rain comes following an endless drought

[tirocinio] ft. libera come il vento

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    jj gigio linguini
    05.03.2004
    milano, IT

    aveva smesso di fumare.
    una promessa a se stesso – e se ne faceva ben poche, gigio linguini: potendo scegliere, preferiva andare sul sicuro. una rob che pensa di iscriversi alla bet con mezzo post già scritto, per dire; e anche lì, sempre a valutare i pro e i contro, calcolo delle probabilità.
    sapeva di avere tutte le carte in tavola per vincere la sua guerra contro la nicotina, riducendo il bisogno spasmodico di infilarsi una sigaretta tra le labbra a mero gesto meccanico cui poteva facilmente trovare un'alternativa. No, pervertiti, non nel senso che la soluzione era mettersi altro in bocca (unless… ciao swag). Era la mente, che doveva occupare: il primo giorno come tirocinante al san mungo aveva concesso al milanese un piccolo assaggio di ciò che lo aspettava; il primo come guaritore era stato sufficiente a risucchiare tutto il tempo a sua disposizione, togliendogli anche quei cinque minuti di pausa cool che era solito prendersi tra una lezione e l’altra. Pochi mesi, innumerevoli feriti e morti dopo, e l’idea di intossicarsi i polmoni gli era completamente passata dalla mente. In compenso aveva iniziato a farsi strada con insistenza quella di darsi al crack, terribile ma non meno affascinante soluzione
    aveva smesso di fumare.
    nonostante tutto.
    un pensiero fugace, rapido quanto il battito d'ali di una farfalla che causa l'uragano dalla parte opposta del mondo — il tempo di estrarre il pacchetto dal taschino della divisa, e si era già volatilizzato. una volta stretta la decima sigaretta della giornata tra le labbra, di quel pensiero non era rimasta traccia «giornata di merda, eh? » per qualche motivo, sentiva di non dover specificare: il gonfiore che si andava accentuando sul volto di Baltasar raccontava una storia già sentita; ai dettagli ci avevano pensato le urla provenienti dal corridoio, e il bisbigliare concitato dei suoi colleghi a sfiorargli le orecchie.
    fosse stata la fine di un turno normale, con già quasi tre ore di straordinario non pagato sulle spalle, l'incedere di gigio lo avrebbe portato direttamente all'uscita del SanMungo senza nemmeno passare dal via — così com'era, camice da lavare e crocs ai piedi, pacchetto completo. aveva imparato a considerare normali un sacco di cose, il linguini; non ne andava fiero, ma lo accettava per puro, istintivo spirito di sopravvivenza. le decine, forse centinaia, di feriti giunti all'ospedale durante la guerra - un flusso continuo che non si era fermato nemmeno una volta decretata la fine - aveva cambiato le prospettive dell'italiano su cosa potesse o non potesse.
    poteva fare del suo meglio, sempre, ogni fottuto giorno.
    non poteva salvare tutti, e restituire la vita a chi l'aveva persa prima ancora di finire tra le sue mani.
    poteva rivolgere a balt un sorriso stanco, ma sincero, lasciare che il fumo si unisse a quello soffiato dal ragazzino mentre prendeva posto accanto a lui.
    non poteva indorare la pillola, anche se una bugia era forse quello di cui il monrique pensava di volere — l'avrebbe meritata, una prospettiva più rosea sul futuro, ma era della verità che aveva bisogno.
    «con il tempo non diventa più facile. ma imparerai a gestire anche le loro emozioni, oltre alle tue» indicò il suo volto tumefatto disegnando una virgola a mezz'aria con la sigaretta, un sopracciglio appena inarcato «non puoi farti usare come pungiball ogni volta» una scelta di parole non casuale, quella di gigio. perché poteva anche essere alla sua prima esperienza, il Tassorosso, ma di certo non sarebbe stata l'ultima: lo aspettavano centinaia di battaglie perse, altrettante famiglie con un dolore insopportabile sulle spalle e nessuna valvola di sfogo. lasciarsi prendere a pugni non sembrava affatto una soluzione a lungo termine «devi stabilire dei confini, o lo faranno loro per te» gli venne improvvisamente da ridere, ma si trattenne.
    l'isteria che sentiva crescere nel petto, risalendo lungo le corde vocali, avrebbe finito per spaventare balt invece che rassicurarlo. strinse la sigaretta accesa tra le labbra, piegato in avanti con entrambi i palmi premuti sugli occhi: ogni tanto, senza preavviso, la consapevolezza di quanto stava accadendo attorno a loro lo colpiva come una mazzata sui denti — confini, aveva detto. quelli che lui stesso non era riuscito a mettere tra sé e la sua famiglia, finendo per perdere il sonno all'idea di averli perduti. quei bastardi. quei pirla maledetti. li odiava, gigio, per essere spariti senza lasciare tracce; si odiava, per non aver impedito a giacomino di ficcarsi in una strada senza uscita, che ovviamente si era rivelata fatale «mi dispiace per Trisha. la conoscevi?» fu rapido a scacciare i propri pensieri dalla testa, utilizzando il nome della ragazza morta come un talismano; egoista da parte sua, probabilmente, ma non gli importava.
    e continuò a fissare il cemento sotto i loro piedi, il mento appoggiato alla mano destra, iridi cerulee venate di stanchezza a cercare segni premonitori nei mozziconi spenti che qualche incivile aveva lasciato cadere per terra. alla faccia della transizione ecologica.

    former slyth
    healer, sanmungo
    deatheaterclan linguini🇮🇹, ⚽sad boy hour

    It's been a couple months
    That's just about enough time
    For me to stop crying
    when I look at all the pictures
     
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1 replies since 19/3/2024, 18:19   103 views
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