AUTORE: nnnno
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NOTA DELL'AUTORE: Ogni riferimento è puramente non casuale.
C'era una volta, nella grigia ed affollata Londra, un piccolo appartamento al terzo piano di un condominio in mattoni. Dentro ci vivevano Big Hyde, Mid Jek, e Lil Chel, e quel pomeriggio erano tutti impegnati a fare qualcosa - perfino Lil Chel, si - al contrario di qualcun altro che, invece, non aveva un cazzo di meglio da fare, ed avrebbe dovuto trovarsi un lavoro più remunerativo del magiavvocato d'ufficio.
D’un tratto, Mid Jek gridò (non una novità, capitava spesso che urlasse; solo,
un po' di più):
«È ARRIVATO DELIVEROWL»Tutti si sedettero a tavola e presero il loro ordine, ma non appena morsero l'hamburger, si resero conto fosse bollente.
Rettifico: Big Hyde osservò che se avessero mangiato si sarebbero bruciati, cosa che Lil Chel puntualmente fece comunque; Mid Jek, come avrebbe detto il saggio Bettus, non sentiva niente, ma la solidarietà prima di tutto. Potevano forse aspettare seduti a tavola? No, certo:
«andiamo a fare una passeggiata nel bosco!» l'unica proposta accettabile, visto che nel profondo bosco nessuno avrebbe sentito le loro grida: era un eccellente posto per ucciderli.
Cosa? Cosa.
L'ultimo a chiudere la fila fu Mid Jek. Non dovrebbe stupirvi, quindi, che avesse dimenticato di chiuderla a chiave. D'altronde, quando qualcosa andava a puttane, era immancabilmente colpa di Mid Jek: lo sapeva lui, lo sapeva big Hyde, e lo sapeva perfino Jon Snow - si, quello che non sapeva mai un cazzo. Poco dopo che furono usciti, arrivò al loro uscio un ragazzino di nome Bertuccia, chiamato così da tutti per il suo aspetto simile ad un primate poco evoluto. Poteva forse fermarsi al piano terra? Al primo, o magari al secondo? Poteva entrare ed uscire come la sua amica Carina? Oh, e perché avrebbe dovuto, quando poteva fare tutte le scale ed arrivare proprio alla loro porta socchiusa! Eh! Fu anche così educato da domandare, schiarendosi la voce:
«c'è nessuno?»Non aver ricevuto replica avrebbe dovuto essere una risposta di suo,
ma no: Bertuccia entrò comunque (e allora che cazzo chiedi, direte voi, no? Ce lo siamo chiesti tutti). Non sapeva resistere ai pertugi: doveva per forza infilarci qualcosa, fosse la testa o il c-
«hamburger?» Che fai, non entri a casa della gente e non mangi il loro cibo, tu lettore? Allora che senso ha, la tua vita? Bertuccia non era
like others bertucce, e curiosò l'interno dei sacchetti ancora aperti sul tavolo.
Nessuno:
Assolutamente nessuno:
Non un'anima:
Bertuccia:
«gnam gnam»Morse il primo panino. Ugh, cetriolini, non facevano per lui.
Morse anche il secondo panino, già che c'era!, ma lo posò schifato dove l'aveva trovato: ugh, tofu.
Terzo panino? Terzo panino, perché ormai era in ballo, ed evidentemente aveva lasciato educazione, ritegno e amor proprio nella linea temporale da cui arrivava, perché chi cazzo arrivava a casa della gente a mordere tutti i loro panini? Bertuccia, ecco chi.
Piccante: lo mangiò tutto, lasciando alle sue spalle solo la carta.
Dopo aver rubato il pranzo dei tre abitanti dell'appartamento, ed essersi dimostrato il pezzente opportunista che era, aveva bisogno di riposarsi. Il Principe! Riposarsi, capito! La sua prima scelta, fu la poltrona vicino al terrazzino, che bocciò perché puzzava troppo di fumo.
Okay. Seconda poltrona, quella nei pressi del camino: mh, troppo calda.
Allora perché cazzo non te ne compri una tua, di poltrona? Oppure no Bertuccia, come preferisci, occupa pure quella di Lil Chel – in effetti, Lil C. aveva anche la cuccia, quando non doveva condividerla con Huge Scratch: tra bestie, ogni tanto, raggiungevano compromessi. Cercando di mettere comodo il suo culo secco,
inevitabilmente riuscì a disfare anche il puf
prescelto.
«e che palle» disse anche, il buon Bertuccia mangia banane, osservando seccato il salotto.
Sarebbe stato il momento perfetto per andarsene,
ma no, era troppo stanco, troppo provato dal peso di avercelo d’oro e doverselo portare dietro tutto il giorno, per non testare anche i letti.
Si sdraiò in quello più grande, ma era
troppo mollo. Gli sembrava, citazione testuale, di essere tornato nell’utero materno. Ne trovò uno le cui lenzuola erano tappezzate di fantasie richiamanti il Quidditch, e
madonna santa, si sentiva ancora più stanco solo a guardarlo.
Vide il terzo letto.
Una bara.
Ci si accomodò, addormentandosi subito. Foreshadowing?
Scopriamolo insieme.
I tre abitanti dell’appartamento tornarono dalla passeggiata nel bosco – tutti vivi? Ebbene. - e sui loro volti si dipinsero espressioni diverse: il fastidio la faceva padrona, ma dove in Mid Jek vinceva lo spirito di avventura e curiosità, in Lil Chel grugniti furiosi perché DOV’ERA IL SUO PANINOOOHHH, ed in Big Hyde.
Beh.
Niente, perché era morto dentro.
«qualcuno si è seduto sulla mia poltrona.»
«come fai a saperlo?»
«perchè la storia dice così. Non mi rompere il cazzo»
«ALLORA ANCHE NEL MIO? GASP»
«IL MIO è ROTTO. GRAFFIO SEI STATO TU?? TI MANGIO AL POSTO DEL PANINO»Se Bertuccia fosse stato un primate evoluto, a quel punto li avrebbe già sentiti e se ne sarebbe andato. L’aveva fatto? No. In seguito avrebbe dato la colpa alla bara insonorizzata (sopravvivenza della specie, provate voi a vivere con quei due.) ma non era la Taffo il problema: era lui. Ovviamente, era lui. Carina avrebbe dovuto portarselo dietro, farsi un menage a trois con l’infermiere sotto pagato e il cugino,
e invece no, l’aveva mollato lì come posta indesiderata, e quello ora stava dormendo nel letto di Big Hyde.
Che era armato.
Entrò in camera.
Si udì uno sparo.
A Mid Jek e Lil Chel disse:
«uno scarafaggio»E vissero tutti felici e contenti.
ALLEGATO: una playlist (
cliccami)
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