[oblinder '24] e mi chiedo sempre quanto durerà

ao3tags ft. orangecandle

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    Lotus Mirage Resort - room #008
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    Lotus Mirage Resort, un hotel situato a Montrose, piccolo villaggio portuale magico sulla costa est della Scozia. L?edificio è su quattro piani (reception, hall, bagno, sala da pranzo ? all?occasione sala da ballo ? e cucine al piano terra; alcune stanze al primo piano, altre stanze e due suite al secondo; alloggi dello staff, magazzino e stanze di servizio al piano interrato) ed è inserito perfettamente nella conformità paesaggistica del luogo, con le pareti di pietra dai colori chiari, il tetto di tegole rosso mattone e il basso muro di cinta che accoglie gli ospiti, mettendo in mostra l?insegna (il nome dell?hotel con sul fondo un fiore di loto i cui petali si aprono e si chiudono).
    Durante i mesi di campionato, quando la squadra della città ? i Montrose Magpies ? gioca in casa, la struttura ospita tifosi arrivati da ogni parte della Scozia, e dei dintorni; il resto dell?anno, è principalmente meta dei turisti che scelgono di visitare il villaggio magico e le spiagge rocciose di quel lato della Scozia, una vista mozzafiato che la posizione privilegiata in cui è stato costruito il resort (in cima ad una collinetta che affaccia proprio sul mare) regala a tutti i villeggianti.
    Noia. Curiosità. Ricerca. Psycho shipping. Fascinazione.
    Potrebbero essere tante, forse addirittura troppe, le ragioni dietro il perché la notte del quattordici febbraio sia diventata, oramai, una notte speciale nel mondo magico; quali che siano i motivi che spingono persone, o gruppi di persone, a lanciarsi ogni anno nell?organizzazione più assurda per garantire la migliore riuscita dell?evento, comunque, non è importante. Il perché raramente lo è, infondo. Non cambia le conseguenze, e non rende più comprensibile l?incredibile ? e francamente inspiegabile ? clamore dietro una notte che, all?apparenza, dovrebbe essere una come tutte le altre.
    Il passaggio di testimone, da un anno all?altro, serve solo a sottolineare ancora di più l?imprevedibilità che San Valentino porta con sé; simulazioni, sopravvivenza, ricerca scientifica.
    Cosa succederà l?anno prossimo?
    È la domanda che si fanno tutti.
    Beh, quasi tutti.

    E poi, in uno schiocco di dita, l?anno prossimo è già qui ? e maghi e streghe e special e babbani (perché no, non c?è più alcun velo a separare i due mondi, dopotutto) di ogni età si trovano, loro malgrado, ad essere i più vicini a scoprire la risposta a quella domanda.
    Che lo abbiate desiderato per trecentosessantacinque giorni o meno, che l?abbiate temuto o agognato, che abbia occupato anche solo una minima parte dei vostri pensieri in questi dodici mesi oppure no, non importa: perché quest?anno il fato ? o chiunque sia a muovere i fili del destino al suo posto, a questo giro ? ha scelto proprio voi come vittime.
    Uhm, pardon: come fortunati vincitori della lotteria annuale.
    Una scelta probabilmente fatta a caso, il proverbiale bastoncino corto beccato per sbaglio, e contro la vostra volontà; o magari vi hanno tenuto d?occhio per tutto l?anno, prendo appunti e aggiungendo note e trascrizioni alla murder board tenuta in soggiorno; lo so, è una possibilità terrificante, non è vero? Essere controllati. Eppure, nessuno può escluderla.

    Qualsiasi sia la ragione, qualsiasi sia il prima, non ha importanza.
    In quella stanza di albergo, quest'anno ci siete voi, e non siete soli.
    E in quello stesso istante, nel momento in cui aprite gli occhi e prendete nota di ciò che vi circonda ? del materasso morbido e delle lenzuola delicate, o del pavimento fresco, o di quanto sia stranamente comoda la vasca? ?, quello è il momento in cui vi rendete anche conto di essere ammanettati a qualcuno. Proprio così: vere manette d'acciaio fredde al contatto con la pelle nuda del polso.
    E potrà sembrare assurdo, ma non è quella la cosa più strana di cui vi rendete conto; e ne prendete velocemente atto quando provate ad avvicinarvi alla porta della stanza, portandovi dietro la vostra anima gemella, e in un battito di ciglia siete di nuovo al centro, accanto al letto, o nel bagno. Potete riprovarci quante volte volete, e potete persino tentare con la finestra che da sul mare: non importa, quanti, o quali, tentativi facciate, non c?è via d?uscita, e perseverare non porterà a nulla ? solo ad un forte mal di testa. La magia che vi tiene lì, è chiaramente una magia più forte di quello che vi sareste aspettati. Ed è anche l'unica magia che funzioni: non ci mettete molto a capire che né le vostre bacchette, né i vostri poteri, sembrano funzionare.

    Quanto alla stanza... beh, è una banalissima stanza d?hotel. Niente di particolare salta all?occhio, se si esclude il fatto che non possiate uscire da lì, certo.
    C?è il numero per contattare la reception al piano terra e il menu per ordinare la colazione in camera, ma nessun dispositivo con cui mettersi davvero in contatto con l?esterno: non un telefono, né alcun oggetto incantato con cui comunicare; c'è una piccola toeletta disposta contro la parete, e una sedia; c'è il bagno (con la vasca, perché a quanto pare l'hotel, il resort, non si fa mancare nulla); c'è il letto, due comodini, alcune stanze hanno persino un balcone ? non che voi possiate uscirvi fuori, certo: vi dovrete accontentare di osservare il paesaggio da dietro i vetri delle finestre.
    E poi c?è un foglio.
    Sul letto, a terra, sulla toeletta, ovunque capiti.
    Poche parole, leggere sulla pergamena ma pesanti sulla coscienza. Cinque beffarde parole.
    Buon San Valentino, miei cari.


