so glad we've almost made it

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    It's fate, not luck.

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    brecon, galles


    All’accampamento si respira un’aria diversa.
    La sentite vibrare sotto pelle come una scossa, a inebriare l’aria e dipingere sui volti dei più coraggiosi enormi sorrisi vittoriosi. Compagni al cui fianco non avete mai combattuto, vi battono una mano sulla spalla invitandovi a sedere al tavolo con loro e condividere una birra; alcuni mostrano i propri trofei, ridendo di battute che non sono divertenti per tutti.
    Ma per qualcuno sì.
    Altri rimangono in silenzio, invece. Qualcuno si offre di fare un turno in più nella tenda medica. Alcuni, non tanti ma alcuni sì, dopo un mese dall’inizio di quella guerra, sembrano ancora domandarsi che cosa ci facciano lì. In pochi si chiedono se ne valga la pena, perché non è quello a guidare le vostre decisioni, ma qualcuno lo fa.
    Si domanda cosa succederà, quando - quando, e non se - il mondo sarà vostro.
    Collezionate città e nazioni come minerali in un museo. Macinate, e macinate, e macinate terreno schiacciando capitali babbane sotto la suola magica, piegando le spalle dei leader mondiali finché non concedono la conquista; anche dopo, talvolta. Sventolano bandiere bianche, ed allora, solo allora, le violenze in strada tendono a cessare.
    Non sempre. Non ovunque. Le creature controllate e chiamate da Abbadon popolano le periferie non più abitate, aggirandosi in vicoli bui, scricchiolando contro ossa e banchettando sulla carne putrescente. E non a tutti è bastato il caos dei campi di battaglia: alcuni ancora cercano la propria quota di sangue e morte. Di fuoco e distruzione. Tingono le bandiere bianche di cremisi e scarlatto. Anarchici.
    Siete tutti dalla stessa parte, voi soldati; giocate la stessa partita, ma ciascuno con regole diverse.
    Priorità diverse.
    Possibile anche che qualcuno di voi si sia offerto di presentare la magia ai babbani che si sono arresi, sapete; come è possibile che altri li abbiano terrorizzati volontariamente, lo sguardo ad accendersi dalla loro paura.
    Gli avamposti in ogni città conquistata mantengono il gregge unito, ma ancora nessuno muove un dito per ricostruire mura e palazzi: avete altre terre da conquistare, altri suoli dove piantar bandiera.
    Sacrifici necessari, bisbiglia qualche voce scavalcando cadaveri e spegnendo incendi. Meglio loro che noi, mormorano con bocche al pavimento e spalle cadenti.
    I vostri numeri scendono, ed a nessuno importa. Non tutti fanno ritorno la notte; non tutti si svegliano all’alba. Lisbona è vostra. Francia, Azerbaigian, Corea, Belgio; Spagna, Egitto, Russia, Messico. C’eravate, alla loro conquista: le avete calpestate anche voi, le loro ceneri. Avete sanguinato per loro. Potete dire, se lo volete, che siano anche vostre.
    Un vanto.
    Una condanna?
    Una vittoria.
    La è?
    La è. E se non la è stata, la sarà. Se non quel giorno, quello dopo – o quello seguente ancora.
    Le notizie dal fronte sono positive. Perfino le armate babbane sono state messe al vostro servizio dalle nazioni conquistate. Che altra scelta avevano?
    Esiste sempre una scelta.
    Qualcuno resiste.
    E voi demolite anche loro.
    È passato un mese da quando Abbadon ha fatto la sua chiamata alle armi, dichiarando guerra al mondo conosciuto. Un mese di battaglie continue, di ferite aperte, di guance bagnate di lacrime e di addii; un mese di conquiste, e di risate gutturali, e di caos e lame a conficcarsi nella pelle penetrando fino agli organi. Un mese di sorrisi tirati a chi è rimasto a casa; un mese di è quasi finita, vero? Un mese di cuore in gola, e di squadroni babbani a tentare le controffensive sulle cittadine magiche.
    Di fiato sospeso.
    È il 31 Maggio. Una sera come tante a Lisbona.
    La era, fino a quando Lamovsky non ha richiesto la vostra completa attenzione nel cuore dell’accampamento, richiamandovi tutti con un fischio assordante che vi ha costretti a lasciare le vostre postazioni. Sorride, l’uomo. Sorride, e se alcuni fra voi trovano semplice ricambiare, altri non possono fare a meno di sentire un brivido lungo la schiena.
    Sorride, Ivan Lamovsky, e vi dice che sia giunto il momento.
    Per un bene superiore. Sempre, per un bene superiore.
    C’è una luce nel suo sguardo che – ma no. Non importa.
    Non può importare: non più. Non a quel punto.
    Non vi chiede un ultimo sforzo, ma vi riempie di altre parole. Di promesse. Giura che l’indomani sarà il primo giorno di una nuova era, e voi dovrete inaugurarlo. Che siamo così vicini, così vicini ad avere tutto. Che dovete solo eliminare gli ultimi ostacoli.
    Che dovrete spargere altro sangue.
    Non specifica quale.
    Stappa una bottiglia, ed una seconda ed una quarta. Vi invita a godervi il tramonto di una società retrograda che non vi hai mai meritati, e che finalmente – finalmente, tutto sarà nostro.
    Trattenete ancora il fiato.
    Ma non per molto.

    Non è rimasto più nessuno da proteggere, a Brecon.
    Le strade sono svuotate di vita; le luci nelle case spente. Lo scenario vi risulta familiare, in ogni caso. Uno che porta il chiaro stampino della guerra che state affrontando: desolazione, silenzio, e quel distinto odore di polvere e mandorle — gli esplosivi adoperati dall’opposizione babbana.
    Girate vicoli, e superate la piazza; e non vi rendete conto di star trascinando i passi verso la cattedrale finché non vi ritrovate ai piedi della scalinata grigia. Quasi un bisogno inconscio, quello di superare i portoni pesanti e fare il vostro ingresso.
    Simòn Sartre vi attende proprio lì.
    Anche quando i vostri passi riecheggiano sulla pietra, non si volta nella vostra direzione. Mantiene la testa china e stretta tra i palmi; a ritmi alterni la scuote, lento — e poi sussulta, respiri accelerati e il tono della voce più alto. Non siete in grado di comprendere cosa stia dicendo, in ogni caso; una preghiera, forse, in una lingua dimenticata.
    Vi avvicinate ancora.
    E ancora.
    E capite tre cose fondamentali.
    Che il generale Sartre è con voi solo in rari, combattuti attimi di coscienza. Il bianco dell’occhio è mangiato da un nero abissale; e la sua voce è roca, svuotata d’un corpo.
    Che non dovreste essere lì.
    E che non è vostro, quell’ultimo pensiero.
    Sapete — sapete di star facendo la scelta giusta, d’altronde, no?
    (non lo è.)
    E perché. Perché?
    (perché non è vostra, quella guerra.)
    Eppure è verso di voi, che si fissano gli occhi vuoti di Sartre.
    Di Nanael.
    Superano pelle e muscoli, e s’infilano profondi nella vostra anima.
    Spingendo e spingendo, in cerca di qualcosa.
    Un’entità. Un nome.
    Abaddon.
    Lo deve fermare.
    E se necessario, vi ucciderà
    uno
    per
    uno.

    Così è stato deciso dal principio. Così sarà.


    jericho30 pa28 pd64 psARMA: coltellini | telepatia
    jekyll28 pa30 pd33 psARMA: scimitarra | pirocinesi
    euge35 pa23 pd61 psARMA: sig-sauer
    sersha30 pa23 pd75 psARMA: tetsubō
    heather25 pa18 pd60 psARMA: coltellini
    costas27 pa25 pd59 psARMA: mazza da baseball
    turo18 pa18 pd31 psARMA: pistola semi-automatica
    roxie13 pa9 pd20 psARMA: mazza chiodata | emocinesi
    adrian13 pa9 pd19 psARMA: rivoltella | emocinesi
    selena9 pa14 pd17 psARMA: balestra | allucinesi
    corvina16 pa7 pd24 psARMA: balisong | ombrocinesi
    sartre10 pa40 pd150 ps10 (jericho) 8 (jekyll) 5 (euge) 6 (sersha) 9 (heather) 1 (costas) 7 (turo) 5 (roxie) 8 (adrian) 2 (styx) 3 (corvina)
    regina25 pa30 pd120 psattacco: 25 (jericho)ascia bipenne
    boyd30 pa25 pd120 psattacco: 15 (jekyll)fucile
    monty25 pa30 pd120 psattacco: 25 (euge)mazza chiodata | moltiplicazione
    daniel25 pa25 pd100 psattacco: 19 (sersha)pugnale
    antonin25 pa25 pd100 psattacco: 2 (heather)lancia
    missy20 pa20 pd90 psattacco: 6 (costas)pistola semi-automatica
    christine20 pa20 pd90 psattacco: 13 (turo)coltelli da lancio | magnetocinesi
    louise10 pa10 pd70 psattacco: 9 (roxie)machete | chiaroveggenza
    tammy10 pa10 pd70 psattacco: 10 (adrian)lanciafiamme | pirocinesi
    olivier10 pa10 pd70 psattacco: 3 (selena)arco e frecce
    grant10 pa10 pd70 psattacco: 6 (corvina)falce


    TUTTI: gli occhi del generale Sartre sono fissi su di voi, anche quando la terra trema sotto i vostri piedi e la radura di Brecon inizia a contorcersi, fronde mosse da un vento assente. Si accavallano, si superano, le radici degli alberi perforano il terreno ed i rami frustano i tronchi. E cercano voi.

