Votes given by walking contradiction.

  1. .
    frederik faustus
    teacher, headache
    And that's me, that's me The boy with the broken halo,
    That's me, that's me The devil won't let me be
    Freddie era felice.
    Rilassato.
    Raggiante — vabbè, ora non esageriamo. Ma sì, quella sul suo viso era davvero l'ombra di un sorriso, riuscite a crederci?
    Forse si sarà drogato, forse è solo il professor Jackson che ha preso la polisucco, forse ha vinto alla lotteria, forse è emozionato per il prossimo San Valentino — tutte ipotesi che circolavano nell'aria, borbottate a bassa voce dall'uno o dall'altro studente, e tutte possibili, certamente, ma non le più realistiche e intelligenti.
    Forse ora fa fare tutto il lavoro al suo assistente e ha meno lavoro, forse ha iniziato a scopare, forse è solo... felice.
    Din din din.
    Cioè, non faceva fare tutto il lavoro al povero Hugo Cox, chiariamolo, ma doveva ammettere che delegare, di tanto in tanto, e prendersi una pausa, gli stava facendo più che bene, e che gli piaceva il modo in cui il Cox stava lavorando, soprattutto ora che aveva imparato che non c'era bisogno di chiedergli ogni minuto se avesse bisogno di qualcosa e che poteva tranquillamente starsene in ufficio e leggere in silenzio mentre lui faceva altro.
    E magari aveva pure iniziato a scopare (sempre Freddie, non Hugo. Scusa Hugo), che ne sapete voi, e forse non aveva mai davvero smesso!!!1!
    Ma sì, in soldoni si poteva dire che in linea di massima il Faustus fosse semplicemente... felice, che era un fatto ambiguo sempre, ed ancora più strano se contiamo che tra due giorni a quella parte ci sarebbe stato il temutissimo plenilunio e la sua vicinanza iniziava a farsi sentire. Eppure, a parte la tipica espressione da cane bastonato e da perenne mal di testa, il prof di Trasfigurazione sembrava star affrontando quella giornata nel modo più pacifico possibile.
    Che dite, non c'entrava assolutamente nulla il fatto che al suo fianco per quella lezione non c'era il neopartoriente professore di Arti Oscure e l'ormai disoccupato professore di Strategia (no davvero, mica l'aveva capito ora cosa faceva il Barrow dopo aver lasciato il posto — fisso — a Hogwarts).
    Guadalupe Ramos e Anjelika Queen erano a mani basse le persone con cui aveva lavorato più facilmente (non ce voglia Mae): avevano stabilito i compiti in silenzio, avevano stilato degli obiettivi in silenzio, e si erano propriamente divisi i ruoli in silenzio. C'era forse qualcosa migliore di quello? Nessuna gita, nessun video dal dubbio gusto, nessun pappagallo pronto a molestare studenti, e nemmeno un giro omicida sullo spacobus guidato dal Jackson: il paradiso.
    Il gruppo classe aveva infatti raggiunto il San Mungo in modo assolutamente veloce e indolore, attraverso delle pratiche e magiche passaporte che li avevano catapultati giusto di fronte all'entrata dell'ospedale magico, dove il tedesco aveva fatto un passo avanti e prese la parola con un colpo di tosse.
    «bentornati, ragazzi» fece un giro veloce con lo sguardo per assicurarsi che ci fossero tutti e che nessuno (e perché proprio ficus) non si fosse perso, ma sapeva che nel frattempo gli assistenti si erano già mossi per contarli uno ad uno, quindi non perse ulteriore tempo e proseguì: «la Professoressa Ramos è stata sufficientemente chiara ed esaustiva sulle regole che dovrete seguire mentre siamo qui, quindi non c'è bisogno che le ripeta, giusto?» alzò il sopracciglio, guardò torvo qualcuno più di qualcun altro, poi annuì «bene, allora possiamo procedere: una volta all'interno dell'ospedale verrete divisi in gruppi da due o da tre, e ogni gruppo verrà condotto in diversi reparti e da lì verrà affidato a una diversa equipe di medici. Il vostro compito è molto semplice» is it? considerando gli studenti presenti non ci avrebbe messo la mano sul fuoco «dovrete guarire i pazienti a voi assegnati» la risata non-troppo-soffocata della Queen la diceva lunga su quanta fiducia il trio di professori avesse negli studenti, ma il Faustus continuò con la sua spiegazione. «vi verrà consegnata la cartella clinica del vostro paziente» sventolò davanti ai loro visini confusi il tipico fascicolo color giallo contenente diverse carte e diversi fogli «e in base a quello che leggerete sulla cartella, quello che vedrete con i vostri occhi, e i materiali che avrete (o non avrete) a disposizione, dovrete trovare la giusta cura per il loro problema. Ricordate che oggi non vi si chiede di essere dei medimaghi, ma di mettere in pratica quello che avete imparato durante le ore di Pozioni, di Erbologia, e di Trasfigurazione, chiaro?» ancora un attimo di silenzio per guardarli sommariamente, poi con un cenno del capo si convinse che (non) erano pronti «bene, possiamo iniziare allora, e mi raccomando» detto un po' sottovoce ma con una nota di puro terrore «non uccidete nessuno» a quel punto lasciò che fossero gli assistenti a dividere la classe nei gruppi stabiliti, mentre i tre colleghi prendevano posto all'entrata dell'edificio, pronti a supervisionare ora questo gruppo ora quell'altro, in una giornata di cultura, di pratica, di apprendimento, e di totale relax 🥰🥰
    «ah Cox» prese il suo assistente da parte solo per un attimo, prima di lasciarlo andare con il suo gruppetto «se qualcuno fallisce davvero tanto hai carta bianca per mandarlo direttamente in sala torture» una pacca sulla spalla del più giovane e poi via, insomma buon divertimento studenti, mh?
    32 | 1991
    transfiguration
    werewolf
    sinister kid
    the black keys


    SPOILER (click to view)
    OFF // ben ritrovati, amici! come spiegato nel post, quindi, gli studenti sono al San Mungo per fare, letteralmente, pratica sul campo: sono stati portati al San Mungo alle ore 10.30, dai professori e dai loro assistenti, e dopo una breve spiegazione di come si svolgerà la giornata, sono stati divisi in coppie/trii, ed è stato affidato a ciascuno di loro un fascicolo contenente un caso reale e attualmente in cura presso l’ospedale; da quel momento, la mattinata la passeranno nei reparti di competenza per eseguire il compito.
    (Potranno fare un’ora e mezza di pausa pranzo dalle 12.30 alle 14, e poi continuare le attività nel pomeriggio, fino alle 16.30, ora di raccolta e di rientro al castello.
    Ogni caso si differenzia per cause e reparto, ma lo scopo dei gruppi è sempre lo stesso: analizzare il caso e preparare una pozione che sia adatta a curare, o alleviare, i dolori della patologia.
    Ci sono diverse tipologie di pozioni che potrebbero essere richieste (es: pozione generica, veleno e/o antidoto, unguenti, elisir, distillati, ecc) ma la modalità per svolgere il compito sarà la medesima per tutti.

