Perché Thor non si stava preparando a guardare la partita sul televisore (uno dei tanti, naturalmente) a 325 pollici (esiste davvero,
giuro!) a villa De Thirteenth, invece che cercare invano di seguirla sullo schermo scarsissimo e vecchio di
almeno due anni di Madama Piediburro, tra le effusioni delle coppiette e la voce stonata della pasticcera nella cucina?
Perché Sara non voleva perdere la fidelity. Perché era dedita al gioco e al brivido che questo provocava.
Anche se il gioco in questione era il
vero quidditch, non quel losco di giro di scommesse clandestine (???) riunito intorno a quel tavolo. Un eliandinception con una sara pronta a fare da cockblock.
elirandi???
Chissà.
Quello che era certo era che Thor amava abbastanza il qudditich, e lo amava ancora di più, per poter fare da padrona a quel tavolo. E anche perché di galeoni da spendere ne aveva a oltranza (almeno fino a quando le gemelle non avessero deciso di tagliarle i fondi, dal momento che ora era una donna
adulta e indipendente ed emancipata. Ma lei si guadagnava la pagnotta!!! Quello che faceva per Shiloh era un lavoro
vero, e i pre-allenamenti per essere assunta a tempo pieno da Piz lo erano ancora di più!!!).
Ringhiò, con tono stranamente basso, osservando le altre persone sedute al tavolo rotondo. Se dovevano essere una novella Tavola Rotonda, lei voleva essere Gwaine. Arthur aveva troppe responsabilità. Lancelot non l’aveva mai sopportato. MA Gwaine? Lui si divertiva. E menava la gente. Un sogno, insomma.
Ovviamente si disconnesse del tutto mentre uno degli italiani (erano come cinesi, sembravano tutti uguali perché erano davvero troppi) discuteva con
quella Claudia Moor, del Bocc
hino d’Oro, perché non aveva alcuna voglia di parlare di numeri. Ma sbuffò quando Lapo parlò di competizione spietata e soprattutto
regole.
«Tu non sei il mio capitano», brontolò con una smorfia, giocherellando con il bicchiere mezzo vuoto di frullato alla fragola.
«le Vespe sono le migliori!» Fece una smorfia, perché non era esattamente d’accordo, però…
«Non siamo qui per fatturare?» Guardò tutti i presenti, a uno a uno, le sopracciglia aggrottate e l’espressione di una che era pronta a mordere. Probabilmente nessuno dei presenti lo sapeva, ma lo avrebbe fatto
davvero.
«Vogliamo darci una mossa? La prima partita di campionato inizierà esattamente tra…» Controllò l’ora sul cellulare.
«… diciassette minuti. Già vederla qui dentro fa schifo, quindi non voglio altre distrazioni inutili.»Succhiò rumorosamente un gran sorso di frappè dalla cannuccia, per poi leccarsi le labbra e incrociare le braccia sul tavolo.
«Quindi?»