C'era una volta, in pien inverno, una fatina svolazzante per Hogsmeade, dalla lingua penzolante. Poca importa l'età, Scarlet conosce già la sua priorità: assaporare i fiocchi di neve con voracità. Freddi, piccoli e fugaci. Creando scosse di brividi nel loro sciogliersi disinteressato. Lo sguardo si apre alla luce divina, a fronte di quel consiglio della provvidenza non può far altro che seguirla. Sferiche ed illuminate sono sparse lungo il suo cammino, non può che raccoglierle man mano. Scoppiano sotto il passo innevato, in quella impronta di passaggio. Girando la testa nell'osservarle, porta le dita gelate sulle labbra rossicce per contenere una risata non c'è zoppo che non sappia saltare lo dice ai suoi amiki falangi. Ginger e Maddy applaudono sbattuti contro l'orlo rossiccio. Gli altri tre sono un pubblico difficile. op op op! prima un saltello sulla destra e poi sulla sinistra, ecco le sue orme dividersi per qualche lucina fino a ritornare insieme. qui? è luminosa e brillante la porta su cui si poggia la sua farfalla, un semplice messaggio svanito in un poooff di brillantini. La farfalla ha parlato. Il rosa la chiama, le sussurra invitandola. Spinta la porta, varcata la soglia, sente odore di torta. Delizioso l'interno. Scarlet lo ama. Varcata l'asta, è come ritrovarsi nel paese delle Meraviglie. Lì, lei è Scarlet in Burroland. Il calore del locale le scoglie le membra su una sedia imbottita. È quasi narcolettico quel odore dolciastro, morbido ed avvolgente quanto un abbraccio. Potrebbe perfino addormentarsi senza togliersi il cappotto pesante di pelliccia bianca in quei è seppolta.
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