look at the earth from outer space, everyone must find a place

BloodWisp -MTT + rrrooar-flag

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  1. pathetic.
         
     
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    Roxanne O'Death

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    «ti sembra una cosa normale da dire a qualcuno che hai appena incontrato? <hei, potevi morire in questo istante>.» sì. Certo che sì. Di che altro si doveva parlare con le persone se non di omicidio? E gli aveva solo fatto un favore, spiegandogli quanto fosse stato debole in quel momento. Bisognava sempre tenere alta la guardia. Meglio per lei se non era abituato a farlo. Se avesse avuto bisogno di ucciderlo, sarebbe stata una preda facile, lo avrebbe sicuramente aggiunto nel suo diario, insieme a tutte le altre info che sarebbe riuscita a cavargli di bocca. «sì, parlare di cose normali è sopravvalutato e riservato alle persone normali» e lei non era una persona normale ed essere paragonata ad esseri umani che non fossero una Jericho, guru che osannava, l'avrebbe presa come un insulto. Non si stava allenando mica per niente. «è per questo che non dormo in una tenda con altre persone... anzi, non dormo proprio in tenda... ed evito le altre persone.» wow ma quindi qualcosa in comune l'avevano. Magari non era così scemo come dava a vedere. Le persone rendevano la vita difficile e uno strazio, well, almeno finché non ti comportavi da predatore, lì diventavano divertenti, dei giocattolini con i quali divertirsi finché non ti annoiavi e li lasciavi marcire a loro stessi. «a volte si è obbligati a condividere tende con qualcuno o... la vita» tipo lei che era costretta a vivere con i suoi coetanei a Hogwarts e manco i suoi Serpeverde dato che non lo era più e quella legge del cazzo che avevano appena rifatto non le permetteva di rientrare nella sua vecchia casata. Ma quello era un discorso a parte, ora stavano parlando di depravati seriali. «e non lo sei?» beh... come dire. Sì. Non dal punto di vista sessuale del temine, intendiamoci, ma sì, di certo non era l'angioletto che il ragazzo sperava tanto di incontrare per sentirsi al sicuro. Era anche assurdo pensare di fare tale domanda e credere alla risposta, credere alla sincerità di una sconosciuta, ma lei dopotutto non aveva niente da nascondere. «certo che lo sono. sorpreso?» non è che avesse fatto molto per nasconderlo fra minacce di morte e apparizioni silenziose. Chissà se lo avrebbe perseguitato addirittura nei sogni, sarebbe stato molto divertente, sembrava molto debole da quel punto di vista. In combattimento doveva ancora farsi un'idea, magari poteva addirittura essere bravo, anche se non ci avrebbe messo una mano sul fuoco. «non vai in giro per parchi? preferisci i vicoli oscuri nel cuore della notte, di solito?» non amava farsi vedere, doveva apparire come facente parte dello sfondo, il buio era suo alleato, non quanto i manipolatori delle ombre, però sapeva muoversi abbastanza bene da non essere notata. «i miei preferiti... mi scambiano per una debole scolaretta. i loro corpi squarciati possono raccontarti quanto io mi sia divertita» si portò l'indice alle labbra come per riassaporare il ricordo del sangue sulle labbra. Avere i poteri da vampiretta e non potersi cibare di sangue era sempre la cosa di cui si pentiva di più, ma non si lasciava sfuggire almeno un assaggio delle sue vittorie. Dal gesto poteva sembrare stesse scherzando ma chi la conosceva, sapeva che non stesse scherzando. «beh, mi fa piacere di non trovarmi davanti a qualche demone mutaforma o qualcosa del genere... mi manca il mio mondo semplice, dove la magia non esisteva, non dovevi nemmeno chiederti che cosa avessi davanti a te. Magari potevi essere uno di quei cosi che si trasformano nella tua paura più grande.. come si chiamano... molli... molliqualcosa.» qui mancavano le competenze basi. Sempre più convinta fosse di famiglia babbana. Tanto non ci avrebbe speso molto altro tempo ancora. «i mollicci. e cosa vedresti in un molliccio?» di certo non stava chiedendo per amor di conversazione o perchè era preoccupata per lui, ma più informazioni raccoglieva e più poteva completare il suo Death Note personale. «tua madre ha saltato la lezione <non sussurrare nell'orecchio agli sconosciuti> a quanto sembra...» fece spallucce guardando il ragazzo di fronte a sé. oh, sua madre aveva saltato molte lezioni a quanto pare. Ma quelle giuste, quelle giuste sì che gliele aveva insegnate. «da bambini ti insegnano ad aver paura, ma non ti insegnano mai a non diventare un orrore vivente» sua mamma poi, era stata lei stessa a renderla così. Tale madre, tale figlia. Roxanne non poteva essere più felice di così, era stata lei stesso a chiederle di fare di lei la propria macchina da guerra. Aveva ancora tanto da imparare ma era sopravvissuta ad una guerra, il suo battesimo di sangue l'aveva fatto.

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