Intrusive Thought

@Amaranth

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    Liam O' Sullivan
    « THIS IS A TEST...I'VE ACCEPTED THIS TEST TO STAND VICTORIOUS AGAINST MY PAST»
    La serata era passata rapidamente ai Tre Manici di Scopa e doveva ammettere che cucinare professionalmente non era facile come si aspettava, le ordinazioni erano arrivate molto più velocemente del previsto e soddisfarle tutte senza rallentare un attimo si era dimostrata un' impresa ardua. Eppure, nonostante l'inesperienza l'avesse messo in svantaggio, era riuscito a cavarsela piuttosto bene.
    Ormai stava ripulendo la cucina, era tardi e presto il pub avrebbe chiuso, quindi decise di portarsi avanti e rimettere quel posto a lucido. Mentre passava lo straccio, iniziò a ripensare a quello che era accaduto di recente nel mondo magico, I maghi aveva abbandonato la segretezza del loro mondo e avevano letteralmente invaso quello dei muggles.
    Molta distruzione... Molte vittime... Queste erano le notizie che circolavano di recente e di sicuro un lato di questo conflitto non aveva alcuna speranza di vincere. Quando la guerra aperta era scoppiata, Liam aveva pagato un mago che lo portasse a Londra, voleva controllare come stavano i suoi genitori e se erano sopravvissuti alla furia che si era abbattuta sui babbani.
    Da quanto era stato rapito, ormai dieci anni fa, non era più tornato a casa volendo accertarsi che nessuno dei laboratori raggiungesse di nuovo la sua famiglia... Ma la situazione ora era cambiata, ormai erano già in un estremo pericolo.
    Il ragazzo tornò alla sua casa d'infanzia e finalmente trovò il coraggio di bussare a quella porta che per troppo tempo non aveva più nemmeno visto, ma ad aprire non fu sua madre o suo padre.
    Trasferiti... Ormai da anni.
    Il cuore di Liam si arrestò per un istante quando lo venne a sapere, provò anche a chiedere dove fossero andati, come cercarli... Ma nulla, tutti i suoi sforzi furono vani. Tornò a casa sconfitto e sapendo in cuor suo che probabilmente non li avrebbe più rivisti.
    Ormai era passato qualche tempo da quella ricerca ed ora si ritrovava in quella cucina, rimuginando su quello che aveva passato fino ad ora. I maghi gli avevano tolto tutto: una famiglia, l'infanzia, probabilmente anche la possibilità di avere un futuro semplice. Avrebbe dovuto odiarli tutti, dal primo all'ultimo... Dal primo dei "purosangue" all'ultimo membro della "Resistenza".
    Erano stati proprio i membri di questo gruppo di rivoltosi a rapirlo, fare esperimenti su di lui e ridurlo in quello stato, inventandosi scuse su scuse per giustificare le loro azioni barbariche riducendo semplici umani in cavie da laboratorio.
    L'altra fazione invece era chiaramente razzista, aveva salvato gli "Special" dai laboratori solo per atteggiarsi a vincitori morali di questa faida, in realtà erano solo degli ipocriti e avevano rinchiuso la gente come Liam in veri e propri ghetti.
    Il ragazzo fortunatamente aveva l'elasticità mentale di capire che non tutti i maghi erano estremisti, quindi non provava automaticamente repulsione per ogni singolo mago in circolazione.

    <<oh, è vero.. La spazzatura.>>

    Esclamò a se stesso, ricordandosi finalmente di dover buttare via i sacchi di rifiuti accumulati per via dei vari scarti di cibo lasciati. Raccolse l'immondizia ed uscì dalla porta della cucina che dava sul vicolo laterale dei Tre Manici di Scopa dove, infondo ad esso, si trovavano i cassonetti dove poter gettare lo sporco.
    Si affrettò nel fare il suo dovere e con un sorriso si tolse il suo grembiule, era soddisfatto di essere riuscito a concludere la serata di servizio cosi bene, dopotutto nessuno si era lamentato del suo cibo e quello era già un buonissimo risultato avendo iniziato da poco. Stava per rientrare in cucina, quando qualcosa attirò la sua attenzione: un battito rapito, un flusso costante... C'era qualcosa di vivo in quel vicolo, poteva chiaramente percepirlo. Sentiva il sangue scorrere rapido, era poco ma c'era... Liam portò lo sguardo nel punto in cui percepiva il liquido vitale e vide un ratto vicino ai cassonetti, probabilmente in cerca di cibo.
    Sorrise alla piccola creatura, non aveva paura di quei roditori al contrario di molte altre persone, forse li trovava affini considerando che venivano usati spesso come cavie nel mondo dei muggles.
    Osservò per qualche istante la piccola bestia, fino a che non sentì crescere in se della curiosità, ultimamente stava sperimentando molto con i suoi poteri e spesso si trovava a farlo in modo quasi naturale, come se stesso scoprendo una nuova parte di se.
    Istintivamente, allungò una mano verso il ratto e si concentrò su quel piccolo flusso che imperterrito faceva scorrere vita in quel esemplare. Lo sguardo di Liam si fece più intenso, ma vacuo, come se stesse fissando un punto indefinito e non stesse provando alcuna emozione in quel momento.
    Il piccolo si fermò istantaneamente, come se qualcosa lo stesse paralizzando e dopo qualche secondo si mise seduto alzando il busto, come se fosse un umano. Il dito indice di Liam si mosse a destra ed a sinistra ed il ratto seguì i movimenti del dito con una zampa, come se lo stesse salutando.
    Il ragazzo si lasciò scappare una risatina, genuinamente meravigliato da quello che stava facendo, usare il sangue all'interno del corpo del ratto in certi punti specifici gli permetteva di trasformarlo in una vera e propria marionetta di carne. All'improvviso alzò leggermente la mano e muovendo le dita diede nuovi controlli al sangue del topo, questo si alzò in modo innaturale da terra di qualche centimetro ed iniziò a ballare come un vero e proprio pupazzo controllato da dei fili invisibili.
    Si stava divertendo, era in una sorta di piccola trance dovuta alla voglia di esplorare che altro poteva fare con ciò che gli era stato dato, ma venne riportato presto alla realtà. Il topo lanciò uno squittio di dolore e questo bastò a "svegliare" Liam che interruppe subito il collegamento che c'era tra loro.

