dangerously fine and unforgiving

post-q10 / hamish ft. sawyer

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +9    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Bolla
    Posts
    148
    Spolliciometro
    +209

    Status
    Offline
    ptolemy hamish jones
    Sippin' on straight chlorine
    let the vibes slide over me
    This beat is a chemical
    When I leave don't save my seat
    I'll be back when it's all complete
    The moment is medical
    A Hamish, del fatto che il suo schieramento avesse vinto la guerra, non fotteva una minchia.
    La cosa lo aveva anche colto alla sprovvista, sapete? Quando i capitani avevano annunciato che era finita - ma finita davvero - lo special non aveva neanche subito alzato lo sguardo dalla fotocamera, troppe impegnato a cercare disperatamente di cambiare rullino senza sporcare niente di sangue per i graffi mai rimarginati del tutto (cazzo di medicine da campo, manco all'eurospin poverate simili; tanto ai maghi che fregava, loro muovevano la bacchetta e si curavano, merdine). Si era guardato in giro solo quando i compagni avevano iniziato ad esultare.
    Si era andato a preparare lo zaino solo quando era stato certo non si trattasse di uno scherzo venuto dannatamente bene.
    Confuso, sorpreso.
    Il Jones era bet on losing dogs coded (non la canzone di mitski - ma anche): non ne faceva mai una giusta, non si trovava mai dalla parte dei vincenti, e riusciva come per miracolo a puntare sempre sulle situazioni sbagliate. Nella vita, in amore, in qualsiasi rapporto.
    Lo aveva accettato ormai, e non aveva mai creduto alla vittoria di quella guerra.
    Era quasi dispiaciuto che fosse finita, a dir la verità.
    Uccidere non era divertente quando dovevi farlo in massa, e dovevi farlo per alti (la gente si ascoltava i podcast sui serial killer e non sui soldati pur avendo entrambi un alto body count per un motivo), d'accordo, ma sentire di appartenere a qualcosa e avere un posto nel mondo, gente disposta a guardargli le spalle... quello gli sarebbe mancato.
    Guardava la base venir abbandonata da gente in lacrime che rideva, e si chiedeva quanti di quei soldati avrebbe rivisto.
    Se Roxie avrebbe davvero bruciato la foto che si erano fatti in uno strano rito occulto e inquietante, o se si sarebbe semplicemente scordato di lui. Se Isaac avrebbe raccontato ai suoi nipoti di quella volta che aveva detto ad un ragazzo che era etero zero virgola due secondi prima di infilargli la lingua in bocca. Se Dominic avrebbe parlato anche di lui a Nice quando, inevitabilmente, sarebbe tornato a casa. Se con Sharyn si sarebbero visti una sera per giocare a sharada e battere tutti con i mimi. Se tutti loro avrebbero inviato nella chat di gruppo gli screen di CoStar con "au del giorno!".
    Se si sarebbero ancora ricordati di lui, in qualche settimana.
    «probabilmente no» leccò la cartina passando lo sguardo sul ragazzino.
