[oblinder] If I Ain't Got You

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    Siete pronti per un appuntamento FA-VO-LO-SO-H?
    Certo che sì! Altrimenti non sareste stati così disperati da rivolgervi a noi! Se non lo avete fatto, potete comunque star certi di essere dei casi quasi persi o, più plausibile, che non siate al corrente di quanto la vostra situazione sia effettivamente TRAGICA!
    Tranquilli, la nostra agenzia per cuori solitari è quello che fa al caso vostro, armata delle peggiori migliori intenzioni e delle ultime tecnologie per far tornare a battere il vostro ancora per poco cuore!
    [prompt #1] Il giorno di San Valentino, un esercito di Eros Piumati (ibridi magici potenziati) viene liberato nel mondo magico per far scoppiare l’amore in ogni angolo del Regno Unito e far trovare a ognuno la propria anima gemella! I simpatici volatili si illuminano ed emettono un suono particolarmente insistente quanto più questa è vicino. Troverete una pergamena attaccata alla loro zampa, sulla quale verrà indicato il luogo dell’appuntamento non appena anche l’altro uccello avrà compiuto la sua magia MLMLMLML
    Potete:
    - Esservi recati di vostra spontanea volontà da Mara Myoncki e Christian Maljoeyo e aver ricevuto in anticipo la pergamena con il luogo dell’incontro non appena avvenuto il match;
    - Essere stati iscritti da qualcun altro in agenzia;
    - Essere stati colpiti in pieno dall’Eros Piumato.
    E ALOOORA! Datevi una mossa che con questa ricerca dell’amore ci avete rotto i maroni!
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    «Ci divertiremo» furono le ultime parole famose che Beltè riservò al suo migliore amico Ringo e ci credeva davvero, perchè se per i cuori single di Londra quello era un'occasione per trovare l'anima gemella per il biondo era solo un modo per fare amicizia; lui non aveva bisogno di trovare l'amore dato che aveva Jae al suo fianco. Lui era la sua persona; ma gli mancava la kinesi sqwad e i pomeriggi passati con Bye a correre nel prato, come le incazzature di Ken perchè non stava mai fermo. «Noi ci andremo che tu voglia o meno» gli aveva detto il ragazzo un di quei giorni antecedenti e così fu. Peccato che non aveva considerato che molto probabilmente si sarebbero dovuti separare e il suo inglese ancora non era dei migliori,ma aveva uno splendido sorriso,avrebbe fatto tenerezza e in qualche modo avrebbe passato qualche ora; ne aveva bisogno, dopo mesi di ricerca e tutti quei cambiamenti aveva davvero l'esigenza di divertirsi, di fare qualcosa di spensierato senza che Jae lo fermasse perchè inseguiti dalla polizia o perchè a parere suo era avventato rincorrere un gatto solo per il gusto di farlo. Insomma che mai poteva succedere eh? («Ti ricordo che sei stato arrestato già una volta?» - «Ora ho i documenti» ) come se potessero davvero bastare, ma si parlava di Beltè e mai si sarebbe tirato indietro, voleva conoscere gente nuova e pure Ringo doveva farlo. Gli avrebbe sicuramente fatto bene, era così timido con le persone che non conosceva, non poteva continuare a essere così chiuso, una giornata di svago avrebbe fatto bene ad entrambi. Si.
    «Ci vediamo dopo. E fai il bravo» disse prima di lasciare un bacio sulla guancia del ragazzo, per lui era diventato normale quel tipo di approccio, e come bravo scemo ignorava il batticuore che gli veniva ogni volta che lo faceva, dopo le prime volte in cui pensava di avere un infarto aveva capito che poteva conviverci. Ammirò gli Eros Piumati che volavano sopra le loro teste, intenti a donare amore a tutti. Era sicuro ora, sarebbe stata una bellissima giornata. «Ok posso farcela. Devo andare solo a Wicked Park. Ci sono già stato.» e non solo una volta ma ci aveva passato gran parte del suo tempo appena arrivato e con Jae. Saltellando come cappuccetto rosso nel bosco, si diresse al parco di divertimenti, anche se aveva paura da solo dato che era nei pressi della casa dei mostri e lui non era così coraggioso. ma doveva pur provare insomma era un adulto ora. Forse.
