[oblinder] Real Love Baby

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    Siete pronti per un appuntamento FA-VO-LO-SO-H?
    Certo che sì! Altrimenti non sareste stati così disperati da rivolgervi a noi! Se non lo avete fatto, potete comunque star certi di essere dei casi quasi persi o, più plausibile, che non siate al corrente di quanto la vostra situazione sia effettivamente TRAGICA!
    Tranquilli, la nostra agenzia per cuori solitari è quello che fa al caso vostro, armata delle peggiori migliori intenzioni e delle ultime tecnologie per far tornare a battere il vostro ancora per poco cuore!
    [prompt #1] Il giorno di San Valentino, un esercito di Eros Piumati (ibridi magici potenziati) viene liberato nel mondo magico per far scoppiare l’amore in ogni angolo del Regno Unito e far trovare a ognuno la propria anima gemella! I simpatici volatili si illuminano ed emettono un suono particolarmente insistente quanto più questa è vicino. Troverete una pergamena attaccata alla loro zampa, sulla quale verrà indicato il luogo dell’appuntamento non appena anche l’altro uccello avrà compiuto la sua magia MLMLMLML
    Potete:
    - Esservi recati di vostra spontanea volontà da Mara Myoncki e Christian Maljoeyo e aver ricevuto in anticipo la pergamena con il luogo dell’incontro non appena avvenuto il match;
    - Essere stati iscritti da qualcun altro in agenzia;
    - Essere stati colpiti in pieno dall’Eros Piumato.
    E ALOOORA! Datevi una mossa che con questa ricerca dell’amore ci avete rotto i maroni!
    Area picnic
     
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    La cabina-armadio e la stanza da letto erano nel più totale caos. HyeSu non era esattamente famosa per essere la persona più ordinata del mondo, però sembrava davvero che fosse appena scoppiata una bomba, il che era un po' troppo persino per i suoi standard. I vestiti erano praticamente tutti a terra (nessuno escluso) accanto allo specchio formato gigante attraverso il quale si stava ammirando da circa dieci minuti. La giovane voleva essere perfetta per il suo appuntamento di San Valentino, quindi non riusciva proprio a decidere che cosa indossare. Non che possedesse abiti brutti (o poco costosi) ma ci teneva a fare una bella impressione, per cui stava cercando di essere perfetta. "Mmmh, no questo è fin troppo scollato. Non è bene mostrare tutta la mercanzia al primo appuntamento." pensò subito lei, spogliandosi alla svelta per provare un vestito di Chanel. Alla fine neanche quell'abito la convinse abbastanza. In effetti non sapeva neanche lei cosa stesse cercando ma sapeva che quello non era l'outfit adatto a far avere esattamente la prima impressione di sé che desiderava. "Proviamo Gucci. Ed i capelli raccolti." pensò lei, buttando per terra l'ennesimo vestito. Se sua madre fosse entrata in quel momento, probabilmente le sarebbe venuto un infarto. Ma avevano una donna delle pulizie anche per quello, no? "Oh, finalmente ci siamo!" pensò subito lei, facendo una giravolta davanti allo specchio. Il vestito non si mosse perché era uno di quelli che fasciavano perfettamente la figura, ma faceva comunque un bell'effetto. HyeSu raccolse subito i capelli in un'elaborata crocchia, lasciando alcuni ciuffi strategicamente fuori dall'acconciatura. Sapeva esattamente quello che faceva. Non era di certo nata ieri! Adorava la moda (lo si poteva capire dall'enorme cabina-armadio che possedeva- ed amava anche mettersi in mostra. Aveva le disponibilità economiche per farlo, quindi perché no? Il suo unico problema era che fino a quel momento non aveva trovato ancora l'anima gemella. Non che l'avesse proprio cercata con tutta se stessa ma forse era arrivato il momento, no? Non poteva continuare a tirarsi indietro perché il tizio X c'aveva il naso storto o perché non era abbastanza bello. Per alcune cose era piuttosto superficiale, lo doveva ammettere, ma alla fine aveva un buon cuore e quindi era arrivato semplicemente il momento di donarlo a qualcuno. Per questo diversi giorni prima era andata da Mara Myoncki e Christian Maljoeyo, con il permesso dei suoi genitori, e ne era uscita con la convinzione che forse qualcosa sarebbe accaduto a San Valentino. Un miracolo? Sperava di si. Non gli era mai piaciuto nessuno quindi ci sperava davvero che qualcosa sarebbe cambiato. Era super amica di tutti ma quando si arrivava a parlare d'amore... no. Ma già si stava facendo vecchia e sentiva il peso di dover fare qualcosa anche da quel punto di vista per il suo futuro, quindi eccola lì. Pronta. Forse era un po' troppo piena di cose super costose addosso ma era fatta così: le piacevano davvero tanto quelle cose. E viveva anche in un mondo babbano essendo i suoi genitori entrambi babbani, quindi ci stava che non seguisse proprio lo stile eccentrico dei maghi. Non lo sopportava molto, in effetti. "Una spruzzatina di profumo e posso andare." pensò HyeSu ed usò anche il Gucci Bloom che adorava particolarmente. Lo aveva anche come bagnoschiuma, per dire. Si guardò un'ultima volta allo specchio e si strizzò l'occhio da sola, convinta di star davvero bene così. Poi scese le scale del suo bel palazzo londinese (avevano circa tre tenute: una a Londra, uno nello Yorkshire ed una vicino ad Inverness) e si fece accompagnare dal suo autista il più vicino possibile all'entrata segreta di Diagon Alley. Non che l'autista sapesse davvero perché HyeSu volesse essere lasciata proprio lì, non essendo un mago, ma questi erano piccoli dettagli. Dopodiché srotolò di nuovo la pergamena e rilesse per l'ennesima volta il luogo dell'appuntamento: Avis - Area picnic. Proprio per questo motivo si era fatta preparare in anticipo dalla cuoca un cestino pieno di tantissime cose da mangiare ed una coperta da stendere sul prato, così da rendere l'appuntamento ancora più romantico ed a tema. In realtà non aveva contemplato l'idea di un possibile fallimento perché comunque era una persona molto positiva. Nel caso in cui fosse andata male, beh almeno avrebbe avuto di che sfamarsi! "Andiamo..." pensò ancora, prendendo il cestino dalle mani dell'autista. Salutando, si avvicinò all'ingresso di Diagon Alley finché finalmente non raggiunse il parco. Le era sempre piaciuto molto come posto ma quel giorno sembrava mille volte più bello e romantico. L'area picnic era comunque piena di svariate persone, quindi decise saggiamente di trovare subito un posto nel quale stendere la coperta ed aspettare lì buona buona. Non sapeva esattamente come avrebbero fatto a trovarsi, quindi comunque decise per precauzione di tenere la pergamena in bella vista così da attirare il suo appuntamento da lei.
    HyeSu + ???
    22/05/2033
    22/05/1996
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    Nella sua seconda vita, HyeSu ha vissuto negli agi dunque è affezionata alle cose belle e costose. Ama le borse (più di qualsiasi altra cosa) ed è molto attaccata ai social network babbani. Il suo preferito è Instagram e lo sfrutta per postare foto della sua bella vita e di tutte le piccole/grandi cose che la rendono felice. Ama il fatto di essere una strega ed ama anche se stessa, davvero tantissimo.
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    Odia quando le cose non vanno per il verso giusto. È abituata ad avere tutto e subito, quindi quando ciò non accade si sente destabilizzata ed è una sensazione che non sopporta. Odia quando le persone la credono un'oca senza cervello solo perché le piace spendere i soldi in cose che lei ritiene belle. Detesta non essere presa sul serio quando la situazione lo richiede. Odia anche chi giudica una persona solo dal primo sguardo.
    Uh, who knows how it will end?!
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


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    L'idea, all'inizio, gli era sembrata geniale.
    Iscrivere i suoi amici all'appuntamento misterioso organizzato per San Valentino era stata, forse, la migliore scelta che avesse mai fatto, perché il solo immaginarsi Godric alle prese con una giovane donzella (o donzello, perché no) gli provocava la ridarella isterica; con Amélie era stato terrificante, così cringe da volerlo afferrare per la collottola ed intimargli di smetterla per l'amor del cielo. Confidava però che l'accoppiamento fatto da Mara Myoncki e Christian Maljoeyo fosse già più alla portata del ragazzo e che, sebbene fosse impedito su più fronti, non gli facesse fare brutta figura. Era stato chiaro con un "mi raccomando, mi fido del vostro giudizio. Non me lo fate tornare come un babbasone" anche se, doveva ammetterlo, non nutriva chissà quali speranze. C'era anche da dire che quelle stesse non fossero poi così illuminate dalla gioiosità di Ryan, altro povero sventurato che aveva costretto, segretamente, a partecipare. Era certo che gli avrebbe tirato una scarpa come se fosse un boomerang non appena scoperto l'inghippo. Ma ohibò, una suola numero quarantaquattro non sarebbe stata così terribile se paragonata alla soddisfazione di essere stato il cupido (MHM-MH) di due su tre dei suoi migliori amici. Jack era stato così furbo da trovarsi la Valentina prima di cadere in quella trappola mortale degli appuntamenti al buio, lasciandolo con l'amaro in bocca e con un "pezzo di merda, vafammocc" delicato come i petali di rosa sparsi in giro per il castello.

