perth

Ma no, non scade Beau.
Come potrebbe mai scadere Beau, abbiamo postato letteralmente ieri per difenderlo!

«scado?»
Ebbene sì, come le scatolette di caviale. Il tonno no, un po’ troppo cheap.
Menomale, in ogni caso, che non si trattasse davvero di un problema suo, con i suoi 18 punti di difesa massimi. Baci stellari. Studiò le interiora di Edward, piuttosto; i nervi e il sangue che inevitabilmente si erano depositati su tutte le sue scarpe, perché a un certo punto di quella faccenda c’erano state le sue mani, attorno al collo del Cullen. E sospirò.
Un sospiro trascinato e stanco; lo stesso di Giulia, mentre si guarda attorno sconsolata in cerca di un bricchettino per l’acqua.
«voglio un té.»
Anche questo pensiero comune, perché cristo se fa freddo. In Sri Lanka no, ma insomma; ghiacciato, valeva lo stesso.
(meanwhile pepe, uomo di cultura: mmppprrrrow.)
«comincia a diventare un’operazione più lunga del necessario.» altro sospiro, e sistemò una ciocca castana dietro l’orecchio. «a questo punto della giornata di solito almeno un lato dovrebbe essere morto.»
A essere più ottimisti, però, il fatto che non fosse ancora accaduto era un bene. Perché insomma, tra sette vampiri ultracentenari e sei deficienti qualunque con un po’ di poteri magici sottomano, a morire per primi sarebbe indubbiamente stati loro. Poi chissà, a un certo punto del suo monologo shakespeariano Yale, Daveth e Claudia avevano deciso di rendere le cose più interessanti picchiandosi a vicenda. Uno si distrae un attimo.
Mando giù l’istinto che gli diceva di non fare niente, perché un po’ di quel caos se l’era guadagnato. E a occhio e croce i Cullen erano anche diminuiti abbastanza da potersela cavare da solo, annullando qui e tagliuzzando là. Piegò il volto contro la spalla, alla fine, e scelse la via pacifista; avvicinandosi con passi cauti all’Hilton, quantomeno, perché non gli piaceva particolarmente essere in debito con persone (punto; men che meno persone) della quale non si fidava. Che in effetti era la stessa cosa; parentesi poco necessarie.
E prima ancora che potesse fare qualcosa di utile venne yeetato via da Daveth, a quanto pare; ok. Inarcò un sopracciglio, di nuovo indeciso se lasciarli ai loro rituali peculiari o se agire per il bene della diplomazia.
«suvvia» censureremo quel paio di mesi dal calendario cristiano che mentalmente tirò giù, e passeremo alla parte in cui interrompeva il momento pregno di tensione sessuale per fare il suo dannato dovere. Sentite, di solito non era così fottutamente spaccagioie, ok. Aveva del tatto, Beauregard; plasticoso, ma c’era. Solo che quando il fateggio ti dice che si stavano menando tutti e tre insieme, il dubbio che Daveth se lo fosse trascinato via per strappargli un occhio tendeva a venire. Quindi — schiarì la gola, e rivolse un’occhiata a Daveth, e curvò le labbra in un sorriso così tirato da essere praticamente una smorfia di disappunto. «il sole sta… tramontando.»
Azzardò un colpetto contro il dorso della sua mano; picchiettando una, due volte con l’indice, ritmicamente. Poi si ritirò, come scottato. Non voleva rimanere testimone oltre il necessario. Love is love, finché succedeva tutto a distanza di sicurezza da lui.
Così bravo, il Daisley, che quando percepì la presenza di Daveth al suo fianco una seconda volta si trattenne dal dirgli che parlava come un ottantenne. E che avrebbe di gran lunga preferito si fossero infrattati da qualche parte mentre il resto della squadra pensava a sopravvivere alla giornata, piuttosto che sopportare un altro secondo così. Non pareva pronto a tutte quelle rivelazioni, quindi si limitò a ciò che meglio sapeva fare: quasi-uccidere Sorta.
Magari quella volta, col fatto che Alice ormai era diventata la sua piattola preferita, ci avrebbe messo mezzo pd d’impegno in più — scavando nel codice genetico della donna fino ad appropriarsi del tutto del suo potere, annullando qualsivoglia messinscena.
E allora — «specchio riflesso.» premette indice e medio contro la tempia, occhi chiusi prima di spalancarsi in un eureka. «stai mica pensando di cavarti gli occhi a mani nude? e lo faresti per me?» no, vabbè. Mano al cuore: «davvero troppo gentile.»
Crepa.
Pretty please, with a cherry on top.