Oh I know that they'll be better days

Gideon x SuJin

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    Quando gli avevano detto che avrebbe avuto una collega, il McPherson non aveva potuto credere alle proprie orecchie. Come crederci? Aveva passato quasi due anni a lavorare ai Tre manici senza mai vedere un aiuto, ed occupandosi da solo dei clienti, e solo delle volte (ma molto raramente) dandosi il cambio con il proprietario del locale. Ed aveva passato davvero dei brutti quarti d'ora, il McPherson, da solo.
    Alchè, sospettoso, si era permesso di farsi avanti, con il proprietario, per domandargli ciò che gli premeva maggiormente, e ciò che quella notte lo aveva privato del sonno.
    Mi volete mandare via?
    Perchè, alla fine, aveva sempre ritenuto l'onestà e la schiettezza come suoi valori portanti - che poi negli ultimi due anni aveva mentito varie volte sulla sua "seconda identità" come metamorfomagus, bè, dettagli. Ma aveva commesso un errore, con quella domanda. Aveva scoperchiato il cosiddetto vado di Pandora.
    No, Gideon, ci serve una mano in più, i clienti aumentano con la bella stagione! E poi se foste stati in due, quella volta. Oh no, ecco. Aveva fatto la cazzata. Magari non mi avrebbero sfasciato il locale. Gesù, di nuovo?
    Il McPherson accennò un sorriso, annuendo colpevole per l'ennesima volta, perchè quella volta la ricordava fin troppo bene, se non per il trauma che questa aveva portato con sè, certamente perchè il capo gli aveva fatto UNA TESTA COSì per almeno tre settimane successive. Dei cacciatori avevano praticamente sfondato la porta dei Tre manici, mettendo il locale a soqquadro alla ricerca di un (modo per divertirsi) criminale e mandando lui nel panico. Se ci fosse stato qualcun altro, magari avrebbe avuto il coraggio di, non so, CHIAMARMI?
    Ecco, si stava incazzando di nuovo. Il McPherson, dietro al bancone, riprese a pulire i calici lindi, con aria nervosa ed evitando il suo sguardo. Perchè non voleva rispondergli male ulteriormente e dargli la scusa definitiva per cacciarlo via. Il capo non poteva capire, perchè lui non si era ritrovato in prima persona in quell'intrusione molesta. C'era SOLO lui quel giorno, lui ed un'altra cliente che non aveva potuto fare molto. E poi glielo aveva ripetuto mille volte che se avesse provato a chiamarlo lo avrebbero fatto secco. Ma temeva di ricevere (di nuovo) una risposta poco umana dettata dalla collera, del tipo "E CHE MI FREGA", quindi non aveva osato fiatare di nuovo. Strinse le labbra tra di loro, convincendosi che fosse una causa persa, quella con il capo, e riprendendo il proprio lavoro dopo aver annuito in maniera vigorosa - ed anche un po' indispettita a dirla tutta. Il lavoro ai Tre manici gli piaceva, lo eseguiva con piacere perchè, in generale, avere a che fare con le persone non gli era mai dispiaciuto, lo rilassava - tranne quando erano tutti ubriachi e vedevano i draghi dentro il locale. Ma avrebbe dovuto valutare bene il nuovo ingresso, per capire di che pasta fosse fatta perchè non poteva certo prendere poppanti (come se dipendesse da lui) (gli piaceva sentire il POTERE) (di poppante, c'era giù lui) e quindi, doveva valutarla. Non aveva idea di chi fosse la nuova, sapeva solo che si trattava di una ragazza.
    Tanto per iniziare, se fosse arrivata in ritardo, il McPherson era pronto a picchiettarsi il polso mentre la guardava, indicando l'orologio che non aveva, per sottolineare che non apprezzava quel comportamento - ed anche perchè, ultimamente, era un po' frustrato. #walsh
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    Edited by visions of gideon - 21/4/2020, 18:01
     
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    I suoi crediti scolastici avevano dannatamente bisogno di quel tirocinio. C’era poco da fare e ormai, dopo i primi mesi trascorsi ad abituarsi al clima di Hogwarts, i festini organizzati al castello e un palese tentativo di recuperare i punti necessari alla promozione che adattarsi ad un nuovo sistema le aveva fatto perdere – un modo come un altro per dire che si era inserita con qualche problema – Kim Su-jin doveva affrontare la dura realtà dei fatti. Ecco perché, quando l’era stato chiesto dove volesse andare, in quali dei tanti postacci spendere gli anni migliori della sua vita, aveva portato avanti un'unica pretesa: essere spedita in trincea dove già qualche altro studente stesse lavorando.