    Ma tutto, tutto, avrebbe potuto immaginare, ma non che quel maledetto avesse pensato bene di iscriverlo a sua volta, condannandolo a fronteggiare uno sconosciuto, quando a malapena sapeva come fare conversazione con i suoi compagni di dormitorio. La scoperta era stata una doccia fredda, con quella maledetta lettera tra le mani e quel dannatissimo coso volante (molto, molto brutto. Si chiedeva chi diamine fosse stato così malato da creare quegli ibridi simili a dei Cupidi che, evidentemente, avevano smesso di crederci) a svolazzare per la stanza. Un appuntamento. Uno vero. Con qualcuno totalmente a caso.

    Il problema principale di tutta quella storia era che credeva fermamente che nessun match avrebbe funzionato. Che Mara e Christian non avrebbero trovato nessuno per lui e che, alla fine, si sarebbero rassegnati al fatto che dovesse morire solo, senza soldi e pure storpio. Ed invece, sorpresa delle sorpresone (non richieste), qualcuno per lui c'era e non aveva volto. Non era stato scelto da lui, non sapeva nemmeno cosa aspettarsi.
    E se si fosse trattato di Ryan o Gordon? Per carità divina, avrebbe sboccato il cenone del capodanno 2008, maledicendo tutti i Santi conosciuti per essere stati così poco professionali. In ogni caso, era un ragazzo educato e a dispetto delle apparenze anche abbastanza galante; non si sarebbe mai presentato senza avere almeno una rosa tra le mani, né si sarebbe fatto problemi a pagare un'eventuale cena, anche se questa si fosse rivelata l'ennesimo buco nell'acqua. In realtà, non si aspettava assolutamente nulla, anzi. Probabilmente si sarebbe ritrovato a dire una stronzata, avrebbe fatto la figura dell'idiota e si sarebbe ritirato nelle private stanze e ciao ciao, è stato bello, breve e intenso. Se, per qualche congiunzione astrale, quell'incontro si fosse rivelato invece piacevole... avrebbe fatto in modo di non uscirsene con qualche stupidaggine alla Dante, che poco aveva a che fare con il dolce stil novo.
    Quindi, armato di tutta la buona volontà (e pregando Dio, Batman, Superman e tutti i supereroi simili ad un'entità ultraterrena) si era recato prima a Diagon Alley per comprare un bel mazzo di rose rosse, classiche per quelle occasioni, per poi andare all'Avis nell'aria Picnic. Ora, non stava solo sudando freddo, chiedendosi chi fosse il suo misterioso accompagnatore, ma aveva letteralmente il terrore di essere... beh, scartato a priori?
    Non era alla moda, non sapeva nemmeno bene che cazzo volesse fare nella sua vita, oltre al bel faccino non aveva che una profonda timidezza che esternava con sorrisi incerti o, peggio, con la parlantina nervosa. In poche parole: era un casino vivente.

    Come avrebbe dovuto porsi?
    Camminare tra le vie ciottolate del parco non era mai stato tanto stancante. Sentiva le gambe pesanti, il cuore a galoppare per il nervosismo, il desiderio di girarsi e tornare al dormitorio Grifondoro alla velocità della luce, così da non dover affrontare l'ignoto. Ma era pur sempre un seguace di Godric e sebbene non fosse così propenso alle interazioni sociali, sapeva di non poter lasciare solo chiunque avesse deciso di partecipare all'evento. Sarebbe stato ingiusto non presentarsi, sotterrando così l'autostima di quel povero o di quella povera disgraziata.

    Una volta alle porte dell'area Picnic, prende un profondo respiro, trattenendo l'aria e lasciandola andare per liberarsi dell'ansia, utile solo a fargli gorgogliare lo stomaco. Si sistema il giubbotto di pelle, dando una controllata veloce alla maglia e ai pantaloni, fino ad arrivare agli anfibi.
    ... cazzo, aveva sbagliato tutto. Tutto. Ma non aveva di certo tempo per tornare indietro, mettersi in ghingheri e tornare.

    «Porca troia maledetta.»
    Borbotta, mordendosi il labbro inferiore e chiudendo gli occhi, passandosi una mano sulle palpebre chiuse. Un passo alla volta, quasi che stesse andando al patibolo, si guarda intorno per cercare il suo Valentino, o Valentina, tra le coppiette impegnate a divorarsi la faccia; allunga il collo, voltandosi appena e notando una ragazza asiatica, evidentemente in attesa e con una pergamena stretta tra le manine. Doveva essere lei. Per forza. Okay.

    "Dante. D a n t e R e n z o R i n a l d i, guai a te se la fai scappare." si dice, mettendo su un sorriso, più incerto che entusiasmato, avvicinandosi alla ragazza. Se lei era davvero la sua presunta "anima gemella" secondo il magico duo, beh-- era veramente troppo. Sembrava di un altro livello: posata, elegante, vestita con un abito che senza ombra di dubbio valeva più di lui e delle sue cose messe insieme.

    «Purplelife25?» domanda, accovacciandosi di fronte alla giovane, con una mano a reggere il capello e l’altra a porgerle il mazzo di rose rosse «Orange_Flower. Sono Dante, piacere di conoscerti» mh. MH.
    Sperava che non si notassero le mani tremolanti.

    Dante + Hyesu
    17 y.o.
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    Gli piace camminare sotto la neve;
    I tatuaggi e ne ha due;
    Suonare la chitarra acustica;
    I giubbotti di pelle;
    Il caffè, rigorosamente nero e amaro;
    Il pistacchio, perché gli ricorda la sua terra natia;
    Materia preferita: incantesimi.
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    Chi si mangia le unghie;
    Il fatto che ad Hogwarts non ci sia la linea internet;
    Il marrone. Che. Schifo.
    I bagni pubblici;
    Essere ignorato o essere considerato stupido per via del suo modo di porsi;
    From a little spark may burst a flame.
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    Edited by Fancy|Bitch - 1/3/2019, 16:51
     