    <<scusa piccolo, tieni.>>

    Disse al ratto, prendendo un pezzettino di pane dalla cucina e lanciandolo alla creatura che lo afferrò subito, iniziando a mangiarselo.

    <<ora sciò, va via prima che qualcuno ti veda girovagare vicino alla mia cucina.>>


    Ma il piccolo non aveva alcuna intenzione di levarsi da lì, ora che aveva trovato una fonte di cibo. Lo Special sbuffò leggermente con con un "flick" del dito medio diede uno spintone al sangue del topo che venne mosso di un metro. A quel punto la creatura, spaventata che qualcosa di simile a poco prima potesse riaccadere, iniziò a scappare via.
    Tutta quella interazione aveva occupato la sua mente e la sua attenzione, tanto che non si era accorto che c'era una figura all'entrata del vicolo, stavolta era una vera e propria persona. Fu una grande sorpresa quando Liam si voltò verso quella direzione e vide una donna che fumava all'angolo esterno del locale, aveva visto qualcosa? Se si, che cosa esattamente? Forse era meglio indagare. Si avvicinò a passo lento verso si lei, ovviamente salutandola prima di avvicinarsi.

    <<salve, hai per caso una sigaretta?>>


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    Edited by Jack Of All Trades - 8/6/2023, 00:58
     
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    Amaranth Nott
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    Amaranth inspirò l'aria frizzante della sera. La sigaretta già in mano venne prontamente inserita tra le labbra e accesa con quell'affare che casualmente si era ritrovata in tasca, uno dei tanti accendi di May.
    Sembrava passata un'eternità da quando poteva accendersela con la bacchetta.
    Era diventata quasi come una babbana qualsiasi e in quei giorni stava scoprendo quanto fosse difficile sopravvivere senza catalizzatore. Ora, quando le serviva qualcosa più in alto di lei doveva addirittura alzarsi sulle punte o usare una scala; i capelli ci impiegavano troppo ad asciugarsi e trovava il phon troppo rumoroso; le valige pesanti, rimanevano tali.
    Un' altra cosa assurda era che per avere dei vestiti freschi e profumati dovesse aspettare ore, che la gente comune si mettesse a dividere i vestiti per colore prima di ficcarli in quella macchina infernale. Ogni tanto Amaranth perdeva minuti interi davanti all'oblò, ipnotizzata da quel vorticare continuo.
    Una volta il suo obiettivo era arrestare i Ribelli, ora invece quello di azionare per conto proprio un microonde senza rischiare di far esplodere tutto: come cambiavano repentinamente le priorità.
    Quando la fiammella partì e potè dare il via a quella scia di fumo, Amaranth si ritrovò a sentirsi più tranquilla.
    Scosse la testa sbuffando fumo, rintanadosi nei vestiti e scivolando lungo la via lasciandosi alle spalle il profilo scuro della Foresta che manco aveva avuto il coraggio di guardare: la sua fine era partita da lì.
    O forse un mese prima quando aveva fatto una delle scelte peggiori della sua vita, ma una delle poche che non sarebbe diventa un vero e proprio rimorso.
    Che schifo.
    La situazione, la vita, quel topolino che sfidava la velocità della luce mentre la superava convinto di essere invisibile per infilarsi in chissà quale pertugio.
    Camminava senza alcuna fretta, a fil di muro senza alzare troppo lo sguardo fino a quando i piedi rallentarono quando passò davanti ai 3 Manici di scopa. Non avrebbe mai avuto il coraggio di entrare nel suo amatissimo locale ridotta in quello stato ma poteva percepire anche da lì il calore che quel posto le ricordava. Il chiacchiericcio era tenue, ma data l'ora, comprensibile.
    Si guardò la sigaretta tra le dita: finita.
    Ma quando?!
    Eh vabbè.
    Ne sfilò un' altra dal pacchetto ficcandosela tra le labbra e girando la rotellina dell'accendino che non ne voleva proprio sapere d'azionare la pietra focaia. Bene, ma non benissimo.
    Dio rifugio.
    Già incazzata come una biscia prese a scuoterlo manco fosse un tubetto del ketchup, fermando del tutto il passo e poggiandosi contro il muro del vicolo.
    Toh guarda, una volta, qualche metro più in là, aveva vomitando in mezzo a quei barili: che ricordi.
    Ti odio anche io.
    Ripeteva mentalmente fissando male l'aggeggio, continuando a girare la rotellina finché il polpastrello non fu del tutto rosso, ma cazzo, finalmente l'accendino fece il suo dovere.
    Lo sbuffo che ne conseguì fu liberatorio e le svuotò i polmoni. Se ne sarebbe pure andata per la sua strada se non avesse posato lo sguardo su una scena peculiare. Nonostante l'assenza di una luminosità decente, la penombra rivelava una figura china su una piccola sagoma che ricordava quella di un topo - che schifo.
    Inusuali i movimenti della bestiola che Amaranth fece in tempo a vedere prima di esternare un dolorante squittio.
    Con le braccia incrociate e la sigaretta che fumava tra le labbra serrate, posò gli occhi sul ragazzo che stava lasciando qualcosa all'animale che tornò a comportarsi come un normalissimo topo.
    Curioso, pensò mentre l'altro boffonchiava qualcosa e il ratto prese a schizzare via dal vicolo senza neanche notarla.
    Purtroppo per lei invece, il moccioso parve farlo eccome, tanto da svelarne i lineamenti ancora in parte fanciulleschi. Chiaro che lavorasse lì, ma nelle sue serate ai 3 Manici non lo aveva mai visto: new entry o cucina? (Both)
    Soppesò il biondino davanti a sè cauta, lasciando che la salutasse ma senza ricambiare, chissà perchè, già pronta a quella domanda alla quale annuì. Si staccò dal muro e slacciò le braccia dal petto con poca flemma.
    Estrasse il pacchetto, lo aprì con uno scatto del pollice e glielo porse.
    Se lo sarebbe rificcato in tasca subito dopo lasciando che il fumo uscisse piano dal naso prima di far di nuovo un lento e lungo tiro.

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    Edited by °shut up - 19/7/2023, 02:15
     
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    Liam O' Sullivan
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    Con un sorriso leggero, il ragazzo afferrò una delle sigarette riposte nel pacchetto e la tolse con delicatezza, per poi portarsela alle labbra. Aveva iniziato a fumare da un paio d'anni, era un gesto che lo aiutava a rilassarsi ed ora che la serata di lavoro era finita, una sigaretta era proprio quello che ci voleva... Senza contare che era una buona scusa per avvicinare qualcuno.

