everybody wants to rule the world

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    lesbian from the next door

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    SORTA MOTHERFUCKA
    Soldier keep on marchin' on
    Head down 'til the work is done
    Waiting on that morning sun
    Soldier keep on marchin' on
    L'ultima notte. Suonava un po' come l'Ultima Cena e sappiamo tutti come è andata a finire. Non era di certo così che avrebbe voluto vivere la sua ultima notte. Non era stata divisa solo da metà dei suoi amici ma ancora non era riuscita nemmeno a rivedere suo fratello. Non voleva credere che quella sarebbe potuta essere la loro ultima notte, la sua ultima notte. Il giorno seguente sarebbe potuto cambiare tutto, lei stessa sarebbe potuta essere non più che un ricordo o forse solo un nome fra tanti altri, perché era quello che avevano fatto: ucciso. Avevano ucciso tante persone di cui non sapevano nulla e anche a Sotta, come esplicava bene il suo nome, sarebbe potuta accadere la stessa sorte. Ora, Sorta non era solita pensare queste cose. Aveva sempre pensato avrebbe avuto una vita longeva e non avrebbe mai neanche lontanamente immaginato di schierarsi in campo, indossare la divisa e combattere in una guerra mondiale. Aveva preso in mano il cellulare e osservato lo schermo scorrendo le varie chat. Scrivere un messaggio di addio... ci aveva pensato ma cosa si poteva dire in una situazione simile? Solo l'idea di scriverlo rendeva l'addio, la fine, ancora più vera e lei non voleva che quella fosse la sua fine, la loro fine. Aveva riposto il cellulare, alla fine, decidendo di non scrivere niente a nessuno. Non voleva confrontarsi con quello che stava provando dentro di sé in quel momento. Quella non era la prima ultima notte. Ce ne erano state tante in un mese dove aveva pensato sarebbe caduta a pezzi, dove aveva pensato di non essere pronta ad affrontare quello che si trovava di fronte. Lei, Sorta Motherfucka, aveva pensato di non essere pronta. Assurdo. Però, non aveva mai avuto davvero paura, in un qualche modo aveva sempre saputo dentro di sè di riuscire a cavarsela. Era resistita fino a quel momento, stavano vincendo, eppure perchè ora stava tremando? Perchè tutt'a un tratto provava paura? Cosa c'era di diverso? Per chi stava provando paura? Proprio in quel momento si illuminò lo schermo del cellulare e il nome di Bertie comparve privandole quel poco di lucidità che ancora le era rimasta. Non poteva essere tanto stupido da averle scritto. Si alzò allontanandosi dalla tenda per rimanere da sola prima di aprire la chat e leggere il messaggio. «È una cosa a dir poco idiota, te l’ho già detto. Da persone deficienti che sono così inette da credere che tutto il mondo si regga su qualcosa di così insulso. Invece la tua vita non può, non deve ruotarci intorno. Non deve ruotare intorno agli altri. Tu, e solo tu, devi essere al centro della tua vita. Quello che sei, quello che desideri. Quello che vuoi diventare e quella che stai già diventando. Sei più importante di qualunque altra persona, di qualunque altra donna, incrocerà mai il tuo cammino. Ma dato che il mondo sta per finire, e che ci tieni così tanto, lo dirò solo una volta, così puoi toglierti questa stronzata dalla testa.» non avrebbe dovuto leggere quel messaggio. Avrebbe dovuto spegnere il cellulare e non riaccenderlo più. Lei quelle parole non voleva sentirle perchè le si stavano cucendo addosso, il sapore di un addio. Sorta non l'aveva più rivisto, non si erano più scritti in quel mese, perchè farlo ora? Si era fermata a leggere prima della fine del messaggio perchè sapeva che le parole dopo l'avrebbero spezzata in mille pezzi. Aveva preso un respiro e quando si sentì pronta lesse le ultime parole ma Sorta non era pronta un cazzo. «Sei amata, Sorta.» e lei quel fottutissimo cellulare lo lanciò, invece. Sì accasciò su se stessa, portando al petto le ginocchia, circondandole con le braccia e fu allora che crollò in un pianto disperato. Sorta non piangeva mai ma aveva sopportato così tanto in quell'ultimo periodo, così a lungo, che per una volta, lontano da tutto e tutti, sentì il bisogno di sfogarsi.
    Lei non gli rispose.

    Non era riuscita a chiudere occhio per quasi tutta la notte e quando arrivò il momento di svegliarsi, era più morta che viva: gli occhi gonfi, scavati da occhiaie che mettevano a nudo la verità sulla notte che era appena trascorsa. Erano già lì quando arrivò la schiera nemica, maschere a coprirne il volto, di fronte a loro. Vide una di loro abbandonare la propria spada e la maschera. La ragazza era più grande di lei come la maggior parte delle persone lì eccetto i suoi compagni di scuola, le si avvicinò puntando la bacchetta lanciandole un Exulcero. Quello non era il momento di esitare e fermarsi. Qualcun altro le si era avvicinato nel frattempo. Non l'aveva riconosciuto da lontano ma quando le si avvicinò, le fu impossibile non riconoscerlo anche con una maschera addosso. «non ci provare» gli aveva quasi urlato, stringendo la mano sulla pistola per poi alzarla e tenerla puntata sul ragazzo, avvicinandosi quanto più possibile a lui. Non gli avrebbe sparato, la rivoltella aveva ancora la sicura inserita e lei non era pronta per toglierla ma era lì, puntata al petto del ragazzo, a darle supporto. «con quale coraggio ti presenti qui e mi punti la bacchetta contro senza nemmeno toglierti quella maschera» Sorta era incazzata a morte. Le parole lette quella notte ancora le vorticavano attorno non dandole un attimo di tregua. «sei un codardo» il sangue le ribolliva nelle vene. Aveva così tante cose da rinfacciargli, avrebbe voluto dirgli così tanto ma non ne avevano il tempo, non ne avrebbero avuto nemmeno dopo quel giorno e l'unica cosa che riuscì a dirli fu un insulto, come al solito. «è la fine del mondo, no? togliti quella fottutissima maschera» uno dei due non sarebbe comunque sopravvissuto, che senso aveva nascondersi ora? «voglio vederti in faccia quando tenterai di uccidermi»

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    2004 | 18
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    ATTACCO WILLA (sorta): exulcero

