[oblinder] Can't Help Falling In Love

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    Siete pronti per un appuntamento FA-VO-LO-SO-H?
    Certo che sì! Altrimenti non sareste stati così disperati da rivolgervi a noi! Se non lo avete fatto, potete comunque star certi di essere dei casi quasi persi o, più plausibile, che non siate al corrente di quanto la vostra situazione sia effettivamente TRAGICA!
    Tranquilli, la nostra agenzia per cuori solitari è quello che fa al caso vostro, armata delle peggiori migliori intenzioni e delle ultime tecnologie per far tornare a battere il vostro ancora per poco cuore!
    [prompt #1] Il giorno di San Valentino, un esercito di Eros Piumati (ibridi magici potenziati) viene liberato nel mondo magico per far scoppiare l’amore in ogni angolo del Regno Unito e far trovare a ognuno la propria anima gemella! I simpatici volatili si illuminano ed emettono un suono particolarmente insistente quanto più questa è vicino. Troverete una pergamena attaccata alla loro zampa, sulla quale verrà indicato il luogo dell’appuntamento non appena anche l’altro uccello avrà compiuto la sua magia MLMLMLML
    Potete:
    - Esservi recati di vostra spontanea volontà da Mara Myoncki e Christian Maljoeyo e aver ricevuto in anticipo la pergamena con il luogo dell’incontro non appena avvenuto il match;
    - Essere stati iscritti da qualcun altro in agenzia;
    - Essere stati colpiti in pieno dall’Eros Piumato.
    E ALOOORA! Datevi una mossa che con questa ricerca dell’amore ci avete rotto i maroni!
    Casetta sull'albero
     
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    Smontò dalla scopa con un unico movimento fluido, gonfiando le guance paffute per rilasciare un sospiro irritato.
    «Sei matta? Potevi ammazzarmi!»
    «Ti ho detto che non l’ho fatto apposta!» Era davvero, davvero indignata, ma che modi erano quelli? E non era oltraggiata perché il suo compagno di squadra la stesse accusando di aver commesso un fallo durante il loro allenamento, NOH, ma perché la stava accusando di averlo fatto intenzionalmente e allo stesso tempo non averlo fatto cadere dalla scopa. Poteva sopportare un simile affronto??!! Lei dei suoi falli andava piuttosto fiera, GRAZIE TANTE, erano come dei figliol prodighi e non li avrebbe mai rinnegati; anzi se ne vantava sempre ma, soprattutto, andavano sempre a segno, e se quello zotico osava mettere in discussione la sua scorrettissima bravura in quella maniera, be’, allora era un idiotaH!1!!1! Aveva proprio voglia di prenderlo a pugni. Quasi quasi...
    Ma, no, non poteva permettersi di trastullarsi con simil intrattenimenti – uao, leggere teen fiction d’epoca le stava insegnando vocaboli nuovi!1! Però erano troppo forbiti e occupavano troppa memoria nella sua testolina da scaricatrice di porto, quindi se le dimenticava il giorno dopo e tornava a pensare che pinguedine fosse una parolaccia o un pinguino strano –: quella discussione le stava già facendo perdere troppo tempo perché lei era una persona con l’agenda – quale agenda? – sempre piena di impegni.
    Oltretutto che stava instancabilmente lavorando da settembre dell’anno scorso come wedding planner e non l’avevano né pagata né gratificata neanche con un bacetto o qualunque cosa potesse lenire la sofferenza che albergava nel suo vecchio cuore di shipper – sì McOakes, stiamo parlando di voi!!! –, si stava infatti dando da fare per organizzare uno strabellissentusiasmante appuntamento – non a San Valentino, quel giorno Gideon avrebbe avuto altri progetti per colpa sua ihih – a quella causa persa di suo fratello e Hunter. Il piano era così perfetto che si faceva paura da sola e, se proprio volete saperlo, consisteva nel farli svenire e infilarli in un sacco per patate – senza patate eh, anzi, in quello che voleva quei due facessero lì dentro le patate non c’entravano proprio!1!! – allargato con un Incantesimo di Estensione. Non che fosse sicura di saperlo, quell’incantesimo, ma ahimé che lavoro era il suo senza i pericoli del mestiere?Ah, che volpona la giovane McPherson!
    Intenta a ignorare le lamentele del suo compagno e anche la voglia di dargli il manico di scopa secco sui denti, proprio non si accorse di presenze strane fino a quando la presenza strana in questione le piombò addosso in un frullare di ali. Haz lanciò un urlo di battaglia alla Xena(??) ritrovandosi a rotolare sull’erba per qualche metro, e quando allungò le mani riuscendo ad acciuffare chiunque fosse stato per strangolarlo, si ritrovò davanti l’Eros Piumato col becco più antipatico che avesse mai visto in vita sua. Quel dannato pennuto, voleva gli tirasse il collo?? «Per tutti i nipotini McOakes, levati dalle palle!» #finesse Spinse via il volatile, lanciandogli un’occhiata infuriata mentre ciocche di capelli castani sfuggite alla treccia le solleticavano fastidiosamente il viso. Niente, quel coso continuava a fissarla, come a dire “Mi stai sulle piume anche tu ma d’altronde è il mio lavoro”. E per carità, essendo wedding planner a tempo pieno e nullasottopagata lei il lavoro lo rispettava. «Che vuoi?» domandò in modo brusco, assottigliando lo sguardo a mo’ di minaccia(?) mentre l’Eros Piumato emetteva un verso stridulo e irritato – oh, era anche così sfacciato da essere irritato, lui –. Lo vide mettere in mostra la zampa e un foglietto di carta ad essa legato; uh, era per lei??? Magari era un invito di Enzo e Carla per organizzare a Montecarlo il matrimonio dei suoi sogni – ma in cui non si sposava lei, ben intesi – – era più probabile che invece la volessero usare come cavia per Ma kome t vesti?! –. Adesso era troppo curiosa.
    Mettendosi seduta in una posizione appena meno da maschiaccio, ovviamente cambiamento frutto di pura casualità, sfilò il biglietto, vi lesse sopra un indirizzo e allora, solo allora, davvero realizzò cosa quel biglietto fosse. E chi fosse l’artefice di quel colpo basso.
    Quelli non erano Enzo e Carla. Erano Mara Myoncki e Christian Maljoeyo.
    E lei, proprio lei…
    Si sentì mancare sotto il peso di quella consapevolezza da brivido.
    Aveva un appuntamento.
    «GIDEOOOOON. BRUTTO TRADITORE, VIENI QUI.»


