thurisaz

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    si dice che sulle teste dei seguaci di arda vegli la dea da cui prendono il nome. queste abili sentinelle mirano ad indebolire il nemico e darlo in pasto ai loro alleati
    Sospiro.
    Aria soffiata attraverso le narici senza muovere un muscolo per paura di — cosa, esattamente? Battere le ciglia e ritrovarsi sulla barchetta sgangherata con cui aveva raggiunto la metà del lago artificiale? Di distogliere solo un istante lo sguardo da quello bosco di Check, e ritrovarselo con un’altra freccia nell’addome, o a bagno nell’acqua elettrificata a nuotare con gli squali? O di stringere inconsciamente il pugno intorno alla stoffa e sentirlo davvero lì, stretto in una presa che non si era reso conto fosse diventata così (disperata) serrata intorno alla vita del Vibe?
    Non sapeva, onestamente, quale delle tre ipotesi (ah, le tre famose ipotesi!) temesse di più.
    Un altro sospiro, e quel «dovresti tenere premuto, o continuerà a sanguinare» rauco, bisbigliato con la voce graffiata di chi non ne faceva un uso consistente. Bisbigliato, perché ciò che (non) si dicevano lui e Check non erano affari né di Liz, né di Mini e certamente non dei budino intenti a fare doppiaggio simultaneo qualche metro più in là. «o così mi hanno detto.» stava crackando una joke?! Lui? Proprio lui? Johannes Weasley Belby, stava tentando di alleggerire un po’ la tensione?
    Sì.
    In che mondo parallelo erano finiti?
    Uno, a quanto pareva, in cui Hans poteva persino permettersi di far scivolare le mani sulla stoffa già appiccicosa della maglia di Check, fino a trovare la freccia ancora incastrata nello stomaco del lupo. Uno, in pratica, in cui mi riprendo quello che è mio e torno in pieno controllo del personaggio, perché come ha detto il saggio lele un pomeriggio di fine aprile: non lasciare che sia il personaggio a controllare te. Anche perché sennò se fa notte, se aspetto lui. Loro.
    «non–» staccarmi le mani? Sì, idealmente era quello che avrebbe voluto chiedere al Vibe, ma non lo fece — forse perché (scioccamente, aha!) reputava non ce ne fosse bisogno: di occasioni per morderlo e lasciarlo agonizzante a terra, Check, ne aveva avute più di una e non ne aveva mai colta nessuna. Qualcosa suggeriva ad Hans che non lo avrebbe fatto nemmeno quella volta. «–muoverti.» Pensò distrattamente che, se avesse avuto una delle cinture, avrebbe potuto utilizzare il suo potere per alleviare un po’ del dolore di Check; e poi pensò anche che l’altro lo avrebbe odiato ancora di più, e che non lo avrebbe mai fatto. Non davvero. Non senza il permesso del maggiore.
    Col capo leggermente reclinato all’indietro per via della differenza d’altezza, testardo nel non voler distogliere lo sguardo da quello di Check, Hans non sorrideva. Sapeva benissimo che quello che stava per fare era stupido, ma non più dell’andare in giro per la barca con un dardo che fuoriusciva dallo stomaco. Era una buona idea strappare via la freccia? No, assolutamente. Con quale forza, poi. Ma riteneva fosse anche peggio lasciarla lì e rischiare un’infezione; un po’ sperava in una botta di culo e nella genetica. Abbassò lo sguardo solo un istante, portandolo alle mani unite a coppa intorno alla freccia (e posate casualmente – *inserire la cit di fabbricante di lacrime qui* – su quelle di check?! gasp! roberta lascio scegliere a te) e poi lo rialzò su Check. «è vero quello che dicono?» gli chiese distrattamente, con lo scopo di distrarre anche Check, «che siete in grado di guarire più velocemente degli altri?» che poi chi lo diceva? Non si sa. I libri, sicuramente; perché Hans ne aveva letti a dozzine, riguardo l’argomento lupi mannari. Lui, e il suo stupido roman empire. Fatto sta che la risposta sperava di averla già, perciò non attese che il Vibe confermasse o meno la cosa, prima di serrare il pugno contro i pochi centimetri di freccia che spuntavano ancora dallo stomaco, e tirare via. «ora puoi premere.» suggerì infine, applicando egli stesso una leggera pressione sul buco appena creato.
    Ma, vi chiederete voi, tutto questo mentre intorno a loro succedevano cose? , perché tanto è rimasto solo un nemico e potevano prendersi almeno quel momento.
    «non farti colpire di nuovo» un caldo suggerimento da parte di uno che aveva avuto occasione di ritrovarsi di fronte un Check insanguinato già più di una volta. Forse era il loro per sempre eccetera eccetera.
    Si tenne il dardo spezzato stretto in un pugno, decidendo di aver condiviso lo spazio personale con il Vibe anche troppo a lungo, e facendo un passo indietro per rimettere una certa distanza tra loro; c’erano ancora difese da fare, un nemico da abbattere, l’altra sponda del lago da raggiungere.
    Non disse altro mentre si girava, e prendeva nota della situazione; di Mood e Balt che cercavano di capire dove fosse (il telefono di.) quest’ultimo, Mini che faceva la feral, Liz che era Liz e voleva leccare cose e persone.
    Forse, dopotutto, stava meglio nella sua bolla di spazio e tempo in cui il pericolo più imminente era ricevere un morso da parte di Check.
    Altro sospiro.
    Riprese da terra, con la mano libera, la mazza da baseball e la usò per deviare uno dei dardi, quello diretto occhio e croce verso Mood, e poi fece lo stesso con quello diretto verso Liz.
    Infine, usando proprio lo spezzone di freccia rimosso dalla pancia di Check, prese la mira e punto il viso di Ascanius, sperando di farglielo finire direttamente nell’occhio.
    Aaaaand we’re back to mutismo selettivo, amici.
    Fece per tornare a cercare, istintivamente, Check con lo sguardo — ma il dondolio improvviso della barca lo destabilizzò, e lo costrinse a cercare un appiglio di fortuna, una delle funi di ancoraggio aggrovigliate ad uno dei perni di ferro (arrugginito, ew), nella speranza che fosse sufficiente ad evitargli di finire con gli squali meccanici.
    (Lo aggiungo solo per Balt: no, non si mette in posa. Ma se cade puoi avere il tuo selfie con una stell-Hans cadente. Sennò Dick-pose e via.
    johannes
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    when it feels like you just slept
    through all the best years of your life.
    sentinella seguace di arda
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    2004 — empatico (mazza da baseball)when the heart's beyond repair;
    when you wake and no one's there;
    when your home consists of only you;
    is there anything worth holding on to?
    Anything Worth Holding On To
    Cynthia Erivo
    Mother of Night, darken my step