    «Potresti cercarli tu.»
    «Potrei» sorrise al fratello stringendosi nelle spalle «Non lo farò»
    Ronan non gli chiese perchè - e sarebbe stato strano il contrario.
    Era morto, non stupido. Sapeva perfettamente che Hamish era fottutamente bravo a ingigantire il proprio ruolo nella vita degli altri, ma gli si spezzava il cuore troppo facilmente per fare il primo passo, e venire deluso.
    Distolse lo sguardo per cercare l'accendino, e rialzandolo il bambino non c'era più, ma poco male.
    Stava vivendo il suo man character moment.
    Vento fra i capelli, lo zaino con tutti i propri avere tenuto su una sola spalla, vecchie cuffie nelle orecchie che trasmettevano musica indie. Hamish scattò una foto alla base riabbassando poi piano la fotocamera mantenendo lo sguardo drammatico verso l'edificio «mi mancherai. Avevo appena scoperto avessi le camere da letto...»...
    che gran momento, vero?
    Finchè.
    Finchè.
    «...merda» mosse la testa di scatto, si guardò intorno, sigaretta ancora spenta fra le dita.
    Soldati qua e là che sparivano con sonori crack.
    «ma io da qua come cazzo me ne vado . »
    Era nel fottuto brasile EDIT portogallo (quasi dai, la lingua è quella), non poteva certo andare alla stazione più vicina e comprarsi un biglietto del treno per Londra, o andare a cercare una macchina da (rubare) noleggiare. Il Regno unito era un'isola (...era un'isola, no?), anche fosse stato più vicino, e Hamish avesse avuto sbatti di spendere soldi, c'era comunque il mare in mezzo.
    Si sentiva come Arianna che non guida, e si dimentica ogni tanto della cosa e deve chiedere passaggi, con il padre che la chiama "ciucciaruote" (poi chissà perchè non voglio mai chiederli).
    Urgeva un piano d'azione.
    «strategia»
    Jay 26) trovare qualcuno dall'aria affidale.
    Lo individuò subito, alto e fiero, dall'aria decisamente non davvero affidabile ma da psicopatico, ma di quelli un po' babygirl (come joe ciao joe!!). Non qualcuno che conosceva bene, ma neanche un completo sconosciuto mai visto prima.
    Darden 3) stabilire un contatto.
    «ehi!» si chiamava come uno di Lost. Hugo? Jack? Sayd? Kate??? Ce l'aveva sulla punta della lingua-... «Sawyer, giusto?» fun fact: cercando "tom sawyer" su google, come anteprima automatica mi dà la versione di geronimo stilton, che probabilmente era anche l'unica edizione che Hamish avesse mai visto.
    Non letta. Non esageriamo.
    Julian 4) presentarsi.
    «io sono Hamish» Si portò la sigaretta ancora spenta alle labbra, e gli porse la mano.
    Gemes 6) essere sfacciato.
    «Ti offrirei da bere, ma la verità è che non ho la più fottuta idea di come andarmene da sto posto, e sto cercando un passaggio. Da quel che ho sentito, te la cavi con la bacchetta, giusto?» sorrise malizioso «Le avventure del gruppo cremino sono leggenda»
    Sandy 14) e se ci scappa la sveltina, non ci lamentiamo.
    gif code
    1998
    usa
    special
     
