Trovati un lavoro e poi fai la cacciatrice

ft. Shiloh

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  1. jpitt
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    Shiloh si sentiva in una simulazione, non quella terribile dei Durga però, più una alla Black Mirror dove riusciva solo a pensare dude what the fuck is happening. Non riusciva a concepire come l’attenzione mondiale fosse passata dal Titan, al Barbenheimer, fino al divorzio di Ariana e poi quello di Sofia Vergara. Era una donna provata, la Abbot, non poteva reggere quelle emozioni tutte insieme. Pochi giorni prima le era capitato di intravedere un capello bianco, ma aveva fatto finta di non vederlo con tutta la classe che era riuscita a racimolare. Che era: poca. Non lo accettava, l’unica spiegazione era che avesse passato troppo tempo all’aperto e quel capello non fosse altro che un prodotto del sole. Non era nel suo stile gaslightarsi da sola, ma lo faceva per il bene della sua salute mentale. Forse aveva bisogno di qualcuno che sollevasse parte delle responsabilità dalle sue spalle, che non fosse lo sherpa spirituale che aveva già assunto. Qualcosa come un assistente personale, una figura che per qualche assurdo motivo non aveva mai considerato prima di quel momento- e chissà come mai, era geniale. Sarebbe stato come avere una badante, ma in modo precoce e cool. Non si era impegnata granché nella stesura dell’annuncio di lavoro, un po’ perché il caldo le stava dando alla testa, e un po’ perché voleva lasciare quell’aria di mistero che avrebbe permesso solo ai veri intrepidi di abbracciare. Non voleva persone noiose, la Jolie-Pitt, né tanto meno competenti; non se ne faceva niente delle qualificazioni importanti. L’unico requisito fondamentale era ricordarsi il suo ordine abituale a Starwiz, ma anche di farle la spesa perché il solo pensiero la uccideva dentro ogni volta. Ed ecco il motivo per la sua attuale lochescion, che Penn era stata così gentile da metterle a disposizione. Così come un fantastico chiropratico brasiliano, ma quelli erano dettagli. Doveva abituare fin da subito i potenziali candidati alle sue follie, così che fossero ben coscienti di quello a cui stavano sign up for. Ma era stata clemente, Roberto sarebbe sopraggiunto solo in un secondo momento. Shiloh era intenta a guardare lo schermo del cellulare quando la sua vittima apparve dalla porta. La ragazza sollevò lo sguardo dal telefono con tutta la calma del mondo, la schiena reclinata su uno delle poltrone e i piedi poggiati su uno sgabello per fare asciugare lo smalto. Un sorriso assolutamente non unhinged apparve sulle labbra, le mani a battere insieme «ah, benvenuta!» per un attimo provò ad alzarsi, per poi rendersi conto della sua situazione- nevermind «shiloh abbot, piacere. o brangelina, suppongo» porse la mano alla ragazzina, la quale per qualche motivo le ricordava una sua conoscenza. Ma pensa, che strana la vita. «puoi sederti dove vuoi, non preoccuparti» fece un cenno verso le sedute (quali) a disposizione, Shiloh non era mai stata una persona troppo formale e non avrebbe cominciato in quel momento. «immagino tu sia qui per l’annuncio di lavoro, no?» o per farle il resto delle unghie, chi lo sapeva di certo non lei. Oddio, non l'avrebbe mica denunciata per sfruttamento minorile? Eh, poco male, persone peggiori erano sfuggite ad accuse ben più gravi. «prima di entrare nei dettagli ho una domanda importante da farti: andresti a vedere prima barbie o oppenheimer? o solo uno dei due, non giudico» e invece sì che giudicava. C'erano determinate priorità nella vita, e la sua era capire se la sua potenziale PA avesse buon gusto.
    shiloh avonlea
    abbot

    I've been catching planes for the fun of it
    Then I'll be watching fame turn to punishment
    The weather's only sunny when I'm under it
    And I haven't really changed, yeah I'm just confident
    1994 / south africa
    child of divorce
    writer / procrastinator
     
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4 replies since 6/6/2023, 23:53   171 views
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