    E ovviamente dove servisse davvero aiuto!
    Si poteva pensare di tutto su quella studentessa arrivata a metà anno, tranne che fosse una girapollici. Per Merlino, ogni tanto era bello annoiarsi. Ma solo quando si aveva qualcuno con cui farlo. Ecco, avere un tutor, una guida, una sorta di babysitter per i primi giorni o la prima settimana era quanto di meno scontato ci si potesse aspettare da un grifondoro. Noti per voler far tutto da soli, Su-jin differiva dai suoi simili solo per una ragione: NON. AVEVA. TEMPO.
    E a proposito di tempo, era un miracolo che fosse riuscita a prendere giustintempo una delle carrozze che portava gli studenti dalla scuola arroccata sulla roccia al vicino villaggio di Hogsmeade. All’inizio – le prime volte che c’era andata, spesso da sola – aveva avuto qualche difficoltà ad orientarsi. Ma in breve tempo aveva appreso che i Tre Manici di Scopa rappresentavano un vero punto di ritrovo, tanto per studenti, quanto per insegnanti che… bhe, personaggi evidentemente problematici a detta dei brutti fattacci di cui Gideon era stato testimone!

    Non era in ritardo, ecco… ma dannatamente giusta?! Un solo secondo, o magari anche due o tre minutini in più e si che sarebbe stata in ritardo. La verità? Se l’era fatta di corsa. Dal punto in cui le carrozze si fermavano all’ingresso della taverna non era che un allegra scampagnata e lei probabilmente avrebbe negato fino alla fine, se non fosse che le gote – di un rosso paonazzo – potevano tradirla facilmente. Insomma, avrebbe voluto fare un ingresso trionfale, invece tutto quello che riuscì a dire fu “Eccomi. Ci sono. Sono arrivata… in tempo.” Mentre varcata la soglia, spinta la porta e già riaccostata faceva per togliersi il cappotto antracite, arruffando i capelli tenuti lunghi sino alle spalle ed increspando appena le labbra. Imbracciato l’indumento si era mostrata ai presenti con addosso una felpa color sabbia, dalle forme rigide ed abbinata ad un paio di jeans che finivano dentro – SURPRISE – si, due paia di anfibi. I grandi amori non si scordano mai, no? Era a tutti gli effetti la personcina più bassa del locale. Questo se si escludevano i mezzi-nani ed elfi ovviamente, ma non era mai cresciuta più di tanto.
    “Eccola. E’ quella li. Chim Pepper Gin Sugo.”
    No ma grazie. STORPIAMOLE PURE IL NOME! Accigliata, ispirando dal naso, aveva issato il sopracciglio sinistro, scrutando con aria viperina chi l’aveva ROVINATA. Un lungo sospiro, non era il caso di prendersela per cosi poco. Anche perché probabilmente avrebbe dovuto presentarsi pure al suo collega: un corvonero all’ultimo anno. O cosi l’era stato detto.
    “In realtà mi chiamo Kim Su-jin Pepper. In Corea si dice prima il cognome.” Aveva rimbeccato con un melifluo sorriso l’essere immondo che proprio in quel momento stava parlando con Gideon. “Ma Su o Pepper andranno benissimo. Sono la nuova aiutante…” e solo ora le ossidiane si erano posate – con tanto di torcicollo dannati Anglo-americani – sul viso sbarbato #kawaiianchesenonècoreano del McPherson. Lo aveva già visto da qualche parte. “Ciao. Tu devi essere l'altro studente... sono Su-per puntale?” Aveva esclamato, prontissima ad iniziare. Anche perché gli avventori non mancavano mai. Tantomeno ai Tre Manici di Scopa!
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    La guardò, assottigliando le palpebre, in uno sguardo pensieroso, gli occhi che guizzavano su occhi naso e bocca della giovane, riconoscendo presto la ragazza del profumo alla festa?? Ma sì! La tipa orientale che a quell'inferno in terra che era stato Villa Walsh, si era offerta di regalargli un profumo magico. Tempi bui, quelli del Walshella, ma se la ragazza lo aveva visto in quelle terribili vesti ( puzzava, era scalzo perchè un uovo gli aveva vomitato le scarpe, aveva mezzo sopracciglio in meno, aveva i capelli verdi ) allora, in quel momento, Gideon si disse che avrebbe potuto solo farle una bella impressione. Che poi, a dirla tutta, era lei a dover fare bella impressione, mica lui! Ma diciamo che partiva già avvantaggiata.