    No, l’avrebbe pagata cara, perché se lei poteva combinare di tutto e di più a suo fratello, lui doveva subire come era dovere(??) di ogni fratello maggiore degno di questo nome. Non avrebbe mai creduto che il sangue del suo sangue, il flamenco del suo flamenco, le avrebbe inferto una pugnalata simile alle spalle. Era sconvolgiuta, davvero.
    Aaah, ma lei non si sarebbe fatta fregare, assolutamente! L’ultima cosa che Hazel McPherson avrebbe fatto nella sua vita era sorbirsi tutte quelle sdolcinatezze e smancerie che alle femmine piacevano e che a lei davano il voltastomaco. Nossignore, il suo unito lato romantico era legato allo shipping ossessivo-compulsivo e la sua unica anima gemella era il Quidditch. Non avrebbe tradito anni e anni di risse di strada(?) e gare di rutti e lamentele perché non avendo un certo aggeggio non poteva fare a gara coi maschi a chi riusciva a fare la pipì più lontano – che sogno nel cassetto quello! – per cedere al diabete, mai. Avrebbe lottato e, se necessario, ammazzato #wat
    Con quell’obiettivo in mente, si era, recata all’indirizzo dell’appuntamento indicato sul foglietto con quell’odioso pennuto alle calcagna, sollevata che almeno sarebbero stati in un posto all’aria aperta. Quando arrivò sul posto, però, si accorse che era ancora meglio: una casetta sull’albero!! Hazel aveva sempre amato le casette sugli alberi e arrampicarsi sui rami per arrivare sempre più in alto – in realtà per dare sfogo all’anima da scimmietta qual era –, ed era così contenta di quella location che abbandonò il piglio battagliero e saltellò eccitata verso la scala a pioli, quasi dimenticandosi della mazza da baseball che aveva con s- mazza da baseball? Sì, esatto. Ci doveva accoppare il suo Valentino nel caso si fosse rivelato molesto e con intenzioni amorose, con quella! Nel momento in cui si intrufolò nella costruzione l’Eros Piumato iniziò ad agitarsi e emanare un’intensa luce azzurrina. Haz lo fissò male, facendogli «Sssshhh!!» con l’indice davanti alle labbra, ma quasi per dispetto l’animale iniziò a stridere piano.
    «Quando ti trasformerò in un pollo con le patate non sarai più così allegro,» borbottò, per poi appostarsi all’ingresso e guardare verso il basso, sfruttando la sua nuova trincea #wat per osservare il sopraggiungere di nemici e, sì, per stalkerare perché era quello che sapeva fare meglio.

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    IF YOU HAVE CHOCOLATE, YOU'RE MY VALENTINE
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