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    mort rainey
    i got troubles that won't let me be
    but i won't get tired, set the town on fire
    'till my troubles got trouble with me
    «al tramontar del mese di maggio…» gonfiò il petto e sorrise soddisfatto, affondando gli scarponi con fare sicuro e fiero sul terreno erboso di Stonehenge «il mio battaglione si stagliava fieramente» si guardò intorno, un po’ dubbioso in verità guardando uno ad uno i suoi compagni di squadra; storse un po’ la bocce e poi scosse la testa, appurando che molti di loro non sembravano tanto fieri ma più stanchi e spaventati; ma lui ignorò la realtà dei fatti e si perse nelle sue fantasticherie «e io, Generale di tutti gli eserciti di Abbadon, ero pronto alla battaglia» si infilò la pistola nella cintura e la strinse bene in vita «l’ultima notte al mondo» così qualcuno l’aveva chiamata, con tono un po’ drastico e disfattista – il serpeverde, invece, vedeva quell’eventualità come un’opportunità per ricominciare, rifondare tutto, prendersi quello che gli spettava. Assottigliò lo sguardo e stirò le labbra in un sorriso malizioso «l’ultima notte al mondo» ripeté fieramente, indossando l’ultimo strato della sua divisa da (generale) soldato «sarà la mia notte» alzò il mento e ridacchiò divertito – e un po’ malefico.
    Si voltò verso il suo tirapiedi – sì, aveva un tirapiedi, uno schiavetto, uno scudiero, che ovviamente aveva un nome, certo, ma che lui aveva chiaramente ignorato, favorendo un evergreen Alan per riconoscerlo – e alzò il mento verso la pergamena (era un… tablet, in realtà, ma pensare che fosse una pergamena gli dava più credito e più solennità) «hai scritto?» si informò sbirciando le ultime parole sul dispositivo, poi annuì con un cenno del capo «bene, scrivi tutto mi raccomando»
    Si fece largo tra la folla e prese posto di fronte all’esercito, ignorando gli sguardi confusi e un po’ accigliati di chi si chiedeva chi diamine fosse e chi si credesse di essere, trattenendo un sorrisino divertito.
    Era Mort Rainey, e sebbene qualcuno ancora non lo sapesse, lui li avrebbe condotti alla vittoria finale.
    Lanciò uno sguardo allo schieramento avversario, guardando uno ad uno i fottuti traditori mascherati, poi si posizionò davanti ai suoi compagni e alzò la mano per richiamare la loro attenzione. Peccato che non avesse un cavallo, mannaggia.
    «RESTATE FERMI! RESTATE FERMI!» aveva intuito che qualcuno avesse già intenzione di caricare il nemico, ma non funzionava così, c’era bisogno di disciplina, e soprattutto: «Alan scrivi eh» si rivolse al suo scudiero, poi si voltò verso il cameraman «e tu riprendi mi raccomando»; si schiarì la voce e poi fece scivolare gli occhi su tutta la prima linea d’attacco del suo esercito
    «Figli di Hogwarts! Di Durmstrang! Fratelli miei! Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore! Ci sarà un giorno in cui il coraggio degli uomini cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno!!!» pose enfasi sull’ultima frase, alzando un po’ di più la voce e assicurandosi che la telecamera riprendesse perfettamente ogni suo movimento «ci sarà l’ora dei ribelli e dei mangiamorte frantumati quando l’era dei maghi arriverà al crollo, ma non è questo il giorno!!! Quest’oggi combattiamo! Contro tutto ciò che ritenete sbagliato in questa cazzo di società! V’invito a ucciderli tutti, uomini di Mort!» e così detto, poi, con un urlo di battaglia, diede il via ai combattimenti, lanciandosi in avanti con lo sguardo concentrato e puntando già la sua prima vittima.
    «non avete scampo, non avete futuro, cadrete tutti, uno a uno, ad… uno!» e così detto cercò di allungare le braccia per afferrare uno di loro – ancora mascherato (Cora) – per le spalle e bloccarlo con le braccia dietro la schiena.
    «ne ho catturato uno!!!» did he? «lo conserviamo per torturarlo ed estorcergli informazioni!!!» avvisò bene non si sa chi, tanto viveva nel suo au.
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    18 y.o.
    pro
    prime minister


    SPOILER (click to view)
    ATTACCO CORA (mort): le blocca le braccia dietro la schiena
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    <b>ATTACCO CORA (mort)</b>:
     
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    d. d. 'nicky' winston
    No time for rest
    No pillow for my head
    Nowhere to run from this
    No way to forget
    Per i primi giorni, o forse settimane (che cos'era alla fine il tempo in guerra, quando ogni giorno era diverso, ogni giorno era uguale, ogni giorno poteva essere l'ultimo?) aveva pensato di voler tornare a casa.
    Si rannicchiava sul proprio giaciglio, sguardo verso lo schermo del cellulare fingendo che un messaggio stupido, tiktok, scrivere ff o leggere vecchi post del F.R.A.T. gdr sarebbe bastato per dimenticarsi che al suo ritorno a Londra sarebbe stato tutto diverso. Se non riusciva a dormire (e non riusciva) metteva le cuffie e stringendo gli occhi ascoltava la musica, e si immaginava con i 404 a suonare davanti ad un'immaginaria folla esaltata.
    Ad un certo punto, si era resa conto che lei non voleva tornare a casa.
    Voleva tornare a uno, due mesi prima - e quello non sarebbe mai successo.
    Voleva tornare a odiarsi per tanti motivi, ma non perchè vedendo una mamma con un bambino in un rifugio ribelle, invece che aiutarli ad andarsene o far cambiare idea sul loro schieramento aveva lasciato che l'esercito li uccidesse come partigiani. Voleva odiarsi perchè non trovava il coraggio di chiedere il numero a una ragazza carina, perchè era pigra e distratta, non per aver ucciso, non per essere stata tanto ingenua da credere che avrebbero sacrificato poche vite per il bene di tutti gli altri.
    Se fosse tornata a casa, non era certa che sarebbe stata in grado di guardare ancora i suoi amici negli occhi, e dir loro che agli "spara" aveva sparato senza obiettare. Che agli "uccidi" aveva ucciso.
    Si era ripetuta tanti giorni che era la casa giusta. Che era dalla parte giusta. Che era lì per limitare i danni, per combattere per i ragazzini special di domani, per i babbani che avrebbero avuto cure migliori. Aveva creduto ai giornali che arrivavano agli accampamenti, alle parole della Oshiro che diceva che loro ci avessero provato a non dare inizio a una guerra civile.
    Ma ogni giorno quella convinzione si era incrinata di più.
    Non voleva essere lì.
    Non voleva farei conti con le proprie scelte.
    Non voleva deludere i suoi amici.
    Non voleva essere e basta.
    Così, quando la famosa ultima notte era arrivata, non aveva avuto il coraggio di scrivere a Beh che ruolare Thomas era meno divertente senza di lui, a Niamh che da quando avevano iniziato a vivere insieme l'aveva considerata una sorella maggiore, a William che aveva già scritto una canzone per il suo matrimonio, a Mitchell che gli mancava da morire, ai cugini che guardava sempre la foto scattata al compleanno di Carole e Lewis quando era giù, ad Aidan che aveva una chiavetta con canzoni pronte che sarebbe stato un onore fargli cantare, a Chouko che non era vero che andava spesso a far colazione da Madama perchè era vicino a Hogwarts, ma perchè voleva vederla, ai suoi amici online (Bambi soprattutto) che era solo triste di non averli conosciuti prima, a Hunter e Halley che ringraziava ogni giorno che il boomerang Loser avesse scelto loro. Non aveva scritto neanche a Sharyn, Erin, Stiles, Jess, Meh qualcosa di diverso dal solito "buonanotte, andrà tutto beneee domani si vince!!&", anche se forse avrebbero capito il suo dolore allo stomaco e la nausea che le prendeva ogni volta che pensava (punto). Nessun addio, solo conversazioni leggera.
    Era invece andata da Mac, sguardo basso e in una mano il cellulare, nell'altra una canna.
    «Mi aiuti a finire una ff?» un sorriso molto falso, ma che sperava non avrebbe outato «'wat?pad writers will be fighting in a literal civil war and still update their fics'. Solo cinque minuti» o dieci o venti o tutta la notte. Il tempo che poteva rubargli, glielo avrebbe rubato, fattasi il più piccola possibile fra le sue braccia, e immaginandosi più importante di quanto non fosse nel suo cuore.


