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privé lilum | hey mickey nicky

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    Su carta era sembrata una buona idea.
    Per ben – venti secondi. Poi aveva stretto il pollice tra i denti, Chouko, e aveva abbandonato il telefono sulle lenzuola, rifiutandosi di cacciarlo nella borsa anche quando il lavoro l’aveva obbligata a smettere di crogiolarsi in un angolo della stanza e uscire di casa, volente o nolente.
    Al suo ritorno il centro notifiche era rimasto tristemente vuoto di una risposta; idem quello successivo. E quello dopo ancora. Quando si era arresa all’idea di aver rovinato tutto con quella semplice proposta – un po’... forward, indubbiamente, ma non tirata fuori dal nulla –, il ping di Twitter l’aveva scossa dal suo torpore per altri brevi attimi prima di tornare alla familiarità del panico.
    Perché. Beh.
    Facciamo che esploriamo la situazione a fasi.
    All’incirca tremila anni fa una temeraria Mizumaki Chouko aveva deciso di non averne abbastanza, delle sue mille personalità su internet: glie ne serviva un’altra. Difficile non farsi tentare da quel gioco slash esperimento sociale che l’aveva guidata dritta dritta nei messaggi diretti di Starr. Starr, con la quale si era subito trovata. Starr, che – ma era indubbiamente solo una grande coincidenza – le ricordava qualcuno. Starr, che ci stava palesemente provando dal primo minuto. E che aveva smesso in modo misterioso quando si erano incontrate dal vivo quella volta alla Lanterna. Anche lì: Chouko si era fatta le sue mille paranoie ma l’aveva lasciata stare. Lei stessa non era riuscita a vedere oltre il suo stesso disagio; aveva a malapena incontrato il suo sguardo per tutta la durata dell’evento, insomma. Una cosa temporanea, in ogni caso. Un giorno di silenzi imbarazzati, poi il flirt spudorato era ripreso come se non si fosse mai veramente fermato.
    E Chouko non era proprio una cima, a leggere le persone, ma le piaceva pensare di averci comunque capito qualcosa su quale fosse l’andazzo generale. Che girarci attorno era davvero inutile, quando entrambe volevano una cosa sola. Perché esitare? Non era più una bambina. Non era più in grado di giustificare quella distanza – perché proibirselo, se era sulla punta delle loro lingue da tutto quel tempo?
    Aveva preso un lungo respiro. Spinto giù il dubbio che forse, se fino a quel momento non era successo nulla, era perché Starr non cercava il concreto che bramava lei; solo un po’ di divertimento, niente di impegnativo. Pigiato sul tastierino del telefono. Premuto invio.
    Così facile, finché nell’equazione non aveva dovuto considerare davvero una risposta positiva da parte di Starr. Non si era resa conto di quanto, esattamente, lo avesse fatto per mettersi l’anima in pace, finché quella prospettiva lontana non era divenuta solida realtà.
    Finché non si era guardata allo specchio, e riflessa aveva visto Bambi, e non Chouko. Lì sì, che era diventato tutto vero. E la tentazione di inviare una scusa pseudo-plausibile, nascondersi sotto le coperte per un mese e fingere non fosse mai successo nulla era stata molto, molto forte.
    È che aveva deciso di non fuggire più dai problemi che si creava da sola solo perché era terrorizzata delle conseguenze. Era stanca di sentirsi un personaggio secondario della sua stessa storia, Chouko; di sorridere sorrisi vuoti, e guardare il mondo andare avanti mentre lei rimaneva incollata nello stesso posto. Una prigioniera per crimini mai commessi.
    Se l’era fatto davvero, quel viaggio fino al Lilum.
    … perché i motel erano squallidi. Gli hotel non se li poteva realisticamente permettere; e poi sapeva di incontro ufficiale. Una botta per far passare la fantasia e ciao, ognuno per la sua strada. Casa Mizumaki era off limits per ovvi motivi – identità falsa a parte. Ogni altro luogo pubblico un enorme no.
    Era rimasta un’unica, vera opzione.

    Accavallò le gambe, nascondendo un palmo sotto la coscia, prima di azzardare uno sguardo nella sua direzione.
    «io… ah.» umettò le labbra, prima di stenderle in un sorriso nervoso. «non sono solita fare queste… cose.»
    Che probabilmente era già abbastanza palese così – con Bambi un fascio di nervi, il linguaggio del corpo a chiuderla a riccio su se stessa. «in verità è la prima volta che lo faccio.»
