raido

«aiuto.» actual footage di Lele che sa di avere venti minuti di tempo per scrivere un post – non dico serio, quando mai, manco ci prova più –, completamente trasposto su Harrison Bonnay, grandi occhi verdi fissi sui nemici e, soprattutto, sui propri compagni.
Le sue prime parole alla nuova squadra che gli era stata presentata quella stessa mattina, erano state poche e con lo stupore ad accentuare l’accento canadese: «non siete gli stessi.» Ominous, quasi; confuso e sconsolato, in realtà. Inutile dire che non avesse capito una sega, niente di niente. Era convinto che avrebbe continuato la sua avventura con le stesse persone, trauma sharing et al.; aveva trovato dei nuovi amici, nuove persone con cui parlare oltre ai poveri cristi che lo sopportavano ogni giorno, e nessuno aveva pensato fosse giusto dirgli che l’indomani avrebbe dovuto ricominciare tutto da capo. O forse lo avevano fatto e non avevano sentito.
«sempre meglio di pupo e signor in tutto il mondo, suppongo.» parole prive di senso e che rivolse a chiunque volesse ascoltare, ma non li avrebbe giudicati se avessero deciso di ignorarlo – stava facendo lo stesso con loro, per cause di forza maggiore (sempre la mancanza di tempo di un romano che non era Romolo Linguini, ma quel deficiente di Emanuele). «qualcuno di voi ha bisogno di consigli legali?» il magonò poteva scegliere, quella mattina, di fare la persona normale – eppure no, aveva scelto non fosse il giorno giusto. Chissà, magari lo sarebbe diventato strada facendo, ma in quel preciso istante lo dubitava fortemente; e credeva, per chissà quale mistica ragione dettatagli dall’universo, che quello fosse un buon modo per iniziare una conversazione.
Da una parte, qualche senso ce l’aveva: «sono un avvocato,» aveva una (1) qualità, certo che l’avrebbe flexata vita natural durante. Oltre alla prestanza fisica con cui avrebbe preso il signor Campbell spostandolo di peso dal presunto attentato alla sua esimia persona. «e non so voi ma ieri abbiamo ucciso un cantante. e… altri? non so, rientra nei crimini di guerra?» domande sinceramente preoccupate, le sue – zero ironia. «oddio cos’è quello?» una… pistola? No, non era una pistola. «cos’è???» non l’aveva mai visto in vita sua, un taser, ma immaginava potesse fare del male: ragion per cui sollevò il piede di porco e lo usò per colpire prima la mano che teneva quell’oggetto dell’era moderna, e poi la testa del suo possessore. «aiuto.» fine.

Se Lelouch avesse avuto un minimo di muscoli facciali, probabilmente le labbra gli si sarebbero innalzate in un sorriso inquietante - ma quello non era il caso, e quando la propria lama raggiunse la pelle della donna, macchiandosi di sangue, la sua onesta reazione fu un semplice sbuffo dalle narici: «che delusione, me lo aspettavo più caldo». Una vita difficile quella dei Lelouch del mondo.
No, quello non era ciò che cercava. Un altro sospiro, questa volta dalle labbra appena schiuse nel pulire la lama della spada contro la manica della propria giacca: un gran spreco di energie, avrebbe detto come se ne avesse poi così tante. Gli occhi scavati dalle occhiaie ed un colorito non poi così diverso da quello di una parete, lo rendevano il candidato perfetto per il rigor mortis - il proprio e quello degli altri, si intende.
«Ancora tu?» inclinò il capo di lato nel vedere Courtney estrarre la sua bacchetta, decisamente intenzionata a colpirlo. Sapete invece cosa Lelouch era decisamente intenzionato a fare? Andare a dormire, probabilmente. Già, pensava soltanto al suo letto e alle lenzuola appena cambiate prima di uscire di casa, al suo cuscino anti-cervicale e all'umidificatore con qualche goccia di aroma al muschio selvaggio. Un gran sogno che stava per essere infranto da quella insulsa creatura «non ho tempo da perdere con te» ed allora avrebbe provato a scansarsi dal fascio di quell'incantesimo con la stessa grazia con cui Alessandro provava a passare tra due macchine parcheggiate credendosi una skinny legend.
