[mini q] take our final bow 'cause it's our time to go

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    Al sorriso divertito sulle labbra dell’Hamilton non venne dato il tempo per divenire onesto, iridi delle foglie in primavera sollevate verso Gugi in una gomitata del tutto allusiva mentre gli indicava la sua ragazza (copia?) dietro le sbarre; William Lancaster, o chi per esso, tolse a Jamie il gusto di sfottere William Barrow per la presenza di Helianta Moonarie in poche, mirate sentenze che del sorriso lasciarono solo un lieve appannaggio, bello da ammirare e vuoto di contenuti. Non se ne fotteva davvero, ma davvero un cazzo, di quella missione e di quel mondo – o di chi ci viveva, per dirne una – ma se la carneficina che si erano appena lasciati alle spalle era stata opera di Seth, fra le tanti frasi che il biondo avrebbe preferito non sentire, sicuro come il fottuto oro c’erano «potrebbe aver sentito dire del vostro viaggetto in messico» e «ora è ad hogwarts». Corrugò lieve le sopracciglia, lingua ad umettare le labbra nello sforzarle, ancora e strenuamente, a rimanere sollevate verso l’alto. Inspirò piano e regolare, controllando il proprio battito e mettendo un freno al lacerante bisogno di alzare la Glock e ritinteggiare le pareti di quell’ufficio del cazzo con il cervello di Lancaster. Aveva ucciso e martoriato i suoi fedeli sottoposti, Seth: cosa significava una cosa del genere per il Messico? Per Hogwarts?
    Cosa significava per Vin e Leonard?
    E quel vecchio, anziché farli proseguire, continuava a ciarlare dei loro cazzi? Avevano chiesto il loro, fottutissimo, aiuto, dal quieto e pacifico 2118, e quello era il loro ringraziamento? Sperava di non salvarne mezzo, Jamie Hamilton – altro che l’intero mondo.
    Neanche un fottuto mezzo.
    Non ascoltò il resto del discorso; non guardò i suoi compagni improvvisati, né gli amici o conoscenti di anni o una vita. Era un ragazzo amichevole, il francese – indubbiamente amabile, con quella tendenza nel sorriso e nelle iridi smeraldi di piacere sempre un po’ a tutti – ma era anche un impeccabile bugiardo, e con la stessa dolcezza con il quale sorrideva a Lancaster avrebbe potuto spaccargli ogni osso in corpo per il puro piacere di sentirle scricchiolare: finchè avesse potuto evitarlo, avrebbe loro risparmiato il bruciante vibrare d’oro e veleno nello sguardo. Apparentemente annoiato e distante, non si sprecò a muoversi neanche quando venne dato loro libero accesso al Portale, facendo mostra di essersene accorto solo con un languido movimento della mano ed un «chiudo la fila» detto in un ghigno a tutti e nessuno.
    Non voleva andare, Jamie. Li ascoltò allontanarsi stringendo l’interno della guancia nei denti, il pugno ad aprirsi e chiudersi debolmente lungo il fianco. Jamie non era una Harvelle, che la perdita ancora non sapeva cosa fosse; non era una Crane, che la propria vita già ce l’aveva lì; non era un CJ Hamilton, illuso che il non percepire alcun dolore l’avrebbe salvato anche da quello.
    Jameson sapeva cosa significasse, perdere qualcuno. Lo sapeva come il quattordicenne che, accartocciato sul divano e con le sopracciglia corrugate, ancora poteva convincersi che non fossero suoi, i due corpi mancanti all’appello – che avrebbe potuto essere chiunque altro, ma non Meredith e Kentucky Hamilton. L’ignoranza era una fottuta benedizione, e Jamie ne era consapevole: finchè si trattava di rimanere al Ministero e sapere gli altri a farsi i propri cazzi in Messico o a scuola, poteva credere quel che gli veniva più comodo; era perfino stato ottimista, Jamie, convincendosi che quelli del Sottosopra avessero esagerato i loro timori.
    Ma se Seth era già passato in ambedue i luoghi sopracitati, Jamie non voleva sapere.
    Si spostò con metodica lentezza seguendo i passi degli altri oltre il Portale, la camminata di chi in guerra non ci andava perchè l’aveva già vinta – l’ennesima finzione, altro argento a colare su argento per renderlo più brillante di quanto già non fosse. Misurò ogni movimento calcolandolo al centimetro, rallentando l’andatura fino ad essere l’ultimo ad uscire nell’ufficio del Preside di Hogwarts. Rimase qualche altro istante nella stanza, le dita a scivolare sul legno lucido della scrivania ed a cercare le ante della vetrina dove Seth, sperava, teneva gli alcolici: i rumori e gli odori del campo di battaglia giungevano fino a lì, e l’Hamilton aveva ancor meno voglia d’imboccare il corridoio della scuola. Non aveva valutato concretamente la possibilità di poter morire, Jamie, ma ignorarla in quel momento sarebbe stato sciocco e presuntuoso: se fosse morto quel giorno, non voleva certo farlo da sobrio. Strinse la mano sul collo di una bottiglia che, ad occhio e croce, doveva costare quanto l’intero arredamento dell’ufficio; non si preoccupò di leggerne l’etichetta, solo passivamente conscio che avrebbe potuto essere acido, quando svitò il tappo per portarlo alle labbra. Aspirò l’aria fra i denti ed un sorriso, il familiare bruciare del whiskey a pungere gola e nervi. «prima che sia troppo tardi» sventolò la bottiglia di fronte alla squadra, sopracciglio inarcato sui pochi fra loro che, come l’Hamilton, esitavano sulla soglia prendendo tempo.
    Inspirò. Si obbligò a seguirli, ma rallentò di proposito l’andatura del proprio passo: si preoccupò di controllare che la Glock fosse carica, le scarpe allacciate. Tutti i denti ancora in bocca ed un cuore pulsante nelle costole, capo sempre chino ad osservare i gesti automatici delle proprie dita. Udì i pianti – lontani, ma persistenti. Grida che avrebbe preferito non udire.
    Jamie allungò il braccio prima di cambiare idea, stringendo le dita sulla stoffa della maglietta del Barrow per frenarlo e tirarlo verso di sé. «william,» non lo chiamava William da almeno una decade, e fu il primo, sopracciglia aggrottate, a rimanere stupito da quella scelta. Non Gugi, non Barrow, non Guglielmo, non Principe Peter, Flagello dei lupi o Tumnus Biondo - William. Chiuse gli occhi stropicciandosi la fronte, le dita a scivolare nervosamente nel ciuffo castano dorato. Vai prima tu, a vedere? Poi mi dici quanto siamo nella merda da uno a “avevi ragioni Jamie dovevamo rimanere a casa”. Se Leonard è morto non dirmelo, ne riparliamo a casa. Francamente, Gugi, sappi che se fosse davvero morto non riuscirei a non odiarti – sì, lo so, non è colpa tua: è colpa mia. Non dovevo seguirti per forza, ma sapevi che l’avrei fatto: potremmo anche avere priorità diverse su questa amicizia, Barrow, ma resti comunque il mio miglior amico. A proposito, non morire. Non fare l’eroe – anzi, guarda, rimani qui e basta, okay? Cerco le carte – le avranno le carte, in questo secolo di merda – e ci facciamo una partita, ti lascio pure vincere anche se sei una mezza sega. Ecco, lo sapevo che sarebbe giunto il momento del bondage e avrei dovuto legarti – era solo questione di tempo. Va bene, va bene, che palle: andiamo.
    Ma prima di morire, William Secondo d’Inghilterra, credo sia giunto ormai tempo che tu sappia -

    «hai la maglia al contrario» beh, anche quello. Ingoiò tutto il resto in un sorriso sghembo ed un sopracciglio inarcato, superandolo nell’avanzare verso le scale del castello e lasciando che la smorfia tornasse neutra mentre proseguiva verso i rumori – le voci, ed i pianti, e tutto ciò che l’Hamilton odiava nel genere umano.
    Attaccamento. Mandava sempre tutto a puttane, quel bastardo dell’affetto – bastava che iniziasse ad importarti, e te lo portavano via. Si obbligò a non guardare nessuno dipingendo sulle labbra una curva sorniona, intoccabile ed intoccata dalle lacrime di chi li circondava. Non cercò né Melvin, né Leonard; tenne la testa sollevata senza prestar attenzione ai corpi riversi a terra scomposti, o a quelli più ordinati adagiati contro le pareti. Non significa niente, Jamie. Non vuol dire niente, Hogwarts è grande – e li conosci, sai che «JAMIE» fu così sollevato che, per un battito di cuore, l’Hamilton lasciò scivolare l’usuale maschera artificiosamente contenuta per far posto a sorpresa e conforto, nell’udire la familiare voce della Diesel rimbalzare da un quadro all’alto. Un sorriso istintivo quando la bionda spuntò dal marasma correndo, un salto per stringerglisi addosso – ed altrettanto naturale lui nel tenerla contro di sé, occhi chiusi e naso fra i capelli. «sei…intera» osservò atono, sentendosi molto più Hamilton del solito nell’appurare di essersi preoccupato per nulla: che spreco. «ed hai ancora una piega perfetta?» dita a scivolare distratte fra le ciocche chiare di lei, sopracciglia arcuate: Jamie non era mica una Kardashian solo quando si parlava d’essere il cuore dello spettacolo, c’aveva certe priorità – eh. La fece scivolare a terra ignorando il suo sguardo offeso, non sapeva se dai modi o dalla mancanza di fede per la sua sopravvivenza (entrambe), una mano sulla testa per spingerla lontano così che andasse a seccare qualcun altro: voleva bene a Vin, ma fino ad un certo punto.
    Sempre fino ad un certo punto.
    Limite che non pareva ben chiaro neanche a Leonard Hamilton, perché Jamie ebbe appena il tempo di sollevare lo sguardo ed incrociarne gli occhi bruni prima di ritrovarsi stretto fra le sue braccia. Un primo sospiro, leggero e delicato, nel rendersi conto che non fosse morto. Era vivo, capite? Ed a mescolarsi al sollievo il senso di colpa, il fastidio dell’essersi fatti dei problemi per nessun motivo specifico. Quella paura sempre sotto la lingua di perdere tutto, di nuovo, era una delle cose che più affliggevano l’Hamilton, maggiormente propenso a lasciarsele alle spalle prima che potessero toglierle: non la voleva, né era in grado di gestirla. Serrò le palpebre solo il tempo di un respiro trattenuto nei polmoni, incapace di ricambiare la stretta o di dirgli un quarto di quel che grattava la gola. Non era più quel Jamie, Jameson – e fu quindi il primo a distaccarsi dall’abbraccio, un’imbarazzata pacca sulla schiena del padre ed una mano ad allontanarlo da sé. Hai un aspetto di merda. Dio, ma perché non sei rimasto a casa? Perdere anche te, ed in un’altra fottuta scuola, sarebbe dannatemene troppo ironico: potrei sopportare un epatite, ma questo? Questo è roba per cui andarci fuori di testa. «se jeremy non ti piaceva così tanto, potevamo fare a cambio» spalle strette fra loro, e sorriso a metà spruzzato appena di malizia.