    << Grazie mille, le dimentico sempre a casa quando vengo a lavorare.>>

    Non era vero, ne aveva giusto un pacchetto nella tasca del giacchetto in cucina, ma proprio come accennato prima una sigaretta era una buona scusa per avvicinarsi ad una sconosciuta. Ora che le era così vicino poteva percepire il suo sangue come aveva fatto con il topo, sentiva la magia che fluiva in esso, anche se ancora non era in grado di capire se fosse una strega od una special. Stava ancora affinando le sue abilità per capire se fosse effettivamente possibile distinguere i due tipi di sangue, ma al momento non ne era in grado. Per ora avrebbe semplicemente presupposto di star parlando con una strega, era sempre meglio aspettarsi il peggio, quindi avrebbe prestato particolare attenzione nell'essere ancora più educato del solito.

    << Ti chiedo scusa, ma posso chiederti anche da accendere?>>

    Il sorriso che aveva stampato sulle labbra sembrava non volersi togliere, infondo voleva mettere a proprio agio la sua "nuova compagna di sigaretta" e se si fosse presentato con uno sguardo scocciato, probabilmente avrebbe peggiorato solo le cose.
    Non sembrava particolarmente ostile, nonostante non avesse ancora spiccicato parola, forse era solo molto riservata? Nonostante questo, Liam voleva capire se lei lo avesse visto o meno utilizzare i suoi poteri sul ratto... Non che potesse fare molto per cambiare le cose, ma era solo desideroso di sapere.

    << Sei una cliente?...>>

    Chiese guardando i Tre Manici di Scopa, mentre aspettava l'accendino, per poi tornare a guardarla. Gli sembrava ancora strano che lo avessero accettato nelle cucine, ovviamente era molto grato al proprietario per averlo accolto come cuoco nonostante la giovane età.
    Forse voler parlare così tanto con un'estranea poteva risultare sospetto, ma se qualcuno (lei) avesse mosso qualche dubbio avrebbe sempre potuto ripiegare sul fatto di "starci semplicemente provando"... D'altronde aveva visto in giro disparità di età ben peggiori tra coppie e poi nessuno poteva dargli torto dato che era oggettivamente una donna molto bella.

    <<... Perchè sono il nuovo cuoco qui, mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i clienti dei miei piatti.>>

    Un' altra scusa per parlare, mentre cercava un modo per capire come scoprire se lo avesse visto o meno. Ma perchè era così fissato nel voler sapere quella informazione? Molto semplice, gli anni passati nel Laboratorio lo avevano reso un po' ansioso e paranoico, infatti utilizzava i suoi poteri in presenza di altre persona solo se strettamente necessario. Doveva sapere se lei lo aveva visto per mettersi il cuore in pace...


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    Amaranth Nott
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    Oh ma tu guarda con che sorriso gioviale si era avvicinato: era un principio di paralisi, quella, o era solo felice di poter scroccare una sigaretta? Le davano fastidio gli sguardi imbronciati ma anche i sorrisi quindi non ti preoccupare Liam, non l'avresti messa a suo agio manco a pagare.
    In più, stava già iniziando a parlare troppo.
    Aveva appena messo via il pacchetto quando l'altro avanzò l'ennesima richiesta: e te pareva, poteva mica chiedere tutto insieme il signorino?
    «Yep.»
    Espirò piano, cacciando un' altra volta la mano in tasca tirandone fuori l'accendino.
    Glielo avrebbe avvicinato alla sigaretta dell'altro, portando lo sguardo su essa ma senza permettere ad O' Sullivan di toccare l'aggeggio di May. Imprecò a denti stretti quando la rotellina girò a vuoto per ben tre volte.
    Che stronzo!! (l'accendino) (ma anche Liam, for fun)
    Tempo di pensarlo e le nuove scintille generarono una tenue fiammella che servì allo scopo.
    Ora avrebbe voluto anche un polmone nuovo o erano a posto così?
    «Sei una cliente?»
    Eh vabbè! Prima le chiede di accendere, ora questo: quel moccioso stava involontariamente rigirando il dito in più piaghe ancora piuttosto fresche, dannato.
    Ma poi da quando era diventato un interrogatorio?
    Amaranth si prese il suo tempo nel fare un tiro a piè polmoni e gettare il fumo piano, di lato, per non buttarlo in faccia al ragazzino logorroico.
    C'aveva quegli occhi un po' all' ingiù che gli davano un'aria da cane bastonato eppure...
    Al contrario dell'altro, lei non aveva dubbi su cosa si trovasse davanti
    «Non vengo da un po', in realtà.»
    Picchiettò la sigaretta con l'indice facendo in modo che il piccolo cilindro di cenere si disperdersi verso il basso, poi tornò sul moccioso.
    «Da quanto ci lavori?»
    Chiese, soppesando il cuoco che nelle pause faceva amicizia coi ratti: Alfredo Linguini sei tu?
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    Liam O' Sullivan
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    E con un gesto, la donna rispose ad una delle sue domande, tirando fuori l'accendino per creare una fiamma. Una strega non avrebbe mai usato un tale aggeggio babbano per accendere una sigaretta, avrebbe tirato fuori la bacchetta anche per una tale banalità, quindi era quasi sicuro di poter dire che si trovava di fronte ad una special.
    Una leggera risatina scappò al ragazzo nel vedere in difficoltà la donna, che aveva scelto di non passargli lo strumento e semplicemente fare da se, mettendoli entrambi in una situazione leggermente imbarazzante mentre il ragazzo aspettava che l'accendino facesse il suo dovere.
    La tenue sghignazzata non era solo dovuta all'imbarazzo, ma gli era scappata perchè trovava il volto della donna carino mentre in modo decisamente frustrato cercava di far funzionare l'aggeggio infernale.

    << Forse dovresti controllare se gli rimane del gas, quando avrai tempo...>>

    Provò a suggerire Liam, per poi vedere finalmente la luce infondo al tunnel, la fiammella accesa. La sigaretta emise fumo, prontamente inspirato dal ragazzo che finalmente poteva godersi il piacere di quel vizio.
    Bene, ora che sapeva qualcosina in più di lei poteva iniziare a lavorare su come instaurare in conversazione piacevole... Risposte secche, tono non molto entusiasta, tutti segni di una persona che chiaramente non era particolarmente felice di essere li in quel momento con lui, ma demordere non era nelle carte, non ancora almeno.

