[Prom '20] The Night of Nights

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    Wendy De Thirteenth
    "Honor to those who are a little crazy, to those who love to dare, to those who love to dream."
    Il grande giorno era arrivato e la bionda era così euforica, lo era sempre e per ogni occasione, come per il giorno del pinguino. Era una data importante per la De Thirteenth perchè era quel giorno in cui le femmine dei pinguini si ricongiungevano ai loro partner, che per tutto il tempo in cui le femmine non c'erano avevano covato l'uovo. La femmina a caccia e l'uomo a casa, amava quel sistema animale così ben organizzato chissà se mai avrebbe trovato il suo pinguino.
    «Stai ancora penando alla festa del pinguino?» chiese Fray, spaventandola persino perchè si era persa così tanto nei propri pensieri che non si era accorta che la gemella era entrata in cucina. In risposta la bionda alzò il capo con gli occhi languidi; quell'anno non avevano festeggiato perchè era caduto lo stesso giorno della lode agli alieni, che eviterò di raccontarvi.
    «Lo sai che ci tenevo»
    «Lo so, ci rifaremo il prossimo anno» le sorrise e tutto il malumore che aveva sparì all'istante.
    «Oggi è il giorno!» si alzò di scatto facendo cadere la sedia a terra, quasi si spaventò, poi guardò la rossa e sorrise «Il ballo!! verrai?»
    «MI stai invitando al ballo?»
    «cosa? Neah. Non ho più bisogno di invitare qualcuno. Questa tortura è finita. » già perchè per la bionda era sempre stato un problema invitare il ragazzo che le piaceva al ballo, un anno aveva chiesto alla gemella, ma aveva invitato il ragazzo sbagliato e da quella volta aveva preferito fare da sola, anche se non le era andata poi tanto meglio l'anno successivo. Bionda quanto sciocca perchè trasformarsi in Wando non era stata l'idea geniale. Aveva davvero pensato di ricevere un sì dal ragazzo dei suoi sogni? Aveva sperato ma ovviamente non era andata come previsto. Ma per sua fortuna quella tortura era finita e poteva godersi il ballo come supervisore senza preoccuparsi di essere sola, doveva solo stare attenta che i ragazzi non si facessero male. Anche al ballo? si sa che l'oblivion Hogwarts era imprevedibile.
    Si vestì e con suo grande rammarico non si mise un cappello abbinato e questo era un grande dolore per la bionda perché per lei era da sempre stato importante averne uno per ogni occasione come la Regina. Avrebbe volentieri sbirciato nella sua cappelliera personale per vedere quanti tipi diversi e colorati cappelli avesse, provava quasi invidia.
    Comunque una volta pronta si recò verso la sala grande, luogo del ballo, a pochi passi dall'ingresso si scontrò con Phoebe. «Phoebe, come mai di corsa?»
    «salve Prof, ho spiegato a due primini cosa devono fare»
    «perchè?»
    «dovranno consegnare loro le spille agli studenti all'ingresso»«ahh..si le spille» aveva trovato quell'idea molto carina in effetti. il comitato si era dato molto da fare per l'evento, era così fiera di loro, anche se non sapeva davvero quello che avevano in mente perchè spesso erano confusi nello spiegare e Wendy nello capire, ma sapeva che avevano fatto un ottimo lavoro, lo sentiva da come il cuore palpitava al pensiero. Forse era un'infarto.
    «perfetto, ma perc-» un rintocco la face saltare, da quando a Hogwarts rintoccavano le ore? e poi era l'una? qualcosa non tornava. «cosa succede?» con la stessa espressione di Amadeus.
    «Avverte gli studenti che manca un'ora ...altra idea favolosa della Campbell.» arrivò alla spalle Costas insieme a Nice e Bertie, probabilmente i due ragazzi non erano così felici di aver lavorato nel comitato, sembravano entrambi trascinati non posso dirvi in che modo da Nice. «Costas, sei nel comitato?»
    «Prof, sono io che le ho fatto firmare tutte le richieste, ricorda?» ovviamente no ma la bionda sorrise comunque al ragazzo. «Bene ragazzi. Andate a prepararvi, il ballo sta per iniziare. Un'ora corre in fretta.»

    Era davvero soddisfatta dei suoi ragazzi, avevano scelto il tema e avevano avuto l'inventiva di mettere più idee insieme. Varcò la soglia della sala grande e notò subito alla destra il capannina con due ragazzini del primo anno a sistemare appunto delle spille, tutte uguali, forse non era chiaro, dovevano consegnarli a tutti i presenti. Notò alla sinistra un boschetto, chiuso. Sorrise per poi proseguire ammirando le luci che ricadevano dai lati insieme all'edera, lanterne volanti che creavano luci e ombre molto carine. Il pavimento era a tratti blu e a tratti marrone. Interessante. Poi il banchetto già imbandito di cibi da tutte le parti del mondo e bibite analcoliche. Ecco le bibite, le controllò non perchè non si fidasse dei propri ragazzi ma aveva paura che la Queen potesse scoprire qualche alcolico e punire i suoi ragazzi, non voleva che la donna rovinasse la festa quindi aveva deciso di aiutarli. Per il momento sembravano essere innocui, ma doveva stare attenta. Non sarebbe mai successo ma andiamo oltre. Percorrendo tutta la sala arrivò alla pista da ballo che per metà era marrone e poco più vicino al palco era color sabbia, il pavimento. Certo che i ragazzi erano stati bravi. Mentre curiosava ancora nella sala i primi invitati arrivarono e solo quando tutti furono presenti, decise di dare lei il benvenuto. Salì nella postazione del dj che per l'occasione non era altro che Dani.
    «Benvenuti ragazzi. Di solito il discorso iniziale lo fa il preside ma dato che sono io a capo del comitato del ballo, mi è stato concesso l'onore di augurarvi un buon ballo.» se fosse stato un ballo normale sarebbe finito tutto lì ma non lo era e al posto del brindisi, afferrò la bacchetta, seguita da Nice, Bertie e Costas, messi nei rispettivi lati della sala. «Prima di iniziare vorrei ricordare a tutti di ritirare la propria spilla al banco all'ingresso, così da lasciare poi i ragazzi di andarsene. Bene. Vorrei anche ringraziare il comitato del ballo per aver pensato e creato questo bellissimo scenario. Sono così fiera di voi, tutti i pomeriggi persi a lavorare per questo momento e posso dire con orgoglio che hanno dato i loro frutti e mi complimento davvero per le idee che avete avuto. Avete allestito un bellissimo ballo e il tema è così bello.Non ho mai avuto un ballo così epico» quasi pianse
    «Prof...una mossa» chissà chi era stato, ma la donna non si scomposte più di tanto e così tornò a parlare «bene ci siamo. Ragazzi tenevi a qualcosa e chiunque è nel mare, si sposti non vorrete bagnarvi ancora prima di iniziare il ballo.» rise solo lei per poi puntare la bacchetta davanti a lei, dove c'erano tutti i ragazzi e come lei anche i tre ragazzi del comitato assegnati a quella parte fecero come lei. Un incantesimo di estensione fece crescere quanto bastava delle barche in sala, in vero stile vichingo con vele dei quattro colori di Hogwarts e stemma compreso, i boschetti divennero reali, ma neanche troppo, non avrebbero perso nessuno quella sera. forse. Il pavimento che sembrava solo dipinto di blu divenne mare e anche se sembrava finto non era il caso di provare a buttarsi. Una parte della pista da ballo divenne sabbia, anche se questa non era davvero tale, ma la ricordava come era vero invece il tempio dove si trovava il dj, mai offendere una divinità lo sapeva bene Wendy che pregava ogni giorno per i santi alieni.«Benvenuti nella cultura Europea. Attenti a non cadere in acqua e se avete voglia nel vascello alla vostra destra potete farvi qualche foto divertente. Non dovete nuotare, tranquilli, ci sono le passerelle ah...un'altra cosa. alle barche piace cambiare, quinti attenti.» a cosa? a tutto. A TUTTO.



    28 y.o
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    Benvenuti, UFFICIALMENTE!, al ballo di fine anno venti-venti! Cosa vi serve sapere?
    1. il tema, come avrete credo intuito, è mitologia-fiaba, spesso un confine così sottile fra le due materie da farle fondere. Cosa significa? Che la sala sarà abbinata a tema (e cambierà, ON GDR, ad ogni ora; alle feste piace cambiare!), ed a voi è richiesto un dress code (che potrete interpretare come preferite; mitologia e fiabe possono essere di qualunque parte del mondo, e non esistono risposte sbagliate). Se non venite con abiti a tema, bertie non vi farà entrare (cit). ATTENZIONE! Il tema del prom verrà annunciato solamente il giorno antecedente l’apertura delle danze, così da farvi venire l’ansia che black friday levate.
    2. accompagnatori a sorpresa! Tutti coloro che non hanno fatto / ricevuto / whatever promposal, saranno accoppiati dal Fato Bellissimo così da avere un ufficiale compagno di danze. Ma loro lo sanno? No, o almeno, non fino al giorno del ballo. Si potrà entrare nella sala solamente in coppia (valido solo per l’entrata, così da non dover cercare il vostro appuntamento in giro per la sala da ballo, poi ognuno fa quel che gli pare); chi non avrà un prom con sé, riceverà una Lettera, firmata da polgygirl in persona (nda: polgy girl è la rivista di gossip di londra, se vuoi saperne di più, fatti un giro nella sezione newspaper), con su scritto il nome del proprio accompagnatore/trice con cui dovrà fare la Grande Entrata In Scena.
    3. il prom si terrà, ON GDR, il 01.07 (prima degli esami del quinto e settimo anno) e OFF GDR avrà durata fino al 23.08. ogni giorno OFF GDR, equivarrà a dieci minuti ON GDR; ogni dodici ore verrà postato il cambio musica, così che tutti abbiano una stessa reference, e non ci incespichiamo fra noi come ogni volta forse
    4. Sempre all’entrata, a ciascuno di voi verrà dato un gadget. In ke sensoH? tutti riceveranno una spilletta d’oro a forma di metà mela da appuntare al proprio abito, che sarà il Marchio che identificherà tutti come partecipanti al prom. Perchè? Vorrei lasciarvi con il fiato sospeso e dirvi lo scoprirete solo vivendo, ma settimana prossima sarò troppo morta per aggiornarvi, quindi ve lo dico subito: le spille sono contenitori. A partire dalla seconda settimana, vi pungeranno rilasciando nel vostro organismo delle… cose, che causeranno altre cose, e l’unica soluzione alla cosa la possiede uno qualunque dei vostri compagni, vostro opposto e uguale. Le cose le riceverete privatamente, non pubblicamente, e voi dovrete citarle nel post, non scrivere sotto spoiler il loro effetto; il vostro compito sarà trovare la metà della vostra mela, e scambiarvele, in modo che gli effetti si annullino fra loro.
    5. Volete sapere cos’altro abbiamo in serbo per voi? Vi dirò solamente quattro parole: sette minuti in paradiso. Come si svolgerà? Privatamente, verrà chiesto a due pg il nome di altri due pg; tali pg verranno sbattuti (fine) (mlml) (no skerzo FASCIA PROTETTA!!!!&&) in uno stanzino privato. ON GDR, questo avverrà tramite apposite urne dove dovrete mettere i nomi dei malcapitati, i quali verranno poi Decisi dal polgy, sempre colpa sua Power Of Love (OFF, come potrete immaginare, verrete contattati dal vostro bellissimo comitato; ci sarà una discussione apposita in cui i prescelti avranno dalle 24 alle 48 ore per portare avanti i vostri 7 minuti in paradiso; la procedura del un pg sceglie un altro pg da sacrificare a satana, però, è la stessa, quindi dovrete fare la vostra scelta in base al pg, non al player).
    6. siete pronti al drama? Spero proprio di sì, perché per l’intera durata dell’evento, ci saranno altre sorprese: LETTERE ANONIME. Interromperanno i vostri momenti più intimi (cosa) o vi toglieranno da situazioni imbarazzanti (mettendovi forse ancor più in imbarazzo), e voi non potrete fare nulla se non subire. Sarà possibile, difatti, scrivere delle lettere ai pg presenti all’evento, con quello che volete (dichiarazioni d’amore, trattati di guerra, minacce, complimenti, dediche come quelle sulla smemoranda; quello che volete) (potete anche inviare lettere a nome di altri pg, who cares!) E ATTENZIONE! Perché saranno davvero, davvero, anonime. Chiunque vorrà inviare una lettera anonima, dovrà entrare nell’account comune oblivion (username: wat-pad; per trovare la password, dovrete cercare il logo con la legacy akerrow, e scrivere le prime tre parole che trovate sul cartello che tiene in mano sandy – senza spazi, tutto minuscolo) (non posso aiutarvi più di così, se avete difficoltà scrivete allo staff che vi aiuterà) (passante, se stai leggendo ed hai compreso, accettiamo lettere anonime da chiunque #wat). Con l’account di wat-pad, dovrete inviare un MP con la vostra lettera all’account di polgy girl, il quale si premurerà di inviare le vostre lettere. ON GDR, le pergamene pioveranno dal cielo proprio fra le mani del pg desiderato, ed avranno impresso sulla carta il nome di tal personaggio.
    7. che prom sarebbe senza votazioni re e reginette? Eh! Per questa parte, però dovrete attendere l’ultima settimana. L’ultima settimana dovrete mandare, sempre in maniera anonima (quindi tramite l’account wat-pad, così che la vostra identità rimanga super segreta), un MP a polgy (attenzione! PER CIASCUN PERSONAGGIO, non player! Quindi, ad esempio, viola dovrà mandare un mp per phoebe, e un mp per costas) nominando un RE e una REGINA (indipendentemente dal gender; un RE non dev’essere per forza maschio, e una REGINETTA non per forza femmina). Queste prime votazioni dureranno pochi giorni, dopodichè i nomi più votati verranno messi al voto per la corona (i nomi verranno annunciati ON GDR, ed i pg dovranno inserire RE e REGINETTA scelti, in altre apposite urne).
    8. che dire, penso di aver detto tutto? Se qualcosa non è chiaro, fateci sapere, siamo sempre pronti ad essere confusi con voi. Divertitevi, e che il [charles’s voice] draaamaaaa sia con voi!
     