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    San Valentino era una festa che la giovane aveva sempre più che altro ignorato, proprio perché non aveva mai trovato una persona che la interessasse dal punto di vista amoroso e sentimentale. Ogni ragazzo che aveva incrociato in passato non era mai riuscito a colpirla abbastanza, neanche quel tanto che sarebbe bastato per farle pensare "mmh... ma si dai, proviamoci!", insomma. Infatti quello poteva essere tranquillamente considerato il suo primo appuntamento. Non che HyeSu si fosse posta chissà quali incredibili standard per il suo primo fidanzato, chiariamoci. La strega infatti non si era mai posta dei limiti da questo punto di vista e non aveva alcun ragazzo ideale in testa o chissà che altro. Pensava che andare a 'sensazione' fosse la mossa giusta ma il problema era che, appunto, non era mai scattato nulla in ventidue anni di vita (più altri 10 nel futuro -suo passato adesso- che non ricordava neanche) e questo da un certo punto di vista cominciava a pesarle. I suoi genitori si erano conosciuti durante il periodo delle scuole superiori e si erano sposati più o meno alla sua età. In Corea era molto comune sposarsi giovani, il che inevitabilmente la faceva sentire in difetto. Credeva che ci fosse qualcosa di tremendamente sbagliato in lei e non riusciva a liberarsi di questa sensazione. Forse era anche per questo che si circondava di oggetti belli e costosi, ossia per colmare un vuoto. Ce l'aveva sempre avuto, almeno da quello che riusciva a ricordare. Era come se le mancasse un pezzo di puzzle e ciò le dava un fastidio ENORME perché non poteva completarlo ed appenderlo al muro. Però HyeSu non era neanche il tipo di ragazza che si abbatteva facilmente e quindi la si poteva sempre vedere in giro con un sorriso stampato in faccia, allegra e frizzante come sempre. Nascondeva il suo lato più fragile e tutti i suoi dubbi. Credeva che fosse inutile lamentarsi e poi si rendeva perfettamente conto di non essere proprio nella posizione giusta per farlo. Non era forse ricca? Non era forse bella? Non era forse in grado di ottenere quasi tutto ciò che voleva? Quindi le sembrava davvero un po' ingiusto lamentarsi per le poche cose che non poteva avere o che comunque le sfuggivano dalle dita. HyeSu continuava a ripetersi che tutto sarebbe andato bene e ci credeva sul serio. Forse tra un anno o tra dieci anni... ma sapeva che prima o poi si sarebbe sistemato tutto. L'unica cosa che doveva fare era continuare a provarci, il che l'aveva condotta appunto al primo appuntamento della sua vita. "Quest'anno ho un appuntamento... Mmh, quindi forse avrei dovuto evitare gli auto-regali?" si chiese la strega, ricordando come solo il giorno prima fosse andata da Harrods e che l'avesse svaligiato (più o meno). Aveva infatti una specie di tradizione: durante le giornate speciali come San Valentino, Natale, Pasqua e qualunque altra festa comandata esistesse, la giovane si comprava sempre qualcosa. Onestamente questa cosa non ha giustificazione alcuna. Poteva semplicemente dire che si amava talmente tanto (?) che si auto-comprava quello che le piaceva. Va beh, dai. Era solo una scusa per fare shopping e rinnovare il guardaroba. Tanto poteva permetterselo. Ricordava perfettamente come il precedente San Valentino fosse volata fino a Parigi solo per questi auto-regali. "Ops..." pensò pentita HyeSu, ricordando quanto effettivamente a volte esagerasse proprio tanto. Però era anche una persona generosa quindi diciamo che il suo essere viziatina alla fine veniva in parte coperto dal suo essere gentile con il prossimo. "Spero che chiunque sia che dovrà arrivare, apprezzerà tutto questo." pensò infine la giovane. Certo, nulla di tutto quello che c'era nel cestino l'aveva preparato lei con le sue manine. Quello che aveva fatto era solo avere l'idea e chiederlo alla cuoca. Però insomma, contava il pensiero (?).
    «Purplelife25?» la ragazza, distratta da millemila pensieri, sentì chiamare il nick che aveva usato quando aveva richiesto l'aiuto dell'agenzia di Mara Myoncki e Christian Maljoeyo. HyeSu si girò verso la voce che l'aveva chiamata e si trovò davanti un ragazzo giovane, forse sui 17/18 anni. Lo sconosciuto si inginocchiò davanti a lei, forse per permetterle di guardarlo meglio. Gentile, le porse in omaggio un mazzo di rose rosse che la strega prese con sorpresa. «Orange_Flower. Sono Dante, piacere di conoscerti» disse infine lui. La strega era una però una persona che notava tante cose. In effetti era difficile che le sfuggisse qualcosa, solo che il più delle volte preferiva non dire niente per non mettere a disagio le persone. Fatto sta comunque che notò subito quanto il ragazzo fosse agitato. Ad essere completamene onesti, HyeSu non lo era per niente. Si era messa in quella situazione perché sapeva di essere in grado di gestirla, quindi era tranquilla e rilassata. «Piacere mio e grazie davvero per i fiori. Sono stupendi!» disse lei con un sorriso, annusando il profumo delicato delle rose. Non era una super fan dei fiori in generale ma riceverli le era sempre piaciuto molto perché comunque era considerato un gesto molto romantico e gentile, quindi le faceva sempre piacere essere al centro di certe attenzioni. Le avrebbe sicuramente messe in un vaso nella sua stanza. «Io mi chiamo HyeSu.» disse lei, facendogli poi spazio sulla coperta e spostando il cestino del pranzo. «Accomodati! E non essere nervoso. È la prima volta anche per me ma non c'è alcun motivo di viverla male.» disse lei e gli strizzò l'occhio, sperando davvero di alleggerire l'atmosfera. Però c'era nel frattempo un dubbio che le ronzava in testa. HyeSu aveva davvero un'ottima memoria per i volti ed era sicura di averlo visto prima da qualche parte... e probabilmente era stato ad Hogwarts. Insomma, dove puoi aver visto un ragazzo che ha più o meno la tua stessa età? «Possibile che ci siamo visti da qualche parte? Forse ad Hogwarts. Ero una Grifondoro. Sono però credo qualche anno più grande di te. Forse più di qualche anno, in effetti.» disse infine. Era anche vero che grazie ai suoi ottimi geni era molto difficile darle più 18 anni, però la sua età ormai ce l'aveva eccome.
    HyeSu + ???
    22/05/2033
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    Nella sua seconda vita, HyeSu ha vissuto negli agi dunque è affezionata alle cose belle e costose. Ama le borse (più di qualsiasi altra cosa) ed è molto attaccata ai social network babbani. Il suo preferito è Instagram e lo sfrutta per postare foto della sua bella vita e di tutte le piccole/grandi cose che la rendono felice. Ama il fatto di essere una strega ed ama anche se stessa, davvero tantissimo.
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    Odia quando le cose non vanno per il verso giusto. È abituata ad avere tutto e subito, quindi quando ciò non accade si sente destabilizzata ed è una sensazione che non sopporta. Odia quando le persone la credono un'oca senza cervello solo perché le piace spendere i soldi in cose che lei ritiene belle. Detesta non essere presa sul serio quando la situazione lo richiede. Odia anche chi giudica una persona solo dal primo sguardo.
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    HyeSu.
    Un nome carino per una ragazza carina.
    Il fatto che fosse gentile, però, non era di certo una sicurezza sulla riuscita dell’appuntamento, anzi. I fiori erano stati apparentemente graditi, ma poteva dire lo stesso della sua presenza? Era ancora troppo presto per cantare vittoria, per dimostrare a sé stesso che non fosse così meh come pensava, ma che potesse avere una chance. Sapeva di avere così tanti difetti da poter scrivere un libro in proposito, ma non aveva forse portato delle rose alla sua accompagnatrice dimostrando, così, di essere abbastanza intelligente da non presentarsi, invece, con un mazzo di carciofi? Ecco, erano piccole cose da apprezzare, no? Per esempio, a quella poverina, sarebbe potuto capitare Ryan che, sebbene fosse un suo caro amico, era totalmente incapace di mostrare la minima gentilezza. Al massimo, le avrebbe fumato in faccia esclamando, ad un certo punto, “Vicolo, solo io e te?” facendola probabilmente scappare.
    Ecco, lui non era di quella pasta. Purtroppo, o per fortuna, era fin troppo gentile, tanto da meritarsi il titolo di “stupido che non capisce quando gli altri ne vogliono approfittare” che, a suo modesto parere, era un po’ esagerato, ma calzava bene con la propensione a dare troppo e ricevere nulla.
    La ragazza davanti a lui, in ogni caso, gli sembrava una tipa che non avrebbe tentato di umiliarlo o farlo sentire inadeguato per essere così stupidamente nervoso. A confermare la sua supposizione il «Accomodati! E non essere nervoso. È la prima volta anche per me, ma non c’è alcun motivo di viverla male» che valeva più di tutti i mazzi di fiori o belle parole spese per l’occasione.
    Il solo fatto che entrambi fossero estranei a quel genere di cose era, in parte, rincuorante.

    Alle parole di HyeSu sospira, lasciandosi andare ad una breve risata, prima di prendere posto al suo fianco senza, però, stravaccarsi com’era solito fare. Non voleva di certo darle la brutta impressione di essere un buzzurro senza educazione; sentiva, nei meandri della mente, sua madre gridargli “se non la tratti bene ti spacco la faccia” con tanto di ciabatta volante tragicamente vivida, quasi che potesse sentirne la pesantezza sulla faccia «Scusami, hai ragione» ammette, togliendosi il cappello e posandolo accanto a sé, scombinandosi i capelli per abitudine «è la prima volta anche per me e non pensavo di trovare una come te» ecco. E c c o. Sempre a dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato «Nel senso! Non fraintendermi, intendevo--» la indica, gesticolando per tentare di salvarsi da un possibile strafalcione. L’ennesimo, avrebbe detto, vista la capacità con cui si mettesse nelle situazioni più assurde senza nemmeno impegnarsi «intendevo—uhm, elegante?» e carina, ma questo l’avrebbe tenuto per sé, così da non sembrare il solito tizio creepy as fuck capace solo di fermarsi alle apparenze. Eppure, le apparenze, erano tutto quello che aveva di HyeSu. Non aveva idea di chi fosse, non l’aveva mai vista in giro o, probabilmente, era stato così occupato a guardare il cielo in attesa della venuta di Cristo per salvarlo dalla sua sfiga, da non prestare attenzione a nient’altro, compresi gli altri esseri viventi presenti sul pianeta.

    «Possibile che ci siamo visti da qualche parte? Forse ad Hogwarts. Ero una Grifondoro.»

    Altolà! Una Grifona. Era confortante sapere che avessero qualcosa in comune «Uh. Anche io, sono un Grifondoro. Sono all’ultimo anno» che sperava di passare senza dover richiedere il magico aiuto di Godric.

    «Sono però, credo, qualche anno più grande di te. Forse più di qualche anno, in effetti.»