    «ma quella è -» indice verso una donna poco distante, peso poggiato sul piede sinistro. Reclinò il capo, Jamie Hamilton, sguardo distratto e labbra piegate verso il basso mentre al fianco di Leonard osservava la drammatica, catastrofica, situazione attorno a loro. «- zia rea? Ah, era» aria sibilata fra i denti, pugno poggiato sul mento: eh vabbè, era andata così. Tamburellò con l’indice sulla propria guancia, stringendo pigro il labbro inferiore fra gli incisivi. Da quant’erano lì – dieci minuti, forse meno? Ed erano già nella merda.
    Meraviglioso e fantastico. Jamie sarebbe anche rimasto volentieri a bordo pista lasciando gli altri ballare finchè il Vecchio non avesse trovato le colonne per le Reliquie, sbattendosene sinceramente il cazzo di quei ragazzini a morire come mosche in estate, ma. Ma.
    Niente. Voleva davvero non fare una sega, Jamie. «che selvaggi, nel ventunesimo secolo» scosse il capo puntellando con la canna della Glock la propria coscia, la testa a seguire i vari spostamenti dei compagni sul campo di battaglia. Non chiese a Leonard se dovessero fare qualcosa, consapevole che l’Hamilton Senior fosse intimamente d’accordo con la strategia del figlio: erano bravi soldati, quelli come loro, ma le guerre se le sceglievano e le vincevano sempre. Non erano fatti per le belligeranze d’altri. Fece scivolare gli occhi turchesi su Laurent e William, Tokyo e Vin, Ezra, i Fetcher ed i gemelli del destino – gli unici del quale potesse minimamente interessarsi, essendo suoi coetanei. Giusto uno sguardo a Kieran e Murphy perché era un bravo figliolo. Meh, pareva se la cavassero una meraviglia, non avevano bisogno di lui. Li salutò con un ampio sorriso e sventolata della mano in aria, caso mai avessero frainteso le sue attenzioni e credessero volesse aiutarli. Si fidava ciecamente di loro (ma quando mai) e sapeva che sarebbero riusciti a salvarsi anche senza il suo soccorso (in quale vita). Abbassò lo sguardo sulla Diesel quando, provata e sporca di sangue (non suo, come ci tenne a precisare) si accasciò al suolo di fianco alla sua gamba. «JAAA/AAAA/MIEEE fai qualcosa?» mh, no? Non credeva proprio? Non se la sentiva? «dai, per favore» Ma cos’era quella mafia. Corrugò le sopracciglia, il capo nuovamente sollevato. «ma se stanno alla gran -oh» oh. Chiuse brevemente gli occhi ed inspirò dalle narici, mentre Melvin lo spingeva con poca grazia all’avventura!!&&. «sto andando - mmh» raggiungendo Ezra, Jamie si sarebbe baciato il palmo stampandogli poi la mano sulla fronte, benedicendolo e spingendolo lontano prima che kebab, oltre a venderlo, potesse diventarlo. Seguendo il biondino Eroeh del 2017 capitato per caso nel suo mondo, Barry Patata Bollente Skylinski, Jamie avrebbe afferrato Ayo da un polso e, approfittando dell’esiguo peso della fanciulla, l’avrebbe semplicemente sollevata spostandola da una morte semi certa e dato che a difenderla è sara, ora la morte è sicura. Alzò gli occhi quando il suono del cane del fucile lo riportò alla realtà, trovando un particolarmente stanco, agguerrito ragazzino puntare l’arma contro uno dei tanti Seth.
    Ah, santo cielo: era decisamente un Barrow. Per un istante e per quanto fosse possibile agli Hamilton del mondo, Jamie provò un briciolo di tenerezza nel sentire la voca atona del diciassettenne e leggervi quella specifica determinazione negli occhi blu: sapeva che avrebbe ucciso qualcuno, il Corvonero, ma era pronto a correre il rischio. Poteva non essere la cosa giusta da fare, ma era l’unica possibilità che avessero – lo sapeva Jamie, lo sapeva Barry.
    Lo sapeva un po’ chiunque, anche se taluni si sforzavano di non pensarci. «daje barrow alla seconda, PORTA ONORE AI BIONDI» avrebbe incitato, con tanto di pollice sollevato ottimista verso il fanciullo.
    A ognuno la propria parte, oh.

    jamie hamilton
    If he said
    help me kill the president
    I'd say he needs medicine
    Sick of screaming let us in
    The wires got the best of him
    I STAND ALONE
    I KEEP ON RISING
    UP TO THE THRONE
    I WON'T STOP FIGHTING
    2118 vs au 2018
    chronokinesis | telepathy
    2094's | 2000's
    upside down: CJ HAMILTON



    (11) DIFESA PER EZRA (jamie + barry): lo spinge
    (12) DIFESA PER AYO (barry + jamie): la tira via
    ATTACCO SETH 1 (jamie + barry): fa il tifo
     
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    (11) DIFESA PER EZRA (jamie + barry): 9 + 11 = 20 pd
    (12) DIFESA PER AYO (barry + jamie): 1 + 3 = - 8 ps
    Lo spuntone ti taglia verticalmente la gamba sinistra, una ferita superficiale ma estesa.

    COMBO ATTACCO SETH 1 (jamie + barry): 10 + 13 = 23 pa
    DIFESA SETH 1: 13 pd (- 10 ps)
    Il proiettile colpisce al petto Seth. Vi sorride placido e, sotto i vostri occhi, sparisce. Nello stesso momento, Sherman viene colpito da una roccia che gli frantuma il braccio sinistro.
    SHERMAN: - 26 ps


    [5 pa] RINGO: Viene scagliato contro di te un pugnale, dritto alla tu gamba.
    [22 pa] JAMIE: Seth evoca una delle sue rinomate Bestie, che tenta di morderti al fianco.
     
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    «E quindi adesso che si fa?» perché Dustin era sì intelligente, ma era pur sempre uno del suo tempo e proprio non ce la faceva a stare al passo con tutto quel gran casino. Aveva seguito suo fratello e gli altri oltre il portale che li aveva portati, non si sa bene come, dal Messico alla macabra versione di Hogwarts in quel mondo che iniziava a piacergli sempre meno. Avevano raggiunto gli altri ribelli per combattere al loro fianco ma lui, a dirla tutta, aveva come l'impressione di non essere stato davvero presente visto k simpy?. Non ebbe bisogno di alcuna risposta, tuttavia, per comprendere di essersi appena volontariamente gettato nella gabbia dei leoni: l decine e decine di copie di Seth comparse a circondarli da ogni parte gli sembrarono più che esaustive.
    «Si ricomincia.» fu l'ultima cosa che sentì dire a Rudy, prima che questi si gettasse ancora una volta nella mischia con la stessa energia di quando era apparso nella sua stanza del 1918, come se la guerra non lo avesse ancora minimamente sfiorato. E lui, giovane e gracile, che altro poteva fare se non lanciare un'occhiata a Byron, alla sua destra, e Marion, alla sua sinistra, e rivolgere ad entrambi un cenno del capo convinto per poi seguire suo fratello, oramai rassegnato all'inevitabilità di quello scontro. Non è che non avesse più paura, ma aveva troppa voglia di vivere per lasciarsi sopraffare da essa e, più di ogni altra cosa, desiderava proteggere le persone che amava. Un Tassorosso, fino alla fine.
    «Exulcero!» un po' più da Serpeverde, a pensarci, fu quel suo incantesimo, scagliato con una certa rabbia verso il nemico e con un movimento abbastanza rapido da poterlo, con un po' di fortuna, cogliere persino di sorpresa. Dopo tutto il tempo passato sui libri di Incantesimi, sentiva almeno di meritarsi dei buoni risultati in circostanze come quella.
    «Fossi in te, io lo sposerei.» Rudy era precisamente quel genere di fratello che non sai se adori o vuoi prendere costantemente a bastonate, quel fratello in grado di metterti sempre e comunque in imbarazzo, ma in fondo con buone intenzioni. Si era rivolto a Marion, ovviamente, noncurante del fatto che quello fosse senza dubbio il momento meno adatto per parlare non solo di quell'argomento, ma di qualunque altra cosa. «Concentrati, deficiente.» tagliò corto Dustin, rivolgendo alla ragazza un'occhiata di scuse.
    «Oddio, non si usa nel millenovecentoventordici? Non lo so, non si fanno tipo quelle cerimonie sulla spiaggia in stile Brooke e Ridge con un tizio preso a caso che probabilmente non può neanche sposare legalmente? O magari ci vuole il consenso dei genitori, tipo Romeo e Giulietta? Comunque sono sicuro che nostra madre direbbe di sì.» non sapeva come fosse esattamente sua madre in quell'universo ma, per quel che ne sapeva lui, in realtà non sarebbe stata poi così tanto d'accordo a darlo in moglie a qualcuno. Era fin troppo protettiva nei suoi confronti, specie dopo la morte del fratello.
    «Rudy. Taci.»
    «Rude.» e, se qualcuno se lo stesse chiedendo, sì, lo divertiva un mondo quel gioco di parole e anche a me. Sebbene stesse continuando a blaterare nel bel mezzo di uno scontro, riusciva in qualche modo a rimanere straordinariamente concentrato, cosa che Dustin non poteva che ammirare. In effetti, il maggiore schivò con estrema facilità diversi degli spuntoni apparsi dal terreno poco distante da lui, con tanto di mani dietro alla schiena ed il sorriso ancora stampato sulle labbra.
    «Angie, il biondino!» ordinò persino, rivolgendosi alla ragazza ed indicandole Byron, sul punto di essere colpito da uno degli spuntoni. Dustin, però, non attese l'intervento di Angelica: sporse il braccio in avanti e lanciò un «Evanesco!», sperando di far svanire il pericolo sotto ai piedi del suo migliore amico.
    «Bella! Il cinque?» alzò una mano, pronto ad un high five alla Izma e Kronk, ma Dustin non rispose: accortosi dell'ennesimo spuntone crescere minaccioso verso suo fratello, si era istintivamente lanciato contro a Rudy sperando di atterrare abbastanza lontano da proteggerlo e non restare egli stesso colpito.
    Upside down: Rudy Dearduff
    I was always up for making
    changes
    , flipping through
    my life turning pages.
    Walkin' all day with my mouth on fire, that's what I've gotta do,
    tryin' to get talkin' to you.
    16 Y.O. | 23 Y.O.
    brain | kinetic
    hey, brother
    1918: dustin dearduff



    DIFESA BYRON (dustin + elwyn): lancia un evanesco verso gli spuntoni
    DIFESA RUDY (dustin + tecno): spinge via rudy #rip
    ATTACCO SETH 66 (dustin + tecno): lancia un exulcero


    Edited by wait‚ wat? - 28/5/2018, 16:24
     
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    Elysian Stark, al contrario della sua controparte, era sempre stata una ragazza sicura. Sicura di affrontare un cambiamento radicale per ottenere un potere tutto suo, sicura di poter affrontare la vita ad Hogwarts nonostante le differenze di casta, sicura delle sue idee, sempre e comunque, sicura che che la sua meditazione -portata avanti giorno dopo giorno, possibilmente sempre alla stessa ora- l’avrebbe resa una persona ancora più costante, forte, equilibrata.
    Aveva scelto di far parte della resistenza senza alcun dubbio, sicura che il rapporto fra lei e la causa da perseguire avrebbe portato ad una crescita personale entrambe le parti, insomma: namasté e pace e amore a tutti. Quando Seth si trasformò in una persona vera, in carne ed ossa, in uno di loro, qualcosa dentro di lei vacillò. Aveva senso continuare a combattere se ogni colpo inferto tornava indietro duplicato? A livello fisico e, per di più, emozionale.
    Avrebbe voluto ribellarsi, rifiutarsi di combattere ulteriormente, indietreggiare, quando ci provò però non le riuscì: uno forza invisibile la stava trattenendo, la stessa forza invisibile che di lì a poco l’avrebbe sollevata da terra e scagliata contro un albero. Giusto perché si sentiva nel pieno delle sue forze già così con 25 ps.
    Strinse i denti e con l’intero corpo dolorante si rimise in piedi. Tempo fa, due amiche che chiameremo per comodità Sara e Agnese le spiegarono che se corri a zig zag ci sono molte meno probabilità di essere colpiti -e di fuggire, che so, da un campo di concentramento- quindi eccola lì, a rispolverare vecchie glorie per evitare di venire trapassata da uno spuntone.
    Prima tentando di seguire uno schema, poi sempre più a casaccio prese a correre per il Lago Nero, puntando prima a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra, poi dritta per un po’ finché, senza volere, andò a sbattere contro Elwyn “Che diavolo ci fai qua impalato? BISOGNA MUOVERSI! portando il avanti il busto si diede dei colpetti sulla schiena salta su bel fusto che ti proteggo io” lo avrebbe caricato sulle spalle e lo avrebbe portato a correre senza una meta con sé. Voleva proprio vedere se sarebbero riusciti ad ucciderli (a.k.a le ultime parole famose).
    Mentre la Stark portava avanti il suo malvagio piano di difesa May avrebbe tentato un attacco disperato contro uno dei Seth: avvicinandosi prima silenziosamente poi sempre più veloce avrebbe tentato di piantargli la lama de pugnale nella schiena. Per assurdo in tutto questo neanche aveva perso tempo a pensare chi vi potesse essere sotto le spoglie del nemico che si era scelta, da diversi minuti l’unica frase che le ronzava nella testa era quella riferita a sua madre, tutte le sue forze mentali sembravano confluire lì, il corpo si muoveva in automatico in base alle mosse di chi la circondava.
    Doveva assolutamente fermare quella pazza e chiederle spiegazioni.
    elysian may
    Have you ever felt
    The future is the past
    But you don’t know how?
    And I think I’ve seen your face
    Seen my room, been in this place
    Something vivid comes into my mind
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    chronokinesis | empathy
    two kind of drugs
    upside down: elysian stark