    HOW TO.
    1. dopo aver letto attentamente la lista con studenti e fascicoli, andate a cercare il vostro (o i vostri) compagno/i di progetto, e organizzatevi; non sarà necessario coinvolgere i professori su telegram, in quanto avete libero arbitrio su come portare avanti il compito, sta tutto nelle vostre mani;

    2. dividetevi i compiti — nello specifico, ogni studente del team dovrà postare un pezzo del progetto, più o meno in questo modo.
    PG1 → erbologia (// stilare un elenco degli ingredienti, che deve contenere almeno due piante con annessa motivazione sulla scelta; possono essere anche inventate, ma non è un requisito fondamentale; in ON, a tutti gli studenti viene fornita una lista di ingredienti insieme al fascicolo, alcuni appuntati dai medimaghi, altri ipotizzati, altri già utilizzati; tra questi può esserci un ingrediente sbagliato che gli studenti dovranno riconoscere e correggere — in OFF, tutto questo, è ovviamente affidato a voi, sia la lista “sbagliata” che l'ingrediente che va eventualmente sostituito)
    PG2 → pozioni (// descrivere la ricetta su come preparare la pozione)
    PG3 → trasfigurazione (// inventare un incantesimo di trasfigurazione secondo le istruzioni date nel fascicolo del paziente; la trasfigurazione può consistere in una semplice trasformazione (ex: un ingrediente sbagliato in un altro ingrediente, oppure un ingrediente sbagliato/in più in un oggetto che vi manca per la creazione della pozione) o, in altri casi, in una trasformazione trans-specie (ex: una parte del corpo del paziente è trasfigurata in qualche altra cosa).
    ndF (note di Freddie): sarà specificato nel fascicolo se avete a disposizione un ingrediente errato o se vi manca un oggetto
    IMPORTANTE: nel caso della trasfigurazione trans-specie, in ON gli studenti dovranno castare un incantesimo di detrasfigurazione generale, ma in OFF andrà comunque inventato l’incantesimo che ha portato a quella trasfigurazione, che gli studenti dovranno citare in ON.


    N.B.: in caso di coppie, PG1 prenderà l’elenco degli ingredienti + la ricetta; PG2 l’ingrediente eventualmente errato e l’incantesimo per trasfigurarlo.

    3. postate in questa discussione scrivendo sotto spoiler la parte del compito, compilando i moduli che vi forniremo, e ricordandoci con chi siete in gruppo ♡

    4. avete tempo per postare la vostra parte di compito entro e non oltre il 9.02 (tutta la notte compresa, dai, ci sentiamo buoni); chi fallirà a svolgere l’assegnazione entro la data, verrà bocciato (no, scherzo) (unless?).


    modulo per erbologia
    HTML
    <b>lista ingredienti:</b> (max 10 in totale, compreso quello errato)
    <b>ingrediente sbagliato:</b> + motivazione

    (in caso vogliate inventare delle piante: )
    <b>nome:</b>
    <b>descrizione:</b> petali, colore, stelo, semi, foglie, ecc ecc
    <b>proprietà:</b> magiche e non


    modulo per pozioni
    HTML
    <b>nome:</b> nome_pozione
    <b>descrizione:</b> blablabla
    <b>lista ingredienti:</b> solo quelli corretti
    <b>procedimento:</b>
    1. blabla
    2.blabla
    3. blabla
    4. ecc ecc ecc.
    <b>effetti:</b>
    <b>effetti indesiderati:</b>


    modulo per trasfigurazione (ricordate di cambiare anche il livello (matricola, apprendista, mago, leader), a seconda della difficoltà dell’incantesimo!)
    HTML
    <div class="card objs LIVELLO trasfigurazione">
    <h2>NOME_INCANTESIMO</h2>
    <p><b>Formula:</b> <i>formula_qui</i>. ++ descrizione_incantesimo (Cosa fa, come funziona, ecc)</p>
    <h6><span>info_incantesimo (verbale, non verbale, colore del fascio, gesto della bacchetta, ecc)</span></h6>
    </div>



    // nello spoiler qui sottostante troverete i fascicoli per i diversi gruppi //



    GRUPPO 1 – 3° PIANO NEUROLOGIA
    (sinead + mis)


    SPOILER (click to view)
    POZIONE GENERICA

    Paziente: Aidon Rimemba

    Sintomi ed evidenze: problemi di concentrazione, difficoltà relative al sonno, marcate e talvolta esagerate reazioni agli stimoli esterni

    Diagnosi: effetti collaterali per oblivion andato male

    ndF: vi manca proprio un ingrediente se volete finire la pozione


    GRUPPO 2 – 2° PIANO VIROLOGIA
    (clay + nahla)


    SPOILER (click to view)
    VELENO (NON LETALE)

    Paziente: Mr. Fungus

    Sintomi ed evidenze: gonfiore dei linfonodi, febbre, sudorazione

    Diagnosi: infezione da contagio vegetale

    ndF: vi diro, a occhio e croce credo che i suoi capelli non fossero verde pisello prima


    GRUPPO 3 – 1° PIANO ORTOPEDIA
    (paris + ictus)


    SPOILER (click to view)
    ANTIDOTO

    Paziente: Chan Kemorde

    Sintomi ed evidenze: ferita profonda e purulenta, pelle attorno annerita, arto opposto trasformato in zampa di cavallo

    Diagnosi: morso di creatura magica

    ndF: noope, quella zampa proprio non dovrebbe essere lì


    GRUPPO 4 – 2° PIANO TOSSICOLOGIA
    (ficus + mood + roxie)


    SPOILER (click to view)
    UNGUENTO

    Paziente: Vary Cello

    Sintomi ed evidenze: comparsa di puntini rossi pruriginosi a chiazze su varie parti del corpo, e gonfiori alle mani e ai piedi

    Diagnosi: eruzione cutanea dovuta a reazione allergica

    ndF: no, la professoressa Ramos NON si è dimenticata di darvi quell’erba lì


    GRUPPO 5 – 1° PIANO CHIRURGIA
    (ben + mona)


    SPOILER (click to view)
    ELISIR

    Paziente: Morph Yina

    Sintomi ed evidenze: spossamento, confusione e stanchezza eccessiva

    Diagnosi: sollievo post-operazione chirurgica

    ndF: sono abbastanza sicuro che il suo tatuaggio non fosse una svastica prima dell’operazione


    GRUPPO 6 – PIANO TERRA URGENZA E PRONTO SOCCORSO
    (darah + theo)


    SPOILER (click to view)
    DISTILLATO

    Paziente: Margy Kabula

    Sintomi ed evidenze: convulsioni, nausea, e perdita di conoscenza

    Diagnosi: ferita magica causata da incantesimi oscuri

    ndF: un ingrediente mi sembra proprio superfluo, invece il mortaio per le erbe che vi manca…


    GRUPPO 7 – 4° PIANO ANATOMIA PATOLOGICA
    (kaz + delilah + mary jane)


    SPOILER (click to view)
    DISTILLATO

    Paziente: Fatykaz Tuy

    Sintomi ed evidenze: lento irrigidimento muscolare, senso di bruciore crescente all’interno del corpo, mano sinistra trasformata in una mano di un lego