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    europa
    piantina della sala grande: click | bacheca pinterest: click
    Entrando nella Sala Grande notate immediatamente che questa non ha lo stesso aspetto di sempre; anzi, si potrebbe dire che non è neanche la stessa. Non solo vi sembra molto più grande del solito, ma avete come la sensazione di essere all’aperto, vista la brezza che sentite e che vi riscalda: il sole al tramonto è proprio davanti a voi, dietro alla collina sulla quale – non è un abbaglio! – , sorge un vero e proprio tempio greco. Esatto, miei cari: dove di solito siete abituati a vedere il palco con il tavolo dei professori si innalza adesso una fila di colonne e, dietro di queste, un suggestivo tramonto “dalle rosee dita” (cit. Omero che parla dell’alba, ma dettagli). Ma attenti: non siete nell’antica Grecia. O meglio, non siete solo in una piccola ma perfetta (cit. Bertie l’immodesto) riproduzione di questa. Il DJ, dall’alto del tempio, ha una postazione magica (se vi sembra che questa sorga e assomigli terribilmente al leggio del preside, beh, non avete preso un abbaglio) ed è in tutti i sensi già pronto a farvi divertire per tutta la notte (insomma, in realtà solamente fino alle 2, ma vi dovrebbe bastare… o no?!).
    Ma staccate per un attimo lo sguardo dal tramonto, romanticoni che non siete altro (?), e guardatevi intorno un po’ meglio. Subito dopo aver varcato il portone di ingresso, infatti, non potete non notare che alla vostra destra sorge un boschetto e, all’inizio di questo, una capanna celtica. All’interno di questa trovate il banco dove ritirare la vostra spilla. Non per farvi pressioni, ma… la spilla è obbligatoria. Dovete fermarvi alla capanna celtica e prendere la vostra spilla. #nospillanoparty. Subito accanto alla capanna, nello spiazzo di prato prima dell’inizio della foresta, si mostrano al vostro sguardo svariati tavoli e sedie, tutti di grandezze e fogge diverse: alcuni sembrano provenire direttamente da Roma, altri potrebbero essere stati intagliati da un falegname norreno… ad ogni modo, appunto, tavoli e sedie. C’è davvero bisogno che vi si dica a cosa servono? E’ una festa, gente! Festa = cibo (e alcool, ma non ditelo alla povera Wendy).
    Alt, aspettate ancora un attimo prima di procedere! Sempre rimanendo fermi subito dopo il portone di ingresso, guardate ora alla vostra sinistra. Anche qui c’è un boschetto, o meglio, c’è un’isola dalla vegetazione molto rigogliosa. E’ sì simile all’altra piccola foresta, quella sulla destra, ma stavolta le fronde sembrano celare un nascondiglio… tuttavia, al momento non sono affari vostri quello che potrebbe esserci al suo interno. Sappiate solo che c’è, ecco. Anche perché, in tutta la sua meravigliosa celticità (?), attirerà spesso il vostro sguardo, nel corso della serata.
    Ecco, consapevoli di tutto questo, adesso potete cominciare ad addentrarvi nella Sala Grande. O meglio, nell’Europa del “tempo degli Dei dell'Olimpo, dei signori della guerra e dei re, che spadroneggiavano su una terra in tumulto” … insomma, avete capito, l’Europa, tutta, di davvero tanto, tanto tempo fa. Ma dicevamo. Ora, dopo esservi guardati intorno stando fermi subito dopo l’ingresso, iniziate davvero ad inoltrarvi nella festa. Il pavimento, vi salta subito all’occhio, non ha lo stesso colore di sempre, ma cambia a seconda delle zone: al centro si incontrano il blu e un marrone; ai lati si stendono ampie zone verdi. Se in un primo momento questo vi sembra solo curioso (o forse stupido, avete ragione) e dunque non gli date peso, nel momento in cui Wendy e i ragazzi del comitato lanciano i loro incantesimi tutto, all’improvviso, ha molto più senso. Quello che prima era un semplice pavimento blu diventa acqua e, fidatevi, fossi in voi non mi butterei per constatare la cosa: è vera. Ma proprio vera vera. Quindi, insomma, se doveste decidere di buttarvi – o essere buttati, perché sì, sappiamo tutti come funzionano le feste, specie quelle tra adolescenti – avrete una brutta sorpresa, sebbene siate stati avvisati: vi bagnerete. Davvero. Completamente. Ma andiamo avanti: mago avvisato, mezzo salvato. E quel pavimento marrone? Si ingrandiscono proprio sotto ai vostri piedi tre navi, due dalle fogge vichinghe e una fenicia. Ognuno dei vascelli è a vostra disposizione: mentre quello più grande è una vera e propria pista da ballo – tranquilli, però: non soffrirete il mal di mare! … forse –, quello sulla destra della Sala, leggermente più piccolo rispetto agli altri, non è altro che la splendida location dove potete divertirvi a fare delle meravigliose foto per non dimenticare questo epico momento. Callie e Jane diventeranno, per una sera, le vostre fotografe di alta moda: siate modelli per una notte! Il terzo e ultimo vascello, invece, nella parte sinistra della Sala, decorato con luci soffuse appese un po’ ovunque ed edera che scende ai lati – e che non vi farà male. Credo – accoglie gli studenti che preferiscono parlare piuttosto che ballare. Lo so, forse preferivate altro… ma è sempre meglio stare qui sopra che in mare, no? Ad ogni modo le vele colorate delle quattro case che troneggiano su ogni imbarcazione vi ricorderanno sempre che siete comunque a Hogwarts: potete quindi stare tranquilli e ballare sulle note della musica che si espande per tutta la sala, godendovi, ce lo auguriamo, una magica (ah ah ah com’è simpatico il comitato) serata.
    Ogni vascello è poi collegato alla terraferma, ovvero la parte finale della sala, quella dove vi siete già spoilerati, vista la sua maestosità, il tempio in cima alla collina, da una serie di passerelle. Lo so, lo so, anche secondo Bertie il comitato sarebbe stato meglio usare tante piccole barchette, ma poi vi immaginate il casino? Quindi, sì, alla fine si è optato per questa idea. Tante passerelle di legno, tutte illuminate da lucine hipster, per non farsi mancare nulla, collegano i vascelli alla terra, sia quella all’ingresso, sia quella nella parte più interna della sala. La terraferma è composta da due istmi, uno a sinistra e uno a destra, pieni di fiordi in miniatura, proprio come quelli che vedreste andando in Scandinavia. Nella parte centrale, invece, una spiaggia di sabbia dorata incontra dolcemente il mare, diventando così una perfetta pista da ballo. Subito sopra a questa si stende un’ulteriore dance-floor, stavolta con le fattezze di un piccolo foro romano in miniatura. Non preoccupatevi: tanto sulla sabbia, quanto sul selciato, sarà facilissimo ballare. Insomma, signore – e anche signori, perché tutti possono metterseli! –, i vostri tacchi non affonderanno tra i granelli e tra un san pietrino e l’altro: tutto sembra vero, ma è appositamente pensato per permettervi di scatenarvi come John Travolta ne La febbre del sabato sera.
    Naturalmente, in caso non l’aveste ancora capito, è proprio dal foro che parte la collina sulla cima della quale si erge il maestosissimo tempio greco-romano dove, nella postazione del preside, il DJ vi delizierà per tutta la sera, accompagnato, alla sua destra, dalla band.
    Se invece lasciate che a guidarvi sia il vostro naso, non ci vorrà molto per spostare tutta la vostra attenzione alla destra e alla sinistra della spiaggia e del foro. Da entrambi i lati, infatti, si alzano delle domus romane, ovvero l’area banchetto. Oltrepassati i colonnati d’ingresso vi troverete davanti letteralmente di tutto: cibo cinese? Check. Spagnolo? Check. Tunisino? Check. Davvero, c’è praticamente qualsiasi cosa. Cibo etnico a volontà. E anche bevande, sia chiaro. Come si diceva, tutto dovrebbe essere perfettamente analcolico. Ma per esserne davvero certi dovremo aspettare la fine della serata, così da controllare il vostro stato…
    Non sarà però solo colpa dell’alcool se, guardandovi intorno, vi sembrerà di essere immersi in un clima da fiaba. Sebbene le decorazioni più grandi e sino ad ora elencate rimandino più che altro alle antiche culture europee, da quella romana a quella celtica, in tutta la Sala Grande aleggerà, in ogni istante, un’atmosfera fiabesca. Luci, fate, suoni… il comitato non si è ispirato solo alla Storia con la esse maiuscola, ma anche al folklore europeo dei secoli passati e presenti. Per cogliere questi particolari dovrete stare più attenti, ma non sarà poi così difficile che vi saltino agli occhi. Certo, in parte non sarete stupiti, visto che, lo sappiamo tutti, molto del folklore babbano nasce proprio da eventi e, spesso, creature magiche che, chissà quando e chissà dove, si sono fatte sorprendere da qualcuno sprovvisto di poteri…
    E niente, questo è tutto. Circa. Sappiate che contiamo su di voi e sulla vostra bellissima immaginazione (non perché siamo pigri, sia chiaro) per rendere questo prom ancora più speciale. Quindi, insomma, sentitevi liberi di aggiungere, nei vostri post, qualsiasi particolare vi venga in mente.
    Someone will die… OF FUN.
    COMING SOON. #staytuned
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    willow beckham
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    «non ci posso credere!»
    Nemmeno lei gideon, nemmeno lei.
    Quando ripensava a quella mattina, il ricordo nella sua testa appariva confuso e distante, come fosse successo in un sogno o un decennio prima. Il suo corpo non era programmato per fare una cosa simile, e le rare volte che accadeva poi la beckham ne subiva le conseguenze: incubi, rimorso, occhiate confuse dalle persone, o peggio, a volte persino amichevoli!!
    A LEI, CHE SCANDALO!!! Ma del resto quello era il prezzo da pagare per aver mostrato un minimo di umanità: ti distrai un secondo ed ecco che le persone si prendono la libertà di darti pacche sulle spalle senza neppure conoscerti. Fortuna che le minacce di willow ("se ti azzardi anche solo a sfiorarmi un'altra volta giuro che maledico te e tutta la tua stirpe: vi faccio diventare allergici a pizza, pasta, e qualsiasi tipo di dolce che ti viene in mente") erano bastate a riportare un po' d'ordine, ma sapeva che sarebbe servito molto più lavoro per sistemare del tutto le cose. Mai come in quei giorni aveva messo così tanto a repentaglio il suo status sociale: già fare il promposal ad halley era stata una vera e propria tortura (la scenografia con i corvonero versione fantasma?? il lenzuolo/cartellone??? trovarsi davanti a lei e doverle chiedere - a parole vere! - di andare al ballo insieme????) ed aveva sentito una o due persone sussurrare tra loro, vedendola passare, che fosse una romantica e che magari non è così insensibile come sembra??, ma con il gesto fatto quella mattina si era davvero data il colpo di grazia. Da sola, tra parentesi: a differenza del promposal, dove oltre ad un chiaro desiderio personale (che però forse avrebbe risolto con un semplice messaggio?? o un bigliettino???? di certo non una scena eclatante come quella) il fattore chiave era stata la pressure psicologica fatta dai propri compagni di squadra, nessuno l'aveva obbligata ad andare in biblioteca quel giorno.
    Eppure l'aveva fatto, perchè ci pensava da giorni ed alla fine aveva deciso fosse la cosa migliore. Spoiler: cinque minuti dopo esser uscita di lì se ne era già pentita amaramente, e non per l'esito della sua missione, ma per il fatto che avessero assistito fin troppe persone e la voce si fosse diffusa per tutta hogwarts nel giro di qualche ora. Ed era arrivata anche a gideon, ovviamente: per questo in quel momento la stava tartassando di domande. «e com'è stato?? ti senti diversa ora??? io ti vedo diversa!!!» La ragazzina valutò se fosse meglio tirargli un pugno ora o accoltellarlo più tardi: tutto pur di farlo star zitto. Non era un qualcosa di cui parlava volentieri, come faceva il mcpherson a non essersene reso conto??? «gid, l'ho semplicemente ringraziato! non gli ho mica chiesto scusa per quella volta in cui ho intagliato "hunter infame per te solo lame" sul divanetto della sala comune» e sul tavolo della sala grande, sulle tribune del campo da quidditch, su un bel po' di alberi vicino al lago nero, su molti banchi nelle varie aule e su qualche muretto nei cortili «lì si che mi sarebbe servito un esorcista» anche se una parte di lei si stava sinceramente domandando se ne avesse bisogno: non aveva chiesto scusa all'oakes per quello che aveva fatto nel corso dell'anno scolastico, ma ciò non toglieva il fatto che fosse andata da lui e l'avesse ringraziato per aver aiutato halley ad allestire il promposal dei suoi sogni e gli avesse persino detto che non le importava l'avesse colpita e mandata ko senza preavviso. Forse era per quello che gideon era così sconvolto: a lui per un semplice confundus - però alle spalle!! sempre bene ricordarlo - gliel'aveva fatta pesare e pagare per mesi interi «era.. la cosa giusta da fare» del resto sarebbe andata al ballo con sua sorella! E poi hunter, prima di entrare in squadra quell'anno, le era sempre stato simpatico: nonostante tutto, in fondo era felice che avesse alleggerito la tensione tra loro (????) Ah, e comunque... «se per il ballo mi scegli un vestito di quelli super pomposi usciti direttamente dal diario segreto di una bambina di sei anni fissata con le principesse disney giuro che smetti di vivere» letteralmente: aveva già scelto la foto da metter sulla bara (x) e un epitaffio d'effetto ("qui giace gideon mcpherson: amante degli insetti e delle belle tette collane, amato dai fulmini, baciato dalla sfiga ma sfortunatamente mai da un uccello #GIDES DESERVED BETTER")

