Fight is the last choice

Arwen, Dakota, Niahm

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  1. UNDÒMIEL.
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    Arwen Undòmiel
    THERE ISN'T COURAGE WITHOUT FEAR.
    Era passato da poco Natale, fuori la neve aveva imbiancato la foresta, il castello, ed il freddo aveva trasformato il lago nero in una lastra di ghiaccio. Arwen camminava a passo spedito per i corridoi , vestita con il suo solito lungo abito bianco che scivolava dietro di lei senza fare rumore. Si stava recando nella sala comune dei grifondoro per vedere due suoi allievi, aveva in serbo per loro una piccola sorpresa, un regalo che si erano davvero meritati specie dopo l’ultimo attacco dei mangiamorte al quartier generale dei ribelli.
    La professoressa bussò e si fece aprire da due studenti sorprendendo un po’ tutti i grifi nella sala che cadde in un imbarazzante silenzio di tomba… La giovane non si fece di certo intimidire ma anzi, senza muovere un muscolo e stando perfettamente composta esclamò “Vorrei che i due prefetti mi raggiungessero al più presto in corridoio, li aspetterò la fuori. Buona continuazione ragazzi.” Poi si voltò ed usci silenziosa quasi fluttuando nell’aria, si mise quindi in attesa dei due camminando avanti ed indietro lentamente, lasciando che i pensieri scivolassero via , sotto le sue scarpe.
    Dopo poco ecco arrivare i suoi prefetti ribelli con delle facce simili ad un gigantesco punto interrogativo, Arwen non potè far a meno di sorridere ed esclamare “Buongiorno Dakota, Niahm, venite con me ogni cosa vi sarà spiegata a tempo debito, seguitemi.” Detto questo riprese a camminare e li condusse fuori dalla scuola, detestava essere vista da occhi indiscreti perciò aveva dovuto cercare un posto tranquillo dove sapeva che nessuno avrebbe sentito i loro discorsi. Il lago nero era un luogo perfetto, lontani da Hogwarts sulle rive al confine con la foresta nessuno si sarebbe intromesso nei loro discorsi e potevano quindi concedersi un po’ di libertà. “Eccoci qua! Occhio al ghiaccio , se non sapete pattinare state lontani dall’acqua!” disse sorridendo e frugando nella borsa, ne tirò fuori due eleganti foderi in pelle che custodivano due spade identiche “Buon Natale! Spero sinceramente che mai dobbiate servirvene ma se quello che è successo al quartier generale ricapiterà almeno so che sarete in grado di difendervi dalle armi da taglio” concluse lasciando che il suo sguardo cadesse su Wayne che durante l’attacco era stato pugnalato in pieno collo da un mangiamorte facendole quasi venire un infarto. Lasciò che i due grifi sfoderassero le armi poi passò alla spiegazione dettagliata “queste non sono lame qualsiasi, appartengono alla mia famiglia da generazioni, gli elfi le hanno forgiate , sempre che voi non pensiate che queste creature siano una leggenda … Beh che ci crediate o no queste sono le così chiamate spade gemelle, sono in grado di cambiare colore quando l’altro che la brandisce è in pericolo di vita, più il colore diventa brillante, meno tempo avete per salvare la persona.” Arwen con un rapido movimento sfoderò la sua spada dalla cintura che portava allacciata sempre in vita, la lama era molto simile a quella che brandivano Niahm e Dakota , variava solo per delle incisioni dorate. “Come potete vedere anche la mia è molto simile ma ha il potere di diventare invisibile con me, le spade elfiche sono diverse dalle spade tradizionali e ci vuole un po’ di allenamento per riuscire ad utilizzarle come si deve, vi darò io qualche lezione e la prima… beh inizia adesso.” Esclamò infine sorridendo la giovane.



