[mini q] take our final bow 'cause it's our time to go

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    E poi c'era Shia che impassibile vide morire Seth, avrebbe anche esultato se non fosse stato solo un abbocco per principianti quella morte. Perchè sperare in una gioia proprio in quel momento. Giammai. Pensò anche di utilizzare la pala per fare una buca e metterci Seth prima che si risvegliasse o magari, scelta che prediligeva comunque, fregarsene di tutto e andare via da quel posto senza mai voltarsi indietro per giunta. Ma prima aveva bisogno di trovare Al, perchè al contrario della sgualdrina che sembrava camminare sulle proprie gambe e soprattutto sembrava essere in grado di intendere e volere, forse, il suo amico era ad un passo dalla morte. Lo percepiva. Si era allontanato di qualche passo per colpire, inutilmente, Seth e ora sembrava essersi dissolto, come alcuni sosia del tipo. Eppure era in fin di vita dove cazzo poteva essere andato? Di sicuro strisciando da poche parti. O forse aveva camminato moribondo e si era poggiato ad un albero per morire guardando le stelle.
    «Crane, dove cazzo sei?» chiese alzando i corpi dei morti per farsi spazio, mettendoli poi uno sopra l'altro come se non fossero persone. Era così insensibile a volte, ma meglio loro che lui. In lontananza vide un corpo sembrava il suo amico «Dai amico svegliati.» usò il proprio veleno per svegliarlo.
    «Ma che cazzo fai, Hamilton. Se cerchi quello sfigato del tuo amico è qui» Un sempre adorabile Todd si fece notare tra i presenti, indicando poi il vero Al. Ma che cazzo, come poteva essersi confuso? Neanche fosse stato un cinese. Lasciò il corpo «Scusa amico» disse senza aspettare di vedere se quella figura si fosse realmente ripresa o meno e si precipitò, ma con passo alla Hamilton da Al. «Avanti Al, non puoi rimanere a terra per tutto il tempo. Non sei morto. Accettalo! » disse Shia provando a tirarlo su,ma il ragazzo continuava come un bambino a fare il morto. «Non ti lascerò qui. Lo sai. Anche perché se muori perché non mangi, sarà una morte lunga e dolorosa, non voglio soffrire. Quindi se proprio non vogliamo vivere, facciamo in modo di toglierci la vita velocemente» erano una coppia di fatto oramai, e se ci fosse stato Sin sarebbe stato un rapporto a tre mlml.
    «Dovresti lasciarlo morire. È solo un peso morto» intervenne Todd, mettendosi al suo fianco, si era dimenticato che quello era un quadrato e non un triangolo.
    «Neanche per sogno. Lo porto via con me. Non è la prima volta che fa come gli opossum»
    « Si finge morto?»
    «No. Puzza»
    «Cosa?»
    «Dai Milkobitch stavo scherzando. Tieni questa» disse e gli passò la pala, il loro unico bene e in comune, teneva a quell'oggetto tanto quanto alla propria barba. Si non vita, ma la barba qualche problema? Poi prese in braccio, in vero stile principesco il suo amico Al, che continuava a fingersi morto, che guardava il mondo con quella voglia di vivere che sempre l'aveva rappresentato. «So che ti manca il bere. Dai che ti ci porto io» gli sorrise e prese a camminare, per andare dove vi chiederete? Ovunque o da nessuna parte, in fondo era importante solo che il suo migliore amico la smettesse di contemplare il vuoto aspettando la morte, non aveva voglia di seguirlo.


    Shia Ryan Hamilton
    «You became the oxymoron
    I did not dare to solve »
    «There's nothing wrong
    with being a loser. »
    29 y.o // 19 y.o
    1918// 2018
    Ministero
    Ian Todd Milkobitch au!

     
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    No, vabbè. Frankie lasciò ricadere la chitarra sul petto, labbra dischiuse ed occhi scuri spalancati verso l’uomo di fronte a sé. Ma quante…quante possibilità c’erano di ribeccare lo stesso Shia Hamilton che, poco prima? una vita prima?, aveva messo K.O. nel tempio azteco? E stava una meraviglia - ecco, lo sapeva che esisteva il vaccino! Gli sorrise, Frankie Cobain, salutandolo allegramente con una mano ad agitarsi nell’aria. Forse il tatuato non aveva particolarmente bei ricordi del Tassorosso, ma ehi, l’aveva salvato: avrebbero potuto mutilarlo ed usare le sue braccia per giocare a ping pong, avrebbe dovuto essergli grato! «LO SAPEVO CHE AVREBBE FUNZIONATO» gambe leggermente divaricate e ginocchia piegate, Frankie battè le mani fra loro in un hot daaamn silente ma sentito, gomiti piegati ed un pugno al cielo. Che la musica facesse miracoli, l’aveva sempre saputo. «grande mito, devo andare» dove? Non ne era certo, Frankie, ma aveva intravisto un Behan Tryhard – e se tanto gli dava tanto, da qualche parte doveva esserci anche Nicky. Ora, Sara ed Ari non ne hanno mai parlato, ma per me è canon che, come nel 2043, Frankie e Nicky siano super amiki e si (platonicamente) amino alla folliah: Barbie quella possibilità, l’ennesima, non l’aveva avuta, ma il Cobain sì.
    E nessun Sander avrebbe mai rinunciato a Jessica Leroy – Gallagher. La legacy Arcidan gli faceva evidentemente un certo effetto. Strimpellò un po’ a caso sulla chitarra, trovando nelle corde sotto i polpastrelli quel briciolo di Frankie che credeva di aver perso con Gwen, con Jeremy, Gkee o Noah. Si soffermò davanti ad uno dei Seth, palpebre socchiuse e lingua stretta fra i denti: ma come Cristo facevano gli altri a capire quali fossero persone, e quali solo ologrammi? Avevano una specie di etichetta? Un marchio di fabbrica che i Frankie Cobain non erano in grado di vedere? Forse era qualcosa che sarebbe stato in grado di cogliere quando avesse compiuto la maggiore età – sempre che ci fosse arrivato, a quel punto. Fece guizzare la lingua sui denti, le dita a muoversi meccaniche sulla chitarra lanciafiamme. « Is this the real life? » baaaaam « Is this just fantasy?» si avvinò ulteriormente, capo lievemente chinato per non perdere il contatto visivo (quale, dato che l’altro pareva cieco? Mistero della fede). « Caught in a landslide, no escAPE FROM REALITYYYYY» con sentimento, Franklyn Cobain, piegò leggermente la testa verso il cielo. Avrebbe potuto improvvisare un concerto ovunque, il Tassorosso. Non era particolarmente fotogenico, ma sicuro come l’oro sapeva occupare l’intero spazio di un palcoscenico. « Open your eyes, look up to the skies AND SEE» avvolse un braccio attorno alle spalle di Seth, un colpetto sotto il mento per fargli alzare la testa: mica era metaforico, il Cobain. GUARDALO STO CIELO, SETHINO.