    //OFF: BENVENUTI AMICI AD UN NUOVO ED EMOZIONANTISSIMO OBLINDER!!
    Siete pronti?? SIETE KARIKI??? Mi auguro per voi (e per i pg) di sì!!
    Come avrete capito, siete in una stanza di hotel (dalla quale NON potete uscire) che alcuni potranno riconoscere magari dal logo sulle lenzuola o dal panorama esterno (se ci sono già stati). Cosa dovrete fare? BEH!! Ma ovvio: interagire con l vostra anima gemella. Non cercate un modo di uscire, sarebbe solo tempo perso: non c'è una via d'uscita SMACK
    Pensate piuttosto a fare una più approfondita conoscenza della persona con cui siete stati abbinati; il resto verrà da sé.
    XOXO
     
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    Era il 13 Febbraio, il giorno seguente sarebbe stato San Valentino e Remì non era affatto preoccupato. Era single — sì, ancora, per sua sfortuna — ma aveva un piano A e un piano B al piano A e un piano C al piano B del piano A. Insomma aveva un palazzo di idee per la giornata che sarebbe arrivata, non l'avrebbe di certo sprecata. Oltre al suo bellissimo piano, c'era una lista di cose da fare assolutamente entro la notte del giorno dopo, fra le tante si potevano leggere: fare una proposta a qualcuno, regalare fiori e cioccolatini, baciare qualcuno, avere un appuntamento romantico, fare quello che the sim chiamava fiki fiki e alle brutte, tentare il suicidio come ogni giorno della sua miserabile vita da fallito. Stava bene !! Nessunissimo pensiero riguardo a come avrebbe fatto a nascondere il suo problemino chiamatasi gamba bionica o nessun confronto di certo non ad armi pari con la sua autostima. Manifesting: non avrebbe avuto il tipico attacco di gay panic se mai qualcuno avesse ricambiato il flirt o un suo sguardo o se solo lo avesse sfiorato. Testa in alto, petto in fuori, pancia in dentro, lui avrebbe conquistato il cuore di qualcuno. Quasi scoppiò a ridere a quel pensiero guardandosi allo specchio e con un sospirò si accasciò sul letto. Santissimi psycho-shipper, fate che questo sia il suo anno.

    Si svegliò con il dolce suono degli uccellini che cinguettano, la luce del sole, il suono del mare... Aspetta cosa? Il dormitorio Tassorosso non vantava di luce naturale essendo nei sotterranei e di certo non potevano sentire il canto degli uccelli, ma il mare era davvero qualcosa di davvero sconvolgente. Okay, avevano il Lago Nero attorno a loro ma queste erano onde del mare. Aprì un occhio, poi l'altro, fissando il soffitto che non riconosceva ma era ancora troppo intontito dal sonno perché i neuroni nel suo cervello iniziassero a carburare. Tanto se anche lo avessero preso in ostaggio significava che qualcuno in quella vita lo voleva. Probabilmente avrebbe potuto sviluppare la Sindrome di Stoccolma e gli sarebbe anche andata bene così, avrebbe romanticizzato qualcosa di tossico ma almeno avrebbe avuto qualcuno. Dopotutto se non era delulu lui chi altro poteva esserlo. Si girò sul fianco rendendosi conto che accanto a lui, sotto quell'ammasso di coperte c'era qualcun altro e quando abbassò lo sguardo verso il braccio destro dove qualcosa lo stava leggermente infastidendo, incontrò una manetta che dal suo polso si legava a quello dell'estraneo con il quale stava condividendo il letto. Tutto normale, ovviamente. A chi non capitava di trovarsi uno sconosciuto a letto? A LUI. «mi hanno drogato la scorsa sera e sono finito a letto con qualcuno?» chissà se era un ragazzo la persona accanto a lui o era successo come nel video "NOOUR YOU'RE VEGAAAAN !! NO HE'S GAAAAYUUHHH" iniziò a ridacchiare e scosse la testa. «un clown sono, starò sicuramente ancora sognando» un sogno lucido però non lo aveva ancora mai fatto. Soprattutto non uno dove era ammanettato a qualcun altro. Chissà se poteva approfittarne e stringere la mano all'altra persona — che doveva essere assolutamente un ragazzo a questo punto — o sarebbe stato non consensuale. Come funzionava nei sogni? Ma poi l'altra persona era sveglia? Osservò ancora una volta la figura della persona sotto le lenzuola accanto a lui. Avrebbe voluto alzarle e scoprire chi ci fosse ma aveva smesso quasi di respirare per non spezzare quell'incantesimo. Il suo cuore batteva all'impazzata, nel ricordo di quando era stata l'ultima volta che aveva condiviso il letto con qualcuno e il suo stomaco stava facendo le capriole mentre rimaneva immobile ancora appoggiato sul fianco. Esitò un attimo prima di fare tap tap delicatamente sulla mano dell'altra persona che magari aveva semplicemente deciso di ignorarlo. «hey, ehm, buongiorno?» tentò cercando di mettersi seduto con le ginocchia al petto senza spostare troppo il braccio per non far male l'altra persona. «per caso ci hai legati tu?» non che se ne stesse lamentando.
    E all’improvviso tu, tu
    Cadi dal cielo come un capolavoro
    Prima di te non c’era niente di buono
    Come se tu fossi l’unica luce a dare un senso
    E questa vita con te
    È un capolavoro
     
