you're a bad idea but I could do a few more years

ft. libera

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    Spolliciometro
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    mona charlie barclay
    && it's almost convincing
    but I've been known to go against my instincts,
    && I know you're performing, but it's working for me,
    we can talk about it in the morning
    Doveva ammetterlo: le era mancato vestire le forme generose e gli abiti scintillanti di Charlie, in quei due mesi di conflitto, in cui era stato impossibile sgattaiolare fuori dalle mura del castello. Faticava ancora ad accettare il fatto che la guerra avesse messo in pausa il mondo, e poi lo avesse rovesciato del tutto; svegliarsi in un mondo con gli special al potere non era stato di certo nella sua bingo card 2023, e Mona aveva visuto benissimo fino a quel momento, non vedeva davvero la necessità di aprire gli occhi, un giorno, e dire “mah, sì, oggi conquisto il mondo e faccio comandare la razza inferiore”. Ugh. UGH.
    Perciò sì, quei due mesi di controlli rinforzati e giri di ronda triplicati avevano messo un brusco stop alle sue uscite clandestine; non che di solito fosse facile, o non comportasse rischi ben peggiori delle torture (espulsione, anyone?! un incubo) ma Mona aveva avuto gli insegnamenti di Cherry, ed era una Ben10, per quanto ci tenesse a portare Corvonero in vetta alla classifica delle Casate, non poteva del tutto mettere a tacere quell’indole un po’ insubordinata che la Benshaw maggiore le aveva, suo malgrado, trasmesso.
    Charlie Barclay era la sua valvola di sfogo; il suo piccolo segreto.
    Nessuno, nemmeno i Bens, sapeva che dietro le forme morbide e il sorriso affilato della ventiquattrenne di South Kensington si nascondesse in realtà una corvonero annoiata e sempre alla ricerca di qualche nuova avventura che, alla lei minorenne, era vietata e malvista.
    C’erano così tanti motivi per cui sarebbe potuta finire in guai molto seri, ma credeva di meritarsela qualche gioia ogni tanto, e farlo utilizzando l’identità contraffatta di una babbana qualunque (o le sue fattezze adulte, sto ancora decidendo se usi la polisucco o un incantesimo invecchiante (.) vi farò sap dai cosa sono i dettagli nel grande schema delle cose, dopotutto) (addirittura, potrebbe essere metamorfomaga, pensate!) (dicevo.) — farlo utilizzando un’identità contraffatta rendeva tutto più eccitante. L’illegalità della cosa le mandava un brivido lungo la schiena impossibile da ignorare, impossibile da resistere, e ogni volta che doveva scivolare via dalla presa morbida delle persone che la conoscevano, per indossare quei panni che diventavano man mano sempre più comodi, si sentiva al settimo cielo.
    Forse, dopotutto, l’influenza di Cherry si palesava sempre di più, col passare degli anni, e Mona non si sentiva di considerarla del tutto una pessima influenza. C’era un certo qualcosa, un je ne sais quoi nel fare esattamente ciò che non potevi fare, in grado di ammaliarla e spingerla a farlo, appunto, solo perché non poteva. A fingere, poi, era bravissima perché era cresciuta a pane e falsità, in una famiglia come quella dei Benshaw.
    Il pensiero che qualcuno (ciao Ben) potesse offendersi per quel segreto, non l’aveva mai scalfita: non stava facendo assolutamente nulla di male, si stava solo divertendo a flirtare con donne più grandi che, altrimenti, non avrebbe potuto mai avvicinare. Che le facessero causa.
    Quindi sì, alla prima occasione possibile, uno dei primi weekend di ritrovata – e finta – normalità, Mona aveva deciso di cogliere l’opportunità e dirigersi ad Hogsmeade, un pomeriggio, indossando il miglior sorriso di Charlie Barclay. Ne aveva bisogno. Non le importava nemmeno di trovare qualcuna, quel giorno, voleva solo vivere la vita di una persona diversa, per qualche ora, e bearsi dell’adrenalità che l’illegalità della cosa le donava.
    Picchiettò sul bancone con le unghie smaltate di turchese, catturando l’attenzione di uno dei baristi, ed ordinò da bere. Charlie aveva persino un drink preferito, tanto era stata costruita bene nella sua mente quella falsa identità. «Dry Martini, con doppia oliva.» Gli sorrise, e nell’attesa di ricevere il suo bicchiere di gin e vermut, passò in rassegna il locale alla ricerca di qualcuno di interessante.
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    ravenbitch
    ben10


    Dai, venitece, secondo me Charlie è più simpatica di Mona. BACI
     
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