    «e ora cerchiamo il mio compagno» non aveva idea di come fare, un cartellino con scritto cercasi Avocado? Per un attimo gli balenò per la testa di farlo, ma dai credeva nel fato. Lo avrebbe trovato anche solo rimanendo come uno scemo ad aspettare.
    Tae Hyun-Jin+ kinese sei tu?
    Beltè
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    Ama fare festa, divertirsi e stare in compagnia. Fa amicizia anche con i sassi.
    Parla molto e spesso da solo.
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    Non gli piace la violenza e il buio.
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    Oh Merlino.
    Chelsey si rigirò nel letto, la testa infilata sotto il cuscino, le ciocche vermiglie a disegnare trame intricate sul volto e sul materasso. Le dita premevano forti sulla stoffa, tentando in tutti i modi di insonorizzare quello spazio angusto e, più verosimilmente, smettere di respirare per non compiere azioni di cui si sarebbe potuta pentire. Perché lo avrebbe ucciso. Prima ancora di fare colazione, lo avrebbe fatto fuori e lo avrebbe arrostito per farci uno spuntino. A poco sarebbero servite le suppliche della Oakes, le sue preghiere disperate, i suoi discorsi su quanto ogni vita umana o animale fosse importante, perché avrebbe spennato quella bestia prima ancora potesse emettere un altro fischio. Se Halley avesse detto anche solo una parola in merito, avrebbe appeso il suo scalpo sulla testa del letto, accanto all’acchiappasogni gentilmente offerto dall’essere che aveva osato disturbare il suo sonno. E non c’era cosa che Chelsey odiasse più dell’essere svegliata male la mattina. In realtà, non c’era cosa che odiasse più dell’essere svegliata. Punto. Era così sfiancante, lei aveva dei ritmi, capite? Era tutto fatto in funzione dei suoi allenamenti, della squadra e del Quidditch. C’è chi dormiva otto ore al giorno per avere la pelle liscia e perfetta e chi, come lei, riposava il suo corpo per essere svelta, energica e scattante sul campo di gioco. E di buon umore. Se le sue sessioni settimanali di allenamento erano infernali quando era tranquilla, falle iniziare la giornata con i bolidi felloni poteva essere letale. Non dormiva per lei, capite? Cioè, anche, ma soprattutto per quei poveri disgraziati che avevano l’onore di vestire con lei i colori di Grifondoro!
    Si mise a sedere, sventolando il cuscino di piume tra le dita al grido QUESTA E’ LA FINE CHE HANNO FATTO I TUOI AMICI! ma niente era bastato a far desistere il pennuto dallo svolazzarle attorno, fischiando allegro e dal fiondarsi suoi capelli.
    “Fottuto bastardo.” e un vaffanculo a tutti furono il buongiornissimo della rossa al mondo. Lanciò l’oggetto che aveva in mano con tutta la forza che aveva in corpo, lo sguardo ancora impastato di sonno e l’espressione amabile di un serial killer. Si nascose sotto le coperte quando vide le zampette azzurre passare all’attacco, fiondandosi suoi suoi capelli. Voleva la sua bacchetta. Aveva un disperato bisogno della sua bacchetta per mettere a tacere una volta per tutte quella bestia di Satana ed evitare si avvicinasse troppo alla chioma.
    Se fosse stato uno scherzo di Kain, gli avrebbe frantumato ogni osso fino a ridurlo in briciole. Perché andavano bene le rime imbarazzanti ogni San Valentino, gli insulti velati ai Falcons, il fatto che le mettesse un puttino alle costole decantando versi a metà tra l’osceno e l’assurdo, ma quello. Quello era un colpo bassissimo. Quel dannato fischio le era entrato nel cervello e la sua pazienza residua stava davvero toccando il fondo.