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    Chi più, chi meno, sembrate riprendervi tutti dopo il primo momento di confusione e disagio. Ma è realmente così? Solo il tempo potrà dirlo, cari amici. Di sicuro, c’è che quella sensazione di smarrimento sembra essersi appiccicata alla vostra pelle; avete dato un nome (forse) al posto dove siete, ma non ancora una motivazione sufficientemente credibile per spiegare il perché. Beh, quello è ovvio, amici: è San Valentino. E se non sapete dell’oblinder, chiaramente non avete amici nei posti giusti, perché è l’evento più atteso delle stagione da anni. Ed è anche altrettanto chiaro che non leggete i miei articoli, tsk.
    Non è quindi del motivo che dovreste preoccuparvi, ma piuttosto delle condizioni in cui ci siete arrivati. Lo stomaco a gorgogliare prepotente nei momenti di silenzio indica forse una cena troppo leggera la scorsa sera? Non sapete dirlo, in effetti non ricordate di preciso qual’è stata l’ultima cosa commestibile che avete mandato giù. Brutto segno? Forse no, mi dispiace solo non ci sia un banchetto ricco ad attendervi nelle stanze: per il momento dovrete combattere contro la fame e la sete, e contro lo stordimento, alla vecchia maniera: arrangiandovi.
    Niente rimedi estremi, capito? Non siamo la società della neve, qui.
    Ma… hey, sì dico a te, non sei un po’ troppo giovane per avere quegli ematomi nell'incavo del braccio? Sembra quasi il segno di ... ah, magari qualcuno di voi saprà riconoscerlo. Ago.
    Uh, uh, amico… la droga non è mai la risposta.
    (Unless.)

     
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    Nahla Hilton si era sempre chiesta come sarebbe stato andare in inghilterra da suo padre adottivo.
    quando era in istituto, ad Uagadou, immaginava sempre Hogwarts come un posto magnifico, non che quello in cui si trovasse non lo fosse, ma dalle lettere di Yale immaginava bellissimo poter vivere la sua quotidianità.
    e poi ci si era ritrovata, e le era piaciuta davvero! era diventata una cacciatrice, aveva il suo primo boccino, delle amiche, aveva avuto una cotta, e le avevano detto che Hogwarts era il posto più sicuro di tutto il mondo magico, e ci aveva creduto molto facilmente.
    un giorno, poi, si addormentava nella sala comune di grifondoro e si risvegliava in un hotel
    «il succo di zucca era una passaporta?» si girò verso il ragazzo, parlando nel suo stesso tempo, no lei sempliciotta com’era non aveva pensato alla droga, ma poi si era guardata l’incavo del braccio e «ma ci hanno drogato davvero» ma in k sns «per caso ci hai legati tu?» lei? ma se non sapeva nemmeno corteggiare per bene un ragazzo. figurarsi legarlo al letto. «ma ti pare scusa?» aggrottò le sopracciglia «dove siamo piuttosto?»
    Mi fai sentire il brivido di stare bene
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    E non è una bugia di quelle che si dicono
    Per nostalgia
    O solo per sputare via il veleno
    Che tanto è tutto vero
    Non mi piace niente ma tu mi togli il respiro
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    Forse l’adrenalina inizia a fare effetto, scuotendo membra evidentemente provate, perché dopo il livido sul braccio, vi rendete conto di qualcos’altro. Qualcosa a cui prima, troppo presi dalla sorpresa dell’insieme – svegliarsi in un posto che non conoscete, senza magia, ed ammanettati a qualcuno – non avevate fatte caso.
    Abbassate lo sguardo sui vostri vestiti. Alcuni sono troppo grandi per voi, o troppo piccoli. Taglie sbagliate, forme che mai avreste pensato di indossare. Sembrano pescati casualmente, come se qualcuno avesse afferrato gli abiti abbandonati nell’hotel, e ve li avesse messi addosso.
    Profumano di bucato, però. Almeno quello. Una cosa è sicura: non sono i vostri.