    COMBO DIFESA PER STARK (au!ely + tecno):
    COMBO DIFESA PER ELWYN (au!ely + elwin):
    ATTACCO SU SETH10 (ely + elwyn): lo pugnala alla schiena
     
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    Beltè non aveva fatto testamento, aveva solo diciannove anni, pensava di poter fare ancora molto nella sua vita, come dare il primo bacio; non si era ancora innamorato perché stava aspettando la persona giusta, che fino a quel momento sembrava non esistere, invece forse era proprio vicino a lui. Ringo, era una persona così schiva, a tratti pure odiosa, ma da quando Tecno e Ayo avevano fatto notare che erano carini insieme e a quanto aveva capito sembravano persino destinati a formare una coppia, aveva iniziato a vederlo sotto un'altra luce. Era così assurdo, aveva pensato subito sentendo le parole della ragazzina, ma col senno di poi non era riuscito a togliersi dalla testa le sue parole e aveva passato gran parte del tempo a fissare quello che Ringo faceva, rimanendo sempre più estasiato ad ogni suo passo. Maledette parole, perché gli avevano messo in testa quelle strane idee e non riusciva a farsele passare. E ora si era ritrovato che gli piaceva il ragazzo. Grazie Tecno e Ayo. (grazie a me stessa più che altro).
    «Hai intenzione di fissarmi il sedere ancora per molto?» beccato. Beltè divenne rosso all'istante, quando Tecno gli rivolse quella frase con tanta accidia nel tono. Però gli piaceva e non smise di sorridergli. «In realtà coprivi la visuale. Io volevo vedere Tae» il rosso sentito chiamato in causa guardò l'avo e gli venne i brividi, come poteva ancora provarci con lui? «Sul serio, non sono interessato.» e in modo molto carino decise di andarsene, seguendo gli altri verso quello che era poi un passaggio per Hogwarts; così lo chiamavano, lui non l'aveva mai visto quel castello ma conosceva le storie al riguardo. Sicuramente nessuna di quelle lo aveva rappresentato così distrutto e con l'odore di morte; sapeva che per molti era stato una casa accogliente, ma non era rimasto niente di quella sensazione, c'era solo morte.
    «é stata una brutta idea» disse a sua sorella, mentre Lancaster parlava a sproposito come sempre, cioè forse perché al dire il vero neanche lui conosceva, aveva sentito storie assurde su quell'uomo, avevano persino detto che era stato un robot in grado di distruggere le persone con un raggio che usciva dal petto e dalle mani robotiche. Ma non sembrava esserlo, o almeno non fino a quel momento.
    «E smettila, oramai siamo qui» parlava facile lei, non rischiava di morire, era stata fortunata fino a quel momento, al contrario Beltè era sempre stato in pericolo e lui si era ritrovato più volte a salvargli il culo. Chissà per quanto ancora l'avrebbe dovuto fare. (per poco, ora muore, tranquillo).
    «Almeno quei due sembrano odiarsi meno. Cioè credo che a nonno Beltè piaccia nonno Ringo»
    « dici? » il rosso annuì mentre i due si misero a fissare i nonni, in lontananza, parlare come due vere shipper (so che sto facendo tutta da sola).

    «Senti ma...» improvvisamente si fece timido, non era più così sicuro come credeva, si era praticamente preso una cotta per Ringo, senza capire il motivo e ora doveva farglielo sapere, in fondo erano in guerra, quella poteva essere sempre la sua ultima volta.
    «credo che tu mi piaccia» l'aveva detto e finalmente si sentiva il cuore più leggero, beh si forse stava correndo, cioè la player ha fatto accadere tutto in modo così in modo impossibile, ma dai come può esistere il colpo di fulmine, può anche esistere un repentino cambio di idea e poi lui era empatico, sapeva farci cosi sentimenti ed era sicuro che provava qualcosa per il moro, anche se per suggerimento di terzi. Forse aveva sempre avuto quel sentimento ma lo aveva nascosto dietro l'antipatia. Non si può sapere e mai si saprà. Ringo lo guardò stupito, ma non inorridito per quelle parole ( e ancora muovo io il pg, ma chi fa da sé fa per tre), così il biondo prese la palla al balzo e si avvicinò a lui, toccandogli il mento «Uscirai con me» non era una richiesta, in fondo era una persona molto persuasiva quando si trattava di quelle cose e con quel contatto visivo aveva praticamente il potere assoluto sul moro. Rimase fermo mentre il biondo poggiando le mani sulle spalle provò a baciarlo, ma non siamo in un film o in un drama ma bensì in una guerra quindi quello fu il momento più sbagliato scelto perché quello era il clou della rivoluzione e Seth, si era palesato potente come Jafar in ritorno di Jafar. Forse poteva stare più attento ma quegli occhi neri lo avevano incantato e poi fu trafitto al petto. In modo violento e inaspettato, si ritrovò a essere sospeso in aria, mentre il dolore prendeva il sopravvento e la mente perdeva la lucidità. Faceva dannatamente male. Si ritrovò sul suolo, ferito e urlante. Tecno corse da lui «Nonno! No. Non puoi morire.» il rosso che fino a quel momento sembrava aver mantenuto una certa serietà e impassibilità ai sentimenti, crollò. Non poteva davvero essere successo. Non ci sarebbe stata una famiglia, loro non sarebbero mai nati. Loro due non sarebbe mai stati felici insieme come gli avevano raccontato. Si senti morire anche lui «Tranquillo. Sto bene» Mentiva ma doveva rassicurare il ragazzo e quando lo toccò questo di fatto si calmò e gli sorrise. Dannata empatia. «Aiuta gli altri. Mi trovi qui» altra bugia ma convinse il rosso, ancora in lacrime ad andarsene. Con lui rimase Ringo che gli prese le mani e gli accarezzò i capelli, improvvisamente intenerito da lui. «Cosa posso fare?»
    «Avvicinati per favore» e Ringo anche se titubante fece come chiese. Beltè si leccò le labbra e poi alzò leggermente la testa per premerle su quelle del moro.
    «Era il mio primo bacio. Grazie» e poi il buio.

    Ne mentre Tecno, si ritrovò al fianco di Elysian, se fosse stato in uno stato mentale normale, si sarebbe imbarazzato, ma aveva ancora la sensazione di perdita nel cuore, che lentamente si stava facendo spazio. L'empatia era davvero una brutta arma a volte, fargli credere di essere felice era stata una mossa davvero sleale per Beltè. «Ci sono. o quasi ancora non aveva ben capito cosa stava succedendo ma aveva la magia dalla sua parte, forse non sarebbe bastato perché si sa che non sono fortunata nelle difese. Ma provò con un «Reducto» sperava di vederlo saltare, visto che gli altri con altri tentativi non sembravano aver funzionato, non che fosse così ottimista, ma era meglio evitare pensare e provare a uccidere aiutare Rudy e l'avrebbe fatto con un «Incendio» giusto per fare un incantesimo diverso da quello precedente, anche perché ce ne sono così tanti che è giusto provarli tutti o quasi.
    Subito avrebbe provato a infilzarlo come uno spiedino, chissà se era buono fatto alla brace. Ok, forse quel pensiero non era normale, e mai l'avrebbe fatto perché non era un cannibale.

    Jeon Taeyong
    Have I lost myself or have I gained you. I suddenly run to the lake, There’s my face in it
    Please don’t say anything
    Reach my hand out to cover the mouth. But in the end, spring will come someday. The ice will melt and flow away
    24 y.o // 19 y.o
    2118// 2018
    MESSICO
    Tae Hyunjin au!


    (13 pa) au-ely (ely + tecno) : Reducto
    (30 pa) Rudy (Dustin + tecno) : Incendio
    ATTACCO Seth 66 (Dustin + tecno) : Infilza col bastone
     
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    LEWIS NORWOOD
    ELWYN HUXLEY
    2118 / 24 ANNI / MAGIZOOLOGO
    2018!au / 27 ANNI / QUIDDITCH
    «No, certo, non assomigli ad un Ippo– ehi, aspetta.» si fermò di colpo, lo sguardo perso nel vuoto ed un’espressione pensierosa dipinta sul viso. Sembrava avesse avuto un’illuminazione, un’idea geniale per porre fine a quella battaglia, salvare il maggior numero possibile di studenti e uscirne vivi; anche solo una delle tre opzioni sarebbe stata sufficiente. «Il paragone potrebbe anche starci, sai?» sembrava, appunto. Abbandonò quello stato di alienazione in cui si era ritrovato per qualche istante e tornò a guardare l’amico con una luce familiare negli occhi. «Siete entrambi fieri… e difficilmente avvicinabili.» sottolineò quelle parole, stizzito, mentre si vedeva costretto ad allontanare le mani dal corpo dell’ex-Serpeverde. Non erano poi così diversi, Neal e quella creatura magica: era impossibile entrare all’interno del loro spazio vitale senza subirne le conseguenze. Se si fosse avvicinato ad un Ippogrifo prima del necessario inchino, sarebbe spettato all’animale decidere se ferirlo con il becco uncinato o i lunghi artigli delle zampe anteriori; se qualcuno avesse fatto lo stesso con Neal, avrebbe anche potuto assumere la sua forma di Animagus e sbranare il malcapitato in pochi secondi, condannandolo ad un destino ben peggiore rispetto ad un semplice braccio rotto. Per sua fortuna, il giorno in cui Lewis aveva incontrato l’amico e aveva scelto di ignorare la sua esplicita richiesta di essere lasciato in pace, si era beccato soltanto un incantesimo Tarantallegra che lo aveva costretto a ballare a ritmo delle risate di scherno del compagno. «Non ci avevo mai pensato. Avrei detto… uhm, Centauro. Sono molto orgogliosi, non si fidano facilmente e sono abili guaritori. Certo, tu di Divinazione e Astronomia non capivi nu– non… ti piacevano come materie, ecco, ma non stiamo a guardare il pelo nell’uovo ora.» lo osservò improvvisare una fasciatura attorno alla ferita e si chiese per quale motivo non si fidasse di lui. Non aveva la minima esperienza in ambito medico, non era in grado di controllare le sue emozioni, non aveva i nervi saldi e non avrebbe retto se il sangue avesse iniziato a zampillare, ma, in fin dei conti, cosa avrebbe potuto fargli? Evocare troppe bende e mummificarlo? Non sarebbe stata una cattiva idea, dopotutto: aveva letto che si trattava di una tecnica estremamente efficace per conservare al meglio i tessuti e, pur essendo consapevole del fatto che fosse una pratica da eseguire su un cadavere – e che avrebbe dovuto ucciderlo, sviscerarlo e cospargerlo di sostanze di cui non disponeva; dettagli –, si convinse che avvolgerlo sotto strati di bende gli avrebbe dato tempo a sufficienza per riportarlo a casa e garantirgli le cure mediche necessarie. Di sicuro gli avrebbe impedito di aprir bocca, opporsi e inveire ripetutamente.
    «Finiscila. Non vado da nessuna parte senza di te.» lo guardò negli occhi con un’espressione seria, severa, diversa rispetto a quelle a cui Neal era abituato. Non avrebbe sentito ragioni. Era stato lui a chiedergli di lasciare la riserva in Romania e si sarebbe assicurato che potesse tornarci sulle sue gambe. Gli diede una mano a sollevarsi, a camminare cercando di limitare gli sforzi, e seguirono il gruppo di ribelli per i corridoi del castello. Erano arrivati a salvare gli studenti, avevano raggiunto l’obiettivo per cui erano stati inviati in Scozia, eppure, nessuno dei presenti poteva dirsi tranquillo, nessuno poteva sentirsi al sicuro. Non c’era tempo per aiutare i feriti né tantomeno per gioire per quella momentanea vittoria, non c’era tempo per capire cosa stesse succedendo, per scorgere il volto dietro alla diabolica risata che risuonava nella Sala Grande, per parlare con il secondo gruppo di ribelli, per chiedersi chi fosse quell’individuo trasandato, di che reliquie parlasse e del perché dovessero essere loro a tener a bada Seth dopo tutto quello che avevano dovuto sopportare. Sentì la terra tremare, vide un centinaio di cloni accerchiarli e quando si accorse del primo spuntone fuoriuscito dal suolo, capì che non ci sarebbe stato neppure tempo per difendersi. «Diffindo! Evanesco!» iniziò a lanciare incantesimi in modo del tutto casuale, nella speranza di liberare il terreno e permettere a chi gli stava vicino di potersi concentrare sul vero nemico. «Aguamenti!»
    "argh, sono già in ritardo per la quest, non ho tempo per la citazione!"
    | 50 shades of grey | code by ms. atelophobia


    (14 pa) Difesa per Byron (Dustin + Lewis): Diffindo, genera un fascio dalla bacchetta che recide con un taglio netto oggetti di ogni genere.

