10 stupid things i've done out of a compulsive need to be liked (cringe compilation)

kaz ft. jojo

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  1. …oh kaz
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    «è proprio uno tsundere» E Kaz appiattì un sorriso fra le labbra, lanciando una rapida occhiata a Jojo prima di tornare ad abbassare lo sguardo. «hashtag i could fix him» mormorò muovendo solo le labbra, lasciando che le sopracciglia scattassero verso l’alto. Un classico dei trope, quello. Non uno in cui l’Oh si fosse mai rispecchiato, il massimo che poteva aggiustare erano gli step della skincare e l’utilizzo dei prodotti giusti per i capelli, ma uno che avrebbe voluto. Più eroico ed onorevole rispetto al ma io posso essere l’eccezione, indole decisamente più figlia del suo narcisismo egocentrico. Un capriccio, e non uno dei pochi che l’Ivorbone avesse. Voleva credere che non fosse neanche troppo sbagliato, e che se lo meritasse: pensava a Thor e pensava a Joni, Kaz, a come entrambe cadessero nei tranelli kazohdkane perché li amavano e per loro potevano permettersi di essere più morbide. Qualcuno (Joni) meno di altre, ma comunque.
    Valutò la “X” centrale del compagno, e disegnò un cerchietto nell’angolo opposto rispetto al precedente, quello più vicino a sé.
    O | - | -
    - | X | -
    - | - | O
    «Sven è solo geloso perchè non sa leggere» Sollevò un angolo delle labbra, posando gli occhi scuri sul volto dell’empatico. «e perché sono più bello» una specifica che trovava sempre doverosa, e che avvallò soffiando drammatico una ciocca corvina da davanti gli occhi. Più facile interpretarla così, con ignoranza e gelosia, che rendersi conto di quanto la loro esistenza fosse una macchia nella loro. Un errore. Forse umorismo un po’ nuova generazione, ma anche l’unico che permettesse all’Oh di andare avanti. Tutto papà!!! (derogatory per entrambi) «non capisce perchè sia tanto importante per noi la tua biblioteca» La era? Non l’aveva fatto per – cioè in che senso – e quindi lo sapevano che era lui – e gli importava - la loro biblioteca!!!. Alzò il capo un po’ troppo velocemente, spalancando gli occhi verso il concasato. Si sciolse un po’ al sorriso, forse ridacchiò perfino nervosamente, perché Jojo era uguale a Sana, e Sana Park gli faceva sempre quell’effetto. Era un po’ un misto fra il parlare con Madre Teresa di Calcutta, e qualche divinità eterea scesa dal cielo solo per fargli una carezza sui capelli. «Grazie, di averla creata» YIKES, COSì, DRITTO AL CUORE? Kaz cercava sempre complimenti come un pescatore sulla sua barchetta, ma non significava che poi sapesse cosa farsene. Come reagire. Rispondere come un essere umano funzionale! E ringraziamenti? Strofinò vago il piede sulla pietra del pavimento, abbassando capo e sguardo e bofonchiando qualcosa di incomprensibile con le guance in fiamme. «sì beh, c’è non è che, mh» se avesse avuto una mano libera e funzionante, avrebbe arrotolato una ciocca sull’indice – invece fu più una scena alla The Office, con Kaz a cercare l’aiuto esterno delle telecamere in un angolo della Sala Torture. «non c’è bisogno di ringraziarmi. L’ho fatto perchè» era la cosa giusta da fare. Perchè c’era ben poco che potesse fare, in quelle quattro mura di Hogwarts, per segnare saldamente da che parte stesse e cercare di migliorare la situazione, ma almeno quel poco doveva farlo. «il muro era spoglio» non conosceva abbastanza Jojo per offrire la propria vulnerabilità emotiva del pensavo potesse fare piacere, o quella dell’unico neurone funzionante del i babbani non sanno nulla del nostro mondo, meritano la possibilità di imparare, perché sembrava impegnativo dare degli standard.
    E in cuor suo, sperava l’altro lo sapesse.
    «e sono un baddy» così poco credibile, che sorrise genuino e spostò divertiti occhi scuri sull’altro. Non ci aveva neanche mai provato a entrare nella sua reputation era (taylor’s version): Kaz era un lover. Derogatory, perché era l’album che gli piaceva meno.
    E quindi.
    Curvò le labbra verso il basso.
    Nessuno:
    Proprio nessuno:
    Non Sven:
    Non Jojo:
    Kaz, imbrigliato nella sala delle torture, con un occhio gonfio ed il labbro sanguinante, al fianco di un altrettanto messo male compagno di sventure: «ti piace la gran bretagna??»
    Oh, Kaz.
    sooner or later you're gonna tell me a happy story. i just know you are.
     
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