     
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    «il succo di zucca era una passaporta?» parlarono contemporaneamente ma Remì rimase perplesso alla domanda posta dalla ragazza perché lui non aveva bevuto alcun succo di zucca (ed era anche triste per questo, amava la zucca). Comunque finalmente poté vedere e riconoscere la ragazza perché erano compagni ad Hogwarts e lei era anche andata al prom con Dara (beata lei) e lui doveva ammettere di essere un po' geloso MA CHE DIRE, Remì sapeva di essere bruttino e non meritare l'altro, non rientrava nemmeno nei gusti personali di Dara perché non aveva tentacoli o qualcosa di altrettanto mostruoso e probabilmente all'epoca Dara nemmeno sapeva chi fosse, per non parlare del fatto che lui non aveva nemmeno avuto il coraggio di farsi avanti a differenza di Nahla. Slay gurl. Il destino comunque era davvero crudele, mettendolo davanti ai fatti. «ma ci hanno drogato davvero» abbassò lo sguardo verso il braccio della ragazza e poi osservò il proprio braccio con l'ematoma tipico di uno che si bucava e sospirò. Aveva provato nuovamente a suicidarsi e aveva perso un'altra occasione per morire? Ottimo. La maledizione colpiva ancora. Si ricordò però di non essere solo e alzò lo sguardo verso la ragazza con un sorrisetto, cercando di tranquillizzarla. «se avessero voluto ucciderci lo avrebbero già fatto» non era rassicurante quella frase ma sicuramente vera. Se erano stati veramente rapiti, non erano molto probabilmente in pericolo di morte imminente, sfortunatamente per lui, fortunatamente per lei. La sua domanda sull'essere stato legato era comunque lecita anche perché «beh... immagino che non ammanetterei mai una ragazza. credo?» a meno che avessero fatto di lui un mostro e non si sentiva un mostro. Però è quello che avrebbe raccontato una qualunque persona brainwashata, giusto? «e probabilmente nella maggior parte dei casi suppongo sarei io quello ammanettato a letto» la sua ultima relazione era stata fin troppi anni prima e oltre il bacio non era andato. Quel che sapeva riguardo il sesso era tutto dovuto alle fanfiction e alle fanart che vedeva sui social. «poteva andare peggio. potevo essere legato a un cadavere» il che vista la situazione, non poteva essere così surreale. «ma poteva anche andare meglio: potevo essere io il cadavere» Vabbè non si può chiedere di tutto, a parte ciò, era consolidato il fatto che nessuno dei due lo avesse fatto e quindi dovevano esserci terze parti in gioco. Chissà se c'erano delle telecamere lì dentro. «mi stanno bene almeno?» portò entrambe le mani in alto e poi le riappoggiò sul materasso facendo qualche posa sexy, per le telecamere, almeno prima di rendersi conto di star muovendo a sua volta Nahla come un burattino. «scusa» abbassò le mani sentendosi a disagio perché non sapeva dove metterle, non poteva nemmeno metterle in tasca o si sarebbe trovata pure la mano della grifondoro nei suoi pantaloni e non suonava bene, no, no. «permetti?» disse facendo cenno di volersi alzare e andare verso la finestra. Così la prese per mano (che era meno imbarazzante, per lui) per farla alzare dal letto e una volta in piedi e poi si avvicinò alla finestra. «dove siamo piuttosto?» si guardò attorno e fino a quando un bigliettino catturò la sua attenzione, lo aprì e lesse "Buon San Valentino, miei cari." OH. Oh. Ora sì che aveva tutto senso, ma come glielo spiegava a Nahla? «mmmhh in un hotel, anche abbastanza carino» il fatto che per via delle manette sembrava più una cosa da motel, era un'altra cosa. «la vista è davvero spettacolare. ci hanno rapiti e regalato anche un viaggio di lusso.» sarebbe stato davvero romantico se non avesse avuto le braccia di un drogato e se fosse stato rinchiuso con qualche ragazzo. Però, supponeva sarebbe stato perfetto anche come esperienza per bondare in amicizia, contando che avevano una crush in comune. Certo non si aspettava questi modi psycho ma una volta guardando ina stella cadente aveva espresso il desiderio di essere scelto per l'evento di San Valentino di cui aveva tanto sentito parlare con tanto di clausola "potete fare di me ciò che volete". Era stato preso alla lettera, ma avevano mancato a fare centro. «non so te ma io mi godrei la vacanza. per il fatto che siamo ammanettati possiamo conviverci» insomma, ci sarebbero state parecchie situazioni imbarazzanti ma avrebbero trovato una soluzione. «come ti senti?» le chiese, percependo lui stesso un po' di confusione dovuta forse a idratazione e fame. «forse dovremmo ordinare qualcosa. magari funziona?» o magari era lì per bellezza e quelle camere erano solo un costrutto cinematografico dal quale ne avrebbero tratto un film. Chissà se c'erano altre persone in quella fattispecie di hotel. Si sedette nuovamente sul letto in attesa di una risposta e solo allora guardò i suoi vestiti che prima non aveva notato. Il generatore automatico ha detto che era vestito da burlesque, oddio con le pose fatte prima... juicy. Doveva essere proprio uno spreco lasciarlo intoccato... chissà se gli permettevano di tenere gli abiti una volta usciti di lì, se sarebbero mai usciti... «ma... secondo te siamo stati anche spogliati da qualcuno?» ecco quello iniziava già a sembrare un po' più creepy. Okay l'amore della sua vita, la sua anima gemella, la dose in vena che non ricordava, i casi umani nella sua vita, gli sugar daddies, ma ecco differenziava pervertiti e pervertiti. «ci hanno rinchiusi qua per inscenare la vita perfetta? se mi ribello mi fanno fuori?» ... quasi quasi...
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    si, anche lei l’aveva riconosciuto, e stava per dirgli che sarebbe andato tutto bene e sarebbero riusciti ad uscire di lì ma lui la interruppe dicendo «se avessero voluto ucciderci lo avrebbero già fatto»
    «hai cenato con pane ed ottimismo ieri sera?» alzò gli occhi al cielo, e solo dopo si guardò. cioè per davvero. perché fino a quel momento non lo aveva fatto «ma cos’è sta roba» disse commentando quel vestito lunghissimo, bianco, che le ricordava l’antica roma?? almeno credeva non è che fosse poi così una cima in storia ««e probabilmente nella maggior parte dei casi suppongo sarei io quello ammanettato a letto»» sollevò leggermente le spalle «beh suppongo siano gusti» iniziò a guardarsi intorno per cercare una via di fuga, ignorando i discorsi sul cadavere di remì poi però venne sballottata verso lui quando iniziò ad atteggiarsi a divo con le manette «una favola» gli rispose mentre tornava a posto, e poi si alzava andando con lui verso la finestra «oddio è un esperimento sociale? ci hanno preso gli illuminati?» quello avrebbe potuto spiegare perché avevano quel livido sul braccio, nello stesso identico punto, creepy «ma... secondo te siamo stati anche spogliati da qualcuno?» beh. effettivamente «se ci hanno drogato non credo si siano fatti scrupoli a spogliarci» la domanda era se non avessero fatto anche altro. ma se la tenne per se visto che vedeva l’altro già abbastanza provato «comunque… secondo te ci riprendono? cosa dobbiamo fare per inscenare la vita perfetta?» boh, che ne sapeva, magari dovevano fare come in don’t worry darling
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    Cercando di uscire dalla stanza, vi rendete conto di tre cose: primo, non sentite alcun passo provenire dal corridoio, segno che nessuno stia facendo la ronda all'esterno della camera; secondo, riuscite a percepire, seppur distanti, i mormorii indistinti di vittime come voi - vicini, altri più lontani, ma forse potreste fare qualcosa in merito; terzo, e questa è la parte in cui vi viene la pelle d'oca, spiando dalla finestra notate che…non ci sia nessuno. È bassa stagione, certo, ma siete in un hotel, e perlomeno il personale e la manutenzione dovrebbero passare ogni tanto. Qualcuno nelle altre stanze, magari lo notate pure; hanno le manette come voi, però. Dove sono tutti gli altri? Questo gioco, non è più divertente.

