the way you move has got me stuck

@ lilum | ft. cassie

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  1. [the blonde salad]
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    cassandra turner
    Under a spell you're hypnotized
    Darlin', how could you be so blind?
    A Cassandra piaceva il suo lavoro; quante altre persone avevano la fortuna di poter dire la stessa cosa? E soprattutto, quanti avrebbero detto lo stesso del suo lavoro?
    Non molti, ecco la verità.
    Tutti tendevano perlopiù a minimizzare la sua professione: spogliarellista, stripper, e molto molto peggio, con epiteti che di solito non si ripetono davanti ai bambini, e con descrizioni fantasiose che scavavano nelle profondità della storia per provare a nascondere un certo disgusto per quella mansione. La sua preferita era “il mestiere più antico del mondo”, ma di solito la gente se ne inventava di tutti i colori ed era quasi divertente cercare di immaginare la loro prossima trovata; le avrebbero dato della “meretrice” o della “concubina” la volta successiva? Tutto da scoprire. Nel migliore dei casi, in realtà, la gente si limitava a definirla una ballerina – e mai una danzatrice, perché, a quanto pare, la danza era qualcosa di più raffinato dei suoi balli –, che non era poi così male se paragonato agli altri, ma il punto era che mai nessuno sembrava cogliere il nocciolo della questione.
    Quello che Cassie faceva ogni sera sul palco del Lilum era puro intrattenimento. Il suo lavoro, a conti fatti, non era poi così diverso da quello di un attore, di un comico o di un cantante, con l’unica differenza che Cassie lo faceva in modo sensuale e mostrando qualche centimetro di pelle in più – e non era neanche detto, visto che le cantanti pop ormai indossavano vestiti e tutine quasi più rivelatori dei suoi.
    E oltretutto, non era affatto facile; richiedeva molto impegno e molta dedizione. La maggior parte delle persone pensava che bastasse stringere il body sul seno, mettere un rossetto abbinato, presentarsi sul palco la sera per fare due mosse qualsiasi, e la giornata di lavoro finiva lì; la verità era che anche dietro le coreografie più semplici c’erano giorni di lavoro, di prove, e di accorgimenti. I clienti del Lilum pagavano tanto per quel servizio ed erano esigenti, ma Svetlana lo era addirittura più di loro, e richiedeva da tutti i suoi dipendenti nient’altro che la perfezione – e Cassie ricercava proprio quella ogni volta che saliva sul palco e puntavano i riflettori sulla sua figura.
    Le piaceva. Le dava la sensazione di avere il controllo della situazione sapere che ad ogni sua azione, ad ogni suo movimento, sarebbe corrisposta una reazione da parte del pubblico, e che di solito quella reazione era di approvazione – di eccitazione, nel migliore dei casi.
    Il rovescio della medaglia era che spesso quelle reazioni superavano il limite, diventavano incontrollate ed eccessive, e benché a Cassie di solito non dispiacesse avere gli occhi dei clienti addosso – e spesso anche le mani –, non amava troppo il momento in cui lo spettacolo finiva e il pubblico si sentiva padrone del suo corpo. Era quello che temeva di più, a dire la verità. Quando la musica si fermava e sentiva improvvisamente il potere scivolare via dalla sua persona per essere assorbito dagli uomini nel pubblico: lo vedeva nelle loro dita che tremavano con le banconote in mano, vogliosi di toccare il suo corpo; lo percepiva nel loro sguardo vuoto e famelico che saltellava da un lembo di pelle scoperta a un altro; lo sentiva nelle loro parole volgari, nelle loro voci improvvisamente rauche.
    Per la Turner, una volta finito lo spettacolo la magia semplicemente, puff, spariva.
    C’erano delle eccezioni, fortunatamente – lo strano ragazzo biondo seduto sempre in prima fila ma che era apparentemente solo un grande estimatore dei muri del Lilum, i pochi fedelissimi clienti che sapevano come comportarsi per non rischiare di essere sbattuti fuori dal locale dalla Piper, e qualche gruppo di ragazzini che in qualche modo miracoloso era riuscito a sgattaiolare all’interno e non aveva mai visto il corpo di una donna e che quindi restava solo a guardare sconvolto. Per il resto, le mance extra facevano sempre comodo, soprattutto quando erano generose come quelle delle prime file, quindi la Turner assorbiva in silenzio gli sguardi viscidi dei clienti e faceva la sua passerella, dispensando sorrisi carnosi e occhiate volutamente (e fintamente) maliziose, ancheggiando sensualmente in un body semi-trasparente.