    «wow»
    Rimase estasiata ad osservare la stanza, ammirando un dettaglio dopo l'altro: il bosco, il tempio in lontananza, il mare. Ma cosa avevano dato al comitato quell'anno?? Roba buona sicuro, per sviluppare e render realtà un'idea simile. Dopo forse... quanto? cinque minuti buoni?? si riprese dalla meraviglia e tornò alla realtà, girandosi verso halley: le sembrava ancora assurdo fossero lì, a quel ballo, insieme, dopo praticamente un anno passato a tentare di invitarla ad uscire, o anche solo parlarle come una persona normale (da quando si era resa conto di avere una cotta per la oakes, per will era diventato praticamente impossibile comportarsi normalmente quando lei si trovava nella stessa stanza) «andiamo...» ma dove dovevano passare? c'erano cose che bisognava fare prima di poter mettersi ad esplorare in lungo e largo la stanza, come willow aveva intenzione di fare??? «...lì?» indicò quella che sembrava a tutti gli effetti una capanna celtica, dove tutti sembravano fermarsi prima di passare oltre «o hai appuntamento qui con i tuoi amici???» forse sì, dato che i losers di solito si muovevano come un pacchetto unico??? magari halley voleva salutarli!! Willow invece non sapeva dove fossero i suoi, di amici, nè suo fratello, ma voleva evitare a tutti i costi twat per non rischiare di imbattersi in pastina (conosceva il commestai: era molto probabile se la fosse portata dietro e ora fossero lì da qualche parte, con twat che indicava cose alla capra urlando "GUARDA BJORN COM'È TUTTO BELLISSIMO!! NON TI VA DI TORNARE UMANO???" sopra la musica ed il vociare generale) «se devi salutarli possiamo aspettare qui!! però avvisami se vedi La Capra» un brivido di freddo attraversò il corpo della ragazzina: riusciva a vedere così bene la bestia che cagava sul suo bellissimo vestito (si era pentita subito di non aver riposto più fiducia in gideon: l'abito e gli accessori che aveva scelto per lei erano splendidi!!) e rovinava il suo travestimento da Ecate (la dea che regnava sui demoni malvagi, sulla notte, la luna, i fantasmi, i morti e la Negromanzia: non esisteva niente di più adatto per willow) «in caso tiro fuori l'accetta» perchè sì, ovviamente l'aveva portata con sè! del resto cos'altro avrebbe potuto mettere in una borsa parlante a forma di scheletro che elencava tutti i diversi tipi di tortura, se non delle armi??? «così si tiene a debita distanza» e solo allora, quando chiuse bocca, si rese conto di aver ammesso ad alta voce che a) aveva un'accetta dietro e b) era disposta ad usarla contro pastina. Quale modo migliore per spaventare - o schifare?? - halley e farla pentire di aver invitato willow al ballo??
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    GIDEON MCPHERSON
    i guess you never know, never know

    Lago nero, qualche giorno prima del prom

    Aveva rigirato tra le mani quel pezzo di carta così a lungo da averlo consumato, ed ora, stropicciato, era quasi impossibile leggere cosa ci fosse scritto in precedenza. Ma aveva davvero importanza, a giochi fatti? Un sorriso amaro sulle labbra del McPherson, il sorriso di chi aveva la consapevolezza di aver fallito, ancora una volta.
    Avrebbe dovuto esserci abituato, ormai. Anni a convivere con sè stesso ma ancora una volta si sorprendeva di quanto fosse bravo a cadere: non se n'era accorto nessuno, ed il giovane corvonero aveva finto che tutto andasse bene, rialzandosi in silenzio. Un sospiro lasciò le labbra rosa appena dischiuse, la mascella serrata in una morsa, chiuse gli occhi ed aprì il pugno nel quale aveva racchiuso il pezzo di carta, lasciando che fluttuasse in aria fino ad atterrare sull'erba. Riaprì gli occhi solo per puntargli contro la bacchetta. Il suo umore suggeriva un bombarda, di quelli che avrebbero lasciato un buco nel terreno ed assordato chi si trovava nelle vicinanze, disintegrando quel foglio.
    Riuscì a mettere da parte questo pensiero ed ogni sentimento ad esso correlato, limitandosi a trasformare quel pezzo di carta in un chloris chloris di un giallo sgargiante. Un sorriso adesso più sereno mentre osservava l'animale zampettare curioso ed abbassandosi sulle ginocchia all'altezza del piccolo pennuto. Prima che potesse avvicinare la mano per toccarlo, questo volò via, lasciandolo solo.

    « Ma quindi Joey l'ha chiesto a Mac che l'ha chiesto a Twat che l'ha chiesto a- »
    « No. » Gli doleva usare la Beckham come gazzettino da gossip, in particolare dopo la caduta mirabolante della quale Gideon ancora rideva (ma solo quando Willow voltava le spalle, e mai con gli altri, sempre da solo) a cui aveva assistito proprio durante la sua proposta ad Halley (« a proposito, hai messo il ghiaccio sul bernoccolo? non vorrai mica sembrare un UnIcOrNo »), ma era evidente che ne sapesse qualcosa più di lui. « Mac l'ha chiesto a King. » Portò due mani sulle guance, il McPherson, non sapendo bene come reagire alla cosa. Non per King in sè quanto per MAC. La notizia lo sorprendeva ed al tempo stesso gli riempiva il cuore d'orgoglio, perchè insomma...proprio MaC!!! Non aveva idea di cosa avesse risposto King ma...MAC.
    « Lo ammiro. » Ammise. Del resto della squadra non aveva notizie, Hammie aveva dato (con saggezza) buca a tutti ed aveva deciso di non partecipare al prom, e Joey, sarebbe andato da solo, proprio come lui? Ancora non credeva, poi, che la Beckham avesse non solo preso la decisione di invitare Halley al ballo, ma addirittura ringraziare Hunter per avere aiutato la grifondoro a realizzare una proposta da sogno.
    "Sta a vedere che ha un cuore pure lei."
    « se per il ballo mi scegli un vestito di quelli super pomposi usciti direttamente dal diario segreto di una bambina di sei anni fissata con le principesse disney giuro che smetti di vivere »
    Guardò storto la Beckham, ma smise subito, capendo che, di sicuro, quei pensieri torbidi accompagnati da burtte parole e diffidenza fossero frutto di anni di bullismo e soprusi, proprio com'era successo a lui. Non riusciva a trovare altre spiegazioni, ma la capiva.
    « Cristo, Willow, non ti farei mai una cosa simile. »
    Era...un vero amico, Gideon.

    Si sentiva dannatamente solo. Uno dei più bei rapporti che aveva lo aveva rovinato e per il resto: Hazel rifuggiva i suoi baci come fosse contaminato, in squadra erano tutti anaffettivi, Perses era un pezzo di ghiaccio...Quanto si sentiva solo, Gideon, in quell'ultimo periodo di vita ad Hogwarts. Faceva un male cane.
    Era rimasto in Sala comune anche quando Willow era andata a dormire e si era fatto pensieroso, come spesso accadeva quando si trovava da solo. Aveva pensato a Narah, ed a come stesse, a cosa stesse facendo. Se avesse mangiato e se fosse andata a letto. Sarebbe andata al ballo? Conosceva la Bloodworth, ed era piuttosto sicuro che ad eventi come il prom non fosse proprio interessata, perchè gli eventi sociali richiedevano di socializzare, appunto e nonostante a lei non dispiacesse, sapeva quanto questo la metteva a disagio tanto da voler sparire. Eppure, una parte di lui era sicura che lei avrebbe tanto voluto un promposal come quelli di cui aveva sentito parlare in giro nei giorni precedenti (magari non quello delle Hallow, ecco). Qualcosa di dolce, in grande stile. Gli dispiaceva, davvero, perchè anche lei meritava una serata perfetta per il suo ultimo anno scolastico. Ma lui non era più la persona giusta per metterla in atto, lo sapeva ed agire diversamente sarebbe stato peggio che non agire affatto.

    Il giorno del prom

    Il vestito che aveva scelto per Willow era proprio chef kiss, che dire, Gideon aveva sbagliato tutto nella vita, da entomologo a stilista in pochi minuti. « Vedi questa colonna vertebrale? » Sollevò davanti agli occhi della ragazza una catenina d'argento con appesa quella che, a tutti gli effetti, era una riproduzione di una spina dorsale. « Da lontano sembrerà un pendente elegante, ma se qualcuno dovesse avvicinarsi troppo a te capirebbe che si tratta di una linea di vertebre umane. » Era sinceramente entusiasta all'idea dei gioielli e degli accessori che aveva scelto per la Beckham, dalla spina dorsale umana alla borsetta a forma di teschio, settata affinchè raccontasse dei più cruenti metodi di tortura a qualsiasi persona sgradita si avvicinasse troppo alla Corvonero - Gideon escluso, ovviamente.
    Hazel aveva mantenuto silenzio stampa fino alla fine, ed il McPherson moriva dalla voglia di scoprire qualche CATTIVISSIMO avesse scelto, era sicuro che la decisione sarebbe ricaduta su un personaggio un po' perfido com'era lei ma chissà che non lo avrebbe stupito?
    E Perses...Cristo, Perses era sempre così perfetto, il suo esatto opposto.
    Guardandosi allo specchio, sembrava che ogni centimetro di quella giacca non andasse bene, ne tirava la stoffa stretta della manica, che però risultava sempre troppo corta. Osservandosi meglio, si sentì un bastone in gabbia: alto quanto secco, ed impacciato nei movimenti. Gli incisivi a mordere il labbro inferiore, la testa china verso destra, come se osservandosi da un'altra angolazione qualcosa sarebbe potuto cambiare - spoiler: no. Era ovvio a chiunque lo guardasse, che il McPherson non era abituato ad indossare abiti eleganti, lui aveva fatto del casual il proprio stile di vita, soprattutto negli ultimi tempi. « Ma se vengo in tuta? Sono il Dio della ginnastica » (???) ma che stava dicendo. Proprio lui, poi. Guardò Perses oltre lo specchio, lui sembrava esserci nato, dentro il suo completo fatto su misura ed i cui colori richiamavano il blu.
    « Com'è vero che ho il broncio più bello d'Inghilterra» Jesus « non oserai. »
    Avesse avuto il McPherson un centesimo dell'autostima del Sinclair. Non rispose, spostando lo sguardo nuovamente sulla propria figura, limitandosi a sollevare un sopracciglio con aria stizzita da tanta regalità.
    Sbottonò il primo bottone della camicia bianca, perchè dentro sentiva di affogare e decise di levarsi la giacca, faceva fin troppo caldo. I capelli mossi ricadevano morbidi e più ordinati del solito, ma non ci aveva davvero messo impegno nel sistemarli, mancava solo che si preoccupasse anche per questi. Due o tre spruzzate di profumo dall'aroma boschivo e dalla fraganza calda che ricordava legno di sandalo di terre lontane, ed era pronto.
    Fisicamente pronto.
    Mentalmente fottuto.
    Indossava un abito completamente bianco che, nella sua visione delle cose, avrebbe dovuto richiamare simbolicamente il Dio greco Apollo, dio del Sole e di altre cose come guarigione, medicina, profezia, musica, poesia e bellezza maschile. Insomma, un tipetto da non sottovalutare Zio Polly. Per completare l'outfit, fatto solo di camicia bianca leggera e jeans dello stesso colore, aveva indossato una corona d'alloro.

    Al prom

    Dinnanzi alla ragazza che gli era appena stata presentata come sua altra metà al Prom, Gideon aveva posto La Domanda che aveva sancito l'inizio del loro rapporto.
    « Ma quindi prima del ballo ci si accoppia? » Gli era sfuggito prima che potesse collegare bocca e cervello. « Cioè...intendo, si viene accoppiati? » Perchè iniziare un rapporto sottolineando l'ovvio in maniera imbarazzante era qualcosa che, infondo, lo rendeva...molto umano e poco Dio. Non che gli dispiacesse fare nuove amicizie, certo, anzi! Non aveva messo in conto di andarci accoppiato, ma andava benissimo. La sua metà era Sorta Morthe...fucka (non lo aveva mai capito questo cognome e voleva evitare di insultarla, per cui non lo avrebbe nominato mai) e...aveva paura, Gideon. Sperava che la ragazza fosse...meno inquietante di suo fratello.
    Eccolo arrivare, il silenzio imbarazzante del "io non conosco te, tu non conosci me, quindi di che parliamo?" Prima che potesse blaterare qualcosa sugli insetti stercorari, riaprì bocca in fretta. « Tuo fratello mi spaventa, è fissato con il mio fondoschiena. » Ammise sincero alla ragazza, dopo aver fatto...cose come farsi mettere addosso la spilla. « E quindi Sorta...che mi dici? » Dio com'era pessimo Gideon nelle conversazioni, DIO 🐕 voleva scappare.
    Nervoso, infilò le mani nelle tasche dei jeans chiari. « Forse ti aspettavi qualcun altro per questo ballo, ma... » Dio Gideon chiudi la bocca stai facendo tutto tu. « Ma dopo uno o due bicchieri di whisky sono certo che diventeremo migliori amiki. » Si guardò intorno, le gote arrossate per l'imbarazzo e sollevò un indice muovendolo in maniera da indicare tutta la stanza e l'arredamento scelto. « Belle le barche. »
    E quindi...foto? BEVIAMO? Indicò le barche alla Motherfucka, « quella a sinistra è chiaramente una nave fenicia, vedi la punta? mentre quella infondo è una nave vichinga! » Spiegò, improvvisandosi l'Alberto Angela dei poveri.
    Sorta, nella sua testa, forse già cantava

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    - Cose random
    - Arriva al ballo e scopre di essere in coppia con Sorta Motherfucka
    - Ritirano la spilla
    - Parla con Sorta


    Edited by visions of gideon - 28/7/2020, 14:21
     
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    joseph moonarie
    i've done nothing to prepare for this situation
    «Perchè piangi» joey indietreggiò di un passo - ben conscio che a parti invertite lui non avrebbe voluto che nessuno avanzasse per avvicinarglisi, e si accorse che Mac stava anche ridendo.
    aveva rotto mackenzie.
    Ci si era messo d'impegno a fare la promposal, e la reazione di Mac non era affatto quella che Internet gli aveva detto sarebbe stata; gli fremevano le dita dalla voglia di prendere dallo zaino il quaderno con gli appunti, cercare cosa si fosse perso... ma resistette, chiamando invece con un fischio Banana a tornare da lui. Si chinò a raccogliere il furetto per metterselo sulla spalla e le seguenti parole del ragazzo furono una sorpresa: «sono così fiero di noi»
    «Anche io» rispose subito con sicurezza, anche se non capiva. Nel dubbio, lo era.
    Ascoltò quanto seguì cercando di non perdere il filo del discorso (per quanto difficile), comprendendo dannatamente bene quanto fosse da Mac non voler rischiare di lasciare qualche sconosciuto da solo solo perchè non si ricordava di averlo invitato. «e ti meriti qualcuno di più ... meno mac»
    «No» sicuro, nel dirlo. «saresti stato l'accompagnatore perfetto» I Freaks lo facevano sentire giusto, mai fuori posto, apprezzandolo e volendogli bene per quello che era pur sfottendo le cose di lui che non capivano (cosa assolutamente reciproca), ma Mac lo aiutava a sentirsi un diciassettenne normale, che è tutto dire considerando che veniva dal 1900 (o forse proprio per questo). Più Mac cercava di uscire dal proprio guscio, più Joey trovava la forza di fare lo stesso per le cose che gli importavano.
    «Se King ti dà buca-» si interruppe, ricordando cosa Mac gli aveva detto al Walshella. «se vuole solo farti perdere tempo, gli faccio male» «no, non lo farai; è mio amico» «io-» lo picchio solo se vuoi?? scosse la testa «strategia» Forse strategia sarà il nostro per sempre.

