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Se proprio bisognava mettere i puntini sulle i, Amaranth si chiese se valeva il giudizio di una persona che si autodichiarava con poca esperienza ma a giudicare dalla reazione della altre, lasciare che l'argomento cadesse da solo le sembrò la cosa migliore.
«solo che.. abbiamo litigato e non so se mi vuole ancora al suo fianco»
Questo invece, era un argomento interessante: si sarebbe fatta volentieri avanti qualora si iniziasse ad organizzare una spedizione punitiva. Non lo conosceva ma Erisha non si meritava di certo gli occhi gonfi. Che avesse torto lui poi, scontato.
Si concentrò su Curtis (che è quasi l'anagramma di Ictus, coincidenze? Io non credo!) che aveva avuto la malsana idea di prendersela ancora con Liam: doveva dare atto, all'emocineta, che se la stava cavando bene. Non diremo "contro tutte le aspettative" perché anche se non sempre lo dava a vedere, riponeva nell'irlandese abbastanza fiducia da non sottovalutarlo tanto spesso quanto poteva sembrare, ma le sembrava giusto corporirgli le spalle o quantomeno provarci,ora che ne aveva l'occasione. Forte dello scudo scarlatto che l'avrebbe difesa. Aveva annuito con gratitudine alle parole del minore, prima di scagliarsi contro Curtis e caricare un calcio al ventre verso l'avversario con l'intento di farlo indietreggiare, piuttosto che castare un incantesimo contro Liam.
«Tu sei una regina.»
Provò a guardarsi intorno ma lo sguardo rimaneva fastidiosamente appiccicato a lei. Si sentì in dovere di restituirglielo con la stessa serietà. Da qualche parte, apprezzava il tentativo di alimentare un' autostima scarsamente presente ma Amaranth era più concentrata a fare i conti sulla sua incapacità di ricevere complimenti, e di conseguenza rispondere.
«In un' altra vita, o forse. Oppure devo aver perso la corona da qualche parte.» E altre cose difficilmente elencabili in quel viaggio chiamato vita ma vbb, non era tempo di piangere sulla pozione versata.
«Ma grazie.»
Aggiunse. Magari un giorno si sarebbe sentita veramente una queen, chi lo sa.
Le riservò un sorriso veloce; era abbastanza grande da non arrossire come una sprovveduta - l'essere nel bel mezzo di un combattimento aiutava parecchio -, ma ci impiegò il tempo di un pugno sulla faccia di Cosby per scacciare l'ombra di quel gongolare.
«E ho visto che hai apprezzato le mie evidenti doti canore.»
Io? ora sì che si sentiva colpevole per non averlo fatto. Ma d'altronde come poteva Amaranth, nata in una famiglia Purosangue, conoscere il genio celato (ma non troppo) di Elio e le Storie Tese? Cosa ne sapeva lei del Parco Sempione e di Rocco Tanica? Nulla. Che occasione sprecata.
Non aveva apprezzato manco le doti canore, ma chi era lei per infrangere un sogno? Piuttosto, la guardò cacciare fuori la pistola e sparare «Cosa vuol» sparare «dire» e sparare «sandràn?»
Sperando di colpire per bene Curtis, lasciò che la lancetta la colpisse mentre Liam cercava di rovinare il mood e Lucrezia provava a minare la sua eterosessualità.
C'est la vie.

Niente, a quanto pare Curtis non aveva ancora capito come funzionavano le cose e invece di lasciarsi picchiare, aveva ancora le forze per imbracciare il suo mitra, e tornare a voler far di Liam uno scolapasta davanti a lei, che poi avrebbe dovuto piangere la dipartita dell'irlandese, assistere al funerale, portargli i fiori sulla tomba...
«Hai rotto il cazzo.» sincera, verso Curtis. Ed è proprio su di lui che si avventa, provando a colpirgli le caviglie con un colpo a spazzare, con lo scopo di fargli perdere l'equilibrio.
Per fargli capire meglio che stava proprio mirando alla persona sbagliata, avrebbe poi estratto la sua pistola e sparato a sua volta verso l'uomo, cercando di perforarlo a dovere e pregando che non si rialzasse più.