less like slow burn && more like two idiots standing about on fire

ft. Paris

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  1. nicoteen
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    paris bentley tipton
    14.02.2007
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    Elisa è vagamente febbricitante quindi non risponde delle sue azioni. Dopo questa necessaria premessa, era il caso di dire che nemmeno Paris stesse granché bene al momento. Non ci capiva un cazzo, e sentiva di stare per scoppiare da un momento all’altro. Il problema era che non sapeva se avrebbe portato con sé il Kayne o meno. La sua vicinanza non lo aiutava a mantenere una salda presa sulle sue emozioni, non quando poteva percepirlo vibrare accanto a sé. Non era così che avrebbe voluto che andassero le cose, voleva del fottuto tempo per poter elaborare la trasformazione e dirlo ai Ben. Ma l’aveva già avuto quel tempo, no? Quasi due mesi, e non aveva fatto che sprecarli, che rimandare al giorno dopo in attesa di un intervento divino. Paris non aveva nulla contro i lupi mannari, non aveva mai trattato Balt diversamente per quello che era diventato, ma un conto era quando si trattava di un fatto esterno e un altro di quando ci conviveva ogni giorno. Tutto attorno a lui era amplificato, le sensazioni, gli odori, le emozioni. In quel momento, poteva quasi sentire la confusione e la rabbia del grifondoro sotto la lingua e a montare nel proprio petto come se fossero sue, anche se era l'ultima cosa che voleva. Se Theo l’avesse saputo, l’avrebbe ucciso– cristo, come se Paris avesse avuto una scelta in tutto quello. «contento? perché dovrei essere contento» fece cadere lo sguardo sul pugno serrato del ragazzo, sussultando appena come se avesse ricevuto uno schiaffo ad ogni sillaba corrosa dal veleno. C’era stato un periodo, nemmeno troppo tempo prima, in cui Paris sapeva che l’altro sarebbe stato ben felice della sua disfatta. Ogni occasione era buona per sbattergli in faccia le proprie mancanze e i traguardi che aveva fallito di raggiungere, o per usare quel maledetto pugno stretto al fianco per colorare la pelle cremisi. Ora si trovava su un terreno instabile, la terra sotto i suoi piedi a venirgli meno quando ne aveva più bisogno. Perché come faceva ad affrontare Theo faccia a faccia, e a fare finta di niente? Come faceva a dirgli che per una maledetta volta voleva essere preso a testate sui denti, che voleva il Kayne di una volta e non quella versione maledettamente contraddittoria. Fu quel «paris–» a segnare la sua disfatta, i sensi di colpa del ragazzo e il battito impazzito a fargli volere lo sguardo al cielo in cerca di un aiuto superiore. Era chiaro che da solo non ce la potesse fare. A mantenere il controllo e non avere una crisi esistenziale (la stava già avendo), ma soprattutto a respingere le immagini che quel singolo nome avevano evocato. Non era davvero il momento di pensarci. Preferì concentrarsi invece sullo sguardo del grifondoro che si rifiutava di incontrare il suo, come se si vergognasse, come se non ne avesse il diritto. Cristo dio che cazzo di scemo, ma come si faceva– voleva dargli quei libri in testa e fargli tornare il senno a forza di botte, perché come si faceva ad essere così deficienti? Si credeva per caso un martire? Credeva che il mondo girasse attorno a lui? La colpa risiedeva nelle azioni del Tipton, sin dal primo momento in cui aveva accettato di preparare l’Antilupo per Balt. Si era creduto all’altezza, il migliore, e aveva lasciato che la propria vanità lo facesse a pezzi. «perché non la smetti di fare il codardo del cazzo?» alla fine, fu tutto un po’ troppo, e il magma a premere e a montare sotto le spaccature nella facciata del Tipton esplose. Accadde all'improvviso e senza un’avvisaglia, le dite a chiudersi attorno al mento del grifondoro e a premere così da sollevarlo «volevi sapere la verità? che smettessi di dire stronzate? e va bene, ma almeno abbi la decenza di guardarmi negli occhi» si meritava almeno quello, no? Mollò la presa sul mento di Theo, prendendosi qualche momento per ricomporsi, per quanto fosse possibile. «non lo sa nessuno. nemmeno i ben. per ora» preferì sfogare la propria rabbia su quei maledetti libri che ancora aveva in mano, incastrandoli con più forza del necessario in un buco che trovò vicino a lui. E no, non era una metafora. «Non lo so cosa ti stia girando in testa» falso «ma non è colpa tua, ok?» era duro il tono del Tipton, severo quel che bastava per far comprendere a Theo che non ammetteva obiezioni. Gli occhi del corvonero, tuttavia, raccontavano una storia diversa: erano morbidi nella loro carezza sul volto di Theo, una supplica di credergli per una maledetta volta a incastrarsi nello sguardo dell’altro. Tuttavia, Paris conosceva abbastanza bene il portiere da sapere quanto fosse duro di testa, e che doveva sbattergli le cose in faccia prima che le capisse. Lasciò che un passo in avanti colmasse la distanza che li separava, e poggiò piano la fronte contro quella di Theo– doveva essere un gesto rassicurante, ma Paris non era mai stato troppo bravo in quelli «e se lo pensi sei un cretino, e sarò costretto a darti una testata sulle gengive» un sussurro ad infrangersi contro il respiro del Kayne, una promessa che sapeva di déjà-vu e di occasioni sprecate. «sopravvivrò, theo, non è la fine del mondo. devo solo essere un po’ drammatico prima» estese la mano per andare a cingere il polso di Theo, quello ancora stretto in un pugno, e con il pollice accarezzò il suo battito frenetico. Un perfetto specchio del suo. All’improvviso, imbarazzato e fin troppo cosciente di se stesso, mollò la presa e mise della distanza tra di loro. Deglutì piano, un colorito alieno sul suo volto pallido a macchiare le guance, sbattendo le palpebre come per liberarsi da una trance– ma cristo dio, ma ce la faceva a comportarsi come una persona normale per una fottuta volta. Era inutile che continuasse a mettersi in ridicolo e on display, rivelando parti morbide e fragili di se stesso che il Kayne non aveva mai chiesto di svelare. Sapeva di non essere voluto dall'altro, che qualsiasi cosa ci fosse stata tra loro era stato frutto di una tensione che era scoppiata si era esaurita in una sera, ma era così sbagliato approfittarne finché poteva?
    hogwarts
    ravenclaw
    americanvi yearlegacygoalkeeper

    after all of this time,
    I should be a pretty crier
    But now I only let me down
    When there's no one else around
    I've been thinkin' way too loud
    I wish that I could block me out
    Don't know how they see me now
     
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12 replies since 17/10/2023, 12:46   348 views
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