raido

Allora.
La cosa positiva era che avessero fatto fuori uno degli infami (quello era il momento in cui realizzava di star attivamente contribuendo a mettere fine a vite umane?) (neah, veniva da posti dove morte e rappresaglie e accoltellamenti erano all’ordine del giorno; era cresciuto a pane e criminalità, solo perché era un bell’uaglione non voleva dire che fosse anche un santo); l’altra, che Harry lo avesse preso in tempo, e scosso come una maraca in maniera così forte da far rientrare pure il principio di infarto.
Sorrise in maniera un po’ beota, Lollo, scosso (pun intended) dalla difesa del compagno e dall’attacco infame dello special. «grazie fratè, ma se lo rifai n’artra vorta te vomito addosso pure la cena de natale 2000» insomma, latte e plasmon perché all’epoca aveva avuto poco più di un anno, «però a buon rendere, davero» cosa che sarebbe successa a brevissimo, considerando l’aggressività e la velocità con cui quegli infamoni attaccavano: non c’era tempo per distrarsi un attimo che BOOM rompevano di nuovo il cazzo.
«ma cosa ti serve.»
Tanto cosa è il flusso temporale durante una quest, dico bene.
Arricciò le labbra, Lollo, pensandoci un attimo.
«no, zì, era pe’ chiede. metti che ‘n futuro me serve l’aiuto de uno bravo? capito, ‘ste cose.» Harry, che non capiva una parola dell’inglese sporcato da più romano che italiano: eye mouth eye. «’n se po’ mai sape’ ne’a vita» quale vita, tra l’altro, che di lì a pochissimo avrebbe avuto un altro infarto, ma ok!!
Già che c’era, e visto che Sandra continuava a rompere i coglioni, Lollo tentò un affondo con la spranga di ferro per sventrare la stronza, senza rimorso: mors tua vita mea come dicevano i suoi antenati. «ne riparlamo dopo, magari? mo ce sta er doc da porta’ ‘n salvo, sennò ce lascia le pelle» eccone un altro.
«daje erri daje» e, come uno Spina qualunque, iniziò a correre (lungo la fascia) per raggiungere Jepson e dargli una mazzata sul braccio, con l’intento di fargli mollare la presa sulla bacchetta o, in alternativa, sbagliare la mira dell'incantesimo. «aò, ma nun imparate mai eh» che branco de amebe rinsecchite dal sole.
Quando rialzò gli occhi, sudando e spostando una manciata di riccioli scuri dalla fronte con il dorso della mano, notò subito la figura di Mo intento a prendersela con il cinesino e… ok, dovette pensarci un attimo. Dopotutto, era stato lui a dire quelle brutte cose di Totti, pure se per sbaglio e per errore!! Però…. no dai, ok, va bene Lollo. Devi farlo.
Al grido di «MORTACCI TUAAAAAAAAAA» si gettò contro Mo, saltandogli sulla schiena e poi stringendo un braccio intorno al collo, per strozzarlo.
Direi fine, ma sappiamo tutti cosa sta per succedere; fine un par de palle.
In qualche momento imprecisato tra l’attacco su Mo e le azioni future, successe di nuovo.
«porco–» censura «non di nuovo» gracchiò via, entrambe le mani al petto e le ginocchia a cedere, stavolta, incapaci di sostenere a pieno quel nuovo infarto. «mortacci tua e de quella puttana che t’ha creato» fine per davvero, perché iniziava a vedere tutto nero e il braccio gli faceva fottutamente male e «stavorta ce semo, amici» emocoso 1 - lollo 0? Lo sapremo solo ai prossimi fateggi.

no scusatemi ma cosa stava succedendo, era stato lui con quella frase a far venire un infarto alla security di hogwarts ? oddio si rimangiava tutto!! «non volevo dire quelle cose!! giuro!!» ma poi manco a fa così scusa «mi sento un po’ come elisa che guarda la formula 1 fino a tarda notte»quindi strafatto, intanto però tirò via leluccio per la spalla «attento pure te però… E PURE LEI SIGNOR AVVOCATO » erri per gli amici🤌🤌🤌 «sandra sei felice pe fa sta sfilata? » boh lui intanto gli sparava cinque colpi, poi si sarebbe visto

