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@ festa aziendale della maisoli | libera, tu?

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    irma buckley
    def not a party-chrasher
    slam slam, oh hot damn — what part of party don't you understand?
    can't stop, comin' in hot, I should be locked up right on the spot.
    Ora.
    Non è che Irma fosse stata invitata alla festa aziendale della MaiSoli, non nel senso letterale del termine, comunque, quello secondo cui si propone la partecipazione ad un evento di qualsiasi genere, estendendolo ad una persona di cui si gradisce la presenza. No, ecco, se si intendeva “invitata” in quel senso, la giovane special non poteva dire di esserlo, nopety-nope.
    E, vedete, non era nemmeno lì come accompagnatrice di uno degli invitati (effettivi) alla festa.
    Vi chiederete, dunque, cosa ci facesse mai una come lei – apparentemente senza invito – se non quello che aveva sgraffignato settimane prima all’inconsapevole signorina Tattyslate (che poi, che razza di nome era Tattyslate, mah.) e che aveva mostrato all’ingresso – all'esclusivo party organizzato da McLean… eh, bella domanda. La cui risposta era molto semplice, in realtà, ma non destinata proprio a tutte le orecchie.
    Ovvio che avesse un motivo (e un fine) per essere lì, quando mai Irma Buckley faceva qualcosa senza avere un motivo (ok, spesso — ma!! quello era un altro discorso, e qui la situazione più seria), ma non poteva mica renderlo così ovvio, o spiattellarlo in giro.
    E no, non era lì per il buon vino e lo champagne.
    Cioè, non solo.
    Ma per chi l’avete presa!! Se era l’alcol gratis che le interessava, avrebbe scelto di imbucarsi ad un’altra festa di ricconi qualunque, e non a quella della società magica più famosa in ambito di sicurezza e allarmi. Che poi, faceva quasi ridere che fosse riuscita ad imbucarsi proprio alla festa di un’azienda simile ma, hey! Le andava riconosciuto anche il merito di sapere sempre come rendere l’impossibile possibile.
    No, l’idrocineta era lì per ben altri motivi — ma il buon vino era un bonus gradito; erano i medesimi motivi che da un anno a quella parte la facevano finire nelle situazioni più assurde (come essere investita da un babbano alla guida di un catorcio e poi scorrazzata in giro dallo stesso ragazzo) e tutto solo perché aveva scelto di fare l’unica cosa che in tutta la sua vita non le era mai interessata, e che persino al capezzale della zia aveva giurato a se stesso non l’avrebbe mai coinvolta, ovvero: mettersi alla ricerca di suo padre.
    Aveva iniziato dal posto più ovvio, la Polonia, ma poi per cause di forza maggiore (aka la guerra) aveva dovuto interrompere le indagini e tornare a casa, nella ridente e soleggiata inghilterra (meh.); aveva atteso pazientemente di poter rimettersi al lavoro, mentre nel frattempo il mondo intorno a lei andava in fiamme, ma poi sul più bello le era arrivata una nota che la informava che la persona che stava cercando, era più vicina di quanto pensasse. Proprio a Londra. Bello, no?! Peccato che cercare l’uomo si fosse rivelato dannatamente difficile — specialmente poi, perché la Buckley tutto era (in primis: scema) fuorché una detective. Avrebbe potuto assoldarne uno, certo, ma le piacevano le cose fatte a mano, in casa, con sudore eccetera eccetera.
    E, più importante, non le piaceva confidare in nessuno.
    Quindi, ecco spiegato (sommariamente, ma chi ce lo ha il tempo per descrivere tutto per filo e per segno? di certo non questa ragazza qui) come fosse arrivata alla festa di natale della MaiSoli: le sue indagini, una svolta dopo l’altra, l’avevano condotta fino alla porta dell’azienda.
    Porta che, poi, era rimasta chiusa perché a quanto pareva non bastava presentarsi al banco informazioni e chiedere di parlare con il Boss Supremo per essere ricevuta in udienza; ma dai!
    La cosa fottutamente ironica era che, adesso, il Boss Supremo ce lo aveva proprio di fronte, e la stava persino invitando a seguirlo nella stanza (dei giochi? ughhh. blocked.) dei vip
    Lanciò un’occhiata ammiccante al mago tutto d’un pezzo che seguiva Sheridan McLean come un’ombra, ma questi non ricambiò; che antipatico, pensava bastasse a farle perdere il buon umore?! Mpf. «uh, sigari e whiskey? figo, ho sempre desiderato essere invitata in uno dei boys club per gente ricca» “sempre”... ma da quando, poi? Perché stava dicendo cose a vanvera? Non era minimamente vero… che le fregava di essere inclusa nei momenti da bro di uomini ricchi? buhhh.
    La stanza dove venne condotta era finemente addobbata, e strabiliante come tutte le altre sale dove Irma aveva messo il naso fino a quel momento: divani in pelle, quadri alle pareti, tappeti che avevano l’aria di essere molto più vecchi della magione stessa, e scaffali su scaffali di libri. Quasi bello, se tanta opulenza non l’avesse fatta sentire improvvisamente piccola e indegna, ricordandole che provenisse dall’esatto opposto di tutto quello, e che fosse solo una truffatrice e una ladra e una ex galeotta. A quel pensiero, mentre Sheridan McLean si scusava e andava a prendere qualcun altro in giro per la sala, Irma mandò giù il contenuto del suo bicchiere e se ne servì un altro, prendendolo da una delle ampolle lasciate sui mobili antichi. Oh, il vecchio aveva detto “fate come se foste a casa vostra”, prima di lasciarla, e lei ci teneva ad essere una cortese ospite! Si versò due dita di quello che sperava fosse whiskey, e poi ne aggiunse un’altra perché non approfittare della gentilezza di McLean sarebbe sembrato maleducato. Solo a quel punto, mentre rimetteva giù la caraffa, sentì finalmente dei rumori alle sue spalle e di poco non mollò la presa, rischiando di inzuppare il tappeto di whiskey. E il suo abito!! Oddio, per fortuna non l’aveva fatto, sapete quanto le era costato quel dannato pezzo di stoffa che indossava?!?! Una fortuna!!! Non vedeva l’ora di riportarlo indietro, e farsi ridare i soldi — certo che aveva tenuto il cartellino, mica era una principiante. E quando diceva “pezzo di stoffa” intendeva letteralmente: un quadrato di cotone che era divenuto esattamente l’abito di cui aveva bisogno nel momento in cui l’aveva indossato, ma nemmeno lo stupore di quella magia l’avrebbe convinta che la fortuna di galeoni spesi per quel coso ne valessero la pena. Li rivoleva indietro.
    Alla persona magicamente apparsa alle sue spalle, Irma rivolse un sorriso tutto denti per mascherare l’imbarazzo e il fatto che fosse stata presa contropiede. «devi essere anche tu tra i mh,» come l’aveva definita, il Boss? «clienti più facoltosi della MaiSoli, eh.» alzò il bicchiere nella loro direzione, e mandò giù il whiskey. Poi, dalla borsetta, tirò fuori la scatolina di mentine che aveva rubato dalla borsa di Cornelia, quel pomeriggio, e ne mise in bocca un’altra. L’ennesima. Oh, in mancanza delle sue TicTac, a qualcosa doveva attaccarsi!! Allungò il pacchetto all’altra persona, e chiese, «mentina?» come un maniaco qualsiasi, esatto.
    13.03.96
    wizard
    hydrok.
    raise your glass
    p!nk