    Scese dal letto, ingoiando qualche altro epiteto poco carino verso il volatile, e, finalmente, decise di prendere la pergamena che l’altro aveva attaccata alle sue zampette. Vuota. La rigirò tra le dita, chiedendosi se quello non fosse realmente una presa in giro, fin quando non comparì una scritta delicata, indicandole un luogo e l’ora per un appuntamento. Era troppo insolito per gli standard del Tassorosso e, se anche avesse voluto invitarla fuori dal Castello, dubitava le mandasse un pennuto azzurro. Sarebbe stato decisamente giallo. Più da… Kain, appunto. E non il giorno di San Valentino. Odiava quella festa. La gente sembrava impazzita e no, non ai livelli del Natale, quello era ancora giustificabile ma… tutto quell’amore, quei cuoricini sbandierati al vento, le coppiette ovunque e i baci le davano la nausa. Merlino, che orrore. Aveva i brividi solo al pensiero di quello che si sarebbe dovuta aspettare una volta varcati i confini e, per fortuna, Madama Piediburro non era contemplata dal foglietto che stringeva appena tra le falangi, intenta a controllare l’ora per non far tardi.
    Amava il Wicked Park, le sue attrazioni, le ciambelline ricoperte di zucchero – come se non fosse già esagitata di solito – e il fatto che fosse uno dei posti ancora allegri del mondo magico, dove si poteva essere ancora felici. Più avanzava nel parco, più il suo Eros Piumato sembrava impazzito, emetteva fischi quasi perforanti e svolazzava da una parte all’altra alla ricerca di qualcuno. Lo vide schizzare in avanti all’improvviso, le ali spiegate come se stesse compiendo l’azione della vita. Iniziò a correre seguendo il volatile, gli occhi puntati su di lui quasi fosse un boccino azzurro sgargiante, prima di vederlo schiantarsi contro il volto di un ragazzino (?) che non era chi si aspettava fosse. Certo, era scoppiata a ridere perché la scena davanti a lei era troppo esilarante e sapeva non potesse essere lui ma questo non bastava a nascondere una punta di delusione.
    “Per tutti i mutandoni di Morgana!” Esclamò chinandosi davanti alla povera vittima designata dal suo uccello, che la osservava tronfio di orgoglio, come se avesse vinto la coppa del mondo di Quidditch. “Tutto bene? Spero che il mio stupido pennuto non ti abbia fatto male!” Tese una mano in avanti, provando a non sghignazzare. "Sono Chelsey. Chelsey Weasley. E tu il mio...?" Oh no, non avrebbe mai pronunciato Valentino.
    CHELSEY+ TAE HYUN-JIN
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    Quidditch + Falmouth Falcons + Elwyn Huxley + Arabells Dallaire + la sua mazza da battitore + i suoi cimeli sportivi + zuccotti di zucca del Red Velvet + Celestina Warbeck + Trasfigurazione + Colori Sgargianti + i suoi capelli + risse + estroversa
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    Edited by C h e l l S E Y - 22/2/2019, 23:55
     
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    Panico.
    Era solo e questo si stava rivelando un problema anche se non lo avrebbe mai ammesso a Jae, in realtà più volte lo aveva detto all'amico che aveva paura a stare da solo tanto che aveva persino preteso di dormire nello stesso letto, spesso si ritrovavano avvinghiati perché il biondo prendeva il compagno come un cuscino. Era contento di essere lì a Wicked ma allo stesso non era abituato a fare qualcosa senza Kook, di solito facevano tutto insieme se poi vogliamo aggiungere che non era ancora in grado di parlare inglese in modo soddisfacente, forse era stata una brutta idea.
    Era pur sempre un empatico, non sarebbe andata così male, era riuscito a cavarsela per mesi da solo prima di trovare Ringo, una giornata non lo avrebbe portato alla morte. Forse. Un pennuto gli finì addosso facendolo spaventare.
    Panico
    «Per tutti i mutandoni di Morgana!»
    Panico
    Una ragazza. Il suo incontro sarebbe stato con una ragazza. Tutto il coraggio che aveva preso fino a quel momento sparì nell'istante in cui gli occhi del biondo si posarono sulla rossa. Aveva preso in considerazione che potesse essere una persona di sesso femminile ma vedersela davanti era un altro discorso.
    «Tutto bene? Spero che il mio stupido pennuto non ti abbia fatto male!»
    Panico
    Lui non sapeva l'inglese. Cosa che lo mandò completamente in paranoia perché non aveva capito una ceppa di quello che gli aveva appena detto. Poteva benissimo averlo mandato a quel paese. («Fottiti cinese» -«No tu») no, ok, quello lo capiva perfettamente anche se proprio non poteva accettare una cosa: lui era coreano; perché continuassero a chiamarlo cinese ancora non o capiva. Gli occidentali erano strani.