    Portò una ciocca corvina dietro l’orecchio, il palmo libero a carezzare la lunghezza della gamba esposta; un gesto quasi inconscio. «cioè.» sbuffò una risata, e scosse la testa. «non… in generale. è solo la prima volta che non lo faccio da sola.»
    Racchiuse i denti attorno al labbro inferiore, incurante del gloss inevitabilmente rovinato. «sai, con l’aiuto di altre… mani.»
    Scrollò le spalle, cercando disperatamente di apparire un minimo rilassata. Dio, ma perché doveva essere così.
    Si lasciò andare a un sospiro.
    «non dal vivo, quantomeno.»
    Ed era quello, infondo, a destabilizzarla di più. Non la richiesta in sé – non quello che stessere facendo. L’idea di essere del tutto impreparata a quel momento. Di tutta l’esperienza che Starr aveva, in confronto alla purezza di Bambi – di Chouko.
    Eccitante, come prospettiva, sì. In teoria. Nella pratica, l’anticipazione era quasi del tutto soffocata dalla paura di non essere, di nuovo, abbastanza. Di vedere sul volto dell’altra un cocktail di emozioni… sbagliate. Compassione, disinteresse.
    «mi dovrai guidare un po’.»
    Una confessione a fior di labbra – solo per lei. Come se quella stanza, lontana dai corpi caldi e dalla musica, avesse telecamere puntate su di loro; microfoni nascosti.
    Poteva farcela. Poteva provare, quantomeno.
    Solo allora allungò una mano verso di lei per stringerla attorno al suo polso. Un tocco timido. «i miei headcanon sono… un po’ singolari.»
    Quindi allungò l’altra sul tavolino. Ed esitò solo qualche secondo, prima di volgere il taccuino verso di lei.
    smut
    hurt/comfort
    jealousy
    handcuffs
    light bdsm
    horny with religious undertones
    kaegan sub
    salem dom

    «ma forse voglio sentire prima i tuoi.»
    Una chiara dimostrazione di fiducia. Il suo modo per dirle: sono tua, per una sera.
    Ci abbiamo danzato attorno per troppo tempo.
    Ora alza quella penna e mostrami cosa sai fare, straniera.

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    "haha e se l'aprissi in cravings" "haha"
    lo faccio. lo fece.
     
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    «ma in che senso» Nicky Winston, ventun'anni ma ancora sedicenne quando si parlava di certi argomenti, si alzò di scatto dal letto dove era coricata a messaggiare. «in che senso !!!!!» mano sulla bocca, lanciò il cellulare sulle coperte per allontanare l'oggetto del suo sconvolgimento lontano da sè... solo per poi riprenderlo pochi secondi dopo. Rilesse il messaggio, controllò che fosse dalla persona giusta, iniziò a camminare a scatti per la camera, saltellando di tanto in tanto come la giovane strega iperattiva che era. «lei- io- cosa? così, di brutto?»
    Neanche si rese conto di quanto stesse sorridendo, il cuore a palpitare all'impazzata, le mani a vibrarle mentre tutto il suo corpo cercava di liberarsi dell'agitazione del suo stato mentale muovendosi fisicamente.
    Era felice. Era spaventata. Era entusiasta. Era terrorizzata.
    bambi era pronta a farlo. Con lei. Voleva che Nicky- Starr fosse la sua prima vola.
    «dovrei andare? Certo che dovrei andare, se le dico di no, potrebbe non ricapitare mai più l'occasione. Ma se non fossi abbastanza brava, se la deludessi? Non ho così tanta esperienza come crede lei, mi atteggio solo come se l'avessi. E se raggiungessi il climax troppo presto? Dovrei portare le orecchie da gatto per creare atmosfera, so che le piacciono... Dovrò guidare io? Saprò dove mettere mano senza sembrare troppo frettolosa? Se nell'eccitazione la mia voglia prendesse il sopravvento, e non le dessi spazio?»
    forse al piano di sotto si stavano chiedendo cosa stava succedendo visto che doveva star facendo rumore come i piccioni all'ufficio di sara (e come loro si muoveva senza un senso), ma non le importava. Non in quel momento, non quando la sua crush storica di internet le aveva chiesto di vedersi e darsi da fare insieme. Lei, capito? Bambi aveva fatto il primo passo.