    << Oh, capisco... E' un peccato, è un posto molto bello a mio avviso. Sto ancora sperimentando su qualche ricetta da poter inserire nel menù, ma per il momento rimango sui classici.>>

    Cambiare qualcosa appena arrivato sarebbe di sicuro sembrato irrispettoso nei confronti dei Tre manici di Scopa, ma col tempo chissà... Magari una ricettina semplice semplice poteva essere inserita.
    Ma... Cosa aveva appena udito? Una domanda? Uno spiraglio di apertura ad un dialogo? Stava già facendo passi da gigante, almeno era una risposta che non fosse monosillaba e che lasciava presagire la voglia di avere una conversazione o la dimostrazione di interesse nei confronti dello special, non vedendolo come un semplice fastidio... Incredibile!

    << Mi hanno preso da poco, un paio di mesi... In realtà mi ha sorpreso molto, ma non devo essere tanto male se mi hanno tenuto fino ad ora.>>

    Tornò a ridacchiare voltando lo sguardo verso i Tre Manici e proprio guardando in quella direzione gli venne in mente una strana idea che poteva aiutarlo a spaccare un pochino di più il ghiaccio, mostrando un po' di gentilezza nei confronti di chi con tanta cortesia gli aveva offerto una sigaretta.

    << Vuoi che ti prepari qualcosa? Per ringraziarti della sigaretta... E poi mi puoi dire se il cuoco di prima era più bravo>>

    Disse con un leggero sorrisetto di sfida, non tanto nei confronti di lei, più rivolto verso all'ipotetico cuoco passato e sconosciuto.



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    Amaranth Nott
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    Che cazzo ti ridi glielo avrebbero chiesto le iridi fredde, o le sopracciglia appena aggrottate, infastidite. Ma guarda l'educazione di questo, oh: mica era colpa sua se quell'accendino era scostante come la sua padrona.
    Non voleva che le sue cose fossero toccate da sconosciuti, e cercava di mantenere la regola anche quando si trattava di oggetti a lei prestati.
    In vena di chiacchiere, la nuova conoscenza si permise pure di dargli consigli ai quali Amaranth annuì passiva senza veramente capire o sforzarsi di farlo: una volta a casa, lo avrebbe ridato a May che si sarebbe arrangiata sul da farsi.
    Accesa la fiamma, che con una bacchetta non avrebbe di certo faticato a creare (sigh), se lo rimise in tasca tornando a boccheggiare tabacco.
    Partire dal presupposto di voler instaurare una conversazione piacevole con lei era una gentile utopia, considerando che già avrebbe voluto spararsi in testa un Muffliato (sigh)
    Comunque sia, era cambiato il cazzo di mondo, sicuramente Liam non avrebbe fatto fatica a fare lo stesso con un semplice menù; non aveva idea di come funzionassero le cose dentro una cucina ma l'audacia era una dote che apprezzava.
    Meditabonda, Amaranth spostò per un po' lo sguardo sulla propria sigaretta.
    «Mi hanno preso da poco, un paio di mesi...»
    Le era servito anche meno per vedere la sua vita crollare nuovamente, ridursi in briciole ed essere spazzata via, sparire.
    Le venne da ridere perché un paio di mesi fa era davvero ai 3 Manici, e se le avessero detto allora cosa sarebbe successo da lì a 60 fottuti giorni, non ci avrebbe mai creduto.
    E invece.
    Statuto di Segretezza a puttane con Abbadon a trionfare sul resto del mondo.
    Ora: non è che proprio non ce lo si aspettasse (anche) però pensava davvero si poterla vincere, considerando che stava dalla parte oggettivamente giusta.
    E invece.
    Seguì distrattamente il profilo di Liam con ancora l'impronta d'un sorriso sulle labbra: davvero troppo esuberante, datti una calmata please.
    Spostò lentamente i verdi di nuovo sul cuoco al suono di quell'invito che lasciò disperdere nell'aria insieme all'ennesima nuvoletta di fumo.
    «No.»
    Dicevamo sulle risposte a monosillabi? La verità è che si vergognava come un ladro a rientrare ai Tre Manici. L'ultima volta se ne era andata con la sua bacchetta e rientrare come semplice special era impensabile, ritenuto alla stregua del disonore, ma a quanto pare Liam era troppo ottuso per capirlo - o forse solo giustamente non informato dei suoi personali drama. Ma questo non la rendeva meno restia in quella secca risposta: ignorantia Amaranth non excusat. (Semicit)
    Anche perché parliamoci chiaro, che lei fosse special(e) lo sapeva già, non c'era bisogno che Abby rimarcasse la cosa.
    Osservò il cilindro di carta bruciata ormai più della metà prima di tornare sul ragazzo.
    S'affrettò ad aggiungere un «Grazie.» mentre i lineamenti si andarono ad ammorbidire un po'; forse che era stronza lo sapeva. Glielo avevano anche detto!
    «È solo una sigaretta,»
    Che fortunatamente sarebbe finita presto, così come quella conversazione (non è vero Bro carryami as always pls love u). Lo Espirò piano, insieme al fumo, alzando appena le spalle: le pareva anche un baratto assai ridicolo.
    «magari un'altra volta.»
    O forse mai. Che quasi si pentiva anche solo di aver messo piede in quella via intrisa di ricordi - Sigh.
    Sorry O'Sullivan per la sfida contro la macchina il cuoco fantasma toccherà aspettare, o ancora meglio, chiedere a qualcun altro.
    «E... come vanno gli affari al locale?»
    Dai Liam una domanda a testa.
    U n a.

