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Trovava sinceramente assurdo che avesse il coraggio di prendersela tanto per Mare Fuori quando era lui il primo a sparare assurdità una dietro l'altra, ma tant'era.
« Beh, agitati pure "uomo di cultura", » fece proprio le virgolette con le dita, sì « intanto è una serie italiana, tu sei italiano... fatti due domande...! » gli stava indirettamente dando del Mare Fuori? Is Mare Fuori even an insult? Queste ed altre domande, destinate a rimanere senza risposta.

In uno slancio di utilità maggiore di quelli mai dimostrati da Veena in ventiredacted anni di vita, Amaranth ft. Iris riuscirono a risolvere invece l'enigma, triggerando letteralmente la bossfight. Perché sì, dopo essersi congratulato, il cantante decise che era l'ora di smettere di fare l'infame e concedersi ad una lotta più o meno leale - possibilmente no - per farsi conciare per le feste prima di temporeggiare ancora quel tanto che bastava da farli annegare tutti.
Prima che potesse dire qualcosa, però, fu il flash ad accecarla e lo sguardo fu naturalmente attirato dalla presentazione che iniziava a estrinsecarsi sulla parete. Rimase effettivamente a guardare una manciata di istanti, prima di voltarsi verso Pupo.
« Già vista, ma grazie per il pensiero, Coso. » sì, non avrebbe imparato il suo nome esattamente come non imparava mai i nomi di nessuno, niente trattamenti di favore.

Quello che aspetta da innumerevoli (no) giri di post inizia, il bordello vero, il pestaggio, il massacro, eccetera. Ma inizia con i soliti colpi bassi e meschini del cantautore, che la fanno sentire un po' come se fosse tornata giovane, una pischelletta alle prime esperienze nei vicoli malfamati e via discorrendo.
Lo vede andare verso Iris, in primo luogo, e si muove per intercettarlo per placcarlo di ignoranza, perché sì.
« Per la miseria, hai fatto il Signor Finezza con gli indovinelli e gli enigmi e ora scendi e ti metti a strattonare le ragazzine? Tutti porci e pervertiti nel mondo dello spettacolo. » come se non li avesse attaccati anche prima, eh, però ora la cosa si faceva più personale.

Un po' frastornata dalla sua stessa manovra, essendosi buttata a peso sul celebre autore di classici intramontabili come Gelato al Cioccolato con il livello dell'acqua che saliva, le ci volle un attimo o due per ristabilizzarsi e notare che l'uomo fosse in procinto invece di aggredire Myrtille. Aveva intenzione di stargli alle calcagna, letteralmente, perché gli arrivò dietro e un calcione nel calcagno cercò effettivamente di mollarglielo.

Alla fine, solo alla fine, le ombre fra le sue dita si condensarono fino a disegnare il manico e poi l'interezza di quella che aveva tutte le fattezze di una mazza da baseball o, almeno, della sagoma di un simile attrezzo. Impugnandolo con ambedue le mani, sfruttando il fatto che appunto non si stesse sforzando a stare lontana dal nemico, prese a brandire l'arma con la precisa ed evidente intenzione di dargli una botta in testa.
« Sarà perché ti odio, vecchio stronzo...! » non l'aveva ancora insultato, ma con la sensazione dei pantaloni fradici per i motivi più sbagliati e indesiderabili, le era salita improvvisamente voglia.

Stava per morire il bastardo vecchiaccio?
Sì.
Se ne sarebbe andato senza rompere le scatole?
Ma figurati.

Lo vide immergersi come un maledetto Free Willy d'acqua dolce, sparire sotto il pelo dell'acqua e poi... cose. Confusione. Boh. Harrison, canti? Grazie, almeno rinfranchi l'aria. Corvina, però, di tempo per chiacchierare e sparare stronzate lì per lì non riuscì a trovarlo.
Vide Tooth trascinato sotto e senza stare a pensare a cosa stesse succedendo, allungò istintivamente il braccio a provare ad acchiapparlo, notando che anche Iris sembrava aver avuto la stessa idea - l'unione fa la forza vero? Vero? Meme di Padme e Anakin.

Poi anche Iris sembrò colta da quella sorta di perdita di equilibrio e la ex-Serpeverde si prodigò proprio a cercare di arrivare fino alla ragazzina per provare a tenerla sopra l'acqua anziché lasciarla finire sotto, trascinata brutalmente.

« Oh senti. Basta un po'...! » era un po' irritata, lo concedo. Avere l'acqua così vicina ad arrivare ai fianchi, che rallentava i movimenti, non era il massimo. Un'ombra si concretizzò fra le sue dita, assumendo l'aspetto di qualcosa di lungo, appuntito e impugnabile ma non così facile da definire in qualcosa di conosciuto. E poi semplicemente... andò. A cazzo duro. Verso il cantautore che li stava tenendo impegnati in quell'assurdo giochino, come se non avessero niente di meglio da fare.
Voleva infilzarlo, fargli spillare sangue come un otre di vino bucato.
Non avrebbe mirato a un punto preciso, l'importante era infilzare carne viva e non dei suoi alleati.