    Guardò verso la porta chiusa, ma nonostante l'eccitazione, decise di non convidere con la classe la grande notizia, neanche per chiedere loro un parere: sapeva cosa pensavano i Losers della sua cotta di internet, nonchè la politica che avevano al riguardo: this is a starr fan account, we don't talk about bambi in this house solo perchè un paio di volte si era auto illusa da sola che i loro flirt fossero qualcosa di più-... ma ora era cresciuta! Sapeva fossero solo amiche che giocavano un po'! Non c'era niente di male a incontrarsi e fare qualcosa di così intimo come scrivere smut insieme. Al lilum. Mica ci sarebbe cascata di nuovo prendendosi una vera cotta!! Giusto?
    Giusto.


    O forse no.
    «non sono mai stata qui» si guardò in giro affascinata - e anche un po' terrorizzata.
    Aprire il proprio cuore e parlare di kink era intimo già di per sè, e non era esattamente una novità per loro, ma di solito lo facevano attraverso uno schermo, ognuna a casa sua. Quello spazio era privato in modo pubblico e diverso, e non le stava titillando le giuste fantasie. Hellfire club? Davvero? Con bambi vestita e truccata carina di fronte a lei? Avrebbe voluto essere migliore, non pensare alla ragazza a cavalcioni sopra di sè che le mostrava, più che descriverle, come avrebbero scopato i kaemmie - ma erano in cravings accidenti (non si chiama così il prive lilum? Dovrebbe): certe cose erano nell'aria. Non era facile mantenere coerenti i propri pensieri con quelle luci (fra l'altro simili alle foto di camera della ragazza) o la musica bassa di sottofondo.
    Prese un respiro profondo.
    Ma doveva farlo.
    Niente pensieri inappropriati lì, era un ambiente di lavoro sano.
    "Nicky, ce la puoi fare. Via l'horny girl - anche se di solito lo sei con Bambi dopo una certa ora perchè sì - e richiama la... horny girl ma scrittrice. Quella a cui i peni fanno schifo ma un po' meno del solito finchè non sono vicino a lei"
    bambi l'aveva invitata in quanto esperta, non si sarebbe fatta cogliere alla sprovvista: doveva continuare ad apparire affascinante e professionale, qualcuno che ha tutto sotto controllo.
    «non sono solita fare queste… cose.»
    «non avere paura» sorrise, allungò la mano per sfiorarle la coscia (una ragazza che tocca la coscia di un'altra ragazza poteva sembra un'omosessuale). Affabile, adulta responsabile. Non Nicky Winston, ma Starr aka cosmic error, la fanwriter e radio host - indistinguibile dalla fu tassorosso grazie a degli occhiali (incantati) da vista che fra l'altro le stavano molto bene e l'incantesimo Clarc Chentus «so quello che faccio, ti farò sentire bene»
    Si allungò per vedere cosa la ragazza le porgeva e-
    uh.
    «sammie dom?» alzò lo sguardo, osservandola dal basso. «questo è... decisamente particolare» di solito Bambi era così brava a scrivere del ragazzo, sembrava così un pg suo, quindi voleva darle un'occasione; magari avrebbe cambiato idea! picchiettò con la penna sulla propria guancia «sono curiosa di saperne di più. Hai estratti da farmi vedere? Posso leggerti quello a cui stavo lavorando io, se vuoi»
    Cercò il proprio quaderno, lo mise fra loro: meno vergogna, più headcanon. «sammie per me è un brat, ma Kaegan sa essere un ottimo brat tamer: Sammie vuole disperatamente il paladino, quindi certo, lo denigra, fa il difficile, prova a farlo ingelosire.... ma lo fa in modo così palesemente falso che persino Kaegan, da himbo che è, a un certo punto capisce questo suo punto debole e invece che continuare a prendere in giro, fa sì che Sammie lo preghi» indicò un passaggio che aveva scritto, e continuò

    «They found themselves in a dark alley. Sammie is teasing as always, but Kaegan is not up for that shit in that moment, and takes the younger by the wrists with one hand - it's easy for him, his palms are big and rough like a soldier's - and pushes him upright against the wall, acing his back. He doesn't worry about Sammie getting hurt doing it, because he knows how much he actually likes it even if he says no. Salem complains, of course, because he's like that, but he gasps to hear Kaegan behind him mutter, "I don't need you" in his ear "You need me". As Kaegan holds Sammie with his arms raised against the wall, Sammie feels the big man moving behind him. Not directly against him, he's still dressed, but in some seconds he wish he weren't. Sammie can't see it, but he catches that Kaegan is undoing the