    barnaby "barbie" jagger
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    Aveva... sinceramente funzionato? Citando il Simmons (che spesso era andato in quei mesi a trovarla al bordello, molestandola con i suoi modi di dire d'altri tempi): s h o k k a n t e. E lei che nell'ipnosi credeva poco o nulla... doveva per forza essere il potere di Dio, e nel dubbio si fece un segno della croce baciandosi infine le nocche. Sbattè le palpebre stupita osservando l'uomo farsi biondo e slanciato di fronte a lei, ascoltando le sue parole ma senza avere il tempo di chiedergli cosa volessero dire, poichè si era già fatto strada oltre Mads per andare ad abbracciare una ragazzina poco distante cn cui condivideva una certa simiglianza. Prego, eh. Vi odio tutti, giovani (soprattutto giovani che ancora devono nascere nel suo mondo).
    «sta arrivando». Voltò lo sguardo guardando le altre copie cambiare forma, certa che si stessero riferendo a Seth proprio come aveva detto loro il barbone/preside di Salem/cow boy/non so mads se lo abbia mai visto. Quante probabilità avevano di fermarlo, se era immortale? E davvero stavano già finendo il tempo per leccarsi le ferite e provare a salvare chi rimaneva? Almeno l'uomo a cui erano state date le reliquie sembrava essersi dato una mossa nella ricerca delle colonne; alla buon'ora (ihihih ciauz lancaster, solo amore lo so che è colpa dei nostri up). Mads ormai si era affezionata alla causa di quel mondo, non aveva intenzione di andarsene senza salvarlo. Per Nath e Gkee e chi aveva dato la vita per quella lotta, per Frankie e chi lì avrebbe continuato a viverci.
    Si avvicinò ad un altro seth, e dopo aver baciato il crocifisso che portava al collo, tentò un altro metodo prendendo spunto da padre Shaw, una preghiera che Danihel le aveva insegnato nei mesi a Bodie
    «уницорно авессе ил сонно профондо, алтрименти нотте диффициле да портаре ал пасцоло. нессуно уно, ди сецондо, неммено зитто»
    Sì, le preghiere dei phani sono poliglotte. La forza di satana è più grande delle barriere culturali.
    1918: ritka peskov mads wesley
    I will keep quiet You won't even
    know I'm here You won't suspect a thing You won't see me in the mirror You can't make me disappear
    No, I ain't too flawless and no, I ain't the best And no, I don't
    say sorry and no, I ain't perfect
    But I am the man. Shots fired
    1918 vs 2018 au
    mechanic | librarian
    1991's | 1894's
    au: nathaniel "nath" lowell



     
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    «te l’ho già detto,» CJ Hamilton chiuse gli occhi, costrinse i polmoni ad incamerare altro superfluo, sbagliato, ossigeno. Quando riaprì le palpebre, si ritrovò ancora ad osservare il sorriso sghembo e spaccato del Knowles, le iridi del medesimo colore sporco e screziato a ricambiarne lo sguardo. Ma perché non si levava dal cazzo, l’altro CJ? Non ce l’aveva una vita? Avevano già avuto la loro conversazione a cuore aperto, non vedeva alcuna necessità di doverne fare un’altra – meno l’avesse visto, quel pezzo di merda, meglio avrebbe potuto fingere di stare. «io non sono come te.» asciutto, atono: era un dato di fatto, una constatazione cristallina cui non era necessario aggiungere altro. Doveva davvero trovarsi un hobby che non fosse ammorbarlo con i Cooper, con Sunday, con Joey aka Winston Jonsten. Gli sembravano forse persone con il quale CJ Hamilton avrebbe voluto fare amicizia? Anzi: gli sembrava, CJ Hamilton, qualcuno che volesse fare amicizia punto? Dio, che razza di caso umano quel pivello del cazzo. Cos’era quella fissa per i suoi amichetti ritardati? Non aveva bisogno dei suoi consigli di merda, e da solo, in tutta onestà, se la viveva meglio.
    Se la vivevano tutti, meglio. Dove CJ Knowles era un tumore a consumare lento ma inesorabile ogni tessuto, infestando il resto dell’organismo con testarde metastasi, CJ Hamilton era il fottuto infarto: colpiva d’improvviso, lui, e non faceva mai piacere. «sei esattamente come me, pezzo di merda. Togliti quella scopa dal culo» Osava perfino, perfino, criticarlo. Inarcò un sopracciglio nella sua direzione, un ghigno cattivo a scivolare sul viso martoriato dell’altro. «non sai un cazzo» ancora pragmatico, ancora ragionevole: stava dimostrando di avere fin troppa pazienza, l’Hamilton.
    Di essere fin troppo stanco. Ma gli pareva il momento di andare a scartavetrargli il cazzo? Aveva perso suo fratello, vaffanculo. Suo fratello. Lui, lui fra tutti, avrebbe dovuto capirlo.
    E proprio perché lo capiva, CJ Knowles, rimase cocciutamente di fronte a lui – poteva leggerlo nella linea delle labbra, nei pensieri duri lanciati come pietre da una fionda. Ne hai bisogno, CJ. Come me - e lì si sbagliava, il Knowles: l’Hamilton non aveva bisogno di un cazzo nessuno. Lui «non.sono.come.te» ripetè in un primo ringhio d’avviso, un monito a vibrare nelle ossa e nei denti. Cercando, quanto possibile, di ignorarlo, ripetè l’operazione precedente: dita a sfiorare la fronte di uno dei Seth, il proprio potere a spandersi cercando una coscienza al di là dell’illusione. «è l’ultimo avvertimento: chiudi quella cazzo di bocca, christopher» Ci provava, l’Hamilton – ci stava provando sul serio: CJ Knowles aveva tutto quello che lui non aveva, ed a quel punto di quella vita fottuta, riusciva perfino a credere fosse meglio che almeno un CJ avesse qualcosa, per quanto il ragazzo in esame fosse una chiara testa di minchia. Perché ci teneva così tanto, così tanto, a farlo incazzare? «porca merda, cj. ma non lo vedi?»
    jamie hamilton
    If he said
    help me kill the president
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    Sick of screaming let us in
    The wires got the best of him
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    upside down: CJ HAMILTON