    (17 pa) Difesa per Elwyn (Lewis + Elysian): Evanesco, fa svanire oggetti e animali, non è escluso che maghi potenti (Leader) possano usarlo anche sulle persone.

    Attacco Seth #10 (Lewis + Elysian): Auguamenti, genera acqua dalla bacchetta. Consigliato Per attaccare il nemico con ondate d'acqua, fino ad intrappolarlo dentro una sfera.
     
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    (4 pa) cj: spuntoni dal terreno
    (29 pa) eugene: raggio congelante
    (4 pa) ellis: spuntoni dal terreno
    (27 pa) tecno: varco oscuro
    (1 pa) aidan: terremoto
    (22 pa) jamie: morso al fianco
    (21 pa) mitch: spuntoni dal terreno
    (14 pa) todd: infero
    (40 pa) freddie: strangolamento
    (8 pa) esther: spuntoni dal terreno
    (16 pa) svetly: spuntoni dal terreno
    (13 pa) ophelia: bestia oscura
    (26 pa) elwyn: acido sul braccio
    (15 pa) carrie: spuntoni dal terreno
    (4 pa) jazz: spuntoni dal terreno
    (28 pa) cora: spuntoni dal terreno
    (5 pa) ely: raggio luminoso alla gamba
    (5 pa) ringo: pugnale alla gamba
    (16 pa) dustin: rampicante
    (19 pa) minkia: spuntoni dal terreno
    (4 pa) marion: spuntoni dal terreno
    (16 pa) d.j.: spuntoni dal terreno
    (3 pa) gwen: getto d'acqua
    (7 pa) keira: spuntoni dal terreno
    (27 pa) gaga: affogamento
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    (14 pa) barbie: folata di vento
    (21 pa) noah: freccia al petto
    (3 pa) elijah: spuntoni dal terreno
    (8 pa) darden: spuntoni dal terreno
    (16 pa) mic: spuntoni dal terreno
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    (15 pa) roy: spuntoni dal terreno
    (4 pa) victoria: spuntoni dal terreno


    (14) COMBO DIFESA BYRON (dustin + elwyn): 7 + 2 = 9 pd (-5 ps)
    Lo spuntone ti colpisce alla spalla.
    (17) COMBO DIFESA ELWYN (elwyn + au-ely): 1 + 11 = 12 pd (-5 ps)
    Salendo sulle spalle di Elysian, sei maggiormente esposto alle fronde degli alberi: prendi un ramo in faccia.
    (13) COMBO DIFESA AU-ELYSIAN (au-ely + tecno): 3 + 10 = 13 pd
    (30) COMBO DIFESA RUDY (dustin + tecno): 8 + 14 = 22 pd (-8 ps)
    La terra dissestata ti fa cadere a terra, contro una roccia aguzza già emersa: ti si apre un lungo taglio sulla schiena.

    COMBO ATTACCO SETH 66 (dustin + tecno): 8 + 8 = 16 pa
    DIFESA SETH 66: 8 pd (-8 ps)
    Colpito sia dal bastone che dall'incantesimo, il Seth da voi preso di mira svanisce nel nulla.

    COMBO ATTACCO SETH 10 (ely + elwyn): 15 + 5 = 20 pa
    DIFESA SETH 10: 21 pd (+1 pa)
    La pugnalata colpisce Seth in piena schiena, e l'Aguamenti lo fa cadere a terra, dove si dissolve in una nuvola di fumo.
    Attraverso la coltre che s'innalza dal punto in cui poco prima c'era la copia, fate appena in tempo a vedere una scarica elettrica colpire Dominique Baudelaire, facendolo cadere a terra stordito.
    DOMINIQUE: -8 ps

    [27 pa] TECNO: un varco oscuro prova a risucchiarti nel Vuoto.
    [(25+1) 26 pa] ELWYN: un potente getto d'acido corrosivo è diretto verso il tuo braccio, mirando a sciogliertelo.
    [(4+1) 5 pa] ELYSIAN: un raggio luminoso cerca di passarti da parte a parte la gamba sinistra.
    [16 pa] DUSTIN: un rampicante nasce sotto ai tuoi piedi, e cerca molto velocemente di ricoprirti del tutto e stritolarti.

    Edited by zugzwang. - 28/5/2018, 18:07
     
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    Passò la lingua sulle labbra sentendo il sangue ormai secco sciogliersi a contatto con la saliva, cercando fra frammenti di carne e denti ancora un briciolo del sapore dolce amaro di Sersha Kavinsky. Rimpianse di non averla tenuta stretta al proprio petto un po’ più a lungo, di non aver intrecciato le dita alle ciocche bionde di lei costringendola ad un altro sospiro condiviso, di non aver tenuto per sé e per loro ancora un poco di quell’aria viziata e ferrosa. Respirava a malapena e solo a bocca spalancata, ma quell’ossigeno l’avrebbe sacrificato volentieri se fossero valse le labbra della Serpeverde sulle proprie. Era durato solo un attimo, ma quell’attimo era bastato a farlo sentire completo, lenendo il vuoto che CJ scavava da anni e mesi ed ore in un costato già cavo. Quel mondo aveva smesso di comprenderlo la prima volta che il suo culo era stato sbattuto senza troppi complimenti all’Aetas, denigrandolo a sogno ed utopia. Nei mesi in California, quel senso di distacco non aveva fatto altro che consolidarsi, rendendo l’universo alternativo nulla più che un racconto con cui spaventare i bambini che non si fossero comportati bene.
    Ed allora perché è così reale, CJ. Ed allora perché fa così male. Ed allora perché il cuore del Tassorosso pareva essere divenuto piombo a picchiare su carne tenera prima di cuocerla alla piastra, gli occhi verdi chini su un esanime Jeremy Milkobitch. Quanta differenza poteva fare che non fosse lo stesso ragazzo con il quale, negli annoiati pomeriggi in sala comune, s’intrufolava alle feste di CelesteBrowninDornette per rubarle le candeline ed usarle per dare fuoco alle tende, quando il pianto di Arabells Dallaire lo rendeva maledettamente umano e maledettamente Jeremy Milkobitch? Quanto poteva importare che il corpo accasciato al suolo rispondente al nome di Gwen non fosse la Markley, se a piangerla c’erano un Cillian ed un Dominique che avrebbero potuto essere Archibald e Aidan?
    Quell’intera guerra l’aveva sotto valutata, ancora cinicamente convinto che fosse tutto un pessimo ed ironico scherzo del destino. Lui, che il conflitto ce l’aveva nel sangue, aveva masticato quelle morti a denti stretti e capo chino, un sorriso smozzicato nello scettico e poco onesto tutto qua? rivolto a Dio o chi per esso.
    Tutto qua?
    E poi era apparso Van Lidova. CJ aveva quel viso spigoloso impresso nella memoria come una cicatrice sempre fresca, gli occhi scuri e vuoti ad osservarlo privi di luce dalla parte opposta della scrivania. Quel volto falso ed illusorio sotto al quale, coprendo un arrogante ghigno, si nascondeva Vasilov – un mago purosangue, dannazione. Un fottuto purosangue con pregiudizi verso chiunque non avesse un pedigree fatto di incesti a mantenere la linea illibata.
    Non aveva alcun senso che fosse lì, che fosse Seth. Che da anni tenesse le redini di quel Regime, che possedesse un potere così oscuro e tremendo – com’era possibile? Cercò lo sguardo di Sandy, labbra strette fra i denti e dorso della mano ad asciugare l’insolente rivolo di sangue dal naso spaccato. Aveva creduto che Vasilov, nel suo camuffarsi per prendere lo scranno della Gran Bretagna, avesse scelto tratti casuali e del tutto anonimi, ma… non aveva alcun senso, l’uomo di fronte a lì a sorridere pacchiano e presuntuoso. Seth non avrebbe dovuto esistere. Cosa significava quella cazzo di pagliacciata? Incrociò lo sguardo di Andy, e non lo trovò affatto sorpreso da quell’apparizione – lo vide solamente sibilare quando l’oscurità parve farsi più densa e molliccia in filamenti concreti che diedero forma ad altri Seth: un intero, fottuto, esercito di Seth. «ve l'ho già detto che siete degli stronzi?» e CJ Knowles, sputando un grumo di sangue sul terriccio che arginava il Lago Nero, gli diede l’unica risposta che quel quesito domandava: «non abbastanza», che nel linguaggio dei Freaks significava non morire, pezzo di merda, e ridimmelo anche domani. Quanto cazzo ti pare, ma vaffanculo: ridimmelo. Gli volse un silenzioso cenno del capo, gli occhi chiari a scivolare su Joey, Sersha, il De Thirteenth – tutti ragazzini che ragazzini non avevano mai avuto la possibilità d’esserlo, e per il quale era ormai tardi desiderare altrimenti. Comprendeva perché la vita di CJ Hamilton fosse così una puttanata placcata d’oro: lui non li aveva, dei Freaks. Non aveva un gruppo di merde dal quale voler tornare sempre, per il quale avrebbe dato vita ed anche quel che veniva dopo - ogni fottuta volta.
    «non abbastanza» ripetè secco, spaccando la bocca nell’ennesimo sorriso sornione. Tentò d’inumidire le labbra, si schiarì la gola indietreggiando colpevole dopo un’ultima, mesta occhiata ai suoi migliori amici: l’aveva evitato fino a quel momento, e credeva di volerlo fare fino alla fine, ma con il tempo a scandirsi a furia di caduti sul campo di battaglia, CJ si rese conto che Gemes era stato solo l’ennesima vittima di un egoismo tutto Knowles – che non si meritava una verità scomoda e stupida, la quale un’utilità non l’aveva né per il Tassorosso, né per l’avvocato. Passò il pollice sulla punta del naso strappandosi una smorfia sofferente, i denti spaccati a tranciare la carne della bocca nel sorriso opaco con il quale tirò una debole gomitata all’au-Hamilton. «senti,» subito al dunque, il Knowles. I convenevoli li lasciava a chi di parlare ne avesse avuta ancora voglia. «non pensarci troppo, okay? non ha alcuna importanza» si strinse nelle spalle distogliendo lo sguardo, Houdini stretta al petto come il figlio che CJ non meritava ma del quale CJ aveva bisogno. «è storia vecchia» letteralmente, tipo di diciassette più ventitrè anni prima. Inarcò le sopracciglia. E mentre Ellis confidava a suo padre dove poterla trovare una volta tornato a casa, e Gwendolyn svelava l’arcano agli Arcidan, CJ Knowles avrebbe fatto il diverso minimizzando la questione ad una scrollata di spalle – certo, loro non dovevano liberare una povera anima innocente dal peso emotivo di un CJ Hamilton. Non è colpa tua, avrebbe voluto dirgli; ma non è neanche colpa sua, sentendosi in parte doveroso di giustificare l’altro CJ – o sé stesso, sempre sé stesso. «mi dispiace per il tuo mondo, amico» non sorrideva più, il cuore a stringersi nell’udire l’ennesima supplica del non farlo, andiamo. non puoi farlo davvero sapendo che l’avrebbero fatto, perché di scelta non ne avevano. Guardò un Frankie con il volto coperto fra le mani, un Billie con le braccia avvolte alla vita di Elijah, una Gkee a sputare sangue e respiri finchè poteva.
    A quel punto era difficile ignorare l’elefante nella stanza: la situazione poteva solamente peggiorare.
    E l’avrebbe fatto.
    Avrebbe voluto congedarsi con un superfluo ci abbiamo provato; fu perfino tentato di mentire, l’inganno di un andrà meglio a premere in gola – ma quando mai il Knowles s’era sporcato tanto d’illusioni? «dico davvero» concluse abbassando il capo, sapendo che non servisse ad un cazzo ed incapace di deglutirlo assieme alla saliva ed al sangue. Un «mi dispiace» che, poco distante, ripeté in un soffio ad Andrew Stilinski, le guance bagnate di pianto e le dita sporche di sangue a tremare attorno al fucile. Lui parve non sentirlo, ma a CJ non sfuggì l’improvviso irrigidirsi delle spalle.
    Dio, che vita di stenti.
    Bonus: ma se fossero morti tutti, chi li avrebbe riportati a casa? Perché la morte non la temeva da un pezzo, ma l’idea di sopravvivere e rimanere prigioniero in quel fottuto universo al contrario, gli strappava l’aria dai polmoni. Piuttosto una pallottola in bocca, ed evviva la morte.
    «che bella merda» commentò atono ritrovandosi al fianco della Drinkwater, un ghigno appena accennato nella sua direzione. Si respirava più sangue che aria, in quella landa del cazzo di Hogwarts – quasi gli mancavano le brutali, sadiche torture con il quale Van Lidova lo deliziava nei giorni pari e dispari. Quasi, perché in quelle era da solo: almeno lì sarebbero morti felici e insieme, come le vere squadre.
    Cinquanta amiki ed un paio di ps.
    «cristo - » ed afferrando un braccio di Ellis, l’avrebbe spinta prima che uno spuntone potesse affettarla. «- santo» ed ancora allacciato alla ragazza, si sarebbe lasciato trascinare via indietreggiando insieme a lei come il duo di pinguini spastici che un tempo, una tal Sara, gli aveva casualmente indicato come sé stessa e una certa Roberta: eh sai, quando si chiudono le porte dei treni e vai in panico ma non sai cosa fare, allora cerchi supporto giusto per dire di averci provato! (12) DIFESA PER AYO (barry + jamie): 1 + 3 | (22) DIFESA PER CJ (cj + barry): 1 + 2 = 3 pd (-19 ps). «eh, vabbè» ritrovandosi schiena contro schiena con la ragazza, pur separandoli svariati centimetri, il Knowles reagì nell’unica maniera consona: citando le charlie’s angels chinandosi ed intrecciando i gomiti con quelli di lei. Sollevandola appena e tenendola agganciata alle proprie spalle, avrebbe cominciato a roteare mentre lei intonava le note della loro battle cry prendendo a calci uno dei tanti Seth lì presenti.
    Beh, dai. C’erano modi e compagnie peggiori per morire.