    Diagnosi: maledizione di tipo fisica causata da artefatto incantato

    ndF: no, non potete lasciargli quella mano; no, nemmeno se è divertente
  2. .
    gifsmediumdead??nikita fitzgerald
    currently playing
    Who is she
    i monster
    Oh, who is she? A misty memory
    A haunting face, Is she a lost embrace?
    Guardò una. Guardò l'altra. Guardò il suo giovane padawan special. Aggrottò le sopracciglia, le labbra inclinate di bieco in una smorfia.
    Spostò gli occhi nocciola sul fantasma al proprio fianco (Ari, non la finta Jane o la Hadaway) con cipiglio quasi offeso, borbottando a voce non molto alta: «mi sto annoiando a morte. ...e forse sono già morta» Incrociò le braccia.
    Ogni volta che usciva qualcosa di interessante proposto da uno dei presenti, arrivava lo spaccagioie di turno a rovinare la scena. E i tarocchi maledetti no, e la possessione no, e il ministero comun denominatore no, e il cronocineta no-
    «ma chi ha scritto questa sceneggiatura? I dialoghi non funzionano, i personaggi si parlano addosso senza dire niente, invece che indagare sul serio restano ancorati nella stessa inquadratura come se non potessero uscire da New Hovel-... sembra che l'autore non sappia dove vuole andare a parare» *looks into the camera* *Ari si asciuga il sudore fantasmagorico ridendo istericamente* «Forse siamo in un'opera dell'assurdo, tipo Aspettando Godot... uff, speravo qualcosa di più tragicomico. L'idea della possessione mi piaceva» continuava il suo monologo verso il fantasma mentre gli altri parlavano, boh, facevano cose; no non lo so se Nice e Lydia vedessero Ari, this sounds like a lydia and nice problem. Animatamente, Fitz allungò le mani verso Ictus (senza ovviamente toccarlo) muovendo le dita come un burattinaio «Potevamo essere i suoi piccoli Remì, fare reboot urban fantasy di ratatouille.» oh mio dio ma... RATatouille perchè è un topo. Chissà se lo sapevo già, ho avuta una rivelazione. Sono proprio le due. «È una trama geniale per una piece teatrale! Comica, ma anche un po' tragica» cambiò intonazione di voce, rendendola più profonda «Benedictus voleva solo fare del bene a quelle povere anime, dare loro l'occasione di risolvere le loro questioni in sospeso dopo secoli di tormenti, ma non sapeva che questo avrebbe rovinato la sua vita, rubandogli momenti indimenticabili come primi amori, primi baci, primi omicidi-»
    «Fitz»
    «Shhhh sto creando. -Come sono arrivato qui-... e tutto questo sangue-.... perchè-.... non volevo
    «Aiutali a trovare una soluzione. Serve anche a te. Non vuoi essere morta.»
    Fitz grugnì. Alzò gli occhi al cielo. Li riabbassò tornando ad ascoltare.
    Se ne pentì subito.
    Attese la fine del discorso di Jane!Nice, per schioccare le dita. «Sei una strega quando non sei Jane, vero?» al silenzio i sentimenti. Sorrise. «La tua giornata tipo è molto triste. Se non è successo nulla di diverso dal solito, non serviva renderci partecipi» però davvero, a che serviva proporre di ricostruire le giornate tipo, per poi dire "non è successo niente di strano", duh. Il fattore comune era avere avuto una giornata noiosa??? «Io un oggetto maledetto l'ho comprato di recente. Un ciondolo, tipo quello della serie tv Streghe» IL POTERE DEL TRIO COINCIDE COL MIO è sara jr che ci salverà arrivando. Spallucce. «Se tu sei fuori dal club però... boh. La mia giornata ieri è stata normale»
    Guardò Lydia. «L'idea del cronocineta mi piaceva! Vengo con voi a cercarne uno. La maledizione potrebbe durare ventiquattr'ore, sì, oppure» abbassò il tono di voce. Se avesse avuto una torcia, se la sarebbe messa sotto il viso per illuminarlo in modo creepy. «potremmo avere ventiquattro ore per tornare normali prima che diventi permanente era una cosa presente in un sacco di storie e favole !!!
    Indicò allegramente di scatto avanti a sè. «AL CRONOCINETA! -- UH E I CALL SHOTGUN PER POSSEDERE IL CORPO DI LINGUIN- cioè DI ICTUS!!!»
    sooner or later you're gonna tell me a happy story. i just know you are.
  3. .
    andrew stilinski
    I think we all grow up
    Thinking life is gonna be like the movies
    But enough's enough, 'cause after all
    You gotta get used to losing
    Hugo lo rendeva triste. Non la tristezza tipica della compassione, quella che stringeva il cuore e spremeva abbracci, e neanche quella che si insinuava fra le ossa ed i muscoli creando cuscinetti fra sé ed il mondo. No: era una tristezza esistenziale, agrodolce, dal fatalista sapore di è questo che ti hanno fatto diventare?. Puzzava di quello specifico tipo di nostalgia di esserci già passati. Guardare il Cox, era come osservare se stesso dall’altra parte di un ponte sapendo di non potere fare nulla per permettergli di arrivare a destinazione, se non trovare i mezzi e gli strumenti perché lui stesso potesse attraversarlo. Non era lavoro, quello, per Stiles. Era personale, forse ancor di più perché qualcuno nel mondo aveva deciso fossero anime gemelle; catartico, potendo passare il termine senza disumanizzare il ragazzo. Il «E comunque aspettarsi il peggio è semplicemente essere realisti» riso senza divertimento, riassumeva efficacemente l’identità dello sgorbietto rannicchiato nella sedia di fronte alla sua, e Stiles non ebbe nulla da aggiungere. Preferì immergere la bocca nella tazza di caffè, piuttosto che sminuire la questione con una delle frasi fatte da biscotto della fortuna. «Scusa. Per tutto.» E quel suo continuo chiedere perdono come se esistere ed avere un’opinione fosse una colpa, era così tipico della loro generazione, che lo Stilinski sollevò le labbra in un sorriso, ed il bicchiere in un brindisi. «grazie» perché dirgli di non scusarsi, l’avrebbe solo fatto sentire peggio, malgrado pensasse non avesse nulla di cui dispiacersi con lui. Con altri, non aveva modo di saperlo. «Non voglio… sfruttarti. Specie in questo posto, dove ti hanno già sfruttato abbastanza» Si guardò attorno, seguendo il gesto dell’altro con un’espressione divertita. Sfruttarlo? Il mestiere dello psicomago, era delicato, in quanto impossibile separare lavoro e persona. Rimaneva incastrato in ogni sguardo, inciampando suo malgrado nelle risposte ricevute per trovare una strada da percorrere insieme. Deformazione professionale. Era necessario mettere dei limiti per sopravviversi, vero, ma Stiles non credeva quello fosse uno di quei momenti. Aveva scelto quella professione per aiutare gli altri, paladino delle cause perse, e non si rimaneva in ferie dai propri