    Del rifiuto di Mac non gli sarebbe importato così tanto, se non che- «no.»
    A quanto pareva doveva andarci per forza con qualcuno. «Non compro quella roba» cristo, la gente ricca pensava i soldi crescessero sugli alberi?? Non avrebbe speso un centesimo per abbinare vestiti con lei. «E se te lo compro io?» «no
    Non è che a Joey Phoebe non piacesse - ma le era indifferente, e la cosa a volte è anche peggio. Non avevano niente in comune, era difficile sentirsi a proprio agio da solo con lei, e francamente avrebbe preferito non starci affatto, da solo con lei. Tendeva ad essere troppo esuberante e rumorosa per i suoi gusti, e ne aveva a sufficienza ormai di persone simili nella propria vita, non c'erano più posti liberi.
    A sapere che sarebbe stato obbligato a portare qualcuno al ballo, avrebbe chiesto a qualcuno che sopportava; CJ e Sersha avevano optato per una luna di miele anticipata avendo i dormitori praticamente vuoti per una notte, ma magari sandy avrebbe accettato? Certo, era probabile che anche lui avrebbe insistito con il fargli indossare completi abbinati... "e al mio no, avrebbe trovato magicamente qualcosa di adatto, rassicurandomi che erano già lì, mica li aveva comprati apposta, sì certo della mia taglia, non è colpa sua se ho la taglia del suo cane..." rendendosi conto di star sorridendo, interruppe la fantasia, tornando serio. E tornando a fuggire da Phoebe.
    «sei rumorosa» borbottò uscendo dalla biblioteca - dove sì, la ragazza lo aveva seguito e no, non si era zittita (a volte funzionava entrare lì con Sandy; c'è chi usa l'acqua santa, chi la minaccia di passare un pomeriggio a fare i compiti) e voltandosi la vide.
    L'espressione da cucciolo ferito.
    «Oh no.» mormorò.
    Non era un debole Joseph, e normalmente non gli interessava di una ragazza che piangeva ma «Mi sono impegnata tanto per il prom....... perchè tutto fosse perfetto per gli altri............» -odiava l'impegno non venisse ripagato. Phoebe sembrava tenerci a quella cazzata lì.
    Sospirò. «...guarderò nei costumi del drama club» e già sapeva che se ne sarebbe pentito.

    Se ne stava pentendo.
    La stoffa pizzicava, il mantello era pesante, si sentiva la fronte scoperta a causa dei capelli tirati indietro, e la corona la sentiva come un peso inutile sulla testa; in più, aveva perso un sacco di tempo a lavare ogni cosa prima di indossarla (cosa positiva? Avendo visto su internet che di solito i principi avevano spille e cose appuntate sui vestiti, aveva colto l'occasione per mettere quella da capitano; allo stesso modo, sarebbe entrato alla festa armato del fido pugnale e di una spada leggera presa in prestito in armeria)
    almeno, quando lo vide al fondo dello scalone ad attenderla, Phoebe sembrava essere stata soddisfatta della sua scelta del vestito. Joey si chiese se avrebbe dovuto chiamarla sua maestà. Non lo fece. Se avrebbe dovuto porgerle il braccio. Decisamente non lo fece.
    Il vestito chiaro di Phoebe e il costume da principe di Joey sui toni del bianco e del blu non erano affatto simili (non di fattura, non di materiali, non di prezzo), ma se uno non ci avesse fatto tanta attenzione, i ghirigori e le decorazioni dorate potevano quasi essere uguali. Le porse la corona, poichè almeno quella le aveva detto che l'avrebbe procurata lui, per averle abbinate. Insieme alla corona, porse distrattamente una rosa bianca; internet aveva detto fosse il caso regalare sempre dei fiori al proprio appuntamento.
    «ciao, Phoebe Campbell, è bello vederti» aveva copiato la frase da un tutorial letto su internet, e allora?
    la guardò appena, puntando poi l'attenzione sull'ingresso. Chissà se Barrow e Sunday erano già dentro. Chissà con chi sarebbe andato quest'ultimo... si voltò verso di lei di nuovo, spiando se oltre le scale arrivava qualcun altro. Mac non aveva forse trovato il coraggio di chiedere a King se gli aveva detto sì o no, ma Joey sì: il giorno dopo il rifiuto era andato a cercare chi fosse, e senza tanti mezzi termini glielo aveva domandato. Joey quindi ora sapeva che Mac sarebbe arrivato con King e sapeva di non doverlo aspettare per fare da backup. In sala comune si erano visti, ma Joey non voleva rischiare di arrivare tardi all'orario fissato con Phoebe ed era fuggito prima di chiedergli se voleva scendere andare insieme. Peccato non averlo beccato lì prima di entrare: era forse in ritardo? Mh. Pensava di averlo sempre reso chiaro ad allenamento che la puntualità era essenz- "e se sono IO in ritardo per colpa di Phoebe???" !!!!!!
    «Andiamo» fece segno a Phoebe di seguirlo, e una volta dentro- Wow.
    Forse non era un fan dell'ambientazione di per sè, ma della magia? Di quello lo sarebbe sempre stato. La magia lo aveva salvato da una possibile vita misera e triste, la magia lo salvava ogni giorni. «Come avete...?» quasi si pentiva di non essere entrato nel comitato e aver perso l'occasione di imparare a fare tutto quello. Cercò di fare mente locale, capire quali incanti erano stati usati qua e là, ma prima di elaborare una teoria completa Phoebe gli fece notare che dovevano andare alla capanna a recuperare delle... spille?
    Joey non si fece domande.
    «È venuta bene» indicò in giro dopo essersi appuntato la spilla sotto quella da capitano.
    Sempre internet aveva detto fosse il caso fare conversazione con argomenti random. Joey si chiese quanti minuti dovesse aspettare, prima di poter fuggire (a cercare le bevande corrette) a cercare i suoi amiki. Dai, era pure cambiata canzone!!! Facciamo... cinque minuti? «L'ambientazione. Bravi.» Mh. Non aveva altro da dire. si guardò la mano, spiando le frasi scarabocchiate prima di uscire. Tieni il discorso su temi positivi e allegri. «conoscevo un tizio positivo all'HIV»
    ravenclaw
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    arturo maria hendrickson
    Todos tenemos un secreto escondido bajo llave en el ático del alma
    «Ya te lo dije.» lo aveva detto. Svariate volte, a svariate persone. «No voy a ir a este puto prom
    Bisogna dire che Arturo Maria sapeva accettare i rifiuti like a pro e non aveva passato gli ultimi due (dieci?) giorni rinchiuso nel dormitorio, lasciando il tiepido abbraccio del letto solo per cose estremamente importanti e irrinunciabili (gli Smarties) quando ne aveva sentito il richiamo.
    Nope, assolutamente.
    Ma mettiamo il caso che lo avesse fatto davvero (ah ah ah), entrare nel dormitorio dove risiedeva il (futuro) Capitano Serpeverde non sarebbe stato un momento idilliaco in quel frangente, al contrario.
    Possiamo dire, sempre in maniera ipotetica che ormai aveva assunto le sembianze dell'italiano medio in quarantena, capelli apparentemente dotati di vita propria che andavano un po' per fatti loro e in tutte le direzioni, barbetta incolta e a ciuffi sparsi a ricoprire il viso smunto, borse sotto gli occhi così grandi da sembrare griffate (cit.) e la stessa vecchia maglietta che indossava da fin troppi giorni.
    ...Ma chi vogliamo prendere in giro. Arturo Maria was a real mess.

    Dopo aver visto Heather rifiutare il suo invito a favore di quello di Reggie (not cool, by the way, perché la special si era dovuta mettere in mezzo?!) era rimasto come imbambolato per qualche minuto nel piazzale del cortile, fino a che Posh, ancora lì dove lo spirish lo aveva lasciato, non aveva provato pietà per l'amico e l'aveva guidato lontano da(lle persone che, avendo assistito alla scena ora sghignazzavano di lui e lontano da) lì. Gli aveva persino offerto uno dei suoi tipici rimedi ma Artie non aveva avuto voglia di sballarsi, in quel momento; voleva solo morire. Aprire una voragine nel pavimento del castello e sparire 5evah.
    Era così che si era sentito Costas quando... momento, ma pErChÉ finiva sempre a pensare a lui, in quei giorni? Dannazione. E poi, certo che no, la situazione era del tutto diversa per i due maghi: Arturo Maria ci teneva davvero davvero ad Heather - non come il battitore che, Arturo lo sapeva bene (spoiler: non sapeva un cazzo.) lo faceva solo per la gloria di conquistare un buco, manco giocasse a golf da professionista. Insomma, i sentimenti di Arturo nei confronti della bionda cheerleader erano genuini e glielo avrebbe dimostrato! Avrebbe fatto di tutto per dimostrare alla compagna che !! era dannatamente serio. Ci teneva a lei, gli piaceva un sacco (ma proprio tanto) e non si sarebbe lasciato demoralizzare. Le avrebbe chiesto un ballo al prom e lì, mentre la stringeva dolcemente, le avrebbe confessato tutto e - «pls don't»
    «Cosa?»
    L'espressione addolorata sul viso di Posh avrebbe dovuto fargli capire qualcosa ma, eh, era Turo, non avrebbe capito nemmeno con dei disegnini in spanglish. Realizzò troppo tardi di aver parlato ad alta voce e, arrossendo violentemente, nascose la testa tra le ginocchia.
    «...un momento.» Sempre troppo tardi realizzò di non aver affatto parlato! «nOt CoOl» perché la sua mente, in quel periodo, non era di certo il posto dove voleva che l'amico telepate passeggiasse tranquillamente. C'erano /cose/ che nessuno doveva sapere. Posh si limitò ad un'alzata di spalle borbottando che non era mica colpa sua se lui era così dannatamente rumoroso. Persino i suoi pensieri erano fastidiosi.
    Allorché lo spagnolo si rassegnò e, buttando la testa all'indietro, cercò di imporsi di non pensare al ballo e alle promposal e a Heather e a Costantine.
    Soprattutto all'ultimo.
    Decisamente non all'ultimo.

    Ed era stato così per venti gloriosi minuti fino a che non aveva raggiunto la sala grande ed era sprofondato sotto le coperte, desiderando di non riemergere mai più: chissà se poteva tornare a casa prima della fine dell'anno...? Non aveva esami da sostenere e non c'erano test dell'ultimo momento in grado di salvarlo dalla bocciatura, quindi perché rimanere lì e sorbirsi gli sguardi - e le chiacchiere - dei compagni? Non era giusto.
    C'è da dire, in realtà, che quasi tutta Hogwarts aveva già dimenticato la sua barbina figura in cortile, ma lui era convinto fermamente che si ridesse ancora del suo flop; non sapeva che gli studenti erano troppo presi dal susseguirsi di promposal per badare a lui - erano stati persino sacrificati fratelli maggiori famosi per quelle dannatissime proposte, come aveva potuto non pensarci anche lui? Magari a Heather sarebbe piaciuta un cosa più in grande stile? Avrebbe preferito una mongolfiera, con picnic e serenata? Forse aveva sbagliato tutto?! Aveva bruciato ogni sua chance per eccesso di semplicità??
    Dannazione!!
    «fuck my life» perché, tutto sommato, l'autocommiserazione era un cliché abbastanza tipico per i ragazzini della sua età e poteva permetterselo, nelle condizioni in cui verteva.
    E fu proprio in quel misero (già, misero e basta) stato che venne trovato, a poche ore dall'inizio della festa da... qualcuno. Non gli interessava neppure chi fosse, aveva già subito abbastanza pressing psicologico da bastargli una vita e non aveva alcuna intenzione di lasciare la sicurezza e il comfort del suo letto. Aveva tirato le coperte fin su la testa e le teneva saldamente con entrambe le mani; sentiva la presenza di quel qualcuno ai piedi del letto ma non avrebbe ceduto!! Voleva rimanere lì vita natural durante.
    «mon dieu» davvero, avrebbe dovuto capirlo dall'aura dalla voce e dall'accento che non c'era verso di vincere quella volta, ma il Serpeverde era convinto che ignorandolo, prima o poi Charles se ne sarebbe andato, quindi non aveva risposto alle sue provocazioni nemmeno al «qui dentro puzza peggio che negli spogliatoi» detto a denti stretti e con l'espressione da CharlesTM che riusciva benissimo a immaginare anche attraverso gli strati di biancheria.
    Se era un modo (non proprio) carino per dirgli che il suo alezzo aveva infestato l'intero dormitorio era tutto fiato sprecato: una doccia comportava alzarsi e alzarsi, beh... non era contemplato, punto e basta.
    «Capitano -» («Futuro Capitano» giunse da sotto le coperte, più per abitudine che per vera voglia di rettificare la cosa) «- non puoi passare il resto dell'anno nascosto sotto le coperte.» Charles, pls. (#watchme) «E soprattutto non puoi farci morire asfissiati.» Beh, aveva ragione. «Tra l'altro stasera c'è il ballo e devi venire!»
    E a quel punto, scoprendosi il volto quel tanto che bastava per guardare (malissimo) il Cercatore, Turo aveva parlato. In spagnolo, perché tanto che importa, tra tutti e due messi insieme parlavano più lingue che l'intero corpo studentesco quindi whatever. Si sarebbero capiti in qualche modo. E avrebbe fatto passare il messaggio che non sarebbe andato al ballo, con autorità e risolutezza e -
    «.»
    Charles non ne voleva sapere delle sue stronzate e, ormai sfiancato da quella inutile battaglia - e probabilmente quasi morto perché era rimasto in apnea tutto il tempo -, gli tirò via le lenzuola dal naso lasciandolo scoperto e in tutta la sua tristezza. «Hai quindici minuti per rimetterti in sesto. Se quando torno non sarai pronto ti trascinerò al ballo in queste - pietose - condizioni.»
    E se ne andò - probabilmente a prepararsi per il ballo perché non tutti avevano deciso di boicottarlo come l'Hendrickson, ma tu pensa.