    christopher jeez knowles
    I stand alone
    Can't get much higher
    It's in my bones
    The true survivor
    HANDS TIED, REMEMBER,
    IT'S SUICIDE TO SURRENDER
    THERE ISN'T ANY OTHER WAY,
    THERE ISN'T ANY OTHER WAY
    1918 vs au 2018
    hufflepuff | Egaisson
    2000's | 1997's
    upside down: andy stilinski


    (4) DIFESA ELLIS (ellis + cj): la sposta
    (4) DIFESA CJ (ellis + cj): si sposta
    ATTACCO SETH 86 (ellis + cj): piroetta


    Edited by #epicWin - 28/5/2018, 18:58
     
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    E non era riuscita a difendere nessuno dei presenti, insomma era normale, anche se era leggermente delusa, o forse no, per come era andata fino a quel momento poteva starci che non fosse in grado di reggere fino alla fine, mica poteva difendere tutti e riuscirci, era chiedere l'impossibile, si trattava pur sempre di Ellis Drinkwater con padre Barrow; anche era un ragazzo cazzuto, la fortuna non era nel loro dna; già il fatto che fosse arrivata fino a quel momento più o meno in piedi poteva ritenerlo un miracolo, ma lo sapeva anche lei che la ruota della morte girava e che presto avrebbe colpito anche lei. Doveva solo fare una cosa prima. Andò da sua madre «Mà. Devo chiederti un piacere»
    «cosa?» Ashley era acida e mai accettava così alla prima, ma si trattava di sua figlia e con lei diventava più dolce, senza neanche rendersene conto.
    «Cercami. Quando tornerai a casa. Continua a cercarmi, potrei essere in orfanotrofio ora. Non so il nome, ma ti prego non smettere di cercarmi. Ok? » disse prendendole le mani e infine abbracciandola. Sentiva un nodo alla gola, come se quello fosse il loro ultimo momento madre e figlia. Non era una ragazza dalle doti eccezionali e non capiva mai quello che le veniva detto di solito; non aveva familiarità coi sentimenti ma quella volta sentiva che qualcosa sarebbe cambiato e non in meglio. Quindi aveva deciso di smettere di cazzeggiare e dare le direttive ai suoi genitori per trovarla, aveva saputo la verità ed era lì per un motivo, quindi quella era la volta buona.
    «Ellis che ti prende?»
    «Voglio darti le informazione. Sai nel caso non dovessi farcela»
    «Non ci pensare proprio. Io ti proteggerò sempre» dolce ingenua Ashley, accecata dall'amore materno.
    « Lo so, mamma» fece un debole sorriso, era brava a mentire ma gli occhi tradivano l'ansia della mora che «Ti voglio bene» disse quasi mangiandosi ogni parola, ma Ashley aveva capito e prontamente rispose un anch'io; dopo un veloce abbraccio con sua madre, decise di scappare, non avrebbe retto ancora per molto e non voleva piangere, non se lo poteva permettere.
    Ed eccola lì al fianco di Will, con lui poteva fare la tosta, poteva fingere senza problemi, come faceva ogni figlia femmina col proprio padre. Si mostrò quindi sorridente come lo era stata fino a quel momento «Pà, devo dirti una cosa» disse sistemandosi il tirapugni; gli piaceva davvero quell'aggeggio, aveva visto momento davvero pericolosi, spesso lo usava per non farsi derubare nelle stradine di Londra. Era una tosta, oltre che fumata. Guardò un Will dubbioso, era adorabile quando aveva quello sguardo, tanto che gli sorrise «Forse non lo sai. Cioè è sicuro che non lo sai. Io ho un gemello. Si chiama Antares e ora sta con gli Icequeen. Salvalo» disse dandogli una pacca sulla spalla come se stessero parlando del tempo, aveva delle doti la mora che un empatico poteva temerla. «tu e mamma. Andate a prenderlo. Ti voglio bene pà» disse e si mise sulle punte per dargli un veloce abbraccio, poi scappò prima di sentirgli dire qualcosa, forse doveva ancora metabolizzare la notizia ma lei non aveva tempo. Non poteva permettersi altre distrazioni perché come gli altri era sotto attacco da alcuni spuntoni (?), ma come cazzo si scappava da una cosa del genere? Provò ad andare a zigzag, come i veri ubriachi e ripeto lei non fumava da diversi giorni, nel mentre le venne una canzone. Forse perché sentiva come se stesse ballando e un pochino era così. Era giunto il suo momento. Poteva dare libero sfogo al suo essere «Baby, look at me. And tell me what you see. You ain't seen the best of me yet. Give me time. I'll make you forget the rest» e un passo a destra, salta un cadavere, evitane un altro ogni strofa era un passo, era divertente tutto sommato. Si ritrovò persino a colpire Cj. «che bella merda» le disse e lei annuì, avrebbe voluto dire qualcosa ma non c'era bisogno di dire molto in realtà, aveva parlato anche troppo e ora voleva solo ballare; lo fece prendendo sotto braccio il ragazzo, anzi fu lui a prenderla sotto braccio, in vero stile mago di oz e insieme presero a cantare e evitare i corpi e gli spuntoni manco fossero sul sentiero dei mattoni gialli. «Remember my name, fame. I'm gonna live forever. I'm gonna learn how to fly, high » Ecco come i due pensavo di sopravvivere o morire, dipende dai punti di vista. Ma non sarebbe finita lì, la mora sembrava carica così come quel tossico di Cj, forse per quello sembravano essere sulla stessa lunghezza d'onda tanto che si lasciò prendere dalle ascelle, schiena contro schiena. Un sogno si stava avverando, avrebbero ballato «I'm gonna live forever. Baby, remember my name. Remember, remember, remember, remember. Remember, remember, remember, remember» e così facendo avrebbe provato a dare dei bei calci a Seth o forse in realtà erano già morti e quello non era avvenuto. Chi lo sa.




    Ellis Drinkwater

    «Better a temporary disappointment
    than an eternal illusion.»
    «Everything goes,
    but nothing goes away completely.»
    18 y.o // 22 y.o
    2018 (2043) // 2118
    Hogwarts
    Ashey Stewart

    (4) DIFESA ELLIS (ellis + cj): si sposta
    (4) DIFESA CJ (ellis + cj): Lo sposta
    ATTACCO SETH 86 (ellis + cj): piroetta con tanto di calci
     
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    (11 pa) cj: tirapugni allo stomaco
    (29 pa) eugene: raggio congelante
    (24 pa) ellis: motosega al petto
    (27 pa) tecno: varco oscuro
    (1 pa) aidan: terremoto
    (22 pa) jamie: morso al fianco
    (21 pa) mitch: spuntoni dal terreno
    (14 pa) todd: infero
    (40 pa) freddie: strangolamento
    (8 pa) esther: spuntoni dal terreno
    (16 pa) svetly: spuntoni dal terreno
    (13 pa) ophelia: bestia oscura
    (26 pa) elwyn: acido sul braccio
    (15 pa) carrie: spuntoni dal terreno
    (4 pa) jazz: spuntoni dal terreno
    (28 pa) cora: spuntoni dal terreno
    (5 pa) ely: raggio luminoso alla gamba
    (5 pa) ringo: pugnale alla gamba
    (16 pa) dustin: rampicante
    (19 pa) minkia: spuntoni dal terreno
    (4 pa) marion: spuntoni dal terreno
    (16 pa) d.j.: spuntoni dal terreno
    (3 pa) gwen: getto d'acqua
    (7 pa) keira: spuntoni dal terreno
    (27 pa) gaga: affogamento
    (10 pa) william: bestia oscura
    (14 pa) barbie: folata di vento
    (21 pa) noah: freccia al petto
    (3 pa) elijah: spuntoni dal terreno
    (8 pa) darden: spuntoni dal terreno
    (16 pa) mic: spuntoni dal terreno
    (12 pa) akelei: spuntoni dal terreno
    (42 pa) jaden: ramo al petto
    (9 pa) will ii: spuntoni dal terreno
    (15 pa) roy: spuntoni dal terreno
    (4 pa) victoria: spuntoni dal terreno


    (4) DIFESA ELLIS (ellis + cj): 10 + 5 = 15 pd
    (4) DIFESA CJ (ellis + cj): 9 + 13 = 22 pd
    ATTACCO SETH 86 (ellis + cj): 8 + 3 = 11 pa
    DIFESA SETH 86: 15 pd (+4 pa)
    Preso prepotentemente a calci, il vostro Seth viene sbalzato all'indietro, rimanendo impalato in uno degli spuntoni evocati poco prima.
    Ed è lì, mentre esala il suo ultimo fiato, che la fisionomia del clone cambia - più morbido il viso, più lunghi i capelli e gentili gli occhi.
    Shiloh Abbot si spegne sotto i vostri occhi, labbra e dita sporche del suo stesso sangue.

    Prima che possiate accorgervene, Seth vi entra nella testa.
    [(7+4) 11 pa] CJ: obbliga Ellis a colpirti allo stomaco con il tirapugni.
    [(20+4) 24 pa] ELLIS: istiga CJ ad infilzarti il petto con la motosega.
     