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    Niamh A. Lynch
    are you a saint or a sinner?
    Ahia! esclamò la ragazza, quel maledetto procione l’aveva morsa di nuovo, gli lanciò un’occhiata veloce e lo trovò intento a sfregarsi le zampe con un’aria diabolica dipinta sul muso. Sempre che, ovviamente, i procioni potessero assumere un’aria del genere; corrugò le sopracciglia e incrociò le braccia al petto con fare autoritario no Mr Fitz, non bisogna mordere le persone sennò la ragazza si avvicinò all’animale e si chinò alla sua altezza non ti faccio più infilare nelle coperte di Dakota la notte, intesi? gli puntò un dito contro per poi sorridergli e prenderlo in braccio.

    Mr Fitz
    Naiam o come si chiamava, era petulante , o almeno così pensava il procione. Non stava un attimo zitta e si lamentava se la mordeva, ma insomma, se lo faceva c’era un motivo no? Ecco il motivo era perché aveva un buon sapore, bacon. E a lui piaceva più di ogni altra cosa quindi sperava di staccarle un dito e mangiarselo. Doveva essere una bella sensazione assaporare la sua carne, gustosa, al sangue. Ma mai quanto quella di Dakota, la sua doveva essere ancora più buona, avrebbe provato con le dita dei piedi.
    Ora, non è che non voleva bene a Naiam ma quando la guardava non poteva fare a meno di formulare quei pensieri. E di sicuro avrebbe urlato di meno mentre le staccava il dito a morsi che come quando era con Itaglie, oh si, Mr Fitz sentiva sempre tutto. Povera creatura, traumatizzata a vita da quei due, forse avrebbe dovuto sporgere denuncia.

    Non si sarebbe mai aspettata un regalo del genere per Natale, era semplicemente inimmaginabile, ma era rimpasta colpita positivamente. D’altra parte neanche il suo era del tutto normale, un leone. La sua impulsività nel fare le cose era stata da sempre la sua croce, anche questa volta non aveva pensato alle conseguenze che il suo gesto avrebbe potuto avere in futuro. Ma forse il sorriso raggiante di Lucas nel momento in cui aveva visto Gideon indicava che avrebbero potuto trovare una soluzione in futuro, aveva visto come si era affezionato, non l’avrebbe abbandonato facilmente.
    La sua mano scivolò tra la folta pelliccia del procione, muovendosi avanti e indietro ritmicamente, questo sembrava gradire emettendo suoni d’apprezzamento. Probabilmente stava pensando al bacon. La ragazza sobbalzò al rumore della porta che veniva aperta bruscamente, si portò una mano al cuore guardando il grifo dall’altra parte con un’espressione omicida Dio mio Chris quante volte ti ho detto di bussare? Avrò perso come minimo dieci anni di vita l’altro roteò gli occhi pensando che come al solito la prefetta stesse esagerando suvvia Niamh, non dirmi che ti spaventi per così poco e comunque ti sta cercando la prof di Scherma, aspetta te e Dakota nei corridoi nella testa della grifa si susseguirono decine di possibili spiegazioni del perché li avesse convocati ma poiché la maggior parte includevano avvenimenti irrazionali e non plausibili quindi lasciò perdere e si alzò dal letto agguantando il mantello e il regalo per la professoressa, rendendo saldamente in braccio Mr Fitz, lasciò la stanza seguita subito dopo dal suo compagno.

    Mr Fitz
    Si trovavano del corridoio, con quella strana tizia vestita in modo inquietante e quello gnocco di Wayne, gnocco perchè quando lo vedeva non poteva fare a meno di dirigere i suoi pensieri verso gli gnocchi fritti con sopra il bacon. Non perché fosse bello, anzi, sembrava una ragazzina. Per di più una di quelle sfigate, ma chissà, magari riservava doti nascoste.
    Non appena gli fu di fronte ne approfittò per sporgersi dalle braccia della grifa e mordergli la mano, strinse i denti fino a far sanguinare l'indice destro. Assunse un'aria innocente quando Niamh lo scostò bruscamente dal suo amico no, Fizzy cattivo, ti ho già detto mille volte di non mordere le persone e buongiorno professoressa si abbassò lentamente fino a sfiorare il suo orecchio la prossima volta vedi di fargli più male, ok? che padrona degenere che era, suggeriva al suo animale strane cose e non lo puniva a dovere. Io le toglierei la custodia dell'animale e la rinchiuderei direttamente in manicomio, così da sbarazzarcene una volta per tutte.