     
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    «hai cenato con pane ed ottimismo ieri sera?» perchè, si mangia? «magari...» a quest'ora avrebbe potuto avere meno voglia di buttarsi giù dal balcone, dal quale probabilmente non si sarebbe nemmeno fatto nulla, visti i precedenti. La vita lo voleva a sé mentre lui cercava solo le braccia accoglienti della morte. Insomma viveva nel suo au in cui la vita era innamorata di lui ma lui aveva occhi solo per la morte che invece lo ignorava e gaslightava dicendogli di non essere al suo livello. Aveva scritto fanfiction a riguardo. «anygay» ma non fece in tempo a dire altro che «ma cos’è sta roba» inizialmente pensava si stesse rivolgendo a lui ed era già pronto con la mano sul petto e l'espressione fra lo scioccato e l'offeso, poi si rese conto che non stava commentando il costume da burlesque ma il proprio. Rimase comunque offeso perchè "roba", davvero non si rendeva conto della meraviglia di costume che avesse indosso? «un costume stupendo, ti dona proprio, sei divina» chissà perché le persone non si vestivano così per andare a fare la spesa, onestamente, slay. Certo, era un costume e nemmeno storicamente accurato ma lui probabilmente se fosse stato in loro sarebbe andato in giro con vestiti simili tutto il tempo. Le ragazze erano stupende e non bisognava essere etero per apprezzarle, gli occhi li aveva. Invece lui era il brutto anatroccolo che però non aveva la fortuna di trasformarsi in un bel cigno. «una favola» sorrise con compiaciuto guardando il soffitto. «oddio è un esperimento sociale? ci hanno preso gli illuminati?» gli illuminati. Sarebbe stato molto divertente onestamente. «diciamo che siamo kinda stati rapiti da cupido» in un altro momento si sarebbe sentito onorato, un sogno che si realizzava, eppure aveva un po' sbagliato la mira, aveva puntato all'accompagnatrice. «se ci hanno drogato non credo si siano fatti scrupoli a spogliarci» chissà se avevano gradito lo spettacolo, soprattutto dato che gli avevano offerto un tale abito... raffinato. Si accorse solo troppo tardi che l'abito da burlesque metteva in mostra le sue gambe e non sarebbe stato un problema se una delle due non fosse stata una gamba bionica. Fece qualche passo indietro cercando di nascondersi in bagno, socchiudendo la porta fra di loro, lasciando uno spiraglio solamente per la catenella delle manette. Non c'era niente di più brutto che aver provato il suicidio, essere sopravvissuto e portare gli effetti del proprio fallimento sul corpo. Certo, la ragazza non poteva saperlo, faceva adi tutto per nasconderlo e se qualcuno lo notava raccontava che fosse stato un incidente e ci scherzava su perché non voleva diventare pesante. Ogni volta che parlava di voler morire lo diceva quasi con fare scherzoso o lo diceva così spesso che nessuno probabilmente gli credeva e l'avevano preso per un semplice genz. Come se stessere tutti bene, poi. Ma meglio !! Era una cosa fra lui e la relazione tossica con la morte. «AHAHAH avevo sentito un sos emergenza bagno ma era un falso allarme... fortunatamente perchè non sarei riuscito a raggiungere il wc in questo modo» rimase ancora qualche secondo in bagno, con il piede appoggiato alla porta per non farla aprire. Non poteva scappare da quella situazione però forse era meglio ignorarla. Se lui stesso gli avesse dato peso, pure la sua compagna lo avrebbe fatto e non lo voleva. Uscì dalla porta con un sorriso e si avvicinò nuovamente alla finestra. Questa volta si rese conto che non ci fosse anima viva all'esterno, era come se fossero in una bolla. Forse vide anche persone scrivere con il sangue alle finestre o mordersi o chissà cosa, insomma, se la spassavano. Chi era lui per giudicare. «comunque… secondo te ci riprendono? » Oh, sweetie, non poteva nemmeno immaginare che uscivano interi articoli a riguardo. Sicuro qualcuno li stava guardando. «spero lo facciano» sorrise ammiccando verso la ragazza, allungando il braccio verso di lei facendo un piccolo inchino per poi prenderle la mano e attirarla a sè. «cosa dobbiamo fare per inscenare la vita perfetta?» Essere una coppia perfetta era la via più facile ma era chiaro che non lo fossero, perciò dovevano attenersi a ciò che avevano: la loro anima delulu. «è molto semplice: comportati come se ci fosse qualcuno che ti piace al posto mio» chissà se avrebbero pensato alla stessa persona, sapeva di esserne consapevole solo lui ma sarebbe comunque stato estremamente strano, era meglio pensare a qualcun altro. Le fece fare una piroetta e poi un casquè prima di ballare per la stanza, portandola verso l'altro lato. Si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò «o forse potremmo vedere se siamo isolati o c'è qualcun altro vicino a noi» magari la sua anima gemella era proprio dietro quel muro. «stai al gioco e non ci scopriranno» Con un'ultima piroetta la lanciò verso il muro, stando attento a fare in modo che lo scontro producesse un tonfo senza però fare del male alla sua damigella e poi batte il pugno accanto al suo viso. Due colpi per attirare l'attenzione di qualcuno nella stanza accanto. Poi bussò sul muro guardando però la ragazza. TUN TUN TU-TUN TUN. Time to cantare qualche canzone Disney anyone? «DO YOU WANT TO BUILD A SNOWMAAAAN? COME ON LET'S GO AND PLAAAY» perchè sfortunatamente il codice morse non lo conosceva, solo la lingua dei segni e in quel momento gli era inutile.
    E all’improvviso tu, tu
    Cadi dal cielo come un capolavoro
    Prima di te non c’era niente di buono
    Come se tu fossi l’unica luce a dare un senso
    E questa vita con te
    È un capolavoro
     