«oh!» e fu nel voltarsi che gli occhi color pece di Lelouch incontrarono un'altra potenziale tintura, sebbene questa fosse impegnata in un qualche gioco BDSM con l'asiatico: un grande fan, ma non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. Lelouch estrasse dalla tasca interna della giacca un piccolo quadernino, e quello che venne però provato a leggere ad alta voce fu «c'era una volta un piccolo e indifeso bambino che non veniva amato dai suoi genitori biologici» e portò lo sguardo dalle scarabocchiate a matita alla figura di Mo, cercando di far riecheggiare quelle parole nell'anticamera del suo cervello così da distrarlo «anzi, questi lo odiavano così tanto da averlo dato in adozione ad una famiglia di gnomi» ???????? Boh raga, ma che ne so.
Approfittando di quella confusione, quella di Mo, ma anche della propria, il francese si sarebbe avvicinato al ragazzo per provare a colpire anche lui con la spada.

Mi sono persa cosa è successo, abbiamo quasi ucciso Harry? Oh no.
Lollo, intanto: chi cazzo è Erri
Onesto e così LolloTM che sarà tutto ciò che mi permetterò di commentare, il sunto di quanto perso mentre morivo (io, e la Roma) (quindi diremo anche che la colpa dell’improvviso mutismo di Lollo sia dovuto al flashback nel ricordarsi di aver perso 3-1 con il bologna, in casa, in una partita che decideva sostanzialmente chi delle due andava in Champions l’anno prossimo *manine* *bestemmie* *manine*)
E poi.
E poi.
(E poi sarà come morire….)
(No, cantante italiano sbagliato.)
«sempre meglio di pupo e signor in tutto il mondo, suppongo.»
«aspè, pupo? ma ‘n che senso» un palmo ben aperto rivolto in direzione di Erri, e sopracciglia aggrottate. «ma pupo di su di noi nemmeno una nuvola su di noi l’amore è ‘na favolaaaa quel pupo?» sì, cantando perché come altro lo chiedi se non cimentandoti nella tua miglior interpretazione del pezzo, no? Go big, or go home.
«e non so voi ma ieri abbiamo ucciso un cantante. e… altri? non so, rientra nei crimini di guerra?» «AVETE UCCISO PUPO?????» Ma cosa stava dicendo???? «oh cazzo, mo’ chi lo dice a nonna Rosetta» quello era davvero terribile, più che perdere quattro nipoti in un solo pomeriggio: avrebbe spezzato del tutto la Signora di Canosa.
Per un attimo quell’informazione lì aveva soppiantato persino quella più importante: «’n’avvocato??? ma che davero??? e senti, sei bravo? quanto te piji?» chiedeva, il Linguini, perché solo dio Ago Di Barto sapeva quanto gli sarebbe servito, prima o poi, l’aiuto di un avvocato — magico o meno che fosse.
Aiuto ho davvero bisogno di chiudere gli occhi per sessanta minuti ininterrotti.
Quindi, combo!!
Prima di tutto, alzò la spranga di ferro per darla sulla schiena di Sidney ed impedire così che attaccasse MJ, poi —
Oddio, gli toccava difendere il francese, ma checcccristo.
(Pandi, l’hai scritta tu la strategia)
(Sì va beh, anche i migliori sbagliano.)
E sapete cosa? Ogni scusa era buona per risolvere le questioni come le persone adulte e mature, perciò la difesa di Lollo su Lelouch sarà proprio questa: «aòòòòò abbassateeee» urlato prima di planare addosso a Lelouch per toglierlo dalla traiettoria dello schiantesimo. «se c’è quarcuno che te deve gonfià de botte, quello so’ io.» sipario.
Anzi, quasi.
«hai capito, stronza? tu’ madre quella troia.» sipario davvero. Buonanotte amici.