    Sbatte più volte le palpebre, confusamente, non riuscendo nemmeno ad immaginare un gap di età tale per cui la ragazza fosse molto più grande di lui. Al massimo le avrebbe dato—toh, diciott’anni. Forse anche di meno. Maledetti asiatici dalla pelle super perfetta e liscia come il culetto di un bambino.
    «Non ci credo nemmeno se mi fai vedere il documento d’identità» esclama, scioccato, posandosi una mano sul petto «Andiamo! Sembri una bambina!» che non era sicuramente un insulto, anzi! Ad osservarla meglio, da così vicino, poteva dire chiaramente che fosse molto, ma molto, graziosa. Più di quanto avrebbe mai pensato. HyeSu possedeva delle piccole labbra a cuoricino, fini ed estremamente ben curate; capelli nerissimi ed occhi dell’altrettanta sfumatura, così scuri da ricordare il cielo notturno, illuminati solo da quel filo di trucco a rendere la forma a mandorla ancora più accentuata. Le guance appena più rosate per via del freddo, il corpo esile fasciato da un vestito d’alta moda, perfettamente calzante con il look della proprietaria «… una bambina grande» si corregge, affilando lo sguardo e sorridendo sornione, decisamente meno teso.

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    Edited by Fancy|Bitch - 1/3/2019, 16:52
     
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    Con quelle parole, HyeSu sperava davvero di averlo convinto a rilassarsi. Pensava che nessuno dei due volesse rovinare quel momento, quindi si sentì in dovere di far qualcosa sin da subito affinché ciò non accadesse. Quindi, con suo enorme piacere, vide il ragazzo cominciare a rilassarsi e questo gesto le fece nascere spontaneamente un altro sorriso sulle labbra. «Scusami, hai ragione. È la prima volta anche per me e non pensavo di trovare una come te» disse Dante. A quelle parole, HyeSu alzò un sopracciglio. "Una come me in che senso?" pensò subito la giovane, mostrando un po' di disappunto. Non amava molto essere criticata, quindi se quel ragazzo l'avesse fatto, HyeSu di certo non l'avrebbe presa bene ed era certo che se ne sarebbe andata in un battibaleno. «Nel senso! Non fraintendermi, intendevo--» disse Dante, agitandosi e gesticolando tantissimo. Il ragazzo stava anche arrossendo, quindi probabilmente non intendeva qualcosa di negativo (?). Però ovviamente HyeSu non si fidava solo delle sue espressioni. Aveva bisogno di parole e fatti, altrimenti sarebbe rimasta della convinzione che non intendesse affatto farle un complimento, anche se in cuor suo sapeva che Dante non intendeva davvero mancarle di rispetto. "E come può? Ci ho messo tre ore per decidere cosa mettere e so di essere molto bella, quindi nessuno potrebbe aver molto da ridire su di me. Sarebbe assurdo." pensò lei, continuando ad aspettare il continuo della frase che Dante aveva appena iniziato, sperando tra l'altro che riuscisse a rimediare al suo errore. «intendevo—uhm, elegante?» disse infine, anche se si vedeva che probabilmente intendeva altro dato l'evidente punto interrogativo nella voce. "Va bene, salvato in corner." pensò lei, decidendo infine di non fargliela pesare dato che comunque era il primo appuntamento di entrambi e nessuno dei due sapeva esattamente come comportarsi. Dante era nervoso, lo si vedeva, quindi ci stava che non riuscisse a dire esattamente cosa pensava. «Sono contenta di sembrarti elegante (?).» disse la strega, non potendo comunque fare a meno però di sottolineare quanto quel 'elegante' fosse incerto e che comunque lei l'avesse notato. «I complimenti fanno sempre piacere. Ma ti prego, rilassati. Non ci sono problemi. Anzi, andrà tutto molto meglio quando ci saremo entrambi tranquillizzati.» disse ancora lei, ribadendo il concetto di prima.
    "Si, sono convinta di averlo già visto. Queste cose non mi sfuggono." pensò poi la strega, continuando poi a squadrare il viso del giovane sperando di avere un'illuminazione. HyeSu poteva vantare di avere un'ottima memoria fotografica, quindi era sicura di quello che stava pensando, proprio senza alcuna ombra di dubbio. Sicuramente aveva già incrociato il cammino del giovane, ma il problema era proprio lo scoprire il 'dove'. "L'unica opzione plausibile è davvero Hogwarts. Insomma, dove altro posso aver mai incontrato un ragazzo in età scolastica? Ecco. Il problema è che non ricordo esattamente dove l'ho visto. Forse l'avrò incrociato in Sala Grande? O era mio compagno di Casata? Mmh." si chiese ancora la strega, cercando di intuire nel frattempo quanti anni avesse il giovane. Come prima, il suo pensiero cadde sui 17/18 anni, quindi comunque rientrava nel periodo in cui aveva frequentato Hogwarts. "Se ne ha 16 allora non ci siamo mai visti lì. In quel caso il suo primo anno sarebbe avvenuto quando già io avevo concluso i miei studi di magia." pensò lei. Quei discorsi, però, le stavano facendo venire anche un'enorme nostalgia. Hogwarts, come succedeva spesso a tanti studenti, era un po' come la sua seconda casa e, se voleva essere onesta, le mancava davvero quel periodo in cui ci si sentiva invincibili. A quell'età, più o meno dagli 11 ai 15/16, si pensa sempre di avere tutto il tempo del mondo davanti e quindi si è più spensierati, più liberi. Solo durante gli ultimi due anni ad Hogwarts ci si rende conto che il periodo dell'età adulta sta davvero per arrivare, ma ancora si è protetti dalla scuola... e si riesce a dimenticarsene. Fuori però era molto diverso. Dopo Hogwarts cambiava tutto. "Io non ho ancora deciso cosa fare del mio futuro, però questo non vuol dire che non ne senta comunque la pressione. Prima o poi devo prendere una decisione. Io sono fortunata perché ho una famiglia ricca alle spalle, ma molte persone della mia età devono lavorare per mantenersi, quindi non tutti possono permettersi di perdere tempo come me. Devono prendere una decisione subito... e non li invidio. Ti immagini prendere la decisione sbagliata? Mi vengono i brividi." pensò ancora la giovane. HyeSu teneva molto in considerazione la sua libertà personale, quindi il rimanere bloccata a fare qualcosa che potenzialmente poteva non piacerle, beh non faceva proprio per lei. Sarebbe stato un vero inferno.
    «Uh. Anche io, sono un Grifondoro. Sono all’ultimo anno» disse poi lui, confermando il fatto che avesse 17 anni. Per forza di cose allora si erano incontrati quando lui era al primo anno e per giunta erano entrambi della stessa Casata. "Beh, io in effetti lo ero. Non lo sono più ormai da diversi anni." pensò lei, un po' triste all'idea. «Non ci credo nemmeno se mi fai vedere il documento d’identità» disse Dante all'affermazione di HyeSu di essere più grande. Va bene, questo effettivamente glielo dicevano in molti ed alla ragazza faceva molto piacere. Non mostrare la propria età era un vanto per lei. «Andiamo! Sembri una bambina! … una bambina grande» disse ancora lui, facendo ridere HyeSu. C'era una cosa che non poteva essere negata: madre natura era stata particolarmente generosa con i suoi figli orientali. Pelle perfetta dall'età indefinita, capelli folti e fluenti, corpo minuto. Erano tutto quello che una persona occidentale voleva essere. Grazie alle loro qualità genetiche, era molto difficile intuire la vera età di un orientale. Sembravano tutti molto più piccoli di quel che erano ed un quarantenne poteva tranquillamente passare per un venticinquenne senza alcuno sforzo. Ed ovviamente anche HyeSu era così, ma appunto per lei era solo un vantaggio. Le piaceva davvero molto sembrare sempre giovane e bella. «Tranquillo, me lo dicono tutti. Io sono contenta di sembrare più piccola ma la verità è che ho già quasi 23 anni. Li compierò tra qualche mese.» disse lei, senza nascondere l'orgoglio che provava per questa piccola cosa. Anzi, dirò di più: non aspettava altro che le persone glielo facessero notare perché istantaneamente la faceva sentire meglio. Era una botta d'autostima tutta insieme. «Quindi ci siamo incontrati quando eri al primo anno! Ed io ero al settimo, ovviamente. Il mondo è davvero piccolo. Eravamo pure nella stessa Casata!» disse lei, tutta allegra.
    HyeSu + Dante
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    Nella sua seconda vita, HyeSu ha vissuto negli agi dunque è affezionata alle cose belle e costose. Ama le borse (più di qualsiasi altra cosa) ed è molto attaccata ai social network babbani. Il suo preferito è Instagram e lo sfrutta per postare foto della sua bella vita e di tutte le piccole/grandi cose che la rendono felice. Ama il fatto di essere una strega ed ama anche se stessa, davvero tantissimo.
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    Odia quando le cose non vanno per il verso giusto. È abituata ad avere tutto e subito, quindi quando ciò non accade si sente destabilizzata ed è una sensazione che non sopporta. Odia quando le persone la credono un'oca senza cervello solo perché le piace spendere i soldi in cose che lei ritiene belle. Detesta non essere presa sul serio quando la situazione lo richiede. Odia anche chi giudica una persona solo dal primo sguardo.
    Uh, who knows how it will end?!
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