    JERICHO: Regina parte subito fortissimo e prova a tranciarti in due con l'ascia
    JEKYLL: Boyd punta il fucile al tuo petto e spara
    EUGE: Monty spawna altre due copie di se stesso e ti aggredisce
    SERSHA: Daniel ti pugnala al costato
    HEATHER: Antonin prova a farti inciampare passandoti il bastone della lancia tra le gambe
    COSTAS: Missy ti spara alla gamba destra
    TURO: Christine indirizza uno dei suoi coltelli verso la tua gola
    ROXIE: Louise vuole staccarti un braccio con il machete
    ADRIAN: Tammy ti considera un eretico e prova a bruciarti vivo
    SELENA: Olivier scocca una freccia debole
    CORVINA: Grant tenta di mozzarti una mano




    ┉┉┉ recap.
    1. avete un massimo di 3 azioni a post, di cui solamente 1 di attacco (le altre due possono essere entrambe di difesa, o azioni curative/altro). Potete fare:
    DIFESA - DIFESA - ATTACCO
    DIFESA - DIFESA AOE - ATTACCO/o DIFESA
    DIFESA - ATTACCO/o DIFESA - ATTACCO AOE
    DIFESA - DIFESA/o ATTACCO - GUARIGIONE/o eventuali

    Ricordo che (1) attacchi/difese ad area non possono essere fatti in combo, e (2) le difese ad area non prendono eventuale differenza dagli attacchi, né questa viene ereditata in un eventuale attacco ad area (discorso valido anche per i bonus rogue lame, 15-20 danno al png)
    2. INCANTESIMI - POTERI
    3. Il BONUS DI CLASSE (guerriero, etc) potrete usarlo una sola volta ad ostacolo (link ai bonus di classe)
    4. tempistiche bonus di genere:
    - INCANTESIMI OSCURI: + PA / - PD -- INCANTESIMI DIFENSIVI: - PA / + PD (da aggiungere secchi all'estrazione, 3 post di recupero)
    matricole e apprendisti: -1 pa / + 1 pd -- +1pd / -1pd
    mago, leader e master: - 1 pa / +2 pd -- +2 pd / -1pa
    - INCANTESIMI DI GUARIGIONE: 1-* PS (da estrarre, 4 post di recupero; post di recupero validi anche per altri bonus di genere degli special come la preveggenza)
    matricole e apprendisti: da 1 a 5 ps
    mago, leader e master: da 1 a 10 ps
    In caso di SPECIAL:
    ATTACCHI/DIFESE AD AREA (ALTRI NON SPECIFICATI): 5 post di recupero
    5. per le combo valgono le solite regole (entro 2h di distanza massimo)
    6. se avete caramelle dalla scorsa settimana, potete ancora usarle.
    7. ATTENZIONE! NON POTRETE USARE BONUS DI CLASSE (ma sì a quelli di genere: attacchi ad area, bonus incanti oscuri, etc.)

    ➞ l'ostacolo. potete attaccare sartre, ma non avrete la differenza delle difese (nè gli attacchi ad area, nè quelli sui png).

    avete tempo fino alle 00:00 del 31/05 per postare.



    Edited by jic. - 23/5/2023, 18:58
     
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    heather morrison
    "Didn't you die?"
    that was years ago dude.
    things change
    La cosa positiva del non ricordare la sua vita precedente l'inverno del 2017, era che per lei quel luogo non avesse alcun significato, e nessun trauma ad esso collegato. Non aveva vissuto nè da rapita, nè da salvatrice quello che era successo a Brecon nel 2016, e seppur avesse letto gli articoli di giornale, non conosceva neanche nessuno dei vari morti o rapiti di quel periodo.
    Insomma, almeno su quella questione lì, stava una crema.
    Finalmente, vorrei dire: erano quattro anni che non sapeva se fosse davvero viva, o solo convinta di esserlo, se fosse davvero libera o solo una marionetta nelle mani di un burattinaio e ventriloquo particolarmente capace. Almeno un (1) trauma poteva evitarselo. Già sentiva le voci nella testa.
    «Ci guidi gli eserciti della resistenza, con quegli occhietti posseduti?» sollevò un sopracciglio «no wonder stiano perdendo la guerra»
    Guardò i compagni, e non si sa quando, ma chiese: «lo sentite anche voi?» guardando jericho in particolare, in quanto telepate. Minchia magari era tutto nella sua testa in quanto Ombra.........
    Quando gli attacchi iniziarono, cercò di pestare con un piede la lancia con cui stavano cercando di farla cadere, usando poi la bacchetta verso il suo maleducato proprietario in una maledizione gabbia di fuoco che lo avrebbe intrappolato fra le fiamme.
    Castò poi un protego in igne contrò i rami che si avvicinavano a Jericho e

    qua ci sta il limone di corvina così de botto.
    Can't wait di leggere.
    gif code
    2001
    revenant
    (pro)



    (2) DIFESA HEATHER (heather + jericho) pesta la lancia
    ATTACCO ANTONIN (jericho + heather) maledizione gabbia di fuoco
    Formula: Incalescent. Crea una sottile lingua di fuoco che si avviluppa al corpo dell'avversario crescendo sempre più d'intensità. Il fascio di luce è arancione. Incantesimo Verbale.
    (10) DIFESA AOE JERICHO (heather + corvina) protego in igne
    Formula: Puro ignem. Genera una barriera di fuoco fra il mago e l'avversario in grado di bruciare qualunque oggetto. Verbale / Non Verbale.

    CODICE
    <b>(2) DIFESA HEATHER (heather + jericho)</b>
    <b>ATTACCO ANTONIN (jericho + heather)</b>
    <b>
    (15) DIFESA JEKYLL (jericho + sersha)</b>
    <b>ATTACCO BOYD (sersha + corvina) </b>

    <b>(3) DIFESA SELENA (sersha + styx)</b>
    <b>ATTACCO OLIVIER (styx  + roxie)</b>

    <b>(5) DIFESA AOE HEATHER (corvina + roxie)</b>
    <b>(10) DIFESA AOE JERICHO (heather + corvina)</b>
    <b>(5) DIFESA AOE EUGE (styx + roxie)</b>
     
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    Roxanne O'Death

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    ROXANNE O'DEATH
    - ROXANNE'S AT THAT VERY SPECIAL AGE
    WHEN A GIRL HAS ONLY ONE THING ON HER MIND
    - BOYS?
    - HOMICIDE
    Le era stato chiesto altro sangue ed altro sangue avrebbe versato. Le era stato comandato di demolire città e aveva demolito al suono di wrecking ball (no scherzo, questo era Yejun). Le era stata chiesta altra violenza e aveva impugnato nuovamente la sua mazza chiodata. Le erano stati abbinati altri compagni e aveva... sospirato. Avevano camminato fino alla cattedrale, ad attenderli: una scalinata grigia e questa volta non avevano un Finn a portali su. Ad aspettarli il generale Simòn Sartre in persona per nulla posseduto. «interessante» fu il suo unico commento prima di alzare la mazza chiodata verso la spalla continuando a scrutare il generale. Non stava mentendo, trovava davvero affascinante ciò che aveva di fronte. Lanciò un bombarda verso le radici che si stavano sempre più espandendo verso di loro e un incendio verso le fronde degli alberi. E invece no perchè qui ho Roxie oh my iniziamo già con gli au. Come è canon che ormai ci sia un albero piantato nella cattedrale perchè Abby è passato di lì per fare scenografia apocalittica così da immedesimarsi ancora di più. Location: diesci. «forse facevo prima a portare un lanciafiamme» così avrebbe potuto dare fuoco a tutto. Pignarûl wannabe. Solo che non o aveva quindi era abbastanza inutile per quanto riguardava quel tipo ti attacchi e non aveva con sè nemmeno una motosega. Cazzi degli altri, tanto qui doveva difendere gli altri mica se stessa, non si doveva impegnare più di tanto. Prese Heather e la spostò di lato lanciandola dritta dritta fra le braccia di Corvina e subito dopo tirò un calcio a Euge per spostarlo dalla traiettoria di qualche ramo schioppettante. «non vedo l'ora di fargli a pezzi le budella» esatto, lei, con il suo livello matricola. Uomo in più, uomo in meno, non faceva la differenza. Non le interessava preservare il gruppo, solo sopravvivere e uccidere. Che dire, le piaceva fare il lavoro sporco. «e mangiarle» dite no a valsoia, dite sì al cannibalismo. Chissà se stava scherzando o meno, nemmeno io ne sono certa ma hey you go girl. Nel frattempo però, doveva togliersi di torno prima i minions che aveva di fronte per poter fronteggiare il boss. Uno di questi Olivier, che nome da francese borghese con quella i fra la v e la e, le stava già antipatico quindi non esitò a dargli una bella botta con la mazza chiodata giusto sul ginocchio, per iniziare bene.
    gif code
    2006
    HEMOKINESIS
    DEATHEATER