    Non sapeva esattamente se Reese Withpotatoes figurasse o meno nel quadro delle eccezioni; era abbastanza sicura che tra le sue colleghe e tra i suoi colleghi si fossero formati due schieramenti opposti, quelli che sostenevano che il biondo fosse esattamente come tutti gli altri clienti, e quelli che sostenevano che fosse esattamente come tutti gli altri clienti, ma carino. Cassandra non si era mai espressa sulla questione, e comunque non avrebbe saputo da che parte schierarsi.
    Il Withpotatoes non era propriamente un’eccezione, ma non era nemmeno come gli altri clienti, poco ma sicuro: Cassie non trovava il suo sguardo ripugnante, lo bramava; le piaceva sentire la pelle bruciare sotto i suoi occhi chiari, voleva che lui la guardasse, lo pretendeva, desiderava che la sua presenza sul palco fosse il suo pensiero fisso e che nient’altro catturasse la sua attenzione.
    Era una sfida, ormai — con se stessa e con il ragazzo; chi avrebbe ceduto prima? La Turner era convinta di sapere già la risposta, e aveva scommesso tutto su se stessa.
    D’altra parte, lui era Reese Withpotatoes, e questo era abbastanza da costituire di per sé un problema.
    L'aveva notato con la coda dell'occhio farsi largo silenziosamente tra la folla, ma non fece una piega e fermò il suo incedere verso i camerini con naturalezza e senza prestarci troppa attenzione, come se avesse saputo già da tempo che si sarebbe fermata lì. Chiuse la corta vestaglia in seta con un morbido nodo alla cintura, e solo allora alzò lo sguardo verso l'ex corvonero davanti a sé. Il sorriso che gli rivolse era tutt'altro che cortese o affettuoso, ma faceva perfettamente il paio con quello altrettanto smaliziato e ironico — e fastidioso — di lui.
    Lo lasciò parlare, e solo alla fine fece schioccare le labbra ancora perfettamente rosate dal rossetto, accentuando un sospiro un po' esasperato. «prendo tutte le lamentele dei miei clienti molto seriamente» sempre ammesso che le ricevesse, ed era molto raro che capitasse «dovresti saperlo ormai» inarcò il sopracciglio destro con fare furbo e un po' malizioso. «tuttavia» annunciò con fierezza alzando di poco il mento e allargando le labbra carnose in un sorriso soddisfatto «mi dispiace deluderti ma non c'è stata nessun'altra critica, a quanto pare la mia routine soffocò una risatina scettica per quella descrizione — è apprezzata da tutti» fece vagare solo per un attimo lo sguardo sul resto della sala, per poi lasciare gli occhi chiari posarsi di nuovo sul ministeriale «o quasi» sottolineò, non nascondendo il divertimento di quella precisazione. Si fece più attenta e studiò il viso del Withpotatoes di fronte a sé, muovendo lentamente un passo in avanti. «ma è interessante la tua passione per i miei spettacoli» allungò una mano per posarla sul viso del ragazzo — no, non in uno schiaffo, ma quasi peggio.
    Indugiò con le dita tra le ciocche di capelli biondi dietro l’orecchio, poi fece scivolare lentamente l'indice lungo la sua guancia, e infine percorse con l'unghia smaltata i lineamenti della mascella per prendere il suo mento tra l'indice e il pollice e fargli voltare il viso prima da un lato e poi dall'altro, studiandolo con aria incuriosita e divertita. «mh, suppongo che si possa fare» considerò tra sé e sé, mentre feceva scorrere lo stesso dito, con lentezza, sul collo del maggiore e poi giocò un po’ distrattamente con il colletto della sua maglia «se vuoi posso prestarti uno dei miei body così la prossima volta puoi mostrarmi direttamente tu come posso fare meglio» si spinse in avanti e mosse qualche passo verso di lui, girandogli attorno mentre continuava lo studiava attentamente con lo sguardo, come una predatore che analizza la sua vittima; si posizionò alle sue spalle e prima si aggrappò alla sua spalla, poi fece scorrere il palmo della mano lungo tutta la sua schiena, e scelse come ultima tappa la tasca posteriore dei suoi jeans, infilando la mano proprio lì — un modo velato, e nemmeno troppo, di puntare alla sua natica. «ma non andrai molto lontano con queste forme» ci tenne a informarlo con un sorriso soddisfatto mentre posava il mento sulla spalla di lui e avvicinava le labbra al suo orecchio «c'è da lavorare un po', ma scommetto che non sarà un problema per te, mh?» soffiò con fare divertivo al suo orecchio, esercitando ora un po’ di pressione con la mano sul tessuto dei suoi jeans, perché il Withpotatoes poteva stuzzicarla quanto voleva, ma Cassandra avrebbe sempre trovato il modo per fargliela pagare.
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4 replies since 30/6/2023, 23:08   199 views
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