come il naso di un cane antidroga

gin x lapo @ bar dello sport

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +5    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Special Wizard
    Posts
    32
    Spolliciometro
    +49

    Status
    Offline
    ginevra linguini
    lemon
    Poi non te l'ho chiesto
    se era un sorriso o un coltello
    Nulla poteva sfuggire all’occhio vigile di Ginevra Linguini. Se ne stava lì, attento e fiammeggiante in cima al suo personalissimo Monte Fato – che poteva essere la cucina del Bar dello Sport o il salotto di Casa Linguini a Canosa –, e non si lasciava sfuggire nemmeno il minimo dettaglio, e soprattutto non avrebbe mai e poi mai permesso a uno sparuto gruppetto di uomini (cugini, perlopiù) di inchiappettarlo.
    Nessun diversivo avrebbe retto contro Ginevra Linguini.
    Nessuna disfatta sarebbe avvenuta nel suo regno.
    In poche parole, Gin vedeva tutto, e per la proprietà transitiva dei sensi, quindi, sapeva anche tutto – o almeno gran parte delle cose, se proprio vogliamo rimanere umili. Ma capitava, di tanto in tanto, che non fosse a conoscenza di un fatto – o questo almeno è quello che faceva credere, perché di solito quell’apparente ignoranza significava semplicemente che stesse fingendo, oppure che avesse deciso deliberatamente di ignorare quella situazione. Era un evento raro, e a dire la verità non le piaceva fare la gnorri, ma di tanto in tanto anche quello si richiedeva necessario: le permetteva di mantenere il controllo della situazione e allo stesso tempo non le dava alcuna responsabilità nei suoi riguardi, e nonostante alla Linguini non dispiacesse farsi carico di diverse responsabilità, ogni tanto aveva bisogno anche lei di un po’ di respiro.
    Quando sentiva i gemelli litigare per una stupida questione e quelli iniziavano a mettere in pratica gli atteggiamenti imparati tra le strade di TBM? Mh mh, potevano benissimo cavarsela da soli. E tutte quelle volte che aveva visto Ciruzzo portare nella stanza una persona dopo un’altra e lasciare il calzino alla porta come avvertimento ogni santissima volta? Ah, non erano mica affar suoi. E di certo non voleva sapere dove andasse Lux ad ubriacarsi ogni notte, o a cosa servissero tutti i guanti in lattice che Gigio rubasse dalla sua cucina, quale altra ragazzina avesse in mente di traumatizzare Lollo, e non voleva nemmeno sapere dove fosse andata Crez a sprecare tutti i soldi che nonno Lino aveva regalato a ognuno dei nipoti per il diploma.
    No, no, strizzava gli occhi fortissimo, prendeva un bel respiro, e si ripeteva che ormai potevano benissimo cavarsela da soli. Dovevano cavarsela da soli.
    Eppure, per evitare la tragedia e la completa distruzione del suo regno fondato su pace e prosperità, ogni tanto le toccava comunque fare il reality check a tutti quanti e ricordargli che il suo occhio non aveva confini e poteva arrivare ovunque – e, ancora peggio, che avesse imparato a controllare i suoi tentacoli sempre meglio, e che se solo avesse voluto avrebbe potuto colpirli da una considerevole distanza «è meglio che non mettiate alla prova il mio raggio d’azione, non vi conviene (uagliù così faceva riecheggiare la minaccia pesante nell’aria come un sergente di ferro qualsiasi quando notava una certa agitazione tra le fila dei suoi soldati, perché sapeva benissimo che il terrore era l’unica arma che poteva funzionare con loro.
    Aveva le sue eccezioni, ovviamente, e non c’era nemmeno bisogno di precisare di chi si trattasse.
    Da quando ci avevano provato una volta diversi anni prima, ora i cugini sapevano perfettamente che non dovevano azzardarsi a provare a catapultare Giacomino nel campo di pomodori del nonno per vedere se l’atterraggio fosse comodo; non potevano (più) provare a rasargli i capelli e fargli indossare una divisa delle SS – li aveva fermati giusto in tempo quando il cronocineta era ancora troppo piccolo per capire di che pasta erano davvero fatti i cugini maggiori ed erano riusciti a convincerlo che fosse solo un travestimento innocuo per carnevale. L’avevano imparato tutti a proprie spese. Se c’era una persona su cui la napoletana proprio non riusciva a chiudere il suo occhio di fuoco quella era Giacomino Linguini, eppure