    (5) DIFESA AOE HEATHER (corvina + roxie) la spinge fra le braccia di corvina
    (5) DIFESA AOE EUGE (styx + roxie) gli tira un calcio

    ATTACCO OLIVIER (styx + roxie) mazza chiodata sul ginocchio


    CODICE
    <b>(2) DIFESA HEATHER (heather + jericho)</b>
    <b>ATTACCO ANTONIN (jericho + heather)</b>

    (15) DIFESA JEKYLL (jericho + sersha)</b>
    ATTACCO BOYD (sersha + corvina)

    <b>(3) DIFESA SELENA (sersha + styx)</b>
    <b>ATTACCO OLIVIER (styx  + roxie)</b>

    <b>(5) DIFESA AOE HEATHER (corvina + roxie)</b>
    <b>(10) DIFESA AOE JERICHO (heather + corvina)</b>
    <b>(5) DIFESA AOE EUGE (styx + roxie)</b>
     
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    Fly me to the Moon

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    INFO DI SERVIZIO: se diventa troppo confuso cambio e metto due codici easy, però ecco, se vi serve di trovare rapidamente uno dei due post andate di CTRL+F e cercare i tag (greve, lo so) rispettivamente #VEENA e #STYX

    STYX HEKATE
    I am through lying still
    Just a body to be beaten, fucked
    And, if I'm lucky, left for dead
    So who's scary now?
    #STYX | Non aveva contattato ancora nessuno, a casa.
    Non che non avesse persone da chiamare, s'intende: come spesso capita in guerra, non era una di quelle persone con il lusso di non avere una famiglia da lasciarsi alle spalle, se avesse deciso di cedere alle dolci e amare lusinghe di Sorella Morte.
    A dirla tutta, avrebbe avuto ragione di preoccuparsi di verificare che fossero ancora tutti vivi, visto e considerato che di cosiddetti Babbani si parlava e visto soprattutto che suo padre era un funzionario di Stato che certamente era rimasto coinvolto di persona in tutti quei tumulti che avevano colpito d'improvviso il Mondo Non-Magico.
    Non se ne stava preoccupando, comunque.
    Totalmente in balia del momento e degli eventi, contemplava la sua mortalità ogni istante di più in quei giorni mai privi di cose da fare. Non si stava divertendo, lei, e nulla riusciva ad alleggerirle o appesantirle l'animo, lasciandola in quel suo equilibrio mentale che rimaneva sempiterno in una maniera quasi inquietante.
    Ed era giunto il momento di compiere l'ultimo sforzo, finalmente.

    Visi sconosciuti e ormai conosciuti la accomagnano fra le strade desolate di Brecon.
    Imbraccia ancora la balestra come un prete stringe fra le dita un crocifisso, con quello stesso misto di naturalezza e devozione.
    « Mh. » l'unico, incredibile commento che le scaturisce la visione comunque abbastanza impressionante di Sartre. Che non è palesemente granché una persona, al momento, anche se l'invasione psichica, per quanto fortemente indesiderata, non la fa vacillare eccessivamente.
    Insomma, se proprio deve morire deve essere qualcosa di disumano come quello a porre fine alla sua vita, le sembra solo adatto.
    Però intendiamoci, è comunque uno spettacolo di un certo livello, quindi preoccupata per la sua vita lo è un po'. Ok il Cerchio della Vita, però non è neanche suicida. Non più, almeno. Insomma, ci tiene a provare a restare viva. È brava a mantenere il sangue freddo, però.

    Poi, come si suol dire, inizia la festa.
    Cerca di spostarsi immediatamente per evitare la freccia di Olivier, e decide subito di ricambiare il favore abbassandosi su un ginocchio e incoccando una freccia nella balestra per cercare di sparargliela nel ginocchio.

    La vista delle radici degli alberi che si muovono verso Euge le fa snocciolare innanzitutto un'imprecazione in russo a mezzavoce che... non so come suoni, sinceramente, non so il russo, ma le imprecazioni in media suonano sempre un po' sexy. Di solito non è una persona volgare, anzi, tutto il contrario, ma le scappa proprio. Che peccato.
    E insomma, must protect Euge at all costs, quindi va verso di lui e prova a prenderlo per una manina, no heterosexuality intended, e tirarlo via dall'imminente pericolo.



    #VEENA | Corvina era molto in modalità let's fucking go e ovviamente non aveva chiamato nessuno a casa manco lei, che pure se fossero stati in pericolo nel dubbio sperava ci rimanessero. Family issues? Andiamo avanti. Fra spupazzare Mac, flirtare con le sue girlfriends della trincea e spiegare a Jericho perché Adrian è un uomo etero tossico e va evitato se non direttamente discriminato, aveva avuto il suo bel da fare e si era tenuta occupatissima.
    Neanche in guerra si può stare tranquilli, insomma. E non dico lei, dico gli altri, mai un momento di tranquillità mentre si sta in campo a rischiare la pelle e poi pure al campo c'è Corvina, mi dispiace per voi, se fossi cattolica vi dedicherei una preghierina, che dire.

    Ma andiamo avanti.
    Soviet Daddy li aveva hypati per l'ultimo sforzo, che ehi, magari non era davvero l'ultimo, ma si sa come va in questi casi, bisogna indorare un po' la pillola per tenere alto il morale, Corvina non giudica.
    Poi bello il Galles, insomma, mica si lamenta lei, basta che non è Londra e va tutto bene, anche se Scozia caput mundi.
    Era capitata in squadra con Heather di nuovo, finalmente, quindi è vicino a lei che procede mentre si muovono verso la cattedrale.
    « Biblically accurate son of a bitch. » neanche a Corvina piaceva troppo dire le parolacce, ma quando ci vuole ci vuole. « E poi che altro ci mandano, le Piaghe d'Egitto? » guarda un momento Heather solo per assicurarsi che non sia diventata già un mucchietto di cenere.

    E poi crea uno dei suoi soliti coltellini da lancio e cerca di lanciarlo nella spalla di Boyd, così, perché le sembra solo giusto.

    Poi, dopo che ha nominato le Piaghe, giustamente l'universo le fa un you don't say e una radice di un albero spunta da chissà dove e decide di muoversi in modo sinistro verso Heather.
    « Dolcezza? » la chiama mentre la prende per un braccio e la tira a sé, orientativamente al sicuro dalle radici del demonio. « Auguriamoci buona fortuna. » e nulla, che dire, la prende per i fianchi e senza chiedere permesso, come nelle migliori fanfiction, si avvicina repentinamente per rubarle un bacio. E manco un bacio leggero, dopo aver carpito la morbidezza delle labbra prova a dischiudergliele per insinuare la lingua e cercare quella di lei. Cinque secondi assolutamente fuori luogo ma worth it, poi si stacca e la guarda con un'ultima sollevata di sopracciglia prima di lasciarla andare.

    Anche perché insomma, c'è pure Jericho che sta per essere bersagliata dall'ira della natura, lì, e non le sembra proprio carino non avvisarla nemmeno.
    « Lowell, spostati...! » non ha davvero tempo per inaugurare il soprannome anche in-game, sia mai che Jericho non capisce che dice a lei e ci rimane secca per davvero.
    gif code
    HALLUCIKINESIS
    UMBRAKINESIS
    PRO ABBY

    (2) DIFESA HEATHER (heather + jericho): -
    ATTACCO ANTONIN (jericho + heather): -

    (15) DIFESA JEKYLL (jericho + sersha): -
    ATTACCO BOYD (sersha + corvina): gli tira un coltellino da lancio nella spalla

    (3) DIFESA SELENA (sersha + styx): schiva la freccia di Olivier
    ATTACCO OLIVIER (styx + roxie): gli pianta una freccia nel ginocchio

    (5) DIFESA AOE HEATHER (corvina + roxie): si limona Heather? però dopo averla tirata via dai
    (10) DIFESA AOE JERICHO (heather + corvina): avverte Jericho

    (5) DIFESA AOE EUGE (styx + roxie): prende per manina Euge no hetero e lo tira via

    MUNIZIONI STYX: [7/8]
     
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    dressed to kill

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    «sono così felice che siate riusciti a disinnescare la bomba», le aveva detto.
    Jericho Karma Lowell, diciassette anni e diciassette vite rubate in quella radura, sentì improvvisamente di non voler più essere lì. Non a Brecon, non in Gran Bretagna, non sulla maledetta Terra. Vacua, la domanda rivolta al nulla.
    Una domanda che avrebbe cambiato tutto, e che improvvisamente dava un senso ad ogni cosa: li avevano giudicati, pur decretandoli a prescindere tutti colpevoli; li avevano attirati lì, i volti delle persone amate ad un passo dalla salvezza. Li avevano avvertiti, con quei numeri a scivolare morbidi scandendo un tempo che non avevano mai avuto.
    Era stata tutta una menzogna.
    «quale bomba?»