drawstring of his pants, that his free hand is now on his cock, that's he's slowly masturbating himself and he makes satisfied grunts against Sammie's ear which, however, blocked as it is, can't move and give himself the same pleasure. He can feel Kaegan moving against him, but without pushing on him except distractedly and - apparently - not on purpose. "You're sick" Sammie complains, calls him an animal, but his insults gradually become less strong the more he feels Kaegan's erection growing on him, until they're more like moans with some 'you bastard' here and there. To shut him up Kaegan brings the hand he was using on himself to sammie's face, pressing the base of his fingers wet against his lips. He sticks two fingers down his throat, Sammie gags but instinct gets the better of him, and tries to pass his tongue over the precum, tasting the man... but Kaegan takes his fingers away from his mouth, and brings his hand to his neck, squeezing. "now you want it, bitch? Ask for it" "No. Fuck you" "I am. would you rather lick my hand like a desperate dog, rather than having my cock down your throat? Choices." Kaegan brings his lips to his ear again, lowers his voice. "then you'll have nothing, like what you're worth" He removes his hand from the throat, and go back to touches himself. the fist moves more quickly then before, brushing against Sammie's lower back who arches, and Sammie soon begins to moan feeling the member against him while Kaegan, too, grunts and pants. Sammie tries to press his butt against Kaegan, but the paladin is not ok with that and he retracts a little. "Beg for it" Kaegan goes on, driving Sammie crazy that is now vibrating tring to find a contact. "Kaegan, for... the god's sake-" The man groan against his ear, a stroke and a low moan for every strong stroke "Beg. for. it"
    "Okay! Okay!" Sammie blurts out "fuck me!"
    Kaegan leave a guttural verse, leans onto Sammie's back as he come, leaving sammie's pants dirty. His hand slow down gradually, and he smiles against Sammie's hear: "You didn't say please. Maybe next time you'll behave".»


    Pausa.
    «...scusa era più lungo di quanto pensassi, e non ho detto granchè» si schiarì la voce. «l'ho scritto molto velocemente, ed è pieno di errori, ma è solo una bozza. Volevo farti capire come immagino le loro... dinamiche» ari, an intellectual: e infatti non si capisce una sega (no quella si capisce forse, il resto no) «parlami dei tuoi headcanon»
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    Vabbè non ho mai scritto smut, non so l'inglese nè ho un pene quindi forse non funziona.
    Sto cercando di non ridere istericamente
     
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    Picchiettò con l’indice sul mento, gli occhi a scorrere dalla carta (le mani) alla ragazza (la bocca).
    Ora. Ora, realisticamente. Non aveva sentito una singola parola uscita dalle labbra di Starr. Ci aveva provato, ovviamente – perché era una Chouko, e in quanto Chouko era stata maledetta da un continuo bisogno di essere, prima di ogni cosa, disponibile. Corretta. Voleva dare agli altri le cose che gli altri, difficilmente, avevano dato a lei in passato. Il suo modo per mettere pezze a ferite aperte; passivamente, perché assimilava come una spugna. Ma non aveva funzionato, perché alla base di tutto c’era un enorme, insormontabile problema. Uno che si era promessa di mettere da parte in quella specifica situazione, perché non era per quello che erano lì – ma che era tornato a galla con quel so quello che faccio, virgola. Ti farò sentire bene, punto.
    Scosse la testa, lasciando che le ciocche corvine di Bambi mettessero un sipario temporaneo tra lei e Starr; necessario per darsi una regolata, ricalibrare le energie lì dove erano richieste piuttosto che perdersi in pensieri inutili che non avrebbero aiutato nessuno.
    Tanto, insomma: il succo lo aveva recepito.
    «è sicuro un taglio interessante.»
    Che, in sua discolpa, non era manco una carineria tirata in aria pur di dire qualcosa; le cose che scriveva lei, d’altronde, le aveva lette. Un paio di volte. Facciamo anche tre.
    Facciamo quattro.
    «posso?»
    Ma okay: per sicurezza attirò comunque a sé il quaderno con un sorriso che voleva essere incoraggiante e che probabilmente risultò più simile a una smorfia imbarazzata, il contatto visivo ridotto ai minimi storici. Fece scorrere l’indice lungo i paragrafi, sovrappensiero.