    (14) DIFESA MOOD (hans + mood): devia la freccia con la mazza —
    (3) DIFESA LIZ (mood + hans): — la rispedisce verso la faccia di ascanius —
    ATTACCO ASCANIUS (tutti): — e poi gli lancia la freccia di check nell'occhio

    DIFESA HANS (squali): si aggrappa ad una delle funi di ormeggio (.)

    CODICE
    <b>(6) DIFESA BALT (balt + liz):</b>
    <b>(14) DIFESA MOOD (hans + mood):</b>
    <b>(6) DIFESA HANS (mini + check):</b>
    <b>(3) DIFESA LIZ (mood + hans):</b>
    <b>(1) DIFESA CHECK (liz + mini):</b>
    <b>(3) DIFESA MINI (check + balt):</b>
    <b>ATTACCO ASCANIUS (tutti):</b>

    <b>DIFESA HANS (squali):</b>
     
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    si dice che sulle teste dei seguaci di arda vegli la dea da cui prendono il nome. queste abili sentinelle mirano ad indebolire il nemico e darlo in pasto ai loro alleati.
    c’erano tante cose che liz non riusciva a capire ma la più importante era PERCHE CAZZO ERA L’UNICA A NON ESSERE SALITA SUL BARCONE?? wtf«ma scusatemi?? datemi una mano» qualcuno, chissà se era ascanius, le lanciò una mano a cui lei si aggrappò per raggiungere gli altri, giusto in tempo per il selfie «sanità mentale!!! » disse mettendosi in posa come il criceto che somigliava ad ale, così per intenderci 😔✌🏻«perfetta anche dopo aver combattuto con gli squali» beh una volta uscita di lì avrebbe mandato come minimo una foto a law!! il suo amichetto bellissimo «deficiente ora posa quel cellulare e pensa alle cose serie» cit mamma di j in qualsiasi momento della giornata, a balt che era troppo applicato a guardare i selfie di teste mozzate anziché difendersi «volevo leccarti ma palla ha detto no» alzata di spalle, uno sgambetto per evitare che arrivasse a check e hans «ma non vedi che sono nel corso di un momento intimo? fatti un po’ i cazzi tuoi» e se lo diceva liz insomma. alzò il piede destro tentando di dargli un calcio nelle parti basse, poi a finirlo magari ci avrebbero pensato gli altri
    Lissette
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    Now I'm so done with caring
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    yes, and?
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    (6) DIFESA BALT (balt + liz): lo sposta sgridandolo per il cellulare
    (1) DIFESA CHECK (liz + mini): sgambetto
    ATTACCO ASCANIUS (tutti): calcio nelle palle. si così brutale