    Sette anni.
    Sette anni, e Jericho Karma Lowell ancora vibrava di pura furia, in quella radura. Una rabbia bollente ed accecante che la costrinse a strizzare i pugni lungo i fianchi, serrare la mascella e soffocare un urlo con la lingua a spingere sui denti. Buttava fuori l’aria dalle narici, cercando di placare il battito folle del proprio cuore. Lo sentiva scontrarsi contro ogni costola minacciando di uscire; lo sentiva sul palato e nella tempia, a battere battere e battere.
    Non controllava il potere bene come alla veneranda età di ventiquattro anni, Jer. Erano ancora qualcosa di nuovo e malleabile, un guscio che troppo spesso si rompeva sotto le pressioni delle voci: e tutte quelle preghiere; e tutte quelle lacrime; e tutto quel blu a inondarle la tesa, a strizzarle il petto togliendole grammi e grammi di ossigeno.
    Li aveva odiati tutti. Li odiava ancora. Odiava quelli del capanno ne erano usciti indenni, e quelli che c’erano morti; odiava i cacciatori, e Vasilov, e William Lancaster. Odiava essersi trovata testimone di tutto quel sangue, Cristo Santo, e tutto quel piangere.
    Odiava non averli devastati abbastanza, quando aveva ucciso i babbani. Avrebbe dovuto metterci più tempo, e farli a pezzi quando ancora erano vivi ed avrebbero potuto gridare. Avrebbe dovuto annullarli come esseri umani, e strappare ogni fottuto arto fino a che di loro non fosse rimasto nulla.
    Deglutì. E deglutì ancora, la Lowell. Socchiuse gli occhi, e non guardò Eugene Jackson.
    Avrebbe dovuto. Non lo fece comunque.
    Perchè c’erano stati insieme, in quella foresta. Hail Hydra, uh? Fianco a fianco.
    Lo erano di nuovo.
    E Jericho ne odiava ogni momento.
    Diciassette anni lei, venticinque lui. E Jericho, oh Jericho, era così… giovane, a suo modo. Non ingenua, ma diversa. Quel capanno bastardo, aveva cambiato tutto. L’aveva resa quel che era diventata: coltellini già alla mano, occhi blu freddi e distaccati, espressione seria e muscoli tesi. Le aveva regalato il sorriso che lento, molto lento, sollevò gli angoli della bocca verso l’alto. «vi staccherò i muscoli dalle ossa e li userò per farmi dei fottuti ventagli.» era già in posizione difensiva, un’occhiata breve ma intensa verso il sequel dell’esorcista. «e con il tuo intestino ci scrivo il nuovo testamento» e non erano minacce vane, quelle di Jericho.
    Perchè lei a casa ci voleva tornare.
    Non si era fatta contagiare dall’entusiasmo dei suoi commilitoni, perché non era realmente lì per vincere una guerra: era lì per sopravvivere, e divertirsi nel farlo; per tagliare, perforare e strappare la carne dalle ossa come un cane rabbioso.
    Perchè li odiava. Li odiava tutti.
    E voleva comunque tornare a casa, perché di promesse non ne faceva ma le manteneva comunque. Perchè aveva tutta una vita da vivere all’infuori della trincea. Perchè aveva suo fratello. Perchè aveva degli amici. Perchè aveva una Darden Larson a cui dimostrare che fosse possibile fare ritorno, Cristo Santo.
    E perché c’erano così tante cose che non le aveva detto. Insulti, perlopiù; non solo. E quando la sera prima, sentendo la fine insinuarsi nelle parole di Lamovsky, i suoi compagni avevano deciso di fare qualcosa in merito, Jericho aveva preferito allenarsi.
    Lanciare altri coltellini. Afferrarli dalla lama e strizzarci il palmo. Offrire a Regan Lynch una delle proprie armi per chiedergliene in cambio una creata dal proprio sangue; se lo sarebbe tenuto per ultimo, quel kunai lì. Lasciare che il balbuziente del Far West sospirasse e riallacciasse i lembi – e lasciarsi guardare, perfino, senza chiedere nulla.
    Non aveva mai risposto alle chiamate di Nathaniel, o ai messaggi a riempirle le applicazioni.
    Magari aveva guardato qualche foto, dallo schermo del proprio telefono. Da sola, abbarbicata su una sedia con le ginocchia strette al petto, nostalgica di qualcosa che non aveva mai realmente avuto o saputo apprezzare. Magari, ad un certo punto della serata, aveva perfino permesso a qualcuno di sedersi al suo fianco senza pugnalarlo.
    Forse il mattino dopo aveva addirittura rivolto un cenno con il capo al resto dei colleghi.
    Ma non significava nulla.
    Spintonò uno dei suoi compagni con un ringhio basso. Aveva notato il fucile contro il pirocineta? No, ovviamente no: era solo in mezzo ai coglioni, e le dava fastidio. Puntò lo sguardo su uno stronzo con la lancia. Ma chi cazzo usava la lancia, pensava forse fossero ancora nel Medioevo? Come se a Jericho già non fossero girati i coglioni alla vorticosa velocità delle pale di un elicottero. Mostrò tutti i denti in un ghigno ferale, provando a saltare sulla lancia puntata verso la bionda non morta per bloccare l’arma a terra, ed approfittarne poi per tirargli un fottuto calcio in faccia. Forte. Vaffanculo.
    Vaffanculo per davvero.

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    telepath
    24 y.o.
    @ jklowell


    (15) DIFESA JEKYLL (jericho + sersha) spintona jekyll

    (2) DIFESA HEATHER (heather + jericho) salta sulla lancia
    ATTACCO ANTONIN (jericho + heather) e gli da un calcio in faccia

    CODICE
    <b>(2) DIFESA HEATHER (heather + jericho)</b>
    <b>ATTACCO ANTONIN (jericho + heather)</b>

    <b>(15) DIFESA JEKYLL (jericho + sersha)</b>
    <b>ATTACCO BOYD (sersha + corvina)</b>

    <b>(3) DIFESA SELENA (sersha + styx)</b>
    <b>ATTACCO OLIVIER (styx  + roxie)</b>

    <b>(5) DIFESA AOE HEATHER (corvina + roxie)</b>
    <b>(10) DIFESA AOE JERICHO (heather + corvina)</b>
    <b>(5) DIFESA AOE EUGE (styx + roxie)</b>
     