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    Sempre più dettagli vengono alla luce, ora che la situazione pare prendere una forma; sapere che non siete soli, in quella follia, forse aiuta a rendervi più lucidi. Ed è proprio in questo modo che vi rendete conto di un’altra cosa molto strana: c’è il sole, fuori dalla finestra. È alto, ad occhio e croce mezzogiorno deve essere passato da qualche ora — ma ciò che vi colpisce è il cielo sereno. Non una nuvola all’orizzonte; strano, il meteo aveva previsto pioggia per quel giorno, e alcuni di voi sicuramente avranno buttato un’occhio alle previsioni, prima di organizzarsi per quel San Valentino… che i meteorologi si siano sbagliati? Possibile.

     
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    «un costume stupendo, ti dona proprio, sei divina»
    «oh grazie anche tu non sei niente male» lo pensava davvero, era proprio carino con quelle piume e quel vestito. non era da tutti stare bene con qualsiasi cosa e secondo lei remi aveva un faccino adorabile che poteva star bene con tutto «diciamo che siamo kinda stati rapiti da cupido» «quindi siamo anime gemelle?» non era molto pratica ma aveva letto qualcosa sui san valentini passati e sul fatto che qualcuno avesse leccato lapidi «almeno non siamo in un cimitero» anche perché lei, le lapidi non le avrebbe manco toccate, figurarsi leccarle, e poi la sua anima gemella andò a rinchiudersi in bagno, sballottando nahla dall’altro lato della stanza «ehi tutto…?» no che non era tutto ok, evidentemente, probabilmente remi si sentiva a disagio per la sua gamba, che agli occhi di nahla lo rendeva un figo da paura «AHAHAH avevo sentito un sos emergenza bagno ma era un falso allarme... fortunatamente perchè non sarei riuscito a raggiungere il wc in questo modo» arricciò le labbra «non… se ti metto a disagio posso mettermi di spalle» per quanto fosse stato possibile, visto che erano costretti a vivere in simbiosi, si mise leggermente di spalle, in modo da non rendergli le cose più difficili «ma non credo ci stiano riprendendo… sei minorenne» ma poi la prese per ballare e seppur fosse una pessima ballerina, cosa accentuata da quel lunghissimo vestito che le finiva sotto i piedi nudi, riuscì a stargli dietro, mentre lo ascoltava dire che doveva far finta che fosse qualcuno che le piaceva «guarda che non è chi pensi» borbottò leggermente rossa in viso, perché lo sapevano tutti che si era presa una cotta per dara e che l’aveva rifiutata «o forse potremmo vedere se siamo isolati o c'è qualcun altro vicino a noi» si sporse verso la finestra nonostante la sua (piccola) statura «oddio guarda c’è altra gente» e mentre lui batteva i pugni al muro leela iniziò a saltellare e sventolare la mano libera «secondo te ci vedono??» e mentre continuava a sbracciarsi disse a remi «non doveva piovere questo weekend? lo ricordo per gli allenamenti » aggrottò leggermente le sopracciglia «non sembra nemmeno di essere in scozia con questo sole»
    Mi fai sentire il brivido di stare bene
    Di stare insieme
    E non è una bugia di quelle che si dicono
    Per nostalgia
    O solo per sputare via il veleno
    Che tanto è tutto vero
    Non mi piace niente ma tu mi togli il respiro
    Apnea



    saltella e sventola la mano libera alla finestra
     
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    Pensavate di aver colto tutti i dettagli nella stanza, quel poco che avete potuto esplorare, eppure c’è ancora qualcosa che coglie la vostra attenzione. Un foglietto accartocciato sul pavimento, abbandonato al fondo del cestino. O forse, per coloro che si sono spinti nei pressi del balcone, un pezzo di carta che il vento impetuoso ha fatto sollevare fino al vostro piano. Non importa tanto il dove, quanto il cosa. Si tratta di un volantino, uno di quelli che si affigge sui muri per cercare le persone scomparse. Chissà, il volto che vi guarda di rimando potrà sembrarvi familiare nelle persone che avete intravisto nel vostro breve soggiorno, o al contrario quelle fattezze sono del tutto sconosciute, ma una cosa è sicura: c’è qualcosa che non va.
    Perché la data di sparizione segnata sul manifesto, è il 14 Febbraio.
    Ed il volto che vi osserva dalla locandina, è quello di Alice Campbell.