    «Potete ancora cambiare schieramento! Possiamo-» tornare amici «trovare un accordo! Cosa volete?» era l'ultima battaglia, ed erano- quante, quindici persone? non doveva essere l'ennesimo massacro.
    Nelle scorse settimane erano stati mandati in giro per il mondo, probabilmente per evitare che comunicassero così con gli avversari- ma erano su suolo inglese adesso!!! vicinissimi a casa!! I loro avversari erano (purtroppo) visi conosciuti, quelli senza maschera. Magari non serviva combattere-
    «MA!!! GALI!» c'era una tipa che stava puntando GaLi?!? LA SUA BAMBINA?? Nicky corse verso di lei, un immobilus alla ribelle. «tutto bene?» che poi che ci faceva gali a combattere aiuto, torna a hogwarts. Lanciò un'occhiataccia alla ribelle...
    e proseguì guardando disperata un altro ribelle. «non deve essere un massacro. domani il mondo sarà diverso, possiamo farne parte tutti-» avevano le maschere no? Se fossero scappati adesso, nessuno li avrebbe riconosciuti, e avrebbero potuto tornare a casa anche loro-...
    si avvicinò. Bacchetta puntata, ma l'altra mano alzata.
    una possibilità. una. poteva darla, no? «puoi scappare» mormorò, e lanciò un farfallus explodit per creare un diversivo.
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    2002
    deatheater
    (pro?)



    pistola: 8/8
    caramelle: 2/5



    (2) DIFESA GALI (gali + nicky): immobilus

    ATTACCO HUNTER (nicky): farfallus explodit

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    <b>(2) DIFESA GALI (gali + nicky):</b>

    <b>ATTACCO WIND (gali):</b>
    <b>ATTACCO HUNTER (nicky):</b>
    <b>ATTACCO WILLA (sorta):</b>
    <b>ATTACCO CORA (mort)</b>:


    Edited by so‚ i did a stupid - 24/5/2023, 18:17
     
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    It's fate, not luck.

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    reggie10 pa10 pd50 pskusarigama | emocinesiattacco: 10 (bertie)
    cherry10 pa10 pd50 psmacheteattacco: 4 (moka)


    (2) DIFESA GALI (gali + nicky): 6+13= 19 (+17)
    ATTACCO WIND (gali): 9+17 = 26pa

    ATTACCO HUNTER (nicky): 5pa

    ATTACCO WILLA (sorta): 9pa

    ATTACCO CORA (mort): 2pa
     
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    arabells dallaire
    'Cause another and another coming up out of the gutter
    'Til I'm drowning in an ocean of entitled motherfuckers
    And they're pushing all my buttons
    But they never seem to wonder why
    Arabells Dallaire non sarebbe morta per la guerra di qualcun altro. Una certezza che la cercatrice aveva masticato per giorni, settimane, un mese fra i denti, triturandola fino a renderla fluida sulla lingua e sulle labbra curvate in un sorriso sornione. Quando William Lancaster aveva chiesto loro di prendere tempo, non si era fidata ed aveva accettato comunque, perché non sarebbe morta per la guerra di qualcun altro, vero, ma se la sarebbe rischiata fino alla fine. Un compromesso, mettiamola così. D’altronde, aveva già perso tutto il resto. Un mese lontana dal campo da Quidditch? Il SUB in balia di Elwyn Huxley? La sua carriera e la vita che aveva vissuto per ventitrè anni, era già andata a puttane. Di quella nuova, strana, esistenza fatta di guerre, ringraziamenti non meritati, e morti seppelliti in silenzio, doveva ancora capire cosa farsene.
    Aveva scritto ad Elijah per rassicurarlo che fosse viva, e nulla più.
    Aveva mandato una foto a Piz, perché di scendere nei dettagli non aveva avuto forza.
    Aveva chiamato Jeremy, la testa sulla spalla di Arci, e l’avevano tenuto in vivavoce ben più di quanto fosse ammissibile dalla politica del campo.
    Alla fine l’unico che aveva avuto il coraggio di videochiamare, così da vederne la facciona pallida in un primo piano ben più vicino di quanto fosse lecito, era stato proprio l’Huxley. Il più facile, perché rispondeva a monosillabi e si limitava ad osservarla con cipiglio severo. Alle domande del collega, Bells semplicemente non replicava – una politica che sarebbe stata impossibile con chiunque altro.
    Gli aveva chiesto se mangiasse, perché lo vedeva sciupato.
    «bells»
    Se si fosse ricordato di pagare i fornitori, elwyn, guarda che non ci portano più niente.
    «bells.»
    Se avesse sentito Ethan, perché era proprio il momento di fare quel passo.
    Silenzio stampa.
    Se avesse chiesto aiuto a Svetlana per gestire il locale, perché davvero non mi fido di te.
    Doppio silenzio stampa.
    Non gli aveva chiesto nulla della squadra. Nulla di Chelsey Weasley o Joseph Moonarie.
    Se fossero amici, dopo una quiete molto lunga. Ed abbassando il tono di voce, se pensasse che Morley Peetzah la odiasse davvero, dopo il cambio gestione e la loro peculiare alleanza. Un problema che si era posta in maniera marginale, perché aveva creduto di aver tempo per far capire all’ex allenatore quanto fosse idiota pensarlo; perché non ci aveva dato il giusto peso, finché Lancaster non l’aveva guardata chiedendo quell’ultimo sforzo.
    Aveva schioccato la lingua prima che l’altro potesse ribattere, perché non voleva una risposta a nessuna delle due domande. Aveva chiuso la chiamata prima che il socio a delinquere potesse capire come non zoomare sul proprio mento, l’ennesimo non fare nulla che io non farei mormorato in un sorriso ad eclissare su tutto il resto.
    Dormì, qualche ora.
    E si svegliò alle prime luci dell’alba, promettendo a se stessa non sarebbe stata l’ultima.

