque, e ora gli voleva bene ma come amico.
Infondo nel suo cuore c'era posto per una sola ship: #crilton... o, insomma, #coturo per dirla alla 2020
E a quel proposito....
«Che intenzioni hai, si può sapere?!» chiese con tono autoritario, incrociando le braccia al petto e prendendo posto su uno dei lenzuoli, in uno svolazzare di tulle nero e dorato. Non cera bisogno di specificare di cosa (e di chi) parlasse; era chiaro che attendesse con ansia un rapporto dettagliato da parte dell'altro su ciò che aveva pianificato per quella sera - rapporto che poi lei avrebbe approvato o meno, a seconda di quanto era stupida come cosa.
Per Morgana, doveva fare sempre tutto lei.

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Aveva anche il coraggio di chiederle in che senso. Berenice era shockbasita.
«Giuro che ti ricordavo meno tonto.» Ah, Bang, un po' le mancava. Non poté fare a meno di borbottare quel commento mentre lo studiava attentamente e, nel frattempo, decideva se valeva la pena togliersi il mantello per quei sei minuti e otto secondi che restavano o sopportare qualsiasi fatica perché !! l'outfit era più importante di tutto il resto. Era multitasking e poteva fare un sacco di cose insieme, lei, quindi mentre ragionava continuava a fissarlo intensamente per trasmettergli tutto il suo disappunto!
Lei, comunque lo era, a differenza del battitore della sua casata che di cosa non sembrava riuscire a farne nemmeno una (1) fatta bene. «È chiaro che la perspicacia l'abbia presa tutta Sorta.» aaah, lei sì che era una donna con le palle. La stimava un sacco! E poi non si dicesse in giro che Nice era una frigida spocchiosa! Era solo abituata a... selezionare le persone con cui creare legami, ecco tutto.
Aveva sorvolato su tutto (non commenteremo la storia del culo perché!! How dare you, Motherfucka, ringrazia che non abbia sentito: anche se è un'abile Legilimens nella tua testa non ci vuole entrare, le servirebbero anni di psicoterapia per riprendersi ♡) perche #rude ma anche #true, che ci vuoi fare, il loro rapporto era così... ma non riusci a passare oltre quell'ultima domanda. Era quasi adorabile per quanto era confuso! Aww.
Battè un paio di volte la mano sul lenzuolo azzurro, indicando il posto vuoto accanto a lei. «Vieni qui, Costy. Siediti accanto a me.» Non ti farò nulla, avrebbe potuto mentire, infondo era la sua specialità, ma non serviva in quel momento: si capiva chiaramente dove voleva andare a parare. «Voglio solo chiacchierare. Lascia che la zia Nice ti sveli un segreto:» sussurrò come se stava per rivelare davvero la cosa più segretissima del mondo, in attesa che si sedesse o meno, fatti suoi, erano comunque lì dentro da soli e nessuno avrebbe sentito le sue grida d'aiuto hihihi «Sei proprio un cretino!» Ma sempre con affetto, eh. «Innanzi tutto mi hai fatto perdere un sacco di galeoni beccandoti quel rifiuto!! Not cool.» after all this time? always. E comunque lei e il tatto proprio amici per la pelle, eh. Delicata come una grattugia sui gioielli di famiglia - ma la maschera della principessina perfetta la metteva da parte solo con le persone a cui voleva davvero bene quindi yay Costas, hai vinto un'amica! «Secondo,» alzò indice e medio, le lunghe unghie smaltate di nero vagamente minacciose, «Se la tua intenzione era far scappare il Capitano a gambe levate, complimenti! Missione compiuta!» scosse la testa, incredula. Come faceva a spiegare a Costas "per me esistono solo buchi" Motherfucka la sottile e delicata arte del corteggiamento?
Anche se una cosa a sua favore doveva dirla: «Il Gallagher?! Non male, non male.» Non approvava a livelli di ship endgame, OVVIO, ma avevano fatto girare un sacco di teste al loro ingresso in sala per quanto erano fighi tutti e due. But still...!!!!!
Ancora cinque minuti e rotti per far capire al ragazzo come conquistare la sua crush senza obbligarlo a fare outing davanti all'intera scuola - che ne sapeva già più dello stesso Turo, ma dettagli.

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Cinque minuti e venti secondi.