    Lago Nero. Acqua. Ghiaccio. Scivoli e muori.
    Piccolo riassunto del perché Niamh si allontanò in fretta dalla sponda, lei odiava l'acqua. Aveva il costante presentimento che un giorno la sua paura avrebbe potuto rivoltarsi contro di lei, nuocendole in qualche modo. Cosa che sarebbe potuta succedere, doveva ringraziare Leroy per quella magnifica lezione dove aveva quasi rischiato di affogare, ora i suoi sogni erano popolati di fantastiche visioni relative alla sua possibile morte. Quanta allegria.
    Buon Natale! Spero sinceramente che mai dobbiate servirvene ma se quello che è successo al quartier generale ricapiterà almeno so che sarete in grado di difendervi dalle armi da taglio, queste non sono lame qualsiasi, appartengono alla mia famiglia da generazioni, gli elfi le hanno forgiate , sempre che voi non pensiate che queste creature siano una leggenda … Beh che ci crediate o no queste sono le così chiamate spade gemelle, sono in grado di cambiare colore quando l’altro che la brandisce è in pericolo di vita, più il colore diventa brillante, meno tempo avete per salvare la persona. gli porse due spade identiche, la prefetta ne prese una in mano leggermente diffidente, lei e la scherma non erano mai andate d’accordo anche se doveva ammettere che quelle armi l’avevano sempre affascinata. Non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe divenuta proprietaria di una di quelle, comunque restava il fatto che era un’incapace e che non la sapeva usare correttamente.
    Aprì e chiuse la bocca, quel regalo doveva essere di grande valore e la Undòmiel lo stava affidando a due idioti, forse però aveva fiducia nelle loro capacità. Forse, anche detto come “no, in realtà Niamh si sta illudendo di essere una brava alunna” grazie professoressa, sono bellissime cioè ha capito cosa intendo vero? Nel senso che si insomma wow non me lo aspettavo e volevo ringraziarla per averci aiutato quella notte al quartier generale con questo le porse l’arco che si era portata dietro centra sempre l’obbiettivo a cui si mira, non sbaglia mai, me l’hanno assicurato e quando l’ho visto ho pensato che le sarebbe piaciuto sicuramente accennò un sorriso, di norma non avrebbe mai fatto un regalo a una professoressa ma la Undòmiel era un’eccezione, dopo quello che aveva fatto per loro non poteva non ringraziarla in qualche modo.
    Ci vuole un po’ di allenamento per riuscire ad utilizzarle come si deve, vi darò io qualche lezione e la prima… beh inizia adesso la grifa lanciò uno sguardo preoccupato a Dakota, come a chiedere aiuto ma no professoressa non si preoccupi sul serio e poi c’è la neve insomma si rischia di scivolare, sa è pericoloso e…Dakota magari vuoi provare te per primo? inclinò la testa come a supplicarlo, sentiva già il calore lasciare il suo corpo, si vedeva già a esalare l’ultimo respiro con la spada puntata alla gola e Mr Fitz che faceva la cheerleader, tifando ovviamente per Arwen. Prociostronzo.





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    Il primo pezzo potete saltarlo a piè pari uwu volevo solo parlare del rapporto tra mr fitz e dakota


    è rosso tinto (notare bene: rosso, non ginger. Rosso);
    gira sempre provvisto di dolci o tavolette di cioccolato;
    ama gli scacchi, magici o babbani che siano, così come fare metafore su di essi;
    è entrato nei ribelli alla fine del quinto anno;
    ha una cicatrice sul collo;
    Maeve è la cosa più simile ad una famiglia che abbia al momento (sì, anche contando Gerald), e non sopporterebbe di perderla;
    è mancino;
    ha una cotta non così segreta per il suo capo;
    è terrorizzato dalla tortura.
    #gryffpawa “Do not fall in love with people like me.
    I will take you to museums, and parks, and monuments, and kiss you in every beautiful place, so that you can never go back to them without tasting me like blood in your mouth.
    I will destroy you in the most beautiful way possible. And when I leave you will finally understand, why storms are named after people.”
    Caitlyn Siehl,