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    sersha kavinsky
    Two sinners can't atone from a lone prayer
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    There's darkness in the distance
    From the way that I've been livin'
    Stavano vincendo. O almeno, così sembrava essere sulla carta. Sersha non si era soffermata sui più minuti dettagli, perché non era mai stata brava a decifrare numeri fin troppo piccoli e di certo aveva ancora meno dimestichezza con la cartografia. Stavano vincendo, e tanto le bastava- non perché avesse una chissà quale ideologia da perseguire, ma perché ne aveva le palle piene. Voleva tornare a casa sua, voleva aprire la porta e trovare la sua gatta ad accoglierla, voleva- voleva tante cose, Sersha Kavinsky, ma al momento aveva solo un collo di bottiglia stretto tra le dita. Un pessimo meccanismo per elaborare la vita, ma non aveva mai finto di essere il ritratto del salutismo. Era così che si diceva? Ma che cazzo ne sapeva lei, non era un dizionario. O vocabolario. Che minchia di differenza c’era, poi. Ma domande filosofiche a parte, era in quel modo che l’ex serpeverde aveva deciso di spendere l’ultima serata prima della Battaglia Finale- o qualsiasi nome le avesse dato quel megalomane di Lamovsky. Da sola, in un angolo sperduto nell’accampamento, la sola luce del telefono ad illuminare il viso.
    E invece.
    Da sola un cazzo.
    «Cristo»
    «No, Sersha» commentò piatta, senza nemmeno alzare lo sguardo dallo schermo.
    Si aspettava che chiunque fosse quel demente, se ne andasse. Sersha aveva poche (insomma) conoscenze in quell’accampamento, e intendeva mantenere quello status da eremita fino alla fine. E invece, non solo non se ne andò, ma fu costretta pure a sentire le sue risate moleste. La sua non era stata una battuta, ma ok, si sentiva un po’ Joey. Solo in quel momento si degnò di sollevare lo sguardo, e fu in quel momento che si accorse dell’enorme cazzata che aveva appena fatto. Era troppo tardi per nascondere la bottiglia, o per cercare di tracannare il liquido chiaro per eliminare le prove, quindi poté solo assottigliare le palpebre in uno sguardo di sfida. Contro il fuckin’ Generale dell’Esercito britannico. Ok, cool cool cool no doubt no doubt. «liscia così? coraggiosa» ah, Zelda Calloway quante ne doveva imparare nella vita. Scommetteva che qualsiasi fancy accademia magica avesse frequentato non insegnasse a bere vodka calda per colazione. «o forse sei te il codardo» HHHHHHHHH ma glielo aveva detto davvero? Che era la verità, ma mancare in quel modo a un superiore non bode mai well. E sapete? A Elisa piacerebbe dilungarsi con questa interazione sorella-fratello ma cazzo ha due post da scrivere. Fu salvata in corner da Barrow e Turo che per qualche oscuro motivo avevano deciso che non poteva passare quella serata in pace a morire con se stessa. Fu l’espressione sul volto di Barry che soppresse sul nascere l’ennesimo commento acido sulla punta della lingua- Dio, stava messo peggio di lei. Spostò poi gli occhi sul Calloway, impaziente di vederlo sparire, e non le sfuggì la peculiare tensione sulle sue spalle quando realizzò chi fossero i due soldati ad approcciarli. Chissà se aveva dei problemi con loro, di certo non sarebbe stato il primo. «vedete di non divertirvi troppo» chissà se aveva un problema agli occhi, o se faticasse a vedere al buio, dal modo in cui sembrò strizzare un po’ troppo gli occhi verso i nuovi arrivati «non abbiamo ancora vinto» slay queen, vai Generale badass conquistali tutti. Ma che cazzo gliene fregava, voleva solo la sua pensione di invalidità.
    Minchia, ma che posto di merda.
    BRECON DI MERDA.
    Ma Sersha non guardava il telegiornale né leggeva i giornali, quindi che cazzo ne sapeva lei della tragedia che si era consumata in quel luogo.
    L'unica cosa che contava era versare sangue e finire quella fottuta guerra.
    Fece roteare la mazza al suo fianco, lasciando che l'adrenalina scorresse per il suo corpo e l'eccitazione di saccagnare di botte qualcuno la spingesse verso il nemico. Per prima cosa, assestò un colpo nello stomaco a Boyd sperando che le borchie di metallo gli facessero male il doppio, per poi tirargli un calcio nelle palle. COSI IMPARAVA A ROMPERE IL CAZZO. Ma guarda te questo. E tanto che c'era, afferrò Selena per la manica e la spostò via dalla traiettoria nemica, perché aveva sempre tempo per mettere in salvo le badass slaaaayy.
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    (15) DIFESA JEKYLL (jericho + sersha) mazzata nello stomaco a boyd
    ATTACCO BOYD (sersha + corvina) calcio nelle palle

    (3) DIFESA SELENA (sersha + styx) la sposta
     
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    olivier10 pa10 pd45 psattacco: 6 (selena)arco e frecce
    grant10 pa10 pd70 psattacco: 6 (corvina)falce


    (2) DIFESA HEATHER (heather + jericho): 5 + 2 = 7 (+5)
    ATTACCO ANTONIN (jericho + heather): 1 + 22 + 5 = 28
    DIFESA: 20 (-8ps)

    (15) DIFESA JEKYLL (jericho + sersha): 13 + 23 = 36 (+11)
    ATTACCO BOYD (sersha + corvina): 27 + 2 + 11 = 40
    DIFESA: 8 (-32ps)

    (3) DIFESA SELENA (sersha + styx): 16 + 8 = 24 (+21)
    ATTACCO OLIVIER (styx + roxie): 3 + 2 + 21 = 26
    DIFESA: 1 (-25ps)

    (5) DIFESA AOE HEATHER (corvina + roxie) 4 + 12 = 16
    (10) DIFESA AOE JERICHO (heather + corvina) 14 + 6 = 20
    (5) DIFESA AOE EUGE (styx + roxie) 9 + 12 = 21




    JEKYLL: Boyd estrae la bacchetta, e lancia un sectumsempra.
    HEATHER: Antonin cerca di farti lo sgambetto con la lancia.
    SELENA Olivier parte all'attacco per infilarti la freccia in un occhio.
     
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    turo hendrickson
    There's no place to call our own,
    like a drifting haze, we roam.
    Where do we go from here?
    C'era stato un momento, durante quel mese, in cui Turo s'era convinto che tutto potesse tornare alla normalità; un momento veloce, rapido a scivolare tra le dita della mano come sabbia dai granelli finissimi, che era passato ancora prima che Turo potesse rendersi conto di averci sperato.
    Credeva di aver smesso di farlo ormai da un pezzo — più o meno da quando era stato in Francia quella prima, terribile, volta. E invece, per un breve istante aveva sperato. Stretto tra le braccia di Costas, nella tenda scomoda dell'accampamento, incapace di prendere sonno nonostante la stanchezza nelle ossa e nella testa, Turo s'era lasciato andare a quella ridicola fantasia, facendosi del male da solo.
    Nulla sarebbe più stato come prima.
    (Tranne il sonno di Federica, quello non cambia mai.)
    C'erano cose, però, che poteva sistemare; ramoscelli d'ulivo da tendere, scuse da porgere, silenzi da concedere, supporto da offrire. C'erano amici e parenti, in quel campo base; c'erano persone a cui Turo voleva bene e per le quali rimaneva sempre in pensiero ogni volta che li vedeva partire per l'ennesima battaglia; volti che cercava al ritorno dalle sue, di battaglie; e altri che, in un modo nell'altro, finiva con l'avere sempre accanto.
    Ad ognuno, Turo aveva cercato di dedicare tutto quello che poteva; aveva pianto con Mac, aveva condiviso una razione di biscotti con Heather, aveva ascoltato con interesse i racconti di Run, aveva evitato il più possibile Mort e Reggie, aveva fatto un complimento a Liz, e aveva giocato a carte con Sorta; aveva baciato Costas ogni volta che ne aveva sentito la necessità e ogni volta che ne aveva avuto voglia, aveva chiesto scusa a Jekyll per qualcosa che non sapeva neppure di aver fatto; aveva spinto la propria spalla contro quella di Sersha rimanendole accanto; aveva persino accettato una pasticca di Barry, come se avesse qualcosa da voler dimostrare — forse voleva solo essere capito, e capire a sua volta. Non era certo di essere riuscito nell'intento, ma di sicuro era stato piacevole per una sera almeno, non pensare alla guerra e lasciare che la fattanza lavorasse la propria magia, sciogliendo i muscoli e calmando i nervi tesi.
    Aveva fatto quello, e molto di più.
    Aveva fatto tutto quello che temeva di non poter fare mai più: ogni giorno poteva rivelarsi l'ultimo.
    Perché — perché tutto era cambiato, e anche se i giornali affermavano che stessero vincendo, Turo temeva che la guerra più grande l'avessero persa già in partenza. Lui, di certo, aveva perso qualcosa che probabilmente non avrebbe più ritrovato; poteva solo mettersi l'anima in pace, e convivere con quella consapevolezza.
    Ai piedi della scalinata della cattedrale, quella consapevolezza divenne una certezza inossidabile.
    Con un sospiro pesante, Turo seguì il resto del gruppo stando attento a dove metteva i piedi — no, non era loro quella guerra, ma ormai c'erano dentro; dovevano combattere. Che volesse o meno farlo, era irrilevante.
    Per fermare il tremolio alle mani, ne strinse una intorno alla bacchetta e una attorno alla stoffa della divisa di Costas, una silenziosa richiesta di non lasciarlo, di rimanergli vicino. Per proteggersi a vicenda. Non gli piaceva tutto quello, non gli piaceva affatto. E quella voce nella testa, che a tratti si confondeva con la sua, gli rendeva tutto ancora più difficile.
    Non voleva essere un peso per gli altri — non voleva che Jekyll o Sersha o Costas si sentissero in dovere di proteggerlo, come in Francia. Voleva essere lui a proteggere loro, a ricambiare il favore per una fottuta volta nella vita. Così li tenne d'occhio, e quando notò il primo soldato muoversi contro Sersha, tentò di essere più veloce e di compirlo con un everte statim prima che questi potesse compire la bionda, impegnata tra l'altro a difendere Jekyll. Le sorrise — pure se non lo stava guardando, era una cosa che Turo doveva fare per se stesso.
    Sempre per quella storia del temere di non avere poi tempo a sufficienza, in futuro, per poterlo fare.
    Ad un passo dal fratello, notò anche la vegetazione ubbidire ai comandi di un generale non più in controllo di se stesso, e fece la prima cosa che gli venne in mente: balzò in avanti, prendendo Jekyll per un braccio e sposandolo di peso dalla propria posizione, nella speranza di salvare entrambi dagli attacchi di rami e radici impazziti. «Fai attenzione» per favore, abbiamo già perso un sacco di ps, «altrimenti mamma poi chi se la sente.» Gli uscì di getto, spontaneo, quasi una caricatura di ciò che un tempo era stato River — ma senza il cinismo e la rabbia maturati in anni terribili.
    Nel sorriso di Turo, c'era tutto un calore che il Crane aveva dimenticato da un pezzo; non che lo spagnolo potesse saperlo, e non gli importava. Voleva solo che Jek sapesse fosse dalla sua parte, sempre. E che lo perdonava per tutto.
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    pistola
    devoto
    mago