Dai, magari se era fortunata, Albert non era fuggito a gambe levate approfittando della sua assenza - confidava nel fatto che fosse a) troppo orgoglioso del suo lavoro per andarsene senza attendere almeno lo scoccare della prima ora e b) aveva impiegato fin troppo tempo per prepararsi, troppe energie per trovare un costume adatto e che avrebbe sbalordito la gente, per lasciare la festa prima di ricevere sufficienti occhiate di apprezzamento.
Ma rimanevano comunque cinque minuti e, ora, dieci secondi prima che Nice potesse tornare liberamente alla festa e non aveva intenzione di passarli in silenzio: aveva un Motherfucka da indottrinare e portare, possibilmente, sulla retta via. No, non quella della monogamia, figuratevi se lei, tra tutte le persone, era quella adatta a quel genere di cose... le bastava fargli capire come comportarsi con certa gente perché non tutti erano forti abbastanza per sopportare le sue avances... come dire... aggressive?? Troppo dirette?? Insomma, quello. Le avances alla Costas.
Comunque checché ne dicesse lui, e per tutta la sicurezza di sé che ostentava, sotto sotto era un cuore di panna; non lo disse ad alta voce perché non voleva metterlo in imbarazzo che si arrabbiasse per quella piccola, ma innegabile, verità. A pieni polmoni gridò, invece: «Oooowww» e vabbe, magari lui parlava della scommessa ma Nice, shippatrice incallita, nelle parole dell'altro ci leggeva solo una cosa: ho perso l'occasione. La conferma arrivò poco dopo quando Costas tentò, invano, di negare l'evidenza. Non metteva in dubbio il suo amore spassionato per qualsiasi buco capitasse a tiro, ma affermare con tutta quella noncuranza che "non gli importava di Arturo" era un insulto all'intelligenza di Nice.
«Senti.» dispiegò le braccia e lisciò la gonna del vestito, tanto per prendere tempo e trovare le parole giuste con cui dirglielo: Costas era testardo e non avrebbe accettato consigli da lei, probabilmente, quindi doveva giocare di astuzia e fargli credere di aver pensato a tutto lui, ma soprattutto doveva fargli credere che tutta quella storia fosse solo una conquista come un'altra. Ah, manipolatrice di una Hillcox. «Non ho idea di quali siano le tue intenzioni, se sia una sfida con Sorta o con te stesso oppure, che ne so, semplicemente hai messo sulla lista "cose da fare prima dei MAGO" anche il punto "farmi tre quarti di Hogwarts"» non che lei avrebbe giudicato la cosa, mpf, anzi faceva il tifo per lui! Magari potevano scommettere insieme e sfidarsi a conquistare qualcuno #cos ma «So per certo, invece, che certi ragazzi vanno... come dire... saputi prendere.» in disparte, senza occhi e orecchie indiscrete nei paraggi. «Se vuoi conquistarlo - qualsiasi sia la ragione - devi farlo in maniera più... indiretta. Meno - » gesti vaghi «schietti, ecco. Ha bisogno di tempo per capire» cosa? Tutto. «Solo così potrà cadere ai tuoi piedi.»
Guru!Nice non si smentiva mai.

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Nice non era una persona paziente ma fingeva spesso di esserlo; lo faceva per quieto vivere e perché aveva passato ventuno anni con ben TRE (3) donne che di paziente non avevano nemmeno la nomina dal medimago (?), le stesse tre donne che l'avevano cresciuta a suon di grida esasperate e imprecazioni colorite di ogni genere. Erano persone che amava, e se ne rendeva conto solo ora che le aveva lontane, ma erano decisamente ingestibili. Così lei aveva deciso di distaccarsi da quel comportamento e dimostrarsi sempre calma, pacata, razionale, pure quando dentro magari moriva dalla voglia di spaccare la mazza da battitrice di sua sorella contro qualcosa, o qualcuno.
In quel momento? Voleva spaccare la mazza di Costas (quella di legno, faceva più male) sulla testa di Costas. Perché doveva essere così (finto) biondo e rendere tutto più difficile. Non avevano molto tempo - quattro minuti e trenta secondi per la precisione - dovevano sbrigarsi; Nice gli gliede uno scappellotto amabile(?) quando lo beccò a ridere ma non chiese, non aveva davvero voglia di sapere a cosa stava pensando!!!!
