Everyday I put on my silly little outfits and do my silly little tasks

veena x who? [libera]

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  1. tidal wave
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    kang haeil (kyle)
    once: tiktok boba
    welcome to your worst nightmare:
    the days are getting dark, you should be scared.
    The death of who we are is right here,
    it's never gonna stop, plug into your new soul, ice cold
    In quel momento, Hae-il si sentiva un ribelle.
    Ok, tecnicamente era sempre un ribelle, ma in quello specifico frangente, seduto sui talloni in un vicolo buio di Inferius, con un cacciavite stretto tra le labbra e altri due stretti ognuno in una mano, ad armeggiare con la sua ultima invenzione, si sentiva un po’ più ribelle. Specialmente, poi, se suddetta invenzione era stata ideata per assistere la resistenza in battaglia, e anche nella vita quotidiana, certo.
    Ma quelli erano dettagli.
    Lo erano?
    Forse, non che al Kang interessassero piccole quisquiglie come quelle, infondo: lui era sempre proiettato già al dopo, al successo, al nuovo grande progetto che attendeva solo di essere realizzato. Gli unici dettagli che davvero gli importavano erano quelli riguardanti i suoi stessi lavori, e solo perché erano sempre le piccole cose a fare differenza tra successo e fallimento. Ed era proprio per quello che, in quel momento, stava chino sul suo magi-drone a sistemare ancora una volta quel maledetto microchip che non ne voleva sapere di fare il suo dannato lavoro. Ora, Kyle poteva apparire leggermente ossessionato dal suo lavoro, da fuori, ed era esattamente così: non tollerava i margini di errore, e cercava sempre di portarli a zero, quando e come possibile.
    Quel drone di teletrasporto, non era da meno: ideato con lo scopo di scambiare in tempo reale messaggi e piccoli oggetti tra i membri della resistenza, era (almeno sulla carta) più sicuro e meno intercettabile della smaterializzazione o di qualsiasi altro incantesimo di trasferimento, perché non lasciava dietro nessuna traccia magica — sempre: almeno sulla carta. Purtroppo, i test condotti quella notte dimostrarono che ci fosse ancora del lavoro da fare riguardo il drone, perché nonostante fosse un progetto top priority (almeno per Kyle; dubitava a Boss Barrow interessasse così tanto), portava con sé ancora così tante imperfezioni e problemi che sarebbe stato difficile poterlo replicare in larga scala e metterlo a disposizone della milizia ribelle entro breve. E Kyle non era assolutamente la persona che accettava di rilasciare cose fatte a metà solo perché non c’era abbastanza tempo, duh. Affrettare le cose e rischiare di compromettere i colleghi? O peggio, che tramite la traccia (presente, seppur flebile) di energia che il drone lasciava dietro dopo la sua smaterializzazione, potessero risalire a lui? Ma perfavore: Kang Hae-il, per gli occidentali solo Kyle, era molto più intelligente di così.
    E la perfezione non andava affrettata, mai.
    Aveva tutta la notte per provare il drone; e tutte le notti dopo quella, l’insonnia cronica di cui soffriva finalmente a dare i frutti della sua discutibile utilità.
    Con il cacciavite nella mancina strinse la minuscola vite, resa visibile solo ed esclusivamente dal raggio di luce proiettato dagli occhiali che Kyle indossava — l’unica cosa, a mani bassissime, che aveva impedito al mago di diventare cieco stando dietro a componenti spesso microscopici. Li tirò sulla fronte, chiudendo lo sportello del drone ed osservandolo nel buio per accertarsi fosse tutto al proprio posto e pronto ad un nuovo salto spaziale, poi con un fischio basso richiamò l’attenzione di Hiro (il suo cane— vedete, non era un mostro! approfittava di quelle uscite anche per portare Hiro a fare una passeggiata, duh!!) e il cane, ormai addestrato dai numerosi tentativi svolti, corse alla propria postazione e iniziò a scodinzolare, in attesa.