ma di che parlavano… pupo… il pupone?, quello del trend di tik tok? «ma quello di “fanculo la blasi io me scopo er pupone”?» non sapeva mica che lollo linguini avrebbe potuto facilmente essere l’autore di quel picco artistico «è morto davvero?»alzo le spalle, non sapeva manco chi fosse, quindi aggiunse semplicemente «pace all’anima sua» baciò il suo indice e medio alzandoli poi al cielo «che delusione, me lo aspettavo più caldo» «che t’aspettavi? Sydney calda a due kilometri da te? non l’hai ancora capito che è una truffa? mai fidarsi del sito neroarancio» prese mj per i fianchi spostandola dalla traiettoria di sydney calda «meglio tinder, c’è pure quello per i maghi» che ne sapeva, magari gli interessava, intanto sparava 3 colpi verso la milfona «ma scusami, prima mi spazzi, poi mi vuoi sculacciare, mi stai corteggiando?» alzò un piede e calciò puntando alla faccia di mo «dicono di me» rispose alla storia dello gnomo, amo noiiii

Momento, momento, momento.
«ma quello di “fanculo la blasi io me scopo er pupone”?»
Intendeva… il suo pupone? Il Capitano? L’ottavo re di Roma? Il condottiero? Francesco Totti?
«è morto davvero? pace all’anima sua»
«che. cazzo. hai. detto.» denti digrignati, mentre si rialzava dopo aver fatto 18pd di planata sul francese di merda, e piantando un gomito proprio nello stomaco di quest’ultimo, «come te permetti de di’ certe cose?? ma come te vie’ in mente???? AO’ MA TE SCUREGGIA ER CERVELLO!!!!!» gli sarebbe saltato al collo per strozzarlo, se non fosse stato impegnato già a rotolarsi sull’erba con Lelouch — che poi che cazzo di nome era, lelushhhh. ERA RIDICOLO!!!
Sgomitò ancora un po’ per portarsi sotto il francese SOLO ED ESCLUSIVAMENTE perché aveva uno scopo in mente: usarlo come scudo umano per ripararsi dal proiettile di schifo lanciato da Kennith. «ma che schifo, ‘a merda, e se c’hai quarche malattia??? ma ‘nvedi te questo» con tanto di mano alzata, mentre con un’altra serrava nel pugno la stoffa della maglia di Lelushhhhh. «se ribeccamo fori» scola, semicit. E lo lasciò finalmente andare, rialzandosi e stringendo con entrambe le mani la spranga di ferro.
«chi è er prossimo??»
Sempre Kennith, a quanto pareva, perché era quello più infame e vicino. Gli corse contro, e swingò per aria la stecca di metallo, prima di schiantarla senza cerimonie sulla spina dorsale del nemico. «non devi camminà mai più ne’a vita tua, merda» ma sappiamo tutti che l’1 è sempre dietro l’angolo, perciò insomma.
Infine, non per importanza ma perché ho messo così la combo, Lollo puntò lo sguardo sull’avvocato americano, e notò come l’altro nemico, quella che trasformava le cose in ghiaccioli, avesse preso di mira il roscio e cercasse ora di farne una statua di ghiaccio (Gebo triggered). Allora sapete che cosa fece? Si che lo sapete: corse in direzione di Sandra e provò ad entrare in scivolata sulle sue caviglie, con tanto di piede a martello e «in nome di DDR»

Diversi erano i coping mechanism che la mente umana poteva utilizzare per superare un evento traumatico, c'è chi usava l'ironia, chi l'iperanalizzazione di quello che era successo, e quello che Lelouch preferiva: la perdita di memoria.
Inutile dirvi come l'essere atterrato da uno gnomo (Romolo) volante potesse essere un trauma che difficilmente poteva essere superato, specialmente se questo ti urlava poi in faccia in una lingua che il francese avrebbe paragonato a quella che i scaricatori di porto in Tunisia utilizzavano: per nulla musicale, non c'era un singolo briciolo di arte in quel ragazzo e dunque non meritava neanche di essere ricordato.