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    Gli sembrava di camminare sui carboni ardenti.
    Non voleva dire che la ragazza fosse permalosa, lungi da lui giudicare qualcuno dall’apparenza, ma l’occhiata che gli aveva lanciato era bastata a renderlo nuovamente un fascio di nervi. Essersi salvato in calcio d’angolo, mettendo le mani avanti e assicurandole che non intendesse nulla di più che fosse, effettivamente, elegante, era stato di per sé sfiancante. Certo, HyeSu era bella, sicuramente simpatica e sentirla ridere nonostante tutto era più che sufficiente per risollevare l’autostima inabissata nei fondali del Lago Nero, ma non pensava che ci fosse… qualcosa di più. La scintilla. La voglia incontrollata di saperne di più, di aspettare con impazienza che gli raccontasse della sua vita.
    Non che avesse chissà quali esperienze in campo amoroso, tutt’altro; era il classico ragazzino sfigato che, l’unica volta in cui aveva provato a baciare qualcuno, quest’ultimo si era allontanato urlando e piangendo, facendogli credere o che il suo alito puzzasse di cipolla o che, più probabilmente, fosse l’antitesi dell’amore, di qualsiasi sentimento più vicino all’affetto. Persino costruirsi il rapporto con i Golden era stato… sfiancante. Non era un animale sociale, sebbene la parlantina ed il modo spavaldino suggerissero il contrario. Amava la quiete, stare stravaccato sul divano della Sala Comune a suonare la chitarra e scrivere canzoni, mangiando possibilmente qualche dolce ed evitando accuratamente di avere più interazioni possibili con degli estranei. Già di per sé faceva fatica a comunicare con i tre ragazzi che reputava amici, figurarsi quindi con qualcuno di totalmente sconosciuto.

    HyeSu era troppo. Troppo per essere il primo appuntamento della sua vita, che per altro non aveva potuto scegliere. Troppo persino per pensare di essere in grado di gestirla, per sapere cosa dire e quando, come e perché. Non era capace di essere elegante, non sapeva assolutamente come si ci dovesse comportare con una ragazza più grande di lui, con interessi chiaramente diversi e con l’apparenza di una modella. Non riusciva nemmeno a contenere le parole e, senza ombra di dubbio, avrebbe finito con l’offenderla senza nemmeno rendersene conto. Aveva bisogno di qualcuno che accettasse quelle sfumature, che sapesse prenderlo per il cretino che era e che non si arrabbiasse o pizzicasse per qualche strafalcione.
    Sicuramente, l’asiatica, doveva aver compreso che non fosse affatto cattivo, né che una delle sue intenzioni fosse quella di metterla a disagio, tuttalpiù, era lui che lo sentiva sottopelle fino a domandarsi che diamine c’era, nel suo modo di vivere, che non andasse.
    Tutto, chiaramente.

    «Ventitré anni?! Per la miseria» esclama, poggiando le mani dietro di sé per reggere il proprio peso, fissando HyeSu con assoluta ammirazione. Era ovvio che tutti le dicessero che portasse bene gli anni… a vederla sembrava ancora una studentessa intenta a frequentare il sesto anno. Eppure, quella di fronte a sé, era una donna. Non una ragazzina, né una delle sue compagne di scuola spericolate (ciao Cherlsey) con cui avrebbe potuto intavolare una conversazione incentrata interamente sul Quidditch o sulle materie scolastiche. Erano due mondi così distanti che dubitava potessero collidere e dare vita a qualcosa. Tuttavia, per essere matchati insieme, in comune dovevano pur avere un minimo e sperava non fosse solo la loro Casata.

    «Beh, immagino che più che un ragazzino, tu stia cercando un uomo in carriera. Spero che non ti senta troppo delusa» le sorride, incapace di tenere per sé le proprie considerazioni. Non era che un modo per invogliarla a passare oltre; non avrebbe potuto darle nulla di più che uno svampito socialmente awkward con la passione per il cibo.
    Dante + Hyesu
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    Gli piace camminare sotto la neve;
    I tatuaggi e ne ha due;
    Suonare la chitarra acustica;
    I giubbotti di pelle;
    Il caffè, rigorosamente nero e amaro;
    Il pistacchio, perché gli ricorda la sua terra natia;
    Materia preferita: incantesimi.
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    Chi si mangia le unghie;
    Il fatto che ad Hogwarts non ci sia la linea internet;
    Il marrone. Che. Schifo.
    I bagni pubblici;
    Essere ignorato o essere considerato stupido per via del suo modo di porsi;
    From a little spark may burst a flame.
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    Edited by Fancy|Bitch - 1/3/2019, 16:52
     
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    La casetta di legno dove si sta svolgendo l’appuntamento di polpettah ed eldritch28 vi cade addosso.
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    Haz valutò l’ipotesi di lanciare la mazza da baseball contro il pennuto, ma desistette rendendosi conto che non le serviva un arrosto sulla coscienza- tuttavia una coscienza non l’avrebbe avuta, quindi semplicemente non voleva perdere la possibilità di usarla come arma del delitto non appena avesse capito che il suo Valentino – puah, che definizione stupida – non le andava a genio. Sì, bastava anche solo quello per meritarsi una mazzata in testa.
    «Traditori, siete tutti traditori senza scrupolo. Vi meritate solo di avere il cagotto, poi voglio vedere come svolazzi felicemente qua e là...» Continuò molto carinamente a sciorinare insulti su insulti di ogni sorta mentre dall’alto teneva sotto controllo le vicinanze, sperando con tutta se stessa che nessuno sarebbe arrivato e lei avrebbe potuto avere quella casetta così carina – un po’ instabile le dava l’idea, ma fidiamocih!!! – tutta per sé. E di chi era la colpa ovviamente? Di suo fratello! Perché l’aveva sempre detto che lei era una povera incompresa questo sicuro e che i suoi genitori si lamentavano tanto, ma il vero stronzetto era Gid, e lei una candida anima pia #pff che si faceva i fatti suoi e shippava qualunque paia di esseri viventi di egual sesso accoppiabili.
    Con il mento appoggiato sulle mani congiunte che stringevano il bordo dell’entrata con una ferocia mai vista prima per una povera asse di legno senza colpe, il suo occhio di falco vedeva solo una specie di coppietta che stava conversando vicino al suo stesso albero, ma per il resto il campo di battaglia sembrava provvisto di mine. Sarà stata una trappola? CHI LO SA. «Tu controlla se arriva qualcuno, Pidocchio, hai capito? Guarda che sono Mezzosangue, un forno lo so usare davvero.» Fissò malevola l’Eros Piumato, che probabilmente neanche la considerò di striscio nel suo silenzioso sorvolare attorno alla casetta, per poi tornare a ispezionare la trincea un po’ gattonando e un po’ camminando sulle ginocchia #wat, e trovò una ciotola random la cui presenza non aveva senso, ma d’altronde quella cosa che scricchiolava troppo non l’aveva mica costruita lei. La osservò, girò per svuotarla di un contenuto inesistente, la rigirò, la annusò persino come facevano le scimmiette con le cose nuove e infine, dando prova di tutti gli avanzamenti che l’Homo Sapiens Sapiens poteva vantare sul suo antenato Australopiteco, se la mise in testa con aria molto soddisfatta. Per testare la giusta consistenza vi picchiettò sopra con le nocche con la stessa solerzia che avrebbe avuto un assaggiatore di vini. Mmhh, corposa al punto giusto, dal vago sentore ligneo, sfiziosa! (???)
    Bene, ora aveva un elmetto tutto suo. Si girò per gattonare nuovamente verso l’uscio, ma quando lo fece si ritrovò davanti una persona con la testa in fiamme. No, erano capelli rossi; peccato, per un attimo aveva pensato che sarebbe stato proprio divertente dare fuoco a tutto. Piromania portami via. Socchiuse di scatto gli occhi, studiando e soppesando quella che si rivelò essere una ragazza della sua età. Le pareva di averla già vista da qualche parte. «Una persona.»
    Adocchiò la mazza da baseball poco lontana, riprendendo a fissarla. «Una persona,» ripeté, condividendo la sua stessa gioia; che poi intendiamoci, nulla di personale, ad esempio le piaceva che la rossah fosse vestita normalmente e non come una bambolina rosa tutta femminile, ma era una persona con cui aveva un appuntamento il giorno di San Valentino. Sennò non comprendeva il perché si fosse avventurata nella sua cara catapecchia. Nonostante tutto, la ragazza non era un vecchio pervertito né una minaccia(?), perciò poteva accantonare – a malincuore – l’idea della mazzata. Prima o poi l’avrebbe usata, se non con lei con qualcun altro.
    Sistemandosi l’elmetto improvvisato si abbandonò all’indietro, atterrando con poca grazia sulle chiappette rese sode dai selvaggi allenamenti di Quidditch che Chelsey portava avanti con adeguata cattiveria – bene così!!1! – . Di colpo, abbandonò lo sguardo truce per adottare un’espressione gioviale. «Ciao! Sei eldrit- eld- quello lì??» domandò. «Non so te ma non ho nessuna intenzione di accasarmi, sono una balda giovine con ancora troppe fanfiction da leggere e falli da inventare – falli da gioco eh, mica altro –. Uh, piove???» Si sporse per guardare fuori, avvertì un crack violento sotto le loro zampette, e non capì più se era caduta in un buco nero, nella tana del bianconiglio di Alice nel Paese della drogae Meraviglie – quello sempre con la fretta al culo, per intenderci –, o se STAVA VOLANDOH; fatto stava che dapprima sentì un vuoto, quell’orribile momento come quando Willy il Coyote guarda il nulla sotto di sé per sapere di che morte deve morire, e poi cade di botto resuscitando sempre per miracolo, o per forza dell’odio.
    Ecco, successe la stessa cosa: precipitò di botto, e avvertì un forte impatto nel bel mezzo di un gran frastuono, legnate in testa e, nonostante tutto, un atterraggio fin troppo morbido per essersi appena schiantata al suolo. «Ah dannazione, MA CHI È QUEL DEFICIENTE CHE HA COSTRUITO QUESTA MER- cosa.» (?) Scostati da sé pezzi di quello che era stato il suo inglorioso rifugio, posò il palmo della mano su qualcosa di eccessivamente morbido per essere erba. Confusa, smise di sbraitare e abbassò lo sguardo, scoprendo che era praticamente seduta sulla schiena di un ragazzo, e gli stava premendo la faccia contro la terra facendogli rischiare il soffocamento. «Oh mio dio l’ho ucciso, ROSSA L’HO UCCISO!!!» Scese di scatto dalla povera colonna vertebrale del tipo, e afferrandolo per una spalla lo fece girare a pancia in su – stavolta con la forza acquisita dai continui conflitti coi maschietti. Se va bene adesso gli aveva pure slogato una spalla, rip. Alzò la mano per dargli uno schiaffo in pieno viso e farlo rinsavire – “manovre di Pronto Soccorso secondo Haz” –, prima di tirare un sospiro di sollievo e vedere che non era morto. «AH, eheh, fatto male? TUTTO A POSTO, FALSO ALLARME.» Cercò con gli occhi, nel cumulo delle macerie del loro amore mai nato, la ragazza con la fotocamera, lasciando una pacca di scuse sul petto del tizio. Ops. Forse doveva davvero iniziare a rinunciare alla sua passione per il cibo, altrimenti altro che polpettah.