    «Sono Chelsey. Chelsey Weasley. E tu il mio...?»Vide la mano tesa della ragazza, che dovesse prenderla? Non era un genio ma qualcosa gli diceva di fare lo stesso, anche se era in imbarazzo. «Tae Hyun-jin» poi tolse la mano e fece un piccolo inchino come gli era stato insegnato. Sapeva di sembrare scemo e più volte Jae gli aveva detto di smetterla, perchè erano in occidente ora e loro non avevano le stesse tradizioni, ma era anche un modo per gestire l'imbarazzo. Forse. «Jin. Io Jin» E così calò il silenzio anche se il biondo non la smetteva di sorridere, mostro quel suo sorriso quadrato che di solito scioglieva Jae; si ne era reso conto e spesso se ne approfittava, in quel modo evitava parecchi litigi. Ebbe un'idea, sapeva come fare per passare quel pomeriggio in tranquillità. Estrasse dalla tasca un sacchetto di biscotti della fortuna kinesi, sperava di poterla capire in questo modo. «per te» . perchè imparare l'inglese quando poteva far parlare il coreano alle altre persone, lui si che era intelligente.

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    BISCOTTI DELLA FORTUNA KINESI: da non confondere con i più classici e noiosi biscotti della fortuna cinesi. Sono biscottini con glassa di zucchero, perfetti per il tè o da pucciare nel latte. una volta mangiati, vi renderete conto di due affascinanti verità: la prima, che non sono per niente diversi da qualsiasi altro biscotto per gusto; la seconda, che ora sapete il kinese!! Non solo saprete il *inserire qui una lingua orientale che all'occidentale medio sembra uguale a tutte le altre*, ma i vostri comportamenti si conformeranno a tale cultura!
    (NB: si ricorda alla clientela la campagna del ministro Sulveene per rendere illegali tali biscotti, in favore di dolcetti magici di produzione nostroma #primagliinglesi)

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    Chelsey stava all’amore come i Cannoni di Chudley stavano alla vittoria del Campionato di Quidditch. Se si dovesse tener conto che i Cannons non riescono a portare a casa una coppa da secoli, allora si può ben capire quanto, più che entusiasta per avere un appuntamento al buio, la Rossa fosse euforica per l’opportunità di allargare il suo giro di conoscenze, fare nuovi amici e porre già le fondamenta di quello che poi sarebbe stato il suo fan-base per quando sarebbe diventata una giocatrice famosa. Certo, era un po’ dispiaciuta perché, per quanto amasse il Wicked Park, questo non poteva mai essere paragonato a uno stadio gremito di gente, all’eccitazione pre-partita, al cantare cori all’unisono, al sentirsi parte di qualcosa di più importante o, più semplicemente, a una domenica allo stadio. Per questo, ovvero per vivere un’esperienza a 360° con la Weasley e vederla nel suo habitat naturale, avrebbe portato il suo nuovo amico Jimmy a vedere i Falcons giocare dal vivo. Sì, perché se quel dannato uccellaccio l’aveva buttata dal letto per farli incontrare, dovevano per forza diventare bff, che il kinese lo volesse o meno. Sì, ok, si potrebbe contestare il fatto che in un rapporto, di qualsiasi natura esso fosse, l’unilateralità non era mai qualcosa di positivo, ma Chelsey Weasley era famosa per non tenere in considerazione la possibilità che qualcuno non volesse averla attorno ciao Hyde. Per questo per lei fu naturale pensare che il kinese fosse ancora spaventato per l’aggressione del volatile e non per il fatto che fosse vagino-munita. In fondo, spesso e volentieri, anche lei dimenticava di essere una ragazza.