     
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    «quindi siamo anime gemelle?» faceva un po' ridere perché vins e gli oblinder scherzi del destino. Non solo erano imparentati e nessuno dei sue lo sapeva #incesto ma condividevano anche una crush. Quando si dice di lavare i panni sporchi in famiglia, la gente non lo intendeva letteralmente. «sì, siamo proprio anime gemelle» supponeva che fosse uno dei fortunati ad aver beccato l'anima gemella platonica. 'Cause math wasn't mat(h)ing. «almeno non siamo in un cimitero» oh, il cimitero sarebbe stato un posto magnifico invece, perché o sarebbe stato sotto terra oppure sarebbe stato in un luogo davvero molto interessante a immaginare le vite dei defunti. Inoltre era davvero un bel posto per scrivere poesie. You see it as a trauma, i see it as poetry material. Ecco, l'unico trauma su cui non aveva scritto poesie era stata la perdita della gamba, ma amava percularsi e aveva una pagina apposita sul suo libricino delle poesie dedicata a battutine per prendersi per il culo e utili in caso a sdrammatizzare la situazione. Inizialmente le aveva sparate a caso ma poi si era reso conto che sistemandole una vicina all'altra poteva creare una storiella e non aveva esitato a farlo. Su quella pagina si poteva leggere qualcosa come:

    Titolo: La gamba

    Devo esser sincero, l'ho presa sotto gamba,
    ho fatto il passo più lungo della gamba
    e sono andato a gambe all'aria.
    M'hanno tagliato la gamba
    finché Gesù è apparso e con un "Alzati e cammina"
    mi ha detto di imparare a camminare con le mie gambe
    e, gambe in spalla,
    me la sono data a gambe

    Non era poesia, ma era un lavoro onesto. «ehi tutto…? non… se ti metto a disagio posso mettermi di spalle» HHHHHHHHHHH era quello che non voleva. Non sapeva se l'avesse detto per il fatto del bagno o perché avesse notato la gamba ma non voleva che lo guardasse con pietà o che agisse così per pieta. Voleva solo che ignorasse il fatto come lui stesso gaslightava se stesso ogni giorno. «assolutamente no, era un falso allarme e non potrei mai perdere il dolce faccino della mia anima gemella» quando si decise ad uscire dal bagno e la trovò di spalle, le prese dolcemente le spalle e la voltò verso di sé, schioccandole un bacino sulla guancia. «ma non credo ci stiano riprendendo… sei minorenne» ogni tanto lo dimenticava, di essere minorenne. Tipo quando s'intrufolava in qualche locale non adatto ai minori, ad esempio. Una volta aveva raccontato che era il figlio di qualcuno dello staff di cui aveva sentito parlare e appena si erano distratti, era sgusciato dentro e si era nascosto fra la folla. Era stato cacciato appena era uscito dal suo nascondiglio perché era un nanetto e si vedeva a occhio nudo. Però con qualcuno era riuscito anche a scambiare qualche parola. «oh, perché a qualcuno interessa dei miei diritti? strano, pensavo ci avessero rapiti e drogati» finger guns. Poi mano nella sua e l'altra sulla vita, aveva iniziato a ballare lentamente e farla volteggiare. «guarda che non è chi pensi» quasi inciampò a quelle parole ma riprese poco dopo il ritmo. Avrebbe potuto far finta di niente. Avrebbe dovuto far finta di niente. Eppure. Eppure. Non riuscì a proprio a rimanere in silenzio. «ah no? quindi se qualche tua amica o tuo amico ci provasse, li lasceresti fare senza rimanerci male?» 👀. In questa casa si chiede solo per un amicx. Non che ci avrebbe davvero provato, oddio, non ci avrebbe provato solo perché era terribile a flirtare ma teoricamente??? poteva dire di aver sbandierato in faccia a Dara che non gli fosse del tutto indifferente, mhmh. Quindi effettivamente era troppo tardi per quello, ma non aveva mai fatto alcuna proposta. «non c'è bisogno di esserne imbarazzati, essere innamorati è davvero qualcosa di magico» forse era anche l'unica cosa a tenerlo davvero in vita, vergognoso, certo, ma era più forte di lui. Remì, nonostante tutto quello che aveva vissuto, sapeva comunque riconoscere la bellezza nelle persone e nelle cose che lo circondavano e sfortunatamente quella era la sua più grande condanna perché creava quel filo quasi invisibile di attaccamento alla vita che cercava ogni volta di recidere ma era qualcosa di potente e primitivo, il suo cordone ombelicale che lo legava alla vita. «è come sentirsi nuovamente bambini. la curiosità, la meraviglia, quelle risatine che provengono proprio da qui, dalla pancia, spontanee» in realtà era quello che cercava più di tutto, quella sensazione. Era innamorato dell'amore. Avrebbe potuto dire che nemmeno gli interessava di essere ricambiato — e avrebbe mentito — ma quella sensazione viscerale era potente. Gli piaceva inebriarsi dell'amore, era la sua droga più potente. But back on crack. Remì aveva bussato alla parete accanto a sé ma non gli sembrava ci fosse qualcuno dentro, da lì non aveva sentito provenir alcun suono e nessuno gli aveva risposto. Peccato. «oddio guarda c’è altra gente secondo te ci vedono??» improbabile che quelli più lontani l'avrebbero vista perché a stento lui riusciva a riconoscere le figure ma quelli più vicini probabilmente sì? A meno che non avessero voluto aver niente a che fare con loro. «non saprei, qualcuno ti ha vista?» nel frattempo si guardò attorno, cercando qualche ulteriore informazione che gli fosse sfuggita prima. «non doveva piovere questo weekend? lo ricordo per gli allenamenti. non sembra nemmeno di essere in scozia con questo sole» ora che ci pensava attentamente... sì. Infatti aveva dovuto cambiare i piani per via della pioggia, non a tutti piaceva sdraiarsi sotto la pioggia e fare un piantino tattico, soprattutto non a San Valentino. I suoi occhi però incontrarono un foglio appallottolato nel cestino e lo raccolse per leggerlo, poi lo porse verso Nahla. «conosci quella persona?» perché non la conosceva e non voleva presupporre pronomi errati. Il rispetto prima di tutto. «chissà se è qui fra noi. solo che non capisco... non dovrebbe essere oggi il 14 febbraio?» Forse era una di loro. Erano stati rapiti e drogati, rimanendo addormentati per molti giorni? Forse ogni anno veniva rapito qualcuno e fatto sparire nell'oblio. O forse erano in un loop temporale e si svegliano ogni giorno pensando fosse San Valentino e lo vivevano ogni giorno da capo? Sarebbe molto divertente perché c'è Hamish. Hamish nei suoi au, canon. Ciao Hamish!!
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    «sì, siamo proprio anime gemelle» alzò le spalle, non sapeva perché ma non le suscitava alcuna emozione adrenalinica, e non perché remi fosse un brutto ragazzo, ma semplicemente perché lo vedeva come … un fratello? era una sensazione strana che non riusciva a spiegarsi
    «oh wow in effetti, potrebbe essere» alzò le spalle leggermente «assolutamente no, era un falso allarme e non potrei mai perdere il dolce faccino della mia anima gemella» disdjkssioaoa !!! sorrise a trentadue denti abbracciandolo, come se fossero sempre stati migliori amici «beh perché sarebbe stato un peccato non guardare quanto ti stanno bene le piume» si arrotolò sull’indice una striscia di piume, guardandolo mentre si parlava dei diritti dei minori «si beh non credo siano così stupidi da spiattellarci su internet???» anche perché avrebbero davvero rischiato parecchio insomma «ah no? quindi se qualche tua amica o tuo amico ci provasse, li lasceresti fare senza rimanerci male?» mh, alzò un sopracciglio guardando meglio il viso di remi«c’è qualcosa che devo sapere?» poi sorrise, sciogliendosi «beh assolutamente no, mi piace vedere gli altri felici, non ostacolerei in nessun modo un mio ”amico”» mimò con le dita le virgolette e poi annuì a tutto il discorso sull’amore, anche se lei non era arrivata a quel punto… era solo una cottarella, forse «hai detto un sacco di cose super belle, è bello ascoltarti, facciamolo più spesso» sorrise, mentre poi si avvicinavano alla finestra ma nessuno li calcolava di striscio, totem «conosci quella persona?» scosse il capo guardando il volantino «no per niente… sparita il 14 febbraio?» borbottò tirandosi un ricciolo con l’indice e il pollice della mano libera, cosa che faceva sempre quando era soprappensiero «quindi non è più il 14??» sguardo verso remi, prima di sentire un LA CONOSCETE TAYLOR SWIFT? urlato «…hai sentito?» chiese, prima di trascinarselo vicino la parete ed urlare «SI OVVIO!! 'Cause I knew you were trouble when you walked in, so shame on me now!!!» intonò la canzone, almeno facevano qualcosa di costruttivo: replicavano il the eras tour!!
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    risponde di Sì a Kai e inizia a cantare i knew you were trouble
     