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    La vita di Nathaniel Lowell era sempre stata tranquilla, pacifica. Una mattinata passata in biblioteca a chiacchierare sul libro giusto per la nipotina di un cliente, un pomeriggio a prendere il tè con i fratelli insistendo sulla qualità nettamente migliore dell'earl grey rispetto a quelle robacce di Brandon, una serata a guardare a braccia conserte la grande cartina con puntine colorate appesa in camera chiedendosi dove poteva andare per il weekend, e successivo messaggio sulla chat dei castafratti "e invece com'è messo il governo del Nauru? Dai Eli, ti serve una vacanza, andiamoci". Una vita piuttosto semplice, la sua, vissuta a testa bassa senza vergogna con lo scopo di non far arrabbiare le persone sbagliate e poter così continuare a stare in quel limbo di sicurezza pacata. Non un bravo soldato, o un bravo filantropo, ma decisamente un brav'uomo che tale si riteneva - quanti al mondo potevano dire alla fine di mettere a rischio tutto quello che avano per degli sconosciuti, completi sconosciuti? Non molti, mh? Ma questo non lo rendeva un mostro, o per lo meno avrebbe reso tale anche nove decimi della popolazione mondiale, e a Nath piaceva pensare positivo. Dopotutto lui aveva una bella famiglia, una bella casa, un bel giro di amici, una bella vita. Non che non disprezzasse le politiche governative, non che gli si stringesse il cuore alle notizie dell'ennesima vittima inutile, ma se il prezzo da pagare per continuare a essere felice (continuare a lasciare che le cose capitassero agli altri invece che a chi amava) era voltarsi dall'altra parte, l'avrebbe pagato per sempre senza rimorsi. O almeno finchè le cose fossero state sopportabili. O almeno finchè la sua sorellina, occhi grandi e più coraggio nel corpicino minuto di quanto Nath a quanto pare avesse in un dito, non gli aveva detto della missione. «Certo che verrò anche io»
    Non per Elijah, Eugene e Jade, che se la sarebbero cavati anche da soli, non per Billie e il suo amico Jeremy, innocenti in quella guerra e che al termine di tutto .- con Gkee - avrebbero ereditato il mondo e avrebbero poi raccontato come a ciò erano arrivati; non per persone lontane e sconosciute, e non, per quanto avesse provato a dirselo, per bambini che ancora dovevano nascere e che non avrebbe avuto la fortuna di veder giocare e imparare a leggere. Nath era andato per Jericho, praticamente solo per Jericho. Certo, con il passare delle settimane si era affezionato alla causa, aveva iniziato a crederci di cuore e si era detto disponibile a morirci, ma gran fetta del merito del perchè si trovasse lì era da attribuirsi alla sorellina; perchè si fidava di lei, perchè l'avrebbe protetta, perchè era impossibile pensare ad una combinazione in cui i tre fratelli Lowell non erano indispensabili gli uni agli altri per sopravvivere; da soli non era lo stesso. Non funzionavano e basta, i Lowell, perchè mai avevano dovuto imparare a farlo, pensando piuttosto negli anni a diventare quello che agli altri due mancava per sopperire alle lacune, per tappare i buchi e diventare una micidiale macchina d'amore. Non funzionava e basta, Nathaniel, senza di loro. Lungi dall'essere perfetti i tre fratelli, ma a chi serviva la perfezione quando aveva gli altri due sempre al proprio fianco? Quando c'era- «JERICHO, ATTENTA!»
    Nathaniel si agitò fra le braccia di Jade, obbligando la ragazza bionda già destabilizzata a cadere a terra. Jade si strinse a lui d'istinto per attutire la botta col terreno, un gemito di dolore quando la gamba grondante di sangue sbatté a terra. L'uomo neanche fece caso alla mano di Jaden che, nel tentativo di alzarsi, schiacciava sulla ferita al ventre riaprendola e sporcandole le dita di rosso («Porco Arduin, scusami Nath! Stai-»), neanche riconobbe una Rea morente, nè fece caso al proprio pantalone strappato umido di sangue; gli occhi erano altrove, su una lancia che era stata più veloce delle proprie parole, su un tiro troppo perfetto perchè potesse non centrare il bersaglio. La testa svuotata da qualsiasi altro pensiero che non fosse raggiungere Gkee, Nathaniel corse, le gambe e le braccia a graffiarsi contro gli spuntoni che apparivano senza preavviso dal terreno, i piedi a incespicare nel terreno dismesso mentre spingeva via dalla propria strada una Carrie Krueger in rosa che gli rallentava l'arrivo. Probabilmente cadde, nel precipitarsi dove la lunga asta si era conficcata al termine del proprio viaggio, ma più in fretta di chiunque altro, non importava la distanza che li separava, arrivò comunque dalla sorella per primo, gli occhi azzurri spalancati e sgomenti, la barba sporca di polvere e cremisi. «Cazzo» Si buttò a terra in una mezza scivolata a fianco di Gkee, lo sguardo dalla ferita al viso mentre una mano recuperava la bacchetta e l'altra le prendeva delicatamente la testa per posarsela sulle gambe, perchè non stesse nel fango. «Non muoverti. Va tutto bene. Ci sono io» frasi meccaniche tipiche per una sbucciatura sul ginocchio ad una più giovane Lowell atte a calmare la bambina, ma prive di significato in una situazione del genere. Portò le dita sulla faccia della sorella ad accarezzarle con piccoli movimenti nervosi la guancia lasciandole strisce scure. «Resta con me, ok? Stringimi il braccio se ti fa male; ora- ora curiamo questa cosa»
    Passò a guardare la lancia conficcata nello stomaco, un conato di vomito a salirgli alle labbra e velocemente rimandato giù. Puntò la bacchetta cercando di tenere la mano il più ferma possibile visto che - "merda" - non riusciva a smettere di farla tremare. «Non è così-» grave? Cristo, lo era eccome. Nathaniel non aveva minimamente le abilità per curare una ferita del genere. Poteva usare un Auferte? Un Epismendo? Doveva togliere l'arma o lasciarla lì a tappare il buco? Cosa diavolo avrebbe fatto un guaritore? Cosa avrebbe fatto Brandon? Dopo qualche istante di dubbio, optò per tagliare magicamente la lancia, in modo che non spuntasse più a quel modo, ma non tolse la punta. Avrebbe anche voluto spostare la ragazza, prenderla in braccio e portarla via, ma non era sicuro che non avrebbe peggiorato la situazione rischiando di muovere con lei l'arma. Tentò di smaterializzarsi, senza successo. «...ok, cambio di programma. Va tutto bene, tu starai bene, devi solo stare- stai ferma. Ti riporto a casa. Io vado a chiamare aiuto e-»
    «Nathaniel» Neanche alzò lo sguardo su Mads. Gli era bastato il tono della sua voce per fargli credere che sul viso della ragazza non ci avrebbe visto niente di buono, e lui necessitava ottimismo in quel momento, necessitava speranza. «Resta qui con lei» Nath scosse la testa. Jericho aveva bisogno di aiuto, e lui chiaramente non era in grado di darglielo. Non aveva motivo di dover restare, non aveva niente da dirle che non potesse attendere la fine della battaglia, o quando l'avrebbe portata via di lì. «Ma-» «Resta. Vado a cercare Barbie»
    Gli occhi azzurri in quelli di Gkee, non ascoltò il successivo «Sei stata bravissima» di Mads seguito da un buffetto alla Lowell prima che la ragazza anni venti sparisse in un varco oscuro, nè volle pensare cosa stesse a significare. Era una brutta ferita, ok, ma era-... sarebbe-... non poteva essere la fine. Non ancora, non di lei, non così. Gkee, Jericho, era amata da tutti, era una brava ragazza, meritava di vedere i frutti di quella ribellione molto più di tutti i Nath che lì c'erano finiti quasi per caso. Era gente come lei che doveva guidare il mondo del futuro.
    Nathaniel deglutì, sforzandosi di aprirsi in un sorriso mentre la mano armata di bacchetta cercava le dita della sorella da stringere. Avevano ancora un sacco di tempo a disposizione, dovevano averlo; dovevano ancora assaggiare il nuovo dolce scoperto da Brandon nell'ultimo viaggio missionario (che sarebbe stato terribile, ma avrebbero elogiato perchè gli volavano bene), finire di comporre la ninna nanna swag per Elite, trovare una ragazza a entrambi, dare il proprio nome ad un cocktail, mettersi in pari con Brooklyn Nine Nine, imparare a montare un video per il compleanno di Bran, vestirsi da team rocket per halloween. E non riusciva a dirgliele, quelle cose, non riusciva a pregarla di resistere, di non lasciarlo - che senza di lei era perso -; non riusciva a trovare le parole per far capire che non avrebbe mai potuto avercela con lei, neanche se gli avesse ucciso i migliori amici, che la capiva e sapeva di essere infantile a voler fingere che non fosse una guerra ma che cazzo no, non era disposto a pagarne il prezzo se voleva dire restare senza di lei... ma sapeva che Jericho avrebbe sentito ugualmente tutto quello. Lowellpatia, no? Appoggiò la fronte a quella della ragazza, stringendola leggermente. Cercò di non piangere nonostante il dolore alla bocca dello stomaco e la gola a gorgogliare, perchè l'ultima cosa di cui aveva bisogno sua sorella era vederlo in quello stato. Se gli avesse chiesto di dirle che si sarebbe salvata, l'avrebbe fatto; se gli avesse chiesto di non prenderla in giro e di essere onesto, avrebbe tanto di esserlo, per lei.
    Le dita ancora ad accarezzare la pelle sporca della Lowell mormorò: «Mi dispiace essere stato ipocrita, in Messico. So chi ero quando mi sono alzato stamattina» si staccò leggermente, per tornare a guardarla. «ma da allora sono cambiato diverse volte» Alice nel Paese delle Meraviglie; quante volte lo avevano letto e citato, i tre Lowell? Un libro che a dirla tutta non aveva niente di eccezionale, ma che aveva sempre divertito Nathaniel, qualsiasi Nathaniel, riportandolo all'infanzia, alle risate e le arrampicate sui divani diventati fortini e castelli. Si umettò le labbra «Uccideremo Seth. Uccideremo tutti, se necessario. Sarò qui finchè non ti addormenti, e sarò sempre qui al tuo risveglio, ok? Non ti lascio sola» Ma tu non lasciare me.