    Strinse con forza la mano di Jin e lo osservò fare una piccola riverenza nei suoi confronti, guardandolo sorpresa e con l’immensa voglia di strapazzargli le guanciotte fino a fargliele cadere. Era così carino che stava diventando davvero difficile trattenersi dal fargli un cioppi-cioppi coi fiocchi. Stava per chiedergli se parlasse la sua stessa lingua o se, come con Dante, dovesse spiegarsi a gesti, ma Jimmy catturò la sua attenzione. No, non con quel sorriso accecante e arcobalenoso, quanto con il sacchetto che aveva tra le dita.e che le stava porgendo. Chelsey, che non aveva mai preso in seriamente la raccomandazione sul non accettare caramelle dagli sconosciuti, fu più che felice di ricevere dei biscottini - era sicuramente più di quanto quel vikingo del suo ormai ex migliore amico le avesse dato quel giorno -. “Grazie, sono buonissimi!”* Se Jin fosse stato un attento osservatore, avrebbe notato la sfumatura rosa delle iridi della Grifondoro e lo sguardo farsi immediatamente a cuoricino una volta assaggiato il dolcetto. Stava per stringere il corpo dell’altro in uno dei suoi famosissimi abbracci-sbriciola-ossa quando si rese conto che qualcosa, in lei, non andava. Percepiva gli arti superiori muoversi in avanti, ma non come avrebbe voluto, fino a vedere le mani congiungersi tra loro. Inclinò il busto davanti in quello che non poteva non essere un inchino, simile a quello che Jimmy le aveva riservato prima. “Ma che cazz…?”* Sgranò gli occhi, rendendosi conto che qualcosa in lei non andava. Fissò il biondo confusa, non credendo alle sue orecchie. “Casa… giostra… zucchero filato…”* portò una mano alla bocca, coprendola appena, lo sguardo fisso sulla mano che stringeva ancora la bustina con i biscottini che l’altro le aveva regalato. “Mi hai…”* Silenzio. Solo il rumore del cricetino che sbatteva, ubriaco, da una parte all’altra nel cervello di Chelsey. “Mi hai… mi hai KINESIZZATO!!!”* Esclamò tutto d’un tratto, scoppiando a ridere ancora una volta, continuando a dire parole senza senso solo per sentire come suonassero con la sua voce. Era esilarante. “Ora oltre al <i>cinciullese<i>”* non aveva idea della lingua che stesse usando per comunicare “conosco anche il karate? E il kung fu? E le altre arti marziali? Ora sono un ninja? SEI UN NINJA???”* Domandò estasiata, travolgendolo come un fiume in piena. Forse non era stata proprio una mossa così saggia darle l’opportunità di esprimersi anche in idiomi, fino a quel momento, sconosciuti. Si guardò attorno, saltellando appena sul posto, cercando l’attrazione più bella per poter ricambiare la gentilezza che Jin aveva mostrato nei suoi confronti.
    “Seguimi!”* disse prendendolo per mano, perché i biscottini potevano anche farle assumere i comportamenti tipici delle regioni orientali, ma non potevano certo mettere un freno alla sua esuberanza o al suo essere leggermente invasiva, e lo trascinò verso la giostra che, ogni volta, le faceva rizzare i peli sulle braccia quasi fosse la prima. Pagò il biglietto per entrambi e si mise in fila, non riuscendo a trattenere l’emozione.
    “Non voglio farti spoiler, ma a un certo punto è come se ci fosse del sangue vero a colare dal soffitto! E poi quando sgozzano la tipa! FANTASTICO! Vedi proprio la scena e sembra che il folletto poi ti insegua per ucciderti! E poi a un certo punto svanisce e un Berretto Rosso ti salta addosso per ucciderti! Ti piacerà sicuramente!”* Fece strada a Jimmy fino al carrello magico che li avrebbe portati all’interno della casa dei mostri e prese posto al suo fianco. “Sei pronto a morire?”*
    Lei sì, decisamente.
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    “Mi hai… mi hai KINESIZZATO!!!” Era la frase più bella che Beltè potesse sentire in quel momento, perché lo sappiamo tutti che in realtà loro vogliono conquistare il mondo ma questo è un altro discorso; la cosa più importante era che finalmente i due ragazzi si capivano e potevano divertirsi.
    “conosco anche il karate? E il kung fu? E le altre arti marziali? Ora sono un ninja? SEI UN NINJA???” Jin scoppiò a ridere, la ragazza era davvero pieno di energie, gli piaceva. «Non sono un Ninja, ma potrebbe iniziare a piacerti il kimchi e le alghe fritte. Sai sono davvero buone.» sospirò improvvisamente e si accarezzò la pancia «Mi manca il cibo coreano.» disse leggermente nostalgico e con la mente arrivò a pensare a Ringo. Già, strano ma vero, pure il biondo pensava all'amico, avrebbe voluto stare con lui al parco col senno del poi, ultimamente litigavano più del solito e avevano bisogno di un giorno in completo di relax e spensieratezza, come i vecchi tempi quando il fine settimana scappavano da scuola per stare insieme al lago. Gli mancava davvero il gruppo.
