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[pq 11] cherry ft. cloud @ casa sua

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  1. melodia di giugno.
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    gli anatemi hanno la resistenza e la capacità adatti per attutire l'offensiva avversaria, dando una possibilità in più per sferrare attacchi decisivi contro i nemici.
    Claudia l’aveva saputo sin dal primo momento che avrebbe aderito. Non era nemmeno in discussione, la cosa; l’aveva saputo ancora prima che il ministero ufficializzasse la cosa, ancora prima che le sue fonti la informassero sulla possibilità che quell’idea di concretizzasse. L’aveva saputo perché, citando Ligabue, “le donne lo sanno, le donne l’han sempre saputo” eccetera eccetera.
    Inutile dire che avesse anche braccato e interrogato i superstiti, facendo domande spesso scomode senza mai lasciarsi scoraggiare dai loro silenzi o dalle risposte vaghe: era brava a mettere insieme i pezzi e leggere tra le righe di quello che gli altri non dicevano, fosse anche solo per disegnare un quadro che piaceva a lei e che titillava i suoi sensi da detective in erba.
    (Di quel passo, avrebbe dovuto davvero pensare ad una carriera come PI e farci i soldi sopra. Se fosse andata bene la missione, l’avrebbe messa nel CV!)
    Un po’ meno le era piaciuta l’idea di dover attendere ulteriormente: aveva atteso due mesi, in una casa sempre più in agitazione e con un Fake sempre più disperato, che nel caso del torturatore non era necessariamente sinonimo di depresso, ma quanto più di imprevedibile. In casa Golden non si parlava di altro, e l’unico che se ne teneva fuori era Kiel, perché in quella casa ci viveva solo a giorni alterni BADUM TSS. Tutti gli altri avevano già fatto la loro scelta.
    (Clod era ancora dell’idea che avrebbero dovuto legare Taitai e chiuderlo nello stanzino per evitare che li seguisse ma, eh!!, era un bimbo grande e poteva sopportare le conseguenze delle proprie scelte, certo. Ciò non toglieva che Clod sarebbe stata in pensiero tipo tutto il tempo perché… era Taichi. Si spiegava da sola, la cosa.)
    La rassicurava il fatto che c’erano anche persone *stelline* competenti *stelline* su cui far affidamento, e perché proprio la pavor che aveva di fronte, e dalla quale si era rifugiata quel giorno per avere un attimo di respiro.
    Non aveva immaginato di finire invischiata nel cambio stagione di Cherry (.), non quando lei stessa evitava il proprio come la peste (e funzionava avere tutti i panni nell’armadio, così non doveva mai cambiarli *smart guy meme*) ma… eh, per la Benshaw, questo ed altro.
    «secondo me se le tocco mi prendo qualche malattia»
    Sollevò entrambe le sopracciglia con un’espressione che sottolineava chiaramente il suo essere d’accordo, ma non annuì: Cherry non aveva bisogno della sua conferma, in quel frangente, e lei non era così superficiale da darla. Però la fece sorridere il commento successivo, e il fatto che Cherry avesse una daga dentro casa a portata di mano, come chiunque altro avrebbe avuto, boh, delle candele profumate. C’era un motivo se, inizialmente, aveva crashato forte per la pavor, e glielo ricordava ogni singola volta che passavano del tempo insieme.
    «possiamo bruciarle,» suggerì, chinandosi sulle mutande in questione e osservandole con un cipiglio disgustato, «nessuno ne sentirà la mancanza» di certo non il Matheson che (probabilmente, ugh, ne aveva altre dieci molto simili ordinatamente piegate nei cassetti) le aveva dimenticate a casa di Cherry chissà quanto tempo prima. «sono orribili, non riesco a smettere di guardarle» aggiunse infine, occhi bosco incollati sulla stoffa animalier accartocciata sul pavimento. «e non chiederò come sono finite nella tua camera.» c’erano domande a cui persino G. Claudia Moor non voleva dare risposte. Lo faceva per la proprio sanità mentale.
    E poi, c’era un elefante ben più grande da affrontare, in quella stanza.
    Si mise seduta sui talloni, distogliendo finalmente le attenzioni dalle mutande, e portandole sulla Benshaw sdraiata sul letto. «sei pronta?» ad andarsi a riprendere quel pirla del suo migliore amico e prenderlo a schiaffi, andava detto. Claudia, dal canto suo, lo era; ma era sempre stata una persona profondamente contraddittoria, smossa spesso da sentimenti ambivalenti e chiari solo ed esclusivamente a lei, quindi se da una parte c’era la certezza matematica che la missione sarebbe riuscita, dall’altra non poteva non pensare ai possibili risvolti negativi e a tutte le cose che avrebbero potuto andare male. Perciò sì, era pronta — al meglio, e soprattutto al peggio, ma non si sentiva di condividerlo ad alta voce.
    g. claudia
    Moor

    e mentre il tempo scade, e il mondo si sta armando,
    In un monolocale, noi, ci stiamo amando.
    difensore anatema
    [rimuove 5-10 pa da attacco avversario]
    strega
    Lvl mago
    2001 — australiana — bloggerma che rivoluzione che tutti qui vorrebbero,
    ma nessuno ha mai il coraggio di prendere il bastone
    E darlo in bocca a chi ci vende le illusioni.
    il peggio è passato
    fabrizio moro
    Mother of Night, darken my step
     
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3 replies since 6/4/2024, 19:06   81 views
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