Rough Around The Edges

@Magazzino Abbandonato, ft. Jericho

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    dressed to kill

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    Niente da fare, la gente le stava proprio sul cazzo. Jericho Karma Lowell non era una creatura adatta alla società, malgrado fosse costretta a farne parte. Le comodità della civilizzazione le piacevano abbastanza da non averla ancora spinta a vivere come un’eremita – voleva una connessione wifi funzionante, e locali vicini dove andare a prendere i suoi bibitoni extra zuccherati, nonché la costante possibilità di pugnalare qualcuno semplicemente perché le andava – ma odiava ogni interazione con la razza umana, perfino quando non diretta a lei nello specifico.
    Era in fila al Capitan Platinum, ok. In uno strano moto di ottimismo e di rispetto nei confronti di Niamh (non Isaac. Chi cazzo era, Isaac), con cui aveva condiviso casata, amico, ed una pazienza molto sottile, non aveva neanche minacciato gli individui di fronte a sè con un coltello alla gola per farla passare avanti: a suo dire, era stata un angelo. Chi la circondava, non era evidentemente conscio di quale favore avesse fatto loro la Lowell a non accoltellarli in mezzo alle scapole, perché insistevano ad esistere in maniera rumorosa e altamente seccante. Il gruppo di adolescenti poco distante di lei, continuava a ridacchiare e spintonarsi, con il più alto fra loro (che forse si sentiva arrivato solo perché con il naso poteva sniffare le nuvole: ragazzini di merda, e pure ogm.) che continuava a fingere di scusarsi, ad un volume eccessivo perché fosse sincero, con il resto della clientela, per il comportamento dei suoi amici, scatenando di conseguenza altre risate dai compagni. I signori dall’altra parte, persistevano nel brontolare il loro fastidio, come se qualcuno lì dentro gliel’avesse domandato. La coppia esattamente dietro di lei, continuava a pomiciare, accompagnando quel triste pomeriggio – l’unico in cui non avesse le cuffie. - con suoni umidi e sospiri adoranti. Da qualche parte nel locale, un bambino continuava a piangere.
    Altri trenta secondi. Concedeva ancora trenta secondi della propria misurata pazienza, poi non avrebbe risposto delle sue azioni. Chiuse gli occhi, scandendo il tempo in respiri profondi che secondo la mindfulness avrebbero dovuto portarle serenità, ma che la Lowell usava per accumulare tutta la sua furia. La pressava tenendola a bada come una molla; non gliene fotteva un cazzo di chi ci andasse di mezzo quando, infine, la lasciava andare.
    Ventinove. Ventotto.
    «ihih STUPIDOHH»
    Ventisetteventiseiventicinque ZERO wow che magia la matematica, assurdissimo, e mannaggia la miseria, ora le toccava prendere provvedimenti. Spalancò gli occhi turchesi sullo stupidohh in questione, casualmente il GGC (Gigante Gran Coglione) di prima, che mostrava tutti i suoi dentini da pre pubescenza con l’apparecchio. in sorrisi languidi che puzzavano di ormoni perfino senza leggergli nel pensiero (e lei poteva, per inciso). Espirò, la lingua a scivolare sull’arcata superiore dei denti.
    Dopodichè, agguantò una sedia e la sbattè al pavimento. Violentemente. Più volte, fino a che l’unico rumore all’interno del locale non divenne il lento scricchiolare di viti che saltavano e metallo che si piegava. Quando le rimasero in mano due gambe, le roteò nei palmi facendosi spazio fra quelli che erano rimasti troppo sconvolti per spostarsi – ma che lo fecero, in quel momento – e puntellò la parte piatta del bastone contro il petto della ragazzina che aveva ridacchiato fino a qualche secondo prima. «avete rotto il cazzo. Sdrumato i coglioni. Scartavetrato i testicoli.» sottolineò ogni sentenza con una piccola spinta, i denti così strizzati fra loro da far uscire le parole in sibili. La biondina poteva avere sì e no, più no che sì, quattordici anni, ed a Jericho non poteva interessare di meno. «non frega. Niente. A NESSUNO, ok. NESSUNO. Non siamo qui per i vostri stupidi, patetici, insensati, riti di accoppiamento da ADOLESCENTI DI MERDA, con quelle risatine che vorrei imbottigliare e spaccarvi sulla calotta cranica. OK? BASTA» piroettò sul posto, e con un unico colpo secco, prese il retro delle ginocchia dello spilungone facendogli perdere l’equilibrio. «e tu. tu. “STUPIDOHH”? Si cazzo, sei un COGLIONE, e io ti ODIO. Se vuoi piacere alle persone, e fare qualcosa di simpatico per tutti, SPARATI. SPARATI! I morti piacciono sempre.» le parole ferivano, ma non erano abbastanza - non nel mondo della ex Grifondoro, dove tutto era tangibile e concreto; non usava la bocca come arma, se non per mordere – quindi, grazie all’ausilio del rimanente della sedia, lo spinse completamente a terra. Alzò lo sguardo sul resto dei clienti, mento all’infuori. Chi sarebbe stato il prossimo? Una domanda a cui non ebbe bisogno di rispondere, perché la calca si aprì come il Mar Rosso, mostrando il sospiro di Jayson Matthews, e la sua impassibilità, in tutto il suo splendore.
    Con tutta la calma del mondo, la Lowell si avvicinò al bancone.
    «quella la aggiusti»
    «no»
    Un intenso scambio di sguardi. Jay (oddio...come Barbie) non era pagato abbastanza per quello.
    «ok»
    E quella era la breve storia di come Jericho Karma Lowell arrivò a New Hovel con una tazza di tè con più zucchero di quanto qualunque essere umano avrebbe dovuto essere in grado di processare. Bevendo dalla cannuccia colorata, assottigliò le palpebre verso il ragazzino striminzito che l’attendeva. Il come fossero arrivati a quello, non aveva importanza: un annuncio? L’aveva sentito mentre cercava di fissare un colloquio con un effettivo docente? Amen: in qualche modo, Jericho aveva scoperto che c’era un ragazzino in vena di farsi insaccare di botte, perché a sua volta voleva insaccare di botte qualcuno (Liam: ah sì….?) e tanto le era bastato per decidere di offrirsi come sensei. Un tempo era stata anche lei una creatura inetta e senza capacità come il moro; poteva rendere il mondo migliore offrendo sul loro piano un altro villain.
    O ucciderlo nel mentre. Per lei, era sempre una vittoria.
    «liam o’sullivan?» domandò, senza allontanare le labbra dalla cannuccia, squadrandolo dal basso verso l’alto. «ti bullizzavano, vero? Hai la faccia di uno che è stato bullizzato.» Schioccò la lingua contro il palato, avvicinandosi quanto bastava a non dover urlare per farsi sentire. «cosa sai fare?» in generale, nella sua esistenza. «schifo non vale, quello lo vedo.» A quel punto, sorrise.
    chloeigh_
    people hate to see women breaking into male dominated fields (psychopathy)

    gifs: fybarbarapalvin.tumblr.com
    i panic! at (a lot of places besides) the disco
    i see it, i like it, i want it, i got it


    CIAO MATTI SMACK
     
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6 replies since 3/10/2023, 15:10   160 views
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