Che buffa, la vita. Ogni volta che mi tocca scrivere Harry, per un motivo o per l’altro mi tocca farlo con dieci minuti di tempo perché il fato è infame.
Per fortuna, altrettanto infausto non era stato il destino di Romolo. Altro che laurea in giurisprudenza, doveva prendere quella in medicina: salvare vite non era mai rientrato nelle sue priorità, preferiva farsi i cazzi suoi e non mettere mano in questioni dove avrebbe fatto più danni che altro, ma doveva ricredersi. «doc, sono stato bravo!» nemmeno una domanda, la sua: aveva shakerato il Linguini e BAM!, infarto scampato. Troppo forte.
L’italiano disse un sacco di cose, ma il Bonnay era canadese ed era alquanto ancorato allo slang degli anni ’80: si impegnava un sacco ad interpretare le sue parole, ma ad un certo punto bisognava diventare pratici. Sollevò il pugno chiuso, soltanto pollice e mignolo estesi, ed iniziò a scuotere la mano così come aveva fatto con il corpo del ragazzo poco prima. «daje fratè!» non sapeva nemmeno cosa volesse dire, ma in quel mondo e di quei tempi bisognava adattarsi per sopravvivere – Harry sapeva farlo.
E mi sono reso conto solo ora che lui, un Babbano, era stato messo a difendere non uno, bensì due incantesimi oscuri. Si stava prestando bene nelle botte, ma doveva davvero pregare per non fallire miseramente nella magia.
Dunque, anche in quel caso la sua unica arma sarebbe stata il proprio corpo.
«OOOOOOH!» nome, esclamazione, chi lo sa: si lanciò prima su di lui, placcandolo come aveva placcato tanta gente prima d’allora sul campo di football del college, e come se nulla fosse lo abbandonò lì a terra – vivo, magari! – e fece la stessa cosa con il Campbell: «DOC SIAMO NELLE TUE MANI!» anche se John non era Luca Argentero. «DEVI VIVERE!» John, depresso: [totem emoji]. Dopo essere atterrato con poca grazia sull’uomo, si sarebbe alzato ed avrebbe (lasciato anche lui lì? sì) riservato lo stesso trattamento a Jepson, ma con il piede di porco ben steso sopra di sé per darglielo in testa.