    PROIETTILI: 8/8

    ATTACCO DANIEL (jekyll + turo): everte statim
    (8) DIFESA JEKYLL AOE (turo + styx): lo prende da un braccio e lo tira via
    (7) DIFESA TURO AOE (corvina + turo): si sposta quando sposta jekyll
     
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    #STYX | Dava l'impressione che avrebbero potuto pensare a Sartre solo quando si fossero liberati del resto dei combattenti, il che non la sorprendeva particolarmente. C'era giusto da chiedersi se fosse una tattica per stancarli o solo un modo per allungare l'agonia prima di dover affrontare qualcosa di decisamente più grande di loro... ma meglio non pensarci.

    Preferisce piuttosto pensare a Grant e al suo tentativo di falciare via una mano a Corvina, che cerca di vanificare addirittura con un infantilissimo sgambetto. Molto rapido e subdolo, per quanto apparentemente banale, poteva funzionare ora faccio 1.

    Si ritrova molto vicina a Tammy e per tutta risposta alla provocazione divina cerca di percuoterla all'altezza della spalla con la balestra, usandola come arma impropria.

    Solo provvidenzialmente nota la radice animata indirizzarsi verso Jekyll e prova così a spingerlo via, ritrovandosi ad indirizzarlo meglio verso Turo che invece lo sta tirando a sé. Gioco di squadra involontario, ma bello.



    #VEENA | Lo nota anche Corvina Grant, ma più come amabile bersaglio. Se lo ritrova infatti molto vicino e quindi fa per mollargli un bel cazzotto in faccia, esibendo un'aria molto soddisfatta mentre lo fa.

    Le radici del male sembrano però un pericolo ben più incombente e decide di provare qualcosa di più drastico. Si ritrova così fra le mani quella che ha la sagoma e le proporzioni di una bayonetta e, cercando di imprimervi più vigore possibile, cerca di tranciarle. O perlomeno scalfirle, insomma, mi è poco chiaro quale possa essere l'efficacia di una tattica del genere, in fondo studio Lettere mica Botanica.
    Cerca di intercettare prima una radice che si muove verso Styx e poi quella che va verso Turo.
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    HALLUCIKINESIS
    UMBRAKINESIS
    PRO ABBY

    (25) DIFESA EUGE (euge + jekyll): -
    ATTACCO MONTY (euge + adrian): -

    (19) DIFESA SERSHA (jekyll + sersha): -
    ATTACCO DANIEL (jekyll + turo): -

    (6) DIFESA CORVINA (euge + styx): sgambetto a Grant
    ATTACCO TAMMY (styx): la picchia con la balestra

    (10) DIFESA ADRIAN (sersha + adrian): -
    ATTACCO GRANT (sersha + corvina): gli dà un pugno in faccia

    (3) DIFESA STYX AOE (corvina + adrian): trancia le radici con una bayonetta
    (8) DIFESA JEKYLL AOE (turo + styx): spinge Jekyll da Turo
    (7) DIFESA TURO AOE (corvina + turo): trancia ancora radici

    MUNIZIONI STYX: [7/8]
     
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    eugene jackson
    He must be up to something
    Want half a chance to show he's more than likely
    I've got a feeling in my stomach
    I start to wonder what his story might be

    Il tempo scorreva. Le urla, provenienti dal piano di sopra, divennero confuse, soffocate dai colpi contro il legno, dalla disperazione di chi cercava di uscire e quella, ancor più reale di quelli che tentavano di entrare. Per prestare soccorso, per aiutare, per non lasciarli morire da soli. Poteva solo pregare, Eugene, che Nathaniel si trovasse sufficientemente lontano dal capanno. Che Archibald, scivolato oltre la botola poco prima che questa si chiudesse, non avesse rimpianti. Fu un pensiero fugace, cancellato con un colpo di spugna dal sorriso appena accennato di Run. Una parte del pavor, quella più razionale e che raramente prendeva il sopravvento, avrebbe voluto prenderla per le spalle e chiederle perché. Perché se n'era andata senza dire nulla, perché aveva continuato a sfidare la sorte anche quando chiudere la bocca sarebbe stata la soluzione più logica.
    Ma Eugene Jackson non era razionale, mai stato. Per questo si limitó a chinare il capo, lasciandosi prendere il viso tra le mani, la pelle gelida della fronte a contatto con quella di lei. «Ciao troietta.» Chiuse gli occhi, finalmente in pace con se stesso, lasciando scivolare entrambe le braccia attorno al corpo sottile, lasciando sfuggire uno sbuffo rassegnato dalle labbra piene, prima di affondare nuovamente le iridi cerulee in quelle della Crane, pochi centimetri a separare due volti capaci di riconoscersi a memoria. «Tutta la notte...» il resto della frase, il loro grido di battaglia, l'inno di una vita, glielo sussurró all'orecchio, posando poi un bacio leggero sul lobo come Run aveva fatto con la punta del suo naso. Si può fare nottata lerci come paguri dopo essere morti? Tutta la vita, Jackson. Tutta la vita.



    «'fanculo» oh no. no.
    immobile, Eugene Jackson, le nocche bianche per lo sforzo con cui aveva stretto i pugni.
    il petto a farsi più pesante — un cazzo di macigno. tra le costole, il trentunenne aveva sentito muoversi qualcosa, il fischio appena udibile del respiro mozzato nei polmoni; al primo passo in quel di breacon, credette alle storie raccontate tra le tende dell'accampamento, nubi tossiche e piogge acide. almeno avrebbero spiegato perché improvvisamente respirare fosse diventato così difficile.
    poi erano arrivati gli alberi.
    poi quella cazzo di radura.
    (se non respirano significa che sono morti)
    e infine la chiesa.
    ma chi era quel fottuto bastardo che aveva pensato fosse una buona idea costruirne una proprio li. sulle ceneri di un capanno esploso, su un terreno che se non era maledetto poco ci mancava.
    in un mondo ideale, euge avrebbe mantenuto la calma, respirato piano per non dover riconoscere il profumo di quell'aria satura di ricordi che aveva disperatamente cercato di rimuovere.
    aveva accettato la morte, pur di rimanere con loro; ma non era un mondo ideale, quello, e quando l'ossigeno gli riempì di prepotenza i polmoni, il Jackson sentì il fumo, la paura, il legno che bruciava, le fragole sulle labbra di run, la rabbia di rea, la pioggia a bagnare la terra smossa e l'erba incolta.
    chiuse gli occhi, Eugene.
    un attimo, una vita dopo, le voci dei compagni riecheggiavano contro il marmo della navata; neanche si era accordo d'essere entrato, un passo dopo l'altro a calpestare una pietra che non sarebbe mai dovuta essere posata in principio «qui—» non era certo di come avrebbe proseguito, se il generale (Sartre, non Mort) non fosse apparso al loro cospetto, una follia nello sguardo che Eugene non poteva decodificare; ma che in qualche modo comprendeva.
    sentiva quella vibrazione fin dentro le ossa, e non c'era modo per sapere se fosse lui, o la presenza soffocante di qualcos'altro. per quanto riguardava il jackson, non valeva nemmeno la pena di chiedermelo: a missione finita avrebbe buttato giù quella cazzo di chiesa. a mani nude, se fosse stato necessario.
    per un attimo
    per un attimo solo
    al passaggio di Roxie e relativo calcio nel sedere fu tentato di estrarre la pistola. no jokes. aveva già le dita sull'arma, euge, una furia cieca a vibrare sotto pelle scavando fino a raggiungere i nervi e le vene; tendendo i primi, intossicando le seconde. quel posto era un veleno, solo che loro non lo sapevano.
    nessuno, tranne jericho.
    inspirò, il Jackson.
    doveva solo cancellare l'odore della pioggia dalla testa. fare spazio, eliminare il fuoco e qualcosa che bruciava e sono morti e non hai salvato nessuno, euge.
    espirò.
    «a buon rendere» disse, perché 'se mi tocchi di nuovo ti ammazzo' sembrava un tantino eccessivo.
    era un padre di famiglia, ora.
    il che non gli impedì di stringere la mano attorno alla gola di Monty (o, almeno, una delle sue copie), il braccio teso e fasci di muscoli a guizzare sotto la stoffa della divisa per tenere il nemico a debita distanza, la mancina ad estrarre la Siger per puntargliela direttamente al centro del torace — colpo a bruciapelo.
    aveva ucciso per molto meno.
    e quanto accaduto in quel luogo era decisamente troppo.
    «vaffanculo pure tu» a grant, poco lontano, contro il quale Eugene usò di nuovo la pistola ma colpendo con l'arma stessa il polso dell'uomo, nella speranza di sentire le ossa fratturarsi.
    eja.
    basta feels ora posso guardare i video cursed.
    hhhhh perché mi avete mandato a brecon.
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    (25) DIFESA EUGE (euge + jekyll): prende Monty per la gola e
    ATTACCO MONTY (euge + adrian): gli spara