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    La conversazione dipingeva un ritratto piuttosto chiaro della sua interlocutrice, oltre al fatto che la donna possedeva lo stesso carisma di un Rottweiler randagio. Non utilizzava una bacchetta magica, aveva acceso la sigaretta con un semplice accendino babbano, il che escludeva già che lei fosse una vera e propria strega dato che i maghi utilizzavano la magia anche per per le più banali seccature della vita quotidiana.
    Liam percepiva della magia nel suo sangue, quindi non era del tutto babbana, doveva essere una special. Lentamente i tasselli di quel puzzle si stavano incastrando tra di loro e la soluzione più probabile era esilarante...
    Non l'aveva mai vista nel ghetto, quindi doveva essere arrivata da poco, molto poco. Eppure come faceva a conoscere i Tre Manici di Scopa se davvero era cosi nuova al mondo magico? No, l' opzione più probabile era che la donna fosse una strega trasformata in special.
    Oh, l'ironia della sorta... Liam non poteva che goderne ovviamente, considerando che maghi e strega avevano sempre visto gli special come una sorta di sotto-razza inferiore, uno schifo che si sono ritrovati tra le mani e che ora dovevano tenere rinchiusi nei ghetti per addomesticarli. Solo di recente la situazione era migliorata con il nuovo despota al potere, sembrava aver preso a cuore gli special per qualche ragione totalmente ignota a Liam, ma ovviamente il ragazzo non si fidava per nulla di questo nuovo "benefattore".
    Questo Abbadon (nome quantomeno bizzaro, se non del tutto stupido) era salito al potere ed aveva spazzato via lo statuto di segretezza devastando molte città del mondo babbano... Quanta compassione puoi aspettarti da una persona del genere, che tu sia special o meno? Per questo il giovane si era messo ad esplorare, cercando nelle varie città e villaggi, un luogo sicuro che potesse diventare un rifugio. Un posto abbandonato a se stesso, una casa diroccata, una zona nelle fogne... Qualsiasi cosa che potesse nasconderlo in caso avesse avuto bisogno di un nascondiglio.
    Ma tornado alla nostra Amaranth, chissà quante cose avrebbe potuto dire Liam, quante piccole pugnalate al cuore lanciate con la sua stessa lingua:

    - Allora, come ci si sente a far parte della feccia?-

    Pensò...

    "Mah, direi che gli affari vanno bene, almeno lo spero. Altrimenti non mi spiego dove va tutto il cibo che mi fanno preparare"

    Si limitò invece a dire. Il desiderio di ferirla con le parole era tanto, forse troppo per poter essere contenuto, una vendetta nei confronti di lei totalmente ingiustificata dato che Amaranth non centrava nulla con le persone che lo avevano rapito quando era piccolo, se non per il fatto di essere una (ex)strega.

    - Non è divertente quando ti strappano via quello che sei per rimpiazzarlo con questo schifo, eh?-

    Continuò a pensare mentre aspirava il fumo della sigaretta, per poi rilasciarlo dopo qualche istante. Il sorriso si era fatto chiaramente più spento ed amaro, una miridiade di pensieri iniziarono a passargli per la testa, soprattuto ricordi del suo percorso fino a quel momento e la rabbia lasciò ben presto spazio alla tristezza. Quindi cosa le avrebbe detto? Qualche ironica frase puntando a ferire quella sua nuova conoscenza? No.

    " Posso... sentire che sei una special..."

    Il suo sguardo non era rivolto a lei, i suoi occhi erano fissi contro il muro di un edificio li vicino, persi più che altro in ricordi poco piacevoli.

    " E' stato doloroso... quando è successo?"

    Chiese come per capire se il destino era stato crudele solo con lui, non aveva mai posto ad altri special quella domanda, non si era mai aperto con loro dato che le vecchie abitudini del laboratorio erano dure a morire. Stai sulle tue, non ti fidare degli altri, se possono sacrificarti per ottenere qualcosa lo faranno, aveva imparato questo dopo tutti gli anni spesi l'ha dentro. Infatti la domanda stessa rivolta ad Amaranth fu una svista, un piccolo pensiero sfuggito al suo cervello che in quel momento di debolezza si era lasciato sfuggiere qualcosa di sciocco.
    Solo dopo un istante che quelle parole uscirono dalla sua bocca, Liam si rese conto di aver posto quella domanda alla persona più sbagliata possibile, la stessa persona che fino ad ora gli aveva risposto a monosillabi e di cui non conosceva nemmeno il nome.
    Tornò a guardare per un momento la donna prima di sorriderle e dirle semplicemente:

    "Scusami, non serve rispondere... Mi sono perso nei miei pensieri per un istante. "

    Liam lanciò la cicca della sigaretta nel cestino della spazzatura dopo averla spenta, non lasciando molto tempo alla donna di dire qualcosa prima di soddisfare quello che probabilmente era il più grande desiderio di lei da quando lo aveva incontrato, levarsi di torno. Infatti girò i tacchi ed iniziò ad incamminarsi verso la porta dalla quale era uscito, facendo un gesto di saluto nei confronti della ... special.

    " Grazie per la sigaretta"