l’ombrocineta sapeva benissimo che più il tempo passava e più il minore cresceva e che a un certo punto avrebbe preferito anche lei non sapere come impiegasse il suo tempo – la notizia improvvisa di un matrimonio al tempo l’aveva stupita e un po’ preoccupata, ma l’aveva anche messa per la prima volta di fronte alla possibilità che il cugino avrebbe avuto prima o poi una vera vita sentimentale e soprattutto di fronte al fatto che era meglio per lei che non ne sapesse niente, pure se quello significava allentare i suoi sistemi di protezione (che avevano fallito clamorosamente già una volta, e che aveva rinforzato al massimo per non permettere che capitasse più una cosa del genere – che non capitasse più niente – al minore).
    Stare con Lupe l’aveva aiutata. Più e più spesso preferiva convogliare tutte le sue energie nella relazione con la professoressa, ed evitava i conflitti con i cugini prendendo un respiro profondo e innaffiando la piantina di baby groot, oppure provando quella ricetta messicana di cui la tossicologa le aveva confessato avere improvvisamente una gran voglia. La vicinanza con la Ramos le aveva reso addirittura facile chiudere gli occhi e rilassarsi quell’estate: la loro vacanza in costiera amalfitana l’aveva tenuta per un po’ lontana da Canosa e dai drammi dei cugini, e quando la napoletana aveva fatto ritorno alla Base Linguini, gli strascichi dei momenti passati con la ragazza le avevano comunque garantito di mantenere un certo relax da permetterle di continuare a ignorare quello che diavolo stavano combinando i suoi familiari.
    Ma in quei mesi estivi erano successe così tante cose nel mondo che far finta di nulla si rivelò solo in parte efficace, perché una volta finita l’estate e tornati alla vita di sempre, una volta tornati al Bar dello Sport a Hogsmeade, chiudere gli occhi risultò sempre più difficile giorno dopo giorno.
    «Giacomino» sospirò dopo essersi guardata attorno con molta attenzione, richiamando il cronocineta con una pacca (more like: una carezzina) sulla spalla e un sorriso morbido «puoi prenderti il resto della giornata libera oggi, Lapo coprirà il tuo turno»
    Ovviamente aveva le sue eccezioni nella buona e nella cattiva sorte. Sì, Lapo era ancora la pecora (bianco)nera della famiglia, ma molto in segreto Gin aveva iniziato ad avere un occhio di riguardo anche per lui; non l’avrebbe mai ammesso con piacere, ma averlo avuto al Bar tutti i giorni l’anno precedente le aveva permesso di capire un po’ meglio il torinese, e purtroppo ora faticava a fare finta di nulla quando percepiva che qualcosa non andava.
    Questo non le impediva di trattarlo sempre allo stesso modo, comunque, e se infatti aveva guardato Giacomino uscire dal locale con lo stesso sorriso addolcito, lo sguardo che subito dopo rivolse a Lapo fu d’altra parte più acido e stizzito – un riflesso naturale, nulla di personale. Posò lo straccio da cucina sul bancone e gli si avvicinò incrociando le braccia al petto, poi fece schioccare la lingua sotto il palato per richiamare la sua attenzione – il locale quel giorno era piuttosto vuoto, la gente al tavolo era già stata servita e non si aspettava che ricevessero grandi e importanti visite, quindi potevano prendersi quel momento di pausa e parlare di cose importanti. «dimmi, qual è il tuo problema?» che insomma come domanda da rivolgere a Vittorio Emanuele Linguini era piuttosto complicata, e si rendeva conto che la gamma di risposte era più che ampia e poteva prevedere storie che partivano dai primi momenti d’infanzia del giovane, ma Gin volle essere positiva e pensare che anche lui, nonostante le sue lacune, avesse capito a cosa si riferisse la cugina, perché era palese che c’era qualcosa che andasse avanti dallo scorso anno e che lo tormentasse, e che San Gennaro la aiutasse perché ormai non poteva più fare finta di niente.
    L’occhio, quindi, era attento e fisso su Lapo Linguini, e sarebbe stato all’erta fin quando non avrebbe ricevuto quello che aveva richiesto; nessuna possibilità di scampo per il torinese, time to face the evil truth.
    linguini
    @ canosa, it
    umbrak., '02
    giro con te
    calcutta
     
    .
0 replies since 21/11/2023, 20:27   52 views
  Share  
.
Top