La situazione non era migliorata.
Ora, non so di preciso quali siano le giuste reazioni da descrivere o i sintomi di un infarto, e non li cercherò, perché già solo a parlare di queste cose da tutto il giorno mi sento male e penso già a come morirò anche io di infarto e che mi stia facendo male il braccio e che oddiononrespiropiù.
Quindi. Quindi.
Diremo semplicemente che Lollo stava… soffocando? Sì, dai. Respirare era diventato complicato e… in realtà tutto era diventato complicato. Esistere? Troppo difficile. Mettere a fuoco i compagni? Impossibile. Concentrarsi su quello che stava accadendo intorno a lui? Fuori discussione!! Sapeva solo che a) i puntini neri s’erano fatti sempre più numerosi e larghi, e ora occupavano gran parte della sua visuale; b) era a terra, e c’era qualcuno chino su di lui che…
«stai– cantantdo–» era difficile comunicare, avrebbe voluto farlo con dei versi, e all’improvviso lo colpì la consapevolezza che gli mancasse quella stupida della sua scimmia — oh, Gini. Oh Gini. «stein alaiv?» c’erano tanti modi in cui aveva immaginato di morire (perlopiù, in una o l’altra rissa, o per qualche stronzata combinata con i cugini) ma non avrebbe mai pensato di ascoltare, come ultima cosa, le parole (storpiate) dei Bee Gees.
Sapete cosa? SAPETE FOTTUTAMENTE COSA?
Se proprio doveva morire con una canzone a ripetersi in loop all’inferno (perché non c’erano dubbi che sarebbe finito lì — mica era fatto per il paradiso, lui. Ma ce lo vedete? Vestito di bianco e con le ali da angioletto??? manco alla recita di natale delle elementari.) (e infatti l’avevano preso per fare il pastorello e aveva picchiato il pastorello rivale con il bastone di cartapesta MA ANDIAMO AVANTI!!). Dicevamo. Se doveva morire con una canzone nelle orecchie, voleva che fosse LA canzone.
E perché proprio: «dimmi cos'è… che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo…» Harry be like: side eye «dimmi cos'è… che ci fa sentire uniti anche se siamo lontani…» Linguini dove cazzo siete, vi salveremo, «dimmi cos'è, cos'è…. che batte forte, forte, forte in fondo al cuore» Laguz: i 35pa di infarto!!! «che ci toglie il respiro» Kennith!! «e ci parla d'amore» giadaliz, o Kul che in quel momento (simbolico) ne faceva le vesti.
Ma soprattutto.
«grazie Roma, che ci fai piangere abbracciati ancora…. grazie Roma…. grazie Roma…… che ci fai vivere….. e sentire…. ancora…. una persona nuova…..» il tutto, ovviamente, mentre quel povero cristo di un avvocato cercava di fargli la cpr. Provate voi a fare la manovra ad uno che non sta zitto manco quando sta infartando!!!!!
E sentite, voglio sperare che sia andata a buon fine la difesa o quitto, fatto sta che alla fine, vivo o con uno spasmo involontario, Lollo si ritrovò a rotolare nell’erba con Harry – no homo bro – per evitare, in maniera del tutto accidentale, che il roscio venisse nuovamente teaser-ato.
E poi, ti prego fato concedimelo e salvami, avrebbe provato a rialzarsi per caricare sulle gambe di Sandra e sbatterla a terra.
Decisamente non in a kinky way, ma in a murderous way.

Che Harrison si lanciasse in giro per quella radura, a quel punto, non era più una novità né uno shock culturale di alcun tipo: non esitò, quando comprese ch’era necessario tornare a correre, a rialzarsi da terra e partire. Non si curò degli ostacoli sulla sua strada – che erano, per inciso: un nemico, e il ragazzo francese; li prese a spallate involontariamente, ma aveva uno scopo.
«ma non è un po’ troppo giovane per avere così tanti infarti?» domandò al dottore, mettendosi in ginocchio al fianco del capezzale del Linguini. Ma cosa ne poteva sapere, il canadese, dei dolori della maggica, di tutte le volte che il cuore cedeva un battito per gioie e sconfitte, per tiri mancati, eccetera eccetera. Non ne sapeva un cazzo.
«Compressioni toraciche con le mani! Una dietro l’altra, non far passare più di dieci secondi l’una dall’altra! A ritmo del ritornello di Stayin’ Alive dei Bee Gees!» di quello, invece, ne sapeva qualcosa – non di compressioni toraciche, sia mai: «LA CONOSCO!» la canzone, ovviamente. Seguì i movimenti del maggiore, muovendo la testa a tempo della canzone mentre sotto di lui Lollo annaspava e moriva velocemente. «credo di aver visto un video al riguardo.»
Doveva dire che John avesse un futuro da cantante casomai non volesse più fare il dottore: seguì la sua voce, il suo tempo, e iniziò a premere sul torace di Romolo con quanta più forza aveva in corpo, sperando di non rompere nessuna costola.
E poi gli diede uno schiaffo in faccia.
«NON MORIRE!» un altro schiaffo.
Era il suo primo cliente, in fin dei conti.
( il video: )