    Edited by or-nah.gif - 3/6/2018, 03:17
     
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    Archibald stava cercando di riprendere fiato.
    Occhi sbarrati, mano al centro del petto quasi bastasse per rallentare il battito impetuoso del cuore, fiato corto, viso arrossato per lo sforzo e la paura. Signore santissimo, era appena sfuggito alla morte, e non era neanche certo lui di come avesse fatto a non morire. Ci era arrivato così vicino-...
    ...Cosa? Seth? Oh, sì, un po' forse era provato anche leggermente per la scoperta che Van Lidova fosse immortale (insomma, vagamente), ma no, non era lui quello che aveva appena attentato alla sua vita, bensì lo stesso Arci quando aveva, santiddio, deciso di paccarsi Cillian fottuto Lestrange proprio mentre un cane di Satana decideva di azzannargli la gamba. Insomma, il bacio era stato davvero mistico (doveva dirlo: Aidan era più bravo; non sarebbe mai rimasto immobile come un baccalà con una lingua in gola ma avrebbe ricambiato immediatamente rendendo l'esperienza più piacevole per tutti ma VABBE', Chilly aveva già i capelli più soffici e i gusti nel vestiario meno imbarazzanti, non si può avere tutto), e se Arci avesse potuto leggere nel pensiero del ragazzo era certo ci avrebbe visto fuochi d'artificio (purtroppo, non aveva avuto modo di controllare se i fuochi d'artificio ci fossero stati anche nei pantaloni; al prossimo giro, magari?)... erano state le tempistiche il suo problema.
    Troppo tardi, sempre troppo tardi.
    ...O nel caso di Arci, nel momento sbagliato, sempre nel fottuto momento sbagliato, cazzone che non sei altro.
    Vabbè, non serve il riassunto dettagliato di cosa fosse capitato (anche perchè COSA SONO LE TEMPISTICHE): c'era stato un limone, era stato bello, ahia cillian se le era prese per colpa di arci, dominique rischiava quasi di affettarlo come un salame milano prima ancora di accorgersi del vero misfatto, cillian commentava "gngngngn avresti dovuto tagliargliela davvero la testa", dom scopriva la ferita, dom si incazzava, cillian si incazzava, tutti si incazzavano.
    Povero arci vittima innocente del mondo, costretto a fuggire per non beccarsi la furia omicidia di chicchessia. LUI VOLEVA SOLO LIMONARE IN PACE!!!!!! (e in guerra, e in qualsiasi altra situazione). «WOOO/OOOO/OOOODY» così, per lamentarsi.
    Aveva ascoltato le - pallosissime e catastrofiche - parole di Lancaster, aveva indicato a Dominique Lydia!au shokkato dal fatto che anche lui avesse un cuore, e ora si stava appoggiando ad uno dei seth, il gomito sulla sua spalla. Stanco. Da cosa? Da tutto. «Non capisco perchè tutti siano così abbattuti» borbottò 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13-14-15-16-17-18-21-22 -24 e ho sbagliato cntrl c ma la cosa mi fa così ridere che lo lascerò «insomma, moriremo tutti, ok... non è forse questo un buon motivo per ultime limonate in allegria? La cosa che l'attesa del piacere sia il piacere stesso è una minchiata detta da una figa di legno. Il piacere è piacere, la vita è breve, una rondine non fa primavera, non esistono più le mezze stagioni, una volta qui era tutta campagna, in tempo di guerra ogni buco è trincea» toccò con ditino molesto la guancia del seth creando un solco, voltandosi a guardarlo «tu non credi???»
    e si sarebbe paccato anche lui (che, ricordo, era di una spanna buona più basso di arci) ma, meh, potrebbe ancora esserci nicky sotto queste persone e magari evitiamoci l'incesto
    archibald d. baudelaire leroy
    I love thunderstorms. Why? Because of the chaos. Because sometime nature can't handle the pressure. Because sometimes the sky explodes.
    i'm inspired by the fear of being average. real life sucks losers dry. if you want to fuck with the eagles, you have to learn to fly
    fucked up2
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    wizard / clairvoyance
    au: dominique jean baudelaire