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    gli anatemi hanno la resistenza e la capacità adatti per attutire l'offensiva avversaria, dando una possibilità in più per sferrare attacchi decisivi contro i nemici
    da una parte era felice di avere delle distrazioni, check — altre cose a cui pensare, una freccia nello stomaco, Hans che gli stringeva le braccia attorno al corpo per sostenerlo, robe del genere. altrimenti gli sarebbe toccato tirare un paio di coltellate ai budini (non una gran novità per quanto riguardava mood) e forse un po gli sarebbe dispiaciuto.
    per balt, perché gli faceva pena.
    ma non abbastanza da importargli davvero, capite? dovendo scegliere, e senza nemmeno essere messo troppo alle strette, avrebbe lasciato morire il povero sottone ingenuo tenero cucciolo di Labrador per salvare la serpe bastarda con cui condivideva il sangue nelle vene e una vita passata di evidenti malattie mentali.
    ma!
    per fortuna (hhh), check era distratto.
    dal dolore in primis, inutile negarlo: sapeva quanto fosse pericoloso nelle sue condizioni peculiari perdere il controllo, lasciare che la parte più selvaggia di sé prendesse le redini per mettere a tacere l'insopportabile fuoco nelle viscere. doveva calmarsi, innanzitutto. doveva— «tenere premuto, o continuerà a sanguinare. o così mi hanno detto.» la voce si Hans, solo un soffio nelle orecchie in mezzo a tutto quel casino (le urla dei nemici morenti), gli giunse talmente ovattata da far credere per un istante se la fosse sognata. ma aveva visto le labbra del ragazzo muoversi, formulare più parole di quante chiunque altro su quella nave gli avesse mai sentito pronunciare.
    «che stronzo» sarebbe potuto essere un ringhio, ma nella voce del vibe non c'era alcuna traccia di minaccia; semmai qualcosa di più caldo e morbido, reso cedevole dalla perdita di sangue e dalla punta in acciaio della freccia intenta a tagliuzzare le budella ad ogni respiro. sapeva che se l'avesse tolta, l'emorragia si sarebbe fatta più intensa, forse persino allarmante; lasciarla lì però significava permetterle di affettarlo un po alla volta con inesorabile lentezza.
    nessuna delle due opzioni lo entusiasmava particolarmente, se proprio doveva essere onesto.
    non che avesse di fronte la possibilità di scegliere: quando le mani di hans sfiorarono il mozzicone spezzato della freccia, facendolo sussultare, un ringhio a partire dal fondo della gola che non poté trattenere. quando parlò di nuovo, perchè doveva, lo fece a denti stretti e gengive scoperte, le narici dilate alla ricerca di ossigeno «è vero quello che dicono?» cercò le iridi chiare di Hans; le trovò perché non avevano mai lasciato il suo volto — ne sarebbe rimasto sorpreso, in qualunque altra circostanza, ma non in quella «non ci provare belly, cazzo» ma l'aveva già fatto.
    un istante prima era dentro, l'altro fuori.
    and that's what she said.
    il lampo di dolore fu immediato e accecante, il desiderio di morderemorderemordere altrettanto rapido e impellente. sprecò una sola bestemmia, il custode, spingendo la fronte contro quella del belby mentre il palmo andava a chiudere la ferita come il meme del cerotto sul cilindro pieno d'acqua: inutilmente «era proprio necessario?» chiese, domanda retorica per la quale non attese risposta: scopri di potersi muovere più liberamente, nonostante la copiosa perdita di sangue tamponata con la maglietta stessa, e il passo indietro fu inevitabile.
    non per allontanarsi, perché detto tra noi stava bene anche li dov'era.
    ma le mani di ascanio si stavano allungando un po troppo, e non potendo dar voce ai propri istinti — animali e non. troppe emozioni tutte insieme — come in fondo avrebbe voluto, pensò valesse comunque la pena sfogarsi sul nemico. al quale affondò i denti nella spalla, completando il cerchio della giornata mozzichi; si immaginò a sbranarlo, quell'ascanio di merda, strappando carne e muscoli mentre colpiva l'uomo al ventre con la lama del coltello serramanico.
    il resto lo lasciò fare ai propri compagni, soffiando a mood un vaffanculo mimato con le labbra perché ci stava sempre; e non spinse Ascaninio verso il parapetto, e inevitabilmente giù nell'acqua elettrificata, proprio mentre balt faceva partire l'autoscatto?
    thumb up insanguinato, pure
    sanità? 🗿.
    mentale? check.

    check
    vibe-bigh

    So are you gonna die today,
    or make it out alive?
    difensore anatema
    (toglie 5-10 pa all'attacco)
    MAGO
    LVL. MAGO
    21 — werewolf — halfbloodYou cover your wounds, but underneath them
    A million voices in your head that whisper, "Stop, now"
    Another twist of the knife, turn of the screws
    It's all in your mind, and it's fighting you
    crossed the line
    no resolve
    moonmaiden, guide us


    (6) DIFESA HANS (mini + check): morde (Ascanio.)
    (3) DIFESA MINI (check + balt): coltellata (ad ascanio)
    ATTACCO ASCANIUS (tutti): lo spinge in mare
     
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    i berserker hanno la violenza nel sangue. scatenano la loro furia sul nemico con efferatezza, incuranti della propria salvaguardia.
    Sinéad si sentiva sotto cocaina, e vi dirò: era bellissimo. Forse era la vicinanza a Lissette, forse era l’acqua elettrificata del lago, ma era stata finalmente blessata con l’ignoranza del vivere. In effetti, nulla era sembrato importare dopo aver infierito sul cadavere di Theo. Stavano succedendo cose, tipo un Hans e un Check che stavano avendo un momento omoerotico (da almeno mezz’ora), Balt che smanettava al telefono. In tutto quello, Mini credeva di essere caduta in un universo alternativo dove vedeva la luce in fondo al tunnel. «ma perché, dio [bestemmia], tocca sempre a me» alzò le braccia al cielo spazientita, il naso ad arricciarsi e le pieghe attorno agli occhi a diventare più pronunciate, esasperate. Ma cos’era, l’angelo custode degli omosessuali? In effetti, ora che pensava alle sue amicizie: sì. Cercò lo sguardo di Mood in uno show di supporto, perché incredibilmente era quello più sano di mente su quella barca. La barra era davvero, ma davvero bassa. «ascanius ma porca merda, ma la smetti? mi hai rotto il cazzo» afferrò l’uomo per il davanti della maglietta, e lo scosse violentemente, un modo come un altro di scaricare la sua tensione nervosa. Stava provando a meditare, ok? Voleva diventare una persona più calma, più rilessiv– «MA STAI FERMO CAZZOOO CAZZOOOO» gli tirò una craniata sul mento (perché la differenza di altezza giocava brutti scherzi) prima che potesse registrare i suoi movimenti, ma sapete cosa? Se la meritava tutta. Lo lasciò andare con uno spintone, perché ormai era over it. «volevo leccarti ma palla ha detto no» Mini, an intellectual: «vuoi leccare una palla????» ew, che schifo. Personalmente ne faceva a meno nella vita. L’unica cosa che voleva mettere in bocca era il freddo, solido metallo della medaglia del primo posto. Venne richiamata all’attenzione dalla voce molto, molto rumorosa di Balt che voleva….voleva farsi un selfie. Chissà perché non ne era per niente sorpresa. Si arrese al suo destino perché sapeva di non poterlo combattere, mossa da un moto di affetto verso il Monrique per essere così……..così. Un cazzo di cucciolo di foca. «SALUTE MENTALEEEE!!» alzò due dita in un peace sign chiaramente gay, flashando il suo sorriso migliore per la telecamera. Sì, quello dove le si leggeva negli occhi che era morta dentro. E sì dai, tanto che c'era ficcò la lama di un chakram nello stomaco del signor cazzone.
    sinéad
    mikhailova