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    Edited by .hazard. - 27/2/2019, 20:34
     
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    L'elmetto fu la prima cosa che notò sul capo dell'altra ragazza, e come fare e non notare quella ciotola capovolta che qualcuno aveva certamente usato in precedenza e probabilmente era piena di germi. Delle brutte immagini le passarono per la testa, compresa la possibilità di perdere i capelli solo per l'averla indossava a quel modo, istintivamente portò una mano in testa, come a volersi proteggere dall'imminente attacco di germi.
    Quella casetta sull'albero era tutto fuorchè la casa sull'albero che i bambini sognano e costruiscono insieme al proprio padre, un rifugio dove fuggire in caso di bisogno, il nascondiglio dove gli adulti non erano ben accetti. Ma quelle erano solo quattro mura di legno che stavano miracolosamente attaccate insieme.
    Inarcò un sopracciglio dinnanzi lo sproloquio dell'altra ragazza, e la tentazione di girare i tacchi ed andarsene era davvero tanta. Ma sperava ancora di poter fotografare l'uccello quindi forse se lo faceva felice lui avrebbe ricambiato il favore.
    Credici.
    Eldritch corresse l'altra, il volto impassibile come una serpente che studia la preda prima di aprire le fauci ed inghiottirla in un sol boccone. Peccato non fosse stata smistata a Serpeverde, aveva qualche affinità con quella casata dopotutto. Avevo quasi sperato di trovare un delizioso piatto di spaghetti con le polpette e magari Lilli ed il Vagabondo intenti a mangiare e litigarsi le limitate polpette. Ma hey, non si può avere tutto dalla vita.
    Buona a sapersi disse le persone non mi piacciono, direi che non nemmeno io ho intenzione di accasarmi. Ma lascio a te tutto il divertimento con i falli... da gioco commentò con una vena di sarcasmo, accennando una tiratura di labbra, che poteva essere interpretato come un sorriso ma non lo era davvero. Non sorrideva. Mai.
    Per sorridere bisognava essere felici.
    Era alquanto delusa dalla scoperta di una persona nascosta in una casa sull'albero, avrebbe quasi preferito un'armata di uccelli armati di arco e frecce a cuore. Ma again, non si poteva avere tutto dalla vita. E quel traditore se n'era andato con il suo biscotto, non lo avrebbe perdonato tanto facilmente. Mettersi in posa e fuggire mentre cercava di scattare delle foto. Ingrato.
    Osservò la ragazza spostarsi e poi il vuoto le attanagliò lo stomaco facendolo rivoltare. Un attimo prima era seduta su un'asse di legno, un attimo dopo stava cadendo nel vuoto. Cadeva e cadeva. Sopra di loro il il cielo si oscurò leggermente, quasi fosse pronto ad accoglierla tra le proprie braccia. Ad un certo punto il vento smise di muoversi, tutto taceva e Noora si ritrovò ad aprire un occhio che non ricordava proprio di aver chiuso. Sopra di lei giacevano i resti della casa, minacciosi come non mai che presto o tardi si sarebbero riuniti alle assi di legno che erano cadute. Gli alberi che si facevano beffe di loro, scuotendo le fronde quasi ridendo della sfiga che aveva colto le due ragazze.
    Shit commentò mettendosi a sedere, era viva per lo meno. Istintivamente portò una mano a coprire la macchina fotografica e la trovò intatta, un sospiro di sollievo lasciò le labbra.
    Oh mio dio l'ho ucciso, ROSSA L'HO UCCISO!!!
    La testa scattò in direzione della ragazza.
    Se non l'hai ucciso cadendogli addosso, sono certa tu l'abbia fatto con quello schiaffo. Damn quanta forza hai? le chiese incerta mentre spostava lo sguardo dalla mora al ragazzo ad intermittenza. Che fosse davvero morto? Forse la forza di quello schiaffo aveva smosso il corpo e per un attimo era parso vivo. Per un attimo. Che San Valentino avesse fatto le sue prime vittime?
    San Valentino di sangue.
    Prese la macchina fotografica scattando una foto alla ragazza, quando le capitava di ritrovarsi nuovamente in una situazione simile? Macerie che giacevano ai loro piedi -sotto i fondoschiena ma dettagli-, corpi senza vita (o quasi?) tra le macerie, una possibile omicida che trionfava sulla propria vittima. Quella era una storia che andava raccontata. Scattò un paio di fotografie nelle quali un altra testa fece capolino.
    Wait... oh un'altra persona. Dev'essere il mio giorno fortunato commentò sarcastica indicando con un cenno della mano una ragazza, probabilmente nel pieno di un romantico appuntamento con il ragazzo morto per salvare la vita di una giovane donna. Tante erano le storie che si sarebbero potute raccontare.
    Potr-dovresti scrivere una fanfiction su questa disavventura, polpettah.
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    Nella sua breve vita pensava d’aver visto abbastanza da non stupirsi più di nulla.
    Aveva assistito alla sfuriata di Ryan da ubriaco contro il Platano Picchiatore, rischiando di rimetterci qualche arto; a Jack nudo in Sala Comune per attirare, a detta sua, più pollastre in cerca del “cioccolato nero”; di Godric intento ad abbordare Amélie apparendole da dietro come un maniaco sessuale, con il suo tipico cipiglio da undead. C’era da dire che era abituato alle stranezze dei suoi amici, ma non a quelle degli sconosciuti. Se gli avessero detto che quel giorno si sarebbe ritrovato non una, non due, ma ben tre ragazze intorno… no, non avrebbe riso. Al massimo sarebbe fuggito al Polo Nord insieme a Babbo Natale e le renne, sperando di non essere più rintracciato da anima viva. Per la sua indole timida, era già abbastanza difficile mantenere una conversazione con HyeSu che, per quando dolce e carina, si era rivelata una mina pronta ad esplodergli in faccia. Non che lo avesse messo in una posizione scomoda, né si era presa gioco di lui perfidamente, ma la sensazione di dire o fare la cosa sbagliata era sempre onnipresente, tanto da renderlo un fascio di nervi.
    A maggior ragione, il fatto che lei sembrasse così aristocratica, posata e decisamente fuori dalla sua portata, gli faceva credere che forse non fosse affatto la sua anima gemella, che non avessero nulla in comune se non la Casata dei Grifondoro e che i due tipi dell’agenzia avessero toppato alla grande, facendo perdere tempo alla ragazza, molto più grande di lui, e di conseguenza rifilargli l’ennesima delusione della vita.