Tornò in piedi come se nulla fosse successo, ripulendosi i vestiti dallo strato di terriccio che ne sporcava il tessuto e sbuffò per l'ennesima volta dalle narici «avete sentito anche voi un rumore fastidioso? o sono solo io?» e si massaggiò il collo, decisamente non il suo momento migliore. Si sarebbe fatto un pompinage per rimettersi in sesto appena ci sarebbe stato un momento di calma. Si stava innervosendo. Potevano morire tutti?
La mascella era serrata per la rabbia, così come la mano intorno alla spada tanto da far diventare bianche le nocche - era lì per il dolore ma non ne stava assaporando alcuno. Voleva il sangue (sangue sangue sangue), voleva il dolore. Voleva prima il dolore e poi il sangue. Si girò verso il folletto romano e quasi ci fece un pensierino, ma si era sempre costretto a lasciare il dolce alla fine. Proprio per quel motivo fece un cenno con il capo «Tu.» ed indicò con un cenno del capo Mo, il quale non era rimasto per nulla affascinato dalla storia dell'adozione. Non lo aveva un cuore? Lo avrebbe scoperto subito. Corse in sua direzione nel vederlo distratto nel lancio di quell'incantesimo, putando proprio alla sua mano con un calcio per provare ad impedirglielo e, se il tutto fosse andato a buon fine, gli avrebbe tirato una gomitata in pieno viso.
«Slanderman, stai attento!» provò ad avvisare John, sebbene uno spiedino (lo stecco già c'era) alla brace non gli sarebbe affatto dispiaciuto.

come te permetti de di’ certe cose?? ma come te vie’ in mente???? AO’ MA TE SCUREGGIA ER CERVELLO!!!!!» , kul di sicuro non aveva capito gran parte del discorso, ma aveva capito che aveva toccato un tasto dolente «scusamj ho forse offeso una divinità?» quasi, ma che ne sapeva lui, dopotutto era solo un tik tok kid!! «non lo dico più, pace fatta? »labbra arricciate, per farsi perdonare saltò addosso ken, non abbracciandolo ma cercando di placcarlo per lanciarlo a terra «John attenzione!!!» lo avvisò, prima di imbracciare il fucile e sparare 9 colpi verso jepson, soffiò sulla canna del fucile «spero di aver preso almeno una sua parte del corpo» not in a kinky way

«ma pupo di su di noi nemmeno una nuvola su di noi l’amore è ‘na favolaaaa quel pupo?» sollevò l’indice, Harrison Bonnay, puntandolo entusiasta verso l’italiano: un uomo di cultura, dunque. «LUI!» aveva dovuto convivere con gente che non sapeva chi fosse (stato, ndr) Enzo Ghinazzi per un giorno intero, e non poteva negare di essere felice nel vedere qualcuno lo conoscesse – doveva immaginarlo da un cittadino del Bel Paese, era cultura popolare, ma gli anni passavano in fretta e così il ricordo delle pietre a fondare la memorabilità di una nazione.
«AVETE UCCISO PUPO???? oh cazzo, mo’ chi lo dice a nonna rosetta.» rimase lì, imbambolato, ancora il sorriso a scoprire i denti ed il dito alto davanti a sé. Immaginava non dovesse dirlo, mh. «ma no, non lo abbiamo… sì, è morto, mi dispiace.» rapido come una striscia di ceretta in mezzo alle natiche, e per questo anche abbastanza doloroso – tutto il contrario del suo intento, ma sentiva che fosse davvero l’ultimo dei suoi problemi.
Grazie a Dio, fu lo stesso Linguini a spostare l’attenzione su qualcos’altro. Si strinse nelle spalle, angoli delle labbra piegati casualmente verso il basso: era un bravo avvocato? «sono un avvocato.» ripeté, perché era il massimo che potesse offrire. Aveva giusto avuto il tempo di firmare un contratto per un apprendistato, prima di sparire nel nulla per quarant’anni – insomma, cosa poteva rispondergli se non quello. «mah, dipende? un centinaio di dollari? al massimo.» belli i tempi in cui la vita costava di meno eccetera eccetera.