    Ah, le leggende che giravano all’accampamento dei resistenti.
    Che Wind avesse trivellato di colpi un tizio con la stessa faccia del suo amante.
    Che Hunter ed Halley avessero affrontato ed ucciso i loro migliori amici.
    Che Bertie avesse vomitato (un dettaglio che qualcuno, e perché proprio Joe, aveva ripetuto spesso).
    Che Ellis ed Emilian avessero sniffato cocaina insieme agli struzzi.
    Che Willa e Cora avessero ucciso Eloide Dubois.
    Che Moka «passi troppo tempo con i vecchi, mon poulet» sguardo lievemente preoccupato ad un Telly, che di testa non c’era comunque mai stato, che aveva iniziato a parlare da solo. Vorrei dire che non giudicasse, ma considerando che fossero lì insieme e dovesse, in un mondo ideale, coprirle le spalle, non poteva che essere un minimo… preoccupata, dall’espressione infestata del fu Grifondoro. Probabilmente lo sarebbe stata meno, se avesse saputo i motivi di quello sguardo vacuo, ed avrebbe aggiunto anche doppia dose di randellate nei denti perché uomini (derogatory) - perfino Arci, il sottone per eccellenza, non aveva lo stesso volto provato: HHH! - ma non lo sapeva, e credeva avesse un buon motivo. Non aveva mai avuto grande stima di Moka, così come non era stata un’estasiata ammiratrice di Willa, ma erano la sua squadra, e qualcosa doveva pur valere. Aveva avuto di peggio al proprio fianco, e se pensate a Wyatt, fate bene, perché ci stava pensando anche lei.
    «odio gli atti di fede. e sono fottutamente religioso»
    Accarezzò i fili d’erba con la punta del Bo, il fianco contro quello di Arci. Sollevò sguardo e sopracciglio verso di lui, perché se l’era detto da solo, ma poi ricordò fosse un uomo, ed allora «magari è tempo di smettere» con l’ombra di un sorriso sulle labbra.
    Era solo un’altra missione.
    L’ultima.
    Erano quasi alla fine.
    Vero?
    Alzò gli occhi sulla radura.
    Si fermò interdetta.
    Guardò Nicky, e spostò gli occhi chiari su Halley ed Hunter. Strinse le labbra fra loro, la Dallaire – e strinse un po’ di più Arci, inspirando piano.
    E guardò Isaac. Ma l’unico per il quale si sentì in dovere di grugnire, sguardo sollevato verso un nuovo sistema solare, fu Dominic Cavendish. Come avrebbe detto un saggio (tiktok): rihanna, what are you doing here?
    «-cristo, ci sono dei miei studenti» Almeno erano dei ragazzini. La scusa del loro medico sportivo, non riusciva neanche ad immaginarla. Ma ce l’aveva un maledetto neurone funzionante? Che diamine ci faceva lì – nell’armata di Lamovsky, non a Stonehenge.
    Ma anche, in effetti.
    Prendere tempo. Si disse che potesse farlo, se Lancaster non ne aveva bisogno per così tanto: non voleva morire, Bells. Ed era stata spietata e brutale fino ad allora, ma non aveva avuto il sospiro sognante di Dominic ogni volta che Elwyn entrava nel suo campo visivo a ricordarle che i nemici avessero tutta una vita loro.
    Maledizione.
    Non voleva doverli uccidere.
    Ma voleva far loro molto male.
    Il Cavendish? L’Hale che aveva allenato perché vincesse la sua coppa ad Hogwarts? E quel pirla del Lovecraft, ancora a farsi lasciare da Sharyn dopo tutto quel tempo? Schioccò la lingua sul palato. «siamo una bella squadra» Sorrise, la Dallaire.
    Prendere tempo.
    Sorrise, e fece l’unica cosa che avrebbe permesso loro di guadagnare più tempo senza inutili spargimenti di sangue: sfilò la maschera, lasciando che il Leroy vedesse la curva divertita delle labbra, ed i nemici sapessero che i loro avversari gli avessero venduto almeno una volta gli appunti di Pozioni. Magari qualcuno fra loro aveva il suo poster in camera.
    «gen z core, uh» battè languida le ciglia verso Gali, cercando di porre il Bo fra la mazza e Wind per fermare la sua avanzata. «sempre a voler morire per le cause sbagliate» ruotò il bastone da una mano all’altra, spostandolo nel palmo opposto. Con le dita libere, afferrò le guance di Mac e schioccò con disappunto la lingua sul palato. «come crescono in fretta (derogatory)» e sì, strinse più del dovuto, perché cristo dio, ma davvero.
    Guardò Dominic. Lo salutò con un cenno del capo, un sorriso felino nella sua direzione.
    «non impari mai» con quel musetto avvilito, di nuovo. La Siberia non gli era bastata? Anche lui si era riscoperto suicida? Non vedeva l’ora di picchiarlo così forte da fargli ingenti danni cerebrali che giustificassero le sue povere scelte di vita.
    E l'altro, poi. Respiro profondo. «tempo per sharyn di andare avanti per davvero, quindi? à la bonne heure» non l’avrebbe davvero ucciso, purtroppo, ma le piaceva ricordare all’ex compagno che avrebbe potuto farlo, perché era quello che era previsto facessero.
    I mostri. I cattivi.
    Bo stretto con entrambi le mani, e cercò di sbatterglielo di punta sulle gengive.
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    23 y.o.
    captain
    liar




    caramelle 2/5
    (26) DIFESA WIND (arci + bells) cerca di intercettare la mazza
    (21) DIFESA ARCI (arci + bells) gli prende il faccino fra le mani (dai, vale come distrazione)
    ATTACCO ISAAC (bells) bastonata sui denti
     
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    archibald leroy
    Here is what they do not tell you about Death:
    when Death says You are born for this
    she clearly means You will die for this
    Lanciò uno sguardo veloce a Moka (che ovviamente si era tolto anche lui la maschera hhhh), per cercare di capire se se la stava cavando con i suoi amichetti, piuttosto certo che non si sarebbero uccisi a vicenda, vide poi Wind intenta a cercare di prendere a pugni una delle sue studentesse- E QUESTA CHE RICAMBIATA CON UNA MAZZATA ODDIO ERA COSI FIERO???? «SLAY, TIPTON!! -ma non azzopparla» e quando tornò a fissare Mac-
    Uh.
    Lo aveva afferrato per il braccio.
    aggrttò le sopracciglia, Arci, non esattamente felice del contatto ma anche divertito. In effetti, un buon modo per non cadere al suo sgambetto, bravo. Era un po' fiero di lui, come insegnante; poteva esserlo, o era strano?
    «un lavoro di squadra» «mah. Il battitore è sempre stato il mio ruolo preferito» !!! AIUTO MA CHE AVEVA DETTO «DOPO IL CERCATORE CHE È IL PIù IMPORTANTE!!1&&» lo gridò quasi. Forse Bells manco stava ascoltando, ma sapeva che l'avrebbe shentito se non avesse detto che quello che faceva lei era la cosa più essenziale della partita.
    «senti ma... tu perchè sei qui. magari è la stessa cosa?» Uh. UH.
    Cercò di scrollarselo di dosso, prendendolo per un polso perchè non prendesse la pistola. Sia mai gli sparasse a tradimento. «Possiamo-»
    «perchè Abbadon è uno stronzo e sta mettendo a ferro e fuoco il mondo per farne il suo parco giochi?» Avrebbe cercato di tirargli sul il braccio, mettendolo fra loro. «se lo pensi anche tu, c'è qualche problema» inclinò la testa di lato «ma potremmo essere dalla stessa parte. Non è troppo tardi»
    Non che ci sperasse troppo eh, ma chissà-...
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    neutral
    (against)



    ha la maschera

    caramelle: (credo) 5/5
    (... ma dopo controllo)

    (26) DIFESA WIND (arci + bells) chiama gali per distrarla

    (21) DIFESA ARCI (arci + bells) si scrolla di dosso mac (?)
    ATTACCO MAC (arci) prende la mano a mac