«Ah, ma vedi, io ho ragione.» ancora non lo aveva capito che lei non si sbagliava quasi mai?! «È chiaro a tutti ormai quale sarà la tua prossima preda, ma se vuoi vincere devi cambiare tattica.» magari COSÌ lo capiva, se gliela buttava sul lato "gareggiante" della cosa (scusa non so manco più cosa dico, vio, ti vu bi)
Quella mano che era stata fero divenne piuma (?) e si posò sulla spalla di Costas con fare fraterno. «Tu hai già fatto la tua mossa, anche se non è stata delle più furbe. Ma daremo la colpa di ciò all'ingenuità.» sospirone perché era effettivamente un pupooooHHH in confronto a lei «Per quanto riguarda tu-sai-chi, adesso devi aspettare che capisca se preferisce lasagne o cannelloni» cit, per non dimenticare mai, «Venire al ballo accompagnato da un FigoTM forse servirà a farlo ingelosire - confondendolo più di quanto non sia già hihihi - ma continuare ad insistere porterebbe all'esatto opposto di ciò in cui speri.» come lo sapeva?! Beh, innanzitutto aveva due genitori che si erano amati senza ammetterlo per aNnIiIiIiIi e lo avevano capito solo "frequentandosi da amici" e secondo perché conosceva i ragazzi come Arturo, non i gay ingenui, ma quelli che non avevano la minima idea di come affrontare I Sentimenti più in generale: non ci voleva un genio per capire che tipo di persona era, bastava una Nice come si deve. Quindi, per tirare le somme: «Se vuoi che ti noti e non fugga più da te - perché andiamo, nessuno ci crede alla scusa "mi sono chiuso in dormitorio affranto dal rifiuto di Heather - devi... esser presente.» #cos «Può sembrare un controsenso ma è così, fidati. Potrà anche provare a scappare, inizialmente, ma tu devi rimanere lì... senza fare il molesto. Da amico. Lui deve capire che mentire a se stesso non ha alcun senso e può farlo solo con te accanto.» forse?? Lo sperava??? Naaah, ne era quasi certa in realtà. I tipi come Hendrickson scappavano sempre senza andare mai da nessuna parte. Era chiaro che per quanto rifiutasse la compagnia di Costas, ne aveva comunque bisogno per venire a patti con la verità dei fatti. «Comportati da amico e... vedrai.» occhiolino *winkwink*
E, comunque... «Mmmhhh lo senti questo profumino??? Non riesco a capire cosa sia....» dai, Costanzo, dicci cosa senti nell'aria ♡

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«Uh.» mica se lo aspettava un ragionamento del genere da parte di Costantine - non era più Costy, non quando la faceva arrabbiare (?) - ma dovette ammettere che era abbastanza maturo e filava pure bene; per di più aveva un senso (!!) anche se tutto quel parlare di cibo le aveva messo fame e sentiva improvvisamente una voglia di falafel, maledetta Florrie che l'aveva resa un'addicted. Appena uscita da lì dentro (sperava il prima possibile) avrebbe preso Albie per il mantello e, raccontandogli tuttissimo, lo avrebbe trascinato al tavolo del buffet in una perfetta imitazione di Hazel McPherson.
A proposito della Grifondoro, Nice aveva sperato di raccogliere sufficienti gossip per alimentare le sue fantasie da shipper incallita, se proprio era costretta a sacrificare i suoi sette minuti in quel modo, ma l'altro non sembrava voler collaborare. Costantine era... Costantine. È vero che il discorso non faceva una piega e Nice lo supportava al cento percento ma, comunque !! Not the fucking point. «L'unica cosa che ti batterei io invece è il remo di quella barca sulla capoccia dura.» bofonchiò la Serpeverde, roteando gli occhi. Non si sarebbe lasciata scoraggiare, aveva ancora *giuliano sangiorgio's voice* tre minuti, solo tre minuti per parlargli di /cose/ e l'impresa era più ardua del previsto. Non si sarebbe arresa, avrebbe insistito fino a che le ninfee non fossero venute per accompagnarli all'uscita (o una forza invisibile avesse deciso di catapultarli fuori dal bosco, "tanto c'è l'acqua" cit. lele) quindi aveva ancora speranza !!
