hagalaz

Avevo detto fosse lì per il meme? Sbagliato! Degradato ancora, nell’unica posizione che potesse permettersi: era lì perché era bello da vedere. Non comic relief, non l’eroe della situazione, ma a secret third thing.
Ken. Era il cazzo di ken (ciao amo!). Quello destinato a morire per primo nei film horror, la bionda che esisteva solo per mostrare prima le tette e poi l’esofago. Chiuse gli occhi, massaggiando il viso con entrambe le mani. Si sentiva stanco, provato, ed umiliato da come il mondo, testardo ma perfettamente coerente a se stesso, non si stesse affatto piegando al suo volere. Ma manco un po’, eh. Anzi. Quello piegato era lui, a quanto pareva. Sempre pronto a prenderlo nel culo.
Metaforicamente parlando, s’intendeva. Il suo amore libero era privo di stringhe affettive e non, e slegato anche dal mero scopo fisico del sesso: era universale, guidato da un obiettivo (sopravvivere, e uccidere una stronza) che trascendeva la banalità di un orgasmo.
Allungò un braccio afferrando il ritrovato in salute Adrian Carter per il colletto, spostandolo un po’ più indietro. Il suo nuovo scopo nella vita era rimanere nelle retrovie, ed assicurarsi che i suoi compagni, nell’ammazzare i rimanenti, non si facessero prendere troppo dall’entusiasmo rischiando di morire.
E poi arrivò, inevitabile come la morte, il pippotto su Alan. Poor serrò le palpebre, lasciando che diventasse lo sfondo bianco dei suoi pensieri (altrettanto bianchi, perché non ne aveva neanche uno) mentre faceva un passo verso il Gallagher, mani sui fianchi come insegnavano i vecchi, e lo spostava dallo sgambetto. Come Jack a Rose, si chinò sulla sua spalla per bisbigliare al suo orecchio.
«possiamo renderlo un incidente» la sparizione di Mort Rainey, ovvio. Era certo che malgrado i loro evidenti problemi di comunicazione, Aidan fosse in grado di cogliere il vibrato di quelle parole sussurrate al suo lobo con la voce suadente di un’amante, e la disperazione di aver impresso nell’anima l’esatta musicalità dei monologhi dell’ex Serpeverde. Lo guardò, un muto pensaci negli occhi bruni, prima di lasciarlo andare a fare quello che sapeva fare meglio.
Niente, esatto. Non sarebbe stato Poor a giudicarlo.
Inspirò. Guardò Liam arrivare alle spalle di Deb, riconoscendo sul suo viso lo stesso tragico avvilimento che sapeva essere sul proprio. Il fatto che Poor fosse parte della tristezza di Liam, non era un problema del Withpotatoes: se non poteva reggere scapezzolate e spogliarelli, aveva scelto il paese sbagliato in cui vivere. Il Laos sembrava più nelle sue corde. «gnam gnam» gli sorrise comunque, perché che facevi ad una persona che stava per azzannare qualcuno, se non augurarle buon appetito? Non voleva essere il prossimo. C’erano contesti e contesti, per il morso.
«gasp! Un vampiro» ed inutile com’era, lanciò infine la sua ascia verso Deb. Tanto non se n’era mai fatto un cazzo. Manifesting che non prendesse Liam? Forse...