everybody wants to rule the world

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  1. cherrybomb
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    cherry benshaw
    So you wanna fight me, are you big enough?
    Kick the back of my knee, are you serious?
    I like your blood on my teeth just a little too much
    Now I’m twisting your arm 'till I hear it break
    [bestemmia]
    E si inizia alla grande, signore e signori.
    Charlyse Benshaw non era una veggente, non credeva ai sensitivi e al Terzo Occhio, ma chiunque con due neuroni funzionanti avrebbe messo quella possibilità in conto. Quasi le mancava il Cremlino e quel coglione di Carlos. Almeno lui aveva potuto trucidarlo senza tanti problemi.
    Aveva tracciato una netta linea tra la sua missione, il suo ruolo in quel conflitto e la coscienza una volta che aveva deciso di schierarsi dalla parte di Abbadon. Era stato fin troppo facile affondare la lama del machete in figure dal volto sfocato, calpestare corpi senza nome ed esultare a ogni nuova città rasa al suolo. Stava perdendo la guerra, la Benshaw, e non c’era un cazzo che poteva fare per impedirlo. Aveva creduto che le misere informazioni che era riuscita a passare all’esercito nemico avrebbero potuto fare la differenza- con il senno di poi, avrebbe attribuito quell’ingenuità alla giovane età. Si credeva tanto esperta del mondo ad appena ventitré anni, eppure non aveva ancora capito un cazzo: la vita trovava sempre un modo di mettertela nel culo.
    Nemmeno avrebbe dovuto avere il cellulare in mano in quel momento, specie se si consideravano che le probabilità di venire traforato da un proiettile erano alte. Fu sorpresa, ma nemmeno tanto, dal trovare un messaggio di Moka tra le ultime notifiche.
    Non avrebbe dovuto aprirlo, non quando il nemico poteva essere ovunque.
    [foto delle pietre] "🗿🗿🗿🗿”
    Ma dai, erano familiari.
    Che dire, il plagio doveva essere comune persino in epoca antica.
    ”che cazzo di demente”
    E poi, tanto perché era effettivamente divertente, sollevò il telefono per scattare una foto delle sue pietre.
    "🗿🗿🗿"
    Studiò per un attimo la foto, gli occhi a cadere su un particolare che fino a quel momento non aveva notato.
    ”ti vedo .”
    «senti law, ho le allucinazioni?» diede una gomitata al fianco di Lawrence per attirare la sua attenzione, passandogli il telefono così che potesse studiare la foto. La sua era una domanda ricorrente dopo aver inalato una quantità disumana di antrace, non si sarebbe nemmeno stupita più di tanto.
    E, invece, col cazzo che quella era un’allucinazione.
    Arabells, Archibald, Ellis, Hunter, Willa, Wind, Moka, Halley, Bertie.
    O insomma, chi tra di loro non stava indossando la maschera.
    Distolse lo sguardo dai suoi compagni. Dovette farlo, perché niente aveva un cazzo di senso e odiava con ogni sua fibra quella maledetta guerra.

    «Possiamo fare quello che vogliamo, giusto?»
    Quello che vogliamo.
    Ancora pensava di avere una scelta, il Telly. Lo invidiava, invidiava che ancora mantenesse l’illusione del libero arbitrio, come se le loro vite non fossero state segnate nel momento in cui avevano deciso di alzare le bacchette contro la loro famiglia, amici, compagni. Erano figli di un sistema malato, un cancro che divorava le parti migliori di loro e sputava fuori soldati. Ma qualcuno doveva pur offrirsi in sacrificio, no? E se poteva risparmiare a Moka di essere marchiato come traditore, di indossare una corona di spine e sanguinare per la Patria, si sarebbe accollata quell’ingrato compito. E sarebbe sopravvissuta per redimersi, con i denti e con le unghie, a costo di usare corpi inermi come stepping stones, perché Charlyse Benshaw poteva essere tante cose, ma non era un voltagabbana. «E lasciare il divertimento agli altri? non penso proprio.»

    Ma quale divertimento.
    Quale cazzo di divertimento, Benshaw.
    Doveva darsi una regolata, era fondamentale che non si lasciasse trascinare a fondo da sentimenti che in quella guerra non avevano nessun posto. Serrò la presa sul manico del machete, lasciando che il peso dell’arma sotto alla sua mano la riportasse alla realtà. Aveva un obbiettivo ben preciso, non era il momento di mandare di lasciare che futili sentimentalismi le impedissero di fare il suo lavoro.
    Ma prima aveva un conto in sospeso.
    Sì, la loro fu l’esatta replica della scena di Madagascar.
    Iniziarono a correre l’uno verso l’altra.
    Le braccia spalancate.
    «CHERRYCOLA!»
    «MOKAROTA!»
    Il machete ancora stretto nella mano.
    Imperterrita verso la figura del Telly.
    Minchia come gliela faceva pagare per aver voluto fare la testa di cazzo.


    «CHERRY?»



    «MOKA.»



    «cherry???????»

    Gli saltò addosso e lo-
    Accoltellò?
    Ma magari.
    Gli tirò una testata sul naso che mai più si sarebbe scordato nella vita.
    Ah sì, poi c’era Lawrence che aveva deciso di darsi alle botte per la prima volta nella sua vita. «ma vuoi vedere che ci facciamo i nostri 30 galeoni a testa alla fine?» si rivolse a Moka, quasi divertita perché da qualche parte doveva trovare una valvola di sfogo. Poi, si voltò verso Lawrence «MIRA ALLE PALLE!» cristo, ma pure le liti dell’asilo doveva sorbirsi. Ci mancava solo che si tirassero i capelli.
    gif code
    twenty-four
    rebel
    spy


    CODICE
    (12) <b>DIFESA LAW  (law + cherry):</b>
    <b>ATTACCO MOKA (cherry):</b>


    ATTACCO MOKA (cherry): testata
    (12) DIFESA LAW (law + cherry): distrae wyatt
     
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