    Quindici minuti dopo... beh, Arturo Maria era ancora in condizioni pietose ma almeno non puzzava più come Gideon McPherson al Walshella, ecco. Aveva sistemato i capelli - ormai bisognosi di una spuntatina - ed eliminato la barba ma per le occhiaie c'era davvero poco che potesse fare; avrebbe chiesto a qualcuna delle sue amiche appassionate di makeup di dargli un'aggiustata ma a) erano sparite tutte, assorbite dai preparativi per la festa; b) non gli fregava poi così tanto, a essere onesti.
    L'immagine riflessa allo specchio era quella di un DisperatoTM, lontano anni luce dallo studente euforico per quel ballo che sarebbe dovuto essere, ma a quel punto non sapeva proprio cosa avrebbe potuto migliorare il suo umore... nulla, probabilmente. Rassegnato, alzò gli occhi verso la pergamena affissa alla cornice in legno e riflesse le stesse parole che aveva già imparato a memoria; per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare in lui un briciolo di entusiasmo nemmeno per ringrazierò Berenice di quel completo. Gli aveva detto di essersi ispirata alla mitologia basca (...ah, okay? Grazie?? Arturo non conosceva nemmeno quella classica, di mitologia, ma apprezzava il gesto e che la cheerleader fosse andata a pescare proprio un personaggio tipico del folklore del suo paese d'origine) e di aver scelto per lui il dio della notte eccetera eccetera. Peccato che Nice si fosse dimenticata la camicia. Per carità, la mantella era molto carina e decorata finemente - e, anche se di velluto, l'aveva provata e non aveva avuto caldo per niente wow magia - ma oltre quella, appesi ad una gruccia, c'erano solo dei pantaloni da completo neri e delle scarpe nere lucide poggiate in terra ("Non rovinarle, sono in affitto XOXO") e ??? Art non era sicuro di avere una camicia da abbinare a quell'outfit. Avrebbe potuto metterci una qualsiasi maglia nera, certo, ma l'idea di rovinare un marchio Hillcox lo terrorizzava più del ballo stesso. Sospirando - ormai era al centesimo sospiro in mezz'ora a occhio e croce, stava diventando Jay #cos - indossò anche pantaloni e scarpe e poi passò a sistemare i capelli, usando parecchia un po' di gelatina per tirarli indietro e scoprire la fronte spaziosa: tutto sommato le occhiaie sembravano far parte del look (?) e il total black faceva risaltare l'azzurro dei suoi occhi.
    Arricciò il naso e, combattendo l'impulso di buttarsi di nuovo sul letto, infilò la testa nel baule alla ricerca di una camicia da indossare - non avrebbe messo piede fuori da quella stanza a petto nudo.

    «toctoc»
    «indietro»
    Scusate, se uno diceva "toctoc" quando bussava alla porta, Turo era autorizzato a rispondere "indietro" - non era poi meno idiota, come cosa, no?! Ma vabbè, sorvolando, Arturo Maria era ormai riverso sul baule, ancora mezzo svestito, e stava armeggiando con quei pochi panni puliti che gli erano rimasti disponibili e... «Charles, prestami una camicia nera. Non ho niente da mettermi e la Hillcox si è dimenticata la dannata cAmIcIa ma io dico ti pare normale già non c'ho sbatti di presentarmi a 'sto ballo, figuriamoci se ci vado mezzo nudo. Dai Chuck non startene lì impalato dammi una mano e....» ???? «.....ti sei perso?»
    Quello sulla porta non era Charles... e soprattutto non era un Serpeverde. «La vostra sala comune è dall'altra parte...?» chissà perché era suonata come una domanda.
    Che ci faceva Sunday de Thirteenth nei loro dormitori? «Mi ha aperto Sersha» okay, cool, but ??? «Ti manca molto? La festa è già iniziata!»
    Turo non si era mosso di un centimetro, ancora con la bocca socchiusa e l'espressione a forma di punto interrogativo stampata sul volto... e l'altro che invece si accomodava tranquillamente sul suo (!!) letto e *morgan's voice* «che succede?»
    «Sersha mi ha detto che Charles le ha detto che Behemoth gli aveva suggerito che probabilmente eri ancora qui. Così sono venuto ad offrirti una scelta: o muovi quelle chiappe e mi segui di tua spontanea volontà o ti carico in spalla e ti porto al prom così.»
    Ma tutta quella confidenza....????
    «Andiamo Hendrickson, non sarò la Morrison ma non sono male come accompagnatore» #winkwink perché l'occhiolino ci stava, dai.
    «....come che?!??!»

    Per farla breve, Arturo aveva perso la lettera. O meglio, non si era accorto di averla accartocciata in mezzo alle lenzuola e poi l'aveva persa completamente di vista. E avendo passato gli ultimi giorni nascosto sotto le coperte aveva anche saltato del tutto l'entusiasmo generale per la storia del "accompagnatore segreto, yu-uh!!" quindi non aveva avuto la minima idea di cosa gli sarebbe aspettato una volta giunto in sala grande se solo il de Thirteenth non si fosse stufato di aspettare avventurato nella sala comune verde-argento per andarlo a recuperare.
    Lo stesso de Thirteenth che ora lo stava tirando per un braccio per portarlo via da quei dannati sotterranei mentre Arturo urlava «la cAmIsAaAaAaAaA negra» e oddio, ormai era troppo tardi, erano in corridoio arrivati e !!
    Improvvisamente ben conscio di essere fin troppo scoperto, Turo si avvolse la mantella nera attorno al corpo e la strinse forte per coprire l'addome e il petto.
    «¡ay dios mío!»
    C'era troppa gente per i suoi gusti, la sala brulicava già di studenti e lui voleva fare fugone. Tra l'altro, aveva fatto tAntO (ma tanto cosa.) per andare al ballo con la ragazza dei suoi sogni e invece ora era lì con... Sunday. Per carità sicuramente un bravissimo ragazzo (forse? Chissà, mica si conoscevano così bene) molto a modo ed educato (????) ma pur sempre un ragazzo. Fece involontariamente un passo di lato per allontanarsi un po' dall'altro, magari poteva fingere di essere lì per conto suo e non insieme a lui...? Rude, okay, ma !!! Era così in ansia che non stava neppure facendo attenzione alle decorazioni create dal comitato - ma era mare vero quello??!! Poteva affogarci dentro??? - e non aveva la minima intenzione di varcare la soglia del portone della sala grande.
    «Wendy mi ha ricordato mille volte di passare prima di tutto lì» lì dove, Arturo non vedeva nulla, aveva gli occhi appannati e stava per scoppiare a piangere come un Behan Tryhard qualunque. Era troppo sfinito per impuntarsi o resistere, quindi si lasciò trasportare dal Tassorosso verso il banco delle spille e poi fissò con sguardo persissimo il ragazzino di primo anno che gli assicurava la spilla ad un lembo del mantello - lui non aveva le facoltà mentali per fare nulla.
    Le aveva conservate per un ultimo, disperato, tentativo.
    «Senti. Mi dispiace. Ci deve essere stato un errore ma comunque adesso puoi /mollarmi/ qui e raggiungere i tuoi amici se vuoi hihihi» risata nervosa; dai, Sandy, Arturo sta cercando di non rovinarti del tutto la serata «Sono certo che ti stanno aspettando e io -»
    Ho bisogno di qualcosa di forte per riprendermi?
    Voglio morire?
    Sto per fuggire da lì (ma anche da Hogwarts stessa)?
    Sono mezzo nudo e mi sento così a disagio???
    Chissà cosa voleva dire, poi, Arturo Maria, improvvisamente muto e incapace di spiccicare parola.
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    - arriva al Prom con Sunday de Thirteenth
    - vede qualcuno? vede qualcuno, dai (il primo che posta tra Costanzo e Heather muhuahuha)
     
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    PERSES SINCLAIR
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    Mentre controllava la propria figura allo specchio, Perses non pensava a quanto fosse bello e affascinante e fulgente e splendente nei panni del principe-bestia.
    Ma solo perché lo dava per scontato, non aveva tempo da perdere quando era chiaro come il sole che il Sinclair stesse bene con tutto – persino con i maglioni unicornosi che gli comprava la gemella Theia, anche se ovviamente non se li metteva mai se non sotto l’albero di Natale in sua compagnia, per farla felice e vedere quel sorriso divertito cui voleva bene. Tra l’altro chissà come si sarebbe vestita lei, dopo l’esperienza traumatica da Amortentia e il trattamento meiyou se nunciandavi – o qualcosa di simile, ecco – non era più sicuro di NIENTEH. Adesso aveva altro per la testa, come accertarsi che fosse tutto a posto: nessuna scucitura che avrebbe potuto divenire uno squarcio in qualsiasi momento del ballo – e nessuna scucitura punto –, che il tessuto fosse adeguatamente leggero perché non voleva morire di caldo e che, in generale, calzasse tutto bene. Si allargò il (bavaglino ihih) foulard bianco, lasciando che si allentasse al collo per non sentirsi troppo oppresso, e si passò le dita con cura tra i suoi amatissimi e morbidissimi capelli biondi.
    «Ma se vengo in tuta? Sono il Dio della ginnastica»
    Brividi di gelo lungo la schiena, sentendo quelle parole che mai avrebbero dovuto sfiorare le sue regali orecchie. Alzò appena la testa per scoccare al McPherson un’occhiata impassibilmente sconvolta – come sia possibile? È possibile, e ormai Gideon era abituato a decifrare le microespressioni PersesTM –. Non esisteva che facesse andare il suo migliore amico vestito in tuta al prom del loro ultimo anno, piuttosto lo avrebbe legato proprio lì, a una sedia della sala comune Serpeverde per il resto della serata. «Com’è vero che ho il broncio più bello d’Inghilterra-» ed era verissimo, statene certi, e non solo perché da bambino aveva vinto l’omonimo concorso «Non oserai.» Inutile precisarlo, Perses era fan dell’eleganza e del tipo di abito giusto al tipo di occasione giusta: uno dei pochi dettagli che aveva ripreso dai suoi rigidissimi genitori, che nell’ultima lettera che gli avevano inviato, in cui erano stati ancora più sintetici e freddi dal solito; difatti il ragazzo aveva iniziato a prendere definitivamente le distanze da loro, e ai coniugi Sinclair non doveva essere passato inosservato. Proprio quello che Pers aveva voluto!
    Ma comunque, alla fine quello era solo un ballo, che gli interessava giusto per il dress code da rispettare, la curiosità di vedere cosa si fosse inventato il Comitato e perché l’idea di andarci non gli dispiaceva poi così tanto come avrebbe fatto un tempo – lo aveva rammollito, il McPherson, e la cosa iniziava a preoccuparlo –. Di sicuro non gli sarebbe mai interessato tanto quanto la serenità del suo amico, che osservò fare un’espressione infastidita dalla sua categorica risposta. Eh no, il signorino poteva prendersela quanto voleva ma diamine se non sarebbe andato in tuta.
    Rimase a scrutarlo, le sopracciglia aggrottate da un dispiacere che forse sarebbe parso più un senso di disapprovazione: conosceva abbastanza bene il Corvonero da sapere che, guardandosi allo specchio, riusciva a distinguere solo un lungo elenco di difetti, e avrebbe persino potuto elencarne qualcuno. Dal canto proprio, il Sinclair era oggettivamente del parere che Gid stesse bene nei suoi abiti bianchi e non avesse nulla che non andasse, affatto. Conscio che non era facile cancellare le convinzioni del riccio, si limitò ad aggiungere un: «Stai molto bene, Gedeone.» E poi, perché era sempre di Perses Sinclair che si parlava: «Peccato tu non sia biondo.» Non poteva mica passarci sopra. Dallo specchio riuscì a cogliere il riflesso di Charles – dall’incredulità nel suo sguardo doveva essere tornato da non molto dalla missione Save the soldier Arturyan – muovere la bocca a mimargli un malizioso “Gaaaayyyy” con lo stesso gusto con cui avrebbe detto “Draaaamaaaa”, e capì che doveva aver sentito i suoi complimenti a Gideon. Si girò verso di lui, sopracciglia inarcate ed espressione stizzita – niente di diverso dal solito, direte voi –, ribattendo con un tanto semplice quanto onesto: «Sei un idiota.» (Un idiota vestito bene, l’esperto di moda Perses non poteva che approvare in silenzio) Si accorse che Gid lo stava guardando con aria interrogativa, e sbuffò. «Niente.» Ma perché tutti dovevano pensare avesse una cotta segreta per il suo migliore amico????? PURE SU WAT?PAD. Maledetti. Scosse la testa, e nel giro di qualche minuto gli arrivò una lettera, che ben prestò comprese essere LA lettera. Senza tante cerimonie, spiegò il foglio di carta, scorrendo veloce le poche righe scritte per sapere (di che sorte doveva morire) chi fosse stato tanto fortunato o fortunata da avere l’onore di accoppiarsi – cit essere messo in coppia con lui. Era una ragazza piuttosto difficile da non conoscere. E dato che era un gentiluomo, non commentò: soltanto, tra sé e sé fece mente locale per ricordarsi dove aveva messo i tappi per le orecchie.