    Suo malgrado, Kyle sorrise alla cieca fiducia e obbedienza del cane: a che servivano gli esseri umani, quando poteva avere un Hiro?! «bravo ragazzo, ora preparati…» sfilando la bacchetta da dietro l’orecchio, dove era tenuta ferma incastrata nella fascia elasticizzata degli occhiali, impostò le coordinate con un gesto fluido del polso e sussurrò l’incantesimo per attivare il meccanismo di teletrasporto. L’istante successivo, il drone (e la pallina che aveva legato ad esso) arrivavano da Hiro, che tutto felice la riportava al padrone.
    Mentre accarezzava il manto peloso del cane, e osservava lo spazio vuoto di fronte a sé con una particolare lente d’ingrandimento per accertarsi che il residuo di energia fosse (pari a zero, in un mondo perfetto) minore rispetto al test precedente, pensò che il prossimo passo in linea di priorità doveva essere quello di rendere i droni già incantati, in modo che bastasse una sola parola per far scattare la magia e il meccanismo, e fossero fruibili anche dai ribelli special.
    Ma c’era ancora troppo residuo nell’aria, e quella rimaneva la priorità assoluta.
    «ancora una volta, Hiro» ma stavolta, avrebbe provato a far arrivare il drone un pochino più lontano, anche per testare i limiti di viaggio e l’effort che andava messo nell’incantesimo affinché funzionasse anche su ampie distanze — altrimenti a che cosa sarebbe servito?!
    Forse, col senno di poi, non avrebbe dovuto sottovalutare i vicoli bui di una Inferius non così deserta come immaginava il mago.
    «no, Hiro! Vieni qui!»
    Quando realizzò le intenzioni del cane, e lo vide scattare verso l’ignoto probabilmente attirato da suoni che solo lui era ingrado di percepire, Kyle imprecò a voce bassa sapendo già di essere in ritardo, e di non poter impedire al cane di infilarsi in qualche casino; ma lo seguì comunque (non prima di aver recuperato il drone, però, perché costava una fortuna e perché ci aveva dedicato un sacco di tempo e magia; non poteva mica abbandonarlo lì alla mercé di chiunque) fino a trovarlo all’interno di un casolare in condizioni pietose, e chiaramente centro di attività illegali nelle quali Kyle non voleva immischiarsi.
    Troppo tardi.
    Impossibile non spostare lo sguardo dall’uomo legato alla sedia, alla ragazza che sembrava confondersi con le stesse ombre, nera come una notte senza stelle, e poi di nuovo all’uomo che doveva aver visto giorni migliori. Ma sapete cosa? Non erano affari di Kyle.
    «sono solo venuto a riprendermi il cane.» disse, la voce prima di alcuna inflessione e sinceramente zero preoccupazioni per vittima e carnefice. Avrebbe dovuto, certo che avrebbe dovuto, ma sapete cosa? Aveva già un sacco di problemi, e se l’uomo non era un ribelle catturato, né qualcuno che gli fosse stato espressamente ordinato di salvare, l’avrebbe lasciato al suo destino. «andiamo, bello, su.» ciao amico, problemi tuoi.
    Kyle out?
    17.03.1998
    rebel
    magi-tech
    artificial
    daughtry


    alla prima role libera di veena, mi sono trattenuta perché ho pensato ci fossero altri con più bisogno di role per il censimento



    ma ora acab, ho voglia di conoscere veena on game sin dalla quest e dopo aver letto la scheda ne sono ancora più affascinata, quindi EKKIME!! I REGRET NOTHING CIAO ISETTINA
    mi dispiace solo averti mandato Kyle, ma sai cosa? non così tanto, perché mentre leggevo veena ho pensato subito che, tra tutti i miei pg, quello con cui potrebbe davvero andare d'accordo è proprio lui, perché infondo si somigliano, pur essendo ai poli opposti. immagino lo scopriremo insieme se è vero o no!!! SMACK
     
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3 replies since 25/1/2024, 23:55   98 views
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