    .
  2.     +4    
     
    .
    Avatar

    .

    Group
    Inferius
    Posts
    15
    Spolliciometro
    +43

    Status
    Offline
    sawyer meddows
    You told me think about it, well I did
    Now I don't wanna feel a thing anymore
    I'm tired of begging for the things that I want
    I'm over sleeping like a dog on the floor
    Si era illuso di tante cose, Sawyer. Di avere la situazione sotto controllo, nonostante le certezze gli scivolassero tra le dita come granelli di sabbia; di conoscere il suo posto nel mondo, o quantomeno di avercelo. Dopotutto non aveva mai preteso una sedia al tavolo: sarebbe stato a suo agio con un braccio stretto attorno ai fianchi, l’altro posto dietro la schiena. Un corvo accovacciato sulla spalla dei padroni del futuro. Nessuna delusione di grandeur, da parte sua. Necessitava – o, più correttamente, ci sperava in – un mero premio per la sua fedeltà, anche quando questa veniva al costo dei suoi stessi interessi. La realtà che stavano costruendo era una che lo voleva a un livello impossibilmente più basso della classe sociale; mezzosangue, ora inferiore non solo ai maghi ma anche ai reietti contronatura. Grande affare.
    Non era così nuova, quella sensazione – un peculiare cocktail di pieni e vuoti nello stomaco. Aveva svolto il suo lavoro; considerando la mancanza di arti amputati e l’aria che ancora scorreva nei suoi polmoni, anche egregiamente. Avevano vinto la guerra. Uscivano da quel fronte in qualità di eroi della patria. Eccetera, eccetera.
    Eppure, soddisfatto, non lo era affatto. Felice, men che meno. In quel momento, con gli occhi fissi sulla ciliegia della sigaretta, riusciva solo a sentire i nervi ingarbugliati nelle meningi; il battito irregolare nel torace. Il tono elato delle voci che lo circondavano, rese distanti dall’ovatta che gli abbassava i sensi, rendendolo vulnerabile. Tutto e troppo insieme, e mai abbastanza al contempo.
    Voleva spaccare i pugni contro qualcosa. Forse il bruciore misto al calore del sangue lo avrebbe di nuovo cementato a terra.
    «ehi!»
    Hm.
    Evidentemente qualcuno aveva accolto la sua preghiera silenziosa.
    Batté le ciglia, pigro come un felino, e portò la sigaretta alle labbra. Roteando il volto nella direzione del quasi-sconosciuto per offrirgli un’occhiata impassibile che valeva già come risposta. Le parole di circostanza non facevano al caso suo; le chiacchiere gioviali per passare il tempo, invece, lo irritavano oltre ogni limite. Cose che era in grado di sopportare a malincuore solo con un obiettivo preciso in mente, e in mancanza di strade più dirette da percorrere. Lo studiò per qualche secondo, lasciando scorrere gli occhi ceruleo sulla sua figura, e cercò di ricordare il motivo per cui gli stesse rivolgendo la parola. In mancanza di una risposta soddisfacente (che non c’era e basta), fece un debole cenno col capo nella sua direzione ed esalò il fumo. Lo sguardo ora di nuovo perso nel vuoto, oltre il ragazzo; già disinteressato in partenza. Non gli offrì nessuna mano da stringere.
    Era Hamish.
    Punto.
    «ciao.» il tono piatto, velatamente infastidito. Un sottinteso e addio.
    Che forse Hamish non aveva recepito, a giudicare dall’insistenza. Al ti offrirei da bere, non reagì neanche. Preferiva non illudere le persone quando non ce n’era bisogno: poi non poteva più lamentarsi di dover sopportare l’ennesima palla al piede, perché significava essersela autoimposta. Non erano fratelli d’arma, loro due, ma due estranei portati nello stesso posto dalle circostanze; fosse dipeso da lui, non gli avrebbe mai rivolto la parola. E se non fosse stato per ciò che aveva seguito quell’incipit, si sarebbe assicurato di mantenere le cose come prestabilite – e invece. Cercava un passaggio. Da lui? Lì, scoccò la lingua contro il palato. Pronto a rispondergli di vedersela per cazzi suoi. Ma cos’era, un taxi?
    «Da quel che ho sentito, te la cavi con la bacchetta, giusto?»
    Quello, però, difficile da ignorare. Inarcò un sopracciglio e lo guardò un’altra volta.
    Ah.
    Ah.
    «hamish.» tastò il nome nel palato, cercando con palpebre appena serrate le vere intenzioni sul suo volto. Non era abbastanza stupido da non riuscire a unire i puntini e interpretare quell’affermazione nella maniera che riteneva giusta; difficile credere che a trapelare dalle avventure del cremino fossero stati i combattimenti all’ultimo sangue, piuttosto che, beh.
    Tutto il resto.
    In quegli accampamenti ci si annoiava facilmente, insomma.
    «vuoi che ti porti a casa» e inclinò la testa, la curiosità resa palese dalla curvatura delle labbra. Forse troppo di circostanza non erano, quelle parole. Potevano lavorarci sopra. «o vuoi che ti ospiti?»
    Differenza sottile seppur importante: la prima era un secco no. Sulla seconda, aleggiava nel forse. Il tempo di una notte, ovvio. Non era il genere di persona che si concedeva oltre lo stretto necessario, e l’amicizia era un’altra delle cose che nel suo schema non potevano davvero esistere. Scusa ma no, grazie.
    Una gentilezza, però, poteva offrirgliela; portò le mani a coppa attorno alla sua bocca, e si avvicinò con la sigaretta posta tra le labbra per premerla contro la sua. Sostò abbastanza da sentire lo sfrigolio della carta bruciata, e quel secondo di troppo che lasciava spazio alle possibilità – unendo i loro sguardi oltre il fumo, prima di lasciare la presa.
    «mi chiedo cosa tu abbia sentito.»
    gif code
    est. 1996
    lana del rey coded
     