    «Resta. Vado a cercare Barbie»
    Si avvicinò velocemente, slalom fra gli spuntoni creati dal nulla e le persone che gridavano, combattevano, piangevano, ad un Barbie poco distante, fra i denti ancora il crocifisso dal sapore ferroso che lasciò cadere al cospetto del ragazzo. Avrebbe preferito non lasciare i Lowell scoperti in un momento del genere, ma era sicura che Nathaniel non avrebbe compreso davvero cosa stava accadendo, se non fosse rimasto solo e non avesse fatto i conti con la realtà del fatto. Voleva che almeno lui approfittasse del tempo che gli era stato dato con Gkee prima che fosse troppo tardi; poteva non capire quanto fosse fortunato ad essere lì alla morte della ragazza, ma un giorno avrebbe potuto pentirsene, se se ne fosse andato.
    Alzò lo sguardo su Barbie, buttato nella battaglia come il vero soldato che era, e anche se non credeva che ci fossero vere possibilità di sopravvivenza per la Lowell ugualmente decise di provare a renderlo partecipe del fatto; tanto per iniziare, perchè conosceva quel mondo da non così tanto tempo da poter dire cosa fosse o non fosse possibile, e poi perchè, forse era stata una sua impressione, ma aveva visto Barbie stranamente attento alla Lowell, così come ad un'altra ragazzina trovata svenuta ad Hogwarts (non gli aveva chiesto se gli ricordassero qualcuno in particolare del loro tempo - moglie? figlia? - preferendo un tacito supporto). «Gkee Lowell» gli posò una mano sul braccio, per richiamare la sua attenzione. «E' parecchio ferita» dire sta morendo sarebbe stato davvero troppo freddo persino per lei, quando si parlava di doverlo comunicare a un Jagger. Voltandosi, incrociò gli occhi di Darden; poteva essere anche lei interessata alla questione, per quanto ne sapeva; in Messico le aveva viste parlare. «Mi dispiace»
    E a quel punto avrebbe notato il coso uscire dalla terra e intenzionato a trapassare la Fay. Con uno scatto Mads si sarebbe avvicinata a lei, allungando la mano verso lo spuntone che si stava creando per distruggerlo prima che potesse ferire chiunque. Alzando lo sguardo vide una delle copie dell'uomo che dovevano sconfiggere proprio lì vicino, a portata di tiro. Era un'enorme perdita di tempo cercare di distruggere una per una quelle rappresentazioni, ma poichè non avevano modo di distinguere l'originale pareva davvero l'unica soluzione eliminarli uno a uno... sempre che l'originale fosse fra quelli, ovviamente. Sperava solo William Lancaster, Webster Perkins o qual era il suo nome si sbrigasse ad attivare le piume che avevano trovato prima che ci fossero più persone da piangere che non sopravvissuti.
    Attingendo all'oscurità, sentendosi più forte in quel terreno di battaglia oscuro che non in Messico, avrebbe creato un coltellino da tirare contro Seth, pregando in cuor suo potesse essere l'originale.
    1918: ritka peskov mads wesley
    I will keep quiet You won't even
    know I'm here You won't suspect a thing You won't see me in the mirror You can't make me disappear
    No, I ain't too flawless and no, I ain't the best And no, I don't
    say sorry and no, I ain't perfect
    But I am the man. Shots fired
    1918 vs 2018 au
    mechanic | librarian
    1991's | 1894's
    au: nathaniel "nath" lowell


    (15) DIFESA PER CARRIE (nath + will) → spintona via
    (8) DIFESA PER DARDEN (mads + will) → disintegra lo spuntone prima che la colpisca
    ATTACCO SU SETH 54 (mads + will) → lancia coltellino fatto d'ombra
     
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    William doveva ammettere che quello non era stato un bello spettacolo, quando si trattava di uccidere qualcuno lui preferiva un qualcosa di pulito, rispetto ai pezzi di carne esplosi per tutta la stanza. Il Barrow non era di stomaco debole, ma quel lezzo di pelle bruciata e un braccio atterrato poco vicino a lui gli stavano facendo rivalutare tutte le sue scelte di vita. Perché Marcus aveva dovuto rovinare il loro spensierato spogliarello in quel modo? Oh, lui non li capiva quei sadici del cazzo, erano davvero dei primitivi in confronto a loro del 2118. Si tirò su le braghe in fretta, guardandosi intorno allarmato con il terrore che Helianta spuntasse alle sue spalle a toccargli il pacco, e si avventurò per i cadaveri per cercare una maglia. Non capiva che avesse di sbagliato quella gente, tutti con un vestiario peggiore dell’altro, era indeciso su cosa fosse peggio: la maglia di Nina Moric o quella di un certo lsd boi. Alla fine scelse di infilarsi quell’ultima, giusto perché il volto della Moric lo terrorizzava.
    Un po’ come Helianta Monnarie, tenuta a cuccia da delle sbarre <s>per fortuna. Odiò Jamie quando con una gomitata glielo fece notare, e il Barrow si ringraziò per aver avuto il buon senso di vestirsi poco prima – non voleva che lo vedesse ignudo, né che provasse a toccare il suo bellissimo fisico scolpito. «è chiusa bene dentro, vero?» domandò all’amico, valutando il fatto di saltargli in braccio per proteggersi da quella ninfomane. La vedeva un po’ come un Gollum, spaventosa e pericolosa. Gli si strinse il cuore quando i suoi occhi incrociarono quelli di una Niamh così giovane da poterla riconoscere a malapena, che cazzo le hanno fatto, fu il suo primo pensiero, seguito da quello di doverla liberare da lì. Prima che potesse farlo, Iron Man si palesò davanti a loro, prendendo a parlare di cose che William non comprese del tutto. Capì, però, che quel portale li avrebbe portati ad Hogwarts – si fidava? No. Aveva scelta? Nemmeno. L’unica, magra consolazione era che sarebbe stato lontano da Helianta.
    «cos’è questa trappola?» una trappola, eh? William era il tipo di persona che aveva bisogno di avere sotto controllo la situazione, sempre attento a ogni minima variazione per poter essere sicuro che niente potesse coglierlo di sorpresa. Non gli piaceva per niente, quella situazione di merda in si era infilato da solo. Sentiva gli occhi di Jamie bruciare sulla guancia, un cristallino te l’avevo detto a tormentarlo. Quando aveva attraversato il Portale, il Barrow era perfettamente conscio di quello che stava facendo, e mai l’aveva obbligato a seguirlo – ciononostante sapeva che l’avrebbe fatto comunque, non l’avrebbe mai abbandonato a se stesso. «chiudo la fila» William rallentò il passo affiancandosi a lui, col cazzo che l’avrebbe lasciato lì da solo. I Barrow erano molesti per natura, non poteva farci niente, l’Hamilton poteva odiarlo quanto voleva. «william,» «sì?» era sorpreso, il biondo, da quanto era che non lo chiamava così? Alle volte gli era quasi sembrato che si fosse dimenticato il suo nome di battesimo. «hai la maglia al contrario» William lo guardò scettico, era abbastanza sicuro che non avesse sprecato il suo prexioxixximo tempo solo per quello, decise comunque di lasciar correre. Dopo un po’, imparavi a convivere con un Jamie Hamilton. «non è vero, miguel» si degno di controllare? Assolutamente no, sapeva di aver ragione. Non aveva mica cinque anni, suvvia.
    /stacchetto/
    «vasilov» vasi- che? Non capiva cosa stessero cercando di comunicargli. «van lidova?» stavano parlando di una marca di detersivo? Si sentiva fuori luogo, William, aveva letto di quel personaggio solo sui libri di storia e francamente avrebbe preferito che fosse rimasto lì. Poi, all’improvviso, una scossa lo colse di sorpresa rischiando di fargli perdere l’equilibrio. Alzò lo sguardo attorno a lui per assicurarsi che i suoi amici stessero bene, intravedendo una bionda che stava per essere infilzata da una roccia – alzò la bacchetta per lanciare un despulso sullo spuntone sperando di disintegrarlo, per poi tentare di spintonare via una ragazzina che stava per essere colpita. Puntò poi il catalizzatore a Seth e con un sectumsempra avrebbe tanto di dissanguarlo.

    william barrow II d'inghilterra
    I’m just a problem
    that doesn't want to be solved
    So could you please
    hold your applause
    Tell me how it feels to know
    I'm not a puppet under control
    I cut the strings a long time ago
    former fabreval / slytherin
    pureblood / doctor
    2094's / 1975's
    sebastian emery quinn


    -- will + mads difendono carrie: despulso
    -- will + mads difendono den: la spinge via
    -- will + mads attaccano seth 54: sectumsempra
     
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    (1 pa) aidan: terremoto
    (22 pa) jamie: morso al fianco
    (21 pa) mitch: spuntoni dal terreno
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    (40 pa) freddie: strangolamento
    (8 pa) esther: spuntoni dal terreno
    (16 pa) svetly: spuntoni dal terreno
    (13 pa) ophelia: bestia oscura
    (26 pa) elwyn: acido sul braccio
    (10 pa) mads: velocità sovrumana
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    (9 pa) will ii: spuntoni dal terreno
    (15 pa) roy: spuntoni dal terreno
    (4 pa) victoria: spuntoni dal terreno


    (15) DIFESA PER CARRIE (nath + will): 6 + 11 = 17 pd
    (8) DIFESA PER DARDEN (mads + will): 14 + 12 = 26 pd

    ATTACCO SU SETH 54 (mads + will): 9 + 8 = 17 pa
    DIFESA SETH 54: 25 pd (+8 pa)
    Il Sectumsempra colpisce in pieno petto Seth, il coltellino si conficca perfettamente nel petto - cerca e trova il muscolo cardiaco.
    Deglutisce, l'uomo, prima di accasciarsi a terra: ed una volta sul manto erboso del Lago Nero, i capelli si schiariscono appena, si fanno ramati. Il volto si fa più giovane, innocente, mentre la vita inizia a scemare dal corpo del ragazzo. Non è più Seth a sputare sangue sui fili d'erba di Hogwarts, ma BJ Reynolds.

    [(2+8) 10 pa] MADS: qualcosa o qualcuno, a velocità sovrumana, cerca di scontrarsi con te e lanciarti nel Lago.
    [(19+8) 27 pa] THUNDER: catene ardenti si snodano nella tua direzione, con l'intento di strangolarti.
     
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    «daje barrow alla seconda, PORTA ONORE AI BIONDI»
    Forse non era quello il momento di sottolineare che si tingeva i capelli, ma, ehi!, l'importante era averci quanto meno provayo. A fare il proprio dovere senza lasciarsi prendere da sentimentalismi che non avrebbero portato benefici a nessuno. Ok, sherman era finito impalato, ma respirava ancora, giusto? Non aveva né tempo né voglia per sentirsi in colpa, Barrow Skylinski, troppo occupato a guardare i propri amici rischiare la vita e, in casi sempre meno rari, lasciarci le penne; non conosceva il ragazzo colpito, e tanto bastava al corvonero per distogliere lo sguardo dal sangue vischioso che gli incollava la maglia riportandolo sui Freaks, in particolare quel Cj Knowles capace come sempre di tradurre i pensieri di Barry senza che quest'ultimo fosse costretto a parlare.
    Li amava anche per quel motivo, i Freaks.
    Poteva mandarli a fanculo, o rimanere in silenzio, e loro avrebbero capito comunque cosa gli passava per la testa, e cosa ogni volta rimanesse bloccato alla bocca dello stomaco. Non chiedevano spiegazioni, non pretendevano mai più di quanto ciascuno di loro fosse in grado di dare.
    «amalie?» giá, amalie. La situa stava prendendo una piega che Barry ben riconosceva, una china pericolosa lungo la quale si poteva soltanto scivolare rapidi, senza alcuna possibilità di risalita; e per quelli come loro, che sulla cima del dirupo ormai ci stavano da tempo, pronti a ricevere una bella spinta di incoraggiamento, ogni occasione poteva essere l'ultima. Non ci aveva creduto, il corvonero, quando erano finiti per la prima volta nell'upsidedown e si era crogiolato nell'idea di averla ritrovata, solo per perderla di nuovo l'attimo successivo; quella sera le aveva chiesto di rimanere e Amalie l'aveva fatto, ma non era riuscito a spingersi oltre. Non era riuscito a dirle ciò che ai Freaks non doveva mai dire, perché già lo sapevano, senza il bisogno di parlare. Ma la Shepard come avrebbe potuto? Dopo che l'aveva ignorata, dopo le parole sprezzanti e gli sguardi induriti dalla rabbia, dopo aver tradito la sua fiducia compiendo un passo verso le file nemiche. Come poteva sapere quello che provava, se non faceva nulla per dimostrarglielo?
    Le si avvicinò misurando i passi, iridi grigio azzurre a posarsi morbide sul volto della ragazza, ma solo per un istante; si spostarono rapide altrove, sulla miseria che li stava colpendo senza pietà massacrando e dilaniando le carni di chi prendeva il posto di Seth proteggendo l'uomo senza nemmeno volerlo. Quello che voleva Barry, invece, era vederlo morire male, così male da poter mantenere quel ricordo per sempre e tirarlo fuori dal cassetto della memoria ogni qual volta ne avesse sentito il bisogno.«quella sera, da olivander.. ti ho detto una cazzata.» una tra le tante, che non sapeva perché il cappello parlante lo avesse spedito a calci in culo a Bauxbatons; o, meglio, che l'unica spiegazione logica fosse che i freaks non se ne facevano niente, di un Barrow Cooper qualunque. Quasi di aveva creduto lui stesso, a quella stronzata. «lo so perché mi ha mandato in francia, e non a salem.» Mosse i piedi nel terreno fresco vicino alla riva del lago nero, il capo rivolto finalmente nella direzione di Amalie, le labbra premute una contro l'altra in una chiara espressione di ansia: quella che il corvonero provava sempre, quando si trattava della Sheperd. Di dire la cosa sbagliata, da prestazione, di non essere in grado. «avevo appena scoperto chi erano i miei genitori, ma quel bastardo di un cappello lo sapeva.» un movimento quasi impercettibile, la mano destra ancora stretta attorno al fucile e la mancina a cercare il polso della bionda, stringendolo tra le dita. «e sapeva anche di te, immagino.» e vabbè, ad Amalie toccava ancora una volta leggere tra le righe, che proprio non c'era verso di rendere il concetto un po' più chiaro, di farla semplice - dopotutto, se l'era scelto lei. In questa vita, o in qualunque altra, la Shepard aveva pescato dal mazzo estraendo il numero peggiore, quello più complicato, forse persino sbagliato, come lo era stato Lynch per Mabel in un tempo che non apparteneva più a nessuno dei due. Eppure erano ancora lì, a cercarsi tra decine di persone, spalla contro spalla per non doversi dire in faccia la verità.
    «ah.. mi muore la mamma» gli venne spontaneo guardarsi intorno, gli occhi chiari a cercare istintivamente il volto di Andy Stilinski, quasi nella speranza di leggere nelle iridi caramello la presenza fisica, reale di quello Stiles che sarebbe saltato subito sull'attenti, sentendosi chiamato in causa alla parola mamma. Fu solo un attimo di tristezza incondizionata, che Barrow scacció dalla mente come un pensiero indesiderato, decidendo infine di dedicarsi alla delicata operazione "come /salvare/ tua madre e vivere felice": prese la bacchetta, sostituendola al fucile abbandonato sul terreno accanto ai piedi, la punta del catalizzatore rivolta contro la figura di Akelei Beaumont «presidio herba!» bello, quel protego. Non ricordo chi l'ha inventato, ma lo amo! Chissà se l'amore verrà ricambiato o il fantasma di Akelei tornerà per sempre a perseguitare me e Barry fino alla fine dei nostri giorni (aka per barry domani). L'incanto avrebbe dovuto proteggere la Beaumont dalla roccia accuminata, e noi vogliamo dare per scontato che lo farà: per il quieto vivere, per dormire bene la notte nonostante il fottuto temporale.«cosa sta facendo..» non era una domanda vera e propria, quella che sfuggì a Barry dalle labbra, quasi un sussurro incredulo rivolto ad Amalie o forse a nessuno in particolare. Ma lei era lì accanto a lui, e tanto bastava. Le indicò Roy con un cenno del capo, il volto della ragazza identico a quello di Heidrun Crane, le stesse iridi giada del Knowles perse nel vuoto; sembrava non esserci affatto, la mora, bloccata in un loop dal quale non aveva la forza di uscire. Non voleva nemmeno pensare, il corvonero, allo sguardo che avrebbe avuto lui se gli avessero ammazzato Sersha o Sandra, così a brucio. «dobbiamo spostarla di lì » e le si sarebbero avvicinati insieme, afferrando la ragazza per la vita fino a sollevarla letteralmente da terra - pesava niente, Roy Harvelle. Poi, prima ancora di lasciar andare la presa sulla ragazza, Barry avrebbe afferrato una delle balestre, la sua, puntandola contro l'ennesima copia di Seth, scelta pregando satana in persona che facesse un miracolo impedendo ai lineamenti affilati dell'uomo di trasformarso in qualcosa di peggio: un volto amico.
    Com'è che dicevano quei babbi dei fani?
    «nessuno uno, di secondo, nemmeno zitto.» i repeat it like a mantra. E avrebbe scoccato la freccia.