    I walk beside myself
    To see what's left
    guerriero bersereker
    [OFF: un tiro PA bonus]
    MAGO
    MAGO
    2008 — slytherin — chakramWe can be free if we want it
    Or we can stay in this lane all alone
    Just say the word and I'm on it
    The past is receding so we can move on
    free if we want it
    nothing but thieves
    Mother of Night, darken my step


    (6) DIFESA HANS (mini + check): scuote ascanio come una maracas
    (1) DIFESA CHECK (liz + mini): craniata (ad ascanius)
    ATTACCO ASCANIUS (tutti): chakram allo stomaco
     
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    balt23 pa28 pd93 psARMA: tirapugni
    mood23 pa30 pd72 psARMA: stocco
    hans18 pa35 pd66 psARMA: mazza da baseball | empatia
    lissette18 pa25 pd48 psARMA: rivoltella
    check15 pa23 pd51 psARMA: coltello
    sinéad22 pa20 pd53 psARMA: chakram
    sigdag30 pa30 pd---attacco:rivoltella
    dazbog25 pa30 pd---attacco:fionda | telecinesi
    beth25 pa30 pd---attacco:cerbottana
    ascanius20 pa25 pd--attacco: --balestra
    theodosia20 pa25 pd---attacco:fucile | geocinesi
    fionn20 pa25 pd---attacco:arco e frecce
    squali: ---



    (6) DIFESA BALT (balt + liz): 4+16=20pd (+14pa)
    (14) DIFESA MOOD (hans + mood): 16+6=22pd (+8pa)
    (6) DIFESA HANS (mini + check): 17+17=34pd (+28pa)
    (3) DIFESA LIZ (mood + hans): 26+2=28pd (+25pa)
    (1) DIFESA CHECK (liz + mini): 14+2=16pd (+15pa)
    (3) DIFESA MINI (check + balt): 19+7=26pd (+23pa)
    ATTACCO ASCANIUS (tutti): 6+1+17+16+9+8+14+8+28+25+15+23=170pa
    DIFESA ASCANIUS: non la estraggo perché non c'è davvero bisogno. Lo trivellate di colpi, e lui finisce in acqua esanime.

    DIFESA HANS (squali): succedono così tante cose tutte insieme che non hai nemmeno tempo di rendertene conto, ma la cima non regge (infondo, sarà lì da chissà quanti anni...) e tu finisci in acqua beccandoti la scossa che tutti aspettavano (-6ps). Chissà che sia la volta buona?
    Per la gioia di Balt, vieni anche immortalato nel selfie di gruppo durante la caduta. CHEESE!


    Tempo di rimettere via lo smartphone del Monrique (e aiutare Hans a risalire a bordo, spero.), potete abbandonare la barca dei nemici e tornare sulle vostre, per raggiungere la sponda del lago artificiale.
    Il viaggio procede tranquillo, seppur con continui attacchi da parte degli squali meccanici che provano ancora a farvi ribaltare, ma senza successo. Quando toccate la riva opposta, vi rendete conto che la magia, anche in quella zona, sembra completamente morta e le uniche cose che vi permettono di castare incantesimi o sfruttare i poteri, sono le cinte che avete rubato dai cadaveri dei pirati.
    Ma non solo: vi accorgerete anche dei tre individui che emergono dai cespugli, indossando le stesse divise e cinture dei nemici appena sconfitti, con l'aggiunta di un telecomando ciascuno — i controller per muovere gli squali meccanici, immaginate. Ma non importa, perché li gettano velocemente a terra e si lanciano all'attacco contro di voi, che siete in superiorità numerica e potete sfruttare quella condizione a vostro vantaggio — distruggerli, o provare ad interrogare i nemici per ricevere qualche informazione più delle poche, e inconcludenti, che il ministero ha condiviso con voi.
    La scelta è vostra.


    balt23 pa28 pd93 psARMA: tirapugni
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    eden25 pa30 pd100 psattacco: 20 (hans) 16 (liz)fucile | telepatia
    ezra20 pa25 pd80 psattacco: 5 (check) 14 (mini)spada | medium



    BALT & MOOD: dalton spara due colpi molto precisi, uno mirando al petto di Balt, e con l'altro al braccio di Mood.
    HANS & LIZ: eden entra nella vostra testa e non trova nulla e prova a convincere Liz a scoccare frecce verso i compagni; ad Hans, invece, ordina di usare il potere per rendere gli altri calmi e inoffensivi
    CHECK & MINI: ezra evoca i cadaveri zombie di theodosia e fionn contro di voi, che in breve raggiungono la riva e riprendono ad attaccarvi — theo (being theo) dando una testata a Check, e Fionn cercando di ficcare una freccia nel petto di Mini, a mani nude.
     