    Edited by c'est la fucking vie - 24/5/2023, 18:16
     
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    «passi troppo tempo con i vecchi, mon poulet»
    minchia, se era saggia Arabells Dallaire.
    crush della vita proprio.
    «hai perfettamente ragione. mi sono mancati un sacco i video di tiktok» 1) cose cursed, 2) pappagalli, 3) gente che faceva esplodere le cose, 4) slime. alla bocciofila non conoscevano nemmeno i meme, figurarsi.
    ma questo rob l'ha scritto dopo aver letto il post di freme quindi non ha senso ma recupereremo.
    anche perché:
    «CHERRYCOLA»
    «MOKAROTA»
    con il senno di poi, avrebbe potuto arrivarci da solo, il telly.
    che quella corsa sfrenata era destinata a concludersi solo in un modo: vide il machete stretto nella mano della benshaw e il sorriso gli si spense immediatamente sulle labbra «cherry???»
    «moka.»
    ok, voleva chiaramente ucciderlo.
    been there done that, insieme a tutta un'altra serie di cose. che un rapporto normale nella vita, evidentemente, moka non era destinato ad averlo — doveva essere tutto uno strappare e uno spingere, anche quando le parole sarebbero bastate a risolvere ogni problema.
    «cherry.» aiuto. seguendo un istinto primordiale che nei suoi ventitré anni di vita lo aveva salvato innumerevoli volte (in effetti, che fosse ancora vivo moka telly sembrava più un miracolo che pura fortuna), l'elettricineta fece un passo indietro, nel tentativo di scansare la testata che lo avrebbe preso diretto al mento (perché 10cm di height difference sono un sacco, sappiatelo); allo stesso tempo, avrebbe allungato la mano per stringere, delicatamente, il braccio della bionda, la schiena ad incurvarsi appena verso di lei «comunque la tua foto era tutta mossa» e le piazzò un bacio in fronte, conscio che sarebbe potuta essere l'ultima mossa azzardata della sua vita.
    «ma vuoi vedere che ci facciamo i nostri 30 galeoni a testa alla fine?» la lasciò andare spostando le iridi verde acqua su law, che nel mentre aveva deciso di buttarla in caciara, sopracciglia ad arcuarsi appena «troppo facile. è come sparare sulla crocerossa» si lasciò sfuggire un sospiro dalle labbra, moka, l'ennesima alzata di spalle. aveva pensato che il Matheson potesse far parte della ristretta cerchia di persone per le quali gli importava un cazzo di qualcosa, ma rimaneva una barriera insormontabile tra di loro: apparteneva ad un altro mondo, Lawrence.
    non il suo, non quello di cherry.
    ma chissà, magari una guerra era quello che gli ci voleva per fare il salto di qualità (verso il basso).
    e qui fingiamo che lo scambio di sguardi tra Mac e Moka, tradotto con il transcript sbagliato (unless??), avvenga un po dopo: non è che muoriamo così dalla voglia di farci rincoglionire con un monologo di Mort Rainey, una cosa alla volta. intanto poteva ruotare su se stesso, il telly, giusto in tempo per notare la bacchetta rivolta verso Willa.
    [two seconds before] «lascialo stare, non vedi che si tiene in piedi per miracolo?»
    chiuse le dita intorno al braccio della ragazza, stringendo il gomito e trascinandosela appresso — nella teoria non una cosa complicata, considerato la differenza di stazza tra i due, ma a random.org la semplicità fa evidentemente schifo. non sarebbero mai potuti essere amici, l'estrattore casuale e moka «eh, troppo sesso» commentò, senza sorridere:
    ec8f6e4da874966c793f473a27919886


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    (4) DIFESA MOKA (moka + wind): bacino in fronte
    (9) DIFESA WILLA (moka + emi): la afferra (non per i fianchi) e la sposta
     
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    Beh cosa vedeva? Moka che dava un bacino in fronte al nemico.
    arricciò le labbra afferrandolo per un braccio «Magari passiamo ai convenevoli quando avremo tutti la pelle salva, si? » con la voce ovattata dalla maschera, al contrario di Moka, che aveva scoperto il viso già da un po’, cosa che lei non aveva intenzione di fare da lì a lungo tempo, poteva cambiare faccia, certo, ma non era meglio restare nascosti? beh supponeva di si
    e poi se fosse riuscita a sfuggire da quella bastonata da 26 pa che le aveva dato bengali, avrebbe provato questa volta a colpirla col calcio del fucile sul fianco, dopotutto aveva provato a spezzarle le gambe, no?
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    (26) DIFESA WIND (arci + bells)
    ATTACCO GALI (wind) la colpisce al fianco col calcio del fucile

    (21) DIFESA ARCI (arci + bells)
    ATTACCO MAC (arci)

    (4) DIFESA MOKA (moka + wind) lo prende per un braccio cercando di farlo rinsavire
    (9) DIFESA WILLA (moka + emi)

    ATTACCO ISAAC (bells)

    ATTACCO BARRY (emi)
     
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    L’ultima notte delle loro vite con il cazzo.
    Ma chi era il demente che aveva aperto bocca per primo.
    Emilian non avrebbe mentito dicendo che l’avrebbe stanato e gli avrebbe infilato un calzino in bocca, perché al contrario di qualcuno conosceva modi più piacevoli per impiegare il suo tempo. Sospirò, la pirocineta, poggiando la fronte sulle proprie ginocchia. Il telefono giaceva al suo fianco, lo schermo aperto su una pagina- e così sarebbe rimasto, perché nessuno aveva tempo di elaborare in dieci minuti.

    Emilian aveva sulla punta della lingua una bestemmia, ma fu abbastanza pacata da riconoscere che tra di loro vi fossero bambini. Sembrava essere una costante in quella guerra, sempre più giovani, tanto che ormai la Gibson viveva nel terrore di chiudere gli occhi e trovarsi sua sorella al fianco al riaprirli. Una guerra che apparteneva più ad Isabella che a lei, ma che aveva deciso di sobbarcarsi senza nemmeno battere ciglio. Meglio lei, che un ragazzino di quindici anni qualsiasi. Non che avesse la ben che minima intenzione di cadere lì, oggi, e lasciare campo all’ennesima armata di Abbadon. E forse era vero che stavano perdendo campo, che una battaglia vinta non ammontava a niente nel grande schema delle cose, ma vaffanculo. Se nemmeno poteva intestardirsi a perseguire quella vuota convinzione, che una sola vittoria facesse la differenza per lei, niente aveva più senso. Un po’ come questo post perché Elisa ha molta fretta. Non era un’idealista, la Gibson, ma a qualcosa doveva pur aggrapparsi: c’era chi poggiava le labbra su una croce al proprio collo, chi alzava lo sguardo al cielo, e chi si appellava alla canna di un fucile. Lei, per inciso, faceva parte dell’ultima categoria- mai stata una grande credente, se non nelle sue capacità di sopravvivenza. E poi vabbè, era capitata con dei dementi. Che si toglievano la maschera, facevano monologhi, andavano a- «non capisco se lo stia strozzando o abbracciando?» commentò ad alta voce, al nulla, alle pietre, all’assistere Moka che correva incontro a una bionda. «spero la prima» e vabbè, insomma, tanto che era lì le toccava fare qualcosa. Afferrò il facile e tentò di dare il calcio del fucile in pancia a Sorta per impedire di castare l’incantesimo contro Willa «attenta, morde» e in effetti cosa ne sapeva la Gibson? Thinkin. Headcanons. Comunque, oh cristo dio Barry ho cinque minuti come ti attacco. Ma poi con quel faccino da criceto deperito, che le fai pure pena a momenti. Poggiò una mano sulla spalla di Barrow, che ad occhio e croce non poteva che avere l’età di sua sorella, e lo spintonò all’indietro «ti stava per prendere una cagata di piccione» indicò con la mano la cagata che in quel momento si trovava sull’erba, e che non fosse stato per il suo intervento sarebbe finita addosso al ragazzino «se ti devo menare poi mi attacchi il colera» cosa? Ma che ne so.
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    (9) DIFESA WILLA (moka + emi) gomitata con il calcio del fucile a sorta