    «è che…» quindi strinse le labbra a cuore e posò il volto contro il palmo, lasciando vagare lo sguardo sulle pareti della stanza. «secondo me – non è una critica!»
    Forse un po’ lo era, ma quelli erano dettagli di poco conto. «è, come dire. prevedibile?»
    Resistette alla tentazione di premere l’arcata superiore contro il labbro, fin troppo conscia del gloss che le avrebbe tappezzato i denti di pigmenti colorati; e scattò indietro, perché i meandri oscuri della sua mente erano già passati oltre – portandola a dove, esattamente, avrebbe voluto lasciare tracce del suo passaggio.
    Schiarì la gola, e fece lo sforzo di posare nuovamente gli occhi su di lei. La fanfiction.
    Ok.
    «voglio dire – funziona. è uno di quei trope senza tempo, no?» ritirò le mani dalla carta per stringerle in grembo. E ci ripensò subito, preferendo di gran lunga giocherellare con gli anelli che adornavano le sue dita per tenere a bada l’energia repressa piuttosto che… avvertirla. Nelle vene, calda e pulsante, e lungo la schiena; brividi leggeri a baciarle la pelle.
    «ma è ciò che tutti si aspettano da kaegan.»
    Tutti: chi. Ariannapgvero. «paladino, alto, muscoloso, belloccio, carattere espansivo.» si strinse nelle spalle. «è un collegamento naturale. nessuno si aspetterebbe il contrario.»
    Eppure.
    Masticò aria per qualche secondo; quindi si avvicinò appena a lei, piegando il busto in avanti con fare cospiratorio. «non credi… sia già così? il contrario. voglio dire. sammie ha già qualcuno che gli fa la corte.» un qualcuno su cui lei aveva dibattuto a lungo perché nessuno riusciva a decidersi su di un prestavolto. Mica colpa sua se il suo canon differiva da quello degli altri, eh.
    Batté le palpebre – e si lasciò andare a una risata. «non c’entra, è vero. colpa mia.» alzò le mani in aria a mo’ di resa, allora. «è che mi piace lo scambio di ruoli. sai, quando il meno sospettoso dei due finisce per… essere il meno innocente.»
    Non lo dire.
    Non lo dire.
    Non lo dire.
    Non lo dire.
    «posso dimostrartelo!» ha ha.
    Lo disse.
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    Quando - guance arrossate - finì di leggere e alzò lo sguardo carico di aspettative sull'altra, percepì che fosse successo qualcosa durante la lettura - ma non capiva cosa. Bambi le sembrava... distante. L'aveva annoiata a morte? Aveva rovinato la ship leggendo smut ad alta voce? Evidentemente c'erano parole che tanto su carta in inglese erano eccitanti (per lei), tanto mettevano a disagio distruggendo l'atmosfera se dette a voce alla persona sbagliata, e questo valeva anche in un posto come il lilum. "È solo una bozza!" Avrebbe voluto assicurarle Nicky. "Non doveva piacerti, era solo per farti capire le dinamiche che immagino"
    «è sicuro un taglio interessante.» nicky sbuffò una risata - nervosa dentro di sè, ma cercando di nasconderlo e apparire sicura come Starr sarebbe stata. «definisci interessante» la guardò con scherno «non sembri interessata a me» si piegò in avanti, inclinando la testa per cercare il suo sguardo da sotto, incurvando poi le labbra. «Puoi guardarmi, lo sai? So che hai letto di peggio»
    «posso?» Rimettendosi seduta bene annuì, porgendole il quaderno e chiedendosi se si sarebbero toccate le mani come in un- no. Niente tocco delle mani gay ingenuo. Ah ah ha non avrebbe neanche dovuto pensarci CATTIVA nicky.
    «è che… secondo me – non è una critica!»
    La fu tassa ridacchiò. «va tutto bene, puoi dirmi cosa vuoi»
    «è, come dire. prevedibile?»
    Beh . (non il pg, blow a kiss in the air, manchi)
    Certo che lo era. Scriveva slices of life, non AU, e scriveva quello che vedeva (con gli occhi del cuore). «sì»
    «voglio dire – funziona. è uno di quei trope senza tempo, no? ma è ciò che tutti si aspettano da kaegan. paladino, alto, muscoloso, belloccio, carattere espansivo. è un collegamento naturale. nessuno si aspetterebbe il contrario.»