     
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    Mani immobili sul petto, iridi verde smeraldo sofferme su un mondo bloccato in una specie di mistica trance. Aloysius Angus Crane, a differenza del credo popolare, stava - fisicamente parlando - una favola. Sì ok, avevano provato a strozzarlo con delle magiche catene infuocate, gli avevano quasi segato via la testa dal collo con fiamme ossidriche - embè? Vaffanculo, era già morto una volta, senza contare tutte le altre in cui ci era andato incredibilmente vicino: ricordate quando a sei anni aveva una malattia terminale? O quando l'anno precedente a Beauxbatons l'avevano infilzato con uno spuntone che in confronto quelli di Seth erano fuffa? E vogliamo parlare di tutti quei comi etilici (???) scampati?
    Eddaje, ci voleva molto di più di un giochetto sadomaso per rendere la normale voglia di morire di Al un qualcosa di cui, effettivamente, preoccuparsi.
    Se si ritrovava ad ignorare Lancaster, la gente, i vivi ed i morti di quella battaglia, contemplando l'immensità di un cielo scarno, era per colpa di quella merdina di un Cigei.
    «no skè, sono tuo nipote»
    No skè, sono tuo nipote.
    Ma non lo vedeva, che era una persona sensibile?
    Che aveva ventinove anni ed una figlia ventiduenne, che si era trasferito nel futuro dove aveva conosciuto i nipoti di Amos, e Niamh, e di gente. Che Will andava sbandierando in giro di avere figli diciassettenni a soli ventitré anni, e che Kieran continuava a chiamare Murphy - SUA NIPOTE - e Shot mamma e papà.
    Aveva visto e vissuto abbastanza stronzate in vita sua, Al, da non dare nulla per scontato: il Knowles lo chiamava simpatikamente nonno ed in punto di quasi morte gli diceva che era suo nipote? Beh, why the fuck not. Ci stava eh, per carità - sempre detto che le sue attitudini fossero vagamente familiari.
    Non capiva soltanto in che sensoh, fosse suo nipote: era figlio di Run? Figlio di River? Figlio di qualche suo altro figlio che doveva ancora nascere? O magari era suo zio, ed era figlio di Sin - eh Beh, ci poteva stare anche quello.
    Perché a quei maledetti della generazione Z non piaceva spiegare le cose?
    Le uniche, giuste parole che gli vennero da pronunciare, posando gli occhi chiari sul suo amiko Sciaia, furono chiare e concise, nonché velate da un certo sentore di tristezza ed acidità di stomaco. «ti sembro tanto vecchio?» chiese sincero, ignorando qualsiasi altra cosa l'Hamilton gli avesse detto fino ad allora. Insomma, sì che l'influenza di suo fratello sulla magnifica essenza dei Cranemort potesse essere nociva, ma... non credeva così tanto? «non sono tanto vecchio» si consolò da solo, piegando la testa oltre le braccia del barbuto tatuato.
    Forse oh, nel Far West avevano picchiato troppo forte CJ - eventualità da prendere decisamente in considerazione. «però sarei un nonno decisamente cool» sporse il labbro all'infuori, senza degnare all'altro una qualsivoglia spiegazione in merito - non capiva nemmeno lui, e che cazzo.
    A difesa delle supposizioni del Knowles, per gettarsi dalla presa di Shia rotolando come un rotolone Regina, dovette incitarsi con un bel «oplà!», stanco ed affranto, per poi portare le mani alla schiena, un secco «eccoci qua» degno dei centri anziani più d'elite mentre scivolava con lo sguardo sulla ggente. Per non sentirsi completamente inutile, come invece era stato mentre i tipi dell'au perivano come mosche attratte da colla moschicida, decise fosse un bene aiutare padre Gemes, decidendo di mostrare la luminosa via di Dio ad un Seth capitato lì per puro errore. «la luce del signore illumina i giusti» disse una volta una vecchia saggia, ed il lumocineta non poté che citare una tale perla mentre risplendeva come una bellissima stella davanti ai suoi occhi.
    Ma era un gruppo di superstiti Crane-Quinn, quello? Certo che sì.
    Non disse una parola, mentre si siedeva al fianco di Run.
    Così, per solidarietà. Chissà se avrebbe dovuto dire alla figlia che era nonno - ah ah ah forse sì, ma non era il momento più opportuno.
    Eh vbb dai, l'importante è che ci sia la salute.
    aloysius angus crane
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    Eh ma quando uno era una testa di cazzo, c’era poco da fare. Perché minchia il doppio frigido era toccato a lui? Perché Sersha e Barry parevano i bambini della kinder strafatti di latte e cioccolato, e a lui era toccato quel pezzo di merda? Non c’era giustizia – non se lo meritava, il Knowles.
    E di certo l’Hamilton non si meritava un Christopher Jeez Knowles. Cioè: gli aveva trovato un padre (e non aveva ricevuto alcun ringraziamento: sei una puttana, CJ H) gli stava offrendo degli amici (che se in entrambe le vite avevano sopportato un 2043 Hamilton ed un 2000 Knowles dovevano davvero aver venduto la loro anima a qualche divinità malvagia, e di conseguenza avrebbero accettato anche un au-Hamilton), e tentava perfino di dargli una ragazza (da non paccare perché i CJ del mondo fanno i preziosi e sono romantici, ma da osservare da lontano e su cui fantasticare come piace tanto a Sara), perché buon Dio non collaborava? Era nauseato, il Tassorosso. Oltraggiato. «porca merda, cj, ma non lo vedi?» con il senno di poi, avrebbe definito quel quesito fottutamente ironico: no, cj non l’aveva visto il gomito dell’Hamilton sollevato contro la propria faccia.
    Si potevano dire tante cose di quell’ingrato del cazzo, ma non che non avesse un peculiare senso dell’umorismo. Imprecò fra (quei pochi che gli erano rimasti) i denti, ingiurie che non è carino ripetere ad alta voce ed in presenza di bambini, la mano portata d’istinto al labbro per raccogliere altro, fantastico, sangue – e, uau, un dentino nuovo! Chissà se la fatina dei denti faceva tappa a Bodie, o se evitava perché essendo tutti eroinomani sarebbe andata in bancarotta. Sollevò un risentito paio d’occhi verdi sull’Hamilton, scuotendo debolmente il capo. Prima che potesse aggiungere qualcos’altro, le mani di au-CJ, decisamente più in forma di un #26 ps Knowles, si strinsero attorno alla sua maglietta sbrindellata, spingendolo violento all’indietro.
    Il Tassorosso sorrise, una piega morbida e sorniona delle labbra, scontrandosi per puro caso contro uno dei Seth lì presenti: quella era la loro arena, ormai.
    Di nuovo, per giunta. Mai mettere due CJ insieme nella stessa stanza. Se qualche (ora? secolo? Vita?) prima era stato il Charlie ad insaccarlo di botte ricevendo in risposta solo risate vagamente psycho, a quel giro invertirono i ruoli: lasciò che fosse l’Hamilton a colpirlo, un cenno con il capo ai Freaks per dirgli a) di non intervenire b) di non fare le merde scommettendo contro di lui – vi vedo, pezzi di merda. La differenza sostanziale, certamente, era una: CJ Hamilton non sentiva alcun dolore.
    CJ Knowles, che il buon Dio l’abbia in gloria, - ma lo ingoiò tutto in ciascun sorriso che gli rivolse, ignorando i pugni e lasciando che lo spostasse a proprio piacimento. Quando finì il suo teatrino da quattro soldi, fingendo di non avere almeno tre costole incrinate ed un bestemmione appeso alla punta della lingua, si strinse nelle spalle: «siamo uguali, io e te» confermò mellifluo, palpebre assottigliate. «non fare il coglione, hamilton» drizzò la schiena, sistemò con un distratto movimento della mano la propria maglia. «non mandare tutto a puttane.»
    Non mandare tutto a puttane: CJ lo ripeteva a CJ da tutta una vita.
    Letteralmente.

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    THERE ISN'T ANY OTHER WAY
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    Volevate il post a caso? Perfetto perfettissimo, bastava chiedere: Andrew Stilinski è qui per rispondere ad ogni vostra richiesta, disponibile ventiquattro ore su ventiquattro sulla hotline c05a-5t4-5ucc3d3nd0. Dopo mezzanotte finisce la fascia protetta, ma le zozzate non la smettono di essere confuse.
    - E come sei vestito?
    - Con dei vestiti
    - E come sono?
    - Comodi, grazie!
    - Dove mi toccheresti?
    - Nel kwore?
    - Cosa porti sotto?
    - Il cane a fare pipì?
    Insomma. Andrew Stilinski era un’anima pura ed innocente, dubbioso di natura e sulla natura - delle cose, delle persone, dei cornetti 5 stelle e delle bottiglie deformi che secondo i creatori avrebbero dovuto servire a rendere la presa più semplice; dei mobili dell’ikea, delle polpette dell’ikea, dell’ikea; dei phon, dei ventilatori, dei risvoltini nei pantaloni e del bastone per i selfie. Non era stupido, era solo…riflessivo, ecco. Ci metteva un po’ ad ingranare la marcia, come i Pandini d’epoca: lo si amava comunque.
    Ma quella situazione, come prevedibile, rasentava un nuovo ancestrale livello di misticismo. Le persone facevano cose, i Seth facevano persone, Lancaster continuava ad illuminare il Lago Nero come un DJ ritardato e cieco che accendesse e spegnesse le luci anziché cambiare canzone. Frankie suonava la chitarra, CJ confortava Houdini dicendole che un giorno avrebbe trovato una moto in grado di sopportare la sua sega, Barbie domandava ad ogni copia di Seth se lo preferissero qui, qui o qui. Gente ballava, gente esorcizzava, gente paccava - e il vero Seth, nel mentre, attendeva che qualche stronzo giocasse a Songpop perché nessuno dei suoi trecento sfidanti era sopravvissuto alla sua ira, ed ora si ritrovava da solo con le sue playlist country masterizzate: brutta la vita quando ti ascoltavi allo sfinimento canzoni su trattori e cavalli, eh. Vabbè, comunque. Tutto questo per dire.
    «e tu?» In che senso e io. Che fai, guardi? Andy corrugò le sopracciglia, gli occhi a scuri a scivolare su una bellissima, fenomenale, Sara selvatica strafatta di caffeina: Sara usa spegnimento del cervello, è super efficace! «non guardare me, sono qui solo per le ship» «ma non ci sono navi ad hogwarts» e Sara, umettando seccamente le labbra, si trattenne a stento dal prendergli la testa e sbattergliela contro un albero. Non fraintendete, amava Andy.
    Ma perché – perché non la aiutava. Lui e tutti quegli altri stronzi che si ritrovava come pg. Gli indicò seccamente William Barrow, un sopracciglio sollevato. «lo vedi, quello? Sì, lui. sembra intelligente e vissuto, ma ti giuro che non capisce un cazzo. e l’altra? Sì, quella gnocca – ecco, li vedi? Sara ed Elisa ci provano così, così tanto - ma loro oh, niente, sono di coccio» Giustamente la ventritrenne, rompendo ogni barriera possibile ed immaginabile, si avvicinò ad uno dei Seth strappandogli, fisicamente, l’illusione di dosso: lei lo sapeva, chi c’era sotto.
    UN ALTRO SETH UAU PLOT TWIST «eh, questi russi e le loro fisse per le matrioske!!» bello trovare un amiko solidale. «andy ti voglio bene. dillo anche agli altri. mamma vi ama tutti. non fate i deficienti CAZZO! CAZZO! aiutatemi! Venitemi incontro! MERDE! CAPRE! CAPRE! CAPRE!» Andy aveva paura.
    Andy - «cj, non è che per caso houdini si annoia?»
    Ed anche Sara, a quel punto, cominciava ad avere paura.