principi. «Cioè, ok, lo sto facendo, quindi poi ti pago!! Per cui ecco. Insomma. Grazie. Però scusami comunque.» Quasi sputò (sara core) il caffè ancora in bocca, e dovette coprirsi la mano con il palmo per non inondare tavolo e interlocutore. Non gli capitava spesso di sentirsi una escort di lusso, ma quando colse le occhiate incuriositi degli avventori vicini, non potè fare a meno di sentirsi un po’ Julia Roberts. Assottigliò le palpebre, portando le dita alla gola per schiarirsi la voce. «non sto lavorando?» specificò allora, ad un tono leggermente superiore alla media, guardando clienti e Hugo. «ti ascolto, cerco di capirti, e di darti consigli» aprì il palmo verso di lui, arcuando le sopracciglia in silente attesa che facesse il collegamento. Nel dubbio, lo offrì egli stesso, scandendo lentamente ogni lettera. «come fanno gli amici??» Un po’ violato all’idea di essere pagato per quel tipo di relazione, ma non devastato al pensiero di avere una specie di sugar daddy platonico. Forse poteva renderlo un qualcosa. Invece di mandargli foto di piedi, gli mandava foto di frasi motivazionali…? Thinking. «Il fatto è che… non lo so? Non so chi mi ha fatto del male. O meglio, so che nessuno me ne hai mai fatto. Sono sempre stato un privilegiato. Famiglia amorevole, mezzi e consensi per fare tutto quello che volevo. Eppure…Eh.» Eh. Lo studiò un paio di secondi, annuendo piano per non farlo sentire sotto esame o, peggio ancora, giudicato. Distolse lo sguardo per posarlo sulle proprie dita, conscio di avere quel tipo di faccia che, tendenzialmente, faceva piangere le persone – triste, vero, che bastasse essere interessati agli altri per suscitare commozione? Ah, la vita, che meravigliosa merda. «avere dei privilegi non vuol dire che non ti sia permesso soffrire» piano, delicato. Poteva soffrire dell’avere troppo, come del non avere nulla. Sentirsi soffocato dall’aspettativa di qualcuno che si amava, faceva male quanto la negligenza. Entrare a far parte di una società sapendo di essere trattati in maniera differente, rendeva diverso ogni rapporto con gli altri, perché creava una gerarchia specifica. «cosa ti ha fatto male?» corresse allora, sinceramente curioso.
    La prima parte della presentazione, ebbe senso. Poi, dalle labbra del ragazzo scivolò tutto il resto, e Stiles rimase intrappolato come una mosca nella ragnatela delle ansie dell’ex Tassorosso. Mano compresa, ancora stretta in quella di Hugo. «Sinceramente avrei volute continuare a usare lo studio come modo per sfuggire alle responsabilità e al mondo degli adulti, ma ora come ora frequentare un’università babbana sarebbe come attaccarsi sulla schiena un tiro al bersaglio, quindi… quindi sono disoccupato. E terrorizzato. E inutile. E… stanco. Il che non ha senso, dato che passo le mie giornate senza combinare nulla. Però non credo di essermi mai sentito così stanco.» Una pausa. Lo Stilinski abbassò lo sguardo fra le loro dita, sollevandolo poi sul viso dell’altro. «scusa» Lasciò la presa con un sorriso divertito, abbandonandosi poi nuovamente contro lo schienale della sedia.
    «te ne intendi di videogiochi?» domandò, perché era importante sia nella discussione, che per avere qualsivoglia relazione con lui. Le basi, cazzo. «in pratica, solitamente, sono strutturati in modo che tu possa passare al livello successivo solo quando hai acquisito abilità o conoscenze in quello precedente. C’è chi prova ad affrontare il boss finale anche senza preparazione, chi raccoglie il materiale per superarlo senza doversi allenare prima, e chi, come te, pensa sempre di non essere pronto, ed allora continua ad addestrarsi.» si strinse nelle spalle, puntellando poi l’indice sul tavolo. «sei bloccato di fronte alla lega pokèmon» Un saggio. Un profeta. Anche lui sulla via per i dieci comandamenti: cazzo in culo non fa figli, eccetera eccetera. «hai solo bisogno di… una spinta.» Lo osservò di sottecchi, inspirando ed ergendosi in tutta la sua moderata statura – aka, fingendo di avere una postura eretta, come un essere umano funzionale. «sei stanco perché non hai un obiettivo reale. Ti lasci trascinare dal flusso come un materassino, aspettando che le cose succedano e basta, ma nessuno vince la lega per te. Quindi. Se vuoi continuare a studiare, ci sono diverse accademie magiche pronte ad accoglierti, a seconda del campo di interesse. Funziona solo se non lo usi come metodo per procrastinare, però: ti serve un indirizzo che ti dia, mh, pozioni in più per affrontare pokemon di livello molto più alto del tuo. altrimenti, ha giusto riaperto da poco un centro per l’impiego. Possono aiutarti a trovare un lavoro che sia adatto alle tue necessità. Cosa ti piacerebbe fare?» Una pausa.
    Un’occhiata molto, molto paterna, e non in a daddy way. «morire non vale. Non è divertente come sembra, in ogni caso» finger guns!
    gif code
    26 y.o.
    psychowiz
    soulbruh
  4. .
    vittorio emanuele linguini
    posto 4D
    Io sono sconvolto e vuoi del rum
    'Sto caldo mi ha sciolto, boiler room
    E cerchi lo scontro e non è il mood
    Se non sai chi ha torto, spoiler, tu
    Mi sento in apnea, vivo come se fosse San Andreas
    Evidentemente, le droghe di Pescara non erano per tutti. Vittorio Emanuele, vecchio furbacchione di mare, sapeva bene quanto le droghe della città dei delfini fossero pregiate e costose e aveva avuto l’accortezza di sniffare per bene anche le nicchie più insidiose di Casa Pandi. «lapino ma davvero non hai sonno?» oh, l’ingenuità della Darko lo faceva sorridere. Si vedeva che non era abituata ai ritmi massacranti della gioventù italiana. «ti dirò, ho fatto i miei 22 minuti di morte e sono risorto» infatti, c’era stata una strana congiunzione astrale verso le cinque. La prima a cadere era stata Jane, per poi passare a un esausto ma testardo Check. Lapo era stato l’ultimo, anche se aveva provato a resistere perché l’idea di chiudere occhio davanti ai predatori sessuali lo inquietava. Ci aveva provato fortissimo, a un certo punto si era messo a fissare il tavolino deadpan, un podcast a cui aveva prestato attenzione come le persone a un Mort qualsiasi nelle orecchie.
    E si era addormentato così: braccia conserte ed in piedi, come i cavalli.
    E poi, l’illuminazione.
    Il raggio divino ad accarezzare le loro facce: erano arrivati a Bologna. «dai basta scendiamo e andiamo da sara» ci provò fortissimo il Linguini a sottrarsi da ancora 4 ore interminabili di treno.
    Ma io meglio non era ancora venuto perché:

    Oh cristo dio, ma il boomer davanti a lui si era appena messo la sveglia chiedendo a Siri. Ma in quale universo, ma perché.
    E poi lei, la vecchia torinese di merda che alle 6:19 di mattina si è messa ad ascoltare i video a tutto volume. Ma sì, faccia pure.

    Forse preferiva dormire.
    Ma era pur sempre del nord, e il richiamo del fatturare era troppo forte per essere ignorato.
    posto 4c
    pimp
    2001
    bon ton
    drillionaire
  5. .
    Jane Darko
    l'intruso misterioso
    Everybody wants to be interesting
    Oversaturated pixels in the noise
    Maybe no one's really interesting
    Tell me, what makes you different?
    Minchia, che botta di vita. Mossa a compassione, Jane aveva fatto cambio posto con il disperato Lapo Linguini, concedendo il posto al fianco di Check in favore della MILF. Visto che la parità di genere non esisteva e Jane era una privilegiata, la sua esperienza al 4B fu ben diversa da quella dell'italiano. Importante notare come fece subito amicizia con il cagnetto dei vicini, Heart eyes and all. Coccole e tentativi di fuga. Vabbè.
    Poi inevitabilmente accadde. La morte la raggiunse alla stessa velocità dell'intercity 104 in grado di recuperare 75 minuti di ritardo, facendola collassare sul posto nelle posizioni meno ergonomiche di tutte. Toccò il fondo quando si svegliò seduta, perfino quasi civilmente, con il cappuccio calato in testa e stretto fino a che a che dal buco ne uscisse solo la bocca - un rubinetto dal quale colava ritmicamente bava come al suo amico cagnetto bianco. - una visione degna di qualunque film dell'orrore. Tanto che la milf, mossa a compassione ed impaurita, si spostò di fronte offrendole il posto libero contro il finestrino. Non bastò a frenare la creatività con cui Jane Darko poteva riposare le membra stanche, ma almeno le permise di, effettivamente, dormire.
    Non avrebbe saputo dire per quanto neanche con il senno di poi. Quaranta minuti, un'ora, cinque settimane.
    A svegliarla furono i gemiti.
    Inaspettati come il carretto del caffè, indesiderati come l'aria condizionata (ma davvero lapo non sentiva un cazzo?? assurdo, Jane ibernata come ll Cairo post Justin). Confusa, Jane si scrollò cercando la fonte di quel suono ripetuto e poco appropriato, trovando come capro espiatorio il vecchio del cane.
    così. unprompted. dormiva ed emetteva versi casuali, alcuni più imbarazzanti di altri. Dato che la moglie non faceva una piega, Jane dedusse fosse normale amministrazione per loro. Battè le palpebre confusa, ancora e sempre, quando Check e Lapo si materializzarono al suo fianco.
    «siamo a bologna» come se spiegasse tutto.
    ....Lo faceva? Blink, blink. Si mise a sedere, poggiando parzialmente la schiena su Lapo, pronta a tornare a dormire come il buon Check Vibe di fronte a lei.
    «-3 e mezza??» o comunque quattro e mezza?? Ancora non l'aveva capito.
    «lapino ma davvero non hai sonno?» - Jane, già pronta ad abbandonare i suoi amici di viaggio per tornare nello spazio onirico.

    electro
    20 y.o.
    5c
    everybody is interesting
    unlike pluto
  6. .
    vittorio emanuele linguini
    posto 4D
    Io sono sconvolto e vuoi del rum
    'Sto caldo mi ha sciolto, boiler room
    E cerchi lo scontro e non è il mood
    Se non sai chi ha torto, spoiler, tu
    Mi sento in apnea, vivo come se fosse San Andreas
    Ah, finalmente iniziava a sentirsi vivo. Finalmente anche lui sentiva il gelo siberiano, un toccasana per la sua pelle accaldata e sofferente. Per un intenso momento aveva pensato di morire. Intanto, il treno si era fermato in un luogo sconosciuto, e aveva raccattato un nuovo compagno di viaggio: un malessere uguale a Macklemore da giovane. Il povero cristiano aveva ricevuto una occhiata ricca di odio da parte della Signorina Piedino, ma anche da Check, perché la musica si sentiva anche con le cuffiette. Al che Lapo, riconoscendo un suo collega malessere, aveva sussurrato un po’ conquistato «vabbè ma poverino, almeno ha le cuffiette. di solito ha la cassa» gli bastò alzare lo sguardo per un attimo per beccare per l’ennesima volta la Signorina a fissare Macklemore. Ma della serie proprio girata palese. Lui chiaramente sta usando una tecnica opossum di morte perché ha paura dei predatori sessuali. «vabbè amo senti te fai nappino fino a bologna, io mi aggiungo a fare la radiografia al malessere» beh…..i gusti erano gusti…..poteva guardare ma non toccare. E poi era tutto scouting per il bordello, duh. Magari anche i provini nel bagno, sapete.

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  7. .
    check vibe-bigh
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    Asking myself where the fuck is my head. Spitting all my regrets, but nobody’s gonna believe that
    «niente stanza? siamo informatissimi sulle casse eh. treno, nave, sempre mezzo di trasporto» check, che aveva sentito parlare di casse e navi e sesso sulle navi e sulle casse per tutta la settimana, tentò di raggomitolarsi su se stesso.
    non ci riuscì.
    c'era troppo poco spazio, e quei pochi centimetri li condivideva già con le gambe del biascicatore seriale che non perdeva tempo proprio come la sua compagna di vita: ogni movimento ondulatorio del treno corrispondeva ad un tentativo derogatory di piedino.
    ma check vibe era sopravvissuto a ben altro.
    mood, tanto per fare un esempio.
    «se inizio a sentire rumore di ciabatte cambio posto, te lo dico» distinse lo sguardo dalla coppietta, girando la testa in direzione di Jane solo per trovarci al suo posto Lapo Linguini. confuso, come era giusto che fosse «senti, ho dei wafer» perché era di animo magnanimo, il custode, e percepiva la sofferenza del suo nuovo compagno di viaggio.
    «passali anche a Jane. meglio fare merenda che stare qui a sentire le ossa della mia schiena che scricchiolano come patatine fritte nella ciotola di Denis» si fece aprire il pacchetto dei biscotti da Lapo perché da solo non riusciva, poi si spense come il forum per una quindicina di minuti —anche check aveva bisogno della manutenzione ogni tanto.
    «quasi quasi provo a fare nappino fino a Bologna, poi vediamo se la vecchia se ne va» non vedo nemmeno cosa sto scrivendo, l'aria è davvero ghiacciata ma perché non spengono le luci aiuto sento la musica del ragazzetto da qui.


    custode
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  8. .
    vittorio emanuele linguini
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    E cerchi lo scontro e non è il mood
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    Mi sento in apnea, vivo come se fosse San Andreas
    In effetti, quella vodka ormai andata a male dell'altro ieri non sarebbe stata male in quella situazione, dopotutto gli sembravano tutti abbastanza degli alcolisti. NOI AMO <33 . Ma che poi.
    Che poi.
    Check e Jane non potevano saperlo, dalla sicurezza del loro posto.
    Ma Lapo percepiva uno sguardo, appena oltre il sedile che aveva davanti. Un maranza.
    Chiaramente minorenne.
    Doveva salutarlo? Voleva venire al bordello? Lapo si girò verso le sue compagne di viaggio, un po’ confuso e disperato, e vide una cosa.
    Una cosa che gli bastò a farlo girare nuovamente.
    Oddio il malessere si è alzato.
    Menomale.
    Comunque, quello che aveva visto era lo sbiascicatore maniaco seriale accarezzare i capelli alla fidanzata come delle fremelle qualsiasi con Giardina Glabra.
    In effetti sapete cosa? Preferiva le sue donne morte dentro, almeno rappresentavano il giusto mood. Ma poi cristo di un Dio, ma si era appena ricordato che il buon vecchio Lapo non era nemmeno seduto al suo posto.
    Il controllore sclerato (“È un manicomio” - cit che aveva sentito nel cuore) l’aveva sbattuto nel primo posto disponibile, dicendogli di arrangiarsi e di fare una preghierina al fly.
    Infatti, colpo di scena per tutti, il vero posto di Lapo sarebbe stato davanti ai coniugi vecchi derogatory con il cane che in origine gli avevano ciulato il posto. Insomma, aveva visto orge che seguivano una logica più logica. Sperava di morire prima.
    Perché gli stavano molto sul cazzo.
    Anche senza sentirli e con le cuffie.
    Avevano la faccia di torinesi infami, dopotutto i torinesi si sniffavano out a vicenda.
    Ma che poi, scusate tanto fermate il gioco. Ma cosa ci fanno due vecchi di merda su un regionale, quando ovunque Lapo si girasse c’erano dei malesseri e dei poveri cristi comunisti di Bologna.
    E comunque, il buon vecchio Lapo aveva realizzato un’altra cosa: con il cazzo che avrebbe dormito.
    Dalle due di notte alle dieci a cazzo durissimo.
    Ah, sentiva il richiamo delle ruote del treno che lo aspettavano.
    Al che, una voce ruppe di nuovo il suono morente dei suoi pensieri «non rientro nelle categorie protette, purtroppo» purtroppo davvero. L’unica cosa che rallegrava Lapo era il rimborso che avrebbe richiesto al termine di quel viaggio della speranza. «mi sa che siamo gli unici tre che non ci rientrano. non voglio nemmeno vedere quelli più avanti» a parte che vaffanculo, Check aveva parlato di gelo siberiano e intanto Lapo stava sudando. Cristo madonna davvero. «possiamo sempre uccidere i vecchi» e sapete cosa? Perché no, dubitava che due rincoglioniti del genere sarebbero mancati a qualcuno. Di certo non a eventuali figli, che progettavano il loro omicidio da anni. «ma sai cosa? secondo me faremmo un piacere al genere umano»
    pausa di riflessione
    check che si gira per vedere in faccia la morte di lapoelisa
    «mi sono dimenticato quello che volevo dire. vabbè. ogni tanto mi chiedo se siate ancora vive non sento più niente»
    eh già, il dolce piacere della vita.
    gli mancava ibiza.
    la prossima volta l’aereo io ve lo dico, a costo di portare il bambino cadavere