Poi, all'improvviso quell'inaspettato (ma dove) «comunque ho capito, devo ignorarlo e farlo ingelosire» e «vabbe ma allora dillo.» cosa? cosa.
Gli schiaffeggiò la mano che lui aveva allungato: non aveva intenzione di accettare aiuti da parte di persone così. dannatamente. cocciute (per non dire idiote perché ti vogliamo bene Costy ma un po' lo sei. Sei come tuo padre #cos)
Non si smentiva proprio mai, testardo e un po' rimastino ♡ «te lo dico francamente: ritieniti fortunato che sei bello come mamma e papà» ok Nice anche meno «perché con questa qui» indicò con un dito la propria tempia, per fargli capire che intendeva la testa, magari doveva essere più specifica, ma vabbe, ormai «non avresti avuto speranze.» rude but honest
Solo allora si alzò in piedi (mancava poco più di un minuto, Costas poteva ritenersi un uomo salvo, non sarebbe morto quel giorno)(non ancora, per lo meno) e, afferrando un piattino con dei grappoli d'uva, osservò il ragazzo annusare l'aria e concentrarsi per dare un nome a ciò che sentiva: quando ripensava all'idea che aveva avuto, spargere piccole quantità di Amortentia nell'aria giusto per avere quell'effetto curioso di quando la sia annusava, tendeva a congratularsi con se stessa dandosi pacche sulle spalle da sola. Genio.
«mmh... gelsomino, forse?»
Avrebbe sperato in qualcosa di più #extreme ma aveva imparato abbastanza su piante e fiori grazie a sua cugina Minnie, e sicuramente quello era un odore molto «curioso» commentò, poiché aveva vaghi ricordi sul fatto che il gelsomino fosse una pianta tipica spagnola e che, nel paese, simboleggiasse sensualità. «Interessante» sì, ma non riemdiava comunque al fatto che Costas aveva dimostrato di non aver capito assolutamente un tubo e lei aveva appena sprecato i suoi sette minuti in paradiso mentre suo cugino riceveva inviti per infrattarsi chissa dove con chissa chi! Unacceptable. E no, non lo sapeva davvero, ma lo sentiva che si stava perdendo qualcosa (più di qualcosa, rissaaaaaaahhhh) quindi voleva uscire da lì asap

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Inserita la modalità pilota automatico, la serata era divenuta più sopportabile. Melvin continuava a parlare, e parlare, e… parlare, ma andava bene, perché il Sinclair aveva tutto un talento suo per ascoltare abbastanza da rispondere e non da essere realmente registrato. La modalità si sarebbe disattivata soltanto se avesse sentito qualcosa capace di riscuoterlo dal suo semi-torpore – nel caso in cui la Diesel gli avesse chiesto il sekreto per la sua bionda chioma che a toccarli facevano lo stesso effetto della camomilla con cui ci faceva gli impacchi la sera, ovviamente non le avrebbe rivelato la sua formula segreta, e avrebbe portato il discorso da un’altra parte. Tutta strategia, certo. Quindi erano arrivati al vascello delle foto in cui una brillante – letteralmente? Chissà – Callie si divertiva a fare uno scatto dopo l’altro. Poggiò le dita alla base del naso, stringendolo appena di abbassare la mano, già pronto alle chiacchiere doppie della bionda special che sarebbero andate a sommarsi a quella che aveva appiccicata a sé, di bionda.
Non abbiamo sottolineato abbastanza perché è una cosa inutile e non frega a nessuno ihih che Perses possedeva quello che veniva chiamato “orecchio assoluto”, una capacità che assieme alla sua pratica al pianoforte e, in generale, alla passione per la musica – quella verah, non quella che ascoltavano i plebei tutto fumo e niente arrosto–, gli aveva consentito di sviluppare un inconsueto udito fine - … sperava di sbagliarsi e che quella volta non fossero Charles e Dante a pomiciare nel dormitorio Serpeverde, quando ci pensava gli veniva voglia di un oblivion per dimenticare gli shockTM della vita come quelli. –. Ma così tanto da sentire dei sussurri provenienti dall’altra parte della stanza??? Mh. Sì, c’era già qualcosa di strano in partenza, oltre al fatto che… Perses non riusciva a smettere di dare retta a quei suoni. Si guardò attorno, (uao sono) fortemente spaesato, per vedere se anche la sua compagna o qualcun altro stessero avendo la stessa reazione. Eppure continuavano tutti a chiacchierare e fargli gli affari propri come se nulla fosse. Perplesso, strinse le labbra tra loro e si rivolse a Melvin. «Tu non senti queste voci?» Detta così, la ragazza avrebbe potuto indicargli la via per il reparto psichiatrico, ma tant’è. Neanche il tempo di dare retta alla biondina, che si allontanò da lei per scendere dalla nave vichinga. Era come se non potesse farne a meno, diamine. Che stava succedendo??? «Scusami, torno tra poco,» le promise comunque, con la stessa espressione regalmente impassibile che non lasciava trasparire un briciolo della confusione.