    Ben arrivata! Con un sorriso sincero sul volto, andò a stringerle la mano, in un saluto cordiale una volta che si fosse tolta di dosso il cappotto. Avrebbe voluto chiederle se si fosse ripresa dalla festa, ma pensandoci, l'unico che se l'era vista brutta era lui insieme ad altri due o tre compagni sfigati. La ragazza coreana era andata a colpo sicuro su quasi tutte le uova che aveva trovato alla Villa, quindi.... Non si spiegava come per alcuni, quella festa potesse essere stata una passeggiata, mentre per lui era stata una guerraaa. E lo sapeva perchè sì, aveva spettegolato in giro, Gideon (?). L'osservò, lasciandosi scappare un altro sorriso. Sta tranquilla, ormai ci sei, non è necessario agitarsi. Le spiegò vedendola con le guance arrossate nel tentativo di spogliarsi. Era probabile che avesse corso, dato l'aspetto particolarmente sfatto, ed era altrettanto probabile che stesse patendo il caldo. Io sono Gideon McPherson, al Walshella, ricordi? Dopo due settimane posso dire di non puzzare più.
    Che vita difficile. La ragazza riprese, con garbo ma con altrettanta sicurezza, un cliente che le aveva storpiato il nome, acquistando sempre più punti agli occhi del Corvonero. Scosse la testa, il McPherson, liquidando il cliente maleducato con uno sguardo. Avrebbe fatto bene ad ambientarsi subito, la Pepper, e capire con quali clienti avesse la possibilità (ed il dovere) di mostrarsi più dura.
    Dopo quella breve ripresa ad un cliente molesto, Gideon le fece strada fin dietro al bancone, indicandole una porta dietro cui avrebbe trovato uno spogliatoio abbastanza grande perchè ci stessero entrambi. Ma prima di sparire, si volto verso la sala, non particolarmente gremita di persone a quell'ora. Ho occhi dappertutto!!!!!! Torniamo subito, due minuti. Avvisò uno o due clienti più molesti di altri, come fossero bambini, e sparì con la ragazza. Puoi poggiare qui il tuo cappotto. Come stai? Domandò, curioso.
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    Kim Su-jin si sentiva... osservata.
    Si. Decisamente. Il McPherson teneva le iridi su di lei in una maniera quasi ostinata! Tanto da causare quell'imbarazzante effetto tartaruga dove la povera cinesua incassava il collo fra le spalle, facendolo sparire quasi del tutto e trovandosi la testa incollata alle clavicole.
    Era una fortuna, che almeno il suo primo giorno di lavoro, non ci fossero troppi clienti. Avrebbero potuto percepire la sua ansia, il suo terrore e la quasi certezza che avrebbe fatto delle becere figure alla prima ordinazione. Di fatti, saper parlar la lingua locale - quella di sua madre, si intende - non la esonerava PURTROPPO dal confondersi molto più spesso di quanto le sarebbe piaciuto ammettere. Soprattutto quando era agitata le parole si mettevano a ballarle nella testa ed il coreano si sostituiva all'inglese!
    Uno spettacolo magnifico: da premio Oscar! Se non fosse che lo viveva costantemente in prima persona.
    Eppure, tutto lindo e pinto Gideon Mcpherson faceva la sua bella figura. Non c'era da stupirsi se nei giorni precedenti, durante le sue perlusteazioni a tema studentesco, per conoscere quella che era la piccola oasi di svago degli studenti di Hogwarts, avesse notato tantissime streghe anche di età avanzata entrare ai tre manici di scopa.
    "Quindi non era solo per la burrobirra."
    Le era scappato, prima di stendere un sorriso vivace e vedersi riconoscere. "Oh... aspetta. La puzz..."ola. No, non era carino. "Sei il ragazzo sfortunato. Il sopracciglio è ricresciuto vedo.". Aveva esclamato. Con fin troppa lena!
    Dannazione, si stava agitando. Ben arrivata! Le aveva stretto la mano, e lei non si era tirata indietro. Anche se forse aveva il palmo un pò sudaticcio. Non ci pensare, non ci pensare.si era detta, aprendo nuovamente la bocca.