    Beh, e per un motivo. non era solo una questione di aspetto, Kaegan era un jock, sapeva cosa voleva e se lo prendeva. Poi magari prendeva anche volentieri il cazzo, ma restava il dom nelle dinamiche fra i due, nella testa di nicky.
    «non credi… sia già così? il contrario. voglio dire. sammie ha già qualcuno che gli fa la corte.»
    Sollevò le sopracciglia ironicamente. «il ragazzo della collana? Salem non ricordava neanche il suo nome; Kaegan non lo vede come una minaccia» c'era una parte del fandom che li shippava da morire e non vedeva l'ora Raegan tornasse a far visita, magari mosso da qualche guest star, ma Nicky era di quelli che manco si ricordavano della sua esistenza. Aveva letto una sola ff con lui che le era piaciuta, ed era una ot3.
    «non c’entra, è vero. colpa mia.» AAAHHH nooo non voleva metterla in imbarazzo!! Si rese conto che Bambi era nervosa, che si stava sforzando un sacco di essere gentile e di non ferirla-... ma per qualche motivo, anche se Nicky voleva disperatamente piacerle, Bambi non la stava rendendo triste solo perchè non approvava il suo imagine. Magari erano arrivati a quel punto della loro amicizia, ed era così felice di essere lì, insieme, dal vivo, che non le importava avessero idee divergenti su come scopavano i Kaemmie (assurdo. Lo so)
    Poteva allungare una mano sulla sua schiena per tranquillizzarla, o sarebbe stato inopportuno? Avevano parlato più volte di quanto fossero strani e viscidi i maschi che ti toccano senza permesso, ma se avesse pensato male comunque perchè Nicky era gay? No dai, avrebbe capito che era solo un gesto di supporto simbolico...
    Alzò la mano, si rese conto di quanto chilometri di pelle dell'altra erano scoperti. Che avrebbe potuto far scivolare la mano sotto la spallina-...
    Arrossì (o forse era già così rossa che non si notava più; meno male che era truccata e le luci erano strane), sentendosi una maniaca. BONK GO TO HORNY JAIL
    Ma ormai la mano era a mezz'aria? Mica poteva toglierla??
    Sfiorò piano la spalla di Bambi. Dai era un gesto carino!! Mica doveva interpretarlo male!! Un pat pat gentile! (Nicky outside: smiling confident. Nicky inside: GAY PANIC)
    «no, scusa te! Continua pure: voglio sapere il tuo punto»
    «è che mi piace lo scambio di ruoli. sai, quando il meno sospettoso dei due finisce per… essere il meno innocente.» annuì, anche se dubitava che innocente fosse la parola giusta per Sammie, che si era scopato un marinaio a caso senza pv solo per far ingelosire kaegan.
    Ma ok.
    Anche a Nicky piacevano le dinamiche all'opposto, come la ptoka: loro li vedeva con javi sub. cosa? nicky non sapeva chi fossero? Beh magari è un'altra ptoka non la tua, non essere egocentrica lia !! (sì è quella al silenzio i sentimenti)
    «posso dimostrartelo!»
    Sorrise divertita. «come sammie conquisterebbe kaegan?» si strinse nelle spalle, e mosse leggermente il pollice sulla sua pelle «fammi vedere di cosa sei capace, allora» E ammiccò ostentatamente, per scherzo.
    Bambi intendeva ovviamente per iscritto, ma era più divertente dire qualcosa di ambiguo, e vedere per una volta le sue reazioni live a quegli stupidi flirt. Magari sarebbe arrossita, le avrebbe dato della stupida ridendo!! moriva dalla voglia di farla ridere, dopo il flop della ff.
    In amicizia!!
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    «fammi vedere di cosa sei capace, allora»
    Palms: sweaty.
    Knees: weak.
    Arms: heavy.
    Mom’s: spaghetti.
    Prese un lungo respiro, Bambi, e s’impose di mantenere lo sguardo fisso in quello dell’altra. Lo sapeva che a spostare gli occhi sulla spalla, lì dove le dita di Starr premevano appena, tutta la sua bravado sarebbe scivolata via. Perché contro ogni previsione dell’esperienza ce l’aveva ma – non riusciva a dare un senso puro e logico a quella sensazione, eppure sapeva fosse diverso. Perché non era il corpo di Mizumaki Chouko a specchiarsi nel tavolino lucido del privé; una strana alienazione che non percepiva, solitamente, ma che in un momento come quello la racchiudeva in uno strano loop di sensi ovattati e dolorosamente vivi, reattivi. Era sbagliato, nascondere il suo vero aspetto. Ma l’invito era giunto da Starr, no? Inghiottì il senso di colpa, e portò una ciocca dietro l’orecchio. Stavano giocando allo stesso gioco, d’altronde.
