Se c'era qualcosa che Sorta aveva odiato dopo essersi diplomata, era stata l'idea di dover tornare a casa. Già le vacanze le erano sembrate l'inferno a portata di mano. I parenti erano venuti a congratularsi e impicciarsi come al solito della loro vita ma almeno, per una volta, avevano avuto poco da ridire, troppo presi dal discorso MAGO e il discorso guerra ancora bello caldo. Discorso che aveva preferito evitare chiudendosi semplicemente in camera con la scusa che il caldo l'avesse spossata e che avesse bisogno di riposare. L'estate era così passata tra le visite dei parenti, le visite che faceva — come promesso — lei a Bertie cercando di riottenere briciola dopo briciola la sua fiducia e crogiolamenti vari. Era arrivata al punto di dover prendere Costas da parte e supplicarlo di andare via da lì. Da lì era partito il piano per andare a vivere assieme. L'unica richiesta alla quale entrambi avevano accettato era stata quella di avere camere separate, il resto per lei non avrebbe avuto molta importanza, tutto pur di non sentire o assistere alle famose quanto veritiere chiacchiere di corridoio che giravano a Hogwarts su suo fratello nei dormitori o ancor peggio a dover abbandonare l'appartamento per lasciare il via libera ai due piccioncini. Non era stato troppo difficile convincere i genitori. Ormai erano adulti, aveva fatto leva sulla necessità di diventare indipendenti e imparare a vivere e quelle sciocchezze varie che rendono fieri i genitori dei propri figli. Non ne erano usciti totalmente illesi: Costas era stato costretto a lavorare al Ministero ma lei era riuscita a convincerli a prendersi un anno sabbatico dal Ministero, nel quale avrebbe in considerazione l'idea di lavorare lì l'anno successivo, con l'unica clausola di trovare un lavoro momentaneo per ricoprire le spese dell'affitto e non gravare su suo fratello. E così aveva fatto: aveva trovato lavoro al Cheshire e non aveva assolutamente pensando al lavoro al Ministero. Non sapeva ancora se si sarebbe arresa alla volontà dei genitori o avrebbe deciso di proseguire per la sua strada per vedere dove l'avrebbe portata. Quello però sarebbe stato un problema della Sorta del futuro perché in quel periodo aveva fin troppo a cui pensare. Sorta non avrebbe mai pensato potesse davvero funzionare quel piano di sopravvivenza che avevano messo in atto, eppure, stavano andando avanti e anche alla grande. Per quanto ci fosse formalmente una regola apposita che sanciva chi facesse cosa e quando, a settimane alterne, l'unica sua regola era che non ci fossero regole e così aveva finito per sfidare più e più volte suo fratello mettendo in palio la libertà dalle faccende domestiche, spesa e quant'altro. «sorta!!» scoccò la lingua sul palato, già scocciata dalla situazione. Fortunatamente era riuscita a rendere le cose più divertenti — per lei — e meno per il fratello. «capisco che sei offesa, ma la scommessa era quella e devi rispettarla» perché sì, quella volta aveva perso la scommessa. Quella sfortunatamente era la sua settimana e quel giorno non aveva assolutamente voglia di mettere niente a posto. Non era un disastro, era una persona modestamente disordinata. Il luogo disordinato solitamente era il bagno, perennemente rivestito dai suoi prodotti di make up e skin care. Sfortunatamente il doppio bagno superava il loro budget attuale perciò si dovevano accontentare. Qualche vestito era poi sparso in giro, solitamente le scelte che erano state scartate per le varie uscite, per il resto era tutto ordinato nei cassetti o nei cestelli pronti per essere lavati. Avrebbero potuto usare la magia, voi direte. Probabilmente erano solo sadici e un po' masochisti e adoravano vedere l'altro soffrire le mille pene per sistemare e lavare. Inoltre c'era più gusto a vincere le scommesse. Cos'era una scommessa se il premio in palio non era allettante? E quindi niente, toccava a lei, la settimana stava volgendo a termine e non aveva alcuna voglia di sistemare. Se fosse arrivata a trascinare le cose all'ultimo avrebbe barato e semplicemente fatto uso della magia ma per il momento aveva ancora tempo. Parlando di suo fratello invece, non era la persona più ordinata del mondo, era peggio di lei ed essendo stanca di trovare le cose fuori posto, aveva deciso di rendergli la vita ancora più complicata nascondendogli in giro per casa le sue cose. C'erano maglie nell'armadietto sotto il lavandino, un paio di scarpe al freddo e al gelo fuori la finestra, un paio di pantaloni era finito sotto al letto, qualche giacca era diventata oggetto di arredamento od ornamentale. Insomma, c'era da divertirsi con la caccia la tesoro e probabilmente cose sarebbero state ritrovate dopo anni, conoscendolo. «uh» sbucò prima con la testa dalla cucina, per poi affacciarsi completamente alla stanza adiacente. Teneva stretta fra le dita una tazza enorme di caffè bollente, alla quale si stava aggrappando quasi fosse la sua unica fonte di calore. Fece intravedere un sorriso malizioso prima di tornare a sorseggiare il caffè. «perso qualcosa?» disse stiracchiandosi in un gesto teatrale per mostrare la bellezza di una delle sue giacche di pelle indossate proprio dalla sorella.
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