    Non che pensasse di essere in grado di reggere una relazione o una conversazione che non fosse con uno dei Golden, ma per una volta, per una misera volta, avrebbe davvero voluto che quella fosse la persona giusta per lui. Che l’incessante sensazione di sentirsi un pesce fuor d’acqua sfumasse negli occhi di qualcuno pronto ad accettarlo per lo stupido, incasinato che era. Ma, ovviamente, non era stato così, senza considerare la sfiga a gravare sulle sue spalle… e non solo quella.
    Era troppo concentrato sul viso di HyeSu, attendendo fiducioso una risposta che non fosse “levati dalle palle, mi hai già rotto il cazzo” ma più fine di così, per rendersi immediatamente conto della situazione. Era stato il vociare proveniente dalla casetta di legno sopra le loro teste a fargli sollevare lo sguardo appena in tempo per rendersi conto della catastrofe imminente, ovvero che quell’ammasso instabile di assi stesse per crollargli addosso.

    Ora, una persona normale avrebbe sicuramente tentato di spostarsi per salvarsi dall’impatto ed evitare così spiacevoli ripercussioni, tipo… boh, una gamba rotta o l’osso del collo spezzato. Ma essere un fottutissimo Grifondoro, alle volte, era una condanna.
    «HyeSu!» afferrare la ragazza dal braccio e scostarla appena in tempo (ovvero lanciarla con tutte le proprie forze verso l’aiuola di margherite), prima che l’impatto potesse ferirla, era stata la sua priorità. Non se stesso, non il cestino del pranzo #rip, né il fatto che potesse rimanerci secco. No, tutto quello che gli era importato, prima di finire letteralmente travolto dalle macerie, era stato preoccuparsi che almeno l’asiatica non si arrecasse troppi danni, che non rimanesse ferita.

    Per un attimo c’era stato il buio.
    Poi il dolore alla schiena e le urla a penetrargli il cervello, chiare e vivide nella sua mente, tanto da fargli pensare che, almeno, fosse ancora vivo. Forse.

    «Oh mio dio l’ho ucciso, ROSSA L’HO UCCISO!!!»

    Avrebbe volentieri risposto che no, non aveva ancora raggiunto il Padre Eterno in Paradiso e che purtroppo fosse ancora perfettamente cosciente, ma il movimento brusco e il conseguente sballottolamento da parte della giovane che gli aveva appena rotto la colonna vertebrale e tutti gli organi interni, lo portano a sbarrare le palpebre e mugugnare un «Gesù Cristo, stai ferma--» scarsamente convinto «AH, eheh, fatto male? TUTTO A POSTO, FALSO ALLARME.»

    Perché non era svenuto? Si sarebbe risparmiato tutto quel casino, addormentato e trasportato d’urgenza al San Mungo. Avrebbe evitato d’incrociare lo sguardo chiaramente assatanato di Hazel, la pacca sul petto a fargli perdere il respiro, come se effettivamente non fosse bastato romperlo per essere felice, e tante, tantissime altre cose. Eppure no, stava lì a fissare la McPherson, le ciglia a sfarfallare per metterla a fuoco; chi altri avrebbe potuto scatenare un casino così… appariscente? Le opzioni erano sempre due: Hazel o Chelsey. Grifondoro. Classico.

    «Ugh--» arriccia le labbra in una smorfia, massaggiandosi la parte lesa, sperando di non avere perso nulla, se non solo l’utilizzo delle gambe. Beh, per fare le magie servivano le mani, quindi… «caspita. Hai le ossa grosse--» bofonchia, spostandosi dalla presa della Grifona con uno scricchiolio poco rassicurante «… stai bene? Sei piombata giù dal cielo e…» poi, il panico. Si volta di scatto (rischiando di rompersi il collo, ma ormai… aveva fatto trenta, poteva fare trentuno) per assicurarsi che HyeSu fosse viva «Oh cazzo! Gesù, Giuseppe e Maria!» esclama, agitato, mettendosi in piedi con uno scatto, avvicinandosi allarmato all’asiatica «Ho ucciso la mia Valentina?!» ed ecco perché, signori e signore, non usciva mai dal Castello.
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    Gli piace camminare sotto la neve;
    I tatuaggi e ne ha due;
    Suonare la chitarra acustica;
    I giubbotti di pelle;
    Il caffè, rigorosamente nero e amaro;
    Il pistacchio, perché gli ricorda la sua terra natia;
    Materia preferita: incantesimi.
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    Chi si mangia le unghie;
    Il fatto che ad Hogwarts non ci sia la linea internet;
    Il marrone. Che. Schifo.
    I bagni pubblici;
    Essere ignorato o essere considerato stupido per via del suo modo di porsi;
    From a little spark may burst a flame.
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    Per quanto riguardava Gideon, lui sosteneva che un omicidio involontario non sarebbe stata la cosa più strana che sarebbe potuta succedere nella vita di Hazel, e a quel punto non gli si poteva che dare ragione, perché chi poteva essere sicuro – e pentito – di aver ammazzato qualcuno con il proprio peso piuma e poi si metteva in posa per un’allegra foto ricordo?
    Infatti, una volta individuata Noora la Grifondoro le sorrise calorosa, come a dirle “Beh siamo ancora vive, non è un meraviglioso San Valentino solo per questo?”. La conosceva poco ma, nemmeno a dirlo, sempre per il suo difetto di filtrare la realtà con le sue speciali e metaforiche lenti per sportivi con una nocciolina al posto del cervello miopi, Hazzie era sicurissima che in realtà la rossa avesse solo bisogno di un’amica e che, anzi, in fondo desiderava tanto tanto tanto delle compagne di merende, perciò perché non costringerla a sopportare la sua presenza per il resto della sua vita e perseguitarla d’ora in avanti??? Era una STRAORDINARIA opportunità!
    Dimenticandosi del potenziale cadavere sotto di sé, prima di accorgersi che il ragazzo non era morto si vantò delle sue capacità, annuendo solenne alle parole dell’altra. «Gioco a Quidditch, noi uomini duri dobbiamo essere forti!» Contrasse il bicipite come avrebbe fatto un super palestrato sotto steroidi, sgranando gli occhi quando si vide puntare addosso la fotocamera. «Oh oh aspetta, cavolo aspetta! Tu fai finta di essere morto che fai più scena.» E, per tornare al nostro discorso iniziale, si mise in posa piegandosi un po’ verso il corpo dell’incidentato(?), facendo il segno di vittoria con le dita e sibilando un lungo “cheeeeeese!”. Dopodiché osservò la sua Valentina con aspettativa. «Allora? Come sono venuta? La voglio come foto ricordo, me ne passi una copia da mettere sul comodino? Ah che giornata ragazzi!»
    Comunque, c’era di bello che non solo il tizio cui aveva rovinato le capacità motorie per il resto della sua vita era ancora vivo e vegeto ma, tornando a focalizzarsi sul suo volto, scoprì che lo conosceva abbastanza bene: ma sì, era Dante, quello che fuggiva da lei e Chelsey neanche avessero avuto la peste!! A essere onesti, Haz non aveva mai capito perché. Insomma, cos’avevano che non andava, qual era il problema? Che ogni tanto facevano a botte pure tra di loro? Che ruttavano spesso senza contenersi?? Che parlavano di Quidditch tutto il tempo, meglio se con una bella birretta??? Che ingiustizia! Cioè, non è che le fregasse più di tanto, Hazel credeva che il suo Capitanoh fosse fantastico e i lividi che si lasciavano facendo a pugni per i – pochi – pareri sportivi divergenti che manifestavano erano solo la testimonianza del bene che si volevano!
    Sentendo l’implorazione dell’altro si fermò perplessa, lanciando un’occhiata al suo busto. Non è che gli aveva rotto qualche costola? Se avesse portato l’ennesima persona in infermeria e Hunter lo fosse venuto a sapere, le avrebbe di nuovo detto che uccidere tutti non era esattamente legale, che palle. Corrugò le labbra nel tentativo di riflettere e giunse alla conclusione secondo lei più intelligente: ignorando Dante e le sue condizioni non brillanti, gli piantò due pugni – non da pugile eheh, ma nemmeno leggeri – dove credeva fossero situate le costole. Nessun urlo straziante da ossa rotte, tutto a posto come prima.
    Mise su un altro smagliante sorriso, guardando Dante contenta di non aver combinato guai seri. Qualunque ragazza si sarebbe offesa sentendosi dire “Hai le ossa grosse”, ma non Haz, che scrollò le spalle ridendo. Insomma, ci voleva resistenza per giocare a Quidditch, avere le ossa grosse poteva essere un vantaggio! #wat «Oh grazie del complimento, da piccola bevevo tanto latte!» Nel frattempo si alzò tranquillamente, ripulendosi la parte posteriore dei jeans con delle sonore pacche indelicate, mentre andava alla ricerca del suo elmetto. Niente, mi sa che l’aveva perso. Sbuffò demoralizzata, incrociando le braccia al petto con disappunto, per poi rigirarsi verso il ragazzo; non essendo propriamente una sveltona di cervello non comprese cosa volesse dire Dante, dato che quest’ultimo lasciò la frase a metà e allo stesso tempo Noora segnalò loro la presenza di un’altra ragazza sotto il segno della fu casetta. Osservò il ricongiungersi dei due innamorati(??) - anche se probabilmente stavano solo avendo un appuntamento – ma sinceramente, dato che erano una coppia etero, non le scatenò quell’ispirazione da shipper che sapeva provare dal profondo del suo kuore da scaricatrice di porto commossa.
    «Potr-dovresti scrivere una fanfiction su questa disavventura, polpettah. » Hazel sgranò gli occhi. «Ah sì?? Magari potremmo allegare anche le tue foto, diventeremo famose a livello mondiale!!! Comunque io sono Hazel, non polpettah, mi sarebbe piaciuto come nome ma mia madre è una persona convenzionale, che ci vuoi fareH.» #cosa Afferrò il braccio della ragazza sperando non le arrivasse un pugno dritto in faccia, già adottata come nuova amichetta del cuore, e saltellò allegra verso Dante e la giovane donna; come se a quel poveraccio già non bastasse l’imbarazzo della situazione e che lui e la sua Valentina fossero stati travolti da uno tsunami di legnate, lei si rivolse al primo nascondendo una punta di delusione. Se Dante fosse stato etero come avrebbe fatto a trovargli l’anima gemella gay??? SANTO CIELO. «State insieme??» Cos’era diventato quello, un appuntamento a quattro? Uao, quello era un risvolto inaspettato tanto quanto l’abilità di Dante di camminare normalmente. Dai, chi se lo sarebbe aspettato?