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    The true survivor
    HANDS TIED, REMEMBER,
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    THERE ISN'T ANY OTHER WAY,
    THERE ISN'T ANY OTHER WAY
    1918 vs au 2018
    hufflepuff | Egaisson
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    «amiko! ma sei bravissimo!!»
    Laurent non era sicuro fosse legale (???) innamorarsi di qualcuno di quell'universo medievale, ma dannazione, quel ragazzo con la chitarra? un angelo. Una voce a metà fra Coco Shells e Potass&Mag, due dei cantanti che più amava dei suoi tempo e che vi evito di googlare dicendovi che ho appena copiato i nomi delle prime due scatole che mi sono capitate sotto gli occhi; era leggiadro come Brodi Fibra, poetico come JBeecha, e CANTAVA PURE I QUEEN???? Non lo stupiva la sua voce angelica risvegliasse i morti.
    Aveva trovato il suo nuovo cantante preferito. «Scusa, non ho afferrato il tuo nome» doveva assolutamente scoprirlo e trovare la sua discografia una volta tornato a casa; era già abbastanza shokkante non lo conoscesse così.
    In ogni caso, sembrava che la gente si fosse messa a provare a risvegliare i Seth, e a Laurent parve un'ottima idea. Aveva arbitrariamente ignorato la morte di Nathan ed Erin, cercando di non farsela pesare troppo (dai, erano già morti nel suo futuro; non aveva senso starci male ed essere meno produttivo del necessario ormai che era troppo tardi), ma nonna Jess? Lei era ancora viva, presumibilmente, e c'era ancora la possibilità di trovarla. Si piazzò di fronte ad una delle copie, confuso sulla sua veridicità (??). Creò un fiorellino sulla mano da mettergli fra i capelli «Voglio arrivarti anche io al kuore attraverso la musica» si chiarì la voce, e iniziò a battere le mani fra loro e sulle cosce a tempo per creare una base musicale «Che cosa c'è... che cosa c'è... guardo fuori e vedo seth. Chissà se tu, chissà se tu... sei un'altra copia ancora di più. Insieme noi, insieme noi... sconfiggeremo il male lo sai. Ma non lo so, io non lo so... se moriremo tutti provando. Perchè di seth ce ne son tanti, tanti più che mai... poi ci prende la mano... e li svegliamo tutti. perciò mi chiedo e richiedo, se c'è ancora un dittatore, a spasso per hogwarts come te... eee.... eeeehhhhhh... Soooono piccoli problemi di copie, nati da un dittatore che profuma di golpe.... SONO PICCOLIH PROBLEMI DI COPIE, DOVE ANCHE UN PUGNO TRASFORMA DI NUOVOOOO seth faaa volaaare trucidaaaareeee ammazzaaaare lentamente I GOT YOU!»
    Dai cento parole le abbiamo STRATEGIA! E facciamo che il fortunello si becca anche un bacio in fronte, non capisco più niente, CIAO
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    Feefifofum you better run and hide. I smell the blood of a petty little coward. Jack be lethal Jack be slick. Jill will leave you lonely dying
    And if you're homesick give me
    your hand and I'll hold it
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    Nothing will drag you down
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    «uau» atona la voce di Abraham Shaw, il vostro parroco esorcista di fiducia, nell'osservare con un sopracciglio inarcato quello ch'era stato un Seth assumere le sembianze del famoso Soho - certo che lo conoscesse, sciocchi. A parte che a Salem, cinque mesi prima, li aveva riforniti d'armi (e già era qualcosa), ma poi volete mettere in discussione la celata propensione al trash di Gemes Hamilton? Quella che aveva iniziato ad uscire durante il funerale ballando four minutes con CJ, per intenderci, e che si era consolidato in quel magico trip (sia allucinogeno che non) con gli Erebus, nella fantastica esibizione di candyman. «ha funzionato» ovviamente, non c'era da metterlo in dubbio, ma era sempre bello confermare le proprie riuscite congratulandosi con il suo stesso ego. Aveva fatto uscire il demonio da quel corpo - o almeno, così credette. «ha funzionato?» si domandò, piegando la testa verso il suddetto Shangai Bond. Se avesse avuto delle vere emozioni, in principio si sarebbe commosso quando gli venne dedicata quella genuflessione - d'obbligo, nella sua modesta opinione, ma ne avrebbe perdonato la mancanza in virtù di stordimento e confusione -, ma quello che accadde in seguito lo rese... triste. Non si era inginocchiato per lui, e per di più non era nemmeno certo di aver liberato il ragazzo dal diavolo interiore.
    Voleva cantare? «canti una mia ode?»
    Eh beh, ci aveva provato - e non ci era riuscito. Lo colpì con la croce di legno in testa, stordendolo così che non potesse cantare - se non era in suo onore, era inopportuno a prescindere -, dedicandogli un rapido segno della croce prima di saltellare altrove, verso the one last standing. «beh dai riproviamo eh» lo avrebbe benedetto come i bambini che preparava ai battesimi, e ai quali in segreto preparava una vita in devozione di zio Lucy, prima di (schiaffargli) posargli una mano in faccia, occhi chiuso e viso rivolto all'altissimo.
    «exorcizamus te omnis immundus setus, in nomine patri et filii et spiritus sanctus. lorem ipsum dolor sit amet et stronzatibus varies metteretibus codices nostrum amen»
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    Tell me how you're sleeping easy
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    Seth 23 (credo? O 19, vbb quello che non dice ari
     