Ma poi, dato che era pur sempre un mago e le cose strane ai maghi accadevano ogni giorno – ebbe un po’ il flashback della lezione di storia della magia ma ochei, avrebbe dovuto essere meno inquietante a un prom, no?? no –, decise di assecondare il Dannato Richiamo e dirigersi verso il portone d’entrata ma a sinistra, verso quella piccola macchia di vegetazione con tantoi di alberi di cui non aveva capito la funzione né aveva ipotizzato a cosa potesse servire. Era sicuro al cento per cento che i sussurri venissero da lì, erano loro stessi a chiamarlo in quella direzione! Guardò la pietra su cui era incisa la runa, Perses, prima di constatare che non era stato l’unico. Girandosi, infatti, trovò lì vicino Gid nei suoi eleganti abiti da dio del sole e della poesia. «Ehilà, McPherson, chi si rived-» si bloccò, elaborando la situazione. Guardò alle proprie spalle, ma nessuno pareva interessato al boschetto tanto quanto loro (o li stavano davvero fissando tutti???? Al pubblico la scelta(??)). E la gides veniva troppo shippata a scuola – e a quanto pareva pure dalle voci eteree #ahochei – per non arrivare a fare due più due. Fissò il migliore amico, rassegnato a veder comparire decine e decine di ff su di loro e su quel momento che gli ricordava tanto- «Mica è quel gioco cretino in cui gli adolescenti si chiudono in uno stanzino e si scambiano baci pieni zeppi di germi?» Erano latenti, gli ormoni di Perses Sinclair. Alzò le spalle, rassegnato, e diede una pacca sulla spalla del ricciolino – gesto che avrebbe fatto con nessuno pochi –, guardandolo dritto negli occhi prima di affermare senza alcuna vergogna: «Spero che le voci non ci costringeranno a limonare, ma meglio con te che con altri.» In un certo qual modo fu anche romanticamente onesto, il Serpeverde, nonostante quando diceva che loro due “condividevano tutto” NON INTENDEVA QUELLO!!! Gideon aveva visto pure i suoi gioielli di famiglia, e tutto il resto a dire il vero, a un centro commerciale – e l’altro poteva negare quanto volesse, ma erano dei bei gioielli come ogni parte di lui, chiappe scolpite comprese!!1! –. Era avvezzo alle situazioni strambe e ambigue col suo bff ihih.
Addentratisi nella boscaglia, che si rivelò più ampia di quanto avesse immaginato ma non troppo(?), seguì il sentiero, e accorgersi che quello era un vero e proprio angolo di paradiso non fece che avvalorare la sua ipotesi. Lanciò un’occhiata al McPherson come a dire “visto che avevo ragione???” e, se l’altro lo conosceva bene come credeva, nei suoi occhi chiari avrebbe letto anche molta curiosità.
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Non per le cosacce, ma per il panorama!! «Uao, pure il laghetto. Sarà quello del Lago dei Cigni?» Aguzzò la vista, ma era un po’ miope, perciò per la milionesima volta da quando era iniziata la loro amicizia – ma secondo la player anche prima. – cercò il suo aiuto. «Vedi dei cigni?» #priorità Si girò verso l’amico e, ora che erano lontani dalla soffocante Plebeh, rivolse al moro un leggero sorriso divertito, un arricciamento di labbra diverso dalla Smorfia Finto Sorriso. «Addirittura la barca, vediamo se affonda?» (mlml hai capito il biondino) (WAT????)

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«non toccare niente, qua dentro è pieno zeppo di amortentia.»