    "Grazie mille! Si si... ricordo. Le uova ce l'avevano con te." Brutte storie, quelle di casa Walsh. Lei ad esempio aveva girato per parecchio con un vaso incollato alla mano.
    Ma, eccetto il piccolo inconveniente del cliente stronzo alla quale successivamente aveva ricolto un occhiata funesta, si era trovata a prestare attenzione al dire di Gid, seguendolo come un cagnolino fin dietro al bancone, arrivando davanti alla porta degli spogliatoi. "Simpatici eh. Sono sempre cosi maleducati o qualcuno si salva?" gli aveva chiesto, seguendo l'occhiataccia verso i clienti più molesti e sparendo dentro i camerini. Aveva poggiato il cappotto esattamente dove l'altro le aveva indicato, perlustrando l'ambiente e poi tornando a guardarlo.
    "Bene... anche se. Merlino penso di aver perso un polmone correndo. Fortuna che ho beccato la carrozza!", aveva esclamato con slancio - manco fossero amici di vecchia data - pentendosi subito di tanta confidenza.
    "Oh. Ehm... bhe, quello che voglio dire è che non rischierò mai più di far ritardo. Mi sto ancora ambientando e... so che non è una scusa, ma posso migliorare." Mabeobkakkeun. Brutta cosa, lasciava traumi indelebili.
    In questo caso si era presa cosi tante punizioni per colpa di quelle merdine dei suoi compagni che non capivano i mezzosangue che essere segnalati era fra le più scostante delle cause per venir appesi per i pollici. O rimanere anche quindici ore nella stessa posizione.
    "E tu? Settimo anno vero? Sono venuta a prendere il test...testimono." No, bellezza. Non si dice esattamente cosi.
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    Su Jin Pepper Kim.
    Il McPherson aveva un talento, più o meno nascosto - nascosto per chi non aveva avuto ancora il piacere di conoscerlo, ma per tutti gli altri era una fissa piuttosto nota - per l'origine dei nomi e dei cognomi dei suoi compagni. Poteva dirti vita morte e miracoli su un nome qualsiasi: da dove provenisse, cosa significasse, le sue varianti, e le zone in cui era più probabile trovarlo. Tutto, sapeva tutto. Un giovane ed alto wikipedia dei nomi. Eppure, aveva dei limiti, limiti che riguardavano l'uso di nomi non inglesi o americani. Non era specializzato in nomi asiatici, per farla breve, e non sapere quale fosse l'origine di Su Jin, un po' lo metteva a disagio, anzi...TANTO. Andate a capire determinate fisse. Come scusa? L'espressione ingenuamente confusa, quando alla giovane coreana era scappato quel "quindi non era solo per la burrobirra" e subito aveva portato gli occhi nocciola verso il bancone in legno, ad osservare il cartello che spiccava più degli altri, ed avvisava i gentili clienti che in omaggio insieme alla burrobirra c'erano dei biscotti FATTI DA LUI! Credeva fosse riferita a questo, e sorrise, portandosi una mano sul nido di riccioli scuri, un po' imbarazzato, perchè sapeva che non erano venuti benissimo, e che il capo voleva solo sbarazzarsene. Per essere un Corvonero, in determinate situazioni era poco sveglio in maniera imbarazzante. Oh sì, abbiamo anche dei biscotti al cioccolato fantastici, in omaggio. Sorrise, affossando le guance in un'espressione tenera.
    Poteva immaginare che la ragazza fosse tesa, essendo il suo primo giorno di lavoro, e per questo Gideon ci teneva che si sentisse abbastanza a proprio agio da rilassarsi: dopotutto, non doveva passare nessun test o cose simili, se arrivava in orario, aveva una buona memoria e sapeva far svolazzare un vassoio senza fare casini, era perfetta. E per quanto al ragazzo piacesse interpretare la parte dello scrupoloso collega di lavoro rompi palle, il McPherson era un tipo davvero alla mano, ed avrebbe fatto di tutto per farla inserire alla grande! Anche perche andiamo, meno aveva a che fare con il capo rancoroso e meglio era, anche se in realtà a lui doveva molto: non era stato davvero così selettivo quando, un anno prima, lo aveva assunto senza alcuna referenza, esperienza, ed appena arrivato in Europa dall'America.