    “Seguimi!” disse la rossa e lo prese per mano. Venne inondato dalla sua voglia di vivere, dalla gioia e non riuscì a non sorridere con lei, non che fosse un musone, ma di solito quando stava con Jae, era lui quello euforico mentre l'altro era quello che riportava coi piedi per terra il biondo. («Lo sai vero che gli asini non volano?» - «Mi stai dicendo che queste ali sono finte?» - «Si» - «E scusa voi maghi non avete il potere di farli volare?» - «No.» - «dici che mi hanno fregato di nuovo?» ) Era duro a volte ma lo amava comunque, gli piaceva ogni cosa di lui persino la sua severità; come poteva resistere a quel faccino da coniglio eh?
    Seguì la ragazza, contento ma anche in ansia, insomma fare la giostra dei mostri non era nelle sue priorità, aveva il terrore di queste cose, quando dovevano guardare film horror, si circondava di cuscini e chiedeva a Jae di stare tra le sue gambe ( non come una coppia, ma che dite, erano solo amici), perché solo così si sentiva al sicuro, ma dubitava di poter fare lo stesso con Chelsey. O forse era lei l'uomo della situazione.
    Nel correre (Credo) però notò Jae con un rosso e questo aveva poggiato le mani sulle sue spalle, sembravano affiatati. Un improvviso senso di nausea lo pervase, e il cuore prese a battere più del dovuto, non in senso buono, magari stava per avere un infarto, perché non era piacevole. Fu una brutta sensazione, che dovette cacciare via per non influenzare l'amica, non voleva creare un brutto ricordo di quell'incontro.
    “Non voglio farti spoiler, ma a un certo punto è come se ci fosse del sangue vero a colare dal soffitto! E poi quando sgozzano la tipa! FANTASTICO! Vedi proprio la scena e sembra che il folletto poi ti insegua per ucciderti! E poi a un certo punto svanisce e un Berretto Rosso ti salta addosso per ucciderti! Ti piacerà sicuramente!”
    «aspetta cosa?» fu quasi spinto nella casa dei mostri, ma lui non voleva fare l'uomo, aveva una fottuta paura e non ci voleva entrare, ma si ritrovò suo malgrado seduto con Chelsey al suo fianco più felice di morire che di Ken. «Chelsey....»
    “Sei pronto a morire?” se fossimo stati in quest ti avrei risposto che si, era pronto, ma la verità era che il biondo aveva il terrore di quelle cose, stava quasi per rimpiangere di essere uscito. Ma dov'era Jae?
    «Chelsey, io potrei morire d'infarto. Sai come rianimarmi in quel caso?» e si strinse al suo braccio mentre il vagoncino lentamente e scricchiolante partì verso il buio e la sua morte. Addio Jae, ti amo.
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    “Nah, non morirai di una morte banale. Non con me.” Jin doveva pensare in grande, doveva essere fantasioso, un sognatore. L’infarto era quanto di più noioso potesse esserci per un mago. Cioé, dai. Poteva essere arso vivo dalla fiamma di un Drago, poteva imbattersi in un Berretto Rosso, degli Avvincini potevano trascinarlo sul fondo di un lago e ingaggiare con lui uno scontro fino all’ultima molecola di ossigeno, poteva addirittura essere sbranato da un lupo mannaro in una notte di luna piena! Ci voleva originalità, creatività, nella vita così come nella morte. Soprattutto nella seconda. Si può puntare alla grandezza, all’essere qualcuno, così come ci si può giocare l’asso nella manica e puntare tutto a una fine degna di questo nome. L’ultimo atto, quello più maestoso. Prendete Flamel, ad esempio: ha creato la pietra filosofale, ha vissuto un sacco di anni, ma poi che ha fatto? Si è semplicemente addormentato e nessuno lo pensa più. O Fulbert il Timoroso, che non è mai uscito da casa per paura di fare una brutta fine e alla fine il tetto gli è caduto sopra. B a n a l i . Bisognava essere più come Guendalina la Guercia che fingeva di essere bruciata viva per divertirsi, o come Derwent Shimpling che sfidò la morte mangiando una Tentacula Velenosa! Lui sì che era leggenda! Non avrebbe permesso che Jin non avesse il suo momento di gloria. Lo meritava, per quanto potesse essere l’ultimo.