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    Oh Liam, non ti si può proprio nascondere nulla, intuito da Pavor: mai pensato di cambiare carriera?
    Eppure, il baldo giovanotto non aveva mica tutti i torti. Certo, Amaranth non riteneva gli Special feccia, ma di certo non era felice di essere come loro, manco per un cazzo proprio. Non si vede? Ma in effetti, mentiremmo se dicessimo che prima della guerra il carattere della Nott fosse d'altro stampo; al massimo, la conclusione della stessa le aveva solo aumentato il rancore e il lavoro del fegato.
    Annuì appena mentre l'altro l'informava sull'andamento dei 3 Manici: ricordava la prima volta in cui ci aveva messo piede ancora minorenne ma le scene migliori si sono viste una volta più grande, quando la gara a chi finiva più drink era ancora una delle attività che la divertivano e le uniche preoccupazioni erano i tacchi abbinati al vest- nah, non scherziamo, please.
    Al massimo, i galeoni persi per la puntata sbagliata sui risultati del campionato di Quidditch.
    Per qualche istante il silenzio creatosi le sembrò quasi innaturale; addocchiò Liam assorto nei suoi pensieri, piombato in essi di punto in bianco giusto il tempo di spegnergli quel fastidioso sorriso dalla faccia.
    « Posso... sentire che sei una special....»
    Col senno di poi, avrebbe considerato la conversazione fino a quel momento, piacevole.
    Se da una parte l'irlandese non la stava guardando, troppo intento a rimirare il muro, Amaranth calò su di lui uno sguardo torvo, mentre si faceva più dritta e i muscoli delle braccia incrociate si irrigidirono.
    «[...] sei una special.»
    NON È VERO!
    Ma come si permetteva quello, di fare un'affermazione del genere: così, de botto. Senza senso.
    Come si permetteva uno sconosciuto di dirlo a voce alta. A fare in modo di renderlo ancora più reale di quanto già non fosse.
    « E' stato doloroso... quando è successo?»
    Il flashback del Vietnam proprio, grazie Liam. Trovava davvero poco delicata una domanda del genere e il disappunto si delineò meglio tra le increspature della fronte ma forse tra quelli della sua razza era una delle domande standard, argomento di conversazione "tipo" da fare davanti ad un the, a colazione.
    E mentre il sangue iniziava a ribollirle nelle vene, quello provava anche a rimediare e svignarsela nell'arco di tre secondi.
    Eh , certo: troppo facile lanciare lo schiantesimo e nascondere la bacchetta!
    Sbattè un paio di volte le palpebre, scacciando le immagini che nelle ultime settimane tormentavano la sua esistenza, ritrovandosi la figura di Liam di spalle, già a qualche passo di distanza.
    « Aspetta.»
    Non aveva il tono morbido di una richiesta quanto più un imposizione; non c'era bisogno di urlare- non le piaceva farlo-, e mentre lo diceva si mosse per raggiungerlo. Ad ogni passo, sbuffi tenui di fiamme sembravano uscirle direttamente dai piedi ma Amaranth manco ci fece caso.
    Si sarebbe quindi fermata a pochi passi da lui, se si fosse degnato di assecondarla.
    «Come lo sai? »
    Nello specifico: quella cosa là, il suo status attuale, ma che un giorno, sarebbe tornato quella di strega.
    Sì vero, l' accendino era un valido indizio ma Amaranth sapeva che alcuni maghi non resistevano nello sfruttare comunque qualche aggeggio babbano, forse per rimanere fedeli alle proprie origini.
    Sento inoltre, era un verbo specifico che le aveva fatto drizzare le antenne: c'era puzza di bruciato.
    E non era lei, stranamente.
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    Liam O' Sullivan
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    Un passo dopo l'altro aveva quasi raggiunto la porta, il giovane fu quasi lieto che quella conversazione era ormai chiusa, non si aspettava nemmeno un saluto da parte della ormai ex-strega, era solo contento che tutta quella interazione poteva definirsi conclusa, nonostante fosse stato lui stesso a portarla avanti fino a quel momento.
    Si era lasciato prende la mano e si era distratto troppo durante la conversazione, lasciando che i ricordi prendessero il sopravvento, rivelando alla donna già troppe cose quando doveva essere lui a scoprirle... Era partito con l'intenzione di scoprire se lei lo avesse visto muovere quello schifoso ratto ed invece si era lasciato sfuggire che poteva percepire il fatto che Amaranth fosse una Special.
    Che stupido, ma ora era tutto finito...

    "Aspetta."

    Il ragazzo si arrestò di scatto, mentre nelle sua mente la voce di Amaranth mutava lentamente in un tono basso, maschile.

    "Ti ho detto di fermarti, dove pensi di andare?!"

    Sbatté le palpebre, solo una volta e subito non era più nel vicolo dietro i Tre Manici di Scopa. No, era nel lungo corridoio del laboratorio, quel dannato tunnel dal quale aveva cercato di scappare molte volte, venendo schiantato per il tentativo di fuga.
    La voce era quella di un secondino che lo aveva notato mentre tentava la fuga, ancora una volta poteva sentire il suo copro venir sollevato da terra e schiantato contro la parete del corridoio, rompendogli una costola od una spalla. Quante volte aveva provato a fuggire nel corso degli anni? Aveva perso il conto ormai... Con il passare del tempo ed i tentativi di fuga aveva capito come attutire l'impatto di quegli incantesimi,cercando di contrastarli scaccandosi una vena nel punto d'impatto ed espandendo il sangue all'interno della zona che stava per essere colpita, per poi indurire il liquido rosso in modo che potesse scudarlo ( almeno un poco) dall'urto.
    Ed eccolo li, ancora una volta, spalle al suo aguzino e pronto per essere gettato a terra e torturato come punizione per la tentata fuga.
    Ci vollero un paio di secondi prima che Liam riuscisse a tornare alla realtà, prima che potesse riprendersi dalle immagini del suo passato. Ad Amaranth poteva semplicemente sembrare che il ragazzo non avesse più tanta voglia di conversare, si era fermato per qualche istante e poi si era girato lentamente, come se lei gli avesse fatto una domanda scomoda.
    In effetti la domanda che era seguita a quell'aspetta non fece altro che gettare benzina sul fuoco, perche s'interessava di cosa era in grado di fare? Forse l'ex- strega era un membro della ribellione, una di quei pazzi dei laboratori! Ma certo, forse lo aveva riconosciuto e voleva rinchiuderlo ancora una volta per torturarlo! Fare quei terribili esperimenti su di lui!
    Tutte quelle erano congetture estremamente insensate, ma Liam era in modalità PTSD totale e lentamente la sua paranoia stava prendendo il sopravvento. Non era nemmeno sicuro che quel laboratorio fosse ancora attivo, eppure tutto in lui gridava di non fidarsi di quella donna.
    Si forzò a prendere un respiro profondo, non doveva mostrare le sue carte, d'altronde se lei avesse cercato di fare qualcosa poteva sempre scappare e denunciala. Semplicemente, fece un altro sorriso falso alla donna prima di risponderle:

    "Bhe, in questo mondo magico tutti hanno qualche specialità, no? Diciamo solo che posso sentirlo... Nel tuo sangue"

    Non specificò che poteva sentire la magia e da li in poi doveva evitare di dare altri dettagli alla donna, doveva cercare di mantenere più informazioni possibili per se.

    "Perchè me lo chiedi?"

    Già, cara mia. Perchè sei cosi interessata ai poteri di Liam? Siamo noi a fare le domande qui.