Ah ecco. Come aveva fatto a non riconoscerlo?? Non ci sarebbe stato profumo di erba bagnata quando di pioggia non ce n’era neanche l’ombra, o di sentore della carta dei libri. Annusò l’aria. «Mh.» Esplicò al ragazzo i propri – ragionevoli – dubbi, rabbrividendo all’idea. Aveva letto un articolo a riguardo, e gli era rimasto marchiato a fuoco in mente. Tanto per far venire lo schifo a Gideon – anche lui ci teneva al proprio culo – volle condividerlo con lui. «Lo sai che con un bacio di dieci secondi si scambiano circa ottanta milioni di batteri?» Lo guardò con inespressivo shock che, era fiducioso, il suo bff avrebbe colto subito. Pazienza i baci a stampo, ma quelli alla francese? Ew.
Ecco che Perses seppe un altro dettaglio della vita di Gid, sorprendentemente… triste. Seguì il suo sguardo fino al cielo – «Spero di non abbronzarmi. Confido nella capacità della mia pelle diafana di riflettere la luce del sole.» #sara –, ascoltando quel deprimente resoconto senza fare una piega, ma dispiacendosi davvero. «Che codardi,» commentò secco. E poi gli chiedevano perché non gli piacevano i bambini. Piccole bestie infami da prendere a cal- NO ALLA VIOLENZA!!1! «non ci ho mai giocato.» «Capirai cosa ti sei perso, stomatiti in meno.» «Ma tu le hai fatte le elementari?» Flashback di guerra di lui e Theia a casa a studiare con gli insegnanti privati, e i loro genitori a pretendere senza mai una parola di conforto. «No, io e Theia abbiamo studiato a casa.» Magari se fosse andato alle elementari sarebbe stato meno asociale… o avrebbe ucciso qualche bambino coff.
Lo seguì per il giardino, facendo di tutto per ignorare quelle inquietanti lenzuola. «Pensa te se lo beviamo e finiamo per fare l'amore qui su queste lenzuola!» Ma. Lo fissò. Lo fissò e basta, prima di scuotere la testa per scacciare quell’immagine. Limonare okay, ma altro. Gli diede una spintina. «Ti rendi conto di quanto tu sia suonato creepy?» Evidentemente no. Aveva rotto il McPherson con la parola limonare: si fermò anche lui, un sospiro a sfuggirgli dalle labbra. C’era troppo drama per i suoi gusti. La proposta dell’altro lo lasciò, invece, interdetto: lui stava scherzando ma???? Gid pensava sul serio potesse succedere? NON VOLEVA I GERMI DEL SUO BFF, senza offesa.
Chi gli piaceva, poi? Ci rifletté persino, ma gli esempi erano pochi. Siccome adorava con tutto se stesso punzecchiarlo, lo guardò negli occhi. «Be’… ora vi siete lasciati, e Narah è una gran bella ragazza,» pronunciò lentamente, il tono in apparenza serissimo. Si allontanò di qualche passo, perché si sapeva mai. «E l’hai vista nuda, quindi.» Prima che il suo migliore amiko potesse menarlo, alzò le mani per fermarlo. «Scherzavo!» Cioè, Nah era molto carina però non lo attirava, come il 99% delle persone sul pianeta Terra.
Lo scioccò di nuovo, ma stavolta era sincero: «Le tue sembianze vanno benissimo.» Scrutò il laghetto, continuando la propria opera di benevole terrorismo psikologico, perché nelle Serpi non c’era finito per caso. «Svetlana? Non è che preferiresti pure tu Chris Hemsworth?»
Comunque Gid lo deluse, annunciandogli la completa assenza di cigni. COMITATO, il Sinclair aveva da ridirvi per questa immancabile mancanza. no skerzo, è tutto perfettissimo. Ma il McPherson, quando non cercava di soffocarlo di abbracci, coccole e amore (ti vuole bene così Gid ), sapeva sempre farlo felice e tirò fuori (.) una di quelle macchine fotografiche magike che si usavano nei documentari per maghi. NO VABBE’. «??? Oddio. Come funziona?» (pronunciato adeguatamente deadpan e con invisibile coinvolgimento) Aveva in comune parecchie cose, la Gides. «No no, ma quale lago che lì non c’è niente, proviamo qui?» Puntò le basi di un albero coperte da un cespuglio. Pareva un buon punto di partenza.
Niente, avevano trovato il loro divertimento.

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