Un fastidioso inconveniente dell’età adulta a cui nessuno l’avrebbe mai potuto preparare era la spesa. O meglio, la velocità con cui il cibo nel suo frigo sembrava sparire. Hayes ammetteva di avere più appetito di un adulto medio, ma quello era probabilmente dettato dal rigido regime di allenamento a cui si teneva, e alla quantità di proteine che ingeriva ogni giorno. Una volta dei cacciatori l’avevano fermato credendo fosse in possesso di cocaina, per poi doverli avvisare della terribile notizia che si trattasse di creatina. Aveva il terribile sospetto che, se fosse stata altra polvere bianca, avrebbero favorito. Non avevano delle facce affidabili, e il Carter non poteva che domandarsi cosa fosse successo alla sicurezza pubblica negli ultimi anni. Ma erano altre le preoccupazioni di Hayes al momento, nello specifico il suo frigo vuoto: aveva una barbabietola (la verdura preferita dei vecchi) e una bottiglia di Gatorade. Nonostante l’età, non era ancora competente nell’arte di essere un adulto funzionale. Ricordava di aver avuto un assistente personale per gran parte della sua carriera, e un nutrizionista che lo seguiva, dunque la concezione di doversi preoccupare del prossimo pasto era sciocca quando aveva qualcun altro che ci pensava per lui. Ma quei tempi erano andati, e Hayes non era più il prodigio del Quidditch che era una volta, costretto a doversi rifugiare dentro le mura di Hogwarts per scappare a uno sport in cui non era più il benvenuto. C’era un motivo ben preciso per cui aveva scelto quell’ora per uscire di casa e procacciare del cibo, ed era che in teoria non ci sarebbe dovuto essere nessuno in giro. Era risaputo che le ore dalle 12:30 alle 2:30 erano una No Man’s Land per i supermercati- aveva condotto un personale studio, certe cose le sapeva. La sorpresa del Carter era palpabile quando, contro ogni piano, trovò delle forme di vita in mezzo al parco. Si aspettava dei ragazzini, dopotutto i parchi sembravano essere il loro habitat naturale, ma la scena in cui incappò aveva ben poco a che fare con quello che aveva immaginato. Il ragazzino c’era, ma come dire, forse non c’era nella testa. «forse è il caso di allontanarsi» si avvicinò cauto alla coppia, le parole dirette alla persona che era accanto allo special. Una mossa davvero molto stupida, o coraggiosa, a seconda dei punti di vista. In ogni caso, Hayes non poteva che ammirarli, perché col cazzo che si sarebbe avvicinato in un’altra occasione «non mi sembra particolarmente stabile» spostò lo sguardo sul ragazzino, che in tutta risposta pareva vibrare e fare cose che il Carter nemmeno poteva iniziare a comprendere. Si rifiutava di essere paralizzato dalla paura come una mosca catturata nella ragnatela di un predatore, e non avrebbe ceduto alle paure irrazionali instillate in lui dallo stigma sugli special. Sollevò le mani in un gesto che voleva essere non-threatening, ma era difficile vista la massa muscolare e la statura imponente del britannico «possiamo chiamare qualcuno di cui ti fidi?» magari era spaventato, magari aveva bisogno di aiuto– Hayes sapeva solo che più tempo passava, e più era probabile che la situazione si inasprisse. E infatti. «Ma perché tutte a me» prima il ragazzino in prigione, e adesso il ragazzino special. Aveva una calamita per i casi umani? O era un tiro mancino della Sorte?
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