    Essere conosciuto a scuola come la puzzola - sì, lei non lo aveva concluso la parola ma Gideon aveva intuito - o come il ragazzo sfortunato non gli faceva onore, ma non potè che annuire, colpevole, sperando di rifarsi un nome molto presto, così che tutti dimenticassero la sua immagine di quelle giornate. Incrociò le braccia sul petto, portando lo sguardo sui clienti che fuori chiacchieravano animatamente. Non erano cattivi, solo che molti di loro passavano il tempo ai tre manici perchè, realmente, non sapevano dove andare. Molti erano semplicemente annoiati, e ritrovarsi in quel locale era una tradizione che per loro andava avanti da anni, ormai.
    Diciamo che sono elettrizzati dal fatto che avranno una barista donna, non ne potevano più di vedere solo la mia faccia. Tirò le labbra in un sorrisetto, osservando mentre lei sistemava il cappotto, ma rimanendo sulla soglia dandole una certa privacy. Oh poverina. Poteva capire cosa significasse perdere un polmone correndo, gli era capitato poche volte, in vita sua, perchè in generale il McPherson evitava cose difficili come la corsa. E non era un'esagerazione, davvero! Ecco perchè per venire qui esco tre ore prima, così devo evitare di correre, anche perchè se dovessi farlo certamente non arriverei! Se avesse dovuto correre, sarebbe stramazzato a terra molto prima di arrivare a destinazione. E niente, forse la giovane non poteva davvero capire appieno quella frase, non sapendo quali problemi fisici avesse il McPherson, ma lui la trovava troppo divertente e soprattutto, poteva capire cosa si provasse.
    Aveva tutto il tempo per ambientarsi, Su Jin. Certo, lavorando ai tre manici avrebbe migliorato anche la comunicazione, arricchendo il proprio vocabolario inglese: tipo, cos'era il testimono?? Sei venuta a prendere cosa...? Domandò, non afferrando il concetto. Forse sarebbe stato più difficile del previsto. Sì, settimo anno...quest'anno se tutto va bene, è l'ultimo. Aveva più ansia per la coppa di quidditch, che per i MAGO, era normale? Sei qui da poco, immagino? Anche io ho iniziato a lavorare qui appena arrivato dall'America. Ma ti troverai subito bene, hai una buona memoria? Domandò facendole spazio per farla uscire e tornare, entrambi, dietro il bancone. Era pronto a mostrarle il menù, ma prima voleva darle un'idea generale di come fosse disposto il retro del banco. Gli alcolici sono qui, disposti in ordine alfabetico. E le mostrò una mensola con sopra disposte delle bottiglie in maniera maniacalmente ordinata. Avrebbe poi mostrato una credenza contenente alcuni dolci e stuzzichini ed avrebbe terminato, raccogliendo il vassoio con sopra i biscotti al cioccolato fatti da lui e porgendoglielo per assaggiarne uno. Vuoi? Li ho fatti io Purtroppo per il McPherson, quei bellissimi biscotti all'apparenza morbidissimi, erano più duri del marmo. Attenta alla dentiera!! Si premurò di avvisarla, un anziano cliente, prima di iniziare a ridere mostrando una dentatura priva di incisivi. Chissà se li aveva persi dopo aver mangiato uno dei biscotti di Gideon??
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    Poteva essere passata un’eternità da quando aveva messo piede dentro i Tre Manici di Scopa. E forse era esattamente così! Solo NON nel loro universo. Ma Kim Su-jin non stata di certo a pensare ai mondi paralleli, sebbene sapesse tutto sull’argomento: you know. La Marvel e i suoi fumetti avevano particolarmente cari certi argomenti. Quello che in questo preciso istante stava facendo la coreana era fissare senza troppa vergogna i riccioli di Gideon. Da quell’altezza dopo tutto poteva tranquillamente sembrare che lo stesse guardando in viso – dannate spranghe! Ma le iridi color fondi di caffè erano incollate al movimento prodotto dalle ciocche. Il modo in cui si muova il corpo umano l’aveva sempre affascinata e spesso cercava di ritrarlo nei suoi bozzetti. Il corpo umano, non il vecchio Gid! Or davanti a lei si presentava un bivio: fare la finta tonta o dirgli come stavano le cose?! Un sorriso fece capolino sulla faccia perfettamente circolare. “No, io credo sia perche hai un bel viso. Oltre che per i biscotti.” Scandì piano. Con pazienza quasi. L’immensa calma appresa dall’avere dei fratelli minori tanto più piccoli! “Sei molto armonioso. Sicuro di non aver partenti in Corea? Oppure usi qualche crema?!” La sua gente, dopo tutto, era nota anche per avere la pelle più MAGIFANTASTICA del mondo. Dopo l’invenzione del k-pop. Da quando Su-jin aveva messo piede nella struttura l’atteggiamento era decisamente cambiato. Le spalle si erano rilassate, la posa si era fatta più morbida.