    Dakota Wayne is still fighting
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    Dakota era un bravo ragazzo, e praticamente amava tutto e tutti. Magari qualcuno non riusciva tanto a soffrirlo (Amery, Lancaster...), ma vedeva del buono in chiunque, sempre. Persino in persone come Icesprite, che erano sommariamente malvagie, o Devereux, il ragazzo che aveva tentato di ucciderlo al quartier generale. Tutti si meritavano una seconda occasione, nessuno doveva morire...
    Tuttavia.
    Tuttavia c’era, effettivamente, qualcuno che era sicuro che fosse cattivo, e basta. Qualcuno a cui continuava a dare seconde possibilità, a dimostrare affetto, eppure in risposta lo trattava sempre come una pezza da piedi. Qualcuno che ora lo stava guardando da sopra le coperte (le sue coperte, del suo letto) con sguardo cattivo mentre Dakota, in piedi davanti a lui in boxer per la notte, un cuscino a mo’ di scudo, ricambiava l’occhiataccia.
    «...prociostronzo», borbottò il ragazzo.
    Mr Fitz era il male. Era un procione non cattivo, ma malvagio, e anche violento. Di nuovo, quel piccolo stronzo era entrato nel letto e, oltre ad averlo svegliato di soprassalto con la sua coda pelosa nel naso, aveva tentato di morderlo, e Dakota si era dovuto alzare in tutta fretta, restando mezzo nudo nel freddo delle moltopresto di mattina (sì, Dakota dormiva in mutande; sentiva meglio il calore delle coperte -cit).
    Ora si guardavano con sfida reciproca. Dakota assottigliò le palpebre, muovendo il cuscino davanti a sé per la rabbia. «Rifallo, prociostronzo, e ti butto direttamente giù da torre Grifondoro. Non è una minaccia, è un avvertimento».
    Il procione emise un verso, uno squittio, che assomigliava molto ad un “Fottiti, Wayne”.
    Il procione sapeva comunicare? O Dakota stava davvero impazzendo? Nel dubbio, gli fece il dito medio, e lanciò il cuscino contro il letto (attento a non beccare l’animale), andando poi verso il baule che era stato riempito con i vestiti che si sarebbe portato nel viaggio in America con Megan.
    Lui e Mr. Fitz si conoscevano da un paio di giorni, e per quanto il rosso fino a quel momento avesse cercato di essere un bravo amico per lui, quello stupido procione sembrava proprio odiarlo... e quella mattina aveva dato il meglio di sé, mettendogli il sedere in faccia. Per colpa sua, Dak aveva dormito si e no cinque ore... e sappiamo tutti (?) quanti impegni e cose da fare avesse Dakota: non poteva permettersi di dormire ancora meno. Doveva ancora riprendere dalla cena di Natale a casa Spankman.
    Infilò dei pantaloni puliti, una maglietta e sopra la felpa che gli aveva regalato Stiles per Natale. Lanciò un’occhiata offesa al procione, che gingillava sul suo letto come il vincitore della medaglia d’oro.
    “Bravo, scappa Wayne. Sei solo un debole”
    «No, tu sei il debole! Perché non conoscerai cos'è l'amore... o l'amicizia... e mi dispiace per te!»
    Dakota fece una risata isterica e, con uno scattò, spalancò la porta e uscì, richiudendola dietro di sé con un tonfo.
    Era decisamente partito di testa.