«ma quello di “fanculo la blasi io me scopo er pupone”? è morto davvero?» l’indignazione del canadese fu quasi pari a quella del romanista – sebbene, chiaramente, per ovvie differenze ideologiche: Romolo era fedele a Totti e alla Roma, mentre Harry al gossip; avrebbe voluto ci fosse anche Veena lì, la situazione si stava per scaldare e anche velocemente. Immaginava che presto lui, la studentessa e il dottore si sarebbero messi seduti con gli avversari a mangiare pop-corn e ad osservare gli altri tre darsele di santa ragione. «ma ti pare?» replicò soltanto, mano al cuore e ramate sopracciglia corrucciate sulla fronte. «non avrei mai ucciso totti.» non prima di un autografo – ma in realtà non avrebbe mai nemmeno voluto uccidere una singola anima, eppure eccoci qui signor giudice.
Comunque.
Il vino inizia a fare effetto e devo scrivere altri due post, can you believe?
Osservò il Linguini rotolare con appresso il francese, ma non l’attentato alla vita di quest’ultimo placarsi come avrebbe dovuto. Perciò li raggiunse nel momento in cui Lelouch rimase da solo, e per evitargli di essere… essere cosa? «ma che cazzo è un tribumortem.» vabbè, per evitargli qualcosa lo avrebbe preso sotto le ascelle e sollevato molto probabilmente senza problemi – in fondo era un emo twink (cit.), pesava meno della sua stessa voglia di vivere – roteandolo per sbattere le gambe del ragazzo contro uno dei nemici. «grande!» ma per cosa. «tutto bene?» dopo essere stato sventolato come una barbie fatina, insomma. Lo mise a terra, e rotolò via perché qualcuno voleva congelarlo e non gli sembrava proprio il caso.

«avete sentito anche voi un rumore fastidioso? o sono solo io?»
E quello, signori miei, era davvero il modo perfetto per triggerare molto male Romolo Antonio Linguini. Ma male malissimo.
Dopo aver fatto ~cose, tipo difendere e attaccare qualcuno (nella mischia erano tutti uguali, sia tra i nemici che tra i compagni), Lollo tornò a sfidare a brutto muso quel francesino del cazzo e la sua aria da femminuccia con un palo nel culo. «che hai detto? eh??? EH??? CHE HAI DETTO? RIDIMMELO ‘N FACCIA SE C’HAI ER CORAGGIO, PIDDOCHIO INFAME io te schiaccio come un pinolo hai capito? TE SOTTERRO VIVO» Non c’era nessuno universo in cui non reagisse esattamente così, perché chi cazzo pensava di essere quel *insulto con la f che non scriverò, stupido lollo omofobo* per rivolgersi così a lui? A lui? Gli avrebbe fatto rimpiangere il giorno in cui era venuto al mondo.
(Non poteva sapere che Lelouch lo stesse già facendo.)
E poi.
«scusamj ho forse offeso una divinità? non lo dico più, pace fatta?»
Oddio, pure il cinese ci si metteva?! «divinità???? ma te senti quando parli???? CERTO CHE SI. Francesco Totti detto er Pupone è solo l’istituzione più importante di tutta Roma, il Dio per eccellenza, un re, un credo per tutto il popolo che di calcio capisce qualcosa e quindi ovviamente si escludono i laziali… è… è… tutto.» quasi a spezzarsi, la voce dell’italiano, romano e romanista, a quell’ultima parola. «quindi non te permette più de dì certe cose, hai capito?!»
E POI!!!!
«ma no, non lo abbiamo… sì, è morto, mi dispiace.»
Pure Pupo morto. AVEVANO UCCISO PUPO?!!!
Si fermò sul posto, Lollo, rotto. «senti, avvocà.» gli mise una mano sulla spalla, togliendola poi velocemente quando la sentì gelida, «mortacci aò, sei ‘n polaretto. te stavo a dì, dopo te do er telefono mio, devi fa na telefonata ar volo e avvisà mi’ nonna de sta storia de pupo. te lo dico già, nun sarà na telefonata piacevole. ma devi tirà fori le palle e piatte ‘a responsabilità delle tue azioni.» pausa. «e quanti sarebbero cento dollari in euro? pe capì» sospettava fossero comunque troppi per lui, che si poteva permettere al massimo un pacchetto di Marlboro ogni due giorni.