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    si dice che sulle teste dei seguaci di arda vegli la dea da cui prendono il nome. queste abili sentinelle mirano ad indebolire il nemico e darlo in pasto ai loro alleati
    Ascanius era stato obliterato.
    E la brutale dipartita del pirata, poi gettato in acqua dalla pedata di Check, fu l'ultima cosa che Hans registrò prima di seguire il pirata trucidato, finendo anche lui a mollo tra gli squali meccanici.
    Ci aveva provato a tenersi stretto alla cima da ormeggio arrotolata, ma l'aveva sentita improvvisamente cedere con suo grande orrore; a nulla era servito agitare le braccia per trovare un altro appiglio, qualsiasi cosa, pur di non finire in acqua.
    Non trovò nulla.
    D'istinto prese una boccata generosa di aria e poi serrò le labbra, immagazzinandola nella gola e nei polmoni; chiuse gli occhi, prima di sentire l'impatto contro la superficie bagnata — e ricordarsi improvvisamente che fosse elettrificata. La scossa lo colpì in pieno, portandolo a sgranare le palpebre per la sorpresa e, contro il miglior giudizio, anche a spalancare la bocca in un'esclamazione sorda di dolore. Pessima, pessima idea, perché in un attimo insieme all'aria trattenuta poco prima, la gola si riempì di acqua sporca e acidula; Hans iniziò a scalciare e agitare le mani in cerca di altri appigli, qualcosa per tornare in superficie, che fosse utile — non come le sue scarse doti da nuotatore, e tentando invano di ricordare gli inutili insegnamenti di Freja—
    respira, Jöns, respira; devi regolare il battito, non c'è nulla che possa farti male nell'acqua, respira.
    Facile a dirlo per lei, lo aveva sempre detto anche del suo potere, mentendogli, e guardate un po' come era finita!
    E in quell'acqua c'era davvero qualcosa che poteva fare del male, ampia scelta davvero, tra scosse elettriche e squali meccanici. Un'ondata di panico lo pervase — sua, tutta sua, considerando che non avesse a disposizione il proprio potere in quel momento.
    Realizzò, distrattamente, di aver perso la mazza di Mac nella caduta — no, no, no. Sperava fosse ancora sulla barca.
    «sei uni stupido, jöns. uno. stu-pi-do.» era la voce di sua sorella, ora, a prendersi beffe di lui, «solo gli stupidi non sanno nuotare» e quella risata cristallina che Hans non sentiva più da anni, da ben prima che El sparisse nel nulla, a riempire le orecchie e costringere il cuore a battere uj po' più velocemente.
    O magari quello era per colpa dell'adrenalina a pompare nelle vene, la reazione istintiva di un corpo che non voleva morire, non di nuovo.
    Affogato, poi. Che stupido modo di lasciarci le penne, per uno che fino all'anno prima era stato un pirocineta. Era davvero l'apice dell'ironia.
    E pensare che a lui, idealmente, l'acqua piaceva. Ma da lontano, e in piccole quantità; gli piaceva la pioggia, per dire.
    «vai giù giù giùùùù»
    Ancora la voce di Elizavetha a rimbombare nelle orecchie insieme al ronzio dell'elettricità, così forte e vicina che per un attimo, Hans giurò di vederla di fronte a sé, occhi gemelli a fissarlo intensamente e labbra strette per trattenere l'aria a ridere di lui. Allungò istintivamente un braccio verso di lei, per chiederle aiuto, ma era sempre stata una stronza, El, e non lo avrebbe aiutato. Devi imparare a fare da solo, fratellino. La osservò nuotare via e sparire oltre la superficie dell'acqua, e pensò distrattamente di chiamarla, e supplicarla senza vergogna di non lasciarlo da solo.
    Non di nuovo.
    Non nell'acqua— nel buio? Oh, ok. Ok! Al buio era pronto, era preparato! Daveth l'aveva allenato proprio per quel momento, doveva solo – mh, cos'è che gli aveva detto l'uomo? Doveva... doveva... fare qualcosa di importante, sicuramente. Ne era abbastanza certo. Doveva— resistere? Sì, beh, anche. Doveva sopravvivere. Doveva—
    Quando tossì, sputò via acqua, alghe, e forse un pezzo di quel poco di anima che gli era rimasta. Si rese a malapena conto di aver quasi dato una testa a qualcuno, nel piegarsi in avanti e cacciare via anche i rimpianti di due vite, e ci mise un altro secondo di troppo a realizzare che quel qualcuno fosse Check.
    Batté le palpebre una, duez forse cento volte, prima di mettere a fuoco il maggiore e ciò che vedeva oltre la sua testa. Il cielo, probabilmente.
    Si rese conto anche di essere sdraiato sul letto fradicio di una barca (sperava non quella le cui assi erano pregne del sangue nemico) e di essere, ancora una volta, incredibilmente e contro il pronostico di letteralmente chiunque, scampato da morte certa.
    Tutto questo senza smettere di fissare Check con un'espressione che, da confusa e smarrita, si faceva via via più cosciente. Percepiva anche la presenza degli altri attorno a loro, e il movimento della barca che procedeva verso la riva del fiume e — «grazie» soffocato con voce rauca verso Check, e istintivamente anche verso il Monrique junior. Aveva avuto come l'impressione di vedere la faccia di Balt come una delle ultime cose prima che tutto si facesse nero, ma non ne era sicuro al cento percento. Non lo avrebbe stupito, però, sapere che il tassorosso si era tuffato (di nuovo!) nell'acqua elettrificata per salvare uno di loro.
    Non erano nemmeno amici.
    Si mise a sedere stando ben attento a non toccare, nemmeno per sbaglio, il Vibe — c'erano davvero, ma davvero, troppe persone lì con loro, e fu sinceramente grato di non avere ancora indossato la cintura che bloccava l'interferenza di qualsiasi cosa gli impedisse dl usare i poteri — sarebbe stato molto imbarazzante per tutti.
    Il resto del breve viaggio, Hans lo fece chiuso nel suo mutismo – (tutti i turisti: assolutamente sconvolti.) – e abbracciato alla mazza da baseball – (recuperata in qualche dove) – e fu uno degli ultimi a scendere dalla barca quando giunsero, infine, sulla riva.
    Fu anche uno degli ultimi a indossare la cintura (a mo' di marsupio come Mini, esatto, perché andava larga anche a lui) e lo fece solo quando altri nemici si piazzarono sul loro cammino. Se ne pentì subito perché c'era ancora così tanto disagio e evidenti situazioni irrisolte potenzialmente imbarazzanti ad aleggiare nell'aria — ma che poteva fare? Era già abbastanza inutile così.
    Se ne pentì doppiamente quando sentì la voce di uno di loro insinuarsi nei suoi pensieri, e per un attimo il ricordo dells voce di sua madre sdraiata nella letto, riempì le orecchie del Belby che dovette fisicamente costringersi a riprendere respiro — troppe cose tutte insieme, voleva una cazzo di tregua. Non aveva mai pensato che sarebbe stato facile arrivare a trovare Mac e Twat, ma vaffanculo.
    Uno sfogo, e anche un pensiero rivolto ad Eden che tentata di suggerirgli di usare il proprio potere contro i suoi amici.
    Ugh.
    Typo mentale. I suoi compagni d'armi.
    Si concentrò, così come Nathaniel prima e gli istruttori poi, avevano cercato di insegnargli, e tentò di fare uno specchio riflesso mentale ad Eden, esercitando un po' del suo potere su di lei per renderla inoffensiva, così come lui aveva chiesto che facesse. Cambiava solo il soggetto, infondo, no? Sperava anche che bastasse a confonderla ed evitare altri attacchi psichici nei confronti degli altri (e perché proprio quello su Liz), ma non voleva osar pensare in maniera così ottimista. Si accontentava di un po' di interferenza emotiva — ne aveva un bel po' da dare in cambio, in quel momento, dopotutto.
    Fece un passo in avanti, in direzione di Eden e inchiodando lo sguardo ghiaccio in quelle di lei, decidendo di sfruttare quel momento di apparente (spero.) controllo anche per esercitare un po' più di pressione sulla donna, e costringerla a rispondere alla sua domanda. Non si reputava un empatico molto potente, ma era disperato, e a volte tanto bastava a fare centro (e tiri alti). «dicci dove troviamo le persone che avete rapito» non gli interessava chi fosse, o perché fosse li, o per chi lavorasse; lui voleva solo sapere dove andare. «indicaci la strada da seguire per raggiungere la vostra... base operativa.» ma che cazzo ne sapeva lui come si chiamava. Sperò che qualcuno degli altri portasse la mappa davanti ad Eden, ma insomma: si sarebbe accontentato di ricevere indicazioni verbali. «non mentire.» punto.