”courtney dice che devi accettare chi sei, come lei che accetta le persone per quello che sono - ti fa vedere come, puntando con l'arma al tuo braccio. ”
«sono…» con l’indice andò ad indicarsi, un sopracciglio alzato e quella rivelazione a trafiggerlo nel petto «…gay?» era omosessuale e lo stava scoprendo così? Guardando un elfo romano buttandosi addosso ad un inutile bigfoot babbano? Eccitante. Estremamente eccitante. Non vi mentirò nel dirvi che sarebbe arrossato anche un po’ se solo avesse un minimo di vitalità all’interno del proprio corpo. E doveva anche accettarlo? No, certe cose per Lelouch erano difficili.
E quale mode per distrarsi sarebbe stato meglio che avere un po’ di sangue? Il francese scosse lentamente il capo e prese un lungo sospiro, cercando di calmare il battito cardiaco - estraendo la spada dal fodero per poter correre verso Courtney: «Mi hai rotto i cazzo di coglioni, MUORI CAZZO.» disse tra i denti, provando ad attaccarla con la spada.
Che fosse andato bene o meno, nel fervore della sua apparente omosessualità, e nel cercare di ignorarla, distolse lo sguardo da quella bella gang bang (cit), per avvicinarsi a Kul e provare a spingerlo via dall’attacco di Mo.

Ma in che senso non aveva cantato nulla, era proprio sicuro di averlo fatto!!
Ad un certo punto la musica si era anche spenta, sciarpette tutte in alto, bandiere a sventolare al cielo e la coreografia a riempire la curva sud.
Certo che aveva cantato.
Aveva cantato con i suoi fratelli, prima del fischio iniziale dell'arbitro; aveva battuto il pugno sul petto e sentito il cuore perdere qualche battito per via dell'immensa emozione, impossibile da descrivere, che stare in mezzo alla curva romanista gli procurava. Nessuno avrebbe potuto capire perché il suo cuore faceva tutte quelle capriole, perché batteva ad un ritmo un po' troppo veloce seguendo una verticalizzazione importante o una ripartenza in contropiede; o perché mancasse qualche fottuto battito del cazzo quando gli avversari si avvicinavano troppo alla loro area di rigore, o quando bucavano la porta protetta da Svilar.
Che ne potevano sapere gli altri del cuore farlocco che non ne voleva sapere di stare buono e seguire un ritmo normale.
Aveva la gola chiusa, il petto stretto sotto una morsa invisibile che attanagliava il muscolo cardiaco e le braccia doloranti per l'incessante sventolio di una bandiera alta e larga il doppio di lui.
Lungi da lui riconoscere la differenza fra un sogno, quello che stava vivendo, e la realtà che si consumava oltre le palpebre abbassate del romano (e romanista).
C'era Remo accanto a lui, che gridava cose a caso all'arbitro (bestemmie e maledizioni, probabilmente) e ogni tanto lo guardava con uno sguardo strano. «'mbè? da quanno se arrennemo così, fratè?» Lollo non capiva; la Roma poteva ancora vincere no? Mica erano spacciati?! «che stai a dì» era proprio stupido, ma soprattutto non ci capiva un cazzo di calcio. «daje, resisti» sempre più confuso, l'italiano. «ma che te sei drogato? e poi,—» qualcosa non andava. Qualquadra non cosava. «come fai a sta' qua?» era— era sparito, no? Da due fottuti mesi.
Lanciò un'occhiata al campo, improvvisamente vuoto.
L'Olimpico, pieno con quasi 67mila anima che un attimo prima urlavano e cantavano, silenzioso; si sarebbe potuto sentire uno spillo cadere.
Tornò a guardare il gemello — come faceva ad essere lì, comecomecome
«a' Rè, ma che cazzo sta a succede, senti 'sta situazione nun me piace pe' niente, nun è che so—»
E poi il ceffone.
Lollo sbarrò gli occhi, e scoprì i denti in direzione del fratello. Non lo avrebbe mai morso ma cristoddiolamadonna Remo rendeva così difficile non farlo. «aò ma che te scureggia er cervello sei stupido??????»
Un altro ceffone.
A quel punto erano già due ceffoni di troppo e Lollo stava perdendo le staffe. «te giuro che te levo dar monno»
Un altro ceffone.
«NON MORIRE!»
E lo stava per aggredire, minchia se lo stava per fare, ma si fermò perché quella non era la voce di suo fratello.
Batté le palpebre un paio di volte, e lo stadio era vuoto; c'era solo non-Remo accanto a lui.
Le batté un'altra volta, e nemmeno Remo c'era più; era da solo, centro del settore 18B, più confuso che mai.
«ma che cazzo...?»
Batté ancora le palpebre, stavolta stropicciando i palmi contro gli occhi stanchi, e digrignando una volta ancora i denti, ma stavolta per l'atroce dolore al petto; quando li riaprì, tutte le luci dell'Olimpico erano spente. Era avvolto nel buio, perso nel vuoto.
E fu a quel punto che un altro ceffone lo raggiunse, e lo aiutò ad uscire dall'incubo.