    ATTACCO BARRY (emi) lo spintona
     
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    bells14 pa14 pd50 psattacco: 2 (isaac)
    wyatt14 pa14 pd50 psmazza da baseballattacco:
    arci14 pa14 pd45 psmazza chiodataattacco: 11 (mac)
    emilian13 pa13 pd50 psfucile d'assalto | pirocinesiattacco: 2 (barry)
    ellis13 pa13 pd50 pspiede di porcoattacco:
    hunter12 pa12 pd50 pstellenattacco:
    willa11 pa11 pd50 psspada a due maniattacco: 10 (cherry)
    wind11 pa11 pd35 psak47attacco: 3 (gali)
    cora11 pa11 pd50 pspugnaleattacco:
    MOKA11 pa11 pd50 psGLOCK17 | ELETTROCINESIattacco: 5 (mort)
    halley11 pa11 pd50 psmanganelloattacco:
    bertie10 pa10 pd50 pspistola semiautomaticaattacco: 3 (sorta)
    barry14 pa14 pd50 psbalestraattacco:
    isaac14 pa14 pd25 pstomahawkattacco:
    mac13 pa13 pd50 pspistola semiautomaticaattacco:
    nicky13 pa13 pd50 pspistola semiautomaticaattacco: 5 (hunter)
    dominic11 pa11 pd50 psarcoattacco:
    mort11 pa11 pd50 psrivoltellaattacco: 2 (cora)
    gali11 pa11 pd50 psmazza da baseball | pirocinesiattacco:
    sorta11 pa11 pd50 psrivoltellaattacco:
    liz11 pa11 pd50 psberetta calibro 9attacco:
    law10 pa10 pd50 psnunchakuattacco: 9 (wyatt)
    reggie10 pa10 pd50 pskusarigama | emocinesiattacco: 10 (bertie)
    cherry10 pa10 pd50 psmacheteattacco:


    (26) DIFESA WIND (arci + bells) 2 + 7 = 9 (-15ps)
    guarda, non ne sono al 100% sicuro, ma credo ti abbia rotto la rotula destra.

    (21) DIFESA ARCI (arci + bells) 12 + 4 = 16 (-5ps)
    te la cavi con una lussazione della spalla.
    ATTACCO MAC (arci) 11

    ATTACCO ISAAC (bells) 2

    ATTACCO GALI (wind) 3

    (4) DIFESA MOKA (moka + wind) 10 + 5 = 15

    (9) DIFESA WILLA (moka + emi) 3 + 10 = 13

    ATTACCO BARRY (emi) 2
     
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    «ed io che credevo avessimo legato, quella sera al parco.» allargò il sorriso, Wyatt. «e se non sbaglio, era il mio turno, ma non sono una persona violenta io che faccia da culo. «ti dirò,» spalle contro il petto del Matheson, piegò appena il capo alla propria sinistra per poter avere una minima visuale del ragazzo. «solitamente non vado a picchiare la gente con cui non ho legami.» il che, era vero: gli piaceva combattere, gli piaceva spaccarsi le nocche contro la carne, ma non era il tipo da andare a cercare la rissa con il primo stronzo sconosciuto qualsiasi – a meno che non ci finisse in mezzo, e a quel punto euforia ed adrenalina facevano il lavoro sporco al posto suo; a meno che non ci fosse di mezzo una ricompensa fuori dal ring di un incontro. Era l'unico modo che conoscesse per dimostrare affetto: l'unico che gli avessero mai insegnato, ed al quale aveva creduto per anni. «comunque io ci gioco, con questo braccio.» e gli avrebbe tirato una testata, uno scatto improvviso che confidava lo distraesse il tempo necessario a divincolarsi.
    «no no, credo di averti inquadrato perfettamente.» sgranchì il capo, alzando la guardia; falso, macchinoso, opportunista. «e mi dispiace.» sincero, nello sbuffo a fior di labbra. «quindi questo è il motivo per cui hai scelto di essere violento?» un cenno con il capo a Stonehenge, allargato al resto del mondo messo a ferro e fuoco dalla fazione per cui aveva scelto di schierarsi. «avanti, puoi dirmelo,» e sarebbe scattato avanti, tentando un nuovo destro alla bocca dello stomaco – ok, era il suo turno, ma se continuava a fare la figa d'oro Wyatt si annoiava. «abbiamo legato, no, fratellone?» e chissà se glielo avrebbe detto, prima che la guerra facesse fuori uno dei due, quanto quella parola pesasse diversamente sulla lingua; quanto fosse difficile dirla, quanto avesse paura che la capisse.
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    DIFESA WYATT (wyatt): testata
    ATTACCO LAW (wyatt): pugno
     
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    wyatt14 pa14 pd44 psmazza da baseballattacco: 2 (law)
    arci14 pa14 pd45 psmazza chiodataattacco: 11 (mac)
    emilian13 pa13 pd50 psfucile d'assalto | pirocinesiattacco: 2 (barry)
    ellis13 pa13 pd50 pspiede di porcoattacco:
    hunter12 pa12 pd50 pstellenattacco:
    willa11 pa11 pd50 psspada a due maniattacco: 10 (cherry)
    wind11 pa11 pd35 psak47attacco: 3 (gali)
    cora11 pa11 pd50 pspugnaleattacco:
    MOKA11 pa11 pd50 psGLOCK17 | ELETTROCINESIattacco: 5 (mort)
    halley11 pa11 pd50 psmanganelloattacco:
    bertie10 pa10 pd50 pspistola semiautomaticaattacco: 3 (sorta)
    barry14 pa14 pd50 psbalestraattacco:
    isaac14 pa14 pd25 pstomahawkattacco:
    mac13 pa13 pd50 pspistola semiautomaticaattacco:
    nicky13 pa13 pd50 pspistola semiautomaticaattacco: 5 (hunter)
    dominic11 pa11 pd50 psarcoattacco:
    mort11 pa11 pd50 psrivoltellaattacco: 2 (cora)
    gali11 pa11 pd50 psmazza da baseball | pirocinesiattacco:
    sorta11 pa11 pd50 psrivoltellaattacco:
    liz11 pa11 pd50 psberetta calibro 9attacco:
    law10 pa10 pd50 psnunchakuattacco:
    reggie10 pa10 pd50 pskusarigama | emocinesiattacco: 10 (bertie)
    cherry10 pa10 pd50 psmacheteattacco:


    (9) DIFESA WYATT: 3 (-6ps)
    ti sloga il polso
    ATTACCO LAW: 2
     
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    Hunter Oakes
    Some legends are told
    Some turn to dust or to gold
    But you will remember me
    Remember me for centuries
    And just one mistake
    Is all it will take
    We'll go down in history
    Remember me for centuries
    Dai Campi Elisi al cimitero di Stonehenge il passo non era stato poi così breve, benché meno facile.
    Era stato un mese logorante, sfiancante, estenuante.
    Hunter era stanco di uccidere, di lasciare l’accampamento con la speranza che – almeno Halley – potesse farvi ritorno.
    Riconobbe le massicce pietre che avrebbero fatto da sfondo silenzioso a quell’ultima battaglia e gli venne quasi da sorridere: era nella sua personalissima bucket list, uno di quei posti in cui avrebbe potuto fare da guida turistica, andando in giro a snocciolare informazioni non richieste e non volute a chiunque avesse avuto la sfortuna di essere a portata di orecchio, a chiunque fosse suo amico.
    Abbassò le palpebre, l’Oakes, quando le iridi ormai incupite dalla guerra si posarono sulla figura della Winston, il respiro mozzato sotto la maschera improvvisamente fattasi più pesante.
    Non c’erano piogge acide, non c’erano illusioni, non c’erano anime che sarebbero stata giudicate buone e meritevoli da Minosse e Radamanto. Non ci sarebbe stata giustizia per loro che combattevano da oltre un mese, per quelle anime che erano state logorate da una guerra che, probabilmente, nessuno davvero avrebbe voluto.
    Hunter aveva giurato a se stesso che, in quel mondo, avrebbe dedicato la sua vita a salvare quella degli altri. Inutile dire che gli eventi lo avevano portato a venir meno a quel patto nella maniera più dolorosa possibile: aveva torturato, aveva ucciso, aveva visto gli orrori dei lab perpetrati anche con l’ausilio di sua madre. Si era odiato così tanto da aver allontanato ogni gioia nella sua vita, così tanto da convincersi di non essere meritevole di alcun gesto d’amore. Si era rinchiuso nella sua prigione pur di limitare i danni che la sua presenza avrebbe potuto arrecare alle persone a lui vicine.
    Eppure, non era bastato. Era ancora lì, con la bacchetta stretta tra le dita, a dover affrontare ancora una volta i suoi demoni.
    La verità è che non aveva mai avuto scelta, non si era mai dato davvero la possibilità di scegliere, benché meno la chance di essere veramente felice. Poteva dare la colpa all’Istituto, al modo in cui li avevano cresciuti, alle responsabilità che gli erano state affidate sin da quando era soltanto un bambino… in realtà seguiva solo un copione che altri avevano scritto per lui, limitandosi a fare quello che gli altri si aspettavano facesse. Perché era la cosa giusta da fare, perché è questo che fanno i fratelli, perché così si difende la propria famiglia.
    Era cresciuto con i libri, si era formato con pagine di carta e inchiostro, aveva dovuto imparare da solo i significati di giusto e sbagliato, buono e cattivo.
    Era giunto alla conclusione che per quanto potesse avere un cervello superiore alla media, questo non era in grado di compiere scelte in maniera autonoma, non era in grado di pensare senza tener conto dei pregiudizi e dell’opinione altrui.
    Avrebbe potuto continuare per la sua strada, avrebbe potuto essere una persona razionale e sbattersene di quello che accadeva in quel mondo, avrebbe potuto lasciare che Halley…
    No, non avrebbe mai permesso che Halley scendesse in campo da sola. Per quanto potesse essere lì con lei in quel momento, era lì per lei. La sua unica priorità, la sua unica ragione di vita. Il motore stesso della sua esistenza.
    Era andato avanti solo per proteggerla, per provare a tenerla al sicuro anche lì dove un solo passo sarebbe potuto risultare fatale, stoicamente convinto del fatto che, dei due, lei fosse quella più meritevole di vivere, di portare avanti la sua storia.
    Hunter era rotto, inutile, un giocattolo ormai inutilizzabile e che continuava a essere spettatore passivo degli eventi che la vita gli presentava.
    Tra le file nemiche vide Dominic e altri volti più o meno conosciuti, con cui aveva condiviso parte della sua vita, scolastica e non.
    Si chiese per cosa stessero combattendo, chi stavano seguendo, perché avevano scelto di parteggiare per una fazione rispetto ad un’altra.
    Si prese il suo tempo, Hunter, perché era ancora un Guaritore e perché avrebbe davvero voluto salvare tutte quelle vite. A tutti loro era stato chiesto un ultimo sforzo, è vero, ma lui non sapeva se sarebbe stato pronto a compierlo.
    Non avrebbe voluto finisse così, in realtà non avrebbe voluto iniziasse affatto, e tutto quello a cui riusciva a pensare era che sarebbero stati vittime sacrificali, perché era un luogo troppo mistico e troppo magico per non concentrare a sé quantità enormi di magia.
    Si chiese se sarebbero stati loro i sigilli da spezzare o se il sangue che avrebbero versato sarebbe stato la chiave per sbloccare una nuova minaccia per quella pace che non era altro che una mera utopia.
    Guardò un’ultima volta sua sorella, sperando lo perdonasse, pregando che almeno lei potesse comprendere quello che con ogni probabilità sarebbe stato chiamato a fare.
    Prima, però, il suo istinto gli suggeriva altro, per questo si buttò nella mischia, in direzione di Wind, sperando che nessun incantesimo potesse rallentarlo.
    “Sai che Stonehenge potrebbe essere stata costruita per il culto del sole?” Domandò alla ragazza mentre le afferrava con delicatezza la spalla, facendole cenno di lasciarlo fare affinché valutasse l’entità della ferita al ginocchio. No, non stava decisamente messa bene, ma non era il caso di farglielo notare. “Anche se non si sa quale sia stato il suo vero scopo.” Neanche Hunter sapeva il suo, ed era decisamente più piccolo, più leggero e decisamente più giovane di quel sito.
    “Vorrei avere un ossofast, ma ci dobbiamo adattare.” Parlava più a se stesso che con la compagna d’armi, un meccanismo di difesa consolidato negli anni. Puntò la bacchetta sulla rotula ormai andata della ragazza e una stecca e delle bende andarono a fasciarle tutto il ginocchio, tenendolo stretto affinché non aggravasse la sua situazione.
    Poi, si spostò dalla traiettoria dell’attacco di Nicky e, voltandosi, le lanciò addosso un foglielama.
    Poi elaboreremo dopo quello che sta succedendo, perché probabilmente l’ha vista all’ultimo ed è andato nel panico. Ci penserò, ora è troppo tardi.
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    EX RAVENCLAW
    vs ABBY


    CURA WIND (1 - 10) fasciante
    Per fasciare fratture e lesioni di lieve e media gravità.Genera delle bende che si avvolgono intorno alle ferite e nel caso di ossa rotte crea anche una stecca per tenerle immobili.

    (5) DIFESA HUNTER (wind + hunter) si sposta
    ATTACCO NICKY (hunter) foglielama
    Formula: nemelio. genera dalla bacchetta foglie taglienti che sferzano i nemici. Verbale / Non Verbale. Il fascio di luce è viola scuro.
     