    Poteva concederselo.
    Solo che: c’era altro a minacciare lo sgretolamento dei suoi nervi.
    «qui?»
    Inclinò il capo, un sorriso timido a farsi strada sul volto. Nel Lilum, su dei divanetti? Bambi aveva scherzato, insomma. Più o meno. In un secondo momento, quando le parole erano ormai uscite dalla sua bocca e si era dovuta imporre di rimanere realista. O diventarlo, per una volta nella sua vita.
    «in realtà non penso di poterti far vedere cosa farebbe – lui.» causa problemi logistici, e non. Strinse le labbra a cuore e arrotolò i capelli corvini attorno all’indice, sovrappensiero. «al massimo posso» e schiarì la gola, perché non aveva chiaramente alcuna idea di cosa stesse facendo. Quantomeno il fondotinta e gli strati di blush nascondevano parzialmente l’imbarazzo porpora sulle sue guance; Rare Beauty le faceva un fucking baffo. «mostrarti come io conquisterei te.»
    Che forse era un po’ tendere la corda, ma si era detta di non fare la codarda: quella era lei che onorava parzialmente la promessa. Non erano manco scenari così differenti, t’oh. Alla fine sempre della stessa storia si trattava: due persone attratte l’una dall’altra, entrambe conscie (parzialmente, solo in termini vaghi, una volta ogni lunga piena – indifferente) di questo semplice fatto, e che si girano attorno come squali senza mai fare niente. Chi per orgoglio (eh, Sammie), chi per disagio di vivere (ah, Chouko). Solo che lei, a differenza del ranger, una mezza gioia ce la voleva avere. Ma anche solo un quarto. Un briciolo, dai.
    E quindi cercò insistentemente il suo sguardo, mentre si trascinava più vicina a Starr. Una continua ricerca di segnali di fumo che l’avvertissero di tornare indietro e tenere le mani a bada. Calcolando ciascun battito di ciglia, ogni respiro spezzato. Il salire e lo scendere del suo petto, e il calore della sua pelle quando fu finalmente abbastanza vicina da poter soffermare le labbra sulla sua mandibola e premere piano; un bacio sottile che voleva sortire più da domanda implicita. Posso? Posò delicatamente una mano contro la sua gamba; movimenti lenti a percorrere il ginocchio, la coscia. Me lo concedi?
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    «qui?»
    «perché?» domandò con tono innocente. Il sorriso di Nicky- di Starr, si fece quasi felino. «hai paura?»
    Non sarebbe stata la Winston la prima ad arrendersi, a distogliere lo sguardo. Giocavano così, loro - ormai da anni, e superato il disagio iniziale dell'incontrarsi di persona, ora era istintivo rispondere al flirt mostrandosi più sicura di quanto non fosse, anche senza lo schermo a proteggerla. Qualcosa (chiamiamolo buon senso) picchietto nella sua testa, ricordandole che a giocare col fuoco si sarebbe scottata, ma la fu tassa scacciò via la vocina, per il momento. Non era stupida (cioè, lo era, ma non così tanto), e sapeva che la sua relazione con Bambi era in una zona grigia, dal vivo tanto più che per messaggio: ovviamente c'era qualcosa di strano nelle loro chiacchierate. Ovviamente si era presa una cotta, ormai da tempo, e prima o poi avrebbe dovuto farci i conti trovando un modo di farla sparire.
    Ma stavano solo scherzando. Finché non superavano certi limiti, andava tutto bene. Era divertente! Poteva godersela, senza stare male a partita finita.
    ...senza stare troppo male, comunque. Ancora non era arrivata ai livelli di crush per Chouko, dalla quale era stata quasi ossessionata per anni, sempre sentendosi sugli spilli quando le parlava, ma stando peggio quando non lo faceva. Bambi le piaceva, ogni tanto fantasticava su come sarebbe stato essere coppia fissa invece che solo un flirt, ma ancora non si addormentava piangendo per lei. Era successo solo una volta. Massimo due.
