[oblinder] tu sei più calda del sole, io invece freddo mercurio

«cannetta?» la tentazione c’era, non ve lo nascondo. Ultimamente aveva preso il brutto vizio di provare tutto ciò che le era stato precluso prima, e l’occasione sembrava quella giusta. Se solo non vi si fossero attaccate le labbra di ben due persone diverse, ci avrebbe potuto pensare ma così no. Aveva una bottom line, grazie tante. «ah? no, no» ancora si prendeva qualche malattia, nessuno sapeva cosa ci fosse su quella lapide. A proposito di cancri della società, «no». Le prudevano le mani, davvero tanto, ma era abbastanza sveglia da concludere che sarebbe servito a ben poco farsi dei nemici lì dentro. Anche se se lo sarebbe meritato. Ma che cazzo vuoi, restaci te nella cripta. Nemmeno a dirlo «avrei una gran voglia di prendere a sberle qualcuno.» ma pensa, anche io» aveva trovato un’anima affine tra i pazzi, almeno quello. Se solo, se solo, non fosse stata costretta a rimangiarsi quelle parole un momento dopo. Ma chi era così scemo da prendersela con i fantasmi, non era a conoscenza del loro potere? Loro vedevano e sentivano tutto, e solo poteva pensare all’entità della loro vendetta: era fondamentale portare rispetto ai defunti, suo padre glielo diceva sempre. «io non le provocherei» così, un consiglio spassionato, poi lei non ne voleva sapere niente. Almeno avrebbe avuto un bello spettacolo. «ma sapete che è una bella idea? secondo voi veniamo sfuocati anche nelle foto?» una….una bella idea. Improvvisamente, Badbunny fu assalita dal bisogno di sbattere la testa al muro fino al perdere i sensi, solo per sottrarsi da quella situazione. L’harakiri sembrava un’opzione molto più piacevole di…quello. «ma sai cosa? ve la posso fare io la foto» col cazzo che si sarebbe unita a quella pagliacciata, almeno poteva fingere di rendersi utile. Strategia: farseli amici piuttosto che nemici. «Verrà la morte e avrà i tuoi occhi» ah si, per niente destabilizzante come citazione. Chissà se stava flirtando con i fantasmi, dopo la persona che leccava le lapidi non c’era nulla che potesse sorprenderla- forse. «mi piace leggere» letture impegnative, senz'altro, ma nemmeno lei era da meno. Sapeva che era difficile dedurlo dalla compagnia che avevano, ma non era l'unica con un minimo di cultura. «dolce Tamigi, scorri lievemente, perché il mio canto non è alto né lungo / ma alle mie spalle in una fredda raffica odo / lo scricchiolo delle ossa, e il ghigno che fende da un orecchio all'altro.» in fondo, chi non conosceva TS Eliot- no, davvero, chi. Si strinse tra le spalle, offrendo un «anche a me piace leggere» a Kon la Kappa. Non doveva fare di tutto una competizione, ma rendeva di certo la vita più interessante.

Tutta la situazione è davvero morto ironica per chi ha aperto il terzo occhio e ormai ha capito i pg nel cuore. Quindi immaginate la nostra Badbunny, lì appoggiata al muro ad assistere a quella che sembrava un momento tra persone che si conoscevano bene, piuttosto che sconosciuti. «quasi quasi mi ammazzo» ma parlava con lei? Ma che ce ne frega, qui bisogna macinare azioni quindi ogni occasione è buona. «e ammazzati» ma guarda te, ma cosa voleva quest*. Non aveva voglia di litigare con qualcuno, però piano piano stava incominciando ad accumulare un certo nervosismo sottopelle. Sentiva che la prossima vittima sarebbe stata Rondine, così, a pelle dato che nel Cazzometro -quanto le stavano sul cazzo- stava a +1000. «e io che volevo solo dormire, ma che cazzo» così, flusso di coscienza perché iniziava ad essere stanca. «chiunque abbia organizzato questa pagliacciata, me la pagherai» quest’ultima frase la sussurrò tra sé e sé, una minaccia ominous che avrebbe portato nella tomba. Il Fato avrebbe fatto meglio a dormire con un occhio aperto.

Ovviamente era così. Non esisteva luogo e mondo in cui potesse essere diverso, e poco importava che l'oblinder avesse scelto altro: di certo non aveva bisogno di conferme dall'altissimo per sapere di avere da sempre un cuore a metà.
Meglio così che intero, in effetti. Erano un po' too much da digerire insieme.
Arricciò il naso in un sorriso meno morbido del solito, e per quello più sincero. Avrebbe potuto dire tante cose di quel momento; ovviamente, non l'avrebbe fatto.
Ho già detto che Kappa fosse felice? La era. Per tanti motivi, ma non erano cazzi vostri saperli.
«quindi... ce ne stiamo andando?» Ovviamente non aveva capito il gioco. Osservò sanpi per una secca manciata di secondi, totalmente impassibile. Possibile che dovesse sempre essere lei a capire le regole? Il peso del neurone le avrebbe fatto venire la scoliosi come a Leopardi. Posò una mano sulla guancia della faccia con una faccia, picchiettando e tirandolo verso di sè per stampargli un bacio in fronte. «sai cosa fare» fu l'unico commento concesso. Non avrebbe elaborato. L'altra persona avrebbe compreso.
Sospirò piano, soffiando l'aria fra i denti.
Se sanpi non era la sua s/o (mhmh si ok), voleva credere, per il proprio bene, non fossero la fotografa nè la profanatrice di tombe. L'alternativa rimanente sembrava perfino accettabile.
E no, non rondine. Non si muoveva, e non parlava: era decisamente il tipo di sanpi.
Morto.
Kappa era tante cose, alcune meno belle di altre, ma almeno non si dilettava nella necrofilia. Si spostò lentamente verso badbunny, poggiandosi al muro al suo fianco. Rimase in silenzio qualche secondo, un lieve sorriso a pungolare le labbra.
«e ammazzati»
«ignoralx. non ha mai superato i provini per le soap argentine» mormorò, abbassando lo sguardo sul pavimento. Con la punta del piede, tracciò due linee verticali e due orizzontali. Una griglia. Mentre gli altri si insultavano e leccavano, potevano godersi il drama e intrattenersi. Fece un cenno con il capo alla persona, indicando il suolo impolverato. «croci o cerchi?» tris fosse.