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    Alla mazza che colpiva il suo ginocchio, in maniera anche abbastanza violenta, Wind aveva solo da dire una cosa «Scheiße» disse sibilando, e portandosi una mano sul ginocchio incriminato, minchia la ragazzina picchiava forte, era lei che si era rammollita probabilmente dopo quella giornata passata in maniera estremamente piacevole, sentì Hunter afferrarle la spalla, delicatamente, e lo guardò da sotto la maschera “Sai che Stonehenge potrebbe essere stata costruita per il culto del sole?”, Wind sorrise, anche se Hunter non poteva vederla «di questo andazzo sarà l’ultima cosa che vedo» per la prima volta quella frase le aveva creato un magone in gola, alla bocca dello stomaco «Grazie» sentito, pronunciato con la voce rotta; porse per quanto le era possibile il ginocchio ad Hunter mentre puntava la bacchetta verso Nicky e pronunciava un «everte statim» sentì le bende avvolgerle il ginocchio e provò a mettere il piede per terra, ignorando il dolore, logorando l’interno della propria guancia, e avvicinandosi a cora, presa di mira dal finto fantino «densaugeo!» sperando bastasse a fargli lasciare la presa
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    (2) DIFESA CORA (emi + wind) densaugeo verso mort

    (5) DIFESA HUNTER (hunter + wind) everte statim
    ATTACCO NICKY (hunter)

    CURA WIND (1-10 hunter):
     
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    mckenzie hale
    I used to see beauty in people
    But now I see muscle and bones
    You know I never wanted to hurt you
    But I'm sorry, my friend, this is the end
    Aveva già visto quella storia, Mckenzie.
    E con il cuore in gola e gli occhi serrati, le guance stritolate dalle dita di Arabells Dallaire - Bells - si sentì in dovere di sbottare un «non mi piace la menta piperita.» rapido, prima che anche la ex Corvonero gli ficcasse qualcosa in gola. Una reazione istintiva, quasi pavloviana, e comunque migliore dell'elaborare che dall'altra parte della barricata ci fosse lei. Implicava troppe cose a cui Mac non voleva pensare, lasciava fra le righe domande di cui avrebbe potuto trovare la risposta, se l'avesse voluto, perchè non era così stupido.
    Avrebbe voluto, però. E si concesse di esserlo, finchè non gli avessero dimostrato il contrario.
    Cercò di lasciare la presa quando l'altro tentò di scrollarselo di dosso, perchè l'Hale rispettava gli spazi altrui. Qualcosa dovette andare storto, però. Evidentemente non si accompagnarono nei movimenti quanto avrebbero dovuto, seguendo invece la stessa direzione. Mac corrugò le sopracciglia, cercando di abbassare le dita e capire cosa stesse succedendo, offrendo il palmo per mostrarsi innocuo.
    E di nuovo qualcosa non dovette funzionare nella comunicazione fra loro, come una Sara ed un'Arianna qualsiasi, perchè l'altro gli strinse la mano.
    E Mac.
    Mac.
    Preso alla sprovvista.
    Che poteva fare, se non... ricambiare la stretta. Un'occhiata dubbiosa di sottecchi, la mano unita a quella dell'altro. Intrecciare le dita alle sue, magari. Iniziare a dondolarle mentre correvano liberi per la collina. No? Non funzionava cos? Avrebbe dovuto. Fece saettare gli occhi grigi dalle loro mani alla maschera, labbra curvate verso il basso in riflessione. «perchè Abbadon è uno stronzo e sta mettendo a ferro e fuoco il mondo per farne il suo parco giochi?» Ed inspirò, Mac, il braccio incastrato fra loro, perchè tanto non aveva alcuna intenzione di mettere mano a nessuna arma. Come poteva non saperlo. «se lo pensi anche tu, c'è qualche problema. ma potremmo essere dalla stessa parte. Non è troppo tardi» Il problema era che Mac non lo pensasse, e sollevò tristi iridi argento sull'altro. Pensava fosse un folle? Sì, certo, ma «se» e la voce s'incrinò appena, ma cercò di non farci caso. Di stanchezza, si disse, perchè non voleva essere arrabbiato, e preferiva biasimare al timore il battito nel petto, piuttosto che credersi capace di tirare una testata al sovversivo dalla voce familiare. Se avesse voluto, l'avrebbe riconosciuto ad occhi chiusi.
    Ma non voleva.
    Non ancora.
    Deglutì, e nel cercare di liberarsi dalla presa, spinse l'altro all'indietro, impattando contro Cherry e Willa («scusa!») così rimase immobile, calibrando piano ogni parola. «se voi vi foste arresi subito» non ci sarebbe stato bisogno della guerra. E sapeva, Mac, sapeva che Abbadon fosse pazzo, ma una guerra di quella portata...? Avrebbero dovuto affrontarla come fronte unito, magari convincere in altro modo i babbani ad arrendersi. Ci sarebbero comunque state delle perdite, ma meno. Migliaia in meno. «sarebbero morte meno persone. lo sai?» lo sapeva? Lo sapeva? Perchè loro ne avevano incontrati ed uccisi, di maghi e special; immaginava anche per l'altro fosse stato lo stesso. Non avrebbe preferito uccidere i babbani, quello mai, ma magari... non ce ne sarebbe stato bisogno? Non l'avrebbero mai scoperto. «scusa. non volevo - scusa. lo capisco?» Espirò secco, una sola volta, e cercando di lasciare la presa - o farsi lasciare? - avrebbe spinto gentilmente (GENTILMENTE) il mascherino a terra. Accompagnato, quasi. Abbassò ancora la voce. «anche io avrei voluto andasse diversamente» e lo voleva ancora, per inciso.
    [gali che spacca le ginocchia di wind]
    [mort in background che parla da solo]
    Respiro profondo.
    «moka, riprendiamo lo script da dove l'abbiamo lasciato?» quello era il momento di attaccare Mort, prima che fosse troppo tardi.
    Per tutti loro. Pro e contro. Lì davvero, non esistevano differenze.

    gif code
    20 y.o.
    help
    sir?
    (11) DIFESA MAC (mac + dom) gli stringe la manina!!
    (10) DIFESA CHERRY (cherry + mac) spinge accidentalmente willa??
    ATTACCO ARCI (mac) e anche arci??


    CODICE
    <b>(11) DIFESA MAC (mac + dom)</b>
    <b>ATTACCO ARCI (mac)</b>

    <b>(3) DIFESA GALI (gali + liz)</b>
    <b>ATTACCO WIND (gali)</b>

    <b>(2) DIFESA BARRY (barry + reggie)</b>
    <b>ATTACCO EMI (barry)</b>

    <b>(10) DIFESA CHERRY (cherry + mac)</b>
    <b>ATTACCO WILLA (cherry)</b>

    <b>ATTACCO ELLIS (dom)</b>

    <b>ATTACCO HALLEY (liz)</b>

    <b>(2) DIFESA CORA (emi + wind)</b>

    <b>(5) DIFESA HUNTER (hunter + wind)</b>
    <b>ATTACCO NICKY (hunter)</b>

    <b>CURA WIND (1-10 hunter):</b>
     
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