    .
  3.     +2    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Special Born
    Posts
    65
    Spolliciometro
    +125

    Status
    Offline
    ptolemy hamish jones
    Sippin' on straight chlorine
    let the vibes slide over me
    This beat is a chemical
    When I leave don't save my seat
    I'll be back when it's all complete
    The moment is medical
    C'era stato, da parte di Hamish, un minuscolo errore di calcolo.
    «Ora ti uccide» ridacchiò una voce al suo orecchio, e dei se Ronan aveva ragione - pur essendo solo un'illusione nella sua testa. Lo sguardo di Sawyer prometteva morte, l'apoteosi del "perchè cazzo pensi di potermi rivolgere la parola?".
    Il sorriso del Jones non vacillò, rimanendo fedele all'immagine dell'amichevole special di quartiere. Era un theater kid, dopotutto, e aveva imparato un trucco o due dal mondo del teatro scolastico: show must go on, anche se hai fatto il piacione con un tipo che probabilmente avrebbe preferito un censimento oblivion rispetto al parlare con te ,e quindi ora ti spezzerà in due (e not in a good way). Ne aveva conosciuto, di tipi così, ed era ancora vivo per raccontarlo. Cos'era il peggio che poteva capitargli, in fondo? Un rifiuto? Un pugno in faccia? Una coltellata allo stomaco? Morire??? Eh, se ne sarebbe fatto una ragione. Tendeva a non piacere particolarmente alle persone, ma non se la prendeva troppo.
    Non si piaceva molto neanche da solo.
    «hamish.»
    Inclinò di un soffio la testa di lato, labbra, ancora strette sulla sigaretta, incurvate verso l'alto. Hamish, giusto.
    «vuoi che ti porti a casa o vuoi che ti ospiti?»
    Ah, proprio così, de botto e dritti al punto.
    Il Jones soppesò la risposta. Era una tattica per strozzarlo (daddy choke me!) e poi dire che lo special se l'era cercata, facendo il maniaco? Sembrava un po' subdolo.
    Il tempo di pensarci, e Sawyer si fece avanti, sigaretta portata in avanti per accendere quella di Hamish che, senza farselo ripetere e facendo il bravo bambino, aspirò. Non lasciò mai lo sguardo dell'altro, neanche quando voltò il viso per soffiare fuori il fumo e non farglielo arrivare totalmente in faccia.
    Apperò, accendergli la sigaretta come in un film porno anni 90. Era un po' conquistato.
    «cerchi sempre di soddisfare i desideri degli altri senza bisogno che te lo chiedano?» scrollò le spalle, un leggero sorriso. Aveva la sua risposta: «decisamente farmi ospitare» Era troppo stanco e troppo sobrio per pensare a qualcosa di migliore, di più sagace. Non si illudeva di riuscire a piacere al biondo (o portarselo davvero a letto, a sto punto), si sarebbe accontentato di non venir preso a calci (possibilità che ancora non escludeva del tutto; sperava in caso ne sarebbe uscita una storia interessante da raccontare).
    «mi chiedo cosa tu abbia sentito.»
    Sul cremlino? Ah, quindi era uno a cui piaceva essere elogiato, che si parlasse di lui. Ok, poteva stare al gioco e farlo felice. «tutte cose brutte» si strinse di nuovo nelle spalle, un sorriso lascivo. «è così che sai che la gente si è divertita» tenendo la sigaretta fra indice e medio, lo indicò. «se non è vero che dopo aver accoltellato la gente lecchi il sangue dalla lama, non voglio saperlo. Ho i miei headcanon, ormai» Non c'è cosa più divina, che dal sociopatico serial killer la sveltina!
    gif code
    1998
    usa
    special
     
    .
  4.     +2    
     
    .
    Avatar

    .