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    Quando Liam si voltò e la fissò ancora zitto, lei si prese altro tempo per soppesarlo: cambiava atteggiamento quando si parlava dei suoi poteri; Amaranth quantomeno era stata scorbutica fin dal primo istante mentre Liam invece vantava alti e bassi che una già scocciata Nott non si sarebbe presa la briga di approfondire.
    Sì dai piangi e denunciala per essere semplicemente curiosa e fare domande a sua volta, vai: dillo alla mamma, dillo all'avvocato.
    Amaranth drizzò la schiena lasciando che le giunture della colonna vertebrale scrocchiassero appena mentre l'altro sembrava prenderla per il culo: lui, e quel suo sorrisino di merda.
    Incrociò le braccia al petto sbuffando aria dalle narici come il fumo fino a poco fa, scrollando le spalle a quella mezza risposta.
    « Diciamo solo che posso sentirlo... Nel tuo sangue.»
    Ohibò. L'espressione dura dell' ex Pavor si scosse appena: durante la guerra aveva avuto più contatti con special che in tutta la sua vita, e tralasciando quando piacevole o meno fosse stato, le avevano dimostrato più volte di avere doti assai peculiari. Non era sorpresa dunque, quella che si accese per qualche istante nei suoi occhi per qualche istante, solo «Curiosità.» che fu anche ciò che replicò, seccamente, alzando appena le spalle.
    Se era vero che tutti avevano specialità Magiche, era vero anche alcune sembravano più interessanti di altre e la manifestazione dei poteri si riduceva raramente ad una singolarità. Ergo, se il suo potere era legato al sangue, Merlino solo sapeva cos'altro era in grado di fare quel ragazzo apparentemente innocuo. Pericoloso, il primo aggettivo che le passò per la mente.
    «Non è ciò che ha portato te a farmi domande a tua volta?» Chiese inclinando appena la testa, lasciando che le dita taburellassero sul gomito.
    Il sangue, nel suo mondo, era estremamente importante, specialmente in una famiglia che di quel vermiglio, ne aveva fatto un vanto.
    Era ancora considerabile purosangue dopo ciò che le era successo, o si poteva mettere la preposizione ex anche su questo? Probabile.
    Aveva avuto voglia di cambiare tante cose di sé, abbastanza da fare una lista piuttosto folta ma mai, mai aveva desiderato di non essere una strega; eppure, eccoci qua vostro onore, a dover reimparare a vivere, a farselo inegnare manco fosse ancora ad Hogwarts.
    Scrollò le spalle recuperando di nuovo contatto con la realtà, inspirando appena dalle labbra schiuse.
    «Comunque...»
    Non si aspettava davvero una risposta alla domanda poco velatamente retorica, mentre abbassava la testa per cacciare nuovamente la mano in tasca e tirarne fuori il pacchetto dal quale sfilò due sigarette.
    «...per quando stacchi.»
    Se una gliela porse, l'altra, se l'era già portata alle labbra indipendentemente dalla scelta altrui di recuperare la propria o meno.
    Fumare finito di lavorare era una specie di rito per lei ad ogni fine turno al Ministero; immaginava che per il giovane fosse lo stesso anche perché Liam sembrava un po' sulla difensiva insomma: chill, boy (disse lei, capito?)

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    Liam O' Sullivan
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    "Curiosità."

    Certo, certo... La curiosità che aveva spinto i ribelli a rapire babbani e sperimentare su di loro, eh? Cos'altro suscitava quella curiosità nella vostra mente depravata, Mhhhh???? D'altronde siete della stessa pasta, Liam vi conosce fin troppo bene. Si perchè nella mente del giovane lei ormai era una di loro, era li per riportarlo indietro... Riportarlo nella sua cella.
    Sentiva il cuore scalpitare, la tensione continuare a salire mentre aspettava il momento in cui quella donna dal cuore di ghiaccio avrebbe fatto la sua mossa.

    "Immagino."

    Si limitò a dire in un tono che chiaramente lasciava presagire un certo nervosismo, d' altronde si aspettava che da un momento all'altro Amaranth tirasse fuori qualche trucchetto magico per immobilizzarlo, stordirlo, addormentarlo o ridurlo in fin di vita per trasportarlo in uno dei laboratori.
    Aveva fatto un grosso errore a fermarsi li, aveva fatto un errore nel chiederle tutte quelle domande, era stato stupido ed ora doveva pagarne il prezzo.
    Combatterla? Non era un esperto in quel settore, di recente stava sviluppando sempre di più i suoi poteri appositamente per quando si sarebbe trovato in situazioni del genere, ma non era pronto, era ancora inesperto e si lasciava prendere dal nervosismo durante uno scontro.

    "Certo, anche la mia era curiosità... D'altronde come non si può essere curiosi nei tuoi confronti."

    Cercò di sviare la conversazione, magari cercando di metterla in imbarazzo avrebbe cambiato idea, convincendosi che non era lui il fuggitivo che stava cercando. Un'idea stupida, ma quando il cervello va completamente in tilt esistono solo pensieri idioti.
    Infatti non aveva funzionato, la donna si stava avvicinando, mentre cercava qualcosa dalla tasca... Cosa poteva tirare fuori? Una bacchetta? Aveva sbagliato ogni tipo di supposizione su di lei pensando fosse una special? O Forse era una pistola?
    Liam portò istintivamente un braccio a proteggersi da un colpo che non arrivò mai, Amaranth semplicemente tirò fuori qualcosa e glielo porse.
    Una semplice ed "innocua" sigaretta che il ragazzo con fare guardingo prese con molta calma. Il suo cervello passò da spaventato ad incuriosito in un attimo, andando ad analizzare la sigaretta in ogni suo più piccolo angolo.
    Perchè gliela stava dando? Non ne aveva chiesta un'altra, come mai quel gesto? LIam non era molto pratico con il classico gesto del donare con cortesia qualcosa a qualcuno solo per la gentilezza del gesto, era un tipo solitario che vedeva il periocolo in ogni angolo di quel mondo magico, quando la sua paranoia cominciava a fare il suo dovere.
    Quello per lui ora era un vero e proprio dono, che infatti si mise in tasca assicurandosi che non potesse spezzarsi o stropicciarsi.

    "Grazie mille."

    Le disse con un grande sorriso che stavolta aveva qualcosa di diverso, più genuino e molto meno forzato... Infatti ora la percezione che aveva di Amaranth era passata da "predatore che mi vuole riportare nei laboratori" ad "La mia migliore amica che mi ha donato UN oggetto".
    Tutti quanti fino ad ora non gli avevano mai dato nulla per niente, tutto aveva un costo, tutto doveva essere guadagnato, aveva solo dei ricordi in cui i suoi genitori ed amici gli facevano dei doni quando era piccolo.
    Ora era tutto diverso, nessuno gli aveva regalato più nulla, molto probabilmente la colpa era per lo più sua e del suo carattere schivo e paranoico.
    Eppure lei gli aveva semplicemente dato quella sigaretta, senza che lui le chiedesse nulla...

    "Oh, io mi chiamo Liam... Tu... Chi sei?"