    «»

    johannes
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    when you wake and no one's there;
    when your home consists of only you;
    is there anything worth holding on to?
    Anything Worth Holding On To
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    (16) DIFESA LIZ (liz + hans): lo confonde —
    (20) DIFESA HANS (liz + hans): — facendogli specchio riflesso e rendendo invece inoffensivo lui
    ATTACCO EDEN (liz + hans): lo obbliga a rispondere alle domande («dicci dove troviamo le persone che avete rapito» / «indicaci la strada da seguire per raggiungere la vostra... base operativa.» / «non mentire.»)

    CODICE
    <b>(16) DIFESA LIZ (liz + hans):</b>
    <b>(20) DIFESA HANS (liz + hans):</b>
    <b>ATTACCO EDEN (liz + hans):</b>
     
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    si dice che sulle teste dei seguaci di arda vegli la dea da cui prendono il nome. queste abili sentinelle mirano ad indebolire il nemico e darlo in pasto ai loro alleati.
    oddio «ma siamo venuti tutti bene in questa foto!! troppo top! ah guarda il sangue di check sembra quasi fare da contorno…» erano venuti proprio bene, check a parte che aveva una faccia da cadavere poveretto…. ma un attimo, dov’era hans? «ma hans che fine ha fatto scusate» si affacciò dalla barca vedendolo galleggiare (insomma) al suon di e il naufragar m’è dolce in questo mare «salvatelo!!» perchè liz monrique, così diversa dal belby, aveva ancora una cosa in comune con lui
    non sapeva nuotare
    e non avrebbe voluto ucciderli entrambi, non dopo essere riuscita a fare fuori tutti i nemici, osservò col fiato sospeso suo fratello e check recuperare hans e tornò finalmente a respirare quando sputò acqua e … ew erano alghe quelle? «maledizione di narciso, mh? » sorrise, per smorzare l’atmosfera!! e porgendogli una mano per alzarsi, poco prima di rendersi conto che li stavano attaccando… di nuovo «vediamo» sollevò l’anfibio destro, cercando di fare lo sgambetto ad eden, e poi una volta in terra gli avrebbe poggiato lo stesso piede sulla schiena «rispondi a quello che dice, immediatamente», si abbassò prendendo con la mano destra i capelli di eden, in modo che li guardasse, anche lei aveva bisogno di sapere, c’era pur sempre suo fratello lì fuori. «se risulterai inutile ti farò fuori con le mie stesse mani»
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    (16) DIFESA LIZ (liz + hans): sgambetto
    (20) DIFESA HANS (liz + hans): piede sulla schiena per immobilizzarlo
    ATTACCO EDEN (liz + hans): lo prende per i capelli



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    (16) DIFESA LIZ (liz + hans): 8 + 13 = 21pd (+5pa)
    (20) DIFESA HANS (liz + hans): 11 + 21 = 32pd (+12pa)
    ATTACCO EDEN (liz + hans): 5 + 16 + 5 + 12 = 38pa
    DIFESA EDEN: 21pd (-17ps)

    Eden guarda Hans, perfino quando Liz le strattona i capelli. Non sente alcun dolore, le labbra a cuore dischiuse in sorpresa. Non fa alcuna resistenza: anche senza l'utilizzo del potere, non ha alcun motivo per mentirvi. «a casa» perchè la è, per lei. Forse non per i vostri amici, ma per qualcun altro sì. «l'abbiamo costruita. insieme» con il braccio, vi indica la direzione dove proseguire. I suoi compagni non fiatano, osservandovi e basta. Sembra quasi stiano aspettando qualcosa, anche se non vi è dato sapere cosa.
    Se guardate la mappa, noterete che vi sta indicando la stessa identica direzione.
    «non è lontano» fa una smorfia, come se per dirlo avesse combattuto contro il potere di Hans. Non una menzogna, ma non necessariamente una verità.
    «perchè dovrei mentire? siete qui perchè vi voleva qui. vogliamo la stessa cosa»
    Batte le ciglia.
    Torna in sè.
    E torna all'attacco.