    “Male che vada un pugno ben assestato o una poderosa pacca sulla schiena sistemano tutto!” O un’energetica scrollata di spalle fino a farlo rinsavire. O quattro ceffoni. Si sarebbe fatta ispirare dal momento: il coreano poteva stare tranquillo che una soluzione l’avrebbe trovata! Era in ottime mani, poteva non conoscere le mosse ninja super-segrete, ma nessuno, ancora, era uscito indenne da uno scontro ravvicinato con la Rossa, specialmente sul campo di Quidditch. Certo, sarebbe stato molto triste se al posto dell’Eros Piumato fosse stato il biondo a lasciarci le penne, soprattutto perché gli mancava il suo cibo. Non le era sfuggito il velo di tristezza nello sguardo quando parlava di kimchi - che non sapeva assolutamente cosa fosse, ma sembrava una cosa carina e che avrebbe provato volentieri - e alghe fritte. Le aveva anche fatto venire fame, ma non era questo il punto. Lei, almeno, aveva i suoi biscottini della fortuna kinesi e poteva sempre fare rifornimento dei suoi zuccotti preferiti. Lo capiva, perché lei non avrebbe potuto sopravvivere senza i suoi dolcetti. Il mondo sarebbe stato così triste e amaro.
    “Su, andrà tutto bene! Ci sono qui io con te.”
    Il che poteva anche essere rassicurante, per qualcuno che ancora non aveva avuto modo di conoscere la Weasley. Basti pensare che la sua idea di appuntamento perfetto rientrava nel trinomio Quiditch + rissa da bar + rutto libero. Da uomo vero brava signorina, per l’appunto. Si sistemò meglio sul sedile del vagoncino e iniziò a lanciare sguardi di pura euforia a destra e a manca. Il suono scricchiolante, l’eco di un ululato nella foresta, l’ambientazione tridimensionale… era tutto così vero che poteva quasi credere di avere un leggero sentore di pelle d’oca. Sentiva l’ansia crescere man mano che le creature delle favole della buona(?)notte apparivano all’improvviso, cercando di capire da quale punto sarebbe sbucata la prossima, cosa avrebbe fatto, se il carrellino fosse stato più veloce di loro o se sarebbero caduti vittima di quell’illusione ben costruita. Sentiva la presenza di Jin accanto a lei e stava per dirgli che non c’era niente di cui aver paura fino a quando…
    Boom.
    Panico.
    Urla.
    Terrore.
    Il suo peggior incubo si era palesato davanti a loro nelle sembianze di un bavoso cane a tre teste che aveva tutta l’intenzione di sventrarli con una zampata. Perché Chelsey poteva affrontare qualsiasi cosa a viso aperto, senza battere ciglio, ma. i. cani. quelli. no. e. con. tre. TRE. teste. poi.
    Afferrò un braccio del coreano e lo strinse a tal punto che sentì quasi scricchiolarne le ossa, gli occhi sgranati e la bocca ancora aperta in quel grido che, probabilmente, riecheggiò per tutto il Wicked Park.
    Era bianca come un fantasma.
    Capelli e occhi compresi.

    CHELSEY+ TAE HYUN-JIN
    Quidditch addicted
    16 y.o.
    L e o
    kinesizzata
    Quidditch + Falmouth Falcons + Elwyn Huxley + Arabells Dallaire + la sua mazza da battitore + i suoi cimeli sportivi + zuccotti di zucca del Red Velvet + Celestina Warbeck + Trasfigurazione + Colori Sgargianti + i suoi capelli + risse + estroversa
    love
    hate
    Lacrime + cani + chi le tocca i capelli + bulli
    QUOTE QUI QUELLA CHE VUOI SUVVIA
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco

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    Edited by C h e l l S E Y - 25/2/2019, 23:38
     
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    “Nah, non morirai di una morte banale. Non con me.” come poteva prendere sul serio quella sua affermazione? Anche lui in effetti non voleva morire in un modo così banale, ma non voleva farlo e basta ecco tutto.
