a world covered in cables was never wired to last

@atrium, jane ft. tu? | libera

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.      
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Muggle
    Posts
    295
    Spolliciometro
    +702

    Status
    Offline

    when
    nov. 2023
    where
    atrium
    who
    abby's bitch

    ludens
    Spostò la bacchetta di plastica del caffè da un lato all’altro dei denti, Jane Darko. Seduta su una delle panche dell’Atrium del Ministero, si dilettava nel suo passatempo preferito, che null’altro poteva essere se non osservare il genere umano: il libro di antropologia sociale sul quale lavorava da anni, aveva tutta l’aria di poter diventare una saga, infinita come la storia con il drago peloso e parlante. A scanso di equivoci, non era impressionata. Era affascinata, intrigata; conquistata, anche se non sedotta. Ma impressionata? Nulla faceva spalancare gli occhi di Jane, bocca dischiusa in sorpresa.
    (Neanche morire.)
    Aveva visto il peggio delle persone, l’elettrocineta. Raramente il meglio; tendeva ad essere meno interessante, quindi le andava bene così. Poggiò il mento sul ginocchio contro il petto, rotolando assente gli occhi azzurri da un individuo all’altro cercando dettagli su cui costruire le proprie deduzioni: un occhio nero sul quale inventare la rissa del secolo, ed i vestiti strappati su cui sentire le note di un video musicale anni ‘90 ; la voce asciutta di chi si era già arreso, e quella squillante di chi non sapeva accettare un no. Sollevò appena lo sguardo su uno dei Ministeriali fermato dal solito vecchio che si era smarrito e non sapeva dove dovesse andare per denunciare un furto, perché di questi tempi, non è più chiaro a chi debba rivolgermi! DOV’è IL GOVERNO TRASPARENTE!, e non potè fare a meno di sorridere nel notare l’espressione stanca dell’uomo in giacca e cravatta. Quel sospiro, lo sentì quasi sulla pelle.
    Jane, ma tu perché sei lì?
    Noia. Ricerca d’ispirazione. Era un’artista, ed il mondo la sua musa. Per quanto il Cheshire le desse materiale di ogni genere, talvolta bisognava uscire da un ambiente familiare per trovare la storia del secolo. Non progettava di scrivere articoli – non più – e non aveva in mente un preciso capitolo della propria antropologia da ampliare – non ancora – il che rendeva tutto un’opportunità. Avere degli obiettivi poteva essere utile per qualcuno, ma per Jane, le tele bianche erano sempre state la parte migliore di un’opera.
    Non le veniva difficile passare inosservata, perfino con il recente storico che l’aveva vista distruggere Kyoto: i giornali riportavano il volto di Gabe, non il suo. Chi non la conosceva personalmente, non faceva la connessione con l’incidente, anche se Jane non aveva fatto nulla per nasconderlo – anzi, trovava fosse un’ottima pubblicità, ed i clienti del Cheshire la conoscevano come quella persona indipendentemente da quale faccia avesse. Essere il cattivo non era male; poterlo essere solo ogni tanto, era anche meglio.
    No, Jane non aveva remore di coscienza in merito a quanto accaduto.
    No, di Abbadon, non gliene strafotteva un cazzo. Ci aveva provato, quando avrebbe potuto fare la differenza; si era arruolata in una guerra assurda per una questione di principio. Ci era morta, e manco da martire. La sua inutile parte, l’aveva fatta. Lo spettacolo era andato avanti: tanto valeva darsi al soliloquio, e scegliere di far parte di quella società solamente quando le andava.
    Serrò i denti attorno al bastoncino, il bicchiere di caffè scadente ormai vuoto e dimenticato nel palmo. Chiuse gli occhi cercando di seguire i discorsi, e si annoiò in fretta, riaprendoli su un mondo sempre uguale. Era assurdo. C’era stata una guerra che aveva devastato e demolito il mondo così come lo conoscevano; i babbani sopravvissuti erano stati ridotti in schiavitù, ed i Laboratori erano a pagamento; milioni di persone erano morte.
    A quella gente, non importava.
    Ciascuno ad avere i propri, superficiali, problemi – dove chiedere i sostegni al reddito, a chi rivolgersi per una truffa su artefatti magici – trascinando la loro vita fra morti e macerie pensando che perlomeno, perlomeno, non fosse toccato a loro. Gli interessava la questione degli special? Dei Ribelli? Jane credeva sinceramente che la risposta fosse no: quelli erano problemi che riguardavano più la politica che il cittadino medio. Il normo, prendeva quel che passava il convento, lamentandosene davanti ad una birra e senza alzare un dito per cambiare le cose. Gli andava bene, quel che veniva scelto per loro.
    Tutte le persone sedute a quelle panche erano lì per qualcosa. Qualcuno era accompagnato dai Cacciatori, le manette strette ai polsi. Qualcuno attendeva che i Legionari si liberassero dai loro impegni per essere scortati al piano superiore, a fare solo Dio sapeva qualcosa. Alcuni, dall’espressione cauta e pallida, sembravano doversi affacciare ad interrogatori con gli Antepavor.
    Inspirò. Si disse che magari, per rendere la situazione piccante, avrebbe potuto salire al piano della sicurezza, ed inventare una storia sul quale farli indagare. Trovava sarebbe stata comunque una perdita di tempo minore rispetto alle storie altrui, che per quanto reali, erano superflue come la loro esistenza su quel piano.
    Sorrise, Jane. Battè le ciglia corvine, reclinando il capo all’indietro e lanciando infine un’occhiata di sottecchi alla persona che aveva preso posto poco distante da lei – ma non sulla sua panchina, aveva notato; poteva anche passare inosservata, ma qualcosa nel subconscio di quegli sconosciuti doveva comunque averla etichettata come diversa, perché nessuno aveva occupato quella panchina per ore. - offrendo un mite cenno con il capo.
    «prima volta?»
    jane
    darko
    And I don't feel secure no more
    Unless I'm being followed
    And the only way to hide myself
    Is to give 'em one hell of a show
    gif: kitherondale.tumblr.com
    i panic! at (a lot of places besides) the disco
    i see it, i like it, i want it, i got it


    ancora???? sì. ORDUNQUE.
    Jane è al Ministero a (fare: niente) osservare la fauna locale. Seduta sulle panche dell'atrium, perchè ho deciso che abbiamo delle panchine (...)
    e approccia qualcuno che è lì in attesa (o chissà, forse si sta facendo una cultura come lei) di ... qualcosa. Letteralmente qualunque cosa. Nel post ho scritto esempi casuali, ve li offro anche qua come spunti di riflessione - gente arrestata, perchè no; nuovi specialini che aspettano i legionari; qualcuno che deve andare a deporre al wizengamot, o a farsi interrogare dagli antepavor; mah, potete anche essere studenti in cerca di tirocinio, o lavoratori del ministero che si fingono clienti perchè sono stanchi ed in pausa e odiano i colleghi (.), qualcuno che deve andare a fare un colloquio - ma sentitevi liberi di improvvisare, il mondo è vostro!!!
     
    .
0 replies since 16/10/2023, 17:47   42 views
  Share  
.
Top