    Era avvenuto uno shift cosmico, e Jane e Lapo avevano fatto a cambio Grazie a Dio. Ora poteva sentire l’ebbrezza del piedino e degli amoreggiamenti

    aspettate scusate
    freme ma stai scrivendo porno? guarda che mi sento già violata così
    «niente stanza? siamo informatissimi sulle casse eh. treno, nave, sempre mezzo di trasporto»
    «ci sarebbero le cuccette, secondo me un terzo intrepido lo trovano»

    ed eccalla.
    la socia che si sdraia ovunque
    aiuto
    ma scusate nonbè un letto
    e lui che tocca gnam gnam
    «comunque mi piace che lui schiavo e lei che lo usa come cuscino» in effetti, Lapo poteva un po’ capire la logica dei sottoni. Si girò all’indietro, lo sguardo a vagare per qualche secondo sul vuoto prima di posarsi sulla figura china e provata di Jane
    Erano solo le 3:29
    «ah, ecco il primo caduto. se vede che non ha sniffato abbastanza muri»
    lui, d’altronde, non poteva dire lo stesso.
    «e vi dirò di più. ho un po' fame. facciamo già merenda?» cit prima di morire. Al che, Lapo si voltò verso di Check «oh ma spritzino? il listino prezzi lo da a quattro euro slay. o se hanno il cianuro……» eh beh sono tutti gusti.
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    Edited by ambitchous - 13/8/2023, 03:49
  9. .
    Jane Darko
    l'intruso misterioso
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    Maybe no one's really interesting
    Tell me, what makes you different?
    «non rientro nelle categorie protette, purtroppo» Era proprio qualcosa che avrebbe detto qualcuno che rientrava nelle categorie protette, e Jane guardò Check Vibe con quella languida consapevolezza negli occhi blu. Le ciglia di Check bagnate, lo zaino stretto al petto come una coperta di Linus, ed una pelle grigia e tesa che avrebbe fatto invidia al padre di Ictus (okkydylynch) «mi fido» derogatory, con un sorriso appena accennato sulle labbra. Distolse lo sguardo dal suo vicino per posarlo su un punto imprecisato del tavolino grigio di fronte a sé quando 6D e 6C iniziarono a diventare inopportuni come Lele con il pompage. A parte che continuavano a farle piedino, e si trattenne dal dire che non fosse interessata ad unirsi al menage a trois, ma poi anche meno amoreggiamenti. bacini sul naso? Muah muah muah? Era già strano normalmente, figurarsi quando ogni bacio e ogni frase d'amore biascicata con solo metà bocca ed in [linguaggio del sud perché al nord non lo parliamo]. «niente stanza? siamo informatissimi sulle casse eh. treno, nave, sempre mezzo di trasporto» cercò di incastrare la gamba contro il tavolino, ma non funzionò, w solo dio e i radunanti sapevano quanto fidget fosse qualcuno che non riusciva a incastrare la gamba cercando di sfasciarsi i legamenti. Optò per la mansplain era. Appoggiò la testa al sedile, posando lo sguardo sulla madonna del 7B: cappuccio, cuscino, e probabilmente già morto. Ecco il primo caduto del 104 express.
    Eh vabbè.
    «ma non possiamo buttarci? chiedo. sono già stanco e siamo all’inizio» Mood, ma in effetti, guardando l'ora poteva dire «-7 ore» che detta così non era bella, ma almeno sincera. Guardò di sottecchi Check, come se avesse saputo che nel suo cuore non potesse tollerare altre sette ore con lei, quasi glielo avesse già detto una settimana prima. «ma scusa. i vecchi con il cane? guarda che prima ci stavano dando ragione, e lui è stato anche l'unico cristo che mi ha aiutato con la valigia. sono gli adolescenti il problema» indicò la tizia confusa del 4C. «ma il controllore ha detto che scende a Bologna quindi va bene così» Il problema era, come sempre, il sistema.
    «e vi dirò di più» ah sì? «ho un po' fame. facciamo già merenda?»

    electro
    20 y.o.
    5c
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  10. .
    check vibe-bigh
    scippatore di posti
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    check era davvero molto stanco.
    non era riuscito nemmeno a fare il suo nappino strategico di un'ora e mezza prima di partire, rinnegando dio nel momento stesso in cui aveva assunto la posizione supina e gli spaghetti con i pomodorini e le zucchine gli erano tornati su su su — proprio come la tequila nel bicchiere di elisa, glurglurl.
    aveva preso posto con lo zaino ben stretto contro il pancino, anche perché dalla bocchetta dell'aria condizionata arrivava un cazzo di gelo siberiano, e solo allora si era reso conto di riconoscere la ragazza seduta al suo fianco. difficile dimenticare quegli occhi chiari, così intensi, come intensi erano gli intrusive thoughts che Jane stava inviando pur non essendo telepate: biscicatori seriali dei posti 6C e 6D? la coppia 104 più bella del mondo?
    vorrei potervi dire lo sforzo immane fatto dal Vibe per non cedere ad ogni parola sussurrata in un liquido biascichio, ma sarebbe inutile; ad un certo punto poté solo chiudere gli occhi forte forte, avvertendo una lacrima sfuggire al suo controllo e rotolare tra le ciglia giù lungo la guancia.
    «ma tu sei con loro?»
    una domanda sensata, quella della Darko.
    check incrociò lo sguardo della ragazza senza sorridere, un lieve movimento delle spalle ad indicare fosse ancora vivo «non rientro nelle categorie protette, purtroppo» spinto da una forza quasi magica, divina, check si sporse per osservare il sedile 4D e incrociare la figura mesta e morente di Lapo Linguini «possiamo sempre uccidere i vecchi» ma lui la buttava solo li.