“Mi immagino proprio lollo che sogna di aver cantato grazie roma e di essersi rotolato felice mentre era caput.
Poi si sveglia e da una pigna a Sandra.”
Ed è esattamente così che è andata, con due difese da far ridere perché stava chiaramente vivendo la sua esperienza premortem ecc ecc, e un attacco da 27pa di placcaggio su Sandra.

Quando spalancò gli occhi, annaspando in cerca di aria e con entrambe le mani che premevano contro il petto ancora stretto da una morsa logorante, la prima cosa che vide fu l'avvocato chino su di lui. Poi, confuso e stordito e mosso da un istinto primordiale che spingeva affinché attaccasse, si era gettato contro Sandra senza nemmeno rendersene conto.
Cosa stracazzone stracazzone era successo?
Solo dopo aver buttato giù la stronza, ed esserle finito addosso con letteralmente tutta la sua forza, si concesse un (1) secondo per guardarsi intorno e provare a capire.
Seduto sull'erba umida, cercò istintivamente Erri, e una risposta sui lineamenti marcati del canadese. «so morto?» le folte sopracciglia aggrottate, le braccia poggiate con distrazione sulle ginocchia tirate al petto (che ancora faceva male) e gli occhi a cercare risposte che forse non voleva. «cioè, chiaramente no perché so' vivo, però... si, 'nsomma, hai capito.» lo aveva fatto? Dubbio lecito: Harry e Lollo continuavano a non capirsi nemmeno per sbaglio.
Poi ricordò un particolare, e scattò in piedi, ignorando le vertigini e la fatica e il fiato corto. «m'hai preso a sberle!!!!!!» minchia!!!! Avrebbe ricambiato il favore. «nun è così che se fa la rianimazione bocca a bocca» lo diceva il nome stesso, dai!!! Gli ruggì qualcosa di incomprensibile addosso, poi si placò con la stessa velocità con cui si era alterato, e abbassò la voce. «...grazie, fratè, m'hai sarvato 'a vita»
E, insieme, la stavano per salvare a Lelouch!!!!!
(Ale's voice: I lallarolerolé ❤️‍🩹)
«stanno a stacca 'n braccio ar francese!!!!!» urlò, prendendo Harry per le (s)palle e strattonandolo forte, «famo quarcosa» era preoccupato?! Sì, ma perché ancora non si era ripreso del tutto dall'esperienza appena vissuta, e gli effetti di aver avuto il battito piatto per qualche istante si faceva sentire: ovviamente aveva perso l'ultimo neurone, se la sua priorità era salvare il francese. «''nnamooo» e, così dicendo, spostò di peso Harry per farlo cadere poi su Lelouch, e salvarlo (speriamo) dall'accettata al braccio.
E poi vorrei tanto dilungarmi e graziare giada con racconti sulla threesome in corso, ma stanno arrivando gli antipasti quiiiiiiindi
«e uno» sprangata sui denti di Courtney, in combo con i suoi nuovi bros, aw! E poi «due!» sprangata sulle palle di Mo, per equità.


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