    Due ore e tre caffè dopo stava meglio. Era seduto sulla poltrona della sala comune, ma non aveva voluto riprendere sonno; visto che ormai il prociostronzo l’aveva svegliato, aveva deciso di occupare il tempo ricopiando dei vecchi appunti, mentre i compagni di casata più mattinieri gli passavano davanti e, a volte, si fermavano confusi per fare due chiacchiere.
    «Wayne, quella non è la maglia per cui ieri quei Corvonero ridevano?»
    «Me l’ha regalata Stiles.», diede a mo' di spiegazione.
    «Sì ma... ma ha qualcosa che non va». Il ragazzo la guardò con sospetto. «Sicuro che Stiles non ci abbia fatto sopra qualche incantesimo?»
    Dakota agitò la mano in aria. «Quando me l’ha vista addosso Stiles ha fatto un’espressione soddisfatta... credo anch'io abbia qualcosa di strano, ma a meno che io non scopra che mi sta uccidendo, e forse neanche in quel caso, la indosserò. Se fa felice lui, va bene.»
    Entrambi si voltarono verso la porta sentendo una voce provenire da fuori. Dakota vide un ragazzo in bianchieria intima fuggire rosso in viso, e immaginò che all’entrata non ci fosse un grifondoro: lì dentro succedevano le peggio cose, un tipo in mutande non era così grave da dover fuggire.
    Si alzò, avvicinandosi verso il gruppetto di persone, ma l’ospite se n’era già andato. «La Undòmiel aspetta te e Niamh qui fuori»
    Dak ringraziò. Dopo che gli aveva salvato la vita, quella donna gli era davvero simpatica, e non potè fare a meno di chiedersi se non li avesse convocati in memoria di quella battaglia che avevano affrontato insieme. O era perché prefetti? Non importava. Se li voleva, sarebbero andati.
    Andò a prendere il mantello, e aspettò che la ragazza uscisse dal suo dormitorio appoggiandosi a braccia conserte contro il muro. Quando la vide sorrise, ma l’espressione felice si spense subito.
    «Lui che ci fa qui?»
    “Paura, Wayne?”
    Strinse i pugni. «Ti piacerebbe»
    Probabilmente Niamh lo stava guardando come se fosse un matto, o forse lo sapeva anche lei che quel procione era il male. Poco importava. Era cattivo. E Wayne non si sarebbe fatto ingannare. Ti tengo d'occhio.

