[oblinder '24] ti ho fatto entrare nel mio disordine

vodkatonic! ft. police-police

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    ptolemy hamish jones | police-police
    «preferisco quando mi ci sbattono... ma mi adatto bene alle situazioni. e a chi ho di fronte» Lo sguardò di Moka indugiò un po' troppo su di lui, e Hamish dovette combattere l'istinto di non indietreggiare. Non per paura, quello mai (daddy choke me!!), ma confusione. Poteva essere colpa degli accenti diversi, ma di nuovo non capiva le intenzioni dell'altro. Idealmente gli pareva un flirt, ma fra il tono di voce che suonava come un avvertimento, e dopo gli ultimi minuti di conversazione, poteva essere benissimo Moka gli stesso facendo capire di fare attenzione, perchè per chi aveva di fronte in quel momento non si sarebbe adattato. Di nuovo: non gli importava essere flirtzonato, ma non voleva neanche leggere male la stanza e sembrare un maniaco sessuale.
    Senza contare il «e così fabbrichi armi, eh. ti dirò, mi piacciono le pistole. non ho abbastanza pazienza per le armi bianche»
    Moka si era emozionato (sempre nel suo modo un po' decadente e stanco; hamish at this point non capiva se si impegnasse a essere così, perchè faceva parte del personaggio, o gli venisse naturale perchè l'aveva sconfitto anche la vita; noi, bro), un bambino con babbo natale, le luci, i sassi-... e in teoria figo, no? Un fellow amante delle armi! In pratica non è che fosse troppo normale avere una passione per le pistole, uh.
    Oddio, dopo Saw e Joe, Hamish aveva DAVVERO trovato il terzo psicopatico serial killer, gotta catch em all????
    «sì sì piacciono anche a me, ma- non si fanno artigianalmente una per una, normalmente, perchè richiede un sacco di lavoro e non ne vale la pena» forse non aveva senso per Moka, ma tanto non pareva interessato a quell'aspetto, quindi tagliò corto sulla questione fare armi «Se ti piace tirare pugni, penso che combattere con armi bianche potrebbe fare per te. È più fisico, più personale. Se vuoi avere lezioni, sai dove trovarmi» ammiccò.
    No, Moka non sapeva dove trovarlo - ma tanto non pensava avrebbe ugualmente voluto rivederlo, sentimento che reciprocava. Il Jones non era il tipo da fare il primo passo per cercare le persone, preferendo fingere che fosse una sua scelta farle uscire dalla propria vita, e non fosse dettato dal fatto che lui non aveva mai avuto importanza per loro in primo luogo. Un bacio al cielo a isaac, finn, sharyn, roxie e dominic.
    «riguardo quello che mi hai chiesto prima— la mia anima gemella voleva tirarmi un pugno, e l'ho accontentata. ma il gruppo dei vecchi ha dato spettacolo. forse dovremmo prendere spunto da loro.»
    Hamish:
    «se hai un pennarello..»
    moka: si palpa
    hamish:
    hamish:
    hamish:
    «unire i puntini secondo me vale come bonus»
    «capisco tutte queste parole separatamente»
    Finalmente, Hamish sbuffò una risata. Qualsiasi cosa avessero iniettato loro, Moka ce l'aveva ancora in circolo.
    Bastardo fortunato. Perchè non era lui quello fatto come un cocco?? Aveva fame ed era stanco, ma si sentiva troppo in sè. Odiava sentirsi in sè.
    «Non ho un pennarello, ma se vuoi dipingermi come una delle tue ragazze francesi, possiamo cercare in giro, o usare qualcosa di appuntito per il sangue»
    Si appoggiò al muro dietro di sè. «ho tutto il giorno per farmi confondere dai tuoi modi di fare ambigui»
    Guardò il corpo di Moka. «bei tatuaggi» is the new bella collana
    And I throw up my soul too
    To feel alive inside this mess
    I drown in a tear
    For my fate is self-destructive
    And I punch the mirror
    I can't change who I see reflected in it
     
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    Gli indizi c’erano tutti: la stanchezza ingiustificata, la fame, il luogo in apparenza abbandonato e abbastanza appartato da non destare alcun sospetto, degli abiti non vostri e la sensazione a pizzicare sotto la pelle che fosse passato più tempo di qualche manciata di ore, dall’ultimo momento che ricordavate di essere coscienti.
    Perché è esattamente così.
    E la conferma è proprio lì sotto il vostro sguardo, stampata nero su bianco su quella pagina di Morsmordre che vi fissa di rimando; o sull’intestazione sbiadita di uno scontrino dimenticato; o ancora, su quella copia del Boccino d’Argento lasciata per errore sul comodino da qualcuno. Non sapete chi, dovrebbe importarvi, ma non abbastanza perché le vostre attenzioni sono tutte per quel numero che si prende, beffardo, gioco di voi.
    24 febbraio 2024.
    Potete dirlo ai vostri amici, urlarlo attraverso le pareti o continuare a scriverlo con il sangue sui vetri; la domanda è se qualcuno vi crederà, o no. A malapena riuscite a crederci voi.

     
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    Che sia perché state facendo la conoscenza gli uni degli altri, o perché siete intenti a scrivere col vostro sangue sul vetro, oppure perché state urlando attraverso le pareti per farvi sentire da chi, come voi, sembra finito in quell’incubo, non importa: siete tutti troppo impegnati, troppo distratti, per accorgervene in tempo. E chi di voi lo fa, arriva comunque troppo tardi.
    Ha l’aria innocua, un disco di metallo di dieci centimetri di diametro e non più di due di spessore, tre al massimo. Era nascosto: sotto il secchio, dietro la sedia, sotto al letto. Non importa nemmeno quello; perché quando sentite il click, e il successivo sibilio, capite subito che qualcosa non va. Qualcuno, i più reattivi – o quelli abituati alle situazioni estreme e complicate –, proverà a proteggere naso e bocca con rimedi di fortuna (le lenzuola, i cuscini, la stoffa degli abiti che indossano). Ma, ancora una volta, è troppo tardi. Non sapete cosa sia la sostanza gassosa rilasciata dal dischetto, ma la state respirando, e nonostante i vostri valorosi sforzi soccombete, chi prima e chi dopo, ai suoi effetti. Nulla di troppo terribile, chiunque vi abbia messo lì dentro non vuole uccidervi — o l’avrebbe già fatto. Vogliono solo rendervi innocui, disorientarvi ancora di più e confondere i vostri sensi. E, con i poteri inibiti, funziona su tutti, special compresi.
    Passa un minuto, poi due. Il gas ha smesso di fuoriuscire, e voi di tossire — o di ribellarvi inutilmente ai suoi effetti. Ed è in quel momento che la porta della stanza si apre, e vorreste tentare di approfittare di quell’occasione per fuggire ma lo stordimento ve lo impedisce, ed è facile per quelle persone (mercenari assoldati da qualcuno? Cacciatori inviati dal ministero? non sapreste dirlo) trascinarvi fuori dalla stanza, insieme a loro.

     
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