claw my way out through these walls

[ ty ft. bertie ]

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  1. anxie/ty
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    taichi lìmore
    we're only young and naive still
    we require certain skills
    the mood it changed like the wind
    hard to control when it begins
    ty non aveva alcuna dote particolare.
    si confondeva nella massa, nonostante il suo metro e ottantacinque, una siluette sottile uguale a tante altre; non doveva nemmeno rasentare i muri, per essere invisibile. gli bastava continuare ad interpretare se stesso, un giovane uomo con poche ambizioni ed un bagaglio di ansie spesso immotivate da portarsi sempre appresso — e non è che la cosa gli dispiacesse.
    vivere nel suo au, sprofondare nella comfort zone, crogiolarsi all'interno della sua bolla delulu, gli aveva permesso di sopravvivere ad un anno fino a quel momento davvero troppo intenso per i suoi gusti; un anno che era praticamente solo a metà ("what a week, uh?" "ty, it's wednesday").
    considerato il susseguirsi di eventi inattesi per i quali Taichi non poteva minimamente definirsi preparato (Hans e Mac che decidevano, infami, di scomparire così de botto e senza senso, trasformando lo special in Charles Boyle while Jake is on trial; hans, infame doppio, e i suoi due minuti di elettrocardiogramma piatto, che avevano mandato anche il cuore del lìmore in uno stato di morte apparente; la guerra — e vabbè, abbiamo detto che non ci interessa), forse non se l'era cavata così male.
    «Non mi alzavo dal letto da settimane. Semplicemente… non ci riuscivo.» sapete cosa: ty non era una merda come barrow skylinski. quello rigirava il coltello appena vedeva una ferita aperta, quasi che nel vederla rimarginarsi fosse lui a provare il più grande dolore; Taichi preferiva strappare, la lama o un cerotto. non ci godeva particolarmente a vedere gli altri in difficoltà, perché era lui il primo ad annegarci dentro, ma allo stesso tempo era rapido a diventare insofferente al dolore altrui. soprattutto quando non lo capiva— e quello di bertie era come una forza che gli remava contro.
    forse perché era finito nei laboratori contro la propria volontà quando aveva solo cinque anni, e con quella condizione gli era toccato viverci e con-viverci tutta la sua vita; un'esperienza che aveva inconsciamente rimosso, i brutti sogni di un bambino a svegliarlo nel cuore della notte quando gli altri pensieri si placavano. un evento molto raro, quindi «immagino» annuì, senza immaginare proprio un cazzo. specchiandosi nelle iridi chiare della ragazza, ebbe persino modo di pensare che la forma scelta dal Behemoth fosse più piacevole dell'originale.
    gli ricordava Livy, il che era insieme un bene e un fottuto male.
    «Mi pento di tutto, ovviamente. Fa un cazzo di caldo assurdo, voglio morire.» ah, adesso sì che iniziavano a parlare la stessa lingua (quella famosa che Bertie gli aveva cacciato in gola quando era ancora minorenne? bertuccia passione pg di rob since sempre). l'espressione fino a quel momento contrita, quasi sulla difensiva, di ty prese una sfumatura appena più morbida, riflettendosi nel mezzo sorriso che fu rapido a regalare alla bionda e altrettanto a far sparire «noi amo» che volete, colpa di fake. Kugi aveva anche tentato di introdurlo al mondo di tiktok, ma l'algoritmo dell'applicazione si era rivelato alquanto caotico: un giorno era in fissa con daddy!Pedro Pascal, l'altro con la gente che raccattava i gattini per strada.
    «posso farti una domanda?» si mosse sulla panchina appoggiando la caviglia destra sul ginocchio opposto, la testa reclinata all'indietro; il cielo era terso, il sole troppo splendente. chiuse gli occhi, respirando a fondo, le dita ad intrecciarsi contro lo sterno.
    quando le ombre cominciarono ad accumularsi sul volto imberbe, Taichi si concesse un sospiro di sollievo: racimolare qualche nuvola non era poi così complicato, soprattutto per uno che aveva ancora l'abitudine di far nevicare quando gli prendeva un attacco di panico «come mai non hai il tuo solito assetto*» qualche problema con l'inglese ty ce l'aveva ancora; la capacità di imbarazzarsi per qualche stupido errore grammaticale, non più — god bless the adulthood 🙏🙏🙏 «sono solo curioso, ma non devi rispondere per forza. » in ogni caso lungi dal lìmore lamentarsi.
    «a potere come stai messo? messa. messo. non so» non sapeva. quali pronomi usare, ma anche quale tipo si capacità avesse acquisito Bertie dopo aver perso la magia per mano del caro signor Abby — ✨surprise


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    erasmus
     
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5 replies since 11/7/2023, 07:55   174 views
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