    Per ringraziarla di non averlo lasciato morire, e usando la scusa del Natale, Dakota aveva regalato alla professoressa un fodero di un pugnale, incantato magicamente: questo poteva infatti contenere qualsiasi arma, anche una spada molto più lunga di lui, ed era ottimo per nasconderlo sotto i vestiti per non far capiti che si era armati. Gliel’aveva fatto trovare impacchettato la mattina di Natale, con un semplice bigliettino in pergamena scarabocchiato: “Buon Natale e felice anno nuovo. Grazie per insegnarci a sopravvivere, anche quando sembra che tutto sia perduto. Dakota Wayne”. Non si erano ancora parlati, quindi non sapeva se lei avesse apprezzato... ma sperava di sì.
    Li portò al Lago Nero, e mentre la professoressa parlava, Dakota si metteva un cerotto dove quel prociostronzo l’aveva morso, cercando di ascoltare la voce della donna e non la risatina fastidiosa dell’animale. Come mai Niamh se lo portava sempre in giro? Era un procione, mio Dio, non un cagnolino!
    Smise di pensare a Mr Fitz quando Arwen porse loro due spade.
    «...cosa?»
    Non poteva crederci. Stava regalando loro... delle spade? Nella sua famiglia da generazioni? Fatte dagli elfi?! Erano rarissime! Erano costose! Erano «Troppo», sussurrò. Alzò lo sguardo sulla professoressa, mentre Niamh ringraziava. Non potevano accettare un regalo simile... o si?
    Tirò fuori la spada del fodero. Perfetta. Era dannatamente perfetta, talmente tanto che persino un idiota come lui, che non sapeva tenere in mano un coltello da burro, se ne rendeva conto... ed era in coppia con quella di Niamh! Bellissime e incantate. Non lo disse, ma pensava che avere un'arma magica che si abbinava a quella della sua migliore amica fosse la cosa più figa che gli fosse mai successa... per quanto, ovviamente, anche lui avrebbe preferito non dover più combattere (ma era un pensiero utopico, ovvio che avrebbe dovuto ancora combattere).
    «Io... grazie. Davvero. Spero che lei non si sia sentita obbligata a farci un regalo, perché queste spade sono...» Sfiorò col dito il piatto freddo della lama. «wow»
    La professoressa estrasse una terza spada, molto simile alle loro. Dakota era incantato. Non era mai stato capace di combattere con le armi bianche, ma forse era una buona occasione per imparare. Lezioni private... perché no? Si mise in posizione come gli era stato insegnato in classe. La spada sembrava bilanciata perfettamente, l’elsa forgiata per essere tenuta dalla sua mano. Era sicuro come non mai, e felice. Tanto felice.
    «Ma no professoressa non si preoccupi sul serio e poi c’è la neve insomma si rischia di scivolare, sa è pericoloso e… Dakota magari vuoi provare te per primo?»
    Dakota si voltò verso Niamh, e bastò uno sguardo.
    «Certo, mi farebbe piacere... prima le signore in fondo, no?». Sorrise. “Niamh, che succede?”. C’era qualcosa sotto: non poteva voler accettare una spada simile, e non le lezioni per imparare a usarla. Dakota fendette l’aria con l’arma, e improvvisamente ricordò come loro due fossero diventati amici. Strinse la spada, continuando a guardare la donna allegramente. «Io sono pronto. ..incapace, inetto, e poco coordinato, ma sono pronto per farmi buttare a terra... anche se forse sarebbe meglio allontanarsi un po’ dal Lago, andando più verso il giardino, non crede? Non sarebbe bello farsi un bagno in questo periodo dell’anno».
    Lanciò un’occhiata fugace alla ragazza.


    « Una volta le dissi che non ero capace a fare niente. Mi rispose che sopravvivere è un talento. »

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    Edited by hear me WAYNE! - 20/1/2015, 17:14
     
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  4. UNDÒMIEL.
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    Arwen Undòmiel
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    Sorrise Arwen mentre i due prefetti grifondoro la seguivano fin sulle sponde del lago nero . Avrebbe preferito regalare dolci e calze di lana piuttosto che armi da taglio ma i tempi che correvano le imponevano di mettere le priorità davanti ai sentimenti. Cosa sarebbe successo se i mangiamorte avessero attaccato di nuovo il quartier generale? Cosa sarebbe accaduto se malauguratamente i due si fossero trovati senza bacchetta? Non ci voleva nemmeno pensare la ex corvonero, voleva assicurarsi che con o senza magia Dakota e Niahm sarebbero riusciti a cavarsela in ogni caso . Li lasciò ammirare le spade , scuotendo la testa quando Wayne disse che era troppo, no quello era il minimo 《È stato un piacere donarvele non preoccupatevi》 disse sorridendo cercando di rassicurarli . Accettò l'arco di Niahm con un espressione divertita《 un arco che non sbaglia mai il bersaglio? Interessante... proviamo!》e così dicendo rapidamente scoccó una freccia verso il centro di un albero. Il proiettile sibillò conficcandosi esattamente a metà della corteccia e Arwen lo soppesò soddisfatta 《È davvero un bell oggetto grazie Lynch》 concluse poi rivolgendo lo sguardo nuvamente a Dakota 《Io devo ancora ringraziarti per il fodero, lo ho con me proprio in questo momento ed è fantastico, praticamente invisibile !》
    E detto ciò posò una mano sulla spalla di entrambi divertita dalla loro reazione 《Non dovete temere se vi allenate con queste spade non vi feriranno mai, spostatevi dall'acqua e provate a prendere un po di confidenza con la lama vedrete che non è difficile.》La donna si allontanò di qualche passo e poi mostrò loro le prime mosse impaziente di vederecosa avrebbero combinato quei suoi due piccoli eroi rossi.



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