    LIZ: strattona la mano di liz
    HANS: cerca di graffiare hans
     
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    si dice che sulle teste dei seguaci di arda vegli la dea da cui prendono il nome. queste abili sentinelle mirano ad indebolire il nemico e darlo in pasto ai loro alleati.

    […] le cinte che avete rubato dai cadaveri dei pirati.
    Canon quindi. FIIIIINE, make me your vvvillain! Se così stavano le cose, non stupirà sapere quale fosse la prima cosa che Mood fece quando anche l’ultimo dei mercenari, o qualunque cosa fossero, cadde in acqua.
    Aspettò. Un paio di secondi, religioso silenzio, giusto per capire da quale parte tirasse il vento. Quando nessun altro si palesò a rompere il cazzo e tutto sembrava andare per il verso giusto [hans che affoga in background] guardò i Monrique, molto intensamente.
    Mood Bigh imparava dai propri errori. Li commetteva una (1) volta, e diventava la versione migliore di se stesso – peggiore per gli altri, di solito, ma non era mai stato un suo problema. Quindi, cos’altro avrebbe potuto fare se non chiedere gentilmente, ed in maniera del tutto rispettosa, a Balt di mettersi in ginocchio, ed aiutarlo a salire sul tetto della barca? Non approfittò neanche della posizione per calpestarlo, anche se so che tutti pensavate (di nuovo.) l’avrebbe fatto: non perdeva tempo in piccole vendette, quando aveva uno scopo più grande.
    Dov’era, la bastarda. La sua vera origin villain story, il suo nemico più grande. Popolava parte dei suoi incubi, e se non tutti, era solo per questione di priorità.
    [hans che continua ad affogare in background]
    Assottigliò le palpebre, approfittando dell’altezza per guardarsi attorno. Da lì, riusciva a vedere gli squali muoversi appena sotto il pelo dell’acqua, e – uh.
    Battè le palpebre. Una, due. Alla quinta volta, comprese non stesse avendo allucinazioni di alcun genere: uno squalo si era appena sollevato dal suo habitat naturale, ed era volato via. Così. Abbassò gli occhi sui suoi compagni, erano stati loro?, ma figurarsi se avevano così alte competenze da poter produrre un incantesimo simile: un errore da principiante, scusate. Senza contare fossero tutti occupati a recuperare il cadavere di Hans Belby dall’acqua.
    Oh.
    Vabbè, sarebbe sopravvissuto anche a quella nuova informazione, soprattutto perché finalmente vide quello che stava cercando: la cazzo di bandiera. Ovviamente, stava cercando la bandiera.
    Un cerchio che si chiude, eccetera eccetera. Sapeva con cosa iniziare il falò sulla spiaggia.
    Quando tornò fra i comuni mortali, prima fece il giro di ronda dell’imbarcazione – cercava indizi utili, armi, qualunque cosa potesse suggerire cosa cazzo stesse succedendo; notò solo una radio, ormai fuori gioco, e dedusse fosse il mezzo con cui avessero comunicato con il resto della loro banda: non aveva mai pensato fossero soli – e solo in un secondo momento si rese conto che Hans non fosse morto. Si era perso anche la respirazione bocca a bocca, capite? Come avrebbe perculato Check senza sapere che fosse la cosa più vicina ad una pomiciata che aveva avuto, e che avrebbe avuto nel prossimo futuro. Qual era il punto di essere il fratello minore, se aveva solo responsabilità e quoziente intellettivo, ma nessuno dei babies privilege.
    Eh vabbè, che dire. Se ne sarebbe fatto una ragione.