    «in realtà non penso di poterti far vedere cosa farebbe – lui.»
    soddisfatta, Nicky rizzò le spalle. Aveva vinto. «...al massimo posso mostrarti come io conquisterei te»
    Sollevò le sopracciglia divertita. «ah sì?» inclinò la testa leggermente, osservandola con curiosità. «e se fossi già conquistata?» arricciò il naso in una smorfia; non voleva rischiare che ci leggesse troppa verità, già che l'altra la stava sfidando con gli occhi a essere la prima a tirarsi indietro.
    Non lo fece.
    Non ancora.
    Non quando bambi si sporse (non ancora), non quando le posò le dita sul ginocchio (non ancora), non quando le fece risalire con calma verso la coscia (non- ancora? Nicky si rese conto che lei aveva spostato la propria mano dalla spalla al collo dell'altra), non quando le soffiò un bacio sulla mandibola (trattenne il fiato, ma non an-).
    Capí che non sarebbe stata Bambi la prima a tirarsi indietro, adeso.
    E capí che si trovava di fronte ad una scelta: una difficile, e dolorosa, e l'altra facile, ma fottutamente stupida.
    Poteva scoppiare a ridere. Scuotere la testa e allontanarsi.
    O poteva cedere.
    Lasciare che Bambi la baciasse, e quel bacio prenderselo tutto, sospirare fra le sue labbra, inspirare il suo odore dolce mentre senza dire parole le diceva "eccoti. Finalmente. Eccoti qua".
    Sarebbe stato semplice quanto tuffarsi da una scogliera - un passo e via, niente pensieri... e altrettanto stupido.
    Nicky non era il tipo di persona che baciava a caso le sue amiche e poi fingeva non fosse successo niente. Non era in grado di separare un bacio dai sentimenti, soprattutto quando questi erano già lì, latenti e affamati.
    Sarebbe stata al gioco, e poi? Si sarebbe presa quello che voleva, di cui pensava di avere bisogno, e dopo?
    Bambi avrebbe riso sistemandosi il lip gloss sbavato senza neanche guardarla negli occhi. Avrebbero parlato di altre ship. Si sarebbero salutate.
    Non avrebbero mai più parlato della cosa, finchè una delle due non fosse stata abbastanza ubriaca da accennare a qualcosa, solo per poi tornare al punto di partenza, ai flirt scemi, e inevitabilmente prima o poi a Bambi che le spezzava il cuore parlando di qualcun altra.
    Nicky avrebbe disperatamente voluto avere di più, la cotta diventata incontrollabile a quella che per lei era una conferma di essere ricambiata - ma non lo era davvero.
    Avrebbe creduto di avere una possibilità.
    Peggio: Avrebbe sperato di averla.
    La speranza mieteva molte più vittime.
    Sarebbe stato un fottuto massacro. Uno a cui sarebbe sopravvissuta, certo, ma che per mesi a venire l'avrebbe tormentata. Chouko all over again, e per una ragazza di cui neanche sapeva il vero nome o aspetto.
    Tutto questo valeva un bacio o poco più? - cioè- insomma- non era facile pensare al futuro col profumo di Bambi a riempirla, con le labbra così vicine. Era pronta a rischiarsi la giocata - e forse una Nicky post guerra avrebbe accettato la condanna ad altri anni di una cotta non ricambiata, pur di provare qualcosa di diverso. Quella Nicky?
    Spostò leggermente il viso, il naso contro i capelli di Bambi (profumavano. Ovviamente), guancia bollente contro guancia.
    E mormorò:
    «senza neanche una cena prima?»
    si staccò, sorridendo e distogliendo lo sguardo, portandolo di nuovo sulla fanfiction, la mano dal corpo di Bambi tornata ligia al proprio grembo.
    Aveva il fiato corto. Le guance arrossate. Era difficile guardarla e non capire che fosse stata ad un soffio da prendere il viso della ragazza fra le dita e baciarla.
    Si morse l'interno della guancia.
    Era stata la scelta giusta. Certo.
    Sembrava sbagliata, ma un giorno si sarebbe ringraziata.
    Doveva dire altro, sapeva di doverlo fare per non rendere la situazione imbarazzante, ma il suo cervello si era spento.
    Classic Nicky.
    «Conquisti così tutte le tue ragazze?» una parte di lei odiò queste fantomatiche ragazze immaginarie. Un'altra le diede uno scappellotto per un pensiero tanto stupido e infantile.
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