Imagine for a minute the way that I'd be living if only I could

stiles ft. hugo, ciao sara! adieu!

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    «Mi dispiace.» Che sembrava del tutto onesto, e fece sfuggire un sorriso allo Stilinski. Sollevò gli occhi su Hugo, scrutandolo in cerca della sua personale origin villain story, e quando l’altro non la offrì di sua spontanea volontà, si limitò a fare spallucce. «Spero che almeno la paga fosse buona.» Quella di uno studente part time? Corrugò le sopracciglia, grattando una bassa risata incredula. «nei locali la paga non è mai buona. I dipendenti arrotondano con le mance» indicò con un cenno il boccale vicino alla cassa dove si potevano infilare monete che a fine servizio camerieri e baristi si sarebbero divisi. Un metodo idealmente simpatico, ma poco funzionale e che creava dinamiche affatto piacevoli. Ai tempi in cui Andrew Stilinski lavorava ai Tre Manici, per quanto il proprietario lo adorasse, non … andava per la maggiore, con i clienti (eufemismo). Troppo impacciato, sempre a rovesciare qualcosa, e spesso su qualcuno. Passava la maggior parte del suo tempo con una mano sul mocio, e l’altra chiusa a mostrare il dito medio, nascondendolo poi nel grembiule prima che qualcuno potesse realmente accorgersene. Questo per dire che non andasse forte con le mance: gli unici che gli volessero bene erano i clienti abituali, quelli che al mattino puzzavano già d’alcool, ma si sapeva che gli eletti avessero il braccino corto. Comunque, come aggiunse con un sospiro pesante, decisamente un’esperienza.
    «Allora sei davvero un po’ masochista.» Che… che. Vi dirò.
    Non era affatto lontano dalla realtà, ed il colpo basso bastò a fargli distogliere lo sguardo, il labbro superiore arricciato in un sorriso sofferente. Non si sarebbe proprio proprio definito un masochista, ma aveva una… peculiare tendenza a farsi piacere anche quanto poco fosse adatto a lui, ecco. Mettiamola così. Talvolta ci insisteva perfino, su quello che più lo faceva stare male, ma non credeva fosse il caso di ammetterlo ad un primo non appuntamento – era lì per fingere di avere una dignità, non per perderla completamente! Tamburellò nervoso le dita sulla gola, tornando lentamente a guardare Hugo, improvvisamente impegnato a pucciare la bustina di tè nella tazza ad un ritmo un po’ troppo sostenuto. «Voglio dire. Con il tempo si tende a… romanticizzare tutto. O almeno. Io lo faccio decisamente un po’ troppo spesso.» Erano insieme da dieci minuti, ed Andrew Stilinski era già depresso.
    Minchia. Si erano proprio trovati (derogatory per entrambi). Rimase in silenzio, passando in lenta rassegna tutti i vassoi posati sul bancone, colto d’improvviso da quella melanconia un po’ canaglia dei tempi più semplici citati poco dopo dal Cox. Grattò piano la superficie del tavolo, percorrendo le nervature del legno con l’unghia. Masticò lento l’interno della guancia, rimbalzando gli occhi caramello dalla tazza al moro, chiedendosi se fosse il caso di elaborare, investigare, o cambiare argomento. Alla fine optò per sospirare un’altra risata asciutta, le braccia alzate ed allungate dietro di sé per stiracchiare la schiena. «tempi più semplici, non so.» all’epoca, Stiles passava più tempo in Sala delle Torture che da qualsiasi altra parte, perfino più dell’infermeria. Non ricordava di aver mai avuto la pelle priva di lividi o cerotti per tutta la sua permanenza da studente, qualcosa con cui nella vita adulta, grazie a Dio, non doveva convivere. «di sicuro più speranzosi» ancora spallucce. Non era mai stato ottimista, ma era difficile, a sedici anni e con più ossa rotte che integre, pensare che potesse andare peggio: il futuro di quello Stilinski era ancora roseo e pieno di possibilità. Poi l’età adulta l’aveva preso a sprangate nei denti riportandolo con i piedi per terra.
    Una breve storia triste.
    Vestiti per bambini… gli volle abbastanza bene da non chiedere se a statistica avessero pianto più loro, o lui. «pensi che questi non lo siano? Tempi più semplici, intendo» mormorò piano, stringendo le mani attorno alla tazza di caffè scuro – alla fine era andato sul sicuro, senza prendere nulla di troppo fancy - poggiata di fronte a sé.
    Gli sfuggì un sorriso; non particolarmente divertito. «guerra di primavera a parte» perché di quella, avrebbe davvero preferito non parlare.
    Mai. Nella vita. Grazie tante.
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7 replies since 25/6/2023, 20:20   213 views
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