    (6) DIFESA CORVINA (euge + styx):colpisce il polso con la pistola

    MUNIZIONI: 7/8
     
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    you have to cross the line just to remember where it lays
    you won't know your worth until you take a hit
    Soffiò fuori il fumo, schiacciando sotto la suola della scarpa la sigaretta.
    Odiava quel posto, Jekyll Crane-Winston, e nemmeno volendo sarebbe riuscito a nascondere il proprio malcontento. Non dietro ad un’espressione più rilassata, o ad un sorriso terribilmente falso e tirato sul volto – troppo stanco anche solo per provarci; troppo alcol ingurgitato insieme ad antidolorifici che non facevano appieno il proprio dovere, per desiderare di fingere la spensieratezza che lo aveva accompagnato per la stragrande maggioranza di quelle settimane; troppe poche ore dormite, per non desiderare realmente di dare fuoco a cattedrale, cittadina e foresta insieme.
    Non cercò lo sguardo di nessuno, portandosi alle labbra un nuovo cilindro di tabacco. Men che meno quello di Eugene, preferendo puntare le iridi chiare sulla figura del generale della ribellione: niente di personale contro Sartre, se ne avesse avuto il tempo o il modo gli avrebbe anche offerto uno spinello per placare gli scatti convulsi e le crisi isteriche, ma moriva dalla voglia di raggiungerlo e di spaccargli la testa contro il marmo, anche solo per capire per quale fottuto motivo dovessero trovarsi proprio .
    Non aveva vissuto Brecon, Franklyn. Non era stato presente quando il capanno nella radura era esploso. Non aveva visto i corpi di sua sorella e di suo padre privi di vita, ma ne aveva sentito parlare – di sfuggita, un bicchiere di troppo rubato ad un Aloysius in vena di farsi una passeggiata sul viale dei ricordi, quando il pirocineta stesso aveva avuto bisogno di sentirsi un po' più vicino alla famiglia che aveva perso.
    Gli era bastato quello. Calpestare le foglie che aveva dovuto premere sotto gli stivali il Jackson, respirare lo stesso fumo denso ed acre, sentire sul capo le gocce di una pioggia fitta ed incessante: niente di tutto quello era necessario, quando aveva impresso nella memoria l'istante in cui aveva capito avrebbe visto suo padre per l'ultima volta, nascosto dietro il busto di River; o quello in cui gli avevano detto che la sua sorellona non ce l'aveva fatta, a tornare a casa.
    Non era la stessa cosa. Jekyll non poteva avere la minima idea di quanto quel luogo fosse maledetto, di quanto fosse stato orribile, di quanto facesse male tenere gli occhi aperti ed osservare un centimetro qualsiasi della cappella eretta sul sangue ed il dolore della sua famiglia, o di quanto lo facesse chiuderli e ricordare.
    Non pretendeva di farlo; egoisticamente, era felice di non dover trattenere il respiro per esigenza.
    Era solo incazzato.
    E voleva andarsene di lì il prima possibile; se mai fosse stato possibile.
    Estrasse la scimitarra dal fodero, non esitando nell'affondarla nel corpo della copia che aveva pensato di aggredire Eugene. «che pezzo di merda» tre contro uno? Sleale.
    «SERSHA!» sollevò una mano in direzione della ragazza, richiamandola per avvicinarsi ed estraendo dalla divisa una fiaschetta: avevano deciso di non voler cantare assolutamente vittoria troppo presto, ma che ogni attacco sventato andasse festeggiato in un modo o nell'altro. Dopo l'esperienza di Parigi, esultare per le più minime gioie era loro concesso. «non esagerare,» a lei, ma anche all'uomo che aveva avuto la brillante idea di pugnalarla – a lui rivolse un pugno sul muso, prima di lanciargli addosso la sigaretta accesa nella speranza che prendesse fuoco. «non posso riempirla di continuo.»
    «fai attenzione, altrimenti poi mamma chi la sente.» sollevò l'angolo destro delle labbra, iridi verde acqua sull'Hendrickson dopo che questo l'ebbe tirato via. «di solito toccava a te sentirla.» non avrebbe elaborato il fatto che fosse sempre stato troppo piccolo per beccarsi tutti i cazziatoni di sua madre, e che River avesse sempre cercato di fare da mediatore.
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    difesa euge: affondo di spada
    difesa sersha: pugno
    attacco daniel: gli da fuoco
     
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    The moment to fight, the moment to fight
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    Final round.
    Manco fosse una partita di Tekken 7. Qui però non si rischiavano cinque dollari e una birra scommessi con gli amici davanti ad un televisore, qui si rischiava la vita e Adriano l'aveva rischiata parecchie volte. Era arrivato fin qui finendo tra dei ragazzini, scappando in Messico solo per poi essere ribeccato da uno di quegli stessi ragazzini che lo avevano vessato. Non che lui non ci avesse messo del suo, aveva spento il cervello all'epoca, ma ora non poteva più permetterselo, ora doveva restare concentrato e uccidere.
    Uccidere senza pietà.
    Cerca di difendere Selena Volkova, al cui simpaticissimo Oliver spara un proiettile alle ginocchia in modo di non farlo più muovere definitivamente.
    « Non la migliore delle idee amico... » gli aveva detto, perché se un uomo porta un arco e delle frecce ad un combattimento con un uomo con una pistola, l'uomo con l'arco e le frecce era un uomo morto.
    Oltretutto « Basta fiamme, non ne posso più! » manco cinque secondi di respiro e già doveva evitare altre fiamme. Non bastavano i pirocineti e i lanciafiamme, ora pure qualcuno con il lanciafiamme e la pirocinesi.
    Se questa non era ironia, non so che cosa possa essere.
    Beh non importa, Adriano balla sulle note di una musica di Celentano quando schiva e, cosa più importante punta contro Monty la sua rivlltella per sparare insieme ad Eugene, mano fossimo in pulp fiction.
    Perché questa volta Adrian il suo lo ha fatto, speriamo non muoia troppo presto.
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    ATTACCO MONTY (euge + adrian): Spara anche lui
    (10) DIFESA ADRIAN (sersha + adrian): E si sposta, che deve fare sto cristo? Lo so che volete che diventi carbone
    (2) DIFESA STYX AOE (corvina + adrian): La sposta e spara alle gambe

    Rivoltella proiettili 12/24
     
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    Ah, adesso sì che si ragionava.
    Giornata migliorata, davvero, ed era bastato un calcio ben assestato alle palle di Boyd. Certo, il fatto che non avesse ancora versato fiumi di sangue era un affronto alla sua personale filosofia di vita, ma contava che ci fosse ancora tempo. Voltò il capo in direzione di Jericho, di Corvina, uno sputo di riconoscimento a formarsi sulla lingua- non erano i freaks, ma i livelli di violenza toccavano vette di un certo rispetto. «mi sento: sposata» ah no, quella era la coscienza di Elisa che parlava. In ogni caso, questa è probabilmente la parte dove Jekyll si avvicina a baciarle le punte degli anfibi per avergli salvato la vita, e Sersha in maniera molto magnanima allunga la mano verso di lui «già lo sai» dopotutto, avevano sviluppato le stesse, pessime abitudini in settimane di missioni passate l’uno al fianco dell’altra. A Parigi, lei e il resto della squadra aveva passato metà del tempo strafatti, con un fottuto cecchino che li cacciava come dei fottuti cinghiali. Erano tutte esperienze di vita, ed essere sopravvissuta per raccontarle a qualche povero stronzo era sempre una sorpresa. «non esagerare, non posso riempirla di continuo» lo squadrò davvero poco impressed, la Kavinsky, sapevano tutti chi era il peggiore tra di loro: bastava non offrirla a- ah, era vero. Barry non era lì con lei. Brutto stronzo, ma guarda te se le toccava preoccuparsi di nuovo per lui. Non ci avrebbe pensato, non poteva farlo, aveva bisogno di lavorare a compartimenti stagni per la durata di quella missione. «ah no?» si accorse in quel momento di Daniel, che come un codardo qualsiasi aveva osato attaccarla mentre era distratta. «facile così, vero? e invece ora le prendi» la mano scattò in basso per cingersi attorno all’avambraccio dell’uomo, tentando di bloccare il pugnale prima che potesse affondare nella sua carne. Lasciò a Jekyll l’onore di menarlo, mentre lei si abbandonò a un generoso sorso di qualsiasi merda avesse trovato il pirocineta in giro. Non era abbastanza, ma se lo fece bastare. In ogni caso, aveva la sua personale fiaschetta imboscata da qualche parte nella divisa, aveva approfittato della generosità di Jek perché scroccare in giro ormai era la sua seconda natura. E forse, Sersha aveva bevuto troppo perché quando ridette la fiaschetta a Jekyll, colse con la coda dell’occhio un movimento bizzarro. Ma- ma quello lì stava ballando? No vabbè, ma chi era quel demente. Ormai l’isteria era all’ordine del giorno, quindi quando scoppiò a ridere nemmeno si sorprese. Si piegò letteralmente in due, la mano a dover tenere la pancia «non sapevo di essere in step up» e allora dov’era la pioggia, le avvincenti battaglie contro le dance crews? Aspettava solo Mort a cantare la canzone degli animali della fattoria. «ma dio rifugio, ragioni con il culo o cosa? che cazzo apri il fuoco che qui va a fuoco tutto» gli piantò il tetsubo dritto dritto nello stomaco, perché se le parole non erano abbastanza da farlo desistere, Sersha era convinta che le botte sarebbero state la soluzione definitiva. «la prossima volta te le trancio quelle mani» non stava nemmeno scherzando. Been there, done that.
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    (19) DIFESA SERSHA (jekyll + sersha): blocca la mano con il pugnale