    Non sapendo cosa li avrebbe attesi dall’altra parte, non si smaterializzarono, costringendo Balt a combattere i suoi demoni un’ultima volta. Quando approdati sulla spiaggia lo vide sparire, non si preoccupò di seguirlo – se era destino cadesse in un dirupo, così fosse – conscio che volesse la sua intimità per vomitare, e magari piangere un pochino. Non necessariamente in quell’ordine. Rimase piuttosto vicino a Mini, labbra strette fra loro e sguardo perplesso sugli alberi che li circondavano.
    «gli squali non hanno mai attaccato» osservò ad alta voce. L’aveva tenuto per sé fino a quel momento, ma ad un certo punto bisognava pur affrontare la realtà. Realtà che diceva chiaramente non fossero un vero e proprio sistema di sicurezza, quanto più un… monito. Se chiunque li avesse guidati fin lì li avesse voluti morti, avrebbe avuto centinaia di modi per farlo.
    Non comprendeva perché avessero continuato a dargli possibilità di difendersi. Più di tutto il resto, e di cose che lo confondevano ce n’erano parecchie, quello era il suo nuovo pensiero ossessivo. Difficile che Mood Bigh rendesse partecipi anche gli altri di quel che gli passava per la testa, ma non impossibile: situazioni estreme, richiedevano evidentemente soluzioni estreme, tipo mostrare al mondo che avesse un intelletto funzionante e non solo un bel faccino. Guardò Check, sopracciglia corrugate. «non sembra una trappola» distrattamente, gli indicò di alzare la maglia, così che potesse vedere il danno lasciato dalla freccia – che era stato tentato di lasciargli, visto che demente 1 e demente 2 avevano ben pensato di fottutamente togliere la freccia nel bel mezzo del combattimento. Se fosse morto così, gli sarebbe dispiaciuto più di avergli voluto bene che del fatto ci avesse lasciato la pelle. Era lì, Mood, ma non davvero. Distaccato e meccanico nel cercare se la zona fosse calda e infetta (davvero pagliacci, manco i dardi avvelenati? Ma allora.), dimostrando di essere l’assistente in infermeria (con Mimmo, ci pensate?) resistendo al pensiero intrusivo di infilarci un dito dentro. Sollevò due occhi torvi e giudicanti su suo fratello, perché era solo un graffietto ma comunque uno facilmente evitabile, puntando la bacchetta nel sempre verde magico incantesimo di lele che curava ogni male. «sembra -» vorreste sapere cosa sembrava, eh? Dopo, magari.
    Perchè c’erano delle… persone.
    L’occasione perfetta per ottenere finalmente delle info? Blushing, twirling his hair, eccetera eccetera. Certo, stavano di nuovo cercando di ucciderli, ma Mood decise di interpretare quel plot come il fatto che fossero sulla giusta strada, senza prenderla sul personale. Restò vicino al resto del gruppo, spalle contro spalle perché non si sapeva mai quand’era il momento di dover usare uno di loro come scudo, attento allo scambio di battute fra Hans e la sua nuova besta frienda.
    «a casa. l'abbiamo costruita. Insieme» aw, l’ikea.
    «non è lontano. perchè dovrei mentire? siete qui perchè vi voleva qui. vogliamo la stessa cosa» Ne dubitava fortemente, ma almeno quello spiegava tante cose. «una prova. Sembra una prova» mormorò, quasi… intrigato, o qualcosa di molto vicino.
    «se avesse voluto dirci chi ci vuole qui, l’avrebbe già fatto. Non ha senso chiederle cosa vogliamo, perché ci darebbe una risposta hippy che non avrebbe alcun senso per noi. Casa? mh. Quindi siamo stati invitati a casa loro…? Quella che hanno costruito? E chi, invece, non è stato invitato? Qualcuno ci ha scelti? Chi -» mood a mood, non a eden.
    Liz che chiede se conoscesse i loro amichetti.
    Sospiro, ma non troppo – voleva fare la stessa domanda in realtà, quindi insomma.
    A Eden chiese solo «se ci volete qui, perché tutte queste misure di sicurezza?»
    mood, ma le combo? Ah, già.
    «più forte» a Eden che picchiava (1) liz.
    Bonus, ciglia languide a battere sugli occhioni scuri: «pretty please, signorina» fine.


    mood
    bigh

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    (1) DIFESA LIZ (Mood + Liz) [cri cri ]
    ATTACCO EDEN (Mood + Liz) puppy eyes?

    cura check con il magico incantesimo di lele

    CITAZIONE
    A Eden chiese solo «se ci volete qui, perché tutte queste misure di sicurezza?»

    CODICE
    (<b>1) DIFESA LIZ (Mood + Liz)</b>
    <b>ATTACCO EDEN (Mood + Liz)</b>

    Liz cura Hans
    Mood cura check
     
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    si dice che sulle teste dei seguaci di arda vegli la dea da cui prendono il nome. queste abili sentinelle mirano ad indebolire il nemico e darlo in pasto ai loro alleati.
    quindi li conosceva? cos’è che avevano costruito mh? «che le chiedo?» con ancora i capelli di eden nella mano, si girò verso gli altri «cosa le chiedo?» chiedile degli altri «ah ok» ma evidentemente eden non la pensava allo stesso modo perché provò a strattonarle la mano «ma se fino a due minuti fa eri un agnellino » labbra arricciate mentre non ascoltava il pippone di mood, ancora un calcio sulla schiena per farla rimanere a terra «facciamo che mi siedo» portò una gamba dall’altro lato del corpo della tizia sedendosi sulla schiena della povera crista «e stai un po’ ferma » le diede un pugno in testa, letteralmente, per farla stare ferma «conosci delle persone che sono arrivate “a casa tua” da poco? i nomi wren, hold, vittorio, theodore, ti dicono qualcosa?» tutta gente molto raccomandabile insomma, finalmente si rialzò dalla schiena della tipa avvicinandosi ad hans, dopo aver indossato quell’orrida cintura, puntandogli la bacchetta e pronunciando un «lelito docet »
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    (1) DIFESA LIZ (Mood + Liz) si siede sulla schiena di eden
    ATTACCO EDEN (Mood + Liz) pugno in testa

    Liz cura Hans con l’incantesimo del magi
    CITAZIONE
    «conosci delle persone che sono arrivate “a casa tua” da poco? i nomi wren, hold, vittorio, theodore, ti dicono qualcosa?»

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    @ cura Hans: +1
    (periodo)
    @ cura check: +8
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    «misure di sicurezza? non per noi: per voi. dobbiamo sapere quanto volete arrivare alla fine. se siete...degni» vi osserva. non vi reputa molto degni.
    «i nomi mi sono familiari. hold difficile non ricordarla, parla.....tanto. quali siete?» di fratelli, intende. Canon abbia parlato di voi 💞 «wren....» non ti guarda negli occhi, quando lo dice. sembra riconoscerlo, ma ...?
    «vincenzo? no» cosa dici liz, lo conoscono come lapo! «di Theodore un po' » l'avevo detto di essere specifica.

    e fine. li porterete con voi all'accampamento, perché è la cosa giusta da fare - per voi, non per loro. loro non vedranno la prossima alba.
    è forse un vostro problema?

    a fra cinque minuti, amici. xoxo
     
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55 replies since 13/4/2024, 23:00   765 views
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