    Non era mai stato negativo e di motivi ne aveva avuti, visto che era cresciuto da solo in una cella di laboratorio, senza mai avere amici, aveva scoperto cosa fosse una famiglia solo quando aveva incontrato la Sqwad e Jae in particolare, andava fiero di loro, nonostante fosse da almeno un paio d'anni che non erano più tutti insieme. Ma nonostante tutto, dicevo, era una persona euforica e con la voglia di fare, avrebbe fatto volentieri e più volte le montagne russe ma la casa dei mostri proprio era un limite e non era così sicuro di riuscirle a farlo. Ma non poteva tornare indietro, ormai era nel vagoncino e questo stava pure partendo. Almeno aveva Chelsey al suo fianco e poteva contare su di lei. “Male che vada un pugno ben assestato o una poderosa pacca sulla schiena sistemano tutto!” E doveva rassicurarlo? Perché non stavano proprio calmando il biondo quelle parole, eppure decise di affrontare tutto quello con la rossa, anche se avrebbe voluto Ringo con sé, lei era comunque un'ottima compagnia. Avrebbe avuto per la prima volta un'amica femmina, più maschio di lei tra l'altro. «ok» Deglutì e si sistemò ancora una volta più vicino a lei mentre si addentravano nel buio “Su, andrà tutto bene! Ci sono qui io con te.” Ok. Poi però voglio un ge-- non finì la frase che il terrore prese il sopravvento. Un cane a tre teste si palesò davanti a loro. Ringhiava e sbavava, era così feroce. Sentì la paura della rossa e un tremore, forse erano spasmi pre morte, lo invase, la ragazza lo stava influenzando fin troppo tanto che si ritrovò ad urlare come una ragazzina, forse peggio «CHELSEYYYYYYYYYYYYYY, FAMMI USCIRE DA QUI!!! TI PREGO!!» perchè fingere di essere un uomo quando ovviamente nessuno in quel vagoncino lo era. Sarebbero morti, giovani e senza che lui avesse detto al suo migliore amico che lo amava più di chiunque altro. Che stupido che era stato. «Non ho ancora assaggiato la pannocchia di Ringo » Scosse la rossa, che ora aveva i capelli bianchi per la paura, sembrava ancora paralizzata così provò a calmarla, lui ora lo era, o almeno più di lei. Prese la mano della compagna e la intrecciò alla propria, così da usare il proprio potere, ogni tanto essere empatico era utile. Di solito lo usava per non litigare con Ringo, quindi lo addormentava o lo distraeva, ma in quel caso aveva fatto una cosa buona. Bravo Beltè.
    Una volta lasciato indietro quel cane, sospirò «Ok Chelsey, siamo vivi. Ci sei?» chiese dolce per poi perdersi nello sguardo in quel nuovo spazio. C'erano folletti, nascosti nella foresta finta, erano così carini, non come quelli dei libri di Jae, erano in verso stile unicorno e arcobaleno. «Guarda i foll--» ma cosa? Improvvisamente divennero tutti neri, con zanne al posto dei denti e i cappelli delle lame appuntite e presero a camminare verso di loro «AIUTOOO CI MANGERANNO LA PANNOCCHIA IL CERVELLO!!
    Tae Hyun-Jin+Chelsey
    Beltè
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    Kinese
    Empatico
    Ama fare festa, divertirsi e stare in compagnia. Fa amicizia anche con i sassi.
    Parla molto e spesso da solo.
    Sorride sempre ed è molto curioso
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    Odia la solitudine e il silenzio.
    Non gli piace la violenza e il buio.
    we are living and dying. At the same time
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    BLACK OUT MAGICO. Il carrello che vi sta trasportando nel fantastico mondo del terrore si ferma e svanisce a causa di uno scoppio di magia improvviso. Siete a piedi all’interno della casa dei mostri e incontrate gigliotigrato1 e catfish_, ma con le sembianze del vostro peggior incubo. Che gli Horror Games abbiano inizio. [la role prosegue in STUBBORN LOVE, quindi dovrete postare in quella discussione]
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