Dicevamo.
«non avrei mai ucciso totti.»
Vi dirò: il cuore di Lollo aveva iniziato a battere ad un ritmo tutto suo, capriccioso, a quelle parole; un «amen» mentre rivolgeva gli occhi scuri al canadese, e annuiva, mani al petto premute contro lo sterno. «me stai a fa emozionà» col cuore che batteva ancora ad un ritmo… strano. All’improvviso, non era più così certo fosse emozione, quella lì.
Oh no, oh no.
Era un principio di infarto.
Ne riconosceva molto bene i sintomi perché ne aveva due o tre ogni volta che giocava la Roma.
Socchiuse gli occhi e iniziò a fare respiri calmi, ripetendosi che era troppo giovane per morire e che non poteva farlo prima di vedere il suo Unico Grande Amore alzare al cielo un altro scudetto (quindi, in pratica, doveva diventare immortale, ok) e — «cojone» @ se stesso, perché doveva concentrarsi e possibilmente non lasciare che l’infame di merda gli otturasse le coronarie o qualsiasi cosa stesse cercando di fare per farlo schiattare in quel posto dimenticato da Dio.
Serrò quindi la presa intorno ala spranga di ferro e la alzò per colpire Kennith, nella speranza di fargli perdere la concentrazione, poi in un impeto di (follia) disperazione, si lanciò contro Sandra per evitare che il colpo di taser beccasse l’avvocato e, da terra, le diede una sprangata sulle caviglie.
Poi si accasciò lì, a riprendersi dall’infarto (si spera.) scampato.

«mortacci aò, sei ‘n polaretto.» batté le palpebre, e al contempo i denti. Non era sicuro di sapere cosa fosse un “polaretto”, ma il senso delle parole del Linguini lo aveva capito forte e chiaro. Il – raggio? vento? cos’era stato? – gelido lo aveva appena colpito, ed Harrison si era reso conto dell’impatto non tanto per quegli istanti cristallizzati insieme a neve e brina, quanto più per il momento in cui quella sensazione di freddo se n’era andata lasciandogli due bei ricordi: il naso colante e «ho le dita congelate.»
Capo chino, occhi verdi puntati sulle proprie scarpe. «che cazzo di fastidio hhh.» doveva davvero resistere alla tentazione di sbattere la punta del piede sul pavimento e spaccarle via per non sentire più quelle piccole appendici infami anestetizzate. «[un sacco di parole in dialetto italiano che harrison non comprese davvero, l’unica parola comprensibile tra sinusite e starnuti era stata] pupo.» tirò le labbra in un sorriso cordiale, annuendo al ragazzo. «ma certo!» ma certo cosa, di grazia? «no senti non chiedermi la conversione monetaria perché non ci ho mai capito una sega, facciamo che la prima consulenza è gratis poi ci pensiamo.» sconto “compagni di battaglia cingalesi” – che istintivamente stavo scrivendo senegalesi: non sapevo di essere in un altro continente. «ma cosa ti serve.»
Non lo sapremo mai, probabilmente – perché il buon Lollo stava per avere un infarto.
«DOOOOOOC» guardò John fare qualcosa verso MJ – non lo capì, ma si fidava degli adulti veri. «SI SBRIGHI CHE QUI ABBIAMO UN CODICE ROSSO!» anzi: «UN CODICE GIALLO ROSSO!» simpaticissimo.
Aveva fatto un corso di primo soccorso.
A sedici anni.
Quindi nel 1976.
Aveva dormito gran parte del tempo.
Ma! Sapeva fare una cosa: prese il ragazzo per la felpa e lo scosse avanti e indietro, lanciando nel mentre il piede di porco contro uno dei loro nemici che non mi ricordo chi è ma ho veramente i minuti contati qui. «ROMOLO??? MI SENTI??? SIGNOREEEEEEE!»