    (10) DIFESA ADRIAN (sersha + adrian): ride
    ATTACCO GRANT (sersha + corvina): mazzata nello stomaco
     
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    jekyll28 pa30 pd33 psARMA: scimitarra | pirocinesi
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    sersha30 pa23 pd75 psARMA: tetsubō
    costas27 pa25 pd59 psARMA: mazza da baseball
    heather25 pa18 pd60 psARMA: coltellini
    turo18 pa18 pd31 psARMA: pistola semi-automatica
    roxie13 pa9 pd20 psARMA: mazza chiodata | emocinesi
    adrian13 pa9 pd19 psARMA: rivoltella | emocinesi
    selena9 pa14 pd17 psARMA: balestra | allucinesi
    corvina16 pa7 pd24 psARMA: balisong | ombrocinesi
    sartre10 pa40 pd150 ps6 (sersha) 1 (costas) 5 (roxie) 8 (adrian) 3 (corvina)
    regina25 pa30 pd120 psattacco: 25 (jericho)ascia bipenne
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    daniel25 pa25 pd71 psattacco: 7 (sersha)pugnale
    missy25 pa25 pd100 psattacco: 6 (costas)pistola semi-automatica
    antonin20 pa20 pd82 psattacco: 5 (heather)lancia
    christine20 pa20 pd90 psattacco: 13 (turo)coltelli da lancio | magnetocinesi
    louise10 pa10 pd70 psattacco: 9 (roxie)machete | chiaroveggenza
    tammy10 pa10 pd25 psattacco: 10 (adrian)lanciafiamme | pirocinesi
    olivier10 pa10 pd45 psattacco: 6 (selena)arco e frecce
    grant10 pa10 pd66 psattacco: 8 (corvina)falce


    (25) DIFESA EUGE (euge + jekyll): 18 + 26 = 44 (+19)
    ATTACCO MONTY (euge + adrian): 14 + 7 + 19 = 40
    DIFESA: 2 (-38ps)

    (19) DIFESA SERSHA (jekyll + sersha): 27 + 16 = 43 (+24)
    ATTACCO DANIEL (jekyll + turo): 9 + 8 + 24 = 41
    DIFESA: 12 (-29ps)

    (6) DIFESA CORVINA (euge + styx): 5 + 6 = 11 (+5)
    ATTACCO TAMMY (styx): 6 + 5 = 11
    DIFESA: 7 (-4ps)

    (10) DIFESA ADRIAN (sersha + adrian): 23 + 9 = 32 (+22)
    ATTACCO GRANT (sersha + corvina): 15 + 14 + 22 = 51
    DIFESA: 6 (-45ps)

    (2) DIFESA STYX AOE (corvina + adrian): 3 + 2 = 5
    (8) DIFESA JEKYLL AOE (turo + styx): 6 + 2 = 8
    (7) DIFESA TURO AOE (corvina + turo): 5 + 14 = 19




    EUGE: Monty prova a spaccarti la testa con la mazza chiodata.
    SERSHA: ci riprova, Daniel, tentando un fendente al braccio.
    ADRIAN: la tua affinità con il fuoco colpisce Tammy, che prova ad imprigionarti in una gabbia di fiamme.
    CORVINA: Grant ti lancia una fattura millebolle.

    Edited by portavoce del karma‚ ossequi - 24/5/2023, 18:44
     
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    heather morrison
    "Didn't you die?"
    that was years ago dude.
    things change
    Il bacio se l'era preso - ovviamente.
    Non senza iniziale sorpresa, non senza chiudere gli occhi un istante in ritardo. Si considerava intelligente, Heather, e voleva vivere: distrarsi durante una battaglia a quel modo non rientrava nelle sue priorità, perchè sarebbe stato un modo stupido di morire. Flirtare spudoratamente? certo. Non guardare il nemico e avere le mani impegnate, cercare con le dita il viso e poi i capelli di Corvina? Non esattamente da lei.
    Ma lo fece lo stesso, affamata di quel contatto come neanche sapeva di esserlo stata. Si mise in punta dei piedi per avvicinarsi di più, tenendosi a lei e assaggiandola come se ne andasse della sua vita. Un po' era così, almeno per qualche secondo: le era sempre piaciuto essere voluta, e le mancava lo sguardo giusto dalle persone sbagliate.
    Si staccò da brava quando Corvina fece per allontanarsi, tornando con i piedi per terra. Annuì soltanto, un leggero sorriso e un guizzo divertito negli occhi, e non solo perchè il suo rossetto non era totalmente no transfer (aveva una certa predilezione per il trucco sbavato, lasciatela fare) e un po' di rosso era rimasto sulle labbra della special.
    "Ma come flirti" aveva chiesto Reggie.
    Evidentemente nel modo giusto, amo.
    Un vero peccato non ci fosse stata per scoprirlo da sè. O per aggiungersi.
    (...)
    «Ho saputo che ora siete di nuovo qualcosa» lanciò un praesidio herba, creando una barriera prima che il proiettile arrivasse a costas, lanciando poi uno sguardo a Turo, verso cui era principalmente rivolta la domanda.
    Non aveva detto quel qualcosa in modo cattivo: non era solo certa avessero parlato dell'essere l'uno il ragazzo dell'altro e cose simili. «Mi dispiace sia dovuta scoppiare una guerra per mettere a posto i tuoi sentimenti, ma meglio tardi che mai» ma ci credete che un paio di anni prima Turo aveva una cotta per lei, lei aveva rifiutato la sua prompose per andare al ballo con reggie perchè non voleva essere usata come rimpiazzo? e ora sono tutti e quattro in quest (reggie dove sei che palle)??
    io non mi ricordavo assolutamente l'ho riscoperto due giorni fa.
    (o due settimane, cos'è il tempo in quest)
    «vediamo di farvi festeggiare almeno un paio di mesiversari»
    Lanciò un expelliarmus verso il machete di uno dei nemici (Louise), seguito da una fattura bolla.
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    (6) DIFESA COSTAS ( heather + selena ):

    (9) DIFESA ROXIE ( sersha + heather ):
    ATTACCO LOUISE ( heather + roxie ):



    CODICE
    <b>(25) DIFESA JERICHO ( jericho + costas )</b>:
    <b>ATTACCO REGINA  ( jericho + sersha )</b>:

    <b>(6) DIFESA COSTAS  ( heather + selena )</b>:
    <b>ATTACCO MISSY  ( selena + corvina )</b>:

    <b>(13) DIFESA TURO  ( jericho + costas )</b>:
    <b>ATTACCO CHRISTINE  ( costas + turo )</b>:

    <b>(9) DIFESA ROXIE ( sersha + heather )</b>:
    <b>ATTACCO LOUISE  ( heather + roxie )</b>:


    LAMOVSKY - AOE
    <b>(6) DIFESA AOE SERSHA  ( corvina + roxie )</b>:
    <b>(1) DIFESA  AOE COSTAS ( corvina + roxie )</b>:
    <b>(5) DIFESA AOE ROXIE  ( turo + selena )</b>:
    <b>(8) DIFESA AOE ADRIAN  ( sersha + turo )</b>:
     
    .
102 replies since 23/5/2023, 15:00   1448 views
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