    Group
    Inferius
    Posts
    15
    Spolliciometro
    +43

    Status
    Offline
    sawyer meddows
    You told me think about it, well I did
    Now I don't wanna feel a thing anymore
    I'm tired of begging for the things that I want
    I'm over sleeping like a dog on the floor
    «cerchi sempre di soddisfare i desideri degli altri senza bisogno che te lo chiedano?»
    Premette il polpastrello contro il filtro della sigaretta, lasciando vagare lo sguardo alle spalle di Hamish. Che domanda complessa – e che individuo particolare. Uno che, indubbiamente, non aveva bisogno di sentire la versione sciacquata, morbida della sua risposta. Avrebbe potuto mostrargli un sorriso pregno di promesse vuote; simulare quel genere di compostezza che aveva ingranato nel suo sistema per rappresentarsi al meglio, un ottimo acquisto per il tuo business!
    «no.» si strinse nelle spalle, e spostò di nuovo lo sguardo sul ragazzo. Divertito da quella mezza gentilezza, indubbiamente inconscia, che gli era stata mostrata: aveva quasi la medesima domanda sulla punta della lingua. «solo quando ne ho voglia.»
    Che era generalmente sinonimo di problema – uno serio, pensieri che non amava intrattenere oltre lo stretto necessario –, o in situazioni più felici di scopo. Ne aveva voglia quando agire colmava una mancanza, e quando gli permetteva di puntare a qualcosa. Ottenere diventava già più complesso: la triste realtà di chi era figlio di nessuno.
    «tu vai sempre a chiedere favori simili a gente che non conosci?»
    Un po’ ammirava il coraggio; riconosceva l’avventatezza, soprattutto. In Sawyer si manifestava in modi diversi, ma d’altronde non era mai stato un individuo estroverso. Il suo approccio alle persone doveva per forza di cose passare attraverso meccanismi culturalmente intrinsechi; poi, forse, a spalle rilassate subentrava anche il resto.
    «potrei essere la peggior persona che tu abbia mai avuto lo spiacere d’incontrare.» sicuro di pessima compagnia: sopracciglio inarcato, e lasciò ondulare la mano nello spazio circostante prima di riavvicinarla alla bocca, tirare altro fumo nei polmoni. «forse ci sono facce più familiari a cui potresti rivolgerti.»
    Anche se sospettava non fosse quello il caso, o non si sarebbe rivolto a un perfetto sconosciuto. Tentar non nuoce.
    «non so se la fatica ne valga la pena.» detto con un tono stranamente delicato, considerando come non ci fosse traccia di sorriso sul suo volto teso. Nemmeno l’ombra del divertimento che aveva acceso il suo sguardo poco prima. A dirla tutta, la nube che gli si stava depositando attorno era una semplice difesa: così come le unghie che grattavano lo zigomo, la necessità di coprire quanta più pelle possibile per evitare che la testimonianza del suo imbarazzo si palesasse anche agli occhi di Hamish. Riusciva a sentirla nel profondo dello stomaco, una rosa di vergogna a stringerlo, e sulle guance accese di un rosso che gli faceva poco onore. Tanto quanto le sue azioni in quel di Cremlino, quindi era quantomeno una reazione sensata. C’era una differenza tra il ricordarle, riconoscere che potessero sostare nei pensieri di altre persone, e affrontare le conseguenze. Impreparato e con un cervello non più offuscato dall’adrenalina, poi.
    Grande classico.
    Schioccò la lingua contro il palato, e batté le palpebre una, due volte per tentare di riprendere le redini della situazione.
    «gli headcanon lasciò che le labbra si curvassero in una piega amara, e tiro in su il mento in un chiaro tentativo di provocazione; i suoi metodi sapevano essere vagamente infantili, se preso col piede sbagliato. «mi pensi così tanto?»
    gif code
    est. 1996
    lana del rey coded
     