    barrow obi skylinski
    Broke my bones, tasted blood Burned my wings close to the sun But I'll keep on flying I'm too young for dying
    Scraped my knees, bruised my heart It's where you end, not where you start I see them running Cause they see me coming
    2118 ; au!2018
    ravenclaw vs. former gryffindor
    blondie ; grumpy cat
    au: eugene henry jenkins


    barry + amalie per akelei: protego herba

    barry + amalie per roy: la sposta

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    Dopo che anche l'ultimo nemico (anche se in alcuni casi era più corretto definirli amici) fu messo fuori gioco, un terribile silenzio riempì la sala – cercavano di recuperare il respiro, di prendersi cura di quelli che avevano potuto salvare, o cercavano di trattare col giusto rispetto a coloro che erano caduti. Per michael tutto ciò era a dir poco assurdo – non avevano avuto il medesimo rispetto per tutti quelli prima, e in fondo era solo una lotta piuttosto feroce fra esseri umani, compagni, pedine.
    Rispettò comunque il lutto e il dolore dei suoi compagni, lo stesso mephisto sembrava improvvisamente essersi adombrato, fattosi silenzioso affianco a keira, meditando chissà su cosa. Sospirò, avvicinandosi al padre «non penso sia saggio restare qui, forse dovremmo proseguire» e pulita la lama del coltello e stretti i lembi di vestiti strappati usati come fasce per le ferite, fissò la porta di fronte a loro con sospetto.
    «beh, famigliola felice, se volete fare strada... qualcuno dovrà pur iniziare a richiamare gli altri del lutto» apparentemente sereno, mephisto circondò le spalle dei due con un sospiro frivolo e distaccato, andando poi a spingerli sulla schiena per farli avanzare verso la porta. Non se lo fece ripetere michael, che così proseguì insieme ad altri, superando un corridoio che li portò verso una scala apparentemente diretta verso le fauci dell'inferno; mephisto, dietro di lui, sentì una terribile stretta allo stomaco alla vista di quella discesa – e un qualcosa di estremamente familiare lo colse, come un ricordo.
    Si era già trovato di fronte ad una situazione simile, nella scuola di beauxbatons – ed ecco com'era finita: imprigionato in un mondo alternativo da cui non c'era apparente fuga. Era quindi legittimato ad avere i peggiori auspici a riguardo; storse il naso, ricordando come la prima volta fosse stata la giovane black a costringerlo nella discesa... purtroppo, stavolta, non avevano molte vie di fuga differenti. Anzi, semplicemente non ne aveva, essendo l'ascensore bloccato.
    Fu keira a prenderlo per un braccio e accompagnarlo, e mephisto già lo sapeva: doveva smettere di seguire le donne, sarebbero state la sua rovina.
    Sul fondo della scala, un nuovo tetro panorama li accolse: corpi squartati a terra, alcuni ancora caldi e ansimanti, gabbie appese piene di corpi che si lamentavano, che pregavano aiuto – e poi qualcuno, in particolare, che mephisto conosceva veramente bene. lancaster.
    Gli avevano raccontato di quanto successo tempo prima a salem, dell'intervento del preside della scuola americana – ma adesso, quel lancaster era completamente diverso, impotente pareva. Ma, come nel suo mondo, aveva qualcosa da dire riguardo a quella strage che – se ricordava dal piano – sarebbe dovuta toccare a loro. ma.
    michael non capiva lo sdegno di alcuni – quell'uomo non gli sembrava nessuno di importante, ma tutto ciò era ugualmente strano e assurdo; quel luogo, era disseminato di cadaveri e basta, «non sarà una trappola?» non riusciva a comprendere come mai nessuno avesse ancora fatto la propria comparsa per tentare di fermarli o ucciderli. Erano arrivati al luogo prestabilito, ma la strage era stata compiuta, probabilmente molte ore prima.
    La spiegazione di questo ipotetico lancaster lo lasciò di sasso – giocare d'anticipo?, per cosa?, tutti ascoltarono molto attentamente ciò che quel barbone del lancaster aveva da dire, ma l'inutilità che dovette cogliere molti fu senz'ombra di dubbio poco d'aiuto per ciò che li stava attendendo. Del resto, se seth sapeva, chissà che cosa aveva preparato per il loro arrivo.
    «meh, io sto bene anche qui» ma prima di poter anche solo fare un passo indietro, keira spinse mephisto verso il portale.
    Il resto fu, come sempre, molto confuso.

    L'arrivo alla scuola non fu per nulla facile, e l'aria che si respirava nei corridoi del grande e vecchio edificio era pesante esattamente sotto nei piani più bassi del ministero. Michael a stento riusciva a raccapezzarsi in quel luogo che gli era sempre stato precluso, lui col suo sangue misto, sporco. Situazione diversa per mephisto, che pur riconoscendone ogni angolo non era così tanto volenteroso, e avrebbe volentieri fatto retro-front se solo il portale non si fosse richiuso, limitando le strade che il gruppetto poteva riprendere.
    Unito ora alla missione messicana «hola chicos!, chi non muore, muore dopo» e insieme i due gruppi raggiunsero ciò che ne restava del terzo, sbrandellato e a pezzi per la recente sconfitta più grave «ha preso diversi studenti», nulla di nuovo – «chissà che gran pezzo di stronzo dev'essere realmente questo seth» ma lancaster nuovamente svelò ogni dubbio, assicurandogli come michael avrebbe avuto modo di vederlo coi propri occhi.
    Il lago nero era la loro nuova metà – messico si portava dietro diverse piume dai colori abbaglianti, nulla di cui né meph né mic si sarebbero preoccupati, ma a quanto pare queste dovevano essere di vitale importanza per lancastar, il quale, una volta usciti dal castello e percorsa la strada verso il bosco – più scuro della notte – per giungere nei pressi del lago, si fermò a prendere quelle che definì reliquie e si dileguò, lasciando michael abbastanza sospettoso a riguardo.
    meh, più faceva passi in quello schifo di bosco, più sentiva che quella missione stava mostrando man mano un lato suicida. E ammettiamolo, morire per mano di uno solo – era imbarazzante, dopo tutto quello che avevano superato.
    Il tiranno fece la sua comparsa a breve, mostrandosi in tutto il suo dannato egocentrismo; e quella risata sprezzante, servì solo da preludio quando i gruppi, ora uniti, si trovarono improvvisamente accerchiati, sulle sponde del lago, da dieci... venti, cinquanta, un centinaio di copie di quell'uomo. «perfetto. Anche oggi si muore oggi, e male» e quello che accadde subito dopo quella frase fu di un disastro allucinante, gravoso, violento: la terrò tremò, come mai gli era capitato di sentire – ma mephisto sentì di rivivere il terrore da “non sapere che cazzo stesse per succedere alla terra su cui aveva piantato i suoi cazzo di piedi”, uguale a quello provato nella caverna sotto la scuola francese.
    «ma porca...putt» e prima che potesse finire l'insulto, mephisto si lanciò sul ragazzino, cercando di evitargli di diventare uno spiedino di carne ancora calda e giovane (#mlmlml) con uno spintone che – se tutto fosse andato per il meglio – lo avrebbe spostato in tempo per fargli evitare lo spuntone che dal terreno si era eretto insieme a molti altri per ferire il ragazzo, se non ucciderlo.
    Stessa cosa capitò alla rosa «sì ma io non è che posso fare l'eroe dei poverih» ma vedi sta plebe, con la parte piatta della lama del fioretto – non riuscendo a fare passi verso di lei a causa degli ostacoli creati da seth – andò a colpire lo sterno di keira sperando che lei, un minimo più sveglia di michael, balzasse indietro prendendo quel tocco della lama come un suggerimento, o cercasse di evitarla: qualunque cosa per far sì che «sposti il suo real culo di lì, grazie» si salvasse anche lei.
    «però... ci conosciamo da così poco e già mi stai così tanto sul cazzo» e fissando negli occhi una delle copie di seth usò il proprio potere per imporsi sulla coscienza dell'uomo «aspetta!, loro non...» brutalmente premette una mano sul volto di michael, senza nemmeno doverlo guardare, e quando fu certo di aver stabilito un contatto con la mente della copia, gli si impose ordinandogli di lasciarsi annegare attraverso fra le acque del lago nero.
    michael fetcher
    such a sweet asshole
    who play bad
    and think mad
    blame it on the girls
    who make him laugh
    2118 | au 2018
    air bending | empatic
    2098 | 1994
    mephisto dallaire




    DIFESA COMBO MICHAEL (mephisto + arci): si butta su mic
    DIFESA COMBO EMALINE (mephisto + arci): la colpisce col fioretto per farla indietreggiare
    ATTACCO COMBO SETH N.6 (mephisto + arci): cerca di manipolare la sua mente portandolo ad affogarsi
     
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