    SPOILER (click to view)
    +++ avvento: "festa aziendale", caramelle menti-no e stoffa magica, yay

    QUOTE
    7) Si sa, le cose che accadono durante una festa aziendale, sono destinate a rimanere in quella parentesi, considerando che la maggior parte degli invitati ha - giustamente. - affogato i propri dispiaceri lavorativi nell’alcool. Ma. Ma? Quest’anno, al party aziendale della “Mai Soli”, siete stati invitati anche voi e non avete idea del perchè. Siete all’infuori di tutte le dinamiche interne, vi sentite pesci fuor d’acqua, ma insomma… cibo ed alcool gratis, chi siete voi per rifiutare?
    3. Sheridan McLean, il proprietario dell’azienda, ti scambia per uno dei suoi clienti più facoltosi, offrendoti un posto nella sala vip.

    3) Un pacchetto di caramelle! Non hanno l’etichetta, magari le riconoscete comunque - o magari no. Sono “menti-no”: sono pasticche di zucchero aromatizzate, dai vari colori sgargianti diversi in base al gusto (arancione zucca, rosso fragola, blu anice, nero pipistrello...) e prendono il nome dal loro ingrediente segreto-non-poi-così-segreto: una goccia di veritaserum.

    22) Un pezzo di stoffa che si adatta al vostro corpo e diventa qualsiasi capo di abbigliamento vogliate. Ormai lo sanno tutti che in giro non si trova niente di decente, ma questo oggetto sarà la vostra salvezza! Attenti però, l’effetto durerà solo cinque ore.
     
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