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    Li guardate mentre, uno dopo l’altro, perdono l’aspetto illusorio di Seth osservandovi con magnetici occhi azzurri, verdi, di un bruno più caldo rispetto al precedente. Vivi, coscienti ed inconsapevoli del perché si trovino lì - o di cosa abbiano fatto. (15. Barbie) Keanu Larrington, (21. Run) Richard Quinn, (17. Barry) Nicky Winston, (5. Shia) Iden Kaufman, (13. Mads) Phobos Campbell, (24. Au-CJ) Helianta Moonarie, (18. Arci) Regina Castle, (9. Al) Adelaide Milkobitch , (11. CJ) Jessalyn Goodwin, (20. Andy) Cole Baudelaire , (19. Laurent) Daveth Gallagher, (23. Gemes) Sorrow Beauchamp. Quando l’ultimo fra loro torna in sé, braccia a cercare i propri amici, la propria famiglia, ed un respiro più leggero sul palato, accade qualcosa.
    Accade sempre, qualcosa. E lo fa tutto insieme, strappandovi l’aria raccolta nei polmoni con un solo pugno di metallo a comprimervi le costole schiacciandovi il cuore: un battito di ciglia, ed intorno a voi ogni cosa torna a muoversi, una brezza tutt’altro che naturale ad insinuarsi fra ogni filo d’erba, ogni fronda ed ogni radici. Lo sentite nella gola improvvisamente a serrarsi che non si tratta di banale vento: è magia, quella lì. Antica, potente, oscura - emana lo stesso potere delle Reliquie, ma fa più male sulla lingua: è il suo opposto, e la ragione delle Reliquie d’esistere.
    Udite un applauso, ma non sapete da che parte arrivi. Pare giungere da ogni parte, rimbalzando fra i cadaveri e slittando dolce sulle pozze di sangue dei vostri amici. «complimenti sinceri» una voce calda, bollente, che vi strina i muscoli e la pelle. Seth appare quasi innocuo, in quel suo completo elegante, mentre batte le mani fra loro sorridendovi con la dolcezza di un padre che abbia appena scoperto il figlio cercare d’uscire dopo l’orario del copri fuoco – uno sguardo severo, ma bonario. «speravo di risparmiarne qualcuno, agendo così» indica con un ampio gesto del braccio la Radura, sospira sibilante fra i denti. «ora invece mi tocca uccidervi tutti» l’indice scivola su ognuno di voi, lui canticchia piano e a bassa voce mentre sceglie da chi cominciare. È rapido il suo scatto laterale, ed in mezzo battito di cuore non è più lì, trovandosi invece sulla sponda Nord del Lago Nero dove, una prima luce di un verde puro e brillante, indugia fra la terra da poco smossa. Seth china il capo sulla zolla sollevata, osservando curioso l’ultima Reliquia a volteggiare sul palmo di Lancaster. Corruga le sopracciglia, il pollice a premere sulla lingua cercando il sapore familiare del denso potere ad aleggiare nell’aria. Lo riconosce? Sì. Lo capisce?
    «iniziamo con te» e prima che William Lancaster possa muovere un passo, prima che la Reliquia giunga alla colonna, Seth trasforma il proprio pugno in ossidiana ed in un sol, mirato, colpo, sfonda il petto dell’uomo.
    William Lancaster muore sul colpo, senza tempo, voce o lingua, per potervi dire qualcosa. Che gli dispiace, magari. Che lui era l’unico a poterlo fare, ed ora non sa come aiutarvi - che nessuno sa aprire un portale, ed ora i Viaggiatori sono costretti a morire con i Rivoltosi. Non potete saperlo, voi.
    Seth lascia volteggiare l’ultima Reliquia fra le proprie dita ancora sporche di sangue e carne cruda, un sorriso beato e distratto al corpo senza vita di Lancaster. «chi vuole essere il prossimo?»