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    Anima gemella.
    Due semplici parole che unite formavano un concetto estremamente complesso ed in qualche modo potente, così potente da mandare in subbuglio le menti di molti. Il giorno di San Valentino era il giorno dedicato alle coppiette ed all'amore, a chi aveva riempito il vuoto del proprio cuore trovando l'anima gemella che il destino gli aveva assegnato o quanto meno credendo di averla trovata. Di certezze nella vita ce n'erano ben poche.
    Hogwarts era l'emblema dell'amore.
    C'erano fiori e cuori che svolazzavano, studenti innamorati che si scambiavano regali, cioccolatini di ogni forma, sapore ed odore. Deliziosi. Ma Noora non era mai stata interessata all'amore, non lei che all'amore non credeva minimamente. Come poteva amare qualcuno quando provava così tanta repulsione nei confronti del genere umano. E come poteva in fin dei conti provare altro se non odio?
    Hogwarts le aveva insegnato a credere in sé stessa e sopratutto nei propri poteri, le aveva insegnato che la forza fisica non poteva nulla in confronto alla magia e che lei era più forte di quanto pensasse. Lo aveva scoperto per puro caso. Aveva impiegato diversi giorni ma poi aveva capito che le sue emozioni erano la sua arma più forte. E la natura sembrava concordare con ciò che provava, erano entrate così tanto in sintonia che talvolta le pareva di poter sentire il vento sussurrarle nell'orecchio sordo a qualsiasi suono reale.
    Stanca di tutto quell'amore che aleggiava nel castello, decise di recarsi a Diagon Alley, forse una buona tazza di caffè ed una chocolate lava cake l'avrebbero fatta sentire meglio. Forse. Non era poi così convinta ma era ciò di cui aveva bisogno in quel momento, o almeno così credeva.
    Sospirò infilando una felpa -rigorosamente nera, come la sua anima- di una taglia più grande, sopra un paio di jeans blu e le immancabili scarpe da tennis, adatte per una scampagnata tranquilla in paese e nei luoghi meno frequentati dalla gente. In genere erano i luoghi in cui amava rintanarsi per stare da sola con i propri pensieri o la propria arte. Appesa al collo portava l'immancabile macchina fotografica e nello zainetto sulle spalle un album da disegno ed un set di matite. Erano l'unica cosa di cui aveva bisogno per immortalare la bellezza della natura.

    Aveva raggiunto Diagon Alley senza troppi problemi, i tempi in cui il mondo magico era un mondo magico la cui esistenza sarebbe parsa immaginaria erano lontani anni luce. Si era seduta su una panchina in legno ad osservare imbronciata le coppie passarle davanti, mani che si stringevano, scambi di cioccolata, sorrisi e baci rubati. Sembrava tutto così bello se non per il fatto che le persone erano disgustose.
    Estrasse il suo album da disegno cominciando a ritrarre una fontana che per l'occasione zampillava cioccolata -chi non vorrebbe immergersi in una fontana di cioccolata e strafogarsi- ed una coppia di bambini che vi inzuppavano delle fette di pane all'insaputa dei genitori troppo impegnati a cinguettare lì accanto. Sorrise intenerita perchè in fondo i bambini poteva anche tollerarli, loro il male non lo conoscevano. O meglio, potevano conoscerlo ma non esserne gli artefici e questo la aiutava a controllare le proprie fobie.
    Scostò una ciocca di capelli che le era caduta davanti agli occhi mentre disegnava, incurante delle dita sporche. In un disegno guardava molto le sfumature, erano ciò che davano forma e profondità ad un'immagine rendendola reale. Sporcarsi le dita non era mai stato un problema, era quasi piacevole. D'un tratto qualcosa catturò la sua attenzione e decise che doveva a tutti i costi immortalare quella piccola creatura alata che svolazzava a destra e a sinistra.
    Ripose l'occorrente da disegno e prese la macchina fotografica nella speranza di avere un paio di scatti decenti. L'essere dovette accorgersi di lei perchè si addentrò dei giardini magici seguito dalla ragazza dai capelli rossi. Rischiò di inciampare un paio di volte ma non le importava granchè. Ti prego non scappare, voglio solo scattare un paio di foto disse accelerando il passo. Poi la creatura si fermò tutto d'un tratto e cominciò a svolazzarle attorno se ti fermi ti do un biscotto e forse era stata proprio quella promessa a farlo scendere e mettere in posa su una roccia, un piccolo arco puntato verso il cielo. E lì, mentre il sole filtrava dalle fronde degli alberi attorno a loro, riuscì a scattare un paio di fotografie prima che la creatura si alzò in volo nuovamente. Le si avvicinò e Noora allungò una mano dentro lo zainetto e ne estrasse un biscotto al cioccolato.
    Cos'abbiamo qui eh? Un biglietto? slegò il biglietto dalla zampetta e lo lesse un indirizzo... e delle coordinate? Mmm interessante sembra una caccia al tesoro ma quale sarà il prezzo?.
    La creatura la seguì alla ricerca di quel luogo misterioso che scoprì essere un... albero? Era finita per caso in una puntata di scherzi a parte?
    La creatura brillò di una fioca luce rosa, della stessa tonalità dell'abito di Julia Roberts agli Oscars di quest'anno. Sospirò guardandosi attorno dubbiosa quando le parve di udire una mezza conversazione sull'albero? Uno scoiattolo? Oh. No. Una casa sull'albero si corresse alzando lo sguardo al cielo. Non notando nessuno in giro si affrettò a salire.
    Una persona fu l'unico commento che le uscì trovandosi faccia a faccia con una ragazza. Una persona, e questo la diceva lunga su come si sentisse.
    Il sole si nascose.
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    Lonesome means a state of being apart. Of being other. Alone-some
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    con l’arrivo di Eldritch28 siete troppo pensanti e il legno con cui la casetta è costruita cede. Franate su Orange_Flower e Purplelife25 [la role prosegue in REAL LOVE BABY, quindi dovrete postare in quella discussione]
    Casetta sull'albero
     
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3 replies since 20/2/2019, 00:00   310 views
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