less like slow burn && more like two idiots standing about on fire

ft. Paris

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  1. nicoteen
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    paris bentley tipton
    14.02.2007
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    In fondo, la violenza non era sempre la strada sbagliata. Quello glielo aveva insegnato Ficus, certified GGG che usava i pugni per difendere l’onore dei propri amici. Nel caso del Tipton, tuttavia, quei pugni avevano scopri meno nobili e più egoisti: «non l’ho fatto apposta». Sì, e Paris aveva un naso rosso e delle scarpe da clown– cioè, , ma quelli erano cazzi suoi. Vedete perché poi gli toccava ricorrere alle mani? Odiava sentirsi dire cazzate, specie quando erano così palesi. Ma sapevano entrambi che Theo era un pessimo bugiardo, e sarebbe stato come discutere come un bambino delle elementari quindi decise di lasciar perdere. Visto, lui era una persona matura. Magnanima, qualcuno avrebbe anche azzardato. E poi non aveva le energie mentali per esistere in quel momento, figurarsi per rispondere alle provocazioni del grifondoro. «Mh, se lo dici tu. Ma grosso come sei farei più attenzione.» si rese conto solo in un secondo momento di quello che aveva lasciato intendere, ma ebbe la grazia di rimanere composto anche di fronte a quel faux pas. Perché era un signore. O perché voleva far credere al Kayne di essere l’unico con una mente perversa tra i due, e torturarlo psicologicamente era uno dei pochi piaceri che ultimamente si poteva permettere nella vita. Logicamente, sapeva che avrebbe dovuto mettere a freno la sua maledetta lingua, ma non c’era nulla di logico quando si trattava di Theo. «vogliamo riprovare? però non metterti a piangere poi se decidono di bannarti da questo posto fino ai mago» ecco, quello fu abbastanza da disturbare l’espressione placida del corvonero. Potevano togliergli tutto, ma non la biblioteca. Sapete cosa significava vivere per nove mesi in un luogo senza internet? Un fottuto incubo, una condanna a morte, e l’unica cosa vicina alla civiltà erano i suoi romanzi storici. Ok, romanzi rosa con ambientazione storica, ma saranno stati pure affari suoi no? La mano tremò con l’istinto di estendersi e stringersi al colletto di Theo, ma riuscì a sopprimere quel bisogno in tempo. Altri bisogni, come lo sguardo a seguire la sua linea del corpo contro lo scaffale e le immagini che seguirono, erano più difficili da ignorare. Ma non era colpa sua! Era innocente, si stava comportando così be- «provaci e ti faccio piangere io. ma non come piace a te» eh, vabbè. Ma perché ci provava ancora, quando il Kayne riusciva a tirare fuori le parti peggiori di sé? Poggiò la schiena allo scaffale opposto al grifondoro, le caviglie a incrociarsi in una posizione che emanava nonchalance. Eppure, il suo sguardo diceva tutt’altro. Ecco perché si era obbligato a mettere distanza tra di loro, perché sapeva di non potersi fidare di se stesso, traditore maledetto e fottuto sottone. Lui se la ricordava la gita alle Hawaii, e anche il modo in cui si era reso ridicolo davanti a tutti. A Theo non interessava, e Theo non interessava lui, quindi non capiva quello stupido circo. O almeno, non nel modo in cui avrebbe voluto. MA ERANO DETTAGLI HHH moving on. «stavo cercando un libro» oh baby, quasi gli faceva tenerezza. Paris non era così stupido da pensare che fosse rimasto lì solo per parlare con lui, che non avesse niente di meglio da fare, ma voleva crogiolarsi nelle proprie delusions finché poteva. Almeno stavano avendo una conversazione civile senza mettersi le mani addosso, non era un segno in avanti? Chissà se il grifondoro lo odiava ancora, difficile da dire con gli eventi di quell’estate ma– eh, l’aveva evitato anche per quella ragione. Non voleva percepire ed essere percepito, e più stava in compagnia del Kayne e peggio era per la propria salute mentale. Era euforico per quei primi momenti dopo una lite con il portiere, perché aveva ricevuto la sua attenzione, perché voleva dire che allora esisteva ai suoi occhi, ma quello che seguiva era– non rimpianto ma…qualcosa che non sapeva descrivere. Malinconico? Perché non era solo quella l’attenzione che voleva da Theo. Ma lungi da lui aprire la bocca e rovinarsi la vita. «davvero, theo?» (aiuto ma aveva usato il suo nome???? AAAAA no vabbè ma play it cool) commentò piatto con un sopracciglio sollevato, le dita ad accarezzare distratte la spina del libro «e invece ho trovato te, palloso uguale» ah! Che simpatico. Alzò gli occhi al cielo, non preoccupandosi di nascondere il mezzo sorriso sulle labbra: che demente [affectionate] «questa è vecchia, kanye, cerca di aggiornare il repertorio» sì, aveva sbagliato apposta il cognome, ma era una payne thing ♥ ormai. Quello che seguì lo lasciò perplesso e vagamente amused, tanto che per un momento pensò di essere strafatto. Theo si stava preoccupando per lui???? MA IN QUALE MONDO. Cioè, ok, Paris immaginava di essere il ritratto della salute ma non pensava di essere messo così male da far preoccupare persino lui. Paris portò una mano a sistemare i capelli, un po’ self-conscious sotto lo sguardo di Theo, nello stupido tentativo di rendersi più presentabile. Peccato che non fosse quello il problema. Il suo problema era una condanna a vita, e non c’era un cazzo che poteva farci. «no, non sono un vampiro» ti piacerebbe, eh? Non aveva mai capito il fetish alla Twilight ma ok, poteva accettarlo «peggio» aggiunse sottovoce, appena un movimento delle labbra, una frustrazione scacciata in un fiato. Piegò il capo per osservare il Kayne, ed ebbe conferma di quello che aveva pensato prima, tutto terribile e non consigliato «ti stai preoccupando per me?» le sue parole non avevano la solita nota teasing che accompagnava ogni loro interazione, ma portavano una stanchezza che era visibile sotto ai suoi occhi e nel corpo abbandonato contro lo scaffale (molto solito, would recommend 10/10) (così per la vita) «non serve, sto benissimo» stava cercando di convincere il grifondoro o se stesso? Difficile dirlo a quel punto, ma non credeva di star facendo un buon lavoro «il ritratto della salute, non vedi?» eh, insomma. Ma era il look naturale degli emo, che ne sapeva il Kayne di quelle cose. E perché Paris non era un corvonero a tempo perso –nonché amico di un gaslighter esperto– tentò una strada diversa «te, piuttosto? ti è passato il–» con un gesto vago della mano indicò il proprio petto, e ok…ok! Lasciò anche indugiare lo sguardo su quello di Theo, ma non era colpa sua se aveva delle immagini impossibili da scacciare davanti a sé «la polmonite dalle hawaii» o qualsiasi cosa fosse, mica si era infromato!!! Non gli importava niente, ma vi pare. E poi Theo sembrava stare meglio di lui, quindi fuck you Kayne bravo e complimenti per non essere morto congelato.
    hogwarts
    ravenclaw
    americanvi yearlegacygoalkeeper

    after all of this time,
    I should be a pretty crier
    But now I only let me down
    When there's no one else around
    I've been thinkin' way too loud
    I wish that I could block me out
    Don't know how they see me now
     
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12 replies since 17/10/2023, 12:46   348 views
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