pink era ormai talmente fatta che ignorava ci ormai la disprezzava
«che palle.» commentò tirando fuori il cellulare e poggiandosi alla colonna di rondine «avete visto? pare che chiara ferragni abbia mollato fedez per un innocente bacetto»indicò con l’unghia smaltata lo schermo del cellulare «guarda è scritto qui» a chi? boh«e se si sono lasciati loro… prevedo molte liti in quest’anno» sbuffò dal naso altro fumo d«che ne dite di cantare qualcosa? un po’ per solidarietà » alzò le spalle«dai non fate i musoni, cantiamo la canzone dell’amante di fedez» prese un bel respiro «ti piace che sono perverso e non mi giudichi…» aspettò che gli altri continuassero

Gente in preda a un ictus, gente che rompeva vasi come un cazzo di disadattato sociale. Eh, ma se non si trovava in un reality show. Forse il suo scopo era proprio quello di osservare il comportamento umano, a che punto si potesse spingere una persona in tali condizioni. Anche lei avrebbe dovuto prenderlo come tale esperimento sociale, perché se no non ne sarebbe uscita punto. E, in effetti, da veste di spettatrice erano persino divertenti. Ma sì, bizzarri e deformi come gli animali che finivano al canile. «non è che ce n'è un altro?» perché, volevano lanciarseli addosso? Un sogno! Che continuassero, magari i fantasmi li avrebbero posseduti se si fossero rotti abbastanza le palle. Ma anche lei, si offriva come tributo. E quasi come se uno dei fantasmi le avesse letto la mente, sentì un’improvvisa forza spingere sulla sua coscienza, quasi a scacciarla. Perse temporaneamente il controllo di sé. Buio, sipario.

Che rottura di cazzo, quei giovani. Sapevano solo lamentarsi? Disturbare il loro risposo eterno? Era palese che a quei tempi nessuno più conoscesse l’educazione. «ma che cazzo lanci i vasi?» un sibilo verso Rondine, una nota violenta a vibrare nella sua voce. Gli occhi di Badbunny si fecero spiritati, la pupilla molto più dilatata di quanto sarebbe dovuta essere normalmente- no, non era la polvere allucinogena di Liz. «ai miei tempi, queste cose non succedevano. pezzenti» Alicia sputò fuori sprezzante, poi prese Rondine per il collo della maglia, tirandolo verso a sé con una violenza a malapena repressa.
Ma sapete cosa? Perché non togliersi qualche sfizio visto che era lì.
Tirò un pugno sul naso di Rondine, abbastanza forte da assicurarsi di far scorrere sangue. Un fiume di sangue! E arriverà, arriverà- un vulcano, il fuoco, LE NUBI A SOFFOCARE I CIELI «sette giorni» una promessa, una minaccia.
Non importava.
Sette giorni.
Sette giorn-
Sette gi-
Set-

«che succede?» abbassò lo sguardo sulle proprie mani, alcune macchie di sangue a macchiare una nocca. Si guardò intorno, lo sguardo a correre da una parete all’altra a cercare risposte, e ad incepparsi quando trovò un rondine con il naso sanguinante. Poco distante, uno dei tre fantasmi le fece l’occhiolino. Forse, non voleva più sapere. «ignoralx. non ha mai superato i provini per le soap argentine» ah? aveva perso la condizione del tempo, ma nel dubbio annuì alle parole del* compagn*. Si era già persa il filo, la possessione le aveva fottuto il cervello. Seguì con lo sguardo il tracciato che Kappa disegnò per terra, un pizzico di curiosità a farsi strada sul volto vado di cerchi» usò la punta della scarpa per disegnare un cerchio sull’angolo in alto a sinistra. Ma pensa te, così si tenevano anche occupati. «che ne dite di cantare qualcosa? un po’ per solidarietà» ah, quella persona doveva essere amica dell’altra che voleva fare le foto. Badbunny ascoltò le prime parole con attenzione, però non riuscì a collocare la canzone all’interno della sua testa, dunque lasciò spazio per cantare a qualcun altro. Lanciò uno sguardo alla persona al suo fianco, percependo telepaticamente una certa connessione tra le loro menti. «non la conoscevo, però mi piace» annunciò una volta che l’altr* finì di cantare, con tanto di mani unite in un applauso «hai una bella voce, sei mica una cantante?» oh, lei chiedeva, sia mai che fosse capitata con qualcuno che godeva di fama internazionale.