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  12. call me lancaster!
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    «speravo di risparmiarne qualcuno, agendo così» Strinse gli occhi, l’uomo, lingua a pungolare il palato dondolando sui talloni. Volse appena lo sguardo a sinistra, muovendo impercettibilmente il capo. «ora invece mi tocca uccidervi tutti» Udì un sibilo al proprio fianco, e scosse più violentemente la testa sollevando un braccio per bloccare l’iniziativa sul nascere, portandosi il dito della mano opposta alle labbra: non era ancora il momento. Affondò i denti nella guancia quando Seth sparì, tirando un sospiro di sollievo solamente quando riapparì poco distante. Indietreggiò di un solo misurato centimetro, quando il pugno del despota affondò nella carne del petto di William Lancaster strappandogli ossa e cuore.
    Cercò gli occhi dell’uomo prima che le dita d’ossidiana di Seth giungessero al muscolo cardiaco, annuendo solenne nel leggere il suo labiale.
    «chi vuole essere il prossimo?»
    «ora.» un ordine secco e deciso che non ammetteva né repliche né ritardi.
    E non ce ne furono. Udì il boato, e non si permise il tempo di vedere il fascio di luce oro indirizzarsi verso Seth: «questa la prendo io» in un attimo fu al suo fianco, e prima che lo sparo colpisse il tiranno al petto, afferrò dalle sue dita la Reliquia di Salazar Serpeverde spingendola nell’apposita alcova.
    Solamente un uomo poteva compiere un atto simile e sopravvivere al potere delle Reliquie, e quell’uomo era William Lancaster – lo stesso William Lancaster con la cassa toracica svuotata che giaceva composto al suolo.
    Lo stesso che concluse il rituale spingendo la Piuma al suo loco d’appartenenza, chiudendo il cerchio.
    Una vera fortuna che quel giorno, di William Lancaster, ce ne fossero due.
    «e questo dovrebbe spaventarmi?» Seth rise, una mano ad infilarsi nel foro apertosi nel suo petto a causa dello sparo. Rise sguaiato, testa reclinata all’indietro e dita sporche di sangue asciutto e nero. William scosse mestamente il capo, mentre la terra attorno a loro iniziava a tremare – forte, sempre più forte, mentre le colonne brillavano parendo fuoco ebano screziato dei quattro colori dei Fondatori. «no,» ed una rete, costruita con sangue, sudore, ed ogni incantesimo conosciuto e sconosciuto, circuisse lo spazio attorno a loro, stringendosi sempre più attorno al corpo del despota. Aveva smesso di ridere, Seth. «ma questo sì» ed il terreno non smise mai di tremare, il suono asciutto e ruvido delle pietre del castello a collassare le une sulle altre: Hogwarts, e la magia che aveva mantenuto in vita il castello per centinaia d’anni, stava morendo. Prosciugata dal Rituale, dai Quattro poteri dei Fondatori.
    La rete si strinse attorno a Seth, asciugandolo di ogni potere – e gridò, l’uomo, gridò con quanto fiato aveva in gola ed anche un po’ di più, finchè una bocca con cui farlo non l’ebbe più. William Lancaster non battè ciglio, lo sguardo a scivolare su Dakota Wayne, Ritter Scully, Jason Maddox ed Amelia Hepburn – loro l’avevano aiutato a costruire il cannone, un altro prendere tempo. Una misura necessaria, aveva detto ai ragazzi impedendoli di unirsi alla Rivolta; avranno bisogno di noi.
    E, come sempre, aveva avuto ragione.
    Nessuno parlò quando il corpo di Seth venne sollevato a decine di metri d’altezza dalla rete oro sprigionata dalle Quattro Colonne – non un sibilo nell’immobile radura, mentre una gabbia emergeva dalle profondità del Lago Nero. Una gabbia che ingoiò completamente Seth, sprofondando nelle acque fosche dello specchio d’acqua. Smise di ribollire dopo un paio di secondi, tornando semplicemente il buon, vecchio, Lago Nero.
    Seth non poteva essere ucciso, ma poteva essere imprigionato.
    Per sempre. Non procrastinò ulteriormente, William Lancaster, nel sollevare la bacchetta al cielo terminando il Rito iniziato dal suo alter ego – doveva approfittarne finchè ancora il prato scozzese fosse stato pregno di magia e sangue, di lacrime e dita affondate nel terreno, di addii e ritorni.
    Di guerra, giustizia, ed ordine.
    «oblivion
    E tutti i membri di quell’universo e di quella realtà, come marionette sincronizzate al chiudersi del sipario, caddero al suolo privi di sensi.
    Okay, ora poteva permettersi un sospiro. Si scosse nelle spalle cercando di liquidare la tensione accumulata, uno sbuffo d’aria nervosa fra le labbra serrate. «che giornata, eh» salutò con un amplio movimento del braccio i Viaggiatori, riconoscendo volti nuovi e volti che una vita prima, un Lancaster così prima da chiamarsi Perkins, aveva già conosciuto.
    Nessuno, come prevedibile, rise della sua battuta. «pubblico difficile» bofonchiò fra sé grattandosi un sopracciglio, annullando la distanza fra loro per andargli incontro. Non che si fosse aspettato un allegro comitato di benvenuto, ma andiamo! Avevano appena salvato il mondo! Ed invece, gli ingrati, non si sprecarono neanche in un sorriso, lasciando William l’unico con le labbra piegate verso l’alto.
    Vabbè, non si sarebbe lasciato rovinare il buon umore da loro. «per chi non mi conoscesse, il mio nome è William Lancaster. quello più bello e simpatico» una pausa, la testa piegata contro la propria spalla. «e vivo, certo. Anche questo va a mio, nostro, favore.» battè le mani fra loro, drizzando la schiena nell’incrociare gli occhi blu di una donna al confine della Radura: «ah, alla fine sei riuscita a raggiungerci!» salutò anche lei, invitandola con un cenno della mano ad unirsi a loro. «non fare la timida, jeanine. non ti si addice» Jeanine Lafayette indugiava, occhi per ciascuno dei corpi a terra. Una donna pragmatica che di guerra era fatta, che il caos l’aveva respirato da sempre, disposta a compiere qualunque sacrificio pur di riuscire nel proprio intento - cambiare il mondo, salvarlo. Non era il suo mondo, quello, lo sapeva. Ma era comunque una sua battaglia, e quelli avrebbero potuto essere, e lo erano stati, in Francia, i suoi caduti. Comprendeva che prima non ci fosse stato tempo di omaggiarli come sarebbe stato giusto ed opportuno, ma in quel momento, Jeanine, poteva permetterselo: ecco perché chiuse gli occhi a ciascuno di loro, sussurrando ad ogni petto immobile un «hai combattuto con onore, soldato. grazie». Algida, non guardò nessuno dei Viaggiatori nell’unirsi a William Lancaster, cui rivolse la più completa attenzione. L’uomo annuì grato, l’abbozzo di un sorriso ora triste sulla bocca. «era necessario» indicò con un ampio gesto tutti gli uomini, le donne, i ragazzi e le ragazze ancora sparsi, incoscienti, sul prato scozzese. «non dovranno ricordare nulla di seth. damnatio memoriae. hanno bisogno di ricominciare» battè le cespugliose ciglia scure, palpebre serrate. «come voi centinaia di anni fa» sollevò gli occhi a cercare quelli di ciascun Viaggiatore, solenne ed austero nella sua impeccabile giacca scura. Si allontanò tornando alle Colonne, ciascuna delle quali ancora svettava nei quattro punti cardinali. Uno scomparto s’era aperto rivelando, in tre delle quattro colonne, degli ingranaggi.
    Ingranaggi d’oro, tondi.
    Maledettamente familiari, non è vero? Dovrebbero. William ne solleva uno davanti ai suoi occhi, e non v’è più ombra di dubbio sulla sua natura – e su quella degli altri due. Pendoli gemelli di uno stesso meccanismo.
    Tre Giratempo. «non ve l’hanno detto chi fosse seth, vero? per loro era così…scontato» umettò le labbra, fece scivolare ciascuna delle Giratempo nelle proprie tasche. Ci sarebbe stato tempo per dedicarsi anche a quel problema. Volse ancora gli occhi scuri sul suo pubblico, palpebre socchiuse. «immagino non vi abbiano mai detto neanche il suo nome» deglutì, le dita a carezzare pigre il bordo dei ciondoli magici. Non avrebbero potuto rimanere uniti a lungo – non avrebbero dovuto rimanere uniti punto.
    Erano chiavi. «abbadon» un sussurro gonfio di potere, brividi a scivolare lungo la schiena. «il Quinto Fondatore.» Li guardò, uno per uno, soffermandosi poi sulla Lafayette. «sconfitto mille anni fa da Godric, Corinna, Salazar e Tosca.» una pausa, attendendo che quelle informazioni venissero assimilate. Inspirò dalle narici, le unghie a pizzicare nervosamente i palmi delle mani. «avete capito perché vasilov volesse le giratempo? Perché…van lidova, abbia preso i suoi tratti?» Battè le ciglia, abbassò il capo. «è una storia dimenticata, quella del quinto fondatore. Cancellata dalle mani sapienti di Godric e Corinna, dall’astuto Salazar – e voluta da Tosca, che non voleva il mondo ricordasse un tale scempio. Abbadon era folle, ed era potente. Immortale» un cenno con il capo verso il Lago Nero. «ecco perché la gabbia» Jeanine osservò la sua giratempo, quella che ha portato gli Eroi nel 2118, con occhi nuovi. «ed ecco perché sono necessari tre Cavalieri, un dono ed una maledizione tramandata da secoli.» Un’altra pausa, una mano sollevata per impedire interruzioni.
    «usarle è pericoloso, allenta la presa sulla Prigione. questo» indicò con il braccio tutti i morti, tutto il sangue, tutte le lacrime ad asciugarsi sulle guance. «è solo un assaggio di quello che accadrà al vostro mondo, se tornerete indietro.» non ebbe timore a sostenere il loro sguardo: non si vergognava delle proprie scelte, William. «ho fatto quello che dovevo» non lo rimpiangeva. Era nato, per quello – più di cento volte. «abbiamo» un bisbiglio, quello della Lafayette, ma deciso. Perché lei non sapeva di Seth, ma conosceva il potere delle Giratempo: non controllavano solo la linea temporale, avevano un potere molto, molto più grande, abbastanza da ribaltare le sorti del Mondo Magico. Jeanne non aveva voluto che giungesse fra le mani di Dragomir perché aveva avuto timore di quel che un sol uomo avrebbe potuto farne, ma non avrebbe mai immaginato che potesse…che esistesse qualcosa di peggiore. La francese fece guizzare la lingua fra le labbra, il capo a scuotersi debolmente. «vasilov sta cercando un’alternativa» William non rispose. «sta cercando un modo per liberarlo anche senza le giratempo» ancora tacque solenne, il preside di Salem. Si permise una manciata di secondi, prima di annuire grave strappando una bassa imprecazione in francese alla donna. «sono un Custode» guardò i ragazzini di fronte a lui, soffermandosi sui pochi che avrebbero potuto comprendere. «sono un Cavaliere da molti, molti anni» inspirò dalle narici apparendo d’improvviso più antico, stanco. «il mio compito è mantenere l’Equilibrio» cadde il silenzio sulla radura, denso di dubbi a picchiettare contro lo sterno. «ecco perché vi ho mostrato tutto questo. Meritavate di saperlo, prima di scegliere» fece dondolare la propria Giratempo di fronte a loro, lo stesso strumento che li aveva spediti cent’anni addietro. La ritrasse quando qualcuno fece un passo in avanti, un’occhiata sbilenca ed intimidatoria nella loro direzione. «potete tornare a casa, Viaggiatori.» la lasciò lì, quella frase, appesa nell’aria mentre intorno a loro il popolo di quella realtà cominciava a svegliarsi. «ma siete disposti a pagarne il prezzo?» gli occhi a scivolare sui ragazzini privi di vita a lato della Radura, su uomini e donne che non avrebbero mai conosciuto i propri figli. «non dovete decidere adesso» ticchettò sulle Giratempo sorridendo mesto. «sono scariche. deve passare diverso tempo prima che possano essere utilizzate di nuovo. Anni, forse» si strinse pragmatico nelle spalle, iniziando a compiere lunghi passi sul prato – cercava qualcosa, William. Dei punti precisi, nell’inumidirsi l’indice e sollevarlo saggiando l’aria.
    Delle falle. «ecco perché io e le giratempo rimarremo qui: il tempo scorre in maniera diversa.» piantò secco la bacchetta nel terreno, una formula latina sussurrata fra i denti. Quando ritrasse il braccio, aprì lo squarcio nella realtà dando un assaggio di un capanno scuro ed impolverato: Bodie, California. «non è difficile rompere le barriere, una volta scoperto della loro esistenza» si strinse ancora, modesto ed umile, nelle spalle. «pensatela un po’ come una zip: basta sapere dove tirare» e piantò ancora la bacchetta al suolo, un grugnito nel ritrarre il braccio mostrando, questa volta, un più ampio e pallido panorama: Francia, lo stesso bagno dal quale erano giunti dal 2118. «quando saranno pronte, sarò io a venire da voi» li invitò con un cenno a proseguire senza di lui, cercando i chiari occhi di Jeanine Lafayette. «dragomir vasilov è una minaccia. non possiamo permettere - » «lo so» malinconico, solenne. Privo dell’usuale sorriso, William Lancaster. «lo so, jeanine.» non aggiunse altro, un altro movimento della testa verso il Portale. «ma ora è il momento di andare.» la superò tornando al centro della Radura, avvicinandosi ai membri di quel mondo mentre riprendevano coscienza di sé: l’incantesimo aveva agito sull’intero mondo magico, non solo su di loro. Di Seth, Abbadon, nessuno avrebbe più avuto memoria. Ma le guerre? Le perdite? Quelle sì, che le avrebbero ricordate.
    Era il nemico, ad essere cambiato. «vi aiuterò a sistemare questo macello» un lieve sorriso, gli occhi sollevati sulle macerie della scuola magica. Sarebbe rimasto, William Lancaster, a raccogliere i cocci di quella realtà indirizzandoli verso la giusta via – occupandosi dell’occupabile.
    Lo doveva al sé stesso che aveva dato la vita, perché fosse possibile. «come prima vi hanno aiutato i vostri…amici. dovreste davvero ringraziarli» l’ombra di una risata negli occhi scuri, mentre con un cenno indicava prima un fronte, e poi l’altro. Così diversi, e così maledettamente simili.
    «si torna in patria, forestieri. a tempo debito, avrete mie notizie.»
    E dove tutto ebbe inizio, tutto fu destinato a finire.