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    vittorio emanuele linguini
    posto 4D
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    Se non sai chi ha torto, spoiler, tu
    Mi sento in apnea, vivo come se fosse San Andreas
    Ah, cristo oddio davvero. Il povero Vittorio Emanuele Linguini alzò lo sguardo, lo sguardo provato di un uomo che era sull’Intercity Notte 104 da ormai cinque ore. Era tentato di tirare una striscia di coca in bagno, ma non aveva idea di dove fosse. E non era sicuro di volerlo sapere, dopotutto era abituato a certi standard. E poi aveva una vaga paura che ci avrebbe rimesso la sua non verginità anale. Dopotutto si sapeva, aveva visto film che iniziavano alla stessa maniera. In effetti, Lapo aveva deciso di fingersi morto. Aveva lasciato il suo fato in mano di altri, chiaramente ormai sottomesso alla vita e provato da quella che era stata una vacanza intensa- non dormiva da un mese ormai. «evita il contatto visivo con la figlia, gli adolescenti sniffano la paura come droga da pandi» al che . Vittorio sentì la voce angelica della sua salvatrice, ossia qualcuno che non apparteneva a una categoria protetta. Strano. «anche perché ho paura che mi mettano le manette» pausa. Poi si ricordò di quello che diceva sempre Elisa quando vedevano un dodicenne «non in quel senso. ma perché sento l’odio, anche con gli occhi chiusi» si voltò, dubbioso e ormai stanco, verso le spalle dei suoi compagni di viaggio «ma non possiamo buttarci? chiedo. sono già stanco e siamo all’inizio» aiuto
    ma tutti che dormono poi
    chiaramente la cocaina di pandi
    morte su tela
    nOiii AMO

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    Jane Darko
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    Tell me, what makes you different?
    Jane Darko abbassò lo sguardo sulle mani, impegnate a tenere tre bottiglie, una giacca di jeans, una felpa, facendolo poi scivolare sull'enorme zaino nero ed il trolley ai propri piedi. Impassibile, se non per la nota vagamente dispregiativa, alzò gli occhi blu sul Signore dei Treni alla porta della carrozza 3. Non bastava che il treno fosse in ritardo di un'ora, e che fossero le due di notte: era anche necessario bloccarli all'entrata per controllare loro il biglietto. E avrebbe anche dovuto zoomare lei sul QR code. Abby l'aveva resuscitata senza dotarla di una mano bonus, e Jane lo trovava piuttosto seccante. Avrebbe avuto sue notizie.
    Battè le palpebre, faticando a scollare le ciglia fra loro, un'occhiata di sottecchi ai due tizi vicino a lei. Li aveva già visti, avevano la familiarità di peni d'ombra e discorsi sui lubrificanti, ma non avrebbe saputo dire dove. Tinder? Sperava di morire prima anche Jane.
    E quindi salirono sul treno.
    Vecchi.
    Adolescenti.
    Ed i loro posti occupati da altri.
    Persone che parlavano. Controllori che non controllavano. Jane Gabriel Darko che pensava ai gattini morti per non ridere in faccia allo sbiascicatore seriale che occupava il posto che avrebbe dovuto avere Lapo Linguini, perché non era rispettoso - però 104 davvero. L'elettrocinetq ai domandò se fossero finiti mascotte di un viaggio dell'anfas.
    Si distrasse accarezzando il cagnetto, mentre Check litigava per le valigie e Lapo fingeva di essere morto. Seguì il flusso, perché erano le due e non dormiva da cinque anni, sedendosi con tutti i suoi averi incastrati in ogni pertugio.
    Guardò il 6D e il 6C.
    Poi Check, per dirgli:
    «ma tu sei con loro?» perché gli sembrava una domanda importante. E dato che sentiva Lapo vibrare nell'etere, «evita il contatto visivo con la figlia, gli adolescenti sniffano la paura come droga da pandi» lui avrebbe capito.
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    check vibe-bigh
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    ma Cristo iddio Madonna.
    neanche dieci (10) minuti e stava già per litigare con i vecchi.
    non che check avesse qualcosa in particolare con il reparto geriatrico, ma pescando nel mucchio del disagio aveva scelto spontaneamente il suo nemico.
    anzi, i suoi: plurale.
    «cortesemente—» perché era polite, un bravo ragazzo, nothing but an angel «potrebbe spostare un po i cazzo di zaini dalla cappelliera per i bagagli così magari ci stanno anche quelli degli altri?» ora, rob non aveva usato proprio questo termini, ma per entrare nel personaggio faremo un transcript preciso dei suoi pensieri.
    al ché la tizia derogatory del posto 5B non aveva forse fucking osato dire qualcosa tipo «sono le due di notte non si può chiedere di spostare le valige» e sapete cosa? sapete cosa.
    check aveva appoggiato delicatamente la sua mano sul sedile, stringendo le dita nella stoffa ruvida mentre immaginava fosse la faccia della signora, e sorriso deadpan senza più un briciolo di vita a scorrergli nelle vene «sono le due di notte per tutti, barbietroiacongelata» disse, prima di voltarsi derogatory e prendere posto sul sedile 5D che aveva prenotato con molto anticipo, finalmente scambiando un'occhiata con i suoi compagni di viaggio.
    voleva già: morire.
    o uccidere qualcuno.
    forse la seconda.
    peccato non sia luna piena.
    aiuto.
    la voce di Lapo gli invase la testa.
    check non lo ascoltò.
    out.

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    Mi sento in apnea, vivo come se fosse San Andreas
    Lapo non bestemmiava spesso. O meglio, lo faceva ma con un’eleganza e una naturalezza che era invidiabile. Di certo, anche i coniugi dei posti 4D e C avrebbero voluto averla, e invece il neurone era passato al cane. Che si terranno in braccio per tutto il viaggio, a quanto pare. La colpa era stata di Lapo, la sua folle idea di prendere il Lecce - TORINO PT per tornare a casa era stata dettata da un esperimento sociale, dalla promozione del suo bordello. In effetti, tutti i passeggeri dell’Intercity notte avrebbero avuto bisogno di una bella chill pill. Lapo, povero uomo che era capitato da solo accanto a una milf che guarda i reels e la figlia? che non perdeva occasione per lanciargli occhiate killer. Se lo voleva fare, se lo sentiva. Dopotutto era Lapo Linguini. “Aiuto” disse
    Lapo
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    Edited by ambitchous - 27/9/2023, 20:32
  15. .
    dominic cavendish
    so much for stardust
    we though we had it all