    Forse si immaginava di dover aver a che fare con il capo, oltre che con il Mcphearson. Ma alla fine, l’era andata fin troppo bene! Era l’occasione ideale per potersi guardare intorno, studiare la clientela. Indagare con riguardo sui visi, non convinta che ai maghi inglesi piacesse essere fissati direttamente nelle sclere degli occhi! Quel passaggio di testimone poteva essere l’inizio di un’amicizia. Anche se, conoscendola, ci sarebbero voluti mesi prima che permettesse a qualcuno di vedere oltre. Oltre la sua apparente freddezza da nuova arrivata schiva e timida, oltre quella ragazza allegra che, dopo tutto era. Il terzo strato è sempre il peggiore! “Oh. Sul serio?! Ma ripeto, credo tu abbia una bella faccia. Anche se non sono ancora certa di poterlo dire con tanta leggerezza... è esteticamente gradevole.” Meglio non compromettersi. Ci mancava solo si facesse una brutta fama. Continuando a camminare vicino a Gid, aveva avuto anche occasione di mettersi più comoda, abbandonare i suoi averi e seguirlo come un adorabile puppy! “Il testimono. Sai no? Quella cosa che passi quando corri? Si vedeva in tutti i giochi olimpici ba…” Un attimo di incertezza. Poteva dirlo a voce alta?! “…dei non magici.” Spiegò con un sussurro. “Incrocio le dita. Spezzati una gamba.” WAT. Che si era detto?! Era evidente che non avesse ancora ben chiaro quando certi auguri erano per il teatro. In quanto alla buona memoria… bhe. “Mia nonna ha insegnato me ed i miei cugini a conoscere tutte le serpi velenose e non. Le più comuni almeno. Credo di si.” Il motivo per cui tale istruzione ricorresse nella famiglia Kim era particolarmente noto nella sua madrepatria. Ma sicuramente in Scozia – Inghilterra – o resto del mondo, la loro rettilofonia era un mistero. Era arrivata dietro il bancone, e seguiva tutto con attenzione, osservando la disposizione degli alcolici. Tutto procedeva al meglio. FINO A QUANDO. “Vuoi? Li ho fatti io.” Poteva essere un offerta di pace, o il tentativo di ucciderla. “Un tempo facevo assaggiare a Tony tutto quello che mangiavo.” Le era scappato, stringendo appena le labbra in un piccolo sorriso e prendendone uno. “Attenta alla dentiera!!” Cinesua avvisata mezzo salvata. Cercò di rompere il biscotto direttamente con i molari, ascoltando il macabro rumore emesso dal biscotto. “Correrò il rischio.” Aveva risposto, sventolando la manina verso quel saggio e ragionevole vecchino. “Ci sono mai state risse?” chiese poco dopo, tornando con gli occhi su Gideon e prestando ascolto.
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    “No, io credo sia perche hai un bel viso. Oltre che per i biscotti.”
    Non potè evitare di ridacchiare, un po' imbarazzato per la precisazione di Su Jin, ma accettò quel complimento senza falsa modestia. Grazie. Non aveva vagliato questa ipotesi, Gideon. L'idea che l'anziano Callum Wilson detto "Lo sdentato", frequentasse i Tre manici di scopa per vedere il suo bel viso, sinceramente un po' lo ripugnava, perchè...in che senso?? Ed inutile dire che, concentrato com'era nel tentativo disperato di non far crollare i vassoi con sopra le brocche piene ed anche di non sbagliare le ordinazioni, faticava parecchio a riconoscere le attenzioni altrui sopra di sè, figurarsi il tipo di attenzioni che alcuni studenti ed anche adulti avrebbero potuto riservargli. Ma chissà che non avesse ragione la Pepper, e magari davvero alcuni clienti dei Tre manici si recavano lì perchè erano affezionati a lui o, comunque, anche per vederlo. Sapeva di essere un bel ragazzo, che poi non riuscisse a convivere con questa realtà senza arrossire quando qualcuno gli faceva un complimento, era un altro paio di maniche. Ed infatti, con le gote rosse per quella precisazione ora afferrata, si sforzò di sorridere per non apparire fin troppo impacciato, come invece era. Da oggi avranno due bei visi da vedere! E l'osservò in volto, perchè doveva riconoscere che anche tu hai una bella dire faccia era scontato perchè lo aveva detto lei?? volendo essere originale pelle. Certo non voleva farle un complimento solo perchè glielo aveva fatto lei, eh! Lo pensava sinceramente, la sua pelle era così levigata da sembrare fatta di porcellana, perchè non dirglielo?