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    Che sia perché state facendo la conoscenza gli uni degli altri, o perché siete intenti a scrivere col vostro sangue sul vetro, oppure perché state urlando attraverso le pareti per farvi sentire da chi, come voi, sembra finito in quell’incubo, non importa: siete tutti troppo impegnati, troppo distratti, per accorgervene in tempo. E chi di voi lo fa, arriva comunque troppo tardi.
    Ha l’aria innocua, un disco di metallo di dieci centimetri di diametro e non più di due di spessore, tre al massimo. Era nascosto: sotto il secchio, dietro la sedia, sotto al letto. Non importa nemmeno quello; perché quando sentite il click, e il successivo sibilio, capite subito che qualcosa non va. Qualcuno, i più reattivi – o quelli abituati alle situazioni estreme e complicate –, proverà a proteggere naso e bocca con rimedi di fortuna (le lenzuola, i cuscini, la stoffa degli abiti che indossano). Ma, ancora una volta, è troppo tardi. Non sapete cosa sia la sostanza gassosa rilasciata dal dischetto, ma la state respirando, e nonostante i vostri valorosi sforzi soccombete, chi prima e chi dopo, ai suoi effetti. Nulla di troppo terribile, chiunque vi abbia messo lì dentro non vuole uccidervi — o l’avrebbe già fatto. Vogliono solo rendervi innocui, disorientarvi ancora di più e confondere i vostri sensi. E, con i poteri inibiti, funziona su tutti, special compresi.
    Passa un minuto, poi due. Il gas ha smesso di fuoriuscire, e voi di tossire — o di ribellarvi inutilmente ai suoi effetti. Ed è in quel momento che la porta della stanza si apre, e vorreste tentare di approfittare di quell’occasione per fuggire ma lo stordimento ve lo impedisce, ed è facile per quelle persone (mercenari assoldati da qualcuno? Cacciatori inviati dal ministero? non sapreste dirlo) trascinarvi fuori dalla stanza, insieme a loro.

     
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14 replies since 14/2/2024, 00:00   244 views
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