    Un ottimo modo per chiede a qualcuno di presentarsi, per nulla strano. In ogni caso si poteva leggere negli occhi e nelle labbra del ragazzo che il suo sorriso era più sincero di prima.



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    Amaranth Nott
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    Se Amaranth avesse ottenuto la Telepatia, a quell'ora lei e Liam avrebbero potuto intavolare una magnifica (quanto più amichevole) discussione elencando i motivi del perché i ribelli erano brutti e cattivi, ma ahinoi aveva la pirocinesi quindi niente lettura del pensiero, solo, un' aria diffidente mentre nella sua testa la valutazione continuava manco fosse un oggetto.
    « Immagino.»
    Non ci stava credendo, ma non era di sicuro un problema della Nott, come non lo era quell'accento di nervosismo che l'aveva messa in allerta donandole una posizione più rigida, con i piedi appena a puntare il terreno: avrebbe attaccato o continuato a far muovere la lingua?
    Siccome Amaranth non aveva proprio cazzi di andare a litigare con un poppante, sperava tanto nella seconda.
    «Nei miei confronti?»
    Oibhò, era una nuova presa per il culo quella o *mettere altra opzione che Amaranth non considererebbe comunque valida*?
    Si considerava molte cose ma non di sicuro in grado di destare la curiosità altrui: lei, che si era sempre crogiolata nel suo considerarsi anonima... qualsiasi problema avesse l'emokineta doveva essere piuttosto grave. Indirizzò un sopracciglio verso l'alto piuttosto scettica, incapace di comprendere come potesse essere serio.
    «Sarà... »
    Aggiunse poi dubbiosa, distogliendo appena lo sguardo da lui per recuperare il pacchetto.
    Quando i verdi tornarono a posarsi sul minore, si aspettava riverenza(!!!) per essere una dea misericordiosa e concedergli un'altra sigaretta, mica quel mettersi sulla difensiva.
    Ora, che il moccioso potesse avere tutti i traumi del mondo, era scontato: la reazione eccessiva ad un movimento inaspettato e l'essere special le aveva smosso i neuroni, ma questo non gli dava comunque il permesso di aver timore di lei. Come si permetteva, oh! Mica era una persona cattiva!
    Ma vedi un po' sto coglione.
    Portò le mani congiunte dietro la schiena una volta che la sigaretta venne ritirata e sbuffò mentalmente quando si mise a sondarla manco dovesse scoprire chissà cosa.
    «Grazie mille»
    Prego al cazzo e grazie a lei per la fiducia, signorino; che poi facesse benissimo ad essere circospetto -considerati i tempi- era un altro paio di maniche: non con lei!
    Non ricambiò il sorriso che valeva più di mille ringraziamenti ma ne fu felice, da qualche parte, lasciando in risposta un alzata di spalle - è solo una sigaretta poteva anche smetterla di guardarla così!
    Quindi niente Liam, si evince abbastanza chiaramente che il problema è lei e non tu, ma non diciamolo a voce troppo alta.
    «Di niente.»
    Il tono un po' più morbido, così come lo sguardo che ora gli rifilava.
    Sembrava essere più tranquillo, Liam, e lei avrebbe fatto lo stesso.
    Comunque, punto in più per l'aiuto cuoco che si era presentato senza avanzare nessuna mano.
    Stirò appena le labbra in quello che doveva somigliare ad un sorriso tenue.
    «Mi chiamo Amaranth.»
    Lo sguardo andò appena oltre lo sguardo del ragazzo, dove c'era la porta dalla quale era uscito.
    «Non vorrei che ti dessero per disperso lì dentro...»
    Commentò provando a fare la sympy.
    Dai insomma, poi si sarebbe dovuta sentire in colpa anche per quello, mon dieu, nope. Vai a laorà.
    #Mantenuta.
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    Liam O' Sullivan
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    Liam alzò leggermente un sopracciglio nel vedere la quasi incredulità della donna alla sua prima affermazione, eppure non gli pareva di aver azzardato chissà quale commento. Gli sembrava naturale che qualcuno fosse interessato ad Amaranth considerato il suo aspetto fisico, tralansciando completamente la sua personalità di un sasso tirato tra i denti che però ora Liam non vedeva grazie al nuovo dono che l'ex strega gli aveva dato.

    "TI sorprende?"

    Le rispose in tono sorpreso, per l'appunto. Forse non aveva standard particolarmente elevati considerando il fatto che si teneva chiaramente a distanza da tutti e questo poteva portare ad un cambiamento della prospettiva, ma Amaranth gli sembrava oggettivamente una bella donna... Quindi si aspettava che fosse qualcosa di normale per lei ricevere interesse da altre persone.
    Ma tralasciando tutto questo discorso, Liam finalmente avverte un cambiamento nel tono di lei, più leggero o dolce se lo vogliamo definire in questo modo.
    Continua a sorriderle, anche quando impara per la prima volta il suo nome.

    "Amaranth... Bel nome. Non lo avevo mai sentito."

    Nella sua voce non c'era sarcasmo o ironia, genuinamente era la prima volta che sentiva quel nome ed appunto, sembrava piacergli davvero dall'espressione che aveva in viso.
    Erano già buoni progressi per entrambi dato che Liam di solito tendeva ad evita ogni tipo di avvicinamento o rapporto con qualcuno, per via del suo passato e per la paura che qualcuno possa tornare a fargli visita, mentre considerando il carattere di Amaranth quello era probabilmente l'interazione più lunga che avesse fatto con un essere umano in settimane, suppongo.
    Entrambi dopo una piccola turbolenza iniziale sembravano aver abbassato leggermente la guardia, arrivando addirittura a scambiarsi i nomi.

    "Oh, beh, stavo chiudendo la cucina dato che si è fatta una certa ora. Sono da solo, ma effettivamente è ora che mi rimetta a lavorare altrimenti finirò di ripulire il tutto domani mattina."

    Disse muovandosi ancora una volta verso la porta d'ingresso al retro dei Tre manici di scopa che dava per l'appunto alla cucina.

    "Ripassa da qui qualche volta... E' stato un piacere conoscerti! Oh, e chiedi di me se vieni ai Tre Manici, cosi ti preparo qualcosa io e mi fai sapere com'è"

    Si lasciò andare in una leggera risatina prima di aprire la porta, fare un gesto di saluto con la mano ed entrare al suo interno.

    "Ci vediamo!"

    La porta si chiuse dietro di lui, finalmente se ne era andato.




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