    Era piuttosto certo di non avere parenti in Corea, almeno non che fossero parenti stretti. Mmh, no, ma sono per metà venezuelano. Le spiegò, dunque, ricordando con piacere i pomeriggi passati nei peggiori bar di Caracas con Hazel e sua nonna. A confronto, i Tre Manici erano una SPA. Sorrise bonariamente, divertito dai tentativi di Su Jin di azzeccare le parole in una lingua che, com'era evidente, ancora non masticava benissimo. Oh, intendi il testimonE, ma certo. Scosse la testa perchè, forse, avrebbe potuto arrivarci da solo, ma adesso sarebbe stato più attento, drizzando le orecchie ad ogni parola, per correggerla, non per rompere le palle, ovviamente, ma con il solo scopo di farle apprendere quanto più possibile la lingua. Sentendo che conosceva a memoria tutte le specie più comuni di serpi velenose si illuminò. Mentre il suo sorriso si accendeva lentamente, la Pepper non sapeva che rischiava di addentrarsi in un territorio oscuro, fatto di argomenti sui quali il McPherson avrebbe potuto tirare fuori ore e ore di monologhi. BENISSIMO! Strinse tra di loro le mani, perchè se Su Jin conosceva a memoria gran parte delle specie di serpenti, lui poteva dire lo stesso per altre cose. Tua nonna sa il fatto suo: io mi sono allenato con il nome scientifico di molte piante. E poi, pur promettendo di tenere per sè quell'argomento che gli faceva brillare lo sguardo, rendendolo più vivo e scintillante. E soprattutto di molti insetti!! Ma certo si era dovuto soffermare su alcune specie in particolare, più che su altre. In particolare i lepidotteri...insomma, le farfalle. Concluse, deciso a mordersi la lingua per non continuare oltre, perchè seriamente, anche se Su Jin non lo sapeva, quella era una danger zone. Esistevano alcuni argomenti dei quali Gideon avrebbe potuto parlare per intere giornate, e gli insetti erano uno di questi.
    Non aveva idea di chi fosse Tony, ma immaginò fosse ... un suo amico? Un suo parente? Il suo assaggiatore personale e lei era tipo una principessa Coreana??? (?) ma fu felice di vederla accettare il biscotto senza troppi problemi, e le offrì anche un bicchiere di latte per mandarglo giù perchè era meglio evitare di dover mettere in atto la manovra di Heimlich. ihihi
    “Ci sono mai state risse?”
    Strinse le labbra tra di loro, pensando alle serate in cui il whisky incendiario scorreva a fiumi. Doveva essere onesto, anche perchè presto o tardi lei stessa se ne sarebbe resa conto, assistendo in prima persona ad una rissa tra ubriachi, e doveva essere pronta ad agire.
    Oh sì, a volte capita. Sollevò appena le spalle, sperando che lei non decidesse di mollare il posto di lavoro per questo motivo. Ma sedarle è semplice...ci aveva messo un po' di tempo ma alla fine aveva trovato un metodo infallibile! un bell'aguamenti su tutti e vedi come si placano i bollenti spiriti!
    Gideon McPherson, cresciuto a pane e Le ragazze del Coyote Ugly. Ma alla fine era un metodo davvero utile per sedare qualsiasi scontro e, tra l'altro, era tra i metodi meno invasivi: far piovere solo un po' d'acqua gelata, senza invadere le loro menti con incantesimi confondenti o che agivano sulla psiche. Fece il giro del bancone, prendendo posto su uno sgabello. Okay adesso vorrei...due cioccoli giganti panna e limone con copertura fondente e un'acquaviola! Le lanciò un sorrisetto convinto che metterla subito alla prova in maniera pratica fosse più utile. Per favore. Perchè era un cliente educato, lui.
    17 y.o.
    raveclaw
    quidditch team
    waiter - primi di aprile
    GIDEON
    MCPHERSON
     
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