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    L'ottima memoria fotografica della bella HyeSu aveva chiaramente colpito nel segno (di nuovo). "Non che ci fossero dubbi al riguardo. Ho quasi sempre ragione." pensò subito la strega, soddisfatta di se stessa. Sapeva di avere un talento particolare per questo tipo di cose, quindi era normale aspettarsi un risultato del genere, ma avere di nuovo ragione non poteva che farla inorgoglire incredibilmente. "Fa sempre bene alla propria autostima quando si vince. Anche se obiettivamente nessuno stava scommettendo contro di me... ma è comunque una bella sensazione." pensò ancora la strega, esibendo un sorriso a mille denti. HyeSu e Dante, quindi, si erano davvero incontrati in passato, anche se non si erano mai davvero parlati. Effettivamente era molto difficile che una ragazza del settimo anno parlasse con un ragazzino del primo, a meno che non fosse un caposcuola, ma HyeSu non lo era mai stata e non aveva mai avuto motivo di parlare con i ragazzi del primo anno. "Beh, peccato. Dante non sembra proprio una persona antipatica. Però da qui a dire che è la mia anima gemella ce ne vuole..." pensò infine la strega. Ed era proprio questa la nota dolente. Ancora una volta riusciva a godersi la compagnia di una persona che non conosceva (o che conosceva) ma tutto finiva lì. Non c'era mai quella spinta o quella voglia di andare oltre l'amicizia ed anche se ci stava provando con tutte le sue forze, non riusciva a sentire quello che immaginava fosse 'amore'. HyeSu davvero non riusciva a capire perché fosse così bloccata da questo punto di vista. Le persone subivano dei colpi di fulmine praticamente ogni singolo giorno... ma non lei. "Perché? Sono così vuota dentro? Non mi sembra. Provo emozioni come tutti... Ma non riesco ad innamorarmi di nessuno. Forse perché non ho mai dato a nessuno l'occasione di rubarmi il cuore?" si chiese la strega. Questo era davvero un problema. ENORME. Ed era anche per questo che non si stava dando per vinta con Dante, nonostante le loro evidenti differenze. Se li avevano assegnati insieme, un motivo ci doveva essere. No? E ci stava provando, HyeSu. A conti fatti non c'era niente che non andasse in Dante (a parte l'età e la timidezza). Era un ragazzo molto carino e tenero. Quindi l'idea era continuare a provarci per vedere come sarebbe andata a finire. «Beh, immagino che più che un ragazzino, tu stia cercando un uomo in carriera. Spero che non ti senta troppo delusa» disse lui con un sorriso. Ecco, probabilmente anche Dante si era accorto delle loro differenze -beh, erano palesi, ecco- ma diciamo che a HyeSu non davano fastidio. Il problema era proprio la sua mancanza di emozioni amorose (?). «In realtà non so proprio dirti che tipo di ragazzo io stia cercando.» disse HyeSu, alzando le ginocchia al petto. Era abbastanza difficile spiegarsi, soprattutto quando non si aveva proprio idea di quello che si voleva dire, ma come al solito la ragazza ci avrebbe provato. «Di solito le ragazze hanno un uomo ideale in mente e lo cercano in tutti quelli che incontrano... Beh, io no. Ho sempre immaginato che prima o poi -lo spero ancora- sarebbe semplicemente successo e che mi sarei innamorata di qualcuno per qualche motivo misterioso (?)... ma non è mai accaduto. Neanche una volta.» disse ancora lei, cominciando ad aprirsi sul suo dramma. Insomma, non ci vedeva niente di male e lei era sempre stata una persona abbastanza sincera e diretta. Poteva sembrare sofisticata e snob (e forse un pochino lo era) ma un suo pregio era anche quello di essere più di quello che la sua apparenza la faceva sembrare. «Quindi non sono delusa, Dante. Non sapevo effettivamente che cosa aspettarmi prima di venire qui ma puoi stare certo che poteva capitarmi di peggio. Tu non sei così male. Devi avere più fiducia in te stesso.» disse infine lei. Gli sorrise e poggiò il mento sulle sue ginocchia, sperando ancora una volta che le sue parole potessero in qualche modo aiutare l'altro ad avere più stima di sé.

    Quando sembra che le cose stiano andando abbastanza "bene", almeno per gli standard di una persona al suo primo appuntamento, è ovvio che qualcosa di brutto debba accadere. L'inaspettato. HyeSu, per mettere giù la coperta, aveva scelto un posto abbastanza appartato accanto ad una casettina di legno molto carina... purtroppo però questa si sarebbe rivelata ben presto la loro rovina.
    Si sentì un rumore allucinante proveniente da dietro la strega, proprio in direzione della casetta, e la ragazza non ebbe neanche il tempo di capire che cosa stesse accadendo prima che Dante urlasse il suo nome e la spingesse con forza contro un'aiuola piena di fiori. Inutile dire che la ragazza svenne sul colpo. Per lo spavento? Una botta in testa? Difficile dirlo. Fatto sta che perse i sensi.

    HyeSu non seppe mai quanto tempo rimase svenuta, sdraiata in mezzo a tante margherite, ma sentì chiaramente la voce di Dante. «Ho ucciso la mia Valentina?!» urlò lui. HyeSu avrebbe tanto voluto rispondere ma onestamente non ne stava trovando la forza. Fisicamente non stava poi così male ma sentiva un po' di dolore alla parte destra della testa, esattamente quella che era poggiata sul terreno. «Mmh?» riuscì ad emettere. Pian piano però si stava cominciando a risvegliare ed aprì gli occhi. La luce per un attimo la colpì in pieno e dovette richiuderli. Però li aprì subito dopo e cercò subito Dante. «Dante? C-che è successo?» chiese la ragazza, accorgendosi della presenza di altre due ragazze.
    HyeSu + Dante
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    Nella sua seconda vita, HyeSu ha vissuto negli agi dunque è affezionata alle cose belle e costose. Ama le borse (più di qualsiasi altra cosa) ed è molto attaccata ai social network babbani. Il suo preferito è Instagram e lo sfrutta per postare foto della sua bella vita e di tutte le piccole/grandi cose che la rendono felice. Ama il fatto di essere una strega ed ama anche se stessa, davvero tantissimo.
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    Odia quando le cose non vanno per il verso giusto. È abituata ad avere tutto e subito, quindi quando ciò non accade si sente destabilizzata ed è una sensazione che non sopporta. Odia quando le persone la credono un'oca senza cervello solo perché le piace spendere i soldi in cose che lei ritiene belle. Detesta non essere presa sul serio quando la situazione lo richiede. Odia anche chi giudica una persona solo dal primo sguardo.
    Uh, who knows how it will end?!
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12 replies since 20/2/2019, 00:00   570 views
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