    .
  5.     +1    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Special Born
    Posts
    65
    Spolliciometro
    +125

    Status
    Offline
    ptolemy hamish jones
    Sippin' on straight chlorine
    let the vibes slide over me
    This beat is a chemical
    When I leave don't save my seat
    I'll be back when it's all complete
    The moment is medical
    Erano passati nove mesi diversi minuti, e ancora Hamish era riuscito a non farsi picchiare; un record, se devo essere sincera. Forse il buon Jones sarebbe riuscito davvero a tornare a casa con tutti gli arti.
    «tu vai sempre a chiedere favori simili a gente che non conosci?»
    Considerando che non conosceva molta gente e non era autosufficiente: . Ma questo, a Sawyer, poteva benissimo non ammetterlo, e lasciargli credere che fosse un piccolo fiocco di neve speciale.
    «solo quando suddetta gente mi ispira» lo citò, nell'inizio della frase e nella tranquillità divertita della voce, le spalle a stringersi leggermente.
    «potrei essere la peggior persona che tu abbia mai avuto lo spiacere d’incontrare. forse ci sono facce più familiari a cui potresti rivolgerti.»
    Fece un tiro, soppesandolo incuriosito. Aaah, quindi Sawyer era quel tipo di ad boy, quello che sa (o crede) di esserlo. Gli era anche sparito il sorriso, quasi un avvertimento verso l'americano che quest'ultimo non aveva intenzione di cogliere.
    sawyer: raw raw
    hamish: i can't fix him, and anyway whatever is wrong with him is way funnier
    «non so se la fatica ne valga la pena.»
    «Tu pensi di esserlo? La peggior persona che io abbia mai incontrato» ridacchiò, mostrando ancora i denti in un sorriso. «La competizione è feroce, ma possiamo scoprirlo insieme. Ti farò sapere in cinque-sei giorni lavorativi» lo indicò con la mano, fra le dita ancora la sigaretta «Mi piace la tua faccia» neanche detto con tono civettuolo, ma come una constatazione. «non mi dispiacerebbe diventasse familiare»
    Sul citare il Cremlino, e quello di cui hamish aveva sentito parlare, l'espressione di Sawyer cambiò. No vabbè ma quindi era davvero una babygirl poor litle meow moew. Non aveva neanche negato la questione del sangue leccato !!!
    «gli headcanon. mi pensi così tanto?»
    Tanto per iniziare, applauso ammirato per la conoscenza del termine headcanon: era mica una tumblr girl in incognito? Qual era il suo nickname? Qualcosa sul suo Blorbo preferito? Una cit a uno show? O era più del genere trpp tmblr? O ancora, in realtà era più da wat?pad e ao3?? qual era il suo tag preferito? Doveva indagare, per forza.
    Secondo: «Il giusto» inclinò di nuovo un po' la testa. «Ma se ti va, ti posso raccontare cos'altro ho sentito davanti a qualcosa dal bere. Tu mi offri un passaggio, io ti offro un drink e una serata in cui condivido cosa penso che potresti farmi- fare*! Damn, autocorrect» tipo offrigli un posto in cui dormire, adottarlo tipo gatto randagio bagnaticcio, incolparlo di essersi fatto rapire : ((
    (E fu così che Saw li smaterializza nel triangolo delle bermuda e abbandona hamish lì, fine. In effetti neanche gli aveva chiesto dove vivesse)
    gif code
    1998
    usa
    special
     
    .
4 replies since 4/6/2023, 01:01   189 views
  Share  
.
Top