    Prima delle doverose informazioni di servizio, il Fato ci teneva a ringraziarvi con tutto il suo cuore.
    Grazie, di aver reso un'altra avventura magnifica - come naturalmente ci aspettavamo: grazie, di non averci deluso nemmeno questa volta. Grazie, di aver pianto e degenerato e sclerato male assieme a noi, come sempre.
    Grazie, di aver festeggiato con noi i cinque anni dell'Oblivion - che si sa, abbiamo un modo tutto nostro di festeggiare (ci amate anche per questo, suvvia!). Senza di voi tutti, non sarebbe stato lo stesso - e non sarebbe l'Oblivion, punto.
    Siete bellissimi, vi amiamo un sacco.
    GRAZIE E AUGURI A TUTTI!!!&&
    Ora, le info.

    ➡ non saranno vere e proprie postquest, dato che di quest non si tratta, ma se entro una settimana (ovverosia, entro le 00.00 del 11.06) aprirete una role subito conseguente agli eventi dell'evento, il Fato vi farà un regalino. Che regalino, mi chiedete? Eh boh, lo scopriremo insieme!

    ➡ nel caso vi chiedeste quanto tempo sia passato dall'inizio dell'evento, parlando dell'ON GdR... beh. Nell'AU, saranno passate ore - non troppe, ma di certo abbastanza per farvi istruire sulla Missione da parte dei Rivoluzionari e per, effettivamente, affrontare la guerra. Ma quando ve ne andrete via, da quell'universo, vi renderete conto che è la mezzanotte del 4 Giugno: è passato un mese e mezzo, da quando avete attraversato il portale.

    ➡ a ciascuno di voi verranno assegnati dei PE per aver partecipato, che non andranno in base alla divisione in gruppi delle varie schede livelli: ci sarà un totale di punti esperienza che andrà, indiscriminatamente a tutti i vostri personaggi. Presto ah! vi faremo sapere dove trovarli.

    Andate in pace, amen ♥
     
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