E se una mattina, qualche giorno dopo San Valentino, vi foste svegliati e fosse giunta al vostro orecchio la notizia che un vostro caro amico non risultava essere reperibile da qualche giorno?
Sparito nel nulla, come se mai fosse esistito, con altre persone, familiari, parenti, che mancavano all’appello da più di cinque giorni.
Quando Wind aveva saputo di Barbie, da Yejun che si era fiondato a casa sua, si era messa a sedere e aveva poggiato due dita alla tempia, cosa che faceva molto spesso per pensare, era possibile che una persona sparisse senza alcun motivo e che non lasciasse alcuna traccia? aveva guardato il suo ragazzo e l’aveva rassicurato sul fatto che l’avrebbero trovato, poi si era vestita e precipitata al quartier generale per cercare di comprendere se qualcun altro sapesse cosa stava succedendo.
aveva incontrato Javier, altre persone lì riunite, ed aveva scoperto che erano spariti Diaz, Moka, Mireia.
aveva sentito il panico trasformarsi in potere nelle sue mani, in rabbia per essersi fatta sfuggire da sotto al naso quelle persone, aveva stretto i denti e i pugni evitando che il fuoco divagasse tra le proprie dita, era stata in silenzio, non sapendo ancora bene come esprimersi, ed era tornata a casa, trovando come unica soluzione rifugiarsi tra le braccia di Yejun.
«dovremmo andare a recuperarli» aveva detto, mentre aveva sollevato il capo dal petto di Yejun e lo aveva guardato in viso, mentre lui affondava la mano nei suoi capelli, entrambi sul divano di casa sua, in religioso silenzio da quando avevano avuto quella terribile notizia; era pronta ad avere una delle loro solite discussioni, basate sul fatto che fosse pericoloso buttarsi in quel tipo di situazioni a capofitto, ma il mezzo italiano era consapevole di chi stesse decidendo di far entrare nella propria vita quando aveva deciso di aprirle il proprio cuore, e Wind poteva essere migliorata nei comportamenti, ma sapeva ancora battersi come le era stato insegnato e non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo, perché era ciò che la faceva sentire viva.
al contrario, però, di ciò che si aspettava, ovvero un litigio con i fiocchi, Yejun sembrò capire il suo punto di vista, decisamente rassegnato ma consapevole del fatto che non l’avrebbe mai lasciato andare da solo in quel posto, quindi Wind scattò in piedi, pronta a preparare ciò che le serviva per andare in ricognizione.
ben conscia che sarebbero andati, mano nella mano, a riprendersi i propri amici, a qualsiasi costo.
Non faceva freddo come in Siberia, non sapeva spiegare cosa si aspettasse, ma l’ultima volta che aveva imbracciato un fucile e si era ricongiunta con un gruppo di persone fuori da una struttura nella quale avrebbero dovuto irrompere si trovava dall’altra parte del mondo, con almeno 20 gradi in meno, con il vento che le graffiava le guance e lo stomaco in subbuglio.
lo sguardo vagò sulle pareti di quel posto di merda, mentre stringeva le mani coperte da guanti di pelle di drago, una recente gentil concessione verso se stessa visto che la aiutavano a controllare i nuovi poteri, sul fucile.
Erano lì per un motivo, ed era pronta a sparare chili di piombo per riportare a casa sana e salva quel gran numero di ostaggi.
una mano andò a cercare quella di Yejun «non farti uccidere» disse mentre poggiava la fronte alla sua spalla, prendendo un bel respiro «ricorda che solo io posso avere questo privilegio» sorrise mentre gli lasciava un bacio sulla tempia, non glielo aveva detto a parole, ma era ben chiaro nei suoi gesti.
ti amo.
I passi riecheggiavano su quel pavimento ridicolmente bianco, puro come non lo era, Wind aveva alzato il fucile tenendolo dritto dinnanzi a se, pronta a reagire a qualsiasi cosa avesse allertato i propri sensi, un silenzio innaturale che le rimbombava nelle orecchie «qualcosa non torna» si guardò intorno senza però abbassare la guardia, un passo, due passi, in quell’enorme sala da ballo, giusto il tempo di rendersi conto che erano lì, li guardò velocemente e non disse nulla, premette le labbra fra loro sentendo una certa inquietudine, e poi.
e poi era arrivata la cavalleria.
sospiro bestemmia, mercenari, ovviamente, via la sicura del fucile, sollevò lo sguardo verso Yejun e vide quel tipo corrergli incontro con quell’arma sguainata, strinse i pugni contro il metallo del fucile e scattò verso Brandi, uno slancio con le braccia; provò a colpirlo con il calcio del fucile dietro la nuca «giù le mani dal mio uomo» scandito, quasi ringhiato, mentre si voltava verso Ethos, che sembrava volersi portare la sua spalla a casa, sollevò lateralmente la gamba cercando di colpirlo allo stinco destro, mentre sollevava il fucile e gli sparava 9 (fucking) colpi.
vediamo se mi ricordo ancora come si fa