    «Melvin?» Davanti al portone della Sala Grande, Perses aveva perso(s) (ahah ke battuta) di vista il McPherson e si era preso qualche secondo per scandagliare i presenti uno a uno, affatto impressionato da quanti studenti si fossero già radunati, chi a parlottare, chi a… piangere?? Doveva aver visto male- e chi a cercare, come lui, il compagno di quella sera. Nel suo caso una compagna, che aveva trovato non molto tempo dopo e cui si era avvicinato pregando perché non lo contagiasse con la sua socievolezza, ew con un sorriso gentile. Non era proprio da lui sottoporre ai raggi x chicchessia, perciò aveva osservato con sincera curiosità i suoi abiti da lontano – fissandole, tra l’altro no, decretò che a vista i capelli della Diesel non erano fluenti quanto i propri, neanche a fare il paragone –, prima di approcciarla con tono educato. Che dire, già solo perché Melvin era bionda allora era degna di essere sua accompagnatrice!!1! #wat Ma questo era ancora tutto da decidere – nah, in realtà non l’avrebbe sottoposta a nessun test strano, ma gli piaceva pensarlo perché era pignolo da morire e non poteva smentirsi, figuriamoci. Quando la ragazza incrociò il suo sguardo, dando segno di averlo messo a fuoco(??), continuò. «Ciao! Stai molto bene,» aggiunse, primo perché era la verità, e secondo perché nonostante tutto Pers era un gentiluomo per davvero!! quando pare a lui Discretamente, mise la mano in tasca per sincerarsi della presenza degli immancabili tappini: sì, li aveva presi davvero. Melvin Diesel era quello che per Perses era un Pericolo con la P maiuscola, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere facendogli partire un timpano o due. Lui era pronto a detestarla intensamente per questo #ahochei. E niente, sarebbe rimasto a scambiarsi qualche parola fino a quando l’altra avesse voluto, prima di varcare insieme l’uscio della sala.
    All’inizio, fu troppo sorpreso dall’iniziativa delle spille per ciatellare mentalmente sulle varie decorazioni. No, davvero, che senso aveva? Chiamatelo veggente o pessimista ma, anche se non aveva capito in cosa consistesse, Pers fiutava già la fregatura dietro l’angolo. Tuttavia non protestò, facendosi (trascinare di malavoglia) spazio assieme a Melvin fino alla capannetta celtica che li attendeva. «Carina,» commentò, ma stando alla sua faccia scettica e la voce che aveva pericolosamente virato sull’acido il complimento non sembrava più tanto un complimento. Lo era o non lo era? Mistero e libera interpretazione.
    Appuntatasi la spilla all’altezza del petto, iniziò a guardarsi un po’ in giro con Melvin, trovando l’ambientazione un po’ strana fino a quando la De Thirtheent & Co non aveva iniziato a lanciare incantesimi per la Sala, avvisando… di spostarsi dall’azzurro. In ke sens- oh no. Uao, era fortemente allarmato. Abbassò lo sguardo di colpo, il Sinclair, ma se sotto le proprie scarpe c’era verde, non si poteva dire lo stesso per la ragazza che lo affiancava. Ops. La afferrò, tirandola a sé appena in tempo per sfuggire alla tragediaTM – poi chissà, magari lei avrebbe gradito una rinfrescata #wat –. Adesso la stanza era decisamente più fika. «Impressionato.» Lasciò il polso di Melvin, rivolgendole un’occhiata di (chi per un attimo aveva sudato freddo) scuse.

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    Adalbert Behemoth
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    «Accettabile» decretò Bertie, rimirandosi nello specchio con una piccola smorfia che, se osservata bene, poteva effettivamente assomigliare ad un sorriso. Se Nice fosse stata persona diversa, una persona normale, soprattutto, probabilmente e giustamente si sarebbe offesa. Ma era Nice e conosceva perfettamente suo cugino, forse persino più di quanto lui stesso si conoscesse. Una parte di lui era ben consapevole della cosa, ma faceva di tutto perché questa consapevolezza, appunto, non affiorasse nel mare della sua coscienza, lasciandola all’opposto ben sepolta nel suo inconscio. Ad ogni modo, quindi, se Nice non fosse stata Nice con tutta probabilità l’espressione annoiata del Serpeverde l’avrebbe distrutta psicologicamente. Ma Albert era fatto così. O meglio, lo era fino ad un certo punto, mentre da un altro punto in avanti ci calcava anche la mano. Tirò un po’ il mantello, osservando il ricamo d’oro che correva per tutta la sua lunghezza, sgranando un po’ gli occhi, inavvertitamente. Se fosse stato una persona diversa si sarebbe completato per la sua maestria, facendole notare come diventasse ogni giorno più brava, come sarta e soprattutto stilista magica. Ma era Albie e, ancora di più, in questo, un Wood. A casa, sotto la vista e le orecchie di Daisy e di Adam, tendeva a sbilanciarsi un attimo di più, perché altrimenti sapeva di doversi subire i soliti coretti sul suo essere proprio come suo padre; certo, a differenza di lui non veniva rimproverato così tanto da sua madre da(ll’altro) suo padre, ma questa era un’altra storia. Nel dimostrare affetto, persino quando si trattava, come in questo caso, della persona alla quale si sentisse più legato al mondo, passato, presente o futuro che fosse, il Serpeverde era davvero negato. Proprio come suo padre Tyler, appunto.
    «Tanto nessuno di quella massa di ignor- emh, gente capirà da cosa, anzi, da chi siamo vestiti» sbuffò, guardando la cugina dal riflesso dello specchio. Nei vestiti per il ballo come in tutto il resto, a partire dal prom stesso per arrivare ai nomi che si erano scelti approdando nel 2020, i #nilbie erano extra come pochi. Ma dopotutto, perché no? Erano bravi in tutto, quindi perché non mostrarlo? Da bravi diti avevano prima svolto ricerche in biblioteca sull’argomento, quindi Nice aveva dato sfogo al suo estro creativo e, sì, Bertie le aveva lasciato carta bianca. Le avrebbe persino permesso di truccarlo. Già anche solo da questo, in effetti, chiunque avrebbe dovuto capire quanto il ragazzo voleva bene alla cugina. Quello era un privilegio che aveva concesso pochissime volte persino a Minerva, sua sorella, quando questa si stufava di esercitarsi con il trucco sui loro genitori o su Florence, loro cugina e sorella di Nice. Ad ogni modo, dunque, la Serpeverde si era davvero superata. Si sarebbero aggirati per la Sala Grande non solo come I Cugini Malefici TM, ma anche con Oźwiena e Veles, due divinità a loro volta insperabili del pantheon slavo. Nonostante il caratterino non propriamente facile, Bertie era sempre stato un mammone, sebbene Richard, suo fratello minore, avesse cercato di strappargli il primato, arrivando per ultimo in casa Cox - Bulgakov - Wood. Anche in quanto tale, dunque, qualunque cosa riguardasse sua madre – dalla parte che avrebbe interpretato nel prossimo film a quello che aveva mangiato a colazione – lo interessava. A questo si andava poi ad aggiungere il suo amore per lo studio e, beh, il suo perfezionismo, caratteristiche, queste, che condivideva con la cugina: tutti motivi, questi, che li avevano portati a scegliere di vestirsi da quelle due divinità sconosciute a più, ma ai loro occhi estremamente interessanti. Un omaggio, soprattutto, a lei, sua madre, e alle sue origini bulgare «A parte che basta un minimo di cervello per fare i giusti collegamenti… sempre di divinità di origine indoeuropea stiamo parlando! E’ ovvio che Oźwiena ricorda Eco e…»
    ---
    Vestiti di tutto punto, con tanto di accessori – per Bertie le corna, per le quali, già lo sapeva, tutti lo avrebbero scambiato per Loki, ignoranti di… !e il bastone a forma di serpente, per Nizza, naturalmente, il corno, con cui ascoltare qualsiasi pettegolezzo – e quant’altro, nonché truccati, Albie e Nice avevano fatto il loro ingresso in Sala Grande, raggiungendo senza fretta ma con passo deciso la De Thirteenth sul palco dei professori. Prima di avviarsi, naturalmente, si erano fermati a prendere le spille all’ingresso: Albert avrebbe voluto sorvolare, specie perché bene o male sapeva a quali meraviglie sarebbe andato incontro, ma non poteva tirarsi indietro… non dopo che aveva rotto l’anima a mezza scuola con l’obbligo di queste benedette spillette. Andavo prese per forza, che gli piacesse o no. Quindi, sì, prima di raggiungere la professoressa e quel fissaculi di Motherfucka, aveva appuntato con disappunto e schifo la spilla a forma di metà mela – Platone o Aldo, Giovanni e Giacomo? – sulla giacca, anch’essa finemente ricamata da Nice, già rabbrividendo al pensiero di quello che, forse, gli sarebbe successo. Anche se si sarebbe tagliato una mano pur di non darlo a vedere, il ragazzo era decisamente agitato. Certo, il ballo era una cosa stupida, anzi, era una cagata vera e propria, adatta giusto a quegli zoticoni degli americani, ma, essendo suo dovere e solo e solamente per questo, non perché gli importasse davvero, ovvio, vi aveva lavorato, si era, d’accordo, impegnato, quindi sperava che tutto fosse perfetto. In fondo ne andava della sua reputazione (ne aveva una? In realtà non lo sapeva bene neanche lui) e forse persino della sua carica di futuro Caposcuola! E’ vero, anche per quanto riguarda questo secondo argomento non poteva fregargli molto, ma comunque aveva pur sempre il suo orgoglio, ecco. Il suo orgoglio e il suo disturbo ossessivo-compulsivo, o ancora, come affettuosamente gli faceva sempre notare Nice, il suo autismo. Lei doveva solo tacere, comunque: aveva dei dubbi su chi fosse più fissato e perfezionista tra i due. Li aveva davvero. Non era una gara, non questa. Sarebbe stato davvero complicato decretare chi, tra i due cugini, avesse la mania più sviluppata per il perfezionismo. Che gli piacesse o no, però, presto Bertie si trovò costretto a sgomberare la mente, sfoderando dalla tasca la bacchetta. Ansioso gettò uno sguardo verso Nice, Costas e persino la professoressa De Thirteenth, augurandosi mentalmente che tutto andasse per il meglio. Forse una piccola, piccolissima parte di lui voleva che ogni cosa fosse perfetta perché tutti potessero godersi la serata e persino, attenzione, divertirsi…!
    ---
    «Accettabile» tornò a decretare Albie, guardandosi intorno. Tutto sembrava essere andato per il meglio, ma… era abbastanza? Non ne era del tutto certo. Nella sua mente si era immaginato qualcosa di più grande, di più bello, di più… vero. Sarebbe sembrato vero? La gente avrebbe pensato che era solo una gran trashata inutile? Per essere uno al quale non importava un tubo di niente e di nessuno si stava facendo venire fin troppe pare… e poi sì, d’accordo, in fondo non era così male. Alle pendici del tempio greco i piedi di Albert affondavano in quella che, in tutto e per tutto, sembrava erba. L’aria aveva un che di magico – ihihih – e la montagna di cibo etnico preparata dagli elfi domestici faceva davvero un buon profumino. Sentiva persino odore di salsedine, in effetti, data la vicinanza del fintomavero mare… sospirò e strinse il bastone, per poi guardare Nice accanto a lui. «… per una volta sei davvero vagamente regale, sai?» Nel mondo distorto di Bertie quello avrebbe dovuto essere un complimento, in un modo o nell’altro. Cosa ancora più incredibile, però, invece di esibirsi, come suo solito, in una smorfia, all’improvviso il ragazzo sorrise. «Andiamo?» senza smettere di farlo porse il braccio alla cugina, pronto ad addentrarsi con lei in mezzo a tutta quella marmaglia agli altri ragazzi.
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    Brandy Frozen
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    «Mi pento di tutto.»
    Brandy Frozen, in effetti, si pentiva di tutto. Tra le tante cose, d'essersi fidato di Nicole quand'era chiaro che ella stessa fosse un disastro nelle relazioni e che chiederle consigli in merito equivalesse a chiedere a Dustin di insegnargli a usare una lavatrice. Cosa vuoi che sia, aveva detto, chiedi a Twat di andare al ballo, sicuramente gli farà piacere! E fin qui, forse aveva persino avuto ragione, non tanto perché il Cömmstaj avesse effettivamente voluto andare al ballo con lui ma perché, tra le alternative, doveva essergli sembrata senza alcun dubbio quella meno sconveniente. Il problema era affrontare il tutto concretamente. Il dilemma era che mentre all'emocineta sarebbe sembrata per tutto il tempo una serata qualunque assieme al suo migliore amico, Brandy avrebbe continuato a ripetersi mentalmente che, sì, si pentiva di tutto, soprattutto dell'aver concesso a sé stesso il lusso d'immaginarsi un futuro che Twat neppure contemplava fra le sue opzioni. In breve: non avrebbe dovuto chiederglielo. Perché alimentare le proprie aspettative, perché non voltare le spalle e basta, perché non mentire a sé stesso e raccontarsi una realtà un po' più accettabile? Perché era Brandy Frozen, e forse aveva ereditato una certa inclinazione al melodrammatico dal lato francese della sua famiglia.
    «Ti ha detto di no?» aveva quell'espressione Nicole, la stessa con cui era solita guardarlo quando temeva fosse sul punto di esplodere, quella che neanche anni di studio di psicomagia erano riusciti a renderla capace di nascondere. Era una brava terapeuta la Rivera, ma era fin troppo affezionata ai fratelli Frozen per non finire puntualmente per colludere con il loro stato d'animo.
    «Mi ha detto di sì.» ammise con tono funereo, lasciandosi scivolare sulla poltrona della psicomaga con le palpebre socchiuse e le sopracciglia aggrottate. Forse avrebbe dovuto seguire il consiglio della Rivera, cercarsi un'altra analista e lasciare che lei svolgesse il compito che le era sempre riuscito meglio con lui: la cosa più simile a una madre che avesse mai avuto.
    <«Beh? Ma è ottimo!» si entusiasmava Nicole, decisamente più di quanto il suo ruolo non le consentisse di fare. Ma era proprio quello che a Brandy piaceva, che fosse sempre lei a gioire quando lui non era in grado di farlo. «Perché non sei felice?» perché aveva la straordinaria capacità di complessarsi tanto da rendere ogni cosa bella una disgrazia. «Perché di sicuro non riusciremo ad accordarci neanche per matchare i vestiti» e sorrise, cupo, perché non c'era altro da dire.