    Lo sapeva bene, Dominic, che quella reazione era tutto meno che normale o sana, che sarebbero dovuti essere da tutt'altra parte piuttosto che a tracannare alcool sullo sgabello lercio di un pub altrettanto lercio e probabilmente poco raccomandabile.
    Sotto una doccia a togliersi la polvere e il sangue dalla pelle, magari, o all'ospedale per scongiurare la perdita totale del braccio uno e della gamba l'altro, ma sarebbe stata passabile anche la tenda dove avevano passato l'ultimo mese, a dormire finalmente o a cercare di convincersi che tutto quello non fosse mai successo.
    A riabbracciare chi volevano bene, a chiedere scusa a chi avevano ferito.
    Potevano decidere di andare ovunque.
    E prima ancora di avere un posto dove andare, avrebbero potuto — avrebbero dovuto — parlarne: affrontare i loro problemi, combattere i loro fantasmi, metabolizzare quello che avevano visto e quello che avevano fatto. Quello che erano stati costretti a fare, continuava a ripetersi il Cavendish, nascondendo lentamente le iridi chiare e stanche dietro le palpebre, serrando la mascella in un riflesso di tensione, eppure lo sapeva benissimo che non era così, che nessuno l'aveva costretto a impugnare l'arco e andare sul campo di battaglia. Aveva imparato che in guerra gli ordini sono chiari e semplici, ma che a nessuno frega veramente un cazzo se li disobbedisci, a patto che non metta a rischio la vita dei propri compagni di squadra; e allora continuava a ripetersi che se aveva ucciso qualcuno era stato per dovere, ma in realtà sapeva bene che nessuno l'aveva obbligato, così come non era colpa di nessun altro se aveva tradito i suoi amici, o se li aveva guardati inerme battersi tra di loro, se aveva aspettato invano di avere notizie su quelli che non aveva più visto, se ne aveva ricevute poche, o nel peggiore dei casi, nessuna.
    Sapeva che era stata una sua scelta e che gli effetti di questa fossero esclusivamente colpa sua; conviverci, d'altra parte, gli risultava più difficile.
    E tutto quello come poteva dirlo? Come poteva affrontarlo? Ed era stanco di combattere ancora, e che fossero avversari reali o che fossero i mostri creati da se stesso, ora Dominic desiderava solo arrendersi, e quel sedersi sullo sgabello del bar, con il braccio attacco al petto e il costato ancora dolorante, aveva tutta l'aria di essere il passo avanti finale nel campo nemico.
    Quando si era seduto davanti a quel bancone aveva consapevolmente posato a terra l'arco, si era inginocchiato, e aveva alzato le mani in segno di resa. Non gli interessava che avessero vinto, voleva solo smettere di combattere — o di pensare, e forse le due cose avevano tristemente iniziato a coincidere.
    Sapeva che non fosse la cosa giusta da fare, ma aveva ormai smesso di fare la cosa giusta da un po', e sebbene non ne andasse fiero, aveva anche compreso che non poteva essere altrimenti e che in quel momento era l'unica cosa possibile.
    Quando riaprì lentamente gli occhi tutte quelle consapevolezze lo colpirono con una fitta alla tempia, e poi il dolore gli pervase la schiena, il petto, gli diede l'impressione che le gambe gli stessero per cedere, e sentì ancora più impellente il bisogno di scollegare il cervello e di dimenticarsi di tutto.
    «sei sicuro di potertelo permettere?»
    Colse al volo l'antifona nelle parole del pirocineta, ma in tutta risposta gli rimandò indietro lo stesso sorrisino complice, per poi tornare a rivolgersi di nuovo al barman con una richiesta ben precisa: «anzi, puoi lasciarci anche l'altra bottiglia, così ci portiamo avanti» il tono non era sbeffeggiante, e di certo non stava provando a vantarsi di qualche dote particolare, ma cercava, con quello sguardo che rivolse al Crane-Winston, di instillargli la magra consolazione che sì, quella sera si sarebbero ubriacati, e sì, qualsiasi fosse stato il limite raggiunto lui avrebbe sicuramente potuto permetterselo.
    Avrebbe potuto essere un amico più saggio, offrirgli una spalla su cui piangere o appoggiarsi, curargli la gamba, se proprio voleva limitarsi alle sue mansioni da medico, ma aveva il sentore — e il timore — che anche Jekyll arrivato a quel punto preferisse semplicemente eliminare tutto dalla sua testa.
    «alla tua» un po' titubante raccolse il bicchiere ancora in fiamme e lo fece scontrare con quello del maggiore, prima di buttarne giù il liquido in un solo, bollente, sorso.
    L'ex corvonero aveva solo una sommaria conoscenza della pirocinesi, ma sapeva perfettamente che per chi aveva quel potere il calore e il fuoco non costituivano un pericolo, tuttavia doveva essersi dimenticato che lui non disponesse di un tale corredo genetico e che il calore lo sentisse; più precisamente, sentì tutto quel liquido ribollire in fondo alla sua gola e nel suo petto, lo costrinse a strizzare gli occhi e a trattenere il fiato, mentre sentiva le fiamme risalire dal suo stomaco alla sua gola, e probabilmente se in quel momento avesse aperto bocca avrebbe dato fuoco al bancone davanti a lui.
    E con quanta nonchalance, invece, il suo compagno di bevute aveva mandato giù quelle fiamme, e un po' lo invidiava per quello, ma di certo non fu quella differenza nel digerire il calore che lo fermò dallo svuotarsi il secondo bicchiere in gola.
    In effetti, proprio nulla lo fermò, e continuò a mandare giù bicchiere dopo bicchiere, non risparmiando neanche una goccia di quel whiskey, e gli effetti iniziavano quasi a farsi sentire.
    Si passò una mano sul viso, premendo i polpastrelli delle dita sulle palpebre, prima di scoppiare a ridere sommessamente per le parole del maggiore. Rude; una reazione del genere a un'offerta tanto carine poteva sembrare proprio così: rude. In verità Dominic aveva davvero apprezzato la proposta di Jekyll, il problema, se proprio era da considerare un problema, era che ormai il suo cervello aveva già iniziato elaborare le informazioni a modo proprio, e per qualche bizzarro motivo l'idea di andare da lui lo divertiva.
    Il bizzarro motivo in realtà era costituito da svariati motivi minori non molto bizzarri ma comunque molto tristi, tipo la presenza di Bertie, quella di Chelsey, Hyde, diversi animali domestici tra cui probabilmente il suo gatto, Nice, forse, sebbene non sapesse davvero dove fosse andata la stilista quando aveva lasciato il suo appartamento.
    «un posto» ripeté «da te» meditò ancora su quelle parole, allungando di nuovo la mano per raccogliere il bicchiere rinzeppato fino all'orlo del liquido alcolico, e mandò di nuovo giù tutto, trattenendo a stento un colpo di tosse con un'altra risata. Strizzò gli occhi in una smorfia per il sapore del whiskey che ancora gli pizzicava la gola, e solo dopo si voltò nuovamente verso Jekyll, rivolgendogli un sorriso divertito (o forse non davvero) «spero non sia il letto di Bertie, sarebbe...» imbarazzante, ma anche semplicemente strano, o inopportuno — lasciò la frase in sospeso e si drizzò un attimo sullo sgabello, assunse un'espressione vagamente più seria e un tantino preoccupata. «grazie Jek» mormorò alla fine, poi scosse lentamente la testa, allungando la mano sul bancone per afferrare la bottiglia e versare ancora l'alcool nei due bicchieri. «dovrò tornare a casa, prima o poi» strinse il bicchiere nella mano destra e poi la alzò a mezz'aria, richiamando l'attenzione del pirocineta e incitandolo all'ennesimo brindisi «magari non stasera però, mh?» una richiesta come una preghiera, perché il Cavendish avrebbe preferito essere ovunque tranne che a casa sua in quel momento «alla nostra, allora. Di nuovo
    Quindi di nuovo il whiskey giù per la gola, no?! Tanto erano quelli i loro piani.
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    deatheater
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