    «Non penso sia il miglior meccanismo di difesa che tu abbia imparato negli ultimi anni di terapia» lo squadrò da capo a piedi Dustin, con la stessa espressione preoccupata di Nicole che oramai Brandy aveva imparato ad ignorare.
    «Tanto non posso ubriacarmi davvero» si strinse nelle spalle, buttando giù l'ennesimo sorso di whiskey della serata «ma almeno mi diverte vedere la tua faccia ogni volta che tocco la bottiglia».
    «Cos'ha la mia faccia che non va?» e si portò le mani al viso il Tassorosso, strappandogli un sorriso divertito - il primo a sfuggire alla meticolosa morsa della sua stessa ansia. «Mi guardi come se dovessi trasformarmi improvvisamente in un pazzo alcolizzato pronto a metterti le mani al collo» cosa che, tra parentesi, avrebbe persino preferito al fatto che il suo metabolismo continuasse a guarirlo ancor prima di lasciarsi destabilizzare da qualunque sostanza psicoattiva assumesse. «peccato non succederà» lasciò andare il whiskey, allungando un braccio per lisciarsi il polsino della camicia con più cura di quanto non intendesse porvi: qualsiasi cosa, pur di non pensare. Sebbene fosse quanto di più lontano ad un intenditore di moda, né gli fosse mai interessato esserlo, aveva scelto l'outfit di quella sera con una certa cura. All'apparenza un comunissimo vestito, nera la giacca, nera la camicia, neri i pantaloni e le scarpe; niente che richiamasse il tema del prom. «ma c'è il trucco» aveva spiegato ad una perplessa Narah con una certa fierezza, senza tuttavia spiegarle di cosa effettivamente si trattasse. Comunque sarebbe andata la serata, lui sarebbe comunque stato fierissimo della sua scelta, sorry not sorry.
    «Comunque la tua faccia non ha niente che non va» aggiunse rivolto al Dearduff, piegando le labbra in un sorrisetto ironico «sei sempre bellissimo » come un perfetto torinese, ma in inglese.

    Bellissimo fingere indifferenza, strafottenza persino, fino a che il nodo all'altezza dello stomaco non inizia a farsi tanto stretto da rendere difficile persino respirare. Non così bello per Brandy, che era già in quella fase della serata, proprio quella in cui la morte non sembrava più un'opzione tanto remota.
    Aspettare Twat era faticoso.
    L'aveva già fatto mille altre volte, ma non riusciva a scrollarsi di dosso l'idea che quella circostanza fosse tutta un'altra storia. Continuava a ripeterselo, in silenzio ed a volte sussurandolo fra le labbra, che non c'era nessun motivo per sentirsi così, che era il Twat di sempre, che era una sera come un'altra. Inutile dire che qualunque tentativo di auto-rassicurarsi fosse comunque completamente vano. Ciononostante, era diventato bravo nel tempo a nascondere ogni traccia dei suoi più che frequenti dessidi interiori, perciò non si voltò neanche nel sentire il Cömmstaj avvicinarsi, commentando con uno svogliato «ce l'hai fatta», accompagnato persino da un più ironico «primadonna» prima di girarsi davvero a guardarlo.
    Ecco, per un istante, ma solo per un brevissimo istante, non riuscì a impedirsi di mostrare un fugace lampo di panico da shojo, crush, ed un sacco di altre cose decisamente non da Brandy, immediatamente mascherate da un sorriso sornione ed un braccio ad avvolgere le spalle del norvegese in una stretta amichevole, quella di sempre. Non disse niente su come vestirsi da Hermes fosse stata anche la sua prima opzione (per le scarpe alate, ovviamente), che avrebbe voluto sapere quanto casuale fosse che Twat avesse scelto proprio la divinità della medicina, che a sua volta aveva scelto Hades principalmente perché sì, era la divinità più discreta da rappresentare, ma che un po' ci aveva pensato al fatto che fosse anche quella che più si avvicinava al concetto di sangue e quindi all'emocineta.
    Non disse niente, se non «plot twist» accompagnato da uno schiocco di dita. L'attimo dopo, le punte dei suoi capelli si erano trasformate in piccole fiammelle blu, a ricordare quelle della divinità degli inferi. Eh, la magia.
    «andiamo?» lo lasciò andare - troppo contatto, distanza di sicurezza, disagio -, avanzando un passo oltre l'ingresso della Sala Grande, non prima di essersi assicurato che il Cömmstaj lo stesse seguendo.
    «Parliamo con quelli con cui vogliamo parlare, guardiamo male tutti gli altri, se c'è del cibo è nostro, se vuoi bere sono pronto a fingere il coma etilico insieme a te, se vuoi troppo morire fuggiamo» sembrava un buon piano «ti sembra un buon piano?» pregava Hades che lo fosse.
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    HAZEL MCPHERSON
    I will defeat you with the power of friendship and this gun i found
    «Quella è…?»
    Mh? A cosa si stava riferendo, tanto confusa poi?? Seguì la direzione dello sguardo di Theia, fino a incontrare la propria mazza da Quidditch posata amorevolmente a terra, a pochi centimetri di distanza. «Eh.» Non riusciva a capire dove fosse il problema, sinceramente!! Era così strano? Già vestita di tutto punto nella sua divisa rossa e nera – leggermente aperta dal primo bottone in alto a sinistra, non ce la poteva fare –, seduta a gambe larghe stile cowboy con la sua solita mancanza di grazia o femminilità – avrebbe dovuto finire a Bodie, si sarebbe trovata benissimo –, da cinque minuti a questa parte Hazel si era sistemata in mezzo al marasma di preparativi per godere delle sventure di Chelsey: nello specifico, la Sinclair che la truccava in barba a tutte le sue proteste e i ringhi che giuravano vendetta. Poi la sua mazza aveva attirato l’attenzione della biondina facciamo finta non suoni male e la rossa aveva avuto dei preziosi secondi di tregua, non senza grugniti vari. Non era complicato capire perché erano così amike, loro due: scaricatrici di porto fatte e finite. «E fa parte del costume?» Che domande! «CERTO!!» asserì fiera, come se l’altra non sapesse benissimo che una mazza non c’entrava niente con lo schiaccianoci. Insomma, in fondo- «Fa scena e può sempre servire: tutti dicono che Costas sia quello che sa usarla meglio, ma io ho i miei dubbi.» Hazel stop. «Possiamo sempre fare a gara e dimostrare che sono la migliore.» Più in fondo di così non si poteva sprofondare. Ma la McPherson, che era confusa dalla nascita e quindi fondamentalmente non conosceva uno stato d’animo che non fosse quello, era pienamente convinta di ciò che diceva: eppure li capiva benissimo i doppi sensi, li aveva usati tanto spesso nelle sue ff su Costas e Turo, che puntualmente finivano a fare battitore e portiere negli spogliatoi! Era per questo che era inutile cercare di capire la battitrice Grifondoro, caos (e demenza) allo stato puro.
    Le sue amiche avevano praticamente ignorato i suoi monologhi, un po’ perché era il modus operandi di quando Hazel iniziava a passare da un discorso all’altro, un po’ perché Chelsey era troppo intenta a sforzarsi di stare calma sotto i ferri della bionda. E la capiva benissimo, Hazel. Quelli non erano trucchi, erano strumenti di tortura. Ma sapeva che Chels stava facendo uno sforzo per Kain, e quello la rendeva talmente PIENA DI ORGOGLIO!!! «Sono fiera di te, davvero. Mi sento come gli uomini di mezza età il cui migliore amico si sposa. Ma tu continuerai a sfondarti di burrobirra con me, no??» Cosa? Cosa. Ma in fondo sapeva quale sarebbe stata la risposta: Chelsey sarebbe sempre rimasta Chelsey, anche se adesso nel suo cuoricino, assieme al Quidditch, c’era Kain! Rimase a guardare mentre Theia le metteva il mascara, facendo una smorfia di compassione per le sue povere ciglia. Non ci si poteva aspettare altro da una ragazza che aveva cercato un abito senza gonna – non ne metteva una da… forse neanche Gid si ricordava l’evento, in effetti. A sei anni, a messa con nonna Bana?? Boh –, e che fosse felice di averne trovato uno per cui a regola non serviva essere femminile come… CHE NE SAPEVA, Afrodite o una principessa. L’idea le era venuta parlandone con suo fratello, che al riguardo le aveva detto qualcosa del tipo “Perché non ti vesti da scassapalle? È il mestiere più antico del mondo, e ti si addice alla grande!” et voilà, uno dei rari momenti in cui il cervello di Hazel funzionava: da scassapalle non poteva vestirsi, ma da schiaccianoci sì!! Era sicura Gideon le avrebbe detto che le noci le schiacciava a meraviglia, e non in senso buono(???).
    E nel rimuginarci su, tutta convinta di aver scampato la sessione di makeup, ecco arrivare la sua «DOLCE META’!» Si fa per dire, ovvio, ma al prom lo sarebbe stato sul serio!! Rivolse un gran sorriso a Gaylord, suo accompagnatore per una notte(?), mentre questo si avvicinava al gruppetto. Non sapeva nemmeno come fosse successo, ma la conversazione finì con Gay che la truccava, scambiandosi opinioni su questo e quello con la Sinclair. E tanti saluti al gran sorriso. «Non sei più la mia dolce metà, penso di odiarti,» si lagnò, e storse il naso ricevendo OLTRETUTTO un rimprovero!!!! Per tutta risposta mugugnò, sprofondando nella sedia a braccia incrociate. «Che sia leggero Il karma la stava punendo per aver riso di Chelsey, non c’era altra spiegazione. «Ma che roba è sto blush? Perché mi stai colorando la faccia? No nON LO VOGLIOOOO.» Si buttò giù dalla sedia, beccandosi il pennello impolverato della Roba in un occhio.

    Spoiler: l’aveva avuta vinta Gaylord. Erano riusciti ad arrivare a un compromesso: niente blush, che per qualche oscuro motivo racchiuso nella sua psiche – o forse totalmente a caso – Hazel odiava con tutta se stessa, in cambio di… meh, e non Tryhard, tutto il resto del trucco. Mascara, il maledetto eyeliner liquido che l’aveva fatta piangere – quanto era difficile non strizzare la palpebra?? Era freddo! –, un leggerissimo velo di ombretto e… il rossetto rosso. Che dolore al cuore per la sua mascolinità. Lo aveva accettato solo perché si abbinava bene col resto. Entrò nella sala che aveva già dimenticato la traumatica esperienza e aveva ricominciato a volere bene a Gay, che poveraccio, aveva dovuto sopportarla come si faceva coi bambini di cinque anni. Ma attenzione, Haz pensava comunque che il blush era una creazione del diavolo in persona, e su questa posizione non intendeva retrocedere, no no!! Aveva ugualmente precisato che non lo odiava, era stata solo l’enfasi del momento! Perciò niente, era arrivata al prom tutta felice e allegra, eccitata all’idea del cibo, della festa, del cibo, di incontrare i suoi amiki e del cibo. Era riuscita a corrompere Phoebe, ma solo un pochino perché quando ci si metteva lei era una personcina seria, a farsi dire cosa ci sarebbe stato al buffet, la sua priorità, e le era stato risposto “tutto”. Non era certa di aver afferrato pienamente il concetto, ma se c’era la parola “tutto” accanto a “mangiare” lei era felice. Chissà se avrebbe avuto l’opportunità di ubriacarsi.
    «Tu non sei eccitato, Gay?? Vuoi andare a salutare qualcuno? Per me non c’è nessunissimo problema!!! Ma lo sai che i tuoi vestiti mi piacciono un sakko? Quando hai avuto l’idea? RACCONTAMI oh guarda delle spille.» Un minuto di silenzio per il povero ragazzo, che teneva a braccetto quella bestia di Haz. «Chissà perché sono obbligatorie, non sono tutte uguali?» Spirito d’osservazione 0, ma quello ce l’aveva solo in campo o quando dimenticava il binocolo per spiare gli appuntamenti delle sue ship dai cespugli. Poi ci fu la sorpresona delle decorazioni, soprattutto delle barche che spuntarono dal nulla, e da brava ignorante non aveva la più pallida idea del perché fossero diverse; era l’estro del comitato! «AAW quanto sono stati bravi?? Troppo. Guarda, la sabbia sembra vera, e le navi» per lei da barca a nave la differenza non esisteva. «Il boschetto, chissà a cosa serve?? E, oh santi Elwyn e Piz-» era fan di entrambi, aveva i loro poster in dormitorio!! «Gaylord, il buffet. Ti prego ANDIAMO.»

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    «callie... ti prego!» era da giorni che provava ad estorcere quell'informazione dalla jackson, eppure nulla: callie era muta quanto mushu, l'adorabile pesce rosso delle amerin. Strano: la riservatezza era l'ultima delle qualità che si sarebbe aspettata dalla bionda, dato che era abituata a vederla andare in giro per i corridoi urlando a mezzo mondo qualunque cosa le passasse per la testa. Era una delle persone meno discrete che avesse mai conosciuto e non riusciva a credere al fatto che, per una (1) volta in cui quell'aspetto della ragazza si sarebbe potuto rivelar utile - e non imbarazzante, come di solito era - la jackson scombussolava le carte e decideva di tener la bocca chiusa. Cioè boh, amalie era proprio shockbasita. «non te lo posso diiiiree» e la shapherd sbuffò esasperata, pentendosi amaramente di non aver preso parte all'organizzazione, offrendosi come membro del comitato, e rassegnandosi al triste destino che accomunava tutti gli studenti: non sapere il tema fino al giorno precedente al ballo. Si divertivano proprio a farli soffrire, eh? Non si rendevano conto che per alcuni quello sarebbe stato l'ultimo grande evento (senza spargimenti di sangue forse) prima di lasciare hogwarts??? Amalie meritava l'avere a disposizione più tempo per scegliere l'abito perfetto, E INVECE NO MA TU GUARDA UN PO' CHE PALL..oncini, che palloncini!!1! (aveva due sorelle neonate, non poteva permettersi nemmeno di pensare in maniera un po' più scurrile) «ti giuro che non lo dico a nessuno! nemmeno a barry!!» perchè tanto i vestiti per entrambi poteva sceglierli direttamente lei, senza neppure consultarlo: era certa di fargli un piacere. E, in caso di proteste, avrebbe sempre potuto rinfacciargli il fatto che non le avesse fatto un promposal (!!!)("halley e willow se li sono fatti a vicenda e tu manco un cioccolatino!!!!") e portato lei a fargliene ben tre: non aveva voce in capitolo sugli abiti. «mi dispiace zia ams, te lo direi volentieri ma ho giurato» e per callie jackson un giuramento, anche solo se sigillato con una semplice stretta di mano e non con un incantesimo, era un qualcosa di infrangibile «ora vado, devo andare ad importunare un po' zia jane» detto ciò, la bionda si alzò dal letto della corvonero ed uscì dalla stanza saltellando, lasciandosi alle spalle una scia di glitter e delusione mistero.
    Amalie invece tornò a dedicarsi allo studio, tentando così di distrarsi ed accettare la dura realtà dei fatti: le sarebbe toccato far tutto all'ultimo secondo, dato che non riusciva a pensare ad altri modi per ottenere le informazioni che cercava.
    Infatti, prima ancora di ricorrere a callie, aveva ingenuamente sperato di poter sfruttare il fratello - sapete, come favore personale per tutte le inutili ripetizioni che gli aveva dato!!! - e mandarlo a estorcere qualche informazione da costas ("ma va', non è mica prostituzione! vedila più come... un indagine") e invece lo st..upidino che era aveva fatto? Rifiutato l'invito del motherfucka e di conseguenza mandato all'aria ogni possibilità di estorcergli informazioni.
    Cos'aveva fatto di male nella vita per avere parenti del genere??? Amici amici e poi ecco che nel momento del bisogno si tirano indietro, TRADITORI!

    La mattina del prom

    «ALLOOOORA?? MI TRUCCHI????» Investita da una luce in piena faccia, come un criminale in una sala interrogatori, la hawkins aprì gli occhi controvoglia e, fin troppo presto rispetto ai suoi standard, fu costretta ad alzarsi dal letto. Il giorno prima, quando aveva causalmente sentito dire da callie che cercava qualcuno bravo con glitter e ombretti fluo disposto a truccarla per il prom, la ragazzina non aveva saputo resistere all'istinto di offrirsi volontaria: le faceva piacere dare una mano, e amava il makeup!
    Mai però si sarebbe aspettata di ritrovarsi callie jackson lì, seduta sul bordo del suo letto, a darle il risveglio più luminoso del mondo alle sette di mattina. Dico, alle s e t t e: nemmeno quando avevano lezione livy si svegliava così presto. «dammi solo..» anzi: meglio far tutto subito e rimandare la colazione a più tardi (magari dopo esser tornata a letto.. aver dormito qualche altra oretta... ma sì, prima finivano prima poteva tornarsene sotto le coperte) «.. nulla và, iniziamo!!»
    Il perchè la jackson avesse deciso di prepararsi così presto rimaneva un mistero, ma visto che, anche dopo aver provato a farle notare che da lì a quella sera il trucco inevitabilmente si sarebbe rovinato, callie non aveva cambiato idea, alla fine livy aveva preferito accontentarla e truccarla al meglio, per quanto possibile nelle condizioni in cui si trovava in quel momento: era parecchio difficile lavorare senza caffè in circolo.
    Alla fine, mezz'ora, tante chiacchiere e ancora più glitter dopo, il lavoro era finito. Si prese un momento per osservare la sua opera da lontano, annuendo soddisfatta: era perfetta. «sarai la fotografa/palla stro... - no, niente: per quante volte la jackson le avesse ripetuto quella parola, livy non riusciva ancora a dirla -..uahlalah/sirena/poliziotta-anti-baci-non-richiesti più bella e luccicante della serata!!» «GRAZIE!!!» Si alzò di scatto, stampandole un bacio sulla guancia prima di dirigersi verso la porta «e ricorda quello che ti ho detto, mi raccomando!!!» Meh, ci avrebbe provato ma... sarebbe stato difficile: Callie aveva parlava tanto e troppo in fretta, così che Livy aveva capito ben poco di tutto ciò che le aveva detto. Ricordava solo.. aveva parlato sicuramente di Hunter, e di come fosse il suo tonno, e quando la hawkins le aveva chiesto come mai??? non dicessero in giro???? di stare insieme????? lei era scoppiata a ridere e, dopo averle ribadito che hunter fosse il suo tonno (???? ma cosa voleva dire, era strano come nomignolo romantico), aveva anche aggiunto che veniva dal libano (??) e dunque anche se hunter non fosse stato un pesce, non si sarebbe mai messa con lui. Insomma, aveva sentito dire in giro quanto callie fosse strana ma... quel giorno ne aveva avuto la prova concreta. Poi si era messa a parlare di ty e di come fosse felice si fossero lasciati dato che lui aveva chiaramente una passione per i pupazzi e forse al prom, grazie a beh, se ne sarebbe reso conto (dato che c'era la possibilità che anche il tryhard condividesse la sua stessa passione??? strano, livy era sua amica ma non l'aveva mai visto in compagnia di qualche peluches!!) e infine aveva ribadito più e più volte quanto le ragazze fossero meglio dei maschi, e quanto lei fosse stata fortunata a nascere sapendolo fin da subito.
    Livy non aveva capito molto del suo discorso, ma non voleva certo darle un dispiacere facendoglielo capire!! E così.. «ma certo, ne farò canoro» *tesoro «ah, canti stasera?? ma dai, non vedo l'ora!!!1!» ??? ma quando l'aveva detto??? «no?? non ho una bella noce» *voce «...servono le noci per cantare? ECCO PERCHÈ NON RIESCO MAI, NESSUNO ME L'AVEVA MAI DETTO!!!»
    ??? livy era davvero confusa, ma la tranquillizzava vedere che callie lo fosse quasi quanto lei.
    E per fortuna nessun altro era lì nella stanza ad ascoltarle.

    Al prom

    «il piano è semplice: io distraggo, tu lanci» e no, non intendeva certo un qualcosa, quanto più un chi: prima che lei e barry potessero godersi a piano il ballo c'era del lavoro da fare, ed amalie era entrata in piena modalità psycho shipper ancor prima di varcare la soglia della sala grande «GUARDA!!!!» iniziò ad indicare con insistenza la capanna da dove tutti uscivano fuori con delle spillette appuntate agli abiti «vedo pannocchia uno e.. » damn, non avevano dato un nome in codice ad arturo «..speedy gonzales» perchè quando se ne usciva con i suoi "dios mío" amalie non riusciva a non pensare al personaggio dei cartoni animati. Solo a quel punto però notò lo sguardo perplesso che le lanciò barry: non aveva capito «intendo arturo» non.. non era fatto in quel momento, vero?? Gliel'aveva promesso!!! Un conto se l'avesse convinto a presentarsi lì in calzamaglia verde ma.. alla fine avevano trovato un'altra soluzione per farlo essere peter pan, ma più kool! Lei invece era trilli versione cerimonia (?), con il lungo abito verde dal corsetto con ricami floreali, le delicate ali in tulle quasi trasparente e i capelli raccolti in un alto chignon, fissati con lacca glitterata e una coroncina con piccolissime foglie in oro «andiamo ad importunarli» perchè , il fatto che nè sandy nè joey avessero fatto un promposal all'altro era un sacrilegio!! «ah, e se adocchi pannocchia due ma stiamo parlando con la uno usa il segnale segreto» aka: darle un pizzicotto alle ali.
    Voleva portar a termine quella missione al più presto, così poi da poter andare a cercare erin (okay, era stata con lei fino a poco prima - perchè sì, ovviamente si erano preparate insieme - ma voleva trovarla!! e farle delle foto ricordo!!! e ballare e divertirsi con lei ad un ballo scolastico, come avevano sempre sognato!!!! ) e magari, se fosse stata in grado di convincerlo, anche strappare un ballo a barry.

    Livy invece era ancora bloccata all'ingresso, sguardo sognante ad ispezionare la sala: era tutto così... magico. «secondo te questa è davvero la sala grande, o siamo stati telefonati con una macchina del tempo?» no perchè lei era convintissima che quella fosse davvero l'antica... grecia? roma?? germania???? non ne era poi così sicura, ma in realtà le bastava sapere che fosse qualcosa di antico: tanto era sempre stata una capra in storia (della magia e non: le date non le piacevano molto) «..teletrasportati?» si girò verso joni, ammirandola per bene: con l'abito scelto era davvero perfetta con quel paesaggio sullo sfondo!!! La hawkins non riusciva ancora a credere al modo in cui l'aveva invitata, con quel promposal da far invidia a ogni protagonista dei film clichè che livy tanto amava ma allo stesso tempo invidiava, ed ora che erano lì, l'una accanto all'altra con i loro abiti ed accessori abbinati (xena e olimpia, vi sfido a nominare una power couple migliore!!1!), per la prima volta livy non sentiva più la tristezza per il rifiuto di hunter ma anzi, ne era quasi sollevata!! Di ragazzi al mondo ce n'erano tanti, ma di amiche?? Per livy era sempre stato molto difficile - se non impossibile - trovarne di vere, ed avere joni non le sembrava vero «andiamo a mangiare qualcosa?? o prima a ballare??? o UHH!!! CERCHIAMO IL POSTO DELLE FOTO CHE HA NOMINATO LA PROF????» In caso non si fosse già capito, livy era super in hype!!!!!
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    Costantine Motherfucka
    VIVI COME SE AVESSI UNA VITA DAVANTI E FOTTI COME SE FOSSE L'ULTIMO GIORNO
    «e così andrai con Aidan. Bel colpo.» si accostò sua sorella, viveva per tormentarlo e lui doveva pure subire. Dannata scommessa. Guardò male Sorta e si sedette sulla poltroncina della sala comune delle serpi «e te invece con chi andrai?»
    «non posso dirtelo.»
    «se fosse Turo non rovinarmelo,sono mesi che gli faccio il filo.»
    «come se fosse colpa mia se non ti vuole.» ci fu un momento di silenzio in cui i due si guardarono con aria da sfida perché la ragazza aveva colpito in pieno e lo sapevano entrambi. Dopo giorni ancora gli rodeva per quel rifiuto, inutile negarlo ma la cosa che più lo faceva rodere ere che il latino non volesse ammettere che tra i due ci fosse attrazione. Questo non voleva di certo dire che non potessero piacergli anche le donne, pure Costas amava le tette, ma quando si ritrovava davanti un bel culo era sempre un bel culo, insomma. Forse aveva sbagliato l'approccio ma sapeva di potergli fare capire prima o poi che tra i due c'era qualcosa. Non poteva essere tutto nella testa della player di Costas. Forse.
    «comunque ora devo andare a cambiarmi. Ho un principe dal bel culo che mi aspetta» sembrava che stesse scappando e forse era così ma doveva davvero farsi bello,era pur sempre Aidan il suo accompagnatore.
    «comunque anche il mio accompagnatore ha un bel sedere ma a te non sembra più importare»
    «..ah..il culo di Gideon.. sarà sempre il mio preferito»
    «e Arturo?»
    «Arturito è diverso...» in che modo? Non ve lo dico. Decise di terminare così il loro simpatico dialogo e si alzò finalmente dalla poltroncina per andare a cambiarsi.
    Ignorò Charles che provava a smuovere proprio il latino dalla sua depressione per il rifiuto. Se solo avesse accettato di essere consolato dal Motherfucka forse avrebbero passato qualche ora divertente prima del ballo e invece ancora niente.
    Si sistemò i capelli che come sempre volevano stare come preferivano loro piuttosto che farsi dare un garbo da lui. Alla fine rinunciò perché era figo lo stesso e vestito in quel modo risplendeva. Non aveva davvero pensato all'abito fino a che proprio il grifondoro non si era presentato da lui con l'idea malsana di vestirsi da principi. («Non ci vestiremo abbinati.»- «Che divertimento ci sarebbe sennò»- «E sia» - «Ah, Motherfucka io sarò quello vestito di bianco») Aveva ceduto praticamente subito perchè alla fine Costas era eccentrico oltre che egocentrico e voleva fare la sua entrata da vero re, altro che principe e con affianco Gallagher lo avrebbe fatto; questo perchè il compagno aveva davvero fascino,non poteva negarlo come non poteva non ammettere che un giro se lo sarebbe fatto volentieri,chissà forse dopo il ballo. Vorrei dire che aveva intravisto un disperato Arturto e che forse una frase d'incoraggiamento gliela aveva data ma lo aveva ignorato di proposito, che bollisse nel proprio brodo, magari avrebbe capito che era destinato a stare con Costas. E si, gli rodeva ancora va bene?! Non aveva neanche visto Sandy andarlo a prendere o la player avrebbe costretto il serpe a mettere in guardia il tasso ma invece si diresse verso il luogo d'incontro senza assistere al dramma.
    Lui e Aidan si erano dati appuntamento alle scale perché Costas aveva preteso di essere aspettato come una vera principessa («Mi vieni a prendere al dormitorio» - «Non esagerare.»- «Allora alla fine delle scale.») perché voleva essere ammirato in tutto il suo splendore nel completo blu notte, in stile greco ma decisamente più moderno grazie alle decorazioni dorate su di esso; ok forse non erano davvero abbinati, se non per la coroncina uguale e forse per la camicia. Scese scalino dopo scalino senza mai smettere di guardare Aidan anche lui dannatamente sexy,se baciava come si vestiva poteva farci più di un giro.
    Giunto all'ultimo gradino fece un salto per ritrovarsi a pochi centimetri dal compagno, si leccò le labbra. «lo so che sono splendido» lo guardò dalla testa ai piedi e per la barba di Merlino quanto cazzo era da sesso.
    « e anche tu sei un bel bocconcino» mani in tasca per poi dirigersi verso l'ingresso. Se fosse stata una scena da film, avrebbero fatto tutto al rallentatore, mentre le ragazze ( quelle non gay) svenivano a guardare delle divinità scendere in terra per fare festa. Si sentiva così per gran parte del tempo ma quella sera ancora di più, che tutti vedessero, che tutti lo invidiassero, insomma gli Aitas ( brutto lo so) erano favolosi. «Prendiamo le spille.» disse porgendone una, era pur sempre un galante. Forse si guardò intorno alla ricerca di Arturo per vedere chi fosse il suo/la sua accompagnatore/trice ma ve lo dirò al prossimo post